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Firmato digitalmente da

EDVIGE TROTTA
TRTDVG61P70A662N
30-06-2023 09:00 UTC
Avv. Edvige Trotta
Avv. Anna Faretra
Lungomare Starita n. 6 70132 BARI
Tel. 080.5842496-5842368 Fax 080.5842447;
pec: trotta.edvige@avvocatibari.legalmail.it
pec:anna.faretra@pec.ordineavvocatitrani.it

TRIBUNALE DI BARI – sez. lav. -

R.G. n. 6877/23 - dott.ssa ANGIULI - UD. 11.07.2023

MEMORIA DIFENSIVA DI COSTITUZIONE

per A.S.L. BA, in persona del Direttore Generale, dott. Antonio Sanguedolce,

con sede in Bari al Lungomare Starita n. 6 (P.I. 06534340721), quivi

elettivamente domiciliata presso e nell’Ufficio Legale dell’Ente,

rappresentata e difesa dagli avv.ti Edvige Trotta (CF. TRTDVG61P70A662N)

ed Anna Faretra (FRTNNA71B42D643D), giusta mandato in calce, che

dichiarano di voler ricevere ogni comunicazione inerente al ridetto

procedimento al n. fax 080/5842447, pec:

trotta.edvige@avvocatibari.legalmail.it

anna.faretra@pec.ordineavvocatitrani.it

CONTRO

ABBATICCHIO Ludovico, rappresentato e difeso dall’avv. Pierluigi

Balducci

****

In data 14.06.2023 veniva notificato alla ASL BA ricorso ex art. 700 c.p.c. in

uno con provvedimento inaudita altera parte e pedissequo decreto di

fissazione udienza innanzi il Giudice del Lavoro del Tribunale di Bari, per

sentir condannare l’Azienda Sanitaria a mantenere in servizio il dott.

Ludovico Abbaticchio, a far data dal 16.06.2023 fino al compimento del


settantaduesimo anno di età, in applicazione dell’art. 4, comma 9 octiesdecies,

legge n. 14 del 24.02.2023, il tutto con vittoria di spese.

Il ricorrente prospettava il proprio diritto al trattenimento in servizio oltre il

compimento del 70° anno di età e, quindi, in deroga ai limiti previsti dalle

vigenti disposizioni per il collocamento in quiescenza dei medici di medicina

generale e pediatri di libera scelta, quale diretta e logica conseguenza

dell’applicazione dell’art. 4, comma 9 octiesdecies, legge n. 14 del

24.02.2023, opponendosi al diniego espresso dalla ASL BA che,

contrariamente a quanto ex adverso affermato sub punto n. 5, pag. 2 del

ricorso introduttivo, è stata regolarmente riscontrata con nota prot. 58480 del

28.04.2023, trasmessa a mezzo pec e consegnata in pari data (all. 1),

richiamando l’assenza di linee interpretative della detta disposizione,

richieste dalle Regioni al Ministero della Salute nell’incontro del 13.03.2023

in uno con la preoccupazione di disservizio e pregiudizio degli utenti del

S.S.N., cui potrebbero non essere garantiti di livelli essenziali di assistenza.

A mezzo del presente atto si costituisce in giudizio la ASL BA, a ministero

dei propri difensori di fiducia, la quale impugna e contesta il contenuto del

ricorso, chiedendone il rigetto per le seguenti motivazioni.

****

Con riferimento al fumus boni iuri

E’ evidente la lettura unilaterale e piuttosto miope ex adverso offerta della

disposizione di cui trattasi, qualificata come norma tampone, di carattere

transitorio, valida fino al 31 dicembre 2026, pensata – appunto - per

tamponare una situazione di emergenza, visto il possibile massivo

pensionamento dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta.


Inconferenti ed errati sono i richiami e paragoni tra la disposizione di cui

trattasi e disposizioni dettate per la dirigenza ed il personale sanitario di ruolo

del SSN o, ancora, previste per fronteggiare uno stato di emergenza - ben

diverso dal possibile massivo pensionamento dei medici di medicina generale

e pediatri di libera scelta - quale la pregressa pandemia Covid- 19.

Il carattere straordinario della disposizione impone che la valutazione della

sua applicazione, più chiaramente la possibilità, quindi non la certezza e/o

automatica applicazione come paventato da controparte, sia - comunque –

subordinata al verificarsi di due condizioni: l’assenza di personale medico

convenzionato collocabile e la disponibilità dell’interessato.

In presenza di questi due presupposti, l’Azienda potrà valutare l’opzione

richiesta dal medico.

Nel caso in esame, non vi è dubbio circa la disponibilità del medico, il dott.

Abbaticchio, al trattenimento in servizio sino al 72° anno di età, secondo

quanto richiesto con domanda del 14.04.2023, ma vi altrettanta certezza

sull’insussistenza dell’altra condizione richiesta dalla disposizione di cui

trattasi: l’assenza di personale medico convenzionato collocabile.

In data 23.03.2023, la ASL BA ha pubblicato il bando per l’assegnazione

delle c.d. zone carenti, con termine sino al 12.04.2023, perché il personale

medico interessato potesse presentare domanda/istanza di disponibilità

all’assegnazione dell’incarico per la copertura delle dette zone; alla

predisposizione della relativa graduatoria è seguita l’effettiva assegnazione

degli incarichi dal 5.05.2023.

Ora, tenuto conto che la graduatoria regionale prevede un'offerta potenziale

di medici collocabili iscritti nel settore di assistenza primaria pari a n. 869

unità, appare certa l’esistenza di “personale medico convenzionato


collocabile” per far fronte al fenomeno del pensionamento dei Medici di

Medicina Generale che, peraltro, in seno alla ASL BA non è assolutamente

massivo.

L’azione amministrativa posta in essere dall’Azienda resistente, nel legittimo

esercizio di un proprio potere di scelta degli strumenti di gestione da porre in

essere per attendere e tutelare il bene/interesse pubblico (cfr. art. 4, comma 9-

octiesdecies L. n. 14 del 24.02.2023 “Al fine di for fronte alle esigenze del

Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli essenziali di assistenza, in

assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, le aziende

del Servizio sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, possono

trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in

regime di convenzionamento col Servizio sanitaria nazionale di cui al decreto

legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, in deroga ai limiti previsti dalle

disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del

settantaduesimo anno di età e comunque entro la predetta data”) è, altresì,

in linea con l’ipotesi applicativa della norma, proposta dalla Regione Puglia,

nelle more di eventuali linee guida sul punto, che prevede per la sua

applicazione il verificarsi delle seguenti condizioni:

1) l'Azienda Sanitaria deve rilevare la zona carente nel comune in cui opera

il medico richiedente

2) l'Azienda sanitaria deve accertare che in quell'ambito comunale tutti i

medici abbiano raggiunto il rapporto ottimale (1300 assistiti).

Tutto ciò per escludere che il cittadino possa trovarsi nell’impossibilità di

esercitare il diritto ad iscriversi presso un medico di medicina generale

(MMG) nell’ambito del proprio Comune di residenza, considerato che il

bene/interesse pubblico oggetto di tutela da parte dell’ASL è il diritto alla


salute del cittadino ed ogni sua forma di esercizio secondo legge.

Nel caso di specie, nella città di Bari sono state rilevate, nell’anno 2023, 16

carenze complessive (all.2), distinte per municipio e pubblicate sul Burp n.

27 del 23.03.2023.

Deve precisarsi che la rilevazione degli incarichi carenti, ai sensi dell’art. 34

co. 1 ACN 2022, tiene conto dei medici cessati, per decesso, recesso e/o

quiescenza, alla data della rilevazione nonché di quelli che andranno in

quiescenza entro l’anno di rilevazione, ossia al 31.12.2023.

E’ altrettanto pacifico che la rilevazione non può tener conto di eventuali

decessi o recessi volontari che potrebbero comunque intervenire, eventi

evidentemente imprevedibili che l’Azienda governerà attraverso l’istituto

contrattuale della “sostituzione provvisoria” a tutela e salvaguardia dei diritti

ed interessi degli assistiti.

Infatti, l'assegnazione degli incarichi di sostituzione rappresenta una misura

provvisoria che trova il suo fondamento proprio nella disciplina della

copertura degli ambiti territoriali carenti di Assistenza Primaria, prevista

dall'art. 34, ACN 29 luglio 2009, il quale al comma 1 prevede espressamente:

«1. Entro la fine dei mesi di Aprile e di Ottobre di ogni anno ciascuna Regione

pubblica sul Bollettino Ufficiale l'elenco degli ambiti territoriali carenti di

medici convenzionati per l'assistenza primaria individuate, a seguito di

formale determinazione delle Aziende previa comunicazione al comitato

aziendale di cui all'art. 23, rispettivamente alla data del 1 ° marzo e del 1'

settembre dell'anno in corso nell'ambito delle singole Aziende, sulla base dei

criteri di cui al precedente articolo 33». La disciplina richiamata a stata

oggetto di modifica nel 2018, difatti l'art. 5, ACN 29 marzo 2018,

modificando il precedente art. 34, ACN 29 luglio 2009, ha disposto una sola
rilevazione delle zone carenti di assistenza primaria, da effettuarsi entro la

fine di marzo di ogni anno.

Dunque, nel caso in cui una carenza venisse rilevata in data successiva al 1°

marzo, ove nell'ambito territoriale non vi fossero medici in grado di acquisire

tutte le scelte disponibili, si renderebbe necessario il ricorso alla figura del

"sostituto", nelle more della pubblicazione e assegnazione dell'incarico, per

garantire la continuità dell'assistenza sanitaria e comunque per un periodo non

superiore a 12 mesi, ai sensi dell'art. 38, ACN 29 luglio 2009, richiamato

nell'ACN vigente.

*****

Per dovere di completezza e, soprattutto al fine di confutare, come di seguito

si preciserà, quanto ex adverso dedotto circa la necessità che “le AASSLL

quindi dovrebbero prudenzialmente mantenere in servizio i medici che ne

abbiano fatto richiesta in ragione dell’art. 4, comma 9 octiesdecies cit.”

perché “Il perseguimento della continuità assistenziale e della salvaguardia

degli assistiti non può prescindere, pertanto, dal mantenimento in servizio dei

mmg ultrasettantenni richiedenti” (cfr pag. 5 ricorso introduttivo) si porta a

conoscenza dell’Ill.mo Magistrato adito che, dopo l’intervenuta rilevazione

del marzo 2023, sono intervenuti due decessi di MMG. (all.3).

E’, altresì, doveroso sottolineare che il “contenitore assistiti” lasciato dai

MMG sia “rilevati” che successivamente deceduti (cfr. all. 3) è pari a 15.729

assistiti.

In particolare, nel Municipio 2 di Bari – ambito territoriale in cui opera il

dott. Abbaticchio, le 6 carenze rilevate sono state tutte assegnate agli aventi

titolo (all. 4), come risultano assegnate le restanti fino alla concorrenza delle

16 riscontrate.
Le 16 zone carenti rilevate ed assegnate hanno altresì determinato il ripristino

del c.d. “rapporto ottimale” che è di 1 MMG per ogni 1300 residenti.

Questo perché nella città di Bari, gli ultimi dati elaborati dall’ASL BA nel

maggio 2023 confermano la presenza di n. 207 MMG (all.5) di cui

- n. 49 al di sotto del rapporto ottimale (all.6)

- n. 25 con scelte in carico tra 1301 e 1500 assistiti (all.7)

- n. 133 con scelte in carico tra 1501 e 1575 assistiti, limite

raggiungibile (all.8)

E’ determinante, per evidenziare l’infondatezza delle argomentazioni offerte

dal ricorrente a sostegno della propria pretesa, verificare che i 49 MMG di

cui all’all. 6, al di sotto del rapporto ottimale di 1300 assistiti potrebbero far

fronte all’assistenza di un numero di pazienti pari a 63.700 unità, rispetto

all’effettivo attuale carico di 44.963 unità, potendo – così – ancora acquisire

scelte per un numero di 18.737 assistiti.

Più rilevante è la circostanza che i MMG cessati e che cesseranno di Bari,

lasciano un carico di pazienti pari a 15.729 unità, tutte assorbibili dai 49

MMG al di sotto del rapporto ottimale con un residuo di 3008 unità.

Ed ancora, i MMG con scelte in carico tra 1301 e 1500 ed i MMG con scelte

in carico tra 1501 e 1575, di cui agli all.ti 7 e 8, possono acquisire scelte per

un numero pari a 7600 assistiti.

Contrariamente alle avverse doglianze, è così provato che il “contenitore

assistiti” lasciato dai MMG sia “rilevati” che successivamente deceduti (cfr.

all. 3) pari a 15.729 assistiti è pacificamente assorbibile dai MMG affidatari

della zone carenti rilevate nonché da quelli già in convenzione, nell’assoluta

cura dell’interesse e tutela dei diritti ed interessi dell’utenza di cui può e deve

farsi carico l’Azienda resistente e non il ricorrente.


Pertanto, appare assolutamente evidente, ictu oculi, che la deroga disposta

dall'art. 4, comma 9-octiesdecies, L. n. 14/2023, pensata per far fronte a

situazioni emergenziali, non ha alcuna ragione di essere applicata in un

contesto territoriale ove la carenza di medici di assistenza primaria può, senza

pregiudizio nei confronti degli assistiti, essere colmata dall’assegnazione

delle zone carenti oltre che dagli stessi medici presenti nel medesimo ambito

territoriale in regime di convenzione, già titolari a tempo indeterminato.

Alla luce di quanto innanzi dedotto, infondate sono le affermazioni di

controparte circa il mancato accertamento, nell’ambito territoriale di cui

trattasi, della disponibilità di fatto di personale medico convenzionato

collocabile.

La disposizione di cui all’art 4, comma 9 octiesdecies cit. offre solo ed

esclusivamente uno strumento temporaneo, alternativo ed ulteriore rispetto a

quelli esistenti, cui le Aziende sanitarie possono (non devono) ricorrere in

situazioni di emergenza originate dal massivo pensionamento dei MMG,

nulla ipotizzando e regolamentando per il futuro.

****

In ogni caso, non vi è dubbio che il Governo, con questa misura per la Sanità

all’interno del Decreto Milleproroghe, ha offerto una possibilità ai medici di

medicina generale e pediatri di libera scelta di lavorare sino a 72 anni, ma tale

decisione deve essere concordata tra il professionista e l’Azienda che, come

stabilisce la disposizione, può – ha o meno la possibilità di - accettare la

richiesta del medico.

Deve, infatti, ricordarsi che la proposta di modifica contenuta in un

emendamento della Lega al Milleproroghe, per la proroga su base volontaria

della “pensione” dei medici a 72 anni (interpretazione della disposizione di


cui trattasi offerta dal ricorrente) non è stata prevista nella riformulazione del

Governo, poi approvata nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio e

non è neppure rientrata in sub-emendamenti per specifiche categorie

Quindi, la semplice ed immediata interpretazione letterale della norma risulta

totalmente disattesa da controparte che vede, nel diniego opposto

dall’Azienda alla propria richiesta, la lesioni di un proprio diritto, senza che

il diritto stesso esista, dato atto che non esiste alcun automatismo tra la

richiesta del medico e l’accoglimento della stessa da parte dell’Azienda.

Evidente l’insussistenza del fumus boni iuris per la concessione del richiesto

provvedimento cautelare con ogni logica conseguenza sul concesso

provvedimento inaudita altera parte.

****

Con riferimento al periculum in mora

Questa difesa non ravvede neppure alcun elemento utile, a supportare la

sussistenza del periculum in mora, necessario per la concessione del

provvedimento invocato considerato che, da quanto innanzi dedotto emerge

chiaramente l’insussistenza, in capo al dott. Abbaticchio, dello stesso diritto

che subirebbe un pregiudizio grave ed irreparabile, neutralizzabile solo dalla

concessione del cautelare.

Peraltro, controparte si è assolutamente limitata ad argomentare, in termini di

pregiudizio, la fondatezza del richiesto provvedimento inaudita altera parte,

nella deducendo e provando circa il periculum in mora che deve motivare la

concessione del provvedimento cautelare e che, ovviamente, non può essere

di natura patrimoniale.

Irrilevante ed inconferente, quale elemento provante la sussistenza del

periculum, è il richiamo al “possibile e probabile successivo intervento


interpretativo ministeriale della norma in parola” che, di certo, non

può/potrà cambiare la portata della disposizione di cui trattasi nella quale è

evidente l’assenza di qualsivoglia automatico riconoscimento e/o valenza di

“diritto” dei desiderata dei richiedenti dato atto che “le aziende del Servizio

Sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, POSSONO trattenere in

servizio……..”

****

Pare chiaro che, dall’illustrazione delle questioni sottese, non emergano

elementi per affermare né la presenza del fumus boni iuris, né del periculum

in mora per cui si chiede che il Giudice adito ne rigetti la promossa istanza.

Rebus sic stantibus, la ASL BA, ut supra rappresentata e difesa

CHIEDE

che l’On.le Tribunale adito, reiectis contrariis,voglia:

- in relazione al provvedimento ex art. 700 c.p.c. previa revoca del concesso

decreto inaudita altera parte, rigettarne la formulata istanza per assenza del

fumus boni iuris e del periculum in mora;

- nel merito rigettare le avverse istanze poiché infondate in fatto ed in diritto;

con vittoria di spese ed onorari di giudizio, ivi compresi gli oneri riflessi e

sentenza esecutiva ex lege.

Con riserva di ogni ulteriore deduzione e richiesta, anche istruttoria, in

considerazione del comportamento processuale di controparte.

Salvezze illimitate.

Bari, data del deposito

avv. Anna Faretra avv. Edvige Trotta

Firmato
ANNA digitalmente
ANNA FARETRA
da
Avv. Edvige Firmato digitalmente
da Avv. Edvige Trotta
FARETRA Data: 2023.06.30
10:39:50 +02'00'
Trotta Data: 2023.06.30
10:45:10 +02'00'

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