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Testo Parafrasi
«Vexilla regis prodeunt inferni Il mio maestro disse: «I vessilli del re dell'Inferno (Lucifero)
verso di noi; però dinanzi mira», si avvicinano a noi; quindi guarda davanti a te, se riesci a
disse ’l maestro mio «se tu ’l discerni». vederlo».
Come quando una grossa nebbia spira, Come quando c'è una nebbia fitta o quando nel nostro
o quando l’emisperio nostro annotta, emisfero cala la notte, e appare in lontananza un mulino
par di lungi un molin che ’l vento gira, che è mosso dal vento,
veder mi parve un tal dificio allotta; così allora mi parve di vedere una simile costruzione;
poi per lo vento mi ristrinsi retro quindi per il vento mi riparai dietro la mia guida, visto che
al duca mio; ché non lì era altra grotta. non c'era nessun altro rifugio.
Quando noi fummo fatti tanto avante, Quando fummo avanzati fino al punto in cui al mio maestro
ch’al mio maestro piacque di mostrarmi parve opportuno mostrarmi la creatura che fu così bella, si
la creatura ch’ebbe il bel sembiante, tolse di fronte a me e mi fece fermare, dicendo: «Ecco Dite
ed ecco il luogo dove è necessario che tu ti armi di
d’innanzi mi si tolse e fé restarmi, coraggio».
«Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco
ove convien che di fortezza t’armi».
Com’io divenni allor gelato e fioco, Non domandare, lettore, come io in quel momento raggelai
nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo, e ammutolii: non lo scrivo, poiché ogni parola sarebbe
però ch’ogne parlar sarebbe poco. inadeguata.
che i giganti non fan con le sue braccia: che non fra i giganti e le sue braccia: vedi ormai, rispetto a
vedi oggimai quant’esser dee quel tutto quella parte del corpo, quali devono essere le dimensioni totali
ch’a così fatta parte si confaccia. di quell'essere.
e la destra parea tra bianca e gialla; la destra mi sembrava tra bianca e gialla; la sinistra era del colore
la sinistra a vedere era tal, quali di quelli che vengono dal paese (Etiopia) dove il Nilo entra in una
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla. 45 valle.
Non avean penne, ma di vispistrello Non erano piumate, ma sembravano quelle di un pipistrello; e
era lor modo; e quelle svolazzava, Lucifero le sbatteva, producendo da sé tre venti:
sì che tre venti si movean da ello: 51
quindi Cocito tutto s’aggelava. a causa di essi, tutto il lago di Cocito si ghiacciava. Piangeva con
Con sei occhi piangea, e per tre menti sei occhi e le lacrime gocciolavano sui tre menti, mischiato a una
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava. 54 bava sanguinolenta.
A quel dinanzi il mordere era nulla Per il peccatore al centro l'essere morso non era niente rispetto
verso ’l graffiar, che talvolta la schiena all'essere graffiato, al punto che talvolta la schiena gli restava tutta
rimanea de la pelle tutta brulla. 60 scorticata.
«Quell’anima là sù c’ha maggior pena», Il maestro disse: «Quel dannato lassù che soffre una pena più
disse ’l maestro, «è Giuda Scariotto, grave è Giuda Iscariota, che tiene la testa dentro le fauci di
che ’l capo ha dentro e fuor le gambe mena. 63 Lucifero e fa pendere fuori le gambe.
e l’altro è Cassio che par sì membruto. L'altro è Cassio, che sembra così robusto. Ma è quasi notte e
Ma la notte risurge, e oramai ormai dobbiamo andare, poiché abbiamo visto ogni cosa».
è da partir, ché tutto avem veduto». 69
Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso, Poi uscì fuori attraverso una spaccatura nella roccia, e mi fece
e puose me in su l’orlo a sedere; sedere sull'orlo dell'apertura; quindi diresse con attenzione il
appresso porse a me l’accorto pSacsasroic.ato 8d7a giulia losasso (praosbseortvoelorssoasdsi om6e@
. gmail.com)
lOMoAR cPSD| 24281904
Io levai li occhi e credetti vedere Io alzai lo sguardo e credetti di vedere Lucifero come
Lucifero com’io l’avea lasciato, l'avevo lasciato, invece vidi che teneva le gambe in alto;
e vidili le gambe in sù tenere; 90
e se io allora rimasi perplesso, lo pensi la gente
e s’io divenni allora travagliato, ignorante, che non ha capito qual è il punto (il centro della
la gente grossa il pensi, che non vede
Terra) che io avevo oltrepassato.
qual è quel punto ch’io avea passato. 93
Il maestro disse: «Alzati in piedi: la via è lunga e il
«Lèvati sù», disse ’l maestro, «in piede:
la via è lunga e ’l cammino è malvagio, cammino è malagevole, e il sole è già a metà della terza
e già il sole a mezza terza riede». 96 ora (sono le sette e mezza del mattino)».
Non era camminata di palagio Il punto in cui eravamo non era un percorso agevole
là ’v’eravam, ma natural burella come in un palazzo, ma una cavità sotterranea che aveva
ch’avea mal suolo e di lume disagio. 99 il suolo impervio e ben poca luce.
«Prima ch’io de l’abisso mi divella, Quando mi fui alzato dissi: «Maestro mio, prima che io
maestro mio», diss’io quando fui dritto, lasci l'abisso infernale, parlami un poco per risolvermi un
«a trarmi d’erro un poco mi favella: 102 dubbio:
ov’è la ghiaccia? e questi com’è fitto dov'è il ghiaccio? e Lucifero come può essere confitto
sì sottosopra? e come, in sì poc’ora, così sottosopra? e come è possibile che il sole abbia
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?». 105 percorso così in fretta il tragitto dalla sera alla mattina?»
Ed elli a me: «Tu imagini ancora E lui a me: «Tu pensi ancora di essere al di là del centro
d’esser di là dal centro, ov’io mi presi della Terra, dove io mi sono aggrappato al pelo
al pel del vermo reo che ’l mondo fóra. 108
dell'orrendo animale che guasta il mondo.
Di là fosti cotanto quant’io scesi;
Tu sei stato di là finché io sono disceso; quando mi sono
quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi. 111 girato, tu hai oltrepassato il punto verso il quale tendono
tutti i pesi del mondo.
E se’ or sotto l’emisperio giunto
ch’è contraposto a quel che la gran secca E ora sei giunto sotto l'emisfero (australe) che è opposto
coverchia, e sotto ’l cui colmo consunto 114 a quello (boreale) che copre le terre emerse, e dove, sotto
il punto più alto dell'emisfero celeste (Gerusalemme), fu
fu l’uom che nacque e visse sanza pecca: ucciso l'uomo (Gesù) che nacque e visse senza peccato:
tu hai i piedi in su picciola spera tu hai i piedi su una piccola sfera che ha la faccia opposta
che l’altra faccia fa de la Giudecca. 117 nella Giudecca.
Qui è da man, quando di là è sera; Qui è mattino, quando nell'altro emisfero è sera; e
e questi, che ne fé scala col pelo, Lucifero, che col suo pelo ci ha fatto da scala, è confitto
fitto è ancora sì come prim’era. 120 esattamente come lo era prima.
Da questa parte cadde giù dal cielo; Cadde giù dal cielo da questa parte e la terra, che prima
e la terra, che pria di qua si sporse,
emergeva dalle acque nell'emisfero australe, per paura di
per paura di lui fé del mar velo, 123
lui si nascose sotto il mare e venne nel nostro emisfero; e
e venne a l’emisperio nostro; e forse forse, per rifuggire da lui, quella che appare di qua lasciò
per fuggir lui lasciò qui loco vòto questo spazio vuoto e riemerse nell'emisfero australe
quella ch’appar di qua, e sù ricorse». 126 (formando il Purgatorio)».