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I viaggi di Gulliver (Gulliver's Travels Into Several Remote Regions of the World)  

è un romanzo che
coniuga fantasia e satira, scritto da Swift sotto lo pseudonimo di "Dr. Lemuel Gulliver". Nel libro l'autore fa
il resoconto di alcuni viaggi presso strani popoli ed è suddiviso in quattro parti corrispondenti ad altrettanti
viaggi.

Lemuel Gulliver: inglese, di professione dottore, sì da essere stato anche medico di bordo, e poi capitano di
navi mercantili, si trova, a motivo di diversi naufragi, a scoprire terre finora inesplorate e popolazioni così
diverse da noi da rendere i suoi viaggi qualcosa di veramente eccezionale. Ci introdurrà, con l'acutezza che
gli deriva dalla sua cultura e dalla naturale disposizione a studiare gli usi e costumi della gente che incontra
in giro per il mondo, alla scoperta di individui giganteschi o piccolissimi, o di altri ancora che sono dominati
da animali sapienti, in un viaggio che è una stupenda metafora del mondo.

RIMA PARTE - VIAGGIO A LILLIPUT


La prima parte è anche la più conosciuta del romanzo. Gulliver, dopo essere partito da Bristol il 4 maggio
1699 sulla nave Antilope verso i Mari del Sud, si ritrova naufrago e solo e, raggiunta una spiaggia dove
stanco si addormenta, si risveglia prigioniero di una razza di uomini alti 15 centimetri, abitanti le isole di
Lilliput e Blefuscu divise sino al fratricidio da un'annosa e irresolubile controversia sul modo più corretto di
rompere le uova.

SECONDA PARTE - VIAGGIO A BROBDINGNAG


Nella seconda parte un altro viaggio lo porta a Brobdingnag dove la scala di grandezza della popolazione è
esattamente l'inverso che a Lilliput: gli uomini sono alti circa 22 metri. Se nella prima parte il problema era
la convivenza con esseri piccini, l'alimentazione e l'abbigliamento, oltre la gestione della propria fisicità,
nelle terre dei giganti il problema diventa la sopravvivenza.

Gli abitanti sono dei veri giganti, come ce li sogniamo sulla nostra terra. In mezzo a loro Gulliver, che a
Lilliput era "l'Uomo Montagna", diventa a sua volta un lillipuziano, e per non essere schiacciato dagli
immensi piedi di quegli esseri è costretto a farsi trasportare in una scatola gestita da Glumdalclic, "la mia
balietta", questo il significato del termine che Gulliver affibbia alla sua padroncina, la figlia del fattore che
l'ha trovato, una bimbetta di 9 anni. "Devo soprattutto a lei se non lasciai la pelle in quel paese: mai ci
separammo per tutto il tempo che vi rimasi".

Comunque, a parte le difficoltà che gli derivano dalle dimensioni del suo corpo, l'ex dottore potrà godere di
un piacevole soggiorno, circondato dall'attenzione della Corte Reale, e dalla considerazione dei dotti del
paese, curiosi di sapere da lui in che modo si vive nella terra da cui proviene. A tormentarlo con dispetti e
soprusi sarà soprattutto il nano della Corte: "Avendo la più bassa statura che si fosse mai vista in quel paese,
si ringalluzzì in tal modo al vedere un essere tanto più piccolo di lui, che prese a darsi certe arie altezzose da
gradasso".

Dopo più di due anni di permanenza in questo luogo, Gulliver fortuitamente rapito mentre riposa in riva al
mare e sollevato dentro la sua scatola da un uccello, viene scaraventato in acqua e recuperato da una nave
inglese e può far ritorno a casa.

TERZA PARTE - LAPUTA, BALNIBARBI, GLUBBDUBDRIB, LUGGNAGG E IL GIAPPONE


L'inquietudine spinge Gulliver a partire ancora e finisce nell'isola di Laputa, una terra volante che fluttua
nell'aria. "L'Isola Volante o Fluttuante (è questa la traduzione nella nostra lingua del nome Laputa) è
perfettamente circolare, il suo diametro è di circa quattro miglia e mezzo...", e poi Swift si dedica alla
descrizione accurata di questa isola, dove, per fare un esempio, il sovrano è in grado di far piovere o no, a
suo piacimento. "Appena arrivato, mi vidi circondato da una gran folla... mi osservavano con tutti i segni di
una profonda meraviglia, e io, a dire il vero, non ero da meno: perché mai fin allora avevo visto una razza di
mortali così strana nell'aspetto, negli abiti e nei modi".

Di peripezia in peripezia Gulliver ha occasione di conoscere gli abitanti dell'isola di Laputa, gente
superintellettuale, al punto di aver bisogno di un apposito domestico, lo scacciapensieri, che riporti la loro
attenzione alla vita di tutti i giorni, presi come sono da profonde elucubrazioni. E infatti, tra di loro il nostro
autore, che pure non è l'ultimo degli schiocchi, gode da questo punto di vista di scarsissima considerazione.
Anche qui ha ha che fare con un re, anche se molto differente dai precedenti: "Sua Maestà non s'avvide
minimamente di noi... era allora tutto sprofondato in un problema, e dovemmo attendere almeno un'ora
prima che riuscisse a risolverlo".

Anche qui deve imparare la lingua, ma particolarmente interessante è la sua visita all'Accademia di Laputa,
dove gli accademici sono sprofondati nelle proprie ricerche, tutte molto singolari. L'Accademia di
Lagado ha addirittura il progetto di abolire del tutto le parole. Non essendo prigioniero Gulliver può
continuare il suo viaggio, arrivando a Glubbdubdrib: "Ne è governatore il capo di una certa tribù composta
tutta di maghi [...] si sposano tutti fra loro, e il più anziano ne è, di successione in successione, principe o
governatore".

Visita anche l'isola di Luggnagg, della quale però offre scarse notizie, se non che gestisce commerci col
Giappone e dunque potrebbe trovarsi in Estremo Oriente. "I Luggnagghiani sono un popolo cortese e
generoso e, sebbene non siano esenti da una sfumatura di orgoglio proprio degli Orientali, si mostrano
tuttavia pieni di urbanità con gli stranieri, specialmente se questi sono ben visti a Corte". Al termine Gulliver
fa vela per il Giappone, da lì torna ad Amsterdam con un vascello olandese, e dall'Olanda rientra a casa in
Inghilterra.

QUARTA PARTE - GLI HUYHNHNM


L'ultimo viaggio porta Gulliver nel mondo degli Huyhnhnms (probabilmente dalle parti dell'Oceano
Indiano), i cavalli razionali e parlanti, esseri saggi che non conoscono il significato di parole come 'vero' e
'falso', non conoscono il concetto di guerra e di violenza. "Si allontanano di qualche passo come se parlassero
fra di loro, e camminano a fianco, in su e in giù, come persone che deliberino su qualche affare importante,
ma volgendo spesso gli occhi verso di me, come per badar che non scappassi. Io ero sbalordito...".

Huyhnhnm, nella loro lingua vuol dire 'perfezione di natura', e infatti questi cavalli sono dotati di
innumerevoli virtù, e non conoscono cosa possa essere il male. Sbarcato in questo paese Gulliver viene preso
in consegna da uno dei cavalli spaienti e così ne parla: "La curiosità del mio padrone era così viva e
impaziente, che egli dedicava molte delle sue ore libere a istruirmi. Era persuaso che io fossi uno Yahu, ma
lo stupivano la mia capacità di imparare...".

Unico difetto delle loro terre, infatti, è la presenza di esseri brutali che camminano su due gambe invece che
su quattro: gli Yahoos (o Yahu) , del tutto simili agli esseri umani per cui Gulliver nutre una repulsione
profonda. Una volta tornato a casa, seppur felice di reincontrare sua moglie e i suoi figli, non riesce a
sopportare l'odore della razza umana e va a vivere per sempre nella stalla dei cavalli.

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