Sei sulla pagina 1di 41

Il 17 marzo 1861, a Torino, nasceva il Regno d'Italia:

Il 17 marzo 1861, a Torino, nasceva il Regno d'Italia:


oggi giovedì 17 marzo 2023 è il compleanno numero 162 per l'Italia unita.
oggi giovedì 17 marzo 2023 è il compleanno numero 162 per l'Italia unita.

Il Regno d'Italia PROCLAMARE il 17 marzo 1861 durante il


Risorgimento, in seguito alla Seconda guerra d'indipendenza
combattuta dal Regno di Sardegna.
Combattuta per conseguire l'unificazione nazionale italiana.
Unificazione poi proseguita con la Terza guerra
d'indipendenza italiana nel 1866 e l'annessione dello Stato
Pontificio, con la conseguente presa di Roma, nel 1870.

La proclamazione del Regno d'Italia ESSERE l'atto formale


che SANCIRE la nascita del Regno d'Italia.
AVVENIRE con un atto normativo del Regno di Sardegna
sabaudo (legge 17 marzo 1861, n. 4671) col quale Vittorio
Emanuele II ASSUMERE per sé e per i suoi successori il
titolo di Re d'Italia.
Il 17 marzo 1861, a Torino, nasceva il Regno d'Italia:
oggi giovedì 17 marzo 2023 è il compleanno numero 162 per l'Italia unita.

Dal 1861 al 1946 il Regno d'Italia ESSERE una monarchia


costituzionale basata sullo Statuto Albertino, concesso nel 1848
da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi del Regno di Sardegna,
prima di abdicare l'anno successivo.
Al vertice dello Stato vi ESSERE il re, il quale RIASSUMERE in
sé i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati
non in maniera assoluta.

Nel 1946 l'Italia DIVENIRE una repubblica e nello stesso anno fu


dotata di un'Assemblea Costituente al fine di redigere una
costituzione avente valore di legge suprema dello Stato
repubblicano, onde sostituire lo Statuto Albertino sino ad allora
vigente.
La trasformazione nell'attuale assetto istituzionale AVVENIRE in
seguito al referendum tenutosi il 2 e 3 giugno, che SANCIRE la
nascita della Repubblica Italiana.
COMPLETA
CON
• PRONOMI O
Strana storia quella dell'Inno Nazionale italiano. PREPOSIZIO
NI
• Il testo …. ha scritto nel 1847 un ragazzo genovese di
vent'anni, Goffredo Mameli. Un altro genovese, Michele
Novaro, …. ha messo in musica poco dopo.

• Sono gli anni …..Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida


di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'Italia
comincia la lotta che ….. porterà alla sua definitiva
unificazione.

• Goffredo Mameli è un giovanissimo poeta e combattente (un


eroe romantico?) che partecipa entusiasticamente ….
battaglie di quegli anni.
Nel 1849 è a Roma, dove è nata la Repubblica Romana.

• A Roma combatte ... fianco di Garibaldi contro i francesi e,


ferito ad una gamba, muore …. la cancrena, all'età di 22 anni.
(n o to c o n il n o m e di "Fratelli
Il ca n to d i M am eli-Novaro ) fu s u b ito a ccettato
• del prim o v e rs o
d'Italia" dalle parole nti del Risorgimento come il loro Inno
dai giovani combatte
nazionale. te s to s e m b ra m o lto retorico
C h iara m e n te a noi moderni il n tro p po solenne,
• n a m a rc e tta n o
e la musica  sembra u ata da una banda militare.
specialmente se suon o n ta n eo , a p pa ss ionato e
M a q ue l te st o scritto di getto, sp ombattente per la
• a u n g iova n issimo c
compost o p o i d
tt o a si m b o le g gia re la giovane
iù ad a
libertà, sembrava il p
Italia rivoluzionaria.
s tici " d i q u e ll a c o m posizione
arti
• Tuttavia i "limitiesso Mazzini, nel 1848, a chiedere a CERCA I
portarono lo st n n u ovo inno. SINONIMI DI:
Mame li di sc rive re u
Motivo
Belligeranti
Ampolloso
Complesso
Ribelle
brano
• Questo ESSERE ( COND.COMP) musicato da Giuseppe Verdi e DOVERE
(COND.COMP) diventare  la "Marsigliese" della nuova Italia.

• Il risultato pare che ESSERE (CONGIUNTIVO PASS) catastrofico: la più


brutta musica scritta da Giuseppe Verdi e un testo assolutamente non
appassionante.

• Insomma, "Fratelli d'Italia" resta così il simbolo del Risorgimento italiano.


• Durante il Fascismo "Fratelli d'Italia" va un po' fuori moda: i fascisti infatti
PREFERIRE (IMPERF INDIC) cantare le loro marce. 
• Nel 1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide che
"provvisoriamente" quella musica POTERE (IMPERF)essere adottata
come Inno Nazionale.
• Provvisoriamente: perché prima di tutto DOVERE (IMPERF) trovare
un'altra musica, magari più bella, adatta a rappresentare lo Stato
Italiano.
• E qualche problema ESSERCI (IMPERF)anche perché il testo POTERE
(COND.PASS) disturbare il Papa (Mameli evidentemente non aveva una
grande simpatia per il Vaticano).
TROVA
L’ERRORE
• Ma si sa: in Italia nente è più definitivo delle cose
provisoria.
• E "Fratelli d'Italia" è rimasto lì per molto decenni.

• Fino ai anni Novanta l'Inno Nazionale si cantava e si


suonava solo nelle manifestazioni uficiali (molto
ufficiali) e soprattutto prima delle partite da calcio
internazionali.
• I partite di destra, anche se durante il fascismo l'Inno di
Mameli era stato un po' emarginato, avevano
cominciato ad amarla perché era il simbolo della Patria.
• La sinistra lo amava molto meno.
• Negli anni Novanta arriva sulla sciena politica italiana la
Lega Nord, il partito di Umberto Bossi.
• Questo partito, con le sue idee di autonomia e di indipendenza
dell'Italia del nord, naturalmente non può amare i simboli
dell'unità d'Italia, la bandiera tricolore e l'Inno Nazionale.
• E il massimo della confusione arriva quando la Lega Nord va al
governo con Berlusconi e la destra: nella stessa coalizione ci
sono i ministri ex fascisti (che difendono fortemente la
bandiera e l'Inno Nazionale) e Umberto Bossi (che dice che per
lui la bandiera è solo un sostituto della carta igienica).
• Qualcuno (la sinistra della destra!!) propone allora una
soluzione per mettere d'accordo tutti: sostituire l'Inno di
Mameli con il "Va' pensiero" del "Nabucco" di Giuseppe Verdi,
certamente più bello musicalmente.
• E la sinistra allora che fa? Fa un bel dispetto alla destra che è
alleata di Bossi e comincia a rivalutare "Fratelli d'Italia",
anche se il ritmo di quella marcetta non le era mai piaciuto.
• Così nelle manifestazioni politiche e sindacali della sinistra
succede che al posto dell'Internazionale o di Bandiera Rossa,
si canta Fratelli d'Italia! 
• Per fortuna Carlo Azeglio Ciampi, il Presidente della
Repubblica, ha una idea geniale: affida a dei grandi musicisti,
Salvatore Accardo, Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado,
Zubin Mehta, il compito di dirigere l'Inno di Mameli.
• E, grazie alla bravura di questi direttori d'orchestra, l'Inno
Nazionale diventa decisamente bello (mai sentita la
bellissima versione di
Accardo?🡪https://youtu.be/RdbIna1m8rU).
n fu s io n e ! E n o n è finita.
M a m m a m ia , che co d e l p artito
• u n c o n sig li e r e
Gianni Baget Bozzo,0 propone di sostituire il testo
Forza Italia, nel 200 no a Berlusconi (Baget Bozzo
di Mameli con un In .
ha già scritto i versi) a li a n a , g ià n e l 19 9 4,
io ca t o r i d e ll a n a z io nale it cano
• Ig 98 e n e l 2 0 0 2 , p ro v o
ma poi anche nel 19n cantano l'inno prima della
scandalo perché no lo cantano, si domandano
partita (perché non parole? Non gli piace?
tutti? Non sanno le ati per farlo? Mah!)
Vogliono essere pag li sa , fa u n a ve r sio n e
g io v a n e c a n t a n t e rock, E
• Una ra te ll i d 'I ta lia".
moder n a d i " F delle
e d iv e n t a re la s ig la
Q u e st a v e rs io ne dev i m o n d ia li d e l
• e le v is iv e dedic a te a
tra s m is s io n i t
Giappone.
• Scandalo! Il Ministro delle Comunicazioni (di estrema destra)
dice che quella versione rock è offensiva ("Solo in Italia
succedono queste cose!" grida il ministro; solo in Italia?
• E la versione dell'Inno Americano fatta da Jimi Hendrix con la
chitarra elettrica? E l'Inno Inglese "rifatto" dai Sex Pistols?).
• La televisione accetta subito il consiglio e cambia la sigla.
• Basta, basta! Siamo disperati.

• Lo sappiamo: "Fratelli d'Italia" non sarà forse bello come


un'aria di Giuseppe Verdi.
• Ma una cosa è certa: in questa strana storia tutta la nostra
simpatia va a Goffredo Mameli, che forse come poeta non è
stato un grande (oh, ma aveva solo 20 anni!), ma come
uomo almeno era onesto, appassionato e pulito.
4 dicembre 2017:
L'inno di Mameli (il
nome ufficiale in
realtà è "Il canto
degli italiani") viene
riconosciuto
finalmente dallo
Stato Italiano come
inno nazionale.
https://youtu.be/fqTSWch2s7Y
COS’E`L’ELMO DI SCIPIO ?

1 .si riferisce ad un copricapo decorativo dell’antica Roma


2.si riferisce a Scipione l’Africano, il generale romano che sconfisse nel 202 a.C. il
cartaginese Annibale
3. Un mezzo di trasporto utilizzato dai condottieri romani

NELL’ANTICA ROMA COSA SI TAGLIAVA ALLE SCHIAVE?


1. I capelli
2. Una mano
3. Il vestito

LA COORTE E`...
1.Un taglio di capelli
2.Un tipo di schieramento militare dell’esercito romano
3.Il cortile delle antiche case

SPEME SIGNIFICA:
1.Unità
2.Fede
3.Speranza
Il discorso indiretto
Nella nostra lettura abbiamo trovato a un certo punto (rr. 15-19):

Quelli ai quali Fratelli d’Italia non piaceva dicevano che la musica era troppo banale, che il testo era troppo gonfio ed
esagerato e inoltre in un italiano ormai incomprensibile.
Ma, per dire la verità, non sembra che i testi degli altri inni nazionali siano più misurati; e poi a quella musica gli italiani si
sono presto affezionati.

Questo passo può essere diviso in due parti:


nella prima -->(Quelli ai quali Fratelli d’Italia non piaceva dicevano che la musica era troppo banale, che l testo era troppo
gonfio ed esagerato e inoltre in un italiano ormai incomprensibile)
viene riferita indirettamente l’opinione di altri (di quelli cui l’inno non piaceva);

nella seconda parte--> (Ma, per la verità, non sembra che i testi degli altri inni nazionali siano più misurati, ecc.)
l’autore del testo dice la sua opinione direttamente.

Possiamo dire che il primo periodo è un esempio di discorso indiretto, il secondo di discorso diretto.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-
Sarebbe anche possibile trasformare in discorso diretto il discorso indiretto:

Quelli ai quali Fratelli d’Italia non piaceva dicevano: «La musica è troppo banale, il testo è troppo gonfio ed esagerato e
inoltre in un italiano ormai incomprensibile».

Come si vede abbiamo dovuto fare un paio di cambiamenti, anche se piccoli, perché, anche quando dicono la stessa cosa, il
discorso diretto e il discorso
indiretto sono due modi diversi di dire.

Discorso diretto e discorso indiretto si alternano spesso nei racconti, in cui ci sono dei personaggi che parlano, che pensano,
che esprimono i loro pensieri.

Questi pensieri possono essere riferiti da colui che racconta ora direttamenteora indirettamente.

Un breve esempio:
Il soldato pensava che era venuto il momento di agire [indiretto]. Allora guardò il comandante
e disse: «Sono pronto» [diretto].
Le modifiche hanno riguardato essenzialmente tre livelli:
Dal discorso diretto al discorso indiretto • la persona di alcuni verbi:
È importante saper passare da una modalità all’altra nel riferire i pensieri e i verbi in 1ª persona, singolare e plurale,
le parole di qualcuno; ma soprattutto è importante saper passare dal discorso sono passati alla 3ª persona:
diretto al discorso indiretto. Infatti ci capita molto spesso di dover mi ricordo ➔ si ricorda;
riferire “indirettamente” qualcosa che abbiamo sentito o che abbiamo letto. volevamo ➔ volevano;
In questi casi è necessario seguire alcune regole. entrai ➔ entrò;
segnai ➔ segnò;
ci salvammo➔ si salvarono;
Mettiamo, ad esempio, che abbia letto su un giornale sportivo un’intervista
a un calciatore che a un certo punto dice: • la persona dei possessivi e dei pronomi personali che si
riferiscono
Per quello che MI RICORDO, la MIA partita più bella è stata qualche anno fa proprio a colui che parla:
in questo
stadio, contro la Roma. La MIA squadra perdeva 2 a 0 e NOI DOVEVAMO almeno
mia ➔ sua;
pareggiare,
noi ➔ loro;
se VOLEVAMO evitare la serie B. IO ENTRAI nel secondo tempo e negli ultimi
io ➔ lui;
dieci minuti SEGNAI due gol. Quell’anno CI SALVAMMO proprio per quel punto
miei ➔ suoi;
guadagnato
con I MIEI due gol.
• l’indicazione del luogo:

questo stadio ➔ quello stadio.


Se volessi riferire questo testo con parole mie, ma rimanendo fedele il più
possibile a quelle pronunciate dal calciatore, dovrei fare alcune modifiche
(indicate con la sottolineatura): Se però pensiamo di riferire lo stesso discorso dopo un po’ di
tempo,
Per quello che LUI SI RICORDA , la SUA partita più bella è stata qualche anno fa quando quel discorso appartiene ormai al passato, ci
proprio in
accorgiamo che dobbiamo
quello stadio, contro la Roma. La SUA squadra perdeva 2 a 0 e LORO DOVEVANO
almeno
fare qualche altra modifica:
pareggiare, se VOLEVANO evitare la serie B. LUI ENTRÓ nel secondo tempo e i verbi e le altre indicazioni di tempo
negli ultimi che sono in rapporto con il momento in cui il calciatore parla
dieci minuti SEGNO´ due gol. Quell’anno SI SALVARONO proprio per quel punto devono essere cambiati di tempo, perché quel momento non è
guadagnato più presente ma è diventato passato.
con I SUOI due gol. Così nella prima frase dobbiamo intervenire così:

[Disse che,] per quello che si ricordava, la sua partita più bella era
stata qualche anno
prima proprio in quello stadio, contro la Roma.

Questi gli interventi:


si ricorda ➔ si ricordava; è stata ➔ era stata; fa ➔ prima.
Modo
congiuntivo
Modo
condizionale
Quando si passa da un discorso diretto a un discorso
indiretto alcune parole → Se il discorso è riferito al PASSATO ,
devono essere cambiate. si aggiungono a quelle precedenti altre modifiche relative
alle:
-->Seil discorso è riferito al
- indicazioni di tempo che si riferiscono al momento del
PRESENTE: discorso:
si devono cambiare: - alcuni verbi cambiano tempo.
- le persone dei verbi, In particolare:
-dei pronomi personali, – presente ➔ imperfetto:
-degli aggettivi Anna mi disse: «Non ti voglio più bene» ➔ Anna mi disse che
-dei pronomi possessivi non mi voleva più
che si riferiscono a colui o a coloro di cui viene bene;
riferito il pensiero:
– passato (prossimo o remoto) ➔ trapassato prossimo:
“PENSO spesso a casa MIA” ➔ Dice che PENSA Anna mi disse: «Ti ho voluto molto bene» ➔ Anna mi disse che
spesso a casa SUA; mi aveva voluto
molto bene;

“TU PUOI darMI un aiuto” ➔ Dice che IO POSSO


– futuro ➔ condizionale passato:
darGLI un aiuto;
Anna mi disse: «Ti vorrò sempre bene» ➔ Anna mi disse che mi
avrebbe voluto
sempre bene;
•-cambiano alcune indicazioni di luogo (dimostrativi, •
avverbi di luogo): gli avverbi di tempo
domani, ieri, oggi, fa --> il giorno dopo, il
“QUI non MI TROVO bene” ➔ Dice che LÍ SI TROVA giorno prima, quel giorno, prima:
bene;
“DORMIREMO in QUESTA” stanza ➔ Dice che Anna mi disse: «Oggi vengo io da te e domani verrai tu da me»
DORMIRANNO in QUELLA stanza. ➔ Anna mi disse
che quel giorno veniva lei da me e il giorno dopo sarei andato
io da lei.
Porta dal discorso diretto al discorso indiretto il testo seguente.

Mio figlio mi raccontò:

«Stamani, mentre andavo a scuola in bicicletta, un’auto è passata con il rosso e


quasi mi investiva.
Io ho frenato ma non sono riuscito a rimanere
in equilibrio, sono caduto e ho battuto la gamba e il fianco sinistro per terra.
Ora ho un dolore qui, al ginocchio, e penso di andare al pronto soccorso.
Meno male che ho preso il numero di targa della macchina e ho anche dei
testimoni».
Poi aggiunse: «Vai a prendere l’automobile e accompagnami».
Cerca gli
errori
Ma da dove viene la parola Italia? E correggi

l’Italia NASCERE con la sua unificazione politica nel 1861


Ma la parola Italia ESISTERE già da prima e DESIGNARE
geograficamente la nostra penisola.
Qual è allora l’origine del nome Italia e a quando risale? La
Sua etimologia, perdendosi nella notte dei tempi, pare ancora
oggi dividere gli studiosi, i quali ovviamente nel corso dei loro
diversi studi ELABORARE differenti teorie.
All’inizio dell’ottocento lo storico e archeologo Domenico
Romanelli ASSERIRE che Italia significasse “paese dei vitelli o
tori”, per il fatto che in Italia meridionale questi animali
ALLEVARE in gran numero: vitello proverrebbe quindi dal greco
(v)italio.
Alla teoria di Romanelli, Gian Domenico Romagnosi contrappose
alcuni anni dopo una teoria africana, secondo la quale la parola
Italia PROVENIRE dal popolo dei Taliani, abitanti della città di
Tala, emigrati dalle coste settentrionali africane prima in Sicilia e
poi in Toscana.
Tale teoria non riscosse molti plaussi e negli anni dell’unificazione del paese si
avanzò una nuova tesi grecha, la quale si basava su un’ipotetica parola
Aιθαλία (Aithalìa), il cui prima metà, ovvero Aith- designa parole attinenti all’
fuoco, il che potrebbe riferirsi alla frequenti attività vulcaniche del nostro paise.
Altri studiosi hanno cercato poi  di ritrovarne le origini nella civiltà Etrusca,
ritornando alla tesi del paese dei vitelli, ma rintracciando l’etimologia di Italia
nel voccabolo etrusca italós.
Troviamo inoltre una versione latina del paese dei viteli, in base al quale il
nome Italia deriverebe da “Viteliù”, parola di origine osca (gli Osci erano una
popolazione dell’italia centrale).
Infine alcuni anni fa il filologo Giovanni Semerano ha fatto risalire il nome Italia
all’accadico (lingua di origine semitica) “Atalu” significherebbe “tierra del
tramonto”, ovvero dove il sole va su`. Tesi questa spesso contestata dal
mondo accademico italiano, ma favorevolmente accolta all’estero e da
intelletuali come Umberto Galimberti, il quale scrive: “Semerano segnalò che
la “i” di “vitulus” era breve, mentre la “i” di “Italia” era lunga e perciò era
presumibile che la parola venisse dall´accadico “Atalu” che significa “terra del
tramonto”, a cui corrispondeva la parola etrusca “hinthial” che vuol dire
“sombra”.
La questione rimane quindi abierta e chissà se un giorno cualcuno riuscirà a
trovare la chiave per risolvere l’enigma dell”origgine di questa parola.

Potrebbero piacerti anche