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dice di dipendenza nelle attività della vita late la prevalenza puntuale al primo giorno
quotidiana (ADL). L’ADL viene utilizzato di osservazione, la prevalenza di periodo e
per valutare la capacità del paziente di svol- la densità di incidenza con riferimento ai
gere le più comuni attività della vita di tutti successivi quattordici giorni. Gli intervalli
i giorni (lavarsi, vestirsi, uso dei servizi, tra- di confidenza al 95% per le prevalenze so-
sferimento, continenza, alimentarsi) e assu- no stati ottenuti mediante l’approssimazione
me valori compresi tra zero e 6; ad alti valori normale della distribuzione binomiale e, per
corrisponde un alto grado di dipendenza del la densità di incidenza, mediante l’approssi-
paziente (Katz, 1963). mazione normale della distribuzione di Pois-
Le informazioni ricavate dalle Sdo inclu- son. Il calcolo della prevalenza periodale è
dono: residenza del paziente, tipo di ricovero stato effettuato per verificare la stabilità del-
(elettivo/urgente), motivo del ricovero, pre- la stima puntuale.
cedente passaggio in terapia intensiva, tra- Nella seconda fase dell’analisi, volta a
sferimento da altra UO, diagnosi principali e identificare sottogruppi di pazienti, con di-
secondarie, interventi. missioni ritardate nel primo giorno di osser-
Con l’ausilio di uno specifico algoritmo vazione omogenei al loro interno e disomo-
basato sull’ICD-9-CM e sviluppato dalla genei l’uno rispetto all’altro per un insieme
Agency for Healthcare Research and Quali- di caratteristiche socio-demografiche e clini-
ty americana nell’ambito del progetto HCUP co-assistenziali, è stata eseguita una cluster
(AHRQ, 2012; http://www.hcup-us.ahrq. analysis. La tecnica di aggregazione tra i
gov/toolssoftware/procedure/procedure.jsp), gruppi utilizzata è stata il metodo del lega-
gli interventi sono stati classificati come: dia- me completo (complete-linkage).2 Per misu-
gnostici minori (interventi diagnostici non in rare il grado di dissimilarità tra i pazienti è
sala operatoria), terapeutici minori (interven- stato usato l’indice di Gower (Gower, 1971)
ti terapeutici non in sala operatoria), diagno- e il numero ottimale di gruppi è stato deter-
stici maggiori (interventi diagnostici in sala minato con l’ausilio degli indici pseudo-F
operatoria) e terapeutici maggiori (interventi di Caliński-Harabasz e Je(2)/Je(1) di Duda-
terapeutici in sala operatoria). Hart (Caliński, 1974; Duda, 2001). Le diffe-
Le diagnosi principali sono state indagate renze tra i gruppi risultanti sono state quindi
al ricovero indice; le comorbidità sono sta- analizzate attraverso i test t di Student, χ2 di
te valutate sia nel ricovero indice sia nelle Pearson, U di Mann-Whitney e il test esat-
ospedalizzazioni occorse nei due anni pre- to di Fisher, in funzione della tipologia delle
cedenti. Le diagnosi sono state classificate variabili considerate.
in 31 gruppi utilizzando una versione ag- Le analisi statistiche sono state condotte
giornata dell’algoritmo di Elixhauser (Quan, con il software Stata, versione 12 (StataCorp.
2005). Ai gruppi di patologia dell’algoritmo 2011. Stata Statistical Software: Release 12.
sono stati aggiunti la demenza (codici 290.x, College Station, TX: StataCorp LP).
294.1, 331.2) e la frattura di femore o spalla
(codici 733.14, 733.15, 808.x, 810.x, 811.x,
3. Risultati
812.0–812.1, 820.x, 821.x). In Appendice
sono elencati i 33 gruppi di patologia coi ri-
spettivi codici ICD-9-CM. 3.1. Caratteristiche del campione
Le UO sono state classificate, in base alla Lo studio ha coinvolto 256 UO: 50 di
disciplina di appartenenza, in unità di Chi- Chirurgia generale (13,5%), 18 di Geriatria
rurgia generale, Geriatria, Medicina genera- (7,0%), 84 di Medicina generale (32,8%),
le, Ortopedia/Traumatologia, ed LPARE. Le 40 di Ortopedia/Traumatologia (15,6%) e 64
Aziende sono state classificate come Ausl o LPARE (25,0%). Complessivamente, que-
Aosp. ste UO rappresentano più del 90% delle UO
della Regione Emilia-Romagna appartenenti
alle varie discipline considerate e dotate di
2.2. Analisi statistica
posti letto per acuti. In particolare, l’indagine
Nella prima fase dell’analisi, volta alla ha riguardato un totale di 6.952 posti letto, di
determinazione delle misure di occorrenza cui 1.130 di Chirurgia generale (16,3%), 562
delle dimissioni ritardate, sono state calco- di Geriatria (8,1%), 2.851 di Medicina gene-
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PER LA RICERCA E L’APPROFONDIMENTO
rale (41,0%), 1.093 di Ortopedia (15,7%) e Nell’intero periodo di studio sono state
1.316 di LPARE (18,9%). calcolate 8.797 giornate di ricovero in pa-
zienti con dimissioni ritardate su un totale di
92.822 giornate complessive (9,5%). Que-
3.2. Prevalenza e incidenza
sto dato equivale a 590 posti letto occupati
Nel primo giorno di studio (giorno 0) i mediamente ogni giorno da pazienti clinica-
pazienti presenti nelle UO considerate era- mente idonei alla dimissione.
no 6.325, di cui 510 (8,1%) con dimissione
ritardata. La prevalenza di periodo nei suc-
3.3. Cause di dimissione ritardata
cessivi quattordici giorni è risultata di poco
superiore: 8,4% (tabella 1). Il dato di pre- La tabella 2 mostra la distribuzione delle
valenza più alto, puntuale e periodale, si cause di dimissione ritardata per disciplina
registra nelle LPARE (15,2% e 16,8%, ri- dell’UO di ricovero nei pazienti osservati al
spettivamente). Il secondo dato più alto di giorno 0. Quasi un terzo dei pazienti con di-
prevalenza puntuale si registra nelle UO di missione ritardata (28,4%) attende un posto
Ortopedia/Traumatologia (9,6%), seguito letto in struttura residenziale e quasi un quar-
da quello delle UO di Geriatria e Medicina to (23,7%) attende un posto letto in LPARE.
generale (6,4% e 6,1%, rispettivamente). La Il 14,5% dei pazienti attende un posto letto
prevalenza più bassa si registra nelle UO di per acuti in altra UO e il 16,7% subisce un
Chirurgia generale (3,1%) (tabella 1). mancato ritorno a domicilio per carenza del-
Nei successivi giorni di rilevazione sono la rete familiare. Quasi la metà dei pazienti
stati individuati 988 nuovi casi di dimissio- con dimissione ritardata in LPARE è in atte-
ni ritardate, con un tasso di incidenza pari sa di un posto letto in struttura residenziale
a 12,3%. I tassi di incidenza sono simili in (45,3%). Infine, il 40% circa delle dimissioni
tutti i tipi di UO (dal 12,1% nelle UO di Me- ritardate nelle UO di Chirurgia generale, Ge-
dicina generale al 15,6% nelle LPARE) ad riatria o Medicina generale ha origine dall’at-
eccezione delle UO di Chirurgia generale, in tesa di un posto letto in LPARE (37,0%,
cui il tasso di incidenza è 5,8% (tabella 1). 40,0% e 42,1%, rispettivamente).
Nei pazienti ricoverati nelle UO di LPARE
il rischio di subire una dimissione ritardata è
3.4. Caratterizzazione dei pazienti con di-
di quasi tre volte superiore rispetto al rischio
Tabella 1 missione ritardata
nei pazienti ricoverati in Chirurgia generale
Prevalenza e tasso (RR = 2,7). La cluster analysis condotta sui 510 pa-
di incidenza di dimissioni
ritardate con intervalli Nelle figure 1 e 2 sono riportate le preva- zienti con dimissione ritardata ha portato
di confidenza al 95% lenze di periodo e le densità di incidenza per all’identificazione di due gruppi eteroge-
per disciplina di ricovero Azienda di ricovero. nei tra loro, denominati di seguito G1 e G2.
Durata
Dimissioni Dimissioni Tasso mediana (2)
Prevalenza Prevalenza
Disciplina dell’UO (1) ritardate ritardate di incidenza di degenza
puntuale (%) di periodo (%)
(giorno 0) (giorni 1-14) (‰) (1) protratta
(giorni)
Totale 510 998 8,1 (7,4-8,7) 8,4 (7,7-9,0) 12,3 (11,5-13,1) 5 (7)
(1) Il tasso di incidenza esprime il numero di nuovi pazienti con dimissione ritardata ogni 1.000 giorni-paziente.
(2) Sono state calcolate la mediana e la differenza interquartile per tenere conto della distribuzione asimmetrica della variabile.
(3) UO, unità operativa; LPARE, lungodegenza post-acuzie e riabilitazione estensiva.
Figura 1
Prevalenza periodale
20
di dimissione ritardata
nelle 17 Aziende di ricovero
dell’Emilia-Romagna (A-S),
con intervalli di confidenza
al 95%
Prevalenza di periodo (%)
10 5
0 15
A B C D E F G H I L M N O P Q R S
Figura 2
Densità di incidenza
di dimissione ritardata
25
al 95%
10 5
0 15 20
A B C D E F G H I L M N O P Q R S
Linea tratteggiata, densità di incidenza regionale (12,3‰).
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PER LA RICERCA E L’APPROFONDIMENTO
Disciplina dell’UO
Totale
Motivazione della dimissione ritardata Chirurgia Medicina Ortopedia/
Geriatria LPARE (n = 503) (1)
generale generale traumatologia
(n = 35) (n = 190)
(n = 27) (n = 164) (n = 87)
(1) Sono esclusi dal conteggio i pazienti con causa di dimissione ritardata non nota (n = 7).
Il gruppo G1 è composto da 134 pazienti dimissione ritardata (56,0% vs. 33,0%, p <
Tabella 2 (26,3%) e il gruppo di G2 da 376 pazienti 0,001); al contrario, i pazienti G2 rimangono
Motivazione (73,7%). più di frequente nella stessa UO in cui so-
della dimissione ritardata
per disciplina dell’UO
La figura 3 mostra la distribuzione per- no stati inizialmente ricoverati (44,0% vs.
di ricovero centuale dei pazienti G1 e G2 per disciplina 67,0%, p < 0,001).
dell’UO di ricovero. Nelle UO di Geriatria e La quasi totalità dei pazienti G2 è stata ri-
Medicina generale circa il 10% dei pazien- coverata in urgenza, mentre solo la metà dei
ti con dimissione ritardata appartiene a G1e pazienti G1 ha sperimentato questo regime
il restante 90% a G2. Nelle UO di Chirurgia di ammissione (97,1% vs. 51,5%, p < 0,001).
generale e Ortopedia/Traumatologia circa Quasi il 30% dei pazienti G1 ha trascorso
un quarto dei pazienti appartiene a G1 e tre un periodo di ricovero in terapia intensiva, a
quarti a G2. Infine, il 43% dei pazienti rico- fronte del 2% dei pazienti G2 (p < 0,001).
verati in LPARE appartiene a G1 e il restante I pazienti G1 vengono ricoverati più fre-
57% a G2. quentemente con fratture di femore o spalla
Nella tabella 3 sono confrontate le carat- in diagnosi principale o secondaria e hanno
teristiche dei pazienti G1 e G2. La distribu- un minor numero di ospedalizzazioni negli
zione per genere è simile nei due gruppi (p = anni precedenti il ricovero indice; di con-
0,817), così come il livello di autosufficienza tro, i pazienti G2 presentano più spesso una
(Il paziente vive solo: p = 0,429; ADL: p = diagnosi principale di insufficienza cardiaca
0,243). Di contro, emerge che i pazienti G1 congestizia e patologie secondarie quali arit-
sono più giovani (G1: età media = 72,6; G2: mia cardiaca e demenza (tabella 3).
età media = 80,4; p < 0,001), si trovano più I pazienti G1 sono più di frequente sotto-
frequentemente in LPARE (G1: 61,9%; G2: posti a un intervento terapeutico maggiore
29,5%; p < 0,001), e meno frequentemen- (47,0% vs. 29,0%, p < 0,001) mentre i pa-
te in Medicina generale (13,4% vs. 39,4%, zienti G2 sono più frequentemente sottoposti
p < 0,001) e Geriatria (3,0% vs. 8,2%, p < a procedure diagnostiche (9,7% vs. 22,9%, p
0,001). Inoltre, i pazienti G1 vengono am- < 0,001).
messi più spesso in una UO di disciplina Il 29,9% dei pazienti G1 viene dimes-
diversa da quella in cui poi subiscono una so in ritardo in attesa un posto letto in una
Figura 3
Distribuzione percentuale
Chirurgia generale dei gruppi G1 e G2
25,0 75,0
per disciplina dell’UO
di ricovero
Geriatria
11,4 88,6
Medicina generale
10,8 89,2
Ortopedia/
Traumatologia 25,3 74,7
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
G1 G2
struttura residenziale (pubblica o privata), il prossimità del limite inferiore di tale range
20,2% per carenza della rete familiare (o per- (McDonagh, 2000).
ché la famiglia non accetta la dimissione) e Pur con una condivisa definizione del-
il 16,4% perché attende un altro posto letto le dimissioni ritardate e in presenza di una
per acuti o in riabilitazione. Nel gruppo G2, bassa prevalenza, si è evidenziata una note-
invece, i motivi più frequenti di ritardo della vole variabilità del fenomeno nelle diciasset-
dimissione sono: attesa di un posto letto in te aziende sanitarie della Regione. Questo
LPARE (28,2%), attesa di un posto letto in risultato conferma l’esigenza di cogliere le
una struttura residenziale (27,9%) e carenza cause dei ritardi delle dimissioni per piani-
della rete familiare (15,5%). ficare strategie di intervento nei vari conte-
sti organizzativi (Costa, 2012). L’esperienza
dell’Azienda ospedaliera di Parma (Camini-
4. Discussione
ti, 2013) ha indicato che puntare sulla sensi-
Nelle UO di Chirurgia generale, Geriatria, bilizzazione dei clinici e sulla loro assunzio-
Medicina generale, Ortopedia/Traumatolo- ne di responsabilità attraverso una procedura
gia ed LPARE dell’Emilia-Romagna, l’8% di audit e feedback porta a una riduzione del
dei pazienti ospedalizzati presenta una di- 16% delle occupazioni non necessarie dei
missione ritardata, con un’incidenza di 12 posti letto. Questo risultato si riconferma a
nuovi casi ogni 1.000 giorni-paziente. Dal un anno dall’istituzione di questa strategia di
nostro studio emerge, inoltre, che circa il intervento. Tale evidenza suggerisce la pos-
10% dei posti letto è occupato ogni giorno da sibilità di intervenire in modo efficace sul
questi pazienti. fenomeno delle dimissioni ritardate attraver-
Da una revisione sistematica della lettera- so una focalizzazione sul processo di dimis-
tura di studi riferiti ai pazienti anziani emer- sione. I risultati del nostro studio consentono
ge che l’utilizzo inappropriato dei posti letto invece di interrogarsi su interventi più strut-
per acuti varia dal 6% al 78%, pertanto il va- turali che permettano di ridurre l’uso non ef-
lore rilevato nel presente studio si colloca in ficiente della risorsa posto letto per acuti.
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Tabella 3
Differenze tra le caratteristiche dei due gruppi di pazienti con dimissione ritardata (G1 e G2)
Gruppo
Caratteristiche dei pazienti con dimissione ritardata Tutti (n=510)
G1 (n=134) G2 (n=376) p-value
Numero di ricoveri nei due anni precedenti (%), mediana [IQR] 4 [9] 3 [5] 5 [9,5] 0,003
Numero di comorbidità rilevate nei precedenti ricoveri (%), mediana [IQR] 2 [5] 1 [3] 1 [3] 0,360
(segue) Tabella 3
Differenze tra le caratteristiche dei due gruppi di pazienti con dimissione ritardata (G1 e G2)
Il paziente risiede in una provincia diversa da quella dell’UO (%) (8) <0,001
No 463 (90,8) 106 (79,1) 357 (95,0)
Sì 47 (9,2) 28 (20,9) 19 (5,0)
(1) Gli interventi diagnostici minori e maggiori sono analizzati congiuntamente per via dell’esigua numerosità degli interventi diagnostici.
(2) Sono riportate solo le diagnosi principali e le comorbidità le cui distribuzioni differiscono tra i due gruppi.
(3) Sono esclusi dal conteggio i pazienti con motivo di dimissione ritardata non noto (n = 7).
(4) Escludendo la modalità Altro/Non noto, il p-value è ancora significativo (p = 0,025). La presenza di dati mancanti (Non noto) è dovuta al fatto che alcuni
dei pazienti osservati al giorno 0 sono ancora ricoverati al termine delle due settimane di osservazione.
(5) Il paziente rimane nella stessa UO, o viene trasferito ad altra UO.
(6) Trasferimento in: LPARE, UO di riabilitazione cod. 56, struttura socio-sanitaria residenziale (pubblica o privata).
(7) Altro comprende: dimissione volontaria, Day Hospital.
(8) Variabile ricodificata per via dell’esigua numerosità dei pazienti residenti in un’altra regione o all’estero.
DS, deviazione standard; Mmg, medico di medicina generale; IQR, intervallo interquartile; Adi, assistenza domiciliare integrata; PL, posto letto; ADL, indi-
ce di dipendenza nelle attività della vita quotidiana.
Negli ultimi anni, nella Regione Emilia- conoscitiva nel processo di miglioramento di
Romagna sono state promosse strategie di percorsi di cura specifici e mirati, così come
intervento per migliorare il management dei di una più efficiente gestione delle dimissio-
posti letto ospedalieri, tra cui la gestione de- ni e dei rapporti con il territorio.
gli ospedali per intensità di cura, la gestione Nel presente studio, la cluster analysis
unificata dei flussi dei pazienti in uscita dai ha evidenziato due gruppi di pazienti con
reparti per acuti e l’istituzione di strutture dimissione ritardata che presentano diverse
di ricovero intermedie. L’analisi dettagliata caratteristiche socio-demografiche e clinico-
delle cause di dimissione ritardata e l’identi- assistenziali. Il gruppo G1 rappresenta quasi
ficazione di sottotipi di pazienti con ricovero un terzo della popolazione ed è costituito da
protratto costituiscono un’importante tappa pazienti mediamente più giovani, senza co-
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morbidità, ricoverati più frequentemente in sizione delle dimissioni protette dei pazienti
reparti di Medicina generale e Ortopedia/ anziani e fragili. In quest’ottica, un’altra pos-
Traumatologia. Quasi un terzo di questi pa- sibile soluzione è rappresentata dall’istitu-
zienti transita in terapia intensiva e quasi la zione di strutture intermedie con l’obiettivo
metà è sottoposta a intervento terapeutico di ridurre le dimissioni ritardate dei pazienti
maggiore. I pazienti G1 subiscono un ritardo anziani in attesa di una collocazione in strut-
nel processo di dimissione dopo essere stati ture residenziali o al domicilio. Le strutture
trasferiti in LPARE. Questo ritardo è legato intermedie, ampiamente descritte in lettera-
principalmente all’attesa di un posto letto in tura (Baumann, 2007; Bryan, 2010; Mur-Ve-
una struttura residenziale, alla carenza della eman, 2011) sono servizi di cura extra-ospe-
rete familiare e all’attesa di un posto letto in dalieri che permettono il passaggio graduale
un reparto di riabilitazione. Il secondo grup- del paziente dal ricovero per acuti al territorio
po, G2, include più dei due terzi dei pazien- e all’assistenza sociale. Secondo una revisio-
ti, mediamente più anziani, con ricoveri nei ne Cochrane, l’istituzione di queste strutture
due anni precedenti e storia di comorbidità di aumenta il benessere dei pazienti, favorisce
tipo cardiovascolare e che sono ammessi in le dimissioni a domicilio e riduce i tassi di ri-
urgenza presso reparti di Medicina generale ammissione in ospedale (Griffiths, 2007). Le
e Geriatria. Questi pazienti presentano una strutture di cure intermedie permettono inol-
dimissione ritardata negli stessi reparti in cui tre di ridurre la durata di degenza ospedaliera
sono stati ammessi, per lo più in attesa di un e di preservare il più possibile il grado di in-
trasferimento in LPARE. dipendenza raggiunto dal paziente (Steiner,
I gruppi identificati delineano due realtà 2002; Garåsen, 2007). Va però segnalato che
assistenziali distinte cui le organizzazioni si tratta di un setting di cura che richiede uno
sanitarie sono chiamate a dare una risposta. specifico investimento di risorse poiché pre-
La più numerosa, rappresentata dai pazienti vede la formazione di diverse figure profes-
G2, comprende quei pazienti anziani e poli- sionali e la predisposizione di percorsi di cu-
patologici che spesso utilizzano in maniera ra personalizzati. Due studi olandesi hanno
inappropriata l’ospedale. Una presa in carico evidenziato che l’istituzione delle strutture
secondo modelli di gestione integrata della intermedie decongestiona i flussi ospedalieri
patologia cronica potrebbe favorire, oltre al- e migliora il benessere del paziente, a patto
le dimissioni protette, anche la riduzione dei però che il personale coinvolto sia opportu-
flussi in entrata di questi pazienti. A tal fine namente formato e motivato (Mur-Veeman,
è necessario rivisitare il ruolo della medici- 2011) e che l’organizzazione di tali strutture
na generale e predisporre il mix dei servizi sia chiara, renda partecipi gli stakeholder e
necessari per il supporto a pazienti anziani, tenga conto delle caratteristiche della popo-
polipatologici e fragili. lazione target (Plochg, 2005).
Fra le soluzioni organizzative proposte Nella Regione Emilia-Romagna già dagli
dalla regione Emilia-Romagna per favorire la anni Novanta è stato sperimentato questo ti-
migliore presa in carico dei pazienti a livel- po di struttura, anche se non esplicitamente
lo territoriale figurano le Case della salute, prevista nei documenti di programmazione
strutture in cui si erogano prestazioni socio- regionale. Nel 1995, l’Azienda Usl di Forlì
sanitarie favorendo, attraverso la contiguità ha avviato un Country Hospital nel comune
spaziale dei servizi e degli operatori, l’unita- di Premilcuore e successivamente, nel 1996,
rietà e l’integrazione dei livelli di assistenza nel comune di Modigliana. I Country Hospi-
(Del. G.R. 291/2010). Queste strutture rap- tal sono piccoli ospedali, perlopiù in zone di
presentano il luogo fisico di riferimento per provincia, riconvertiti in strutture intermedie
l’erogazione delle cure territoriali e devono fisicamente collegate ai servizi sanitari e so-
garantire la presenza stabile di équipe di cio-assistenziali del territorio, destinati pre-
professionisti sanitari e sociali che possono valentemente agli anziani affetti da patologie
effettuare un’ampia gamma di prestazioni ri- che non necessitano di assistenza sanitaria
ducendo il ricorso improprio all’ospedale. complessa (Aulizio, 2002). In questo senso,
La presenza di strutture territoriali efficaci il Country Hospital si configura come un mo-
ed efficienti che lavorano in maniera coordi- dello di struttura socio-sanitaria intermedia
nata è anche il presupposto per la predispo- ad assistenza infermieristica con consulenza
medica (eventualmente fornita dal medico di nel decennio successivo. Nella contingenza
medicina generale) e si colloca come poten- attuale, in cui occorre razionalizzare l’uso
ziale anello di congiunzione fra gli ospedali delle risorse, è oltremodo necessario inve-
per acuti, la rete dei servizi domiciliari e le stire ulteriormente sulla gestione del flusso
strutture residenziali per anziani (Residenze dei pazienti durante l’intero percorso di cura
sanitarie assistenziali, Case protette o di ri- e puntare alla differenziazione dei livelli di
poso). Secondo il rapporto di Age.Na.S. del assistenza, non tanto e non più per discipline,
2009 (Age.Na.S., 2009), attualmente tutte le ma sulla base della complessità dei pazienti
Regioni italiane (a eccezione di Sicilia, Basi- e dei loro bisogni assistenziali. L’organizza-
licata e Provincia autonoma di Trento) hanno zione dell’ospedale per intensità di cura deve
istituito queste strutture di ricovero, spesso prevedere l’adozione di specifiche metodo-
denominate Ospedali di comunità. logie per la gestione del flusso dei pazienti
L’altro gruppo di pazienti con dimissione attraverso l’ospedale e in coordinamento con
ritardata che emerge dal presente studio, mi- il territorio. Rispetto a quest’ultimo punto,
noritario rispetto al precedente, è rappresen- vanno valorizzate esperienze di gestione del-
tato da pazienti mediamente più giovani che le dimissioni protette. A questo proposito,
vengono ricoverati con maggior frequenza la Centrale metropolitana delle post-acuzie
per l’esecuzione di una procedura chirurgi- (CeMPA), istituita dall’Azienda Usl di Bo-
ca maggiore (pazienti G1). Ospedalizzati logna (Annicchiarico, 2012), rappresenta un
spesso per problemi ortopedici, hanno un ri- esempio di gestione dei trasferimenti dai re-
covero protratto nei reparti LPARE in attesa parti per acuti alle strutture dedicate al post-
di riabilitazione, di trasferimento in strutture acuzie e al domicilio, con una significativa
residenziali o per impossibilità di accoglien- riduzione della degenza media dei reparti
za in ambito familiare. di medicina per acuti e un miglioramento
Per entrambi i gruppi di pazienti, emerge dell’indice di turn over dei pazienti.
che i reparti LPARE rappresentano una pos-
sibile criticità all’interno degli ospedali. I re-
5. Conclusioni
parti LPARE sono stati istituiti in Emilia-Ro-
magna nel 1997 per rispondere alla necessità Il nostro studio sulle dimissioni ritardate
di rimodulazione della rete ospedaliera, di- contribuisce a dare suggerimenti basati sul-
versificandola in base alla tipologia di com- le caratteristiche della domanda di servizi e
plessità assistenziale richiesta dai bisogni del sulla rimodulazione della rete dell’offerta, in
paziente. Le LPARE, a gestione medica o in- particolare quella ospedaliera. È importante
fermieristica, si configurano come il luogo di perseguire il ridisegno della funzione ospe-
cura idoneo per i pazienti non autosufficienti daliera sulla base dei bisogni assistenziali dei
che richiedono una degenza per stabilizzare pazienti e creare strutture di ricovero inter-
le proprie condizioni di salute o una riabi- medie che possano facilitare il passaggio dei
litazione estensiva. L’istituzione di queste pazienti anziani, polipatologici e fragili dal
unità di ricovero nell’ambito degli ospedali ricovero per acuti alle strutture residenziali
fu, a suo tempo, un’intuizione lungimirante e/o al domicilio per perseguire l’obiettivo
rispetto agli scenari che le organizzazioni di fornire prestazioni sanitarie efficaci, effi-
sanitarie si sarebbero trovate ad affrontare cienti, economiche, sicure e di qualità.
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PER LA RICERCA E L’APPROFONDIMENTO
6. Appendice
Patologia ICD-9-CM
Insufficienza cardiaca congestizia 398.91, 402.01, 402.11, 402.91, 404.01, 404.03, 404.11,
404.13, 404.91, 404.93, 425.4-425.9, 428.x
Aritmia cardiaca 426.0, 426.10, 426.12, 426.13, 426.7, 426.9, 427.0-427.4,
427.6-427.9, 785.0, 996.01, 996.04, V45.0, V53.3
Valvulopatia 093.2x, 394.x-397.x, 424.x, 746.3-746.6, V42.2, V43.3
Malattia del circolo polmonare 415.0, 415.1, 416.x, 417.0, 417.8, 417.9
Demenza 290.x, 294.1, 331.1
Disordini vascolari periferici 093.0, 473.3, 440.x, 441.x, 443.1-443.9, 447.1, 557.1, 557.9,
V43.4
Ipertensione non complicata 401.x
Ipertensione complicata 402.x-405.x
Paralisi 334.1, 342.x, 343.x, 344.0-344.6, 344.9
Altri disordini neurologici 331.9, 332.0, 332.1, 333.4, 333.5, 333.92, 334.x-335.x, 336.2,
340.x, 341.x, 345.x, 348.1, 348.3, 780.3, 784.3
Malattia polmonare cronica 416.8, 416.9, 490.x-505.x, 506.4, 508.1, 508.8
Diabete non complicato 250.0-250.3
Diabete complicato 250.4-250.9
Ipotiroidismo 240.9, 243.x, 244.x, 246.1, 246.8
Insufficienza renale 403.01, 403.11, 403.91, 404.02, 404.03, 404.12, 404.13,
404.92, 404.93, 585.x, 586.x, 588.0, V42.0, V45.1, V56.x
Malattia del fegato 070.22, 070.23, 070.32, 070.33, 070.44, 070.54, 070.6, 070.9,
456.0-456.2, 570.x, 571.x, 572.2—572.8, 573.3, 573.4, 573.8,
573.9, V42.7
Malattia da ulcera peptica senza sanguinamento 531.7, 531.9, 532.7, 532.9, 533.7, 533.9, 534.7, 534.9
HIV e AIDS 042.x
Linfoma 200.x-202.x, 203.0, 238.6
Tumore metastatico 196.x-199.x
Tumore solido senza metastasi 140.x-172.x, 174.x-195.x
Artrite reumatoide/malattie collagenovascolari 446.x, 701.0, 710.0-710.4, 710.8, 710.9, 711.2, 714.x, 719.3,
720.x, 725.x, 728.5, 728.89, 729.30
Coagulopatia 286.x, 287.1, 287.3-287.5
Obesità 278.0
Perdita di peso 260.x-263.x, 783.2, 799.4
Disordini elettrolitici 253.6, 276.x
Anemia da perdita emorragica 280.0
Anemia da carenza 280.1-280.9, 281.x
Abuso di alcol 265.2, 291.1-291.3, 291.5-291.9, 303.0, 303.9, 305.0, 357.5,
425.5, 535.3, 571.0-571.3, 980.x, V11.3
Abuso di farmaci 292.x, 304.x, 305.2-305.9, V65.42
Psicosi 293.8, 295.x, 296.04, 296.14, 296.44, 296.54, 297.x, 298.x
Depressione 296.2, 296.3, 296.5, 300.4, 309.x, 311
Fratture del femore/spalla 733.14, 733.15, 808.x, 810.x, 811.x, 812.0-812.1, 820.x, 821.x
MECOSAN | 86 (2013) 77
MATERIALI
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