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Io sono Ramtha
IO SONO RAMTHA, “IL RAM”. Nell’antica lingua del mio tempo ciò significava
“il Dio”. Io sono il grande Ram del popolo indù, perché sono stato il primo essere
umano, nato da ventre di donna e da lombi di uomo, ad essere asceso da questo
piano. Ho imparato ad ascendere non grazie agli insegnamenti di qualcuno, ma
attraverso la profonda comprensione che Dio vive in ogni cosa. Anch’io sono stato
un uomo che ha odiato e disprezzato, che ha ucciso, conquistato e dominato -
fino alla mia illuminazione.
Fui il primo conquistatore su questo piano. Iniziai una marcia che durò
sessantatre anni e conquistai tre quarti del mondo conosciuto; ma la mia più
grande vittoria fu quella su me stesso. Quando imparai ad amare me stesso e ad
abbracciare la vita nella sua completezza, ascesi con il vento nell’eternità.
Ascesi davanti agli occhi del mio popolo sulle pendici nord-est del monte
Indo. Il mio popolo, più di due milioni di uomini, era un insieme dì lemuri, di ioni
e di tribù scappate da Atlatia, il paese che voi chiamate Atlantide. Dal mio popolo
discesero gli antenati delle odierne popolazioni dell’india, del Tibet. del Nepal e
della Mongolia meridionale.
QUANDO IO ERO BAMBINO, la vita era difficile e dura. A quel tempo Atlatia
aveva perso la sua tecnologia e i centri scientifici del nord erano già stati distrutti
da lungo tempo. Durante i loro esperimenti sugli spostamenti con la luce, gli
atlatiani avevano trapassato ti manto nuvoloso che allora avvolgeva
completamente il vostro pianeta come oggi è avvolto Venere. Quando
perforarono il manto di nuvole, caddero grandi quantità di acqua e calò sulla terra
freddo e gelo. In seguito a ciò scomparvero sotto profondi oceani gran parte della
Lemuria e la parte settentrionale dell’ Atlatia, e così quelle popolazioni fuggirono
verso il sud dellAtlatia.
Scomparsa la tecnologia del nord, la vita al sud diventò sempre più
primitiva. Durante i cent’anni prima del definitivo affondamento di Atlatia, la
regione meridionale cadde sotto il dominio di tiranni che governarono con leggi
spietate. Sotto l’abominevole governo dei tiranni, i lemuri erano considerati la
feccia della terra e trattati peggio di cani randagi.
Immaginatevi per un momento degli esseri a cui viene sputato e urinato
addosso senza che abbiano altro con cui lavarsi che le loro lacrime. immaginatevi
cosa significa sapere che cani nelle strade dispongono di cibo migliore del vostro
e cosa significa aver fame di qualsiasi cosa che possa lenire le sofferenze del
vostro stomaco.
Nelle strade di Onai era normale vedere bambini brutalizzati e donne
picchiate e vioientate. Era normale vedere atlatiani passare accanto ad un lemure
affamato e turarsi il naso con fazzoletti di fine tessuto bagnati di acqua di rose e
di gelsomino giacché per loro eravamo esseri ripugnanti e puzzolenti. Eravamo
considerati dei “nulla”, eravamo “rifiuti umani senz’anima e senza mente”, perché
ci mancava la conoscenza scientifica di cose come la luce e i gas. Poiché non
avevamo alcuna propensione intellettuale, ci resero schiavi e ci fecero lavorare
nei campi.
Così era la vita quando io nacqui su questo piano. Così era il mio tempo. In
che sorta di sogno mi trovavo? Era l’inizio della resa dell’uomo all’arroganza e alla
stupidità dell’intelletto.
NON MOSSI RIMPROVERI A MIA MADRE perché non sapevo chi fosse mio
padre. E non mossi rimproveri a mio fratello, perché non avevamo lo stesso
padre. Non mossi rimproveri a mia madre per l’assoluta miseria in cui vivevamo.
Da bambino vidi mia madre trascinata per strada e derubata della sua
dolcezza. Vidi, dopo l’abuso che subì, un bambino crescere nel suo velitre. Vidi
mia madre piangere per un altro bambino condannato alla strada e alla
sofferenza che già noi avevamo conosciuto in questa “terra promessa”. Mia
madre era troppo debole per partorire da sola ed allora io l’aiutai a mettere al
mondo mia sorella. Mendicai per strada il cibo per nutrirci, uccisi cani e uccelli
selvatici, ed essendo molto agile di gambe, rubai grano di notte. Io nutrivo mia
madre e lei allattava mia sorella.
Non mossi rimproveri alla mia sorellina per aver succhiato dal colpo della
mia amata madre tutte le forze e averne provocato la morte. Mia sorella fu
colpita da una grave dissenteria. Non riusciva a trattenere ciò che mangiava e
così la vita abbandonò anche il suo corpo.
Accatastai della legna e vi deposi sopra mia madre e mia sorella poi, nella
notte, cercai ciò che mi serviva per fare fuoco. Dissi una preghiera per mia madre
e mia sorella che avevo tanto amato. Poi accesi il fuoco, cercando di fare in
fretta, in modo che l’odore dei corpi non disturbasse gli atlatiani - che le
avrebbero gettate nel deserto dove le iene ne avrebbero fatto scempio. Quando
vidi mia madre e mia sorella bruciare, l’odio per gli atlatìani crebbe dentro di me
fino a diventare veleno di vipera - ed ero solo un bambino!
Mentre l’odore e il fumo del fuoco si diffondevano nella valle, io pensai al Dio
sconosciuto del mio popolo. Non riuscivo a capire l’ingiustizia di questo grande
Dio. Come aveva potuto creare i mostri che tanto odiavano il mio popolo? Che
cosa avevano mai fatto mia madre e mia sorella per meritarsi una morte tanto
misera?
Non mossi rimproveri al Dio Sconosciuto di non amarmi. Non gli mossi
rimproveri di non amare il mio popolo. Non gli mossi rimproveri per la morte di
mia madre e di mia sorella. Non gli mossi alcun rimprovero — lo odiai!
NON Ml RIMANEVA PIU’ NESSUNO, poiché mio fratello era stato rapito da un
satrapo e trascinato come schiavo nel paese che più tardi verrà chiamato Persia,
dove subì violenze ed abusi per appagare i piaceri carnali del suo rapitore.
Ero un quattordicenne senza carne sulle ossa, ma con una grande amarezza
dentro di me. Ed allora decisi di dar battaglia al Dio Sconosciuto dei miei antenati
perché sentivo che era l’unica causa per cui aveva senso morire. Ero deciso a
morire, ma con onore; morire per mano di un uomo non lo sarebbe stato.
Vidi una grande montagna stagliarsi misteriosa e lontana all’orizzonte.
Pensai che se c’era un Dio, doveva abitare lì, sopra tutti noi, proprio come sopra
dì noi vivevano coloro che governavano il nostro paese. Pensai che, salendo sulla
montagna, avrei potuto incontrare il Dio Sconosciuto e gridargli in faccia tutto il
mio odio per la sua ingiustizia verso il mio popolo.
Lasciai la mia misera capanna, viaggiai per molti giorni per raggiungere la
grande montagna e lungo il cammino mi nutrii di cavallette. formiche e radici.
Raggiunta la montagna, mi arrampicai fino alle nuvole che avvolgevano la sua
bianca cima. Gridai al Dio Sconosciuto:
“Sono un uomo! Perché non posso vivere umanamente?” E volevo vedere il
suo volto .... ma Lui mi ignorò.
Caddi a terra e piansi amaramente, fino a quando le mie lacrime si
trasformarono in ghiaccio. Quando infine alzai la testa. intravidi davanti a me una
splendida donna con una spada in mano. Mi disse: “O Ram, infranto nello spirito,
le tue preghiere sono state ascoltate. Prendi questa spada e conquista te stesso.”
E in un lampo scomparve.
Conquistare me stesso? Come potevo rivolgere la lama contro di me e
tagliarmi la testa - le mie braccia erano troppo corte per impugnare l’elsa della
spada! Eppure con questa grande spada sentivo rinascere in me il senso
dell’onore. Non tremavo più nel gelido freddo, ma cominciai ad avvertire calore.
Quando ritornai con lo sguardo là dove erano cadute le mie lacrime, vidi crescere
un fiore di tal profumo e di tal colore che improvvisamente seppi: era il fiore della
speranza.
SCESI DALLA MONTAGNA con la grande spada in mano. Era il giorno che
passò alla storia del popolo indù come il terribile giorno del Ram. Era salito sulla
montagna un ragazzo, ne era disceso un uomo.
Non avevo più un corpo fragile, ero un Ram nel senso più completo della
parola. Ero un giovane uomo avvolto da una luce terribilmente radiosa e con una
spada più grande di me.
A volte penso di aver compreso solo molto lentamente il senso di ciò che
vivevo nella mia esistenza di allora; non mi ero mai veramente chiesto come la
meravigliosa spada potesse essere tanto leggera da poter essere sollevata, e
tuttavia tanto grande che sarebbero servite nove mani per afferrarla.
Dalla montagna tornai nella città di Onai. Nella campagna antistante la città,
vidi una vecchia proteggersi gli occhi dal sole con una mano, per potermi
guardare. Ben presto tutti sospesero il loro lavoro. I cani si fermarono. Gli asini
ragliarono. E tutto si acquietò. Quando la gente vide il mio viso, dovette rimanere
profondamente colpita poiché ciascuno, senza esitazione, prese i! suo misero
attrezzo e mi seguì in città.
Distruggemmo Onai. poiché gli atlatiani mi sputarono in viso allorché io
pretesi che aprissero i granai per sfamare il mio popolo. E fu facile sopraffarli
perché non erano abili in battaglia.
lo aprii i granai per il mio povero popolo, poi uccidemmo gli atlatiani e
demmo fuoco alla città. Non considerai affatto la possibilità di non potercela fare,
perché in quel momento mi era indifferente vivere o morire; non avevo più nulla
per cui valesse la pena vivere,
Finito il massacro e la distruzione della città, sentivo ancora una grande
ferita dentro di me, perché il mio odio non era stato placato. Così scappai dalla
folla per nascondermi in montagna, ma la mia gente mi seguì - benché io
imprecassi e lanciassi contro di loro sassi e sputi.
‘Ram. Ram, Ram. Ram’. gridavano, portando sulle spalle gli attrezzi agricoli
e sacchi di granaglie e sospingendo davanti a sé pecore e capre. Gridai loro di
lasciarmi in pace e di tornarsene a casa, ma loro continuarono a seguirmi -
perché non avevano più dove andare! Io ero la loro casa!
Poiché insistettero nel volermi seguire ovunque io andassi. raccolsi attorno a
me queste creature “senz’anima”, di diversa provenienza, ed esse divennero la
mia armata, il mio popolo. Erano effettivamente un grande popolo. Ma non erano
certo soldati. Eppure fu allora che si formò la grande armata del Ram che
inizialmente contava quasi diecimila uomini.
Da quel momento avvertii la spinta a lottare per abbattere le tirannidi e
ottenere più rispetto per il colore della mia pelle. Dagli assedi e dalle battaglie
che intraprendemmo, dai paesi che attraversammo e dalle genti che, strada
facendo, liberammo, il mio popolo divenne sempre più grande..., e grande
diventò la fama del Ram e della sua armata.
ERO UN IGNORANTE. uno sciocco, un buffone. E per dieci anni della mia
marcia lottai contro innocenti, mi feci strada attraverso molti paesi distruggendo
e saccheggiando - fin quando un giorno fui trafitto da una grande spada. Se
l’avessero lasciata infilata, avrei potuto, forse, salvarmi; perciò la estrassero, per
farmi morire dissanguato.
Caddi per terra a faccia in giù. Mentre giacevo sul pavimento di marmo
bianco apparentemente immacolato, vidi che il fiume di sangue rosso scarlatto vi
aveva trovato un’incrinatura.
Giacevo lì steso e osservavo il sangue abbandonare il mio corpo. Quando
sentii una voce. Mi parlò e disse: “Alzati”. E ripeté: “Alzati”
Sollevai la testa e mi appoggiai sulle mani. Poi cominciai a spingere le
ginocchia sotto il corpo. Portai il corpo in posizione eretta, spinsi avanti il piede
sinistro e lo appoggiai in modo stabile. Poi. raccogliendo tutte le mie forze, posi la
mano sul ginocchio, il pugno nella ferita... e mi alzai. Vedendomi in piedi, con il
sangue che sgorgava dalla bocca e dalla ferita e mi scorreva lungo le gambe. i
miei nemici fuggirono via, convinti, a quel punto, che fossi immortale. E così i
miei soldati assediarono la città e la ridussero in cenere.
Non potrò mai dimenticare la voce che mi ordinò di alzarmi e mi salvò da
morte sicura. Negli anni seguenti cercai di trovare un viso a questa voce.
FUI PORTATO ALL’ACCAMPAMENTO DELLE DONNE del mio esercito, che si
occuparono di me. E fu, in verità, un’esperienza umiliante. Fui spogliato sotto i
loro occhi e subii i loro continui comandi. E sotto i loro occhi dovevo persino
urinare e defecare. Dovetti sopportare maleodoranti fasciature di grasso di
avvoltoio che avvolgevano il mio torace (sono convinto che il grasso di avvoltoio
non servisse a curarmi, ma che fosse il suo puzzo. inspirato, a trattenere la vita
dentro di me).
Nel corso della mia guarigione gran parte del mio orgoglio e del mio odio
dovette far posto alla lotta per la sopravvivenza.
Mentre mi riprendevo dalla terribile ferita, non potendo fare altro, cominciai
a contemplare ogni cosa attorno a me. Un giorno vidi una vecchia donna
abbandonare questo piano. Si aggrappava ad un lenzuolo di lino grezzo che lei
stessa in passato aveva tessuto per suo figlio, morto ormai da lungo tempo. Vidi
la donna raggrinzirsi lentamente nella luce del mezzogiorno, aprire la bocca in
un’espressione di stupore, e i suoi occhi diventare vitrei, ormai insensibili alla
luce. Nulla si muoveva tranne i suoi vecchi capelli ed il vento.
Riflettei sulla grande intelligenza della donna e di suo figlio, ora entrambi
morti. Quindi alzai gli occhi al sole che non muore mai. Era lo stesso sole che la
donna aveva visto attraverso una fessura del tetto quando aveva aperto per la
prima volta gli occhi dopo la sua nascita.... ed era lo stesso sole che come ultima
cosa vide prima di morire.
Alzai nuovamente gli occhi al sole. Esso non aveva nemmeno notato quella
morte. Lo osservai mentre i miei uomini seppellivano la donna sotto un grande
pioppo in riva al fiume.
Quella sera, quando tramontò, lo maledii. Lo vidi adagiato sulla cresta delle
montagne, come una grande gemma fiammante. Guardai le montagne rosso
porpora e la valle già avvolta nella nebbia, e vidi i raggi del sole indorare tutte le
cose e avvolgerle in una bellezza irreale.
Vidi le nuvole da blu farsi luminose in tutte le sfumature del rosso scarlatto,
del rosso fuoco e del rosa.
Osservai la grande luce ritirarsi dietro le montagne che ora si stagliavano
come denti aguzzi all’orizzonte. Vidi gli ultimi raggi della sua bellezza far posto
alla notte incipiente. Sopra di me sentii il grido di un uccello notturno, e alzai gli
occhi al firmamento dove una pallida luna saliva nel cielo sempre più scuro. Si
alzò una brezza che mi soffiò tra i capelli, asciugò le mie lacrime e mi fece star
male.
Dovete sapere che ero un grande guerriero. Con la spada potevo in un
attimo tagliare in due un uomo. Avevo decapitato. squartato e macellato. Avevo
conosciuto l’odore del sangue e bruciato esseri umani. Ma perché facevo tutto
ciò? Il sole tramontava comunque nel suo splendore. L’uccello gridava comunque
nella notte. Ed anche la luna continuava, nonostante tutto, ad alzarsi.
Fu questo il momento in cui cominciai a riflettere sul Dio Sconosciuto.
L’unica cosa che veramente volevo era comprendere quell’invisibile essenza che
sembrava incutere tanto rispetto, che sembrava così misteriosa e tanto lontana
dagli esseri umani. E l’uomo. cos’era? Perché non era più importante del sole?
Perché l’uomo - nonostante la sua numerosa presenza su questo piano e la sua
forza creatrice - sembrava essere la più vulnerabile di tutte le creazioni? Se
l’uomo era cosi importante, come il mio popolo proclamava, perché alla sua
morte il sole non si fermava in segno di lutto? Perché la luna non diventava rosso
porpora? Perché l’uccello non fermava il suo volo? L’uomo sembrava essere molto
poco importante se tutto continuava il suo corso anche quando lui era in pericolo
di morte.
Tutto ciò che volevo, era sapere.
NON AVEVO NESSUN MAESTRO che mi potesse istruire sul Dio Sconosciuto,
perché non avevo fiducia in nessuno. Molto avevo visto e molto avevo perduto a
causa della cattiveria degli uomini e del loro pensiero limitato ed alterato*.
Avevo visto gli uomini disprezzarsi a vicenda e considerarsi senz’anima.
Avevo visto uccidere e bruciare innocenti solo per paura. Avevo visto bambini
legati nudi ai pali degli schiavi, esaminati da anime perverse che strappavano loro
i primi peli della pubertà perché apparissero ancora più bambini quando li
violentavano. Avevo visto preti e profeti inventare, nel loro odio per l’umanità,
creature orride e mostruose per dominare e rendere schiavi gli esseri umani con
l’aiuto di precetti religiosi.
Non avrei voluto come maestro nessun uomo vivente perché tutti gli esseri
umani erano prigionieri del loro pensiero limitato cd alterato - ognuno aveva
preso ciò che era puro ed innocente e lo aveva alterato con la propria limitata
capacità di comprendere. Non volevo aver nulla a che fare con un dio uscito dalla
mente umana, perché un dio creato dall’uomo non poteva che essere fallace.
Furono gli elementi delta vita che mi istruirono sul Dio Sconosciuto. Imparai
dai giorni. Imparai dalle notti. Imparai da quella vita tenera ed apparentemente
insignificante che sa affermarsi prepotente anche in presenza di distruzione e di
guerra. Contemplai il sole nel suo glorioso apparire all’orizzonte. Seguii il suo
viaggio attraverso il cielo fino al suo tramonto ad ovest, dove si abbandona al
sonno. Imparai che il sole, senza pronunciar parola, controlla sottilmente la vita;
infatti anche chi sta lottando sul campo di battaglia, al tramonto del sole
sospende le ostilità.
Osservai la bellezza della luna nella sua pallida luce che danzando
attraversava la volta celeste e, nel suo meraviglioso mistero, rischiarava
l’oscurità. Vidi il fuoco del nostro accampamento illuminare il cielo vespertino.
Ascoltai gli uccelli selvatici posarsi sull’acqua, ascoltai, di notte, il fruscio degli
uccelli nel nido, ascoltai le risate dei bambini. Osservai le stelle cadenti. gli
usignoli, la brina nel canneto, l’argenteo lago gelato ed avvertii che tutto creava
l’illusione di un altro mondo. Osservai le donne in piedi nel fiume riempire
d’acqua le brocche, con i vestiti annodati a mostrare le ginocchia dì alabastro.
Ascoltai il loro vocio, i loro pettegolezzi, le loro risate canzonatorie. Sentii l’odore
del fumo di fuochi lontani e l’odore dell’aglio e del vino nel respiro dei miei
uomini.
E fu allora, osservando la vita e riflettendo sul suo continuo fluire, che
scoprii chi fosse veramente il Dio Sconosciuto. Arrivai a concludere che il Dio
Sconosciuto non erano gli dei creati dal pensiero limitato degli esseri umani.
Compresi che gli dei nella mente degli uomini erano solo la personificazione delle
cose che essi più temevano o rispettavano; compresi che il vero Dio era l’Essenza
perenne che permette all’uomo di crearsi delle illusioni e di viverle come meglio
gli pare, l’Essenza che ci sarà sempre, anche quando l’uomo ritornerà a un’ altra
primavera, a un’altra vita. Compresi che il Dio Sconosciuto abita veramente nella
potenza e nella perennità della Forza della Vita.
Chi era dunque il Dio Sconosciuto? Ero io… e gli uccelli nel loro nido
notturno, la brina nel canneto, il cielo all’alba e al tramonto. Lo erano il sole e la
luna, i bambini e le loro risate, le ginocchia di alabastro ed il fluire dell’acqua,
l’odore dell’aglio, del cuoio e dell’ottone. Impiegai molto tempo a comprendere
tutto ciò, sebbene tutto fosse davanti ai miei occhi già da sempre. Il Dio
Sconosciuto non si nascondeva aldilà della luna o del sole - era tutto attorno a
me!
Grazie a questa mia nuova comprensione cominciai ad abbracciare la vita, a
considerarla cara e preziosa, a trovare un motivo per vivere. Avevo compreso che
c’era molto più del sangue. della morte e del tanfo della guerra; c’era la Vita - più
splendida di quanto noi avessimo mai immaginato. E grazie a questa
comprensione negli anni successivi realizzai che l’uomo è veramente la più
grande di tutte le creazioni; che l’unico motivo per cui il sole continua il suo corso
mentre l’uomo muore, è che il sole non ha mai concepito il benché minimo
pensiero di morte. Tutto ciò che conosce è... essere.
LA PRIMA VOLTA accadde circa sei anni dopo che ero stato trafitto dalla
spada. Durante quel periodo, ogni sera andavo a sedermi su un altipiano,
guardavo il cielo e contemplavo il vento. E arrivò il momento in cui, con mia
grande sorpresa, mi ritrovai vento, in alto nel cielo.
In un attimo compresi che ero molto lontano dalla piccola macchia del mio
corpo là sotto sull’altipiano. Guardando dall’alto il mio corpo, provai paura, per la
prima volta dopo il mio ferimento. E questa paura mi riportò nuovamente nel mio
corpo. Aprii gli occhi e sudando caldo e freddo, mi resi conto di essere stato in un
altro luogo, al di fuori della prigione del mio corpo. Mi sentivo come in paradiso,
ero sicuro di essere diventato il vento. Mi gettai a terra e glorificai Dio - la Fonte,
la Forza, la Causa prima, il Vento. Non dimenticherò mai quello splendido
momento in cui diventai la grazia, la bellezza e la spumeggiante vita del vento.
Compresi che ciò che mi aveva permesso di diventare il mio ideale era la mia
totale determinazione e la mia capacità a trattenere sempre chiara nel pensiero la
visione di ciò che volevo diventare.
La sera successiva mi sedetti di nuovo sulla mia roccia, esuberante di gioia
contemplai il vento e diventai…. nulla. Tentai e ritentai. Sapevo che
quell’esperienza non era semplice immaginazione perché avevo veramente
guardato da un’altra prospettiva. Sapevo di essere stato nell’aria come una
colomba o un falco ed avevo visto il mio povero sé sotto di me.
Null’altro volevo. Null’altro desideravo, tranne che diventare di nuovo questa
libertà. Ma nonostante i miei sforzi e le mie fatiche (e nonostante le mie
imprecazioni), non mi mossi dal mio posto. Rimasi li dov’ero.
PASSARONO DUE ANNI, secondo il vostro calcolo del tempo, prima che
ritornassi vento. Questa volta non accadde mentre osservavo il vento, bensì
mentre mi stavo abbandonando al sonno.
Prima di coricarmi. avevo glorificato la Fonte, il sole, la luna, le stelle, la
polvere color zafferano, il dolce profumo del gelsomino - tutto ciò avevo
glorificato! Ed appena chiusi gli occhi, mi ritrovai ad essere di nuovo il vento su
nel cielo.
Col tempo perfezionai la mia capacità di lasciare il corpo. Ma fu grazie a un
preciso fatto che capii come potevo anche raggiungere altri luoghi. Un giorno
accadde che uno dei miei uomini si trovò in una situazione estremamente
pericolosa. Era caduto da cavallo ed era rimasto impigliato con un piede nella
staffa. Nel momento in cui rivolsi il mio pensiero a lui, io ero con lui, e gli liberai il
piede. Stavo sopra di lui e gli augurai ogni bene, ma egli pensò che io fossi un
sogno.
Dopo quell’episodio imparai a viaggiare nello spazio di un attimo, perché
avevo capito che ovunque fosse il pensiero, lì era anche il pensante. E come
cambiai il mio modo di conquistare? Ero un avversario tremendo perché
conoscevo i pensieri dei miei nemici e potevo batterli in astuzia! Non mi serviva
più rovesciare i regni, aspettavo che cadessero da soli. Per molti anni feci viaggi
col pensiero in altri regni e presso altri esseri Visitai civiltà nel momento del loro
sorgere e forme di vita mai viste.
Lentamente, nel corso di molti anni, quando il pensiero di diventare il mio
ideale divenne la fondamentale forza di vita nel mio corpo, la mia anima cambiò
gradualmente la programmazione nella struttura delle cellule per elevarne la
frequenza di vibrazione. Così forte era il mio desiderio! Quanto più mi identificavo
con il vento, tanto più questo stato d’animo penetrava in tutta la mia struttura
fisica, fino a farmi diventare sempre più leggero. La gente, vedendomi, diceva:
‘Che bagliore attorno al nostro maestro!” Ed era vero! Il mio corpo vibrava ad
una frequenza più alta - era passato dalla frequenza della materia a quella della
luce.
Col tempo il mio corpo alla luce della luna, diventava sempre più
trasparente. Poi, una notte, diventai ciò che era la luna! Non viaggiavo più solo
col pensiero; avevo elevato le vibrazioni del mio corpo alla frequenza della luce
ed avevo portato con me tutto il mio corpo. Ero pieno di gioia e di felicità perché
avevo fatto una cosa inaudita! Eppure ritornai - ma solo per vedere se ero in
grado di rifarlo ancora. E lo rifeci - per altre sessantatre volte prima della mia
definitiva ascensione. E diventò per me una cosa così naturale, come per voi
respirare.
QUANDO DIVENNI IL VENTO, compresi quanto ero stato limitato e quanto
liberi invece fossero gli elementi, perché divenni un movimento selvaggio e libero
- senza peso, senza limiti, senza tempo. Divenni una forza invisibile, senza
forma, una luce pulsante ed indivisibile. Potevo muovermi liberamente -
attraverso valli, gole e burroni, attraverso montagne mari e cieli. E nessuno
poteva vedermi. Come il vento avevo il potere di far diventare d’argento le foglie
verde Smeraldo di scuotere alberi possenti di entrare nei polmoni di un neonato,
per poi tornare a soffiare tra le nuvole.
Quando divenni il vento compresi quanto piccolo ed indifeso sia l’essere
umano, quanto poco sappia di sé stesso ... e quanto grande sa diventare se si
apre alla conoscenza.
Imparai che qualunque cosa l’uomo contempli di essere, lo dìventerà. Se
l’uomo si ripete abbastanza a lungo, che è misero ed impotente diventerà misero
ed impotente. Se si considera signore del vento, diventerà signore del vento,
come io lo sono diventato. E se si considera Dio, diventerà Dio.
Dopo aver compreso tutto ciò, insegnai per molti anni al mio amato popolo a
conoscere il Dio Sconosciuto. E poi venne il giorno, ed ero ormai vecchio, in cui
tutto quello che avevo voluto realizzare era stato raggiunto Feci allora un viaggio.
attraversai il fiume Indo e arrivai ai piedi del monte Indo; Lì parlai a tutto il mio
popolo per centoventi giorni. Li spinsi a comprendere che ciò che avevo loro
insegnato era verità; che la loro guida divina non ero né io né nessun altro uomo,
bensì il Dio che ci aveva creati. Perché si potessero convincere, mi alzai sopra di
loro, suscitando grande sorpresa. Le donne gridarono atterrite. I soldati
esterrefatti lasciarono cadere le spade. Mi congedai da tutti loro e li esortai ad
imparare quello che io avevo imparato ed a diventare ciò che io ero diventato...
seguendo ognuno la propria via.
CONTEMPLANDO GLI ELEMENTI DELLA VITA, che consideravo più forti e più
intelligenti degli esseri umani e che coesistevano pacificamente con e nonostante
l’uomo, avevo scoperto il Dio Sconosciuto.
Se chiedete a qualcuno: “Che aspetto devo avere?” ‘A che cosa devo
credete?” oppure “Come devo vivere?’ - morirete. Questa è una verità. Andate a
chiedere al vento: “Dammi la conoscenza, Fammi accedere al sapere”, ed esso da
verdi vi trasformerà in argento, vi porterà nelle profondità delle gole e, rumoroso
e libero, riderà con voi.
La mia più grande fortuna fu aver avuto come maestri gli elementi della
vita. Il sole non mi ha mai maledetto, la luna non mi ha mai detto di dover essere
questo e non quello. Ed essi possiedono un altra splendida qualità: nella loro
semplicità e nella loro fermezza non hanno mai preteso nulla da me. Il sole non
mi guardava per dirmi “Ramtha, se mi vuoi conoscere, mi devi venerare.’ E la
luna non mi diceva ‘Svegliati. Ramtha È ora dì ammirare la mia bellezza!” Essi
erano sempre li, ogni qual volta rivolgevo loro lo sguardo.
Conobbi il Dio Sconosciuto da ciò che è costante, da ciò che non giudica mai,
da ciò che è facile da comprendere per l’uomo capace di aprire la propria mente.
Per questo non rimasi prigioniero del pensiero limitato e alterato degli esseri
umani – dell’ipocrisia del dogma, delle credenze superstiziose. Ed è per questo
che mi fu facile imparare in un’unica esistenza su questo piano ciò che la maggior
parte degli uomini deve ancora capire - perché cercano Dio nelle interpretazioni
degli altri. Cercano Dio nell’autorità della Chiesa, nei testi ai quali dovrebbero
invece chiedere chi li ha scritti e perché. L’uomo ha basato le sue convinzioni, il
suo modo di comprendere, la sua vita su qualcosa che, vita dopo vita, ha sempre
fallito. E, pur ostacolato dal suo pensiero limitato ed alterato, imprigionato nella
sua stessa arroganza, egli continua imperterrito nella sua ipocrisia che conduce
solamente alla morte.
*Il termine inglese ‘altered’ (altered thinking, altered cgo) viene usato da Ramtha. come lui stesso
ha affermato, nel doppio significato di ‘alterato’ e “Limitato”.
Capitolo 3
Capitolo 4
Dio è
Dio vi ama di un amore più grande di quello che voi possiate mai
comprendere. Perché Dio è la vita che voi siete, il terreno su cui camminate,
l’aria che respirate.
MIEI AMATI FRATELLI, per secoli vi hanno insegnato che Dio è un giudice
cupo e terribile. Ma in verità Dio non è nulla di tutto ciò. Il dio che giudica, che
intimorisce e punisce è sempre esistito solo nei cuori e nelle menti degli uomini.
L’uomo ha creato un dio che giudica gli uni ed esalta gli altri. Questo è il dio degli
uomini, una creazione degli uomini e della loro volontà.
Il Dio che io conosco, che io amo, che è la forza che emana da me e dal
regno che io sono, è un Dio dall’amore onnicomprensivo e libero da giudizi. Non è
niente di più, e tuttavia molto di più. Dio vi ama di un amore più grande di quello
che voi abbiate mai saputo comprendere. Perché Dio è la vita che voi siete, il
terreno su cui camminate, l’aria che respirate. E il colore della vostra pelle, la
luce dei vostri occhi, la dolcezza delle vostre carezze. Dio siete voi in ogni
momento in cui siete, in ogni pensiero che pensate. in ogni azione che fate, ed
anche nelle ombre della vostra anima.
Dio è la forza onnipervadente che è tutto ciò che è. E il vento sull’acqua, il
cadere ed il rispuntar delle foglie, la semplicità di una rosa, il suo colore e le sue
sfumature. Dio è l’abbraccio degli amanti, il riso dei bambini, il riflesso dei capelli
color miele. E il sole che sorge ai mattino, la stella che brilla nella notte, la luna
nel suo viaggio attraverso il cielo di mezzanotte. Dio è la bellezza dell’insetto, il
volo dell’umile uccello, la ripugnanza di un verme. Dio è movimento e colore,
suono e luce. Dio è passione. Dio è amore. Dio è gioia. Dio è tristezza. Ciò che è,
tutto ciò che è, è Dio, il Padre, la totalità della Vita, Colui che ama tutto ciò che è.
Dio non è una persona che, dal suo trono, giudica la vita. Dio è la totalità della
Vita - ogni attimo pulsante. È la perennità e l’eternità di tutto ciò che è.
Pensate di essere mai stati giudicati dalla Vita? No, nel modo più assoluto!
Perché se Dio, che voi stessi siete, volesse giudicare voi o qualcun altro, sarebbe
lui stesso a doversi sottoporre a giudizio. E perché la Suprema Intelligenza
dovrebbe fare ciò?
La Forza della Vita chiamata Padre non ha nemmeno la capacità di
giudicare. Perché la Vita non possiede una personalità con un ego in grado di
percepire una parte di sé come buona o cattiva, giusta o sbagliata, perfetta o
imperfetta. Dio non è né bene, né male. Non è né positivo, né negativo. Non
conosce perfezione perché la perfezione è una limitazione alla continuità della
Vita, alla sua mutevolezza ed alla sua esuberanza.
Dio semplicemente è. L’unica cosa che il vostro amato Padre sa fare, è
essere, in modo che ogni cosa possa trovare espressione nella vita, che è Dio.
Il Padre non vede errori; vede solo sé stesso, Il Padre non vede fallimenti:
vede solo il proprio “É”* che continua nell’eternità. Siete voi a creare la fioritura
della vita e persino i suoi aspetti ripugnanti. E il Padre diventerà la ripugnanza e
la fioritura, e tuttavia non giudicherà mai né l’una, né l’altra e non considererà
l’una migliore dell’altra. Dio semplicemente è. Ed è bene che Dio sia cosi, perché
se fosse il Dio creato dagli uomini, nessuno di voi varcherebbe mai “le porte del
cielo. Nessuno! Perché nessuno di voi potrebbe mai vivere secondo le aspettative
di un dio creato dagli uomini.
Il Dio che io conosco è illimitato, supremo essere, totalità indivisa dell’É. E
l’È, chiamato Padre, siete voi e il palcoscenico della Vita su cui esprimete il vostro
sé divino ed il suo fine. Dio vi ha dato l’unicità del vostro io e la libera volontà di
diventare tutto ciò che desiderate e di percepire la Vita, che è Dio, come scegliete
di percepirla. E tutto ciò che avete fatto e pensato, non importa se vergognoso,
miserabile o meraviglioso ai vostri occhi, per Dio non è mai stato altro che
essere.
Con i vostri atteggiamenti interiori ed accettando le opinioni degli altri, siete
sempre stati gli unici giudici della vostra vita. Voi soltanto avete deciso cosa è
bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Eppure per il Padre non è
nulla di tutto ciò. Tutto semplicemente e... parte dell’È chiamato Dio Onnipotente.
Dio vi ama di un amore più grande e più profondo di quello che voi ahbiato
mai potuto immaginare, perché vi ha permesso di creare la vostra vita come
desideravate, Il Padre vi ha sempre amato; Egli non conosce un altro modo di
percepirvi, perché voi siete Lui.
Che cosa è, allora, Dio nella sua forma più elevata? E Pensiero. Il Padre, in
una comprensione più ampia, è Pensiero, in quanto primo creatore di tutte le
cose che esistono, che sono esistite, che esisteranno. li Pensiero è la sostanza
dalla quale tutto viene creato. Perché tutto ciò che è, è stato creato dal Pensiero
che rappresenta la suprema intelligenza, chiamata Mente di Dio.
Avete mai pensato che cosa tiene insieme tutte le cose nella loro forma e
nella loro unicità? È il Pensiero, che è il ‘collante cosmico chiamato amore. Il
Pensiero è ciò che tiene insieme tutta la materia. Questo è amore al livello più
alto. Perché ogni cosa è stata ideata per mezzo del Pensiero che è Dio; e l’amore
del Padre per il Pensiero che Egli è, tiene insieme tutto.
Tutto, anche il vostro corpo, è tenuto insieme da Dio. Ciò che permette alle
molecole ed alle cellule del vostro corpo di rimanere unite, è l’amore del grande e
sublime Pensiero che è Dio. Senza il Pensiero il vostro corpo non esisterebbe, la
materia non esisterebbe - nulla esisterebbe, perché il Pensiero è il creatore e
l’elemento portante di tutta la vita.
Pensate forse che Dio, il Pensiero che tiene insieme e collega tutte le cose
possa essere cupo e terribile? Non lo è. Il Padre è gioia totale, e non conosce
altro modo di essere. Dio è tutte le forme di vita che vibra no in armonia ed
emettono un suono simile ad una sonora risata. Se ascoltate attentamente,
sentirete la musica del Padre, il riso del Padre, pieno di gioia. Non l’ho mai sentito
piangere.
Quindi cos’è Dio, l’origine del vostro prezioso essere, questa meravigliosa
forza dì vita che scorre tra di voi, che vi collega e vi tiene insieme ed è promessa
di vita eterna? È l’È, è il Pensiero. E l’E della vita perenne. È lÉ che ama tutto ciò
che è. E l’É che permette alla vita di essere attraverso l’amore. E l’E che è somma
gioia. Questo è il vostro retaggio... il vostro destino.
Capitolo 5
Riconoscete Dio in voi!
PER SECOLI VI É STATO INSEGNATO che Dio abita fuori dal vostro regno, da
qualche parte nelle profondità dello spazio. Molti di voi lo hanno creduto ed
accettato come verità. Ma Dio, l’origine prima di tutta la vita, non è mai stato
fuori di voi - egli è voi. Egli è i meravigliosi percorsi dei vostri pensieri, la
suprema intelligenza che silenziosa abita costantemente nell’uomo.
Vi è stato insegnato che siete nati solo per vivere un attimo del tempo, per
invecchiare e poi morire. Ci avete creduto e ne avete fatto la realtà della vostra
vita su questo piano. Ma io sono qui per aiutarvi a comprendere che siete
veramente un essenza perenne ed immortale, che vive da miliardi di anni - dal
momento in cui Dio, vostro amato Padre, la totalità del pensiero, ha contemplato
sé stesso e si è esteso alla radiosa luce che ognuno di voi è poi diventato. In quel
momento ognuno di voi è diventato unico e sovrano e una parte eterna della
Mente di Dio.
Vi è stato insegnato che Dio è una singola entità che con le sue mani ha
creato il cielo, la terra e la creatura vivente chiamata uomo. Ma, in realtà siete
voi i grandi creatori di tutta la vita, voi che possedete la divina intelligenza e
libera volontà. Siete voi che avete creato il sole del mattino, il cielo della sera e la
bellezza di tutte le cose che esistono.
Siete voi che, in realtà, avete creato la sorprendente creatura chiamata
uomo, perché, voi luci brillanti nel vuoto dello spazio. poteste fare l’esperienza
delle meravigliose forme da voi create.
Miei amati fratelli, la percezione di ciò che siete è solo l’insieme delle illusioni
accumulate in migliaia di anni di vita.
Voi siete ben più che solo uomini. Siete molto molto più della vostra limitata
natura umana- Siete Dio. Lo siete sempre stati, lo sarete sempre. Siete i grandi
creatori immorali che, vita dopo vita, sono tornati qui per realizzare questa
grande comprensione che avete permesso che vi fosse rubata.
Tutti voi siete Dio, siete la Sua emanazione- Siete degli dei creati da Dio,
siete la prima e l’unica diretta creazione della Fonte di tutta la vita. Durante la
vostra avventurosa esplorazione della vita, avete integrato la vostra suprema
intelligenza nella materia cellulare diventando Dio-uomo: la Mente di Dio che si
esprime nella forma chiamata umanità; dei che vivono nella meraviglia della loro
stessa creazione. Uomini, donne, esseri umani - siete veramente Dio, ma
abilmente camuffati da esseri limitati e miserevoli,
CHi SIETE? PERCHÉ SIETE QUI? Qual è il vostro scopo e il vostro destino?
Pensate di essere qui per puro caso, nati solo per vivere un attimo e poi
scomparire? Davvero? Che cosa vi fa pensare di non essere vissuti prima? E
perché vivete ora? E perché proprio voi?
Avete vissuto migliaia di vite su questo piano, e siete andati e venuti come
un vento capriccioso. Avete vissuto ogni aspetto fisico, ogni razza, ogni credenza,
ogni religione. Avete condotto e subito guerre. Siete stati ree servi. Siete stati
marinai e capitani. Siete stati conquistatori e conquistati. Siete stati tutto ciò che
c’è nella vostra storia- Perché? Per provare sentimenti, per diventare saggi, per
conoscere il più grande mistero di tutti i tempi - voi stessi!
Da dove pensate di essere venuti? Pensate di essere semplicemente un
misero mucchio di cellule che si è sviluppato da un’unica cellula? Chi è allora colui
che tanto attentamente guarda da dietro i vostri occhi? Cos’è l’essenza della
vostra unicità e personalità, del vostro carattere e della vostra particolare
attrattiva, della vostra capacità di amare, di abbracciare, di sperare, di sognare e
della vostra tremenda forza creativa? E dove avete preso tutta quella intelligenza,
quel sapere, quella saggezza che avete mostrato fin da bambini? Pensate di
essere diventati ciò che siete solo in un’unica vita che, in rapporto all’eternità, è
breve come un respiro?
Tutto ciò che siete, lo siete diventati in un ampio spazio di tempo e in un
gran numero di vite. E da ognuna di queste esperienze avete accumulato la
saggezza che vi ha permesso di dare forma alla vostra unicità e bellezza. Siete
troppo preziosi, troppo belli per essere stati creati per vivere solo un momento
nell’eternità del tempo.
Pensate di essere stati creati dai vostri genitori? Vostra madre e vostro
padre sono i vostri genitori genetici, ma non vi hanno creato. In una
comprensione più ampia, essi sono i vostri amati fratelli - e voi avete, in realtà, la
loro stessa età, perché tutti gli esseri sono stati creati nello stesso momento.
Tutti sono nati quando Dio, il grande e magnifico Pensiero, ha contemplato sé
stesso e si è esteso a]lo splendore della Luce.
Questo fu il momento in cui avete cominciato ad esistere, in cui siete nati. fl
vostro vero genitore è Dio, il Principio Madre-Padre di tutta ]a vita.
Pensate forse di essere il vostro corpo? Non lo siete. Il vostro corpo è solo il
mantello dell’essenza invisibile che è la vostra vera identità. l’insieme di
sentimenti ed atteggiamenti interiori che costituisce il vostro sé personale, che ha
sede nel vostro corpo.
Riflettete un attimo: cosa amate in un altro essere? Il corpo? No. Voi amate
l’essenza dell’altro, l’invisibile sé personale che sta dietro i suoi occhi. Ciò che
amate in un altro, è l’essenza invisibile che fa funzionare il corpo - che dà
luminosità agli occhi e melodia alla voce, che dà luce al capelli e tenerezza alle
mani.
Il vostro corpo è una macchina meravigliosa e raffinata, ma senza ciò che lo
tiene in vita, senza di voi, non sarebbe nulla. Voi non siete il vostro corpo. Ciò
che veramente siete, è invisibile come il vento, perché ciò che siete nella vostra
essenza è un insieme di pensieri, di sentimenti e di atteggiamenti interiori che si
manifestano come un unico se personale. Avete mai visto i vostri pensieri? Avete
mai visto la vostra personalità? E le vostre emozioni? Avete mai visto le vostre
speranze ed i vostri sogni, le vostre paure e le vostre aspirazioni, il vostro orgo-
glio e le vostre passioni? Come per voi o sono un enigma, così lo siete voi per voi
stessi - il più grande enigma di tutti.
Sapete cosa siete senza le vostre finzioni? Senza le maschere che portate?
Senza l’armatura della vostra indifferenza? Nel più profondo del vostro essere
siete Dio. Dio, il grande mistero per l’umanità, non è mai stato fuori di voi.
Perché ciò che sta dietro i vostri occhi, sotto la stoffa dei vostri vestiti, oltre
l’illusione del vostro viso- è l’invisibile forza del pensiero chiamata Dio: il sé
personale che fa di voi, voi stessi.
Il Dio in voi è la sublime intelligenza che vi dà sostanza e una
tremenda forza creativa. E la meravigliosa forza che vi tiene in vita nell’eternità.
Il corpo che abitate è una splendida creazione di dei - di voi e dei vostri
amati fratelli. Fu creato per permettere a voi, invisibili essenze di pensieri e
sentimenti, di interagire con la vita che avevate creato su questo piano. La
creatura chiamata uomo è stata creata solo come mezzo di espressione - in modo
che, attraverso i sensi del corpo. gli dei potessero comprendere e vivere tutte le
creazioni di questo piano da loro create agli inizi dei tempi.
Il corpo fu creato per ospitare il più complesso sistema elettrico di variabili
della luce che costituiscono il vero sé dell’essere. La vostra grandezza non è
quella del corpo. Voi siete un piccolo punto di luce! Ma nella piccolezza del vostro
essere è raccolto tutto ciò che siete stati da quando siete nati da Dio, il vostro
amato Padre!
Voi, il principio-Dio, non siete esseri di carne. Siete un principio-luce, tondo
e fiammante, di pura energia, che vive in un corpo per ricevere dalla vita
creatrice il premio dei sentimenti. Ciò che siete non è ciò che abitate; è ciò che
sentite. Vi si riconosce per i vostri sentimenti, non per il vostro corpo.
Ciò che siete veramente, è spirito ed anima, siete esseri di luce e di
sentimento insieme- Il vostro spirito - questo piccolo punto di luce -avvolge ogni
struttura molecolare del vostro corpo; grazie a ciò esso ospita e sostiene la
materia del vostro corpo.
La vostra anima sta all’interno della materia, in prossimità del cuore,
protetta da una schermatura di ossa, in una cavità in cui non esiste altro che
energia elettrica. La vostra anima registra e memorizza - in forma dì sentimenti -
ogni pensiero che avete accolto. Questo particolare ed individuale insieme di
sentimenti memorizzati nella vostra anima vi attribuisce la vostra personale ed
unica identità. Il corpo che abitate è solo un mezzo di trasporto, un raffinato
veicolo che avete scelto e che vi permette di vivere e di fare esperienza sul piano
della materia. Ma il vostro veicolo vi ha fatto cadere nell’illusione di essere il
vostro corpo. Non lo siete. Così come di Dio non esiste un’immagine, tanto meno
esiste di voi.
VOI CHE SIETE UN GRANDE DIO CREATORE. chi credete abbia creato la
vostra vita? Credete che un essere supremo o una forza esterna a voi la controlli?
La verità è che voi siete completamente responsabili di tutto ciò che avete fatto,
di ciò che siete stati o che avete sperimentato. Voi, che avete il potere di creare
la grandiosità delle stelle, avete creato ogni momento ed ogni circostanza della
vostra vita. Avete scelto di essere ciò che siete. Avete creato il vostro aspetto
esteriore. Avete interamente progettato e determinato il modo in cui vivete.
Questo è il modo di operare dell’essere uomo-Dio e, se così volete, anche il suo
privilegio.
Voi create la vostra vita attraverso i vostri processi mentali - attraverso ciò
che pensate. Perché tutto ciò che pensate, diventerà sentimento. E ciò che
provate si manifesta e crea le condizioni della vostra vita.
Riflettete: vi basta solo un attimo per creare un’immagine di felicità, e tutto
il vostro corpo si sentirà pieno di gioia. Vi basta solo un attimo per assumere il
ruolo di povero disgraziato che non ha amici, e subito sentirete pena ed
autocompassìone. Vi basta un attimo! Così come vi basta un attimo per smettere
dì piangere e per ridere allegramente; per smettere di giudicare e per sentire la
bellezza di tutte le cose. Chi fa tutto ciò? Voi! E mentre creavate fantasiosamente
questi sentimenti in voi, è cambiato qualcosa intorno a voi? No. Ma è cambiato
tutto ciò che siete.
Voi siete esattamente quello che pensate. Perché tutto quello che pensate,
lo diventerete in forma di sentimento dentro di voi - Se fantasticate su un
rapporto sessuale, tutto il vostro essere si ecciterà. Se pensate alla tristezza,
sarete tristi. Se pensate alla gioia, l’avrete. Se pensate al genio, lo diventerete.
Come si crea il vostro futuro? Attraverso il pensiero. Tutto il vostro futuro
viene progettato dai vostri pensieri attuali.
Perché ogni pensiero che abbracciato, ogni fantasia che avete per provare
una qualche emozione, crea un sentimento nel vostro corpo che ‘iene registrato
nella vostra anima- Questo sentimento crea poi il presupposto per gli
avvenimenti della vostra vita, perché attirerà a voi quelle circostanze che
corrispondono al sentimento già registrato nella vostra anima ed esse lo ricreano.
E sappiate che ogni parola che pronunciate crea i vostri giorni futuri, perché le
parole sono solo suoni che esprimono i sentimenti della vostra anima i quali, a
loro volta, sono nati dal pensiero.
Pensate che le cose vi accadano semplicemente per caso? Non esiste il caso
o la coincidenza in questo regno - e nessuno è una “vittima” della volontà o dei
piani altrui. Voi avete pensato e sentito tutto ciò che vi accade nella vostra vita.
Lo avete prodotto fantasticando sul “come-sarebbe-se” o temendo qualcosa, o
accettando come verità ciò che qualcun altro vi ha detto. Tutto ciò che accade,
accade come atto intenzionale del pensiero e delle emozioni- Tutto!
Ogni pensiero che avete abbracciato, ogni fantasia a cui avete permesso di
diventare vostro sentimento, tutte le parole che avete pronunciato, o sono già
accadute o attendono di accadere.
Perché il pensiero è il vero donatore di vita che non muore mai, che mai può
essere distrutto e che voi avete usato per creare ogni momento della vostra vita;
è l’anello che vi collega con la Mente di Dio.
Per secoli, molti esseri hanno cercato di insegnarvi questa verità -con
aneddoti, canzoni o scritti - ma la maggior parte di voi si è rifiutata di accettarla,
perché pochi volevano assumersi la responsabilità della propria vita. In questo
regno tutto ciò che pensate, ogni atteggiamento interiore che assumete verso di
voi, verso il Padre e la vita, diventerà realtà - dalle cose più ripugnanti ed odiose
a quelle più nobili ed elevate- Perché per voi esiste questa differenza, ma il Padre
conosce solo la vita.
Avrete ciò che le vostre parole dicono. Voi siete ciò che pensate. Siete la
conseguenza dei vostri pensieri.
Quanto più pensate di essere inferiori, tanto più lo diventerete.
Meno rispettate la vostra intelligenza, più ignoranti sarete.
Meno vi considerate belli, più brutti apparirete. Quanto più vi ritenete
poveri, tanto più miserabili diventerete - perché voi avete deciso che sia cosi-
Pensate quanto grande è l’amore di Dio che vi permette di essere e di
creare tutto quello che desiderate, senza giudicarvi.
Pensate quale amore ha Egli per voi per permettere ad ogni pensiero che
abbracciate e ad ogni parola che dite di manifestarsi. Pensateci! Chi è quindi il
creatore della vostra vita? Voi! Chi è l’architetto della vostra vita? Voi! Tutto ciò
che siete e tutto ciò che avete vissuto, lo avete creato attraverso l’insieme dei
vostri ragionamenti - attraverso il pensiero che è Dio. Nella vostra vita avete
accettato esattamente ciò che avete voluta accettare, ed avete vissuto secondo i
valori che avete accettato. Siete voi che decidete cosa è bene per voi, cosa volete
accettare, che esperienze volete fare. Siete voi a deciderlo - attraverso il vostro
pensiero. Non siete schiavi, servi o marionette di qualche divinità che vi sorveglia
nelle vostre battaglie. Vivete nella maestosità della vita in splendida libertà.
Ognuno di voi ha la libera volontà di accettare ed abbracciare qualsiasi pensiero
desideri; e grazie a questo tremendo potere voi stessi avete creato tutto per voi.
Ogni vostro pensiero crea il destino che vi aspetta. Ogni vostro sentimento
crea la vostra via, la vostra vita. Ogni cosa che pensate e poi vivete come
sentimento, accadrà nella vostra vita, perché, ad ogni emozione, il Padre dice:
“Così sia,”
Chi siete! Siete Dio che, nel silenzio dell’essere, possiede la capacità di
pensare, la capacità di creare e la capacità di diventare tutto ciò che vuole
diventare. In questo momento siete esattamente ciò che avete scelto di essere e
nessuno velo ha impedito. Siete il legislatore, il supremo creatore della vostra
vita e delle condizioni in cui vivete. Siete, in realtà, i supremi governatori di
un’intelligenza onnisciente che non siete stati in grado di realizzare
completamente in questa o nelle altre vite.
UNA VOLTA ERAVATE CAPACI Dl CREARE UN FIORE. Ed oggi che cosa create
per voi? Le vostre più grandi creazioni sono l’infelicità, l’ansia, la sventura, la
miseria, l’odio, la discordia, il discredito di sé, la vecchiaia, la malattia e la morte.
Vi create una vita di limitazioni accettando idee limitate che poi diventano tenaci
verità nel vostro essere e quindi realtà delle vostre vite- Vi separate dalla vita,
giudicando tutte le cose, tutte le persone e persino voi stessi. Vivete secondo i
dettami della moda e della bellezza e vi circondate di cose che vi permettono di
essere accettati dalla limitata consapevolezza degli uomini - che nulla accetta al
di fuori dei propri irraggiungibili ideali. Siete bambini nati solo per crescere
fisicamente, per perdere la vitalità del corpo, per immaginarvi di diventare vecchi
per poi diventarlo, ed infine morire.
Voi, i grandi dei creatori, che una volta eravate il vento della libertà, siete
diventati animali da branco, esseri che si rinchiudono in grandi città e vivono
nella paura, dietro porte sbarrate. Invece di altissime montagne e di meravigliosi
venti, possedete grandi ediFici cd una consapevolezza miserabile. Avete creato
una società che decreta come dovete pensare, cosa dovete credere, come dovete
agire e che aspetto dovete avere.
Temete la guerra già solo a sentirne parlare. Temete la malattia.
Temete di non venire apprezzati. Tremate al pensiero di guardare qualcuno
negli occhi, e tuttavia siete affamati di quell’affetto chiamato amore. Mettete in
dubbio ogni cosa buona che vi accade e dubitate che possa mai ripetersi. Nella
piazza del mercato strisciate nella polvere per ottenere successo e fama, per
guadagnare oro, rupie. dracme e dollari. E, ahimè, tutto per un po’ di gioia.
Voi stessi vi siete pensati nella disperazione. Voi stessi vi siete pensati
nell’indegnità. Voi stessi vi siete pensati nel fallimento. Vi siete pensati nella
malattia. Vi siete pensati nella morte. Tutte queste cose le avete create voi-
Perché l’ardente creatore in voi, che ha il potere di prendere un pensiero e di
creare universi, odi far brillare le stelle nel cielo per l’eternità, si è fatto prendere
in trappola da fedi e dogmi, da mode e tradizioni - da pensieri limitati, pensieri
limitati, pensieri limitati .1 La vostra incredulità non vi ha permesso di vivere!
A che cosa non credete? A tutto ciò che non potete percepire con i sensi del
vostro corpo - a tutto ciò che non potete sentire, vedere, toccare. gustare o
odorare. Ma mostratemi una fede!
Mettetemela in mano. Mostratemi un’emozione! Fatemela toccare!
Mostratemi un pensiero. Dov’è? Mostratemi i vostri atteggiamenti interiori.
Che aspetto hanno? Mostratemi un’immagine del vento. E mostratemi il ‘‘tempo”,
che ha consumato i preziosi momenti della vostra vita,
Non avete creduto ai più grandi doni della vita; e per questo non è potuta
nascere in voi una più illimitata comprensione. Vita dopo vita, esistenza dopo
esistenza siete talmente sprofondati nelle illusioni di questo piano che avete
dimenticato il fuoco meraviglioso che scorre in voi. Dieci milioni e mezzo di anni
fa eravate esseri sovrani e onnipotenti, oggi siete totalmente perduti nella
materia; schiavi delle vostre stesse creazioni, schiavi del dogma, della legge,
della moda e della tradizione; divisi in nazioni, religioni, sessi e razze; affondati
nella gelosia, nell’amarezza, nella colpa e nella paura. Vi siete talmente identi-
ficati con il vostro corpo che siete caduti nella trappola della lotta per la
sopravvivenza ed avete dimenticato l’invisibile essenza che in verità siete - il Dio
in voi che vi permette di creare i sogni a vostro piacere. Avete apertamente
rifiutato l’immortalità; e per questo morirete e ritornerete ancora, ancora ed
ancora- Ed ora siete qui, dopo dieci milioni e mezzo di anni già passati qui..
Eppure continuate a restare aggrappati alla vostra incredulità,
Dio, la totalità del pensiero, è in realtà come un grande palcoscenico. Egli vi
permette di scrivere il vostro copione e di recitare ogni ruolo. E quando è calato
l’ultimo sipario, è stata detta l’ultima parola, è stato fatto l’ultimo inchino, morire.
Per quale motivo? Perché voi, supremi legislatori, credete che debba
succedere.
Questa vita è tutta un gioco; è un’illusione. Tutta! Eppure voi, gli attori,
siete arrivati a credere che sia l’unica realtà. Ma l’unica realtà che sia mai esistita
e che mai esisterà, è la Vita - la libera e perenne essenza dell’essere che vi
permette di creare i vostri giochi in qualunque modo vogliate.
Se riconoscete di avere il potere di pensarvi nell’ignoranza, nella malattia e
nella morte, riconoscete anche di avere il potere di diventare stupendi -
semplicemente aprendovi a un flusso di pensiero più illimitato che vi permette
maggior genialità, maggior creatività ed una vita eterna. Se riconoscete che il Dio
che originariamente ha creato il corpo, è il potere che sta in voi allora il vostro
corpo non invecchierà, né si ammalerà, né morirà mai. Ma fin quando resterete
aggrappati alle vostre convinzioni e limiterete i vostri pensieri, non farete mai
l’esperienza dell’illimitatezza che sì esprime nello splendore del sole del mattino e
nel mistero del cielo della sera.
Capitolo 6
Capitolo 7
Morte o ascensione?
La morte non è legge assoluta. E’ molto più facile portare con sé il proprio
corpo. Non è necessario nascere nuovamente per tornare qui, ma è possibile
andare e venire ogni volta che si vuole.
Capitolo 8
Creazione ed evoluzione
Solo voi siete stati creati direttamente da Dio. Tutto il resto l’avete creato voi;
l’avete fatto esistere voi con la vostra capacità di pensare e di sentire.
CHI HA CREATO TUTTE LE LUCI NEL CIELO? Chi ha pro gettato la bellezza dei
fiori e la maestosità degli alberi? Chi ha creato l’enigma e il miracolo chiamato
uomo? Non è stato Dio, la totalità della vita. Siete stati voi, gli dei, i meravigliosi
figli di un Padre che tutto ama, a creare tutto ciò che è. Tutto! Il Padre è la
sostanza, la totalità del pensiero da cui tutto proviene. Ma voi, che possedete la
capacità di pensare e di sentire e la divina essenza della libera volontà, siete i
supremi creatori nella vita.
Dio, in verità, è la totalità del pensiero – la fonte di tutto ciò che è. Ma voi siete
coloro che hanno creato, dal pensiero che è il Padre, lo splendore e la bellezza
della forma. Grazie al vostro potere creativo e alla vostra sovrana divinità avete
la capacità di accogliere, di trattenere e di contemplare il pensiero; e per mezzo
di questa intelligenza avete dato forma a tutto ciò che è.
Affidatevi per un momento alla vostra fantasia. Immaginatevi qualcosa di
gradevole, di eccitante, di appassionante. E quindi sentite tutta l’emozione di
questa fantasia. Nello stesso modo è stato creato il vostro universo. Così è stato
creato l’uomo. Così è stato creato tutto.
Miei amati maestri, voi siete, in verità, i creatori di tutta la vita. Siete coloro che
hanno creato le spettacolari luci che vedete nel cielo. Siete coloro che hanno
creato le realtà del colore, della forma, della struttura e dell’odore. Siete, in
verità, le magnifiche creature di un magnifico Padre che è veramente tutto ciò
che è. Non siete i bastardi dell’universo
- ne siete i creatori! Siete la suprema intelligenza di Dio che si esprime attraverso
la propria creazione, chiamata uomo; e tutta la vita è in attesa della vostra
presenza, del vostro pensiero e del vostro sentimento.
Miei stimati fratelli, voi siete esseri sublimi, di divina grandezza. Nel vostro
essere si nasconde l’intelligenza e il potere di creare tutte le cose... e tuttavia non
volete rendervene conto. Non siete solo creature di carne; siete esseri
sorprendenti e, attraverso la forma, manifestate continuamente la creatività che
è in voi.
Senza il vostro pensiero creativo, senza la vostra superba intelligenza e la
profonda emozione nelle vostre anime - senza l’aspetto invisibile in voi - sareste
un nulla. Senza le vostre capacità creative anche la vita sarebbe un nulla, perché
il pensiero non potrebbe diffondersi e trasformarsi nei valori della vita o
nell’eternità non ancora vissuta.
Senza di voi nulla potrebbe essere riconosciuto per ciò che è. Che scopo
avrebbe la vita e la bellezza di un fiore se non ci fosse nessuno ad apprezzarle?
Senza di voi esse non avrebbero nessun senso.
Senza di voi questo vostro pianeta nuoterebbe informe nel seme della
creatività. Senza di voi non ci sarebbero mai state le stagioni, non sarebbero mai
sbocciati i fiori, non sarebbe mai sorto il sole e non avrebbero mai soffiato i venti.
Perché voi avete creato questo regno secondo i vostri disegni e i vostri fini; e
tutte le cose ben volentieri si sono manifestate per glorificare il Dio che vive in
voi.
Chi altro poteva progettare questo splendido luogo perché voi lo abitaste? Siete
stati voi. Perché, in verità, siete creature di suprema intelligenza. E non avete
dovuto evolvervi per diventarlo - lo siete sempre stati!
Sono qui per insegnarvi a diventare davvero illimitati; ma prima vi insegnerò a
riconoscere la vostra importanza ed il vostro valore. Per sapere che siete divini,
per capire la suprema intelligenza e il sorprendente potere che possedete, è
importante che comprendiate il vostro retaggio. Che comprendiate come all’inizio
siete diventati piccole scintille di luce di incredibile potere e come vi siete evoluti
per diventare l’enigma chiamato uomo. Da qui vorrei cominciare.
NEL VOSTRO LIBRO DEI LIBRI è scritto: “In principio era il Verbo, e tutto fu fatto
per mezzo di lui.” È del tutto improprio! Il Verbo non sarebbe stato nulla senza il
Pensiero, perché il Pensiero è la base e il creatore di tutto ciò che è.
In principio (ciò che voi chiamate “principio”) era l’infinitezza del Pensiero.
Questa infinitezza del Pensiero la chiamerò Dio, il Padre. Ciò che chiamate Dio, in
una comprensione più illimitata è Pensiero -la causa e il fondamento di tutta la
vita.
Tutto ciò che è, ciò che fu e ciò che sarà, proviene dal Pensiero, dall’intelligenza
che è la Mente di Dio.
Quindi in principio era lo spazio infinito del Pensiero. E Dio sarebbe sempre
rimasto Pensiero senza forma se non avesse contemplato sé stesso - Egli rivolse
ed indirizzò su di sé il Pensiero che Egli era. Allorché il Padre contemplò il
Pensiero che Egli era, si espanse in una forma unica di sé stesso.
Perché ogni volta che un pensiero viene contemplato, la sola azione del
contemplare espande il pensiero - il pensiero diventa qualcosa di più, diventa più
grande. Allo stesso modo il Padre, che mai prima di allora aveva esteso il proprio
essere, contemplando sé stesso, aumentò la propria grandezza.
Cosa indusse il Padre a desiderare di espandere sé stesso in un’esistenza più
grande? L’amore! La vera essenza, l’unico fine del pensiero contemplativo è
l’amore. Fu l’amore di Dio verso di sé che lo indusse a contemplare sé stesso,
dando vita ad una forma unica ed ampliata di sé.
Da questo movimento dell’amore siete nati tutti voi. Perché nel momento in cui
Dio abbracciò ed amò sé stesso, espandendo la propria grandezza, voi siete
diventati ciò a cui Dio si è esteso. Ognuno di voi è diventato, nello stesso
meraviglioso momento, una sublime parte del primo pensiero contemplato ed
ampliato.
Come prima parte manifestata di Dio, il Padre, ognuno di voi è diventato un dio
di Dio, un figlio del Padre, ed una parte dell’intelligenza divina chiamata Mente di
Dio. Voi, gli dei, siete l’unica creazione che proviene direttamente da Dio. Siete
l’unica creazione ad essere il vero duplicato di ciò che è il Padre; perché siete il
Padre in una forma ampliata di sé stesso. Tutto ciò che il Padre è, lo è
infinitamente nella molteplice pluralità dei suoi amati figli. Dio, il Padre, è
Pensiero contemplativo e potente, è Vita - è eterno fluire che, come i vostri
pensieri, non può fermarsi mai. Perché il Pensiero, ossia la Vita, si possa
espandere continuamente nell’eternità, deve avere una ragione per farlo. Questa
ragione siete voi. Ognuno di voi è diventato una parte della Mente di Dio perché,
attraverso voi, la vita possa continuare ad espandersi nell’eternità - la quale, in
verità, non conosce tempo, perché è in questo momento; è la perennità e
l’eternità del momento presente.
Allo scopo di continuare ad espandersi, il Padre ha dato a ciascuno di voi l’unica
cosa che è e sarà: la totalità del pensiero che è la totalità di Dio. Ad ognuno di voi
il Padre, per il Padre, ha dato tutto ciò che siete:
un’intelligenza divina ed una volontà sovrana e creatrice. Grazie a questa
intelligenza ed alla libera volontà avete ottenuto il potere di prendere dal
Pensiero, che è il Padre, e di espandervi secondo i processi del vostro pensiero
contemplativo.
Dio, la Mente Divina, si espande continuamente e cresce attraverso ciascuno di
voi. Tutto ciò che diventate nella vostra espansione, lo diventa
contemporaneamente anche il Padre. E ciò che il Padre è diventato attraverso
l’espansione di tutti i suoi amati figli, potete diventarlo immediatamente anche
voi, perché ogni figlio può sempre ricevere tutto ciò che è il Padre. Attraverso i
vostri pensieri contemplativi potete sempre essere ciò che è Dio - un regno
eterno, straordinario, meraviglioso e in costante espansione.
TUTTO CIO’ CHE ESISTE SU QUESTO PIANO L’AVETE CREATO VOI. Senza di voi
non ci sarebbe questa realtà. Gli animali sono creature dell’amore, perché voi, i
loro creatori, avete malato in loro il respiro della vita. I fiori sono creazioni
dell’amore, perché portano in sé gli stessi schemi della vostra bellezza - come
tutta la vita. E tutto grazie a voi.
Chi siete voi? Siete i grandi dei della luce, i grandi creatori di tutta la vita. Siete
il grande infinito Pensiero, esaltato e contemporaneamente abbassato nella
materia creatrice. Siete Dio, l’eterno Pensiero, che fa esperienza della forma
chiamata umanità. Siete Dio che si manifesta come essere umano per continuare
l’espansione del Pensiero nell’eternità.
Capitolo 9
Far parte dell’umanità è un’esperienza sacra, perché solo come esseri umani
potete fare completa esperienza di Dio.
Il Dio identificabile
Dio non può essere identificato al di fuori di voi. Il solo tentativo di farlo è
ingiusto nei vostri confronti, perché uscite al di fuori di quello che voi siete per
descrivere ciò che emana dal vostro interno.
Il dono dell’amore
NON ESISTE CIO’ CHE VOI CHIAMATE “volontà di Dio”, esiste solo la vostra
divina volontà. Se Dio avesse desiderato che la vita fosse espressione di un’unica
volontà su questa terra, non vi avrebbe mai creato. Né vi avrebbe dato la volontà
per esprimere la vostra unicità nella scelta delle vostre mete.
Ciò che definite la “volontà di Dio”, è un’invenzione dell’uomo per poter
governare e controllare i suoi fratelli. Ma se credete a questo insegnamento e se
considerate la volontà di Dio separata dalla vostra, vedrete “quella volontà
sempre in lotta contro la vostra”: vorrete fare certe cose, vi sentirete spinti a
farle, ma la “volontà di Dio” dirà che non dovete!
Dio non è separato da voi. Voi e Lui siete la stessa e medesima cosa! La
vostra volontà è la sua volontà. Tutto ciò che volete fare, è ciò che chiamate
“divina provvidenza”, “divina volontà”. Quindi non siete mai in conflitto con il
destino, perché il destino non è prestabilito. Esso dipende completamente da voi.
Tutto ciò che pensate, crea i vostri momenti futuri. Il vostro momento presente è
semplicemente il risultato dei pensieri che avete avuto qualche momento fa.
Questa è la scienza di Dio.
L’unica cosa che il Padre vuole per voi, è che, seguendo i sentimenti della
vostra anima, facciate esperienza della totalità della vita che Egli e. Perché?
Perché possiate capire cos’è la gioia e l’amore incondizionato di Dio verso di voi e
verso tutta la vita.
Se vi sembra di non essere uno con Dio, dovete forse ricostruire l’im..
magine che voi avete di Dio: perché non è possibile amarLo se dovete lottare
contro di Lui.
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Se vi sembra di non essere uno con Dio, dovete forse ricostruire l’immagine
che voi avete di Dio: perché non è possibile amarLo se dovete lottare contro di
Lui.
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tà! L’amore che la Fonte della Vita ha verso di voi, è così grande da
diventare qualsiasi cosa voi desideriate attraverso i vostri processi mentali. Il
Padre diventerà qualunque cosa desideriate che diventi. Egli vi permetterà di
trasformarlo in ciò che volete. La vita che Egli è, diventerà ripugnante e
malvagia, oppure grandemente bella e sommamente buona - a seconda di come
desiderate vederla.
Non è una cosa magnifica - che il Padre diventi come voi percepite e
desiderate che Egli sia, semplicemente secondo il capriccio dei vostri processi
mentali? In verità, lo è. È amore nella sua più alta espressione.
Con il Pensiero potete fare qualunque cosa vogliate, perché l’amore del
Padre per voi è costante. Non importa quanto riteniate brutta e odiosa la vita,
che è il Padre, ai suoi occhi essa è pur sempre Lui. Essa è pur sempre Dio, è pur
sempre pura, è pur sempre amata. Ed il patto è indissolubile, perché il Padre, in
sé, è totalmente privo di atteggiamenti; Egli semplicemente è.
L’amore tra voi e Dio non conosce nessuna condizione. Se il Padre in
qualunque modo censurasse i vostri pensieri o vi limitasse nel fare esperienza
della totalità della vita che Egli è, non avreste la libertà di continuare la Sua
espansione nell’eternità.
Né acquistereste saggezza dalle vostre avventure nel Pensiero, quella
saggezza che vi permette di comprendere l’amore e la gioia che è il Padre nel suo
supremo stato d’essere.
Dio vi ama e vi dà la completa libertà di agire come volete, perchè la vostra
volontà è anche la sua. Questo è il patto tra Dio e i suoi figli, tra Dio e sé stesso.
Egli vi ama sempre, qualunque cosa facciate, pensiate o sentiate. Egli vi permette
di fare tutto ciò che desiderate, perché sa che siete perenni, che nulla può
allontanarvi da Lui. Il Padre non ha creato nulla di superiore a sé che possa
togliervi la forza della vita. Quindi sarete sempre. E quando la vostra vita qui sarà
conclusa, ce ne sarà un’altra... con la libertà di farne quello che volete.
Vivrete questa vita e tutte quelle che verranno secondo la vostra volontà. E
chi vi ha dato questa libertà, è chi vi ama, vostro Padre, Dio Onnipotente, Colui
che tutto ama.
Siete esseri liberi. Come? Attraverso il potere chiamato volontà, e la
capacità chiamata amore.
Capitolo 13
MAESTRO: Poco tempo fa sono comparse due persone nella mia vita, e
vorrei sapere perché e se ci siamo già conosciuti in vite precedenti.
Ramtha: Sono nella tua vita, maestro, perché tu lo vuoi e perché loro lo
vogliono. Che scopo più grande potrebbe esserci?
Maestro: Ma io non sono sicuro se veramente li voglio nella mia vita.
Pensavo che avessimo un qualche legame carmico e che ci fosse qualcosa che
dobbiamo imparare l’uno dall’altro.
Ramtha: Caro maestro, quando in un rapporto manca qualcosa, l’idea
romantica di avere forse trascorso insieme una vita passata, dà spesso a quel
rapporto un importanza maggiore di quella che esso ha. Ma un cosiddetto
“legame carmico” è soltanto una spiegazione religiosa di un termine molto
semplice, il “bisogno”. Avrai bisogno, gioirai e vorrai stare con molte persone nel
corso delle tue continue vite. Ma sarebbe molto monotono e noioso ritrovarsi gli
stessi amici in ogni vita. Se essi ora sono nella tua vita, maestro, è forse perché
dovete comprendere che vi siete ritrovati.., solo per riconoscere che dovete
nuovamente separarvi.
Maestro: Va bene. Credo di capire ciò che dici. Ma vorrei farti un’altra
domanda sul carma. Mi è stato insegnato che certe cose - come uccisioni, rapine
o incidenti - accadono agli uomini per motivi carmici, per bilanciare qualcosa che
hanno fatto in una vita precedente. Vorrei sapere cosa pensi delle leggi del
carma.
Ramtha: Devi sapere, e tutti devono comprendere che ciò che chia-
mate “carma” non è la legge di Dio. È la legge di chi ci crede. Purtroppo sono
molti a credere a questa dottrina e ad affannarsi strenuamente per ottenere
quell’illusoria comprensione che è la perfezione. Essi credono di dover tornare e
di dover pagare per tutto quello che hanno fatto nella vita precedente. Tutto
quello che loro accade lo attribuiscono sempre al “compimento del carma”! Ma
questa è una spiegazione ben misera della vita, maestro; la vita merita molto di
più.
Le leggi del carma sono veramente una realtà, ma solo per chi vi crede. Le
uniche leggi che esistono sono quelle a cui permettete di avere efficacia nel
vostro regno. li vero legislatore è ogni essere sovrano, perché ognuno possiede
un ego che accetta qualcosa come propria verità; e qualunque cosa egli definisca
verità, qualsiasi legge egli crei nel suo essere, accadrà. È quindi a causa di una
fede e di una comprensione alterata che molti si sono creati le leggi del
riequilibrio e l’ideale della perfezione.
Se scegli di credere al carma, cadrai di sicuro nelle mani della tua stessa
creazione perché hai dato potere a questa fede. E allora essa naturalmente agirà
nella tua vita e tu di sicuro continuerai a tornare per annullare o per glorificare
ciò che hai fatto nella vita precedente su questo piano.
Io non riconosco il carma e la perfezione. Perché li vedo come limitazione e
non come compimento. Chi lotta per la perfezione attraverso le ristrettezze del
carma, non raggiungerà mai ciò per cui lotta. Perché mentre completa un carma,
ne crea un altro; e per quante vite viva, non raggiungerà mai uno stato dell’È,
uno stato divino, vivrà continuamente da debitore piuttosto che da creditore. Non
c’è nulla che si possa chiamare perfezione; c’è solo l’È. Nell’È della vita tutto
cambia e si evolve in ogni momento; per questo non può esistere uno stato di
perfezione.
Io riconosco solo l’È, che non ha leggi e ideali che impediscono il divenire del
sé, cioè di Dio. Nella comprensione dell’È non esiste nulla che tu debba fare nella
vita all’infuori di ciò che tu vuoi. Accettare gli insegnamenti del carma è una tua
scelta e una tua creazione, a favore della tua esperienza. Ma devi capire,
maestro, che con ciò hai creato per te stesso l’illusione del potere limitato e della
punizione. Se accetti le leggi del carma, la tua sorte sarà quella di essere
prigioniero del tuo stesso pensiero limitato.
Sei un’anima e uno spirito libero. Sei libero di creare e di sperimentare in
ogni momento ogni verità, ogni realtà, ogni illusione che vuoi. E in ogni momento
in cui lo desideri puoi ricreare questo sogno, perché hai l’illimitato potere di farlo.
Il carma non esiste - esiste il volere. E il volere è molto incostante. In ogni
momento può fare ed essere tutto ciò che desidera, e mentre lo fa, può anche
cambiare idea.
Gli assassinii, gli incidenti e le rapine non sono punizioni; non sono
conseguenza di ciò che avete fatto in passato. Li avete creati voi e sono il
risultato di pensieri e di esperienze che voi avete contemplato. Non sono
situazioni che durano eternamente. E in una comprensione più ampia non sono
nemmeno azioni terribili. Viste retrospettivamente, esse sono grandiosi maestri.
Di fronte al massacro di diecimila innocenti, si potrebbe dire: “Che pietoso
spettacolo. Perché gli angeli non piangono su tali atrocità? Perché cantano la
gloria di Dio?” Perché non hanno limitato sé stessi credendo che la vita abbia una
fine. Essi sanno che coloro che sono stati massacrati vanno immediatamente in
“cielo”, come voi lo chiamate, per continuare ad imparare, per fare ulteriori
esperienze e per vivere quelle che io chiamo “avventure”. E mentre voi seppellite
e piangete diecimila corpi, Dio non piange. Questo è il motivo per cui c’è sempre
un domani.
Chi pensi sia il creatore del vostro destino? Molti credono che sia un sovrano
che manipola tutti e che fa accadere tutto - perché ciò li solleva dal peso di
essere responsabili della loro vita. Ma io ti dico che solo tu controlli il tuo destino.
Tu sei il creatore di ogni momento della tua vita attraverso ciò che pensi e senti
in questo momento. Devi solo imparare che questo momento, questo presente, in
verità è eterno e perenne. E nella perennità di questo momento, ogni attimo è
nuovo di zecca. E nuovo di zecca, maestro! Non è prigioniero del passato; è il
momento presente che tu hai creato per calare nella realtà quello che è stato il
sogno del tuo domani. Quindi sei libero di fare tutto ciò che desideri fare in
questo momento. Questo è l’amore del Padre per te - la libertà e il potere che
Egli ti ha dato perché tu possa creare ogni momento in modo nuovo.
Nessuno è dominato dal passato. Per qualunque cosa tu abbia fatto, un
momento o un millennio fa, non devi pagare - mai! Nel preciso momento in cui
hai agito ne hai ricavato comprensione ed hai riconosciuto il senso e il valore
della tua azione.
Il passato è stato semplicemente un momento presente, di cui hai
fatto esperienza e che ora non esiste più. L’unico effetto che esso ha sul presente
è che tutto ciò che allora potevi imparare, l’hai imparato. Il passato ti ha dato la
saggezza che ti ha permesso di creare questo momento come massima
espressione delle tue capacità, in accordo con i tuoi processi mentali più profondi
e con i disegni delle tue intenzioni.
Il passato è concluso, non esiste più. Il passato vive in questo mo-
mento in te unicamente come saggezza. Essa è ciò che tu ne hai ricavato. Per
questo motivo nel momento presente sei più grande che in tutte le tue vite.
Perché in questo presente sei molto più progredito nella conoscenza di quanto tu
non lo sia stato nel presente di ieri. In questo momento sei l’intero accumulo
della tua conoscenza - conoscenza che hai conquistato attraverso l’esperienza,
esperienza che hai guadagnato attraverso il valore chiamato vita. E in ogni
momento in cui ti esprimi. crei in modo nuovo - crei una nuova avventura dentro
l’emozione, crei la perla dell’esperienza, ossia la saggezza.
C’è solo l’È del momento presente. Ciò che conta è il presente. Tu sei il
prodotto del presente. La tua vita è vissuta nel presente. Il tuo futuro ècreato nel
presente. Vivere veramente l’È in questo momento significa vivere senza leggi,
regole e prescrizioni che ostacolano l’espressione e l’espansione del sé. Se vivi
l’È, l’unica cosa importante è il presente. Non il passato, non il futuro, ma il
presente - perché nel presente vive Dio.
Se riconosci che il presente è tutto ciò che c’è, sceglierai inevitabilmente di
vivere la tua vita in modo che in ogni momento tu possa creare l’avventura alla
quale ti spingono i sentimenti della tua anima -perché tu possa fare l’esperienza
non ancora fatta per espanderti verso una maggiore saggezza.
Non sei tornato su questo piano per “risolvere” certe cose di cui nemmeno ti
ricordi, o per fare certe cose che si “suppone” tu debba fare, anche se nessuno sa
dirti quali siano. Eppure ti si racconta che devi ambire alla perfezione! Come puoi
raggiungere qualcosa, qualunque essa sia, se vivi continuamente nella
confusione?
Sei tornato qui solo per tua libera decisione, attraverso un corpo che tu hai
scelto. Dall’ovulo di tua madre e dallo sperma di tuo padre hai creato il tuo corpo
per poterti esprimere su questo piano dell’illusione creatrice. Non sei tornato qui
per ribilanciare ciò che hai fatto in passato, ma piuttosto perché hai voluto
evolverti attraverso la materia e completarti attraverso le emozioni che ti
derivano dalle esperienze su questo piano.
Sei qui per imparare che, ovunque tu sia, ci sei per la sola ragione di averlo
voluto; è volontà tua essere lì dove sei. Sei su questo piano per ottenere
saggezza e per esercitarla sul palcoscenico della vita. Sei qui in questa vita - e in
tutte quelle che desideri vivere - per recitare fino in fondo la tua parte in questa
illusione e per sperimentare tutto ciò che serve alla tua anima per colmarsi di
saggezza. E quando, attraverso le esperienze su questo piano, avrai conquistato
il tesoro delle emozioni, non avrai più bisogno di tornare qui, né lo desidererai. E
solo tu stabilirai - nessun altro - quando quest’esperienza per te sarà conclusa.
Sei qui, maestro, per diventare Dio. E per diventarlo, devi eliminare dal tuo
essere ogni legge, ogni fede dogmatica, ogni pratica rituale, e devi diventare
illimitato nei tuoi processi mentali. Se desideri una illimitata libertà di
espressione, un corpo che non morirà mai, la pace e la gioia dell’essere, sappi
che la vita che stai vivendo è completamente illimitata. Sapendolo, succederà;
perché qualunque cosa tu desideri e qualunque cosa tu riconosca come verità nel
tuo essere, accadrà. Questa è l’unica legge che devi accettare nel tuo regno.
Sappi che non dovrai mai pagare per qualcosa che hai fatto o pensato, né in
questa, né in qualsiasi altra vita, se saprai perdonartelo. Perdonarsi è l’atto divino
che rimuove dalla tua anima il senso di colpa e i giudizi su di sé che limitano
l’espressione del Dio che tu sei. E quando ti sarai perdonato, sappi che questa
vita e quelle che verranno, esistono solo per farti fare l’esperienza di essere una
parte del presente, che è il futuro di tutto ciò che è.
Sappi che sei eterno, che non hai mai fallito, che l’unica cosa che hai
sbagliato è aver creduto di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ama te stesso, maestro. Ascolta ciò che il sé dice, ciò che ha bisogno di
sentire, e poi realizzalo con tutto il cuore, fino a quando ne sarai annoiato. La
noia è il segnale che proviene dalla tua anima per avvisarti che hai imparato tutto
ciò che c’era da imparare da un’esperienza, e che è ora di proseguire verso una
nuova avventura. Se dai ascolto unicamente ai sentimenti dentro dite, sei libero
di diventare qualsiasi cosa tu voglia diventare in questo momento. E sappi che
non devi mai render conto a nessuna legge, a nessun insegnamento, a nessun
essere. Il presente e i sentimenti che ne ricavi, sono l’unica cosa che abbia
valore.
Abbandona ogni legge. Ciò non significa essere sconsiderati. Significa
semplicemente togliersi il laccio dal collo e permettersi di respirare. Se ti liberi
dalle leggi, dai dogmi e dalle credenze limitate, ti permetti di essere la libertà e
l’illimitatezza che è Dio. Allora potrai semplicemente essere il potere che tu sei,
capace di creare e rigenerare te stesso e la vita. E la ragione per cui sei qui, non
sarà più perché devi fare ammenda per qualcosa che hai fatto, ma perché vuoi
vivere.
E momento dopo momento questa avventura si dispiegherà.
Vivi e sii felice. Questa è l’unica cosa che il Padre ti ha chiesto di fare.
Capitolo 14
L’unica cosa che Dio desidera per voi è che conosciate e diventiate la
gioia, perché questa è l’unica via per arrivare a conoscere il Padre e per essere
come Egli è.
QUALE É IL SENSO DI OGNI VOSTRA VITA su questo pia no, qual è il senso
del vostro essere qui? Molti vengono educa ti a pensare di dover essere in un
certo modo o di dover esercitare una certa professione, e vengono attentamente
sorvegliati dalla famiglia e dalla società perché sia sicuro che ciò succeda. Che
tristezza! Poi c’è chi pensa di essere stato mandato qui per essere un grande
maestro, un salvatore o un guaritore dell’umanità. Che anime nobili! E molti altri
credono di essere qui per percorrere faticosamente uno stretto e santo sentiero,
accuratamente preparato, per raggiungere Dio. Che noia!
Nessuno ha uno scopo quando arriva su questo piano. Il Padre non ha dato
nessuna direttiva, né a voi, né a chiunque altro, di come debba svolgersi la
vostra vita, salvo una: che viviate in piena gioia - comunque la intendiate!
Questo Suo unico desiderio vi porta allo stato supremo dell’essere, perché più
siete felici e gioiosi nel vostro prezioso e divino sé, più vi avvicinate ad essere
l’immagine di Dio, in armonia con tutta la vita.
L’unica cosa che Dio desidera per voi è che siate felici e gioiosi. E questo è,
in verità, il massimo valore emozionale che ci sia. È la più alta realizzazione nella
vita. Comprendere e diventare la gioia è l’unico destino che Dio ha stabilito per
l’umanità, su qualunque piano essa sia, qualunque comprensione essa abbia
raggiunto. Perché tornare ad uno stato di gioia e di felicità, è tornare ad uno
stato divino - perché la gioia è ciò che è il Padre. Egli è l’È che vive nella gioia
attraverso i tempi.
Il Padre vi ha dato il potere di creare qualunque cosa, dalla più abbietta alla
più bella. Egli diventerà tutto ciò che desiderate nella vostra ricerca verso la
comprensione della gioia. Giudicherà Egli forse le vostre azioni o la realizzazione
dei vostri desideri? No, non lo farà mai. Questo è l’amore del Padre per il figlio,
l’amore della forza della vita per la forza della vita. Egli desidera unicamente che
facciate qualunque cosa per essere felici e gioiosi; perché questa è l’unica via per
arrivare a conoscere il Padre e ad essere come Egli è.
Cos’è la gioia? La gioia è la libertà di muoversi senza interruzione. E la
libertà di esprimersi senza essere giudicati. È la libertà senza paura e senza
colpa. La gioia è sapere che state creando la vita secondo le vostre condizioni. È il
sublime movimento del sé che è libero di esprimersi. Questa è la gioia.
Perché la gioia è il supremo stato dell’essere? Perché se siete in uno stato di
gioia, siete nel flusso di ciò che è Dio. E in questo flusso non c’è spazio per la
gelosia, per l’ira, per l’amarezza o per la guerra. E difficile odiare qualcuno, è
difficile assediarlo, è difficile ferirlo se si è in uno stato di gioia. Se si è felici e
gioiosi, si ama Dio e lo si vede in ogni cosa.
In uno stato di esuberante gioia siete in pace con voi e con tutti. Se vivete
la vita nella gioia, non potete sentire rimorsi, insicurezza, paura, ira o privazione.
In uno stato di gioia siete compiuti e completi; e la vita, la saggezza e la
creatività scorrono come potente fiume dal profondo del vostro essere. In uno
stato di gioia la vostra ispirazione tocca le vette della grandezza e le profondità
del sentimento.
In uno stato di gioia la vita diventa il fervore e l’intensità dell’alba, quando il
cielo si rischiara nel più bel colore della rosa, quando le nuvole si tingono di rosso
fuoco e gli uccelli cantano sugli alberi. Nella gioia cessate di invecchiare e vivete
eternamente perché la vita non è più un peso, ma una meravigliosa avventura di
cui non sarete mai sazi. Quando la gioia si manifesta, siete tutt’uno con il regno
del vostro sé. E in questo stato avete trovato la terra dell’utopia.
Come si diventa gioiosi? Sapendo che ogni momento della vostra vita vi dà
la libertà e l’opportunità di esprimere la gioia, se lo desiderate. E sapendo che
non esiste nulla per cui valga la pena separarvi dalla felicità, dalla gioia... e da
Dio. Nulla! E amando voi stessi completamente in ogni vostro aspetto - perché
facendolo, amate Dio.
Non esiste nella vita amore più grande dell’amore per il sé. Non esiste
amore più grande. Perché l’abbraccio del sé fa esistere la libertà. Da questa
libertà nasce la gioia. E con ciò si vede, si conosce e si abbraccia Dio. L’amore più
grande, più profondo e più ricco di significato è l’amore per il sé puro ed
innocente, per la magnifica creatura che dimora dentro le mura della carne, che
si muove e contempla, che crea, permette ed è. E se amate ciò che siete,
comunque voi siate, conoscerete la splendida essenza che io amo, che sta dietro
tutti i volti e dentro tutte le cose. Allora amerete come ama Dio. E sarà facile
amare. Sarà facile perdonare. Sarà facile vedere Dio in tutta la vita.
Se amate ciò che siete, non c’è nulla di insuperabile, nulla di irraggiungibile.
Se vi amate veramente, vivete esclusivamente nella luce del vostro sorriso e
viaggiate esclusivamente sulla via della gioia. Se amate voi stessi, allora questa
luce, questa forza concentrata, questa gaiezza, questo gioioso stato d’essere si
estendono a tutta l’umanità. E se l’amore abbonda nel vostro meraviglioso
essere, il mondo con tutti i suoi problemi diventa bello, la vita si riempie di
significato e di gioia; e la gioia, attraverso l’esuberanza del vostro essere, eleva e
glorifica tutta la vita e testimonia la vostra purezza.
Non c’è scopo più grande nella vita che vivere per l’amore e la pienezza del
sé. E ciò si può raggiungere partecipando alla vita e facendo le cose che danno
gioia - non importa quali! Perché, chi dovrebbe dire che sono sbagliate o non
sono buone per voi?
Dio non lo direbbe mai, perché Egli è ogni direzione che voi sceglie-te, è il
risultato di tutto ciò che sperimentate. E non chiedete ad altri cosa pensano. Cosa
sanno loro della gioia, se la loro vita è oppressa dalle stesse limitazioni che hanno
afflitto anche voi?
Il Padre dirige la gioia verso di voi. Egli aspetta sempre che vi apriate a
riceverla. Questo è quel che si intende con “chiedete e vi sarà dato. È molto
semplice vivere la gioia in ogni momento - chiedetela e sappiate che siete degni
di riceverla!
La gioia genera gioia. Perché se accogliete la gioia che viene diretta verso di
voi, essa aumenta la gioia del vostro domani e vi apre a riceverne sempre di più.
Per questo motivo, è assolutamente necessario amare sé stessi in ogni momento.
Facendolo, stabilite, se lo volete, il tenore dei momenti futuri. Se vivete
unicamente per l’amore e la gioia del sé - chiedendovi sempre che cosa vi rende
felici e poi facendo ciò vi dicono i vostri sentimenti, qualunque cosa sia - questi
momenti di estasi e di esultanza verranno registrati nell’anima del vostro essere;
e ciò creerà nel futuro altri momenti di gioia e di felicità.
Più tempo passate felici e gioiosi, amando voi stessi e permettendovi essere,
più vi avvicinate ad essere la forza divina di tutta la vita. Se vivete la vostra vita
intraprendendo tutto ciò che fate solo per rendervi felici darete ad essa il suo più
alto significato. Compirete miracoli. Sarete un eccezionale esempio di amore
verso il sé e verso Dio. Sperimenterete e comprenderete la strabiliante bellezza e
il meraviglioso enigma che voi siete. E, infine, avrete visto il volto di Dio... e
riconosciuto che è il vostro. Allora vi avvierete verso un’altra eternità di espe-
rienze di vita in una nuova e più ampia comprensione.
Ai miei tempi noi fummo definiti dagli atlatiani “senz’anima”. Sapete qual
era lo scopo della nostra ricerca? Non c’era uno “scopo”, se non quello di trovare
un’anima che, come ci era stato detto, non possedevamo. Ero un misero barbaro
e odiavo l’umanità.
Ma quando scoprii cos’era la gioia - e che ero degno di possederla -divenni
l’essenza che regge, nutre ed è tutta la vita.
L’unica via che vi porta al Padre è costituita da tutto ciò che definite gioia. È
l’unica via. È ciò che vi porta a casa, che vi riporta a Dio.
La divinità dimenticata
MAESTRO: Vorrei sapere come ci siamo separati da Dio e da ciò che all’inizio
ci univa. Come è successo?
Ramtha: Al vostro primo inizio, quando ognuno di voi sapeva di essere uno
con il Padre, il vostro ego - la vostra identità - era “Dio in una sola unicità”, e la
vita era l’avventura delle emozioni nell’esperienza di tutti i pensieri - perché Dio è
tutti i pensieri. Il vostro ego era puro, inalterato ed illimitato, perché nel vostro
essere non c’erano atteggiamenti interiori che potessero limitare l’accettazione
del pensiero, cioè di Dio. Sapevate di essere eternamente nel momento presente
dell’essere. E di essere illimitati nella vostra capacità di ricevere pensieri dal
Padre, di trasmutarli in emozione e di manifestare l’emozione in creatività.
Tutti voi eravate come bambini, perché in voi non c’erano atteggiamenti
interiori che potessero alterare la purezza del vostro essere o limitare la vostra
possibilità di espressione. Non conoscevate la paura. Non conoscevate giudizi
come “superiore” o “inferiore”. Non conoscevate la competitività o la gelosia. Non
conoscevate la morte. Eravate come bambini, perché non avevate ancora creato
e sperimentato nessuno di questi atteggiamenti interiori.
Voi, gli dei, possedevate fin dal vostro inizio la potente spinta a creare, a
dare forma all’emozione del pensiero. E questo potere non era stato dato a
qualcuno più e a qualcuno meno. Tutti erano uguali. Ma appena avete cominciato
a creare, è emerso in voi uno spirito competitivo - la spinta a prendere il pensiero
creativo di un altro e ad ampliarlo in qualcosa di ancora più grande, a creare di
più... e da pensiero è nato pensiero e pensiero e pensiero. Perché pensate
esistano tante specie di fiori sul vostro piano? Si potrebbe pensare che una rosa
dovrebbe bastare. E quante altre farfalle potrebbero ancora esserci?
Perché gli dei diventarono una razza competitiva? Perché nella loro foga
creatrice cominciarono a pensare che forse erano meno creativi di qualcun altro.
Perciò cominciarono a vedersi sminuiti nel loro essere. E per compensare questo
senso di inferiorità, gli dei, creando, cercarono di superarsi a vicenda. E quanto
più permettevano ai loro processi mentali di restare coinvolti nella competitività,
tanto più si ritenevano inferiori alla perfezione dell’E’ - si ritenevano separati da
Dio che è l’uguaglianza di tutte le cose.
Come vedete, si arriva alla separazione dalla vita e al concetto di
“imperfezione” solo se si ritiene qualcosa “superiore” a qualcos’altro. Tuttavia
nella realtà della vita nulla è superiore o inferiore a qualcos’altro. Tutte le cose
semplicemente sono, nell’uguaglianza dell’E. Quindi tutto è in uno stato di
perfezione - o, più appropriatamente, in uno stato di È, di essere. Solo gli
atteggiamenti interiori e i pensieri collettivi rendono una cosa inferiore alla
perfezione dell’È, che è ciò che in realtà essa è.
La separazione più grande l’avete subita quando siete entrati nel corpo
umano. Fino a quel momento, anche se avevate già cominciato a separarvi da
tutte le cose, eravate ancora consapevoli della vostra divinità e dell’immortalità
del vostro essere. Ma quando vi siete calati in un corpo e avete cominciato a
sperimentare le realtà della materia cellulare, siete caduti nella trappola delle
“funzioni della materia” chiamate fame, freddo e sopravvivenza - presi dalla lotta
per mantenere ciò che eravate diventati. Vi siete uniti con la materia cellulare che
fin dalla sua creazione era stata programmata per permettere la sopravvivenza
della materia. Questa unione di un grande essere immortale con un meccanismo
della materia, che era stato predisposto per la sopravvivenza della sua stessa
struttura, ha fortemente alterato e limitato lo stato d’essere del vostro ego. Fu a
questo punto che nacque “l’albero della conoscenza”, lego alterato e limitato.
Ed è stata l’esperienza dei sentimenti di paura, di competitività e di gelosia
su questo piano, registrati nella vostra anima e programmati nelle strutture
cellulari del vostro corpo, che ha ulteriormente rafforzato il vostro ego limitato -
ed ha ulteriormente alterato la consapevolezza di essere divini, immortali e
tutt’uno con la vita.
Maestro: Continuo a non capire perché gli dei, che avevano sempre saputo
di essere eterni, a un certo punto hanno creduto di dover morire. E soprattutto,
come sono arrivati ad accettare l’idea della morte?
Ramtha: Hanno accettato e capito i processi di cambiamento – ciò
che chiamate morte - grazie alle cose che essi stessi avevano creato. Molte
cose che erano state create qui, erano progettate per nutrirsi a vicenda, perché la
sostanza di cui ogni creazione aveva bisogno per mantenersi, doveva essere la
stessa di cui essa era fatta. È ciò che chiamate “catena alimentare”. Così la flora
divenne nutrimento per gli animali che un gruppo di dei aveva creato. E quando
questi animali mangiarono le piante, gli dei che avevano creato le piante, videro
con orrore le loro creazioni scomparire ai loro occhi e trasmutarsi in un’altra
energia. Gli erbivori a loro volta servirono da nutrimento ad altri animali che
erano stati creati da un altro gruppo di dei; e così via. Questo fu uno dei modi
che gli dei scelsero per competere tra di loro. Capirete come fosse umiliante
vedere la propria creazione mangiata e digerita dalla creazione di un altro dio! La
morte, maestro, è stata poi ulteriormente compresa attraverso il processo della
formazione e dell’evoluzione del corpo umano. Per perfezionare la creatura
chiamata “uomo”, gli dei ne diventarono parte - così come erano diventati parte
di tutte le cose che qui avevano creato.
Poiché le loro prime versioni dell’uomo non erano creature molto agili, esse
cadevano continuamente in preda agli animali - i quali le trovaro no veramente
squisite! Grazie a ciò gli dei sperimentarono e capirono ciò che chiamate “morte”.
Questa comprensione li mise in grado di migliora re il corpo umano per renderlo
più capace di difendersi di fronte al pericolo di morte costituito dagli animali
carnivori, anch’essi loro creazioni.
L’idillio dell’uomo con “un Dio al di fuori del proprio essere cominciò quando
gli dei cominciarono l’idillio con questo piano – quando essi desiderarono
sperimentare ed interagire con tutte le cose che qui avevano creato. Gli dei erano
stati le piante. Erano stati gli animali. Erano stati gli insetti. Erano stati tutto! Ma
ciò che più desideravano creare era una forma che permettesse loro di dominare
tutte le altre cose.
Quando infine gli dei si diedero la forma di uomo e donna e dovettero
utilizzare tutta la loro concentrazione per sfuggire alle loro stesse creazioni e per
batterle in astuzia, cominciarono a vivere in uno stato limitato ed alterato.
L’ironia volle che, pur riuscendo a sfuggire agli animali che li insidiavano, non
seppero sfuggire ai propri atteggiamenti interiori volti alla sopravvivenza che
avevano cominciato a prendere possesso della loro consapevolezza. E furono
proprio questi atteggiamenti caratterizzati dalla lotta per la sopravvivenza e la
paura della morte che, alla fine, ebbero la meglio sui loro corpi. Perché ciò che si
teme, lo si diventa.
Sappiate che, tra tutte le cose create dagli dei, nessuna ha effetti tanto
devastanti come la creazione chiamata “paura”, perché alla sua ombra nessuna
cosa può dare espressione alla vita.
Quando gli dei, come uomini, fecero l’esperienza della morte, la loro unica
realtà e il loro unico desiderio furono quelli di continuare a sperimentare questo
paradiso della materia e di creare ancora di più in questo regno, di fame un’opera
compiuta, perché gli ego degli dei erano grandi. Perciò gli dei continuarono a
tornare pieni di zelo per migliorare ogni volta - per riconciliarsi con il senso di
inferiorità che avevano percepito dentro di sé e per dare espressione al desiderio
di essere “qualcosa di più” nella loro creatività. A causa degli atteggiamenti in-
teriori caratterizzati dal desiderio di diventare “migliori di ...“, essi si immersero
talmente nella materia di questo piano che dimenticarono di essere divini ed
immortali; e diventarono “oggetti” destinati a morire. Tuttavia la comprensione di
essere uno con tutta la vita, gli dei l’avevano cominciata a perdere già quando
avevano progettato la creazione - ben prima della loro storia d’amore con questo
piano - a causa della competizione e di pensieri come “essere più grande di...”,
“essere di più”.
Vorrei dirti, maestro, che solo un attimo, solo un respiro ti separa dal tuo
essere uno. Basta che nella profondità del tuo essere non desideri più essere
separato da qualcos’altro, e non lo sarai più. È semplicemente il tuo
atteggiamento interiore, il tuo pensiero limitato, la tua identità alterata che ti ha
separato dalla totalità del pensiero. Se ritorni alla totalità del pensiero -
sostituendo il giudicare con il pensare - non sarai mai più perduto o separato.
Sarai una luce per molti altri che troveranno la loro via di ritorno all’unità con il
Padre.
Maestro: Ramtha, posso capire che noi tutti in fondo siamo perfetti, che
siamo Dio, che viviamo eternamente. Ma con ciò non diminuisce la sensazione
che talvolta ho di dover essere prudente e di dovermi proteggere. Come posso
superare questa mia illusione - questa sensazione di dover essere cauto, che non
mi permette di esprimere liberamente ciò che io sono in realtà?
Ramtha: Devi sapere, maestro, che gli animali sono stati dotati di
meravigliosi meccanismi di autoconservazione: gli istinti primordiali di
sopravvivenza sono stati programmati nelle loro strutture cellulari per permetter
loro di vivere, di fare esperienza e di evolversi. Anche l’umanità è stata dotata di
istinti primordiali che sono stati trasmessi geneticamente di generazione in
generazione. Gli istinti di sopravvivenza dell’uomo sono impressi nelle strutture
cellulari del corpo in modo che egli possa proteggersi, giacché nasce nudo.
L’uomo non possiede né le zanne, né le corna, né la velocità delle gambe, né la
sinuosità degli arti; né è dotato di udito fine o di vista acuta. E un essere notevo-
le, molto raffinato e chiuso in sé, il cui più grande istinto di autoconservazione è
la cautela e la riservatezza.
L’umanità è dotata di questi istinti. Se non lo fosse, l’uomo non sarebbe
sopravvissuto per essere quella materia meravigliosa, pensante, creativa e in
continua evoluzione che egli in verità è.
Quando tu, come ogni altro qui, per sperimentare la densità della materia
hai scelto di perdere la libertà del tuo spirito, hai dovuto misurarti con gli schemi
genetici degli istinti del corpo - come una delle condizioni per poterti esprimere
su questo piano. Per questo, essere uomo significa aver paura, comportarsi da
gregge, avere molti dubbi e muoversi con cautela. Questa è una grande verità.
La cautela non è un’illusione; è una condizione che permette di vivere qui
come uomini. Essa non è qualcosa che ci si deve perdonare, ma che deve essere
accettata come un istinto necessario al mantenimento del vostro corpo. Ma fate
un ulteriore passo avanti in questa comprensione. Riconosciuto che il vostro
corpo vi ha protetti per permettere alla piccola, meravigliosa e creativa scintilla
che voi siete di evolversi qui, è giunta l’ora per voi di andare oltre la carne per
entrare negli aspetti immortali del vostro spirito e della vostra anima. Questo è il
momento, se volete, in cui è lo spirito del vostro essere ad occuparsi del vostro
corpo ed a proteggerlo - attraverso un’illimitata comprensione del pensiero.
Ciò che dovete fare ora è diventare quel Dio che voi siete - convinto...
fermo... sovrano... IO SONO. L’unica illusione che dovete dominare è l’illusione di
non avere la capacità di diventarlo! E come rimuovere quest’illusione?
Semplicemente rimuovendola dai vostri processi mentali. Tutto ciò che fate nel
pensiero e nel sentimento, è realtà -anche se non si manifesta nella realtà di
questa dimensione. Una volta abbracciato il pensiero che siete Dio, che siete il
principio - IO - SONO, lo siete già diventati.
Ama ciò che sei, maestro. Amalo! Sappi che sei eterno, che sei Dio. Sappilo!
Sentilo! Abbraccia questo pensiero. Quando il retaggio degli istinti che ti hanno
protetto per secoli si confronterà con il sapere che, in verità, non sei mortale,
bensì immortale, che, in verità, non sei un uomo limitato, bensì un Dio illimitato,
allora la tua anima trasmetterà questo pensiero illimitato alla massa cellulare del
tuo corpo, e la massa delle cellule giubilerà. Allora il tuo corpo si conformerà,
felice, ai pensieri illimitati del grande dio che vive in lui. E così come il vostro
corpo quando basava la sua esistenza sugli istinti, aveva in sé insicurezza e
cautela, ora avrà nelle sue cellule il Dio illimitato, e la materia del corpo potrà
allinearsi alla totalità del Dio-Io-Sono.
Essere di più te stesso, maestro, significa semplicemente superare i limiti
della tua insicurezza. E quando tu, che finora sei stato protetto dal tuo corpo,
rivendicherai il dominio su tutto ciò che rientra nella tua comprensione, il corpo,
felice, ti seguirà.
Ama te stesso, maestro, pienamente. Ama la vita - e tutto ciò che essa è!
Se lo farai, tornerai alla tua unità, te lo assicuro - semplicemente grazie ad un
atteggiamento interiore e in meno di un momento. Non occorre di più. Basta
sapere.
Capitolo 16
Reincarnazione
Siete tornati per fare esperienza di Dio dei principi dell’IO SONO. E i
principi dell’IO SONO comprendono ogni atteggiamento interiore, ogni
emozione, ogni illusione nei reami del Pensiero chiamato Dio.
MAESTRO: Non sono venuto per farti qualche specifica do manda. Sentivo
che ciò che avresti detto a chiunque di noi, avrebbe avuto un significato per tutti.
Ramtha: Così è... e così è stato.
Maestro: Ma vorrei farti due domande di carattere generale. Hai detto
che quando abbandoniamo questo piano, ci aspetta sempre qualcosa di meglio.
Ramtha: E esatto. Anche quando lasci questo incontro ti aspetta un
momento più grande del tuo essere, perché la tua vita avanza ogni momento per
essere più grande del momento precedente.
Maestro. Potresti dirci qualcosa sui meccanismi della reincarnazione? Perché
dovremmo andarcene da qui per qualcosa di meglio per poi tornare di nuovo qui?
Veniamo forse rimandati qui per imparare qualcosa?
Ramtha: Prima di tutto, maestro, come puoi affermare che non ci sia
qualcosa di meglio per te anche qui in un futuro?
Maestro: Perché la vita qui sembra una dura lotta, che ci costringe a
misurarci con la sofferenza e la tristezza. Anche se forse personalmente non si fa
l’esperienza del dolore, tuttavia lo si vede ovunque attorno a noi. È certo che qui
c’è molto dolore, ed è difficile immaginarsi che possa andare meglio in un
prossimo futuro.
Ramtha: L’ultima “sofferenza” qui è stata la fame, e tutti erano sempre
affamati. Bisognava lavorare duramente per guadagnarsi un pennyo una rupia o
un siclo per comprarsi un pezzo di pane, del formaggio e del vino acido e
riempirsi lo stomaco vuoto. Guardati attorno ora. Sono tutti impegnati a
combattere la loro obesità! Ora che tutti sono ben nutriti e rotondetti, arriva uno
e dice: “No, no, no! Non siete per nulla belli!” E allora tutti si sforzano a fare di
nuovo la fame... Non è un’ avventura la vita?
La “sofferenza” qui, maestro, è lego.
Maestro: Va bene, ma non sono sicuro di capire qual è il punto. Sembra che
tu dica che la vita procede in modo circolare. Ma questo cerchio avrà una fine?
Ramtha: La vita non procede come un cerchio, maestro, e non si ripete.
Essa cambia sempre, si evolve ogni momento, ma ... per essere costante. La vita
è onnicomprensiva e crea il prossimo momento con la forza del suo stesso
essere, del suo stesso E. E creata ogni momento da ogni essere secondo il suo
atteggiamento interiore. È l’atteggiamento verso la vita che fa sembrare circolari i
cicli del suo cambiamento.
La reincarnazione è veramente una verità. È semplicemente smettere un
corpo - perché lo si fa morire con i propri atteggiamenti interiori - ed assumerne
un altro, qui o in qualsiasi altro luogo sul piano dèlla materia.
Perché si ritorna qui? Perché lo si vuole. Pensi forse che ti si costringa a
tornare qui, che ti si spinga da qualche altro piano in cui ti trovi a tornare in un
corpo, solo per dover riaffrontare lottando il processo della nascita e per
dipendere completamente dagli ego attorno a te?
Non c’è stato nessun decreto che ti abbia mandato qui, maestro, perché non
c’è nessuno che ti possa mai costringere a fare qualcosa contro la tua volontà.
Sei tu colui che ha deciso di tornare qui. Sei tu che hai desiderato esprimerti di
nuovo su questo piano. Quindi se cerchi qualcuno a cui attribuire la colpa delle
tue miserie, dovrai guardarti negli occhi. Sei completamente responsabile della
tua bellezza, del tuo essere, della tua vita, penosa o meravigliosa che sia - ed è
ora che ciò si sappia!
Nessuno è mai costretto a reincarnarsi su questo piano. Ma dopo essere
vissuto qui per eoni, l’uomo comincia a pensare che questo piano sia tutto ciò che
esiste. E quando perde il suo corpo e si allontana dai suoi attaccamenti
emozionali e dai giochi che faceva qui, ben presto sente il desiderio di affrettarsi
a tornare qui perché pensa che questo sia l’unico cielo che ci sia. E per lui è così.
L’unica ragione per cui sei qui è che tu lo vuoi - perché nel tuo essere senti un
bisogno che vuoi soddisfare qui. E il bisogno consiste nell’esprimere gioia, o
dispiacere, o compassione, o ira, o dolore, o qualsiasi altra cosa che desideri
sperimentare su questo piano dell’illusione - perché tu possa averne quanto ti
basta. Poi, quando ciò ti stanca o ti annoia, puoi cambiare il tuo atteggiamento
interiore e sperimentare qualche altra emozione. E così semplice.
Può l’utopia esistere accanto al dolore, al dispiacere e a situazioni infernali?
Lo può, in verità. Perché è solo questione di atteggiamento interiore.
Sei tornato qui per fare esperienza di Dio, per comprendere il sé, per vivere
i principi dell’IO SONO. E i principi dell’IO SONO comprendono tutto ciò che uno è
- ogni atteggiamento interiore, ogni emozione, ogni carattere, ogni situazione
illusoria nei reami del Pensiero chiamato Dio.
Sai perché hai assunto l’identità che ora sei? Perché hai già vissuto prima la
maggior parte degli altri ruoli, ed ora stai sperimentando questo. Come mai sei
diventato un uomo benestante, invece di un bambino affamato? Perché sei stato
il bambino affamato che ha voluto diventare un uomo benestante e così ora lo
sei. E perché non sei il panettiere che fa il pane per mantenere la sua famiglia?
Perché, maestro, sei già stato il panettiere che ha fatto il pane per mantenere la
sua famiglia. Ora sei colui che lo compra.
La cosa splendida in questo regno è che esso è duraturo e mutabile. E che
tu puoi inscenare qualsiasi parte desideri. E mentre avanzi sulla piattaforma della
vita, avanzi anche verso piani che ti offrono un palcoscenico per recitare fino in
fondo le illusioni che permettono al tuo essere il massimo apprendimento. E su
questo palcoscenico sei libero di diventare re o mendicante, amante o amato,
schiavo o uomo libero -secondo l’illusione che ti fornisce la comprensione di cui la
tua anima ha bisogno per la propria realizzazione.
Ci sono molte esperienze che non hai mai conosciuto, maestro, perché ci
sono cose che non hai mai fatto ed esseri che non sei mai stato.
Ci sono esseri in questo mondo che vivono in sublime pace e che hanno
bisogni molto semplici. E qualunque cosa loro serva, qualunque cosa vogliano,
essi semplicemente la manifestano. Vivono nella gioia e nella felicità, maestro -
atteggiamenti ed avventure del pensiero questi, che tu devi ancora scegliere per
la tua esperienza.
Ci sono molte comprensioni che devi ancora vivere. E sai qual è la più
grande di tutte? Semplicemente vivere per vivere. Vivere semplicemente per
vivere è la più grande conquista nella comprensione della vita. Perché allora
conoscerai la pace. Allora conoscerai la gioia. Allora, maestro, diventerai di nuovo
totalmente Dio.
Devi ancora fare l’esperienza di questa comprensione della vita, perché hai
permesso a te stesso di restare intimidito nel ruolo di chi mantiene, di chi lavora,
di chi è competitivo, di chi è idealista, di chi soffre, di chi è nevrotico. Hai
accettato questa come tua sorte, e così è. Ma riconosceresti che queste sono solo
la minima parte delle tue possibilità di scelta nella vita, se tu ti permettessi di
prendere in considerazione anche il resto.
Questa vita, indipendentemente da tutto ciò che è successo nella storia
dell’umanità, è veramente straordinaria. Purtroppo chi abita nelle città, immerso
nella stagnazione e nella pesantezza della consapevolezza sociale, pensa che
questo sia un luogo miserabile e disgustoso per viverci. Ma se nel profondo del
tuo essere trovi il coraggio di staccarti dalle aspirazioni, dall’intimidazione e dalla
consapevolezza limitata degli uomini per andare a vivere in luoghi selvaggi,
tutt’uno con il Dio in te, scoprirai che la vita è veramente splendida; che è
perenne, illimitata e meravigliosa.
La ragione per cui sei tornato, maestro, è vivere. Ma non ti sei ancora
staccato dalle cose che ti legano a questo piano per poter sperimentare la maestà
di Dio e della vita. Non hai ancora camminato su un ghiacciaio, non ti sei ancora
riparato sotto un ponte di pietra, non hai ancora spiato d’inverno dalla finestra
per vedere un fringuello, luminoso sullo sfondo della neve. Né sei stato in
profonde caverne, né hai camminato nel deserto, né hai osservato un serpente
alla ricerca del suo cibo. E non hai mai dormito completamente solo in una
grande piramide, né hai esplorato luoghi dove nessuno è mai stato - e ce ne sono
molti di questi luoghi. Non hai
mai veleggiato attraverso un grande oceano, non hai mai visto saltare i
pesci e non hai mai seguito un cervo in un folto bosco.
Non hai fatto molte cose che sarebbero elettrizzanti, eccitanti e meravigliose
per il tuo essere. E in nessuna di queste espenenze avrebbe il minimo peso il tuo
lavoro o il tuo grado d’istruzione, la tua posizione sociale o l’età della tua
macchina.
Queste esperienze sono aspetti della vita che devi ancora affrontare. Ma se
lo farai, esse abbatteranno le tue nevrosi, le tue paure, i tuoi imbrogli e i tuoi
dubbi. E ci saranno momenti in cui ti sentirai scoppiare dalla gioia - e sentirai il
desiderio che qualcuno assista a questa tua esplosione di gioia, anche se ciò ti
metterebbe in imbarazzo. Questa è la tua natura. Ma non c’è nulla di sbagliato.
Semplicemente non ti sei ancora permesso di sperimentare tutte le possibilità di
scelta che hai qui, perché sei stato impietosamente spinto a diventare un ideale
illusorio a cui la gioia e la libertà della vita sono del tutto estranee.
Quindi, se non vuoi ritornare qui, non farlo! Non lo devi fare. Io non sono
mai più ritornato, perché sono asceso con il vento ed ho portato con me tutto ciò
che ero. E in questo modo sono diventato un essere libero. Un essere libero! E ciò
perché ho trasceso tutto ciò che avevo fatto qui nella mia vita. Ho perdonato a
me stesso, ho abbracciato questa vita e ho continuato ad occuparmi del mio
“essere Dio”. E se l’ha potuto fare un povero barbaro ignorante, lo puoi
sicuramente fare anche tu.
La via per chiudere con la vita qui, è viverla, amarla e diventare una parte
delle cose semplici. È liberarsi da ogni ideale che intimidisce, limita e restringe la
libertà della vita. È vivere nella propria libertà, amare sé stessi e cessare di
confrontarsi con gli altri.
Se smetti di vivere per piacere alla società, e vivi invece per il tuo ideale,
per la tua verità, qualunque essa sia nel profondo del tuo essere, e ami il tuo
essere eterno, allora diventerai uno con le piante, con i pesci e, in verità, con
tutta la vita.
Allora potrai dire: “Ho concluso questa esperienza. Ho amato tutta la vita
qui: e avendo fatto ciò, sono pronto per una nuova avventura. Sono pronto per
un lontano regno, per una nuova comprensione e per un modo completamente
diverso di essere.” Quando avrai fatto ciò, maestro, splendente di gloria lascerai
questo piano. Così come anch’io l’ho lasciato.
Amo intensamente questo piano. Attraverso spesso le sue valli. Soffio tra le
foglie degli alberi e divento parte del sorriso dei bambini. So cos’è questa vita,
perché non ho evitato di sperimentarne i valori. Ma ciò che più conta è che
conosco le sofferenze di coloro che più di tutto amo, i miei amati fratelli. Io ho le
risposte, ma non servono a molto se non vengono utilizzate.
La ragione per cui tu e chiunque altro vi esprimete qui, è che lo volete.
Questa è la reincarnazione.
Maestro: Ti ringrazio. Dovrò riflettere su quanto hai detto.
Ramtha: Fallo. Perché se lo farai, forse sceglierai di essere più buono con il
tuo essere e ti permetterai la libertà di respirare con maggior leggerezza.
Maestro: Mi chiedo se puoi raccontarci qualcosa su ciò che fai quando non
sei calato in questo piano.
Ramtha: Faccio quello che fate voi - mi esprimo. L’unica differenza è che voi
vi esprimete in modo limitato, io no. Il mio campo d’ azione sconfina nell’eternità,
perché il mio pensiero non si sofferma mai sulla mia fine, che infatti non esiste.
In verità mi muovo col vento perché questo è stato il mio più grande desiderio.
Io sono felice. E osservo la tua vita, e osservo la vita di questa donna, e
quella di quest’uomo. Vedo le vostre illusioni e, mentre voi le prendete
tremendamente sul serio e le dipingete di nero, io rido. Perché so che tutto ciò
che dovreste fare è solo riuscire a vedere di più; perché c’è di più.
Io mi esprimo, maestro, e sono felice di ciò che sono. E quando non sono
l’identità che ora vedete qui, sono il CIO’-CHE-E, la piattaforma da cui
scaturiscono tutte le cose. Perché il settimo livello è la totalità del pensiero, il
grande vuoto che mantiene in orbita i vostri pianeti, tiene insieme le vostre
cellule e comprende tutte le cose fino ai più lontani territori dell’eternità. E
quando si è un essere del settimo livello, i livelli non esistono più; esiste solo l’È.
Nell’È si diventa tutto il sentimento di tutte le cose, di tutto il sapere, di tutto il
pensiero.
Riflettete su ciò che significa essere Pensiero. Quanto lontano può viaggiare
un pensiero? Potete posare un pensiero sulla superficie del sole? Oppure sulla
parte in ombra della luna? O sulle grandi e piccole stelle del vostro cielo? Potete
mandare un pensiero a un altro essere di un altro piano? Lo potete fare in meno
di un attimo. Avete direttamente in voi la capacità di farlo. Ma siete voi che non
lo volete. Voi volete esprimervi come state facendo, e così è.
Maestro: C’è un certo punto in cui comprendiamo perché continuiamo a
ritornare?
Ramtha: Sì, c’è. È chiamato felicità. E questo punto lo si raggiunge quando non
c’è più nessun altro che vorresti essere al posto dite stesso, e nessun altro luogo
in cui vorresti essere al posto di quello in cui sei. È il punto della conoscenza. Ed
inoltre, maestro: ciò che per te è sofferenza, miseria e dolore, spesso è felicità
per un altro essere. Tutti qui sono felici delle loro vite. Ma non ne sono
consapevoli perché il loro ideale di felicità è come un pagliaccio che corre qua e là
e trasforma le cose dipingendole di blu, viola e rosa. Tutti qui sono felici perché
fanno esattamente ciò che vogliono fare, secondo la loro volontà. Se vogliono
ammalarsi, si ammalano. Se vogliono essere infelici, lo sono - perché vogliono
esserlo, perché questo è ciò che li rende felici. Tutti qui godono pienamente la
loro vita. Se non lo facessero, morirebbero in un attimo. E quando arriva il loro
momento, muoiono effettivamente, perché pensano di doverlo fare. Un giorno,
maestro, quando sarai in uno stato d’essere di gioia e di pace, semplicemente
guardandoti attorno comprenderai che tutti sono infinitamente felici, qualunque
sia il modo in cui si esprimono.
Maestro.’ Posso farti ancora una domanda? Hai detto che sono stato diverse
persone in altre vite. Puoi dirmi chi sono stato nelle mie vite passate?
Ramtha: Maestro, se dovessimo trovarci per parlare in modo dettagliato di
tutte le tue vite passate, saremmo ancora qui nella tua prossima vita. Il numero
delle tue vite è di ventimilatrecentoquarantasei ... e mezzo. Quindi se vuoi che ti
racconti qualcosa sul tuo passato, devi decidere su che periodo, che paese, che
illusione; e poi potremmo parlarne.
Sai, maestro, ho scoperto che molti di coloro che considerano squallida e
desolante questa vita, spesso amano rivangare il passato perché pensano di
trovarvi quella carica di vita e quel prestigio che sentono mancar loro nel
presente. E fantasticano sul loro passato in un modo fortemente romantico ed
eroico. Perché quando la vita qui è squallida e noiosa, essi possono sempre
vantarsi di essere stati molto eroici in battaglia, di aver dovuto abbandonare
molte donne che piangevano per loro e di essere stati festeggiati all’infinito
dall’intera città, quando tornavano. Oppure in un certo periodo essi erano la più
bella di tutte le donne del mondo e ogni giorno potevano avere ogni uomo come
amante.
Per permettervi di capire meglio, vi dirò quanto segue: tutti voi avete
vissuto molte vite. E queste vite sono state illustri e romantiche, misere e
barbare, famose e famigerate. Ma tutto ciò che siete stati nel vostro passato non
è così grande come ciò che siete ora. Nel momento presente, maestro, sei grande
come non lo sei mai stato, perché sei il sapere e l’esperienza accumulati in tutte
le vite che hai vissuto. Il presente, maestro, è lo scopo di tutto ciò che è stato.
Non sei mai stato migliore di quello che sei ora, e non importa quale sia il
tuo travestimento, la tua illusione o la tua esperienza; perché la saggezza, la
conoscenza e l’amore che possiedi ora, sono grandi come mai prima. Se ti facessi
tornare indietro di cinque vite, non ti riconosceresti più, perché hai raffinato il sé
a tal punto che ora non sapresti più riconoscerlo. Se coloro che sei stato nelle vite
passate potessero vederti oggi, ti considererebbero un gentiluomo, un genio, un
eretico; ti vedrebbero come “un posseduto” perché la tua comprensione è molto
più grande di allora.
Non è saggio guardare indietro per vedere chi sei stato nel passato. Se
guardi indietro in cerca di risposte, non potrai mai fare esperienza di questo
momento della vita e delle risposte che esso riserva per il tuo futuro, perché
saresti troppo occupato a guardare indietro, per vedere il presente. Sei curioso di
sapere chi sei stato in passato, maestro, e non sai nemmeno chi sei ora.
È bene sapere che abbiamo già vissuto prima, perché ciò ci permette di
sperare nel domani. Ma la fondamentale bellezza che ha attraversato tutte queste
esperienze è ancora lì che, in silenzio, riflette ed aspetta di essere risvegliata per
riconoscere che essa è un grande dio che possiede il potere e la libera scelta di
creare la sua vita e di trovare il suo compimento, qualunque esso sia.
Impara a vivere in questo momento presente. Tutti i momenti presenti sono
vergini ed aperti ad ogni possibilità. È il tuo atteggiamento interiore che
trasforma il momento vergine in ciò che tu decidi. Puoi essere scontento,
preoccupato, lamentoso - in un momento. Oppure, un attimo dopo, cambiando il
tuo atteggiamento interiore, puoi diventare amabile, libero, attraente, felice,
gioioso ed esuberante - in quel momento. E un momento dopo ancora, senza che
questo momento sia influenzato da quelli precedenti, puoi diventare malinconico,
brillante, disponibile o pieno di rimorsi - come tu desideri.
Ciò che importa, maestro, è sapere chi sei ora e fare qualcosa per essere
felice in questa vita. Se desideri avere la capacità in una vita futura di ricordare
quella attuale, rendi ogni attimo memorabile in modo che resti vivo per sempre
nella tua anima.
Se desideri vivere dentro l’eternità, devi prima imparare a vivere pie-
namente ogni momento.
Maestro.’ Potresti forse dirmi cosa vedi nel mio futuro?
Ramtha: Chi sarai nel tuo futuro? Sarai sempre tu. Anche se cambieranno
gli occhi, il colore della pelle e la maschera, sarai sempre tu. Avrai sempre la
stessa anima e lo stesso spirito divino del tuo essere. Nella tua prossima vita
reciterai il ruolo illusorio che vorrai. E se sarà su questo piano, dovrai
attraversare il processo della nascita e creare il frutto del grembo secondo il tuo
particolare progetto, facendo in modo che corrisponda al gioco e all’illusione che
hai scelto per quella tua esistenza. Oppure puoi semplicemente vivere senza
l’illusione e proseguire verso un piano di maggior comprensione.
Impara a vivere nel momento presente, maestro. Sii grande in questa vita e
fa esperienza dite. Cavalca il vento. Fai veleggiare un pensiero verso la luna.
Posa uno splendido pensiero sul sole e fagli conoscere chi sei. Siediti su una
stella. Parla all’acqua. Tutto questo sei tu, tutto questo è Dio, tutto questo è vita.
Maestro.’ Ti ringrazio. Un’ultima domanda. Potresti dirmi verso quale livello
mi sto sviluppando?
Ramtha: Verso Dio, maestro. Ti stai sviluppando verso il tuo “essere Dio” -
stai affinando la tua divinità. Sei venuto qui come un dio, ti sei imprigionato nella
carne - nella fame, nel caldo e nel freddo, nei limiti spaziali - ed hai dimenticato
ciò che sei, la tua divinità, il potere, l’intelligenza che di tutto si appropria, che
tutto sa. E ciò ha causato il tuo legame con questo piano - il quale si sta a sua
volta evolvendo verso il settimo livello.
Ti stai sviluppando verso il settimo livello della comprensione, cioè verso la
capacità di riconoscere Dio in tutte le cose. E all’apice di quella conoscenza c’è chi
la crea, che sei tu.
Maestro: Così sia.
Ramtha: E così sarà.
Capitolo 17
Voi avete la capacità di conoscere tutto ciò che è, perché tutto ciò che c’è da
conoscere è nella Grande Consapevolezza di Dio, e la Mente di Dio, come un
cuore pulsante, lo fa fluire verso di voi.
La mente chiusa
Capitolo 19
Aprire la mente
Quanto più amate voi stessi, tanto più il vostro cervello si apre. E allora
diventate più del vostro corpo. Diventate ciò che vi tiene insieme.
TRA TUTTE LE PAROLE CHE SONO STATE CREATE ce n’è una che più di tutte
corrisponde a questo insegnamento - e questa parola è“essere”. Essere! E che
cosa significa? Significa permettere a voi stessi di essere comunque voi siate, e di
amarvi perché siete così. Significa sentire qualunque cosa sentiate e vivere
questa emozione. Essere significa vivere interamente nel momento presente,
perché sapete che è tutto quanto è. Significa fare qualsiasi cosa vogliate fare - e
vivere l’avventura a cui la vostra anima vi spinge.
Per quale motivo dovete semplicemente “essere”? Se vivete in questo modo,
non giudicate mai né voi stessi, né gli altri, né i pensieri che si affacciano alla
vostra mente. Allora non c’è né giusto né sbagliato, né possibile né impossibile,
né perfezione né imperfezione, né positivo né negativo. Non c’è l’illusione del
tempo che non vi permette di sentire ed assaporare la bellezza del momento. ln
uno stato dell’essere, esiste solo l’È della vita e la perennità del momento
presente.
In uno stato dell’essere i vostri pensieri non indugiano più nel passato o nel
futuro, schiavi della colpa e del rimorso, del “devo” e del “dovrei”.
Essere significa non limitarsi ad una particolare verità, ma saper cogliere tutte
le verità. Saper vedere tutte le verità come un È e permettere a ciascuna di
essere analizzata perché possiate stabilire se è operante nel vostro attuale stato
d’essere. Se vivete in questo modo, riflettete a fondo su tutti i pensieri che vi
giungono e, attraverso il cervello, li comprendete come sentimenti nel vostro
corpo - e ciò permette maggior conoscenza, maggior pensiero, maggiore E’.
Quando semplicemente siete, siete allineati con l’È di tutte le cose; e attraverso
questo allineamento potete avere tutto ciò che desiderate - e non dovete fare
nulla se non essere! Il dio del vostro essere attirerà a voi qualunque cosa
pensiate o desideriate - ed essa verrà. Chi è completamente assorbito dai principi
materiali della vita esteriore, irride al principio interiore. “Essere” infatti significa
che avete e siete gia tutto.
Quando semplicemente siete e permettete a voi stessi di ricevere tutti i
pensieri, potete sentire la voce di Dio. E in un attimo potete sapere tutto ciò che
avete sempre voluto sapere. Se non giudicate i vostri pensieri, ma permettete
loro di manifestarsi come emozione nella vostra anima, vivete come un dio
illimitato - semplicemente perché siete aperti all’È e a tutto ciò che è. Diventate
puro canale per il vostro stesso sé divino e vi avvicinate ancor più alla pura
semplicità della Mente di Dio.
Imparate a vivere sapendo e permettendo. E allora avrete dominato lego
limitato e alterato. Avrete dominato il settimo livello, il settimo sigillo, il settimo
cielo. Perché al settimo livello non c’è giudizio; c’è unicamente l’È perenne della
vita.
Quando avrete superato i giudizi, avrete dominato tutto ciò che è su questo
piano e potrete abbandonarlo quando vorrete.
Il valore dell’esperienza