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Sardegna

ITINERARI SPECIALI DI BELL’ITALIA NUMERO 31 - MAGGIO 2002 ( EURO 6,20)

ITINERARI SPECIALI DI BELL’ITALIA / NUMERO 31 / Sardegna / MAGGIO 2002


ANTICHE E NUOVE
SUGGESTIONI
PER GUSTARE
L’INCANTO DI UN’ISOLA
SENZA UGUALI

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


SOMMARIO
Sardegna
ITINERARI SPECIALI DI BELL’ITALIA
NUMERO 31 - MAGGIO 2002

Direttore responsabile: Luciano Di Pietro

Hanno collaborato
per la redazione:
Marco Massaia (art director),
Michela Colombo (caporedattore),
Daniela Bonafede, Lara Leovino,
Servizi
Sandra Minute
per la realizzazione grafica:
34 Giuseppe Biasi: un pittore e la sua terra
Claudio Nicchio, Corrado Giavara, Cronache da un eden moderno. Radici agricole e pastorali nell’opera dell’artista sassarese
Daniela Tediosi
per la ricerca iconografica:
Susanna Scafuri
42 Ogliastra da scoprire
La bella selvaggia. Incontaminati paesaggi tra il Gennargentu e il mar Tirreno
per la documentazione, l’archivio e la redazione:
Carlo Migliavacca
per la segreteria: 50 Saccargia, la più pisana delle chiese sarde
Orietta Pontani (responsabile), Paola Paterlini Capolavoro in bianco e nero. L’abbazia romanica diventata un simbolo artistico
Per i testi : Auretta Monesi (servizi-editing),
Claudio Agostoni, Erminio Ariu, Gilberto Arru,
Mariano Balbina, Aldo Brigaglia, Manlio 60 Le aree marine protette
Brigaglia, Lello Caravano, Vincenzo Ceppellini, A piedi nudi nei parchi. Sono sotto tutela i più affascinanti tratti di costa sarda
Ornella D’Alessio, Anna Federici, Mauro Lissia,
Franco Masala, Ernesto Massimetti, Carlo
Migliavacca, Marcello Piccitto, Andrea Piras,
Cinzia Polino, Pasquale Porcu, Salvatore Tola
76 Itinerario in Barbagia
Un’isola nell’isola. Il “profondo centro” della Sardegna, ancora difficile da raggiungere
Per le fotografie: Archivio Ilisso Edizioni, Archivio
Storico Il Dagherrotipo, Riccardo Bianchi, Nevio
Doz, Focus Team, Mauro Galligani, Vittorio
Giannella, Corrado Giavara, Antonio Mannu,
87 Artigianato
Gianmario Marras, Nicola Monari/Archivio Ilisso Tante arti diverse per nulla minori. Si perpetuano stili e maestrie secolari
Edizioni, Roberto Patti, Marcello Piccitto, Prima
Press, Publifoto-Olympia, Antonio Saba,
Stefano Scatà, Stefano Torrione
106 Nora, la più antica città dell’isola
Cartine di: Mario Russo Approdo dei Fenici. Uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo

114 Cagliari, l’antica


Una cittadella che è tutta un museo. Un unico spazio per tante collezioni

ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO


124 Cagliari, la moderna
Novecento a colori. Lo sviluppo urbanistico tra gli anni Venti e Quaranta
Direttore responsabile: Luciano Di Pietro

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI S.P.A.


132 Isola Rossa, una Gallura insolita
Consiglio di Amministrazione
Paradiso in technicolor. Un tratto incantevole della costa nord-ovest
Presidente: Urbano Cairo
Consiglieri: Giuliano Cesari, Antonio Guastoni,
140 Le miniere dell’Iglesiente
Antonio Magnocavallo, Marco Pompignoli, Musei in galleria. Nuova vita per le strutture abbandonate dell’industria estrattiva
Maurizio Dell’Arti, Giuseppe Cairo
150 Ferrovie storiche: il Trenino verde
Bell’Italia Sardegna in carrozza. Gli itinerari della rete ferroviaria sarda a scartamento ridotto
Direzione, redazione ed amministrazione:
corso Magenta 55, 20123 Milano,
telefono 02/43.31.31. 158 Le grandi regate delle barche d’epoca
Fax 02/43.74.65. E-mail: bellitalia@edgm.it Costa Smeralda a vele spiegate. Ogni due anni le signore del mare sfilano nella Veteran
Ufficio diffusione: telefono 02/43.31.33.33
Ufficio abbonamenti: telefono 02/43.31.34.68
Ufficio pubblicità: telefono 02/74.81.31

Rubriche
E-mail Abbonamenti: abbonamenti@ edgm.it

Concessionaria esclusiva per la pubblicità


CAIRO COMMUNICATION S.p.A.
Centro Direzionale Tucidide
Via Tucidide, 56 - 20134 Milano 6 Sardegna 175 La lingua sarda
Tel. 02/748131 - Fax 02/76118212 Ancora e sempre l’isola del tesoro Le parole e l’orgoglio
© 2002 Editoriale Giorgio Mondadori S.p.A.
Periodico associato alla FIEG
9 La musica tradizionale 178 Di lago in lago
(Feder. Ital. Editori Giornali) Dalla preistoria a oggi Fiordi d’entroterra

Pubblicazione periodica registrata presso


15 Lavori in corso 184 Teatri al chiuso e all’aperto
il Tribunale di Milano il 17/04/2002, n. 236. Memorie dal sottosuolo Di scena in scena
LA COPERTINA. Un sogno: in barca a vela d’epoca al
largo della Costa Smeralda (foto di Stefano Torrione).
21 Sant’Andrea Priu 187 Gastronomia
Nelle case delle streghe L’isola dei sapori

24 Orchidee 195 I ristoranti


Le 50 specie dell’isola Il meglio in tavola

29 Arte contemporanea 205 Gli alberghi


Dove va la cultura Una stanza al sole

100 Musei curiosi 214 Internet


Tradizioni in mostra Suggerimenti da navigare

170 Parchi letterari 216 Informazioni


Dove le canne si piegano al vento Per saperne di più

4 5
Sardegna

ANCORA E SEMPRE
L’ISOLA DEL TESORO
P iù e più volte Bell’Italia, con servizi di svariate pagine oppure con
interi numeri speciali come questo, ha parlato della Sardegna.
Tanto da legittimare in qualcuno la superficiale osservazione che “non ci fosse
più niente da dire”. Invece, se ancora una volta un imbarazzo è sorto nella pre-
parazione di questo fascicolo, è stato proprio l’imbarazzo contrario: più si af-
frontano temi e argomenti sulla regione e più si palesa l’ampiezza di ciò che si
potrebbe e si dovrebbe raccontare, ma manca lo spazio per farlo. Succede così,
quando l’identità di un luogo ha bellezze incomparabili e storia plurimillena-
ria; e soprattutto succede così quando gli eredi di tutto ciò sono custodi gelosi e
grati di tanta ricchezza, condizione privilegiata per costruire anche un futuro
dal volto marcato. Con l’imbarazzo evocato, ma con la speranza di incontrare
comunque la consueta simpatia, ecco il lavoro di Bell’Italia. 

Chiese

Siti archeologici

Musei

Nuraghi

Spiagge

In questa foto di Antonio Mannu: la flora e il mare cristallino dell’Asinara, immagine


emblematica per illustrare alcuni degli elementi caratteristici delle straordinarie
bellezze naturali della Sardegna. Nella pagina precedente: per aiutare la lettura, ecco
la carta della regione, con alcuni dei luoghi e dei monumenti più importanti
dei quali si parla in questo fascicolo. La legenda indica la tipologia dei siti citati.
Mario Russo

7
LA MUSICA TRADIZIONALE

Dalla preistoria a oggi


Contano millenni
le forme strumentali
e musicali sarde.
Oggi reinterpretate

Q uando Peter Ga-


briel, nel mosai-
co di suoni del
mondo costruito
per la sua etichetta Real World, ha
sentito la necessità di inserire un
Giovanni Casu, maestro
di “launeddas”,
strumento a fiato
di antichissime origini,
costituito da elementi
“poverissimi” e naturali:
canne, corda e cera
d’api. Sotto: le copertine
tassello italiano, non ha privile- della rock band Kenze
Neke, un complesso che
giato Napoli, comunemente iden- rivisita le più autentiche
tificata come la nostra New Or- tradizioni musicali
leans: ha scelto piuttosto un grup- sarde; e di Franco
Madau, autore di
po sardo, i Tenores di Bitti. La sua è ballate a sfondo sociale

Gianmario Marras
stata una scelta storicamente cor- in lingua sarda.
retta perché, probabilmente, dalle
nostri parti le prime attività con-
nesse alla musica
videro la luce pro- l’uno dall’altro per
prio in Sardegna. ambito tonale o per
Basti pensare che la tonalità in cui so-
grazie a un vaso ri- no tagliati. Comun
salente alla civiltà di denominatore è il
Ozieri (3000 avanti fatto che per la loro
Cristo), ove si docu- costruzione venga-
menta un ballo sar- no usati solo ele-
do, si può supporre menti naturali: can-
che questa manife- na, spago impecia-
stazione artistica, to e cera d’api ver-
inequivocabilmente gine. Il prodigio di
connessa alla musica, sia vecchia trattu” o “s’aggorropamentu” a questo atavico strumento sta nella
di almeno 5.000 anni. Non possia- seconda delle zone, il che dimo- sua tecnica di suono, che utilizza
mo affermare con certezza con stra una conoscenza approfondita una respirazione “circolare”
quali strumenti si accompagnas- della polifonia e uno sfruttamento (espirazione e inspirazione), gra-
sero i “musicisti” d’allora, anche curioso dei princìpi dell’armonia. zie alla quale è possibile, per il
se probabilmente si trattava di Ed è proprio da questo “suono” suonatore, fornire fiato senza in-
quello più antico: la voce. E con la indigeno che migliaia di anni fa terruzione per parecchi minuti.
voce i nuragici si sono esercitati a ha tratto origine il primo stru- Una specificità che ha fatto defi-
lungo, visto che sono riusciti a mento polifonico a tre ance: “le nire le launeddas una sorta di
elaborare un coro polifonico, “su launeddas”. Un termine che indi- zampogna senza sacco. Una ma-
cuncordu”, “su tenore”, “su cun- ca ben 52 strumenti tutti diversi gia che è alla base della straordi-

8 9
LA MUSICA TRADIZIONALE LA MUSICA TRADIZIONALE

naria avventura di Andreas Fri- A destra: i Tenores di Orgosolo, passando per il Coro di

Fotografie di Gianmario Marras


dolin Bentzon, un etnomusicolo- Bitti, rappresentanti Neoneli (famoso per una collabo-
ormai notissimi in
go danese giustamente conside- tutto il mondo della razione con Elio e le Storie Tese).
rato una sorta di Béla Bartók del- tradizione vocale Nel Lugodoro, un lembo nord-oc-
sarda. Sotto: i Tenores
la musica italiana. Ventenne, nei di Neoneli che hanno
cidentale dell’isola, il sardo è uti-
primi anni Cinquanta, a bordo di collaborato con Elio e lizzato in competizioni canore
un sidecar, armato di sacco a pe- le Storie Tese (il leader (cantos a boghe de chitarra), che ve-
del complesso è il
lo, provviste di ogni tipo, un re- secondo da destra). La dono due o tre cantanti sfidarsi
gistratore a manovella Majak, un forma polifonica dei sul palco con l’accompagnamento
microfono e una macchina foto- tenores, davvero di un unico chitarrista. È però an-
singolare e di grande
grafica 6x6, girovagò per tutta la suggestione, fa parte che la lingua usata da Franco Ma-
Sardegna per studiare il suono di del panorama dau, una sorta di storyteller indi-
discografico ideato da
questo originale strumento ae- Peter Gabriel come
geno che compone ballate i cui
rofono a tre canne. Grazie alle ricerca delle più protagonisti sono gli ex pastori,
sue ricerche sono arrivati sino a genuine espressioni diventati operai nelle fabbriche di
musicali etniche.
noi echi del lavoro di straordinari Ottana o minatori nelle cave di
artisti del calibro di Dionigi Bur- carbone, che oggi devono misu-
ranca, Antonio Lara, Aurelio rarsi con la disoccupazione. Ma è
Porcu e Ongeniu Cinus. Il lavoro un idioma che serve anche a band Sopra: Pino Martini dei Tanca Ruja, un complesso da anni impegnato nella
di Bentzon, che finora nessuno “demenziali” come la Segundu rielaborazione in canoni attuali del canto tradizionale sardo. Sotto: la grande Maria
Fotografie di Gianmario Marras

Carta, forse il personaggio che, a partire dagli anni Settanta, maggiormente


ha ritenuto necessario tradurre Banda Beni per elaborare delle contribuì alla diffusione del patrimonio musicale sardo. In basso: Elena Ledda,
in italiano, ha aperto uno squar- cover dove Yesterday dei Beatles artista grandemente innovativa ma legata alle più autentiche tradizioni.
cio su un mondo isolano che, per diventa Ariseu e Mull of Kintyre si
sua vocazione naturale, è rigida- trasforma in Seu condannau. È la nores” e composizio- dai Tanca Ruja, au-
mente chiuso in se stesso. lingua ufficiale anche dei Kenze ni tradizionali rivisi- tori di una musica di
Neke, una delle rock band più tate. Ballate dove confine alla ricerca
ca popolare. Questo ostinato rap- nale sensibilità, furono applauditi importanti dell’isola. Originari di spesso l’indipenden- di un equilibrio fra
porto con la tradizione continua in Francia, negli Stati Uniti, in Siniscola, nel Nuorese, hanno un tismo affiora come il rigore estetico del-
ad essere una costante dei musici- America Latina. Contribuì, così, a repertorio osmotico con la cultura unica risorsa utile a la tradizione e la li-
sti sardi. Se torniamo agli anni ’70, portare nel mondo intero la lingua della propria terra, da cui recupe- risolvere i tanti pro- bertà dell’innovazio-
fondamentale risulta il lavoro di sarda alla quale, come risaputo, è rano il sound, un rock trascinante blemi dell’isola: un ne, un progetto teso
una artista come Maria Carta, riconosciuto lo status di lingua, e e rabbioso arricchito di canti “a te- crossover che, non a creare un ponte tra

Olympia-Publifoto
probabilmente la figura che mag- non di dialetto. È infatti una evo- casualmente, spesso la musica made in
giormente ha contribuito a far co- luzione del latino totalmente assomiglia al combact Sardinia e tutte le al-
noscere nel resto d’Italia il patri- sganciata dal percorso che ha ge- rock basco. Sardo par- tre espressioni mu-
monio musicale della sua terra. nerato l’italiano. Basta pensare, a lano anche tutta una sicali. Una sorta di
Poetessa e attrice, fu anche una titolo esemplificativo, agli articoli serie di progetti di giovani musi- viaggio intorno al mondo, tenen-
cantante dotata di voce inconfon- determinativi: quelli sardi “su, sa, cisti, che cercano di dare un senso do come centro di gravità la Sar-
Come risaputo, la Sardegna cu- dibile, utilizzata magistralmente sos, sas, is” derivano dal latino alla loro attività artistica speri- degna, è quanto invece cercano
stodisce con gelosia i suoi costu- per diventare l’interprete dei ipse, mentre gli italiani “il, lo, la, mentando nuove sonorità. Proget- di fare gli Isdenora. Massimo
mi, la sua lingua e ovviamente traumi e delle lacerazioni della gli, le” derivano dal latino ille. Ed ti su cui può vantare una sorta di Nardi, leader dei Tanit, è dal
anche la sua musica. Da sempre, sua terra. Iniziò il proprio itinera- è proprio con la loro lingua, a pre- primogenitura un lavoro di dodici canto suo l’alfiere di una speri-
però, quest’ultima viene liberata rio artistico nella metà degli anni scindere dal repertorio, che si mi- anni fa, recentemente è stato ri- mentazione con cui adatta la mu-
per i giorni di festa. Sant’Efisio Sessanta, esibendosi al Folkstudio surano i musicisti nativi. A partire stampato. Si chiama Sonos ed è sica per launeddas a uno stru-
(patrono di Cagliari, 1 maggio), la di Roma. Era questo il periodo del ovviamente da tutti i tenores che, firmato da Elena Ledda, artista ti- mento apparentemente incompa-
Cavalcata (Sassari, maggio, gior- folk-revival, un movimento di ri- in questi ultimi anni, hanno cerca- tolare di una voce ineguagliabile. tibile come la chitarra. Una sorta
no dell’Ascensione) e il Redento- scoperta dei canti politici e delle to di sfruttare la celebrità dei loro Era (ed è ancora) un lavoro, realiz- di quadratura del cerchio miraco-
re (Nuoro, ultima domenica di musiche contadine, e il repertorio colleghi di Bitti. Recentemente si zato grazie alla preziosa collabo- losamente riuscita: una miriade
agosto) sono probabilmente i tre della Carta riscosse un successo è registrata, per i protagonisti di razione di Mauro Palmas, forte- di suoni che, nonostante le origi-
momenti topici nella vita folclori- così vasto che travalicò i confini questa antica forma di canto voca- mente innovativo, espressione di ni ataviche, sanno essere vivi e
ca della Sardegna, durante i quali nazionali. In anni in cui l’espres- le, una prolificità discografica che un’attitudine musicale che, pur convincenti nel nostro mondo at-
si possono ammirare gruppi pro- sione world music non era ancora non ha eguali e che ha permesso a restando nell’alveo della rielabo- tuale. La conferma che è proprio
venienti dagli angoli più remoti stata coniata, i suoi recital, co- molti di avere finalmente un cd razione del canto tradizionale sar- la Sardegna l’isola del tesoro.
dell’isola. I loro concerti serali so- struiti sugli insegnamenti della tutto loro: dal tenore San Gavino do, accentua la dimensione creati- Anche musicale. 
no vere e proprie lezioni di musi- tradizione filtrati dalla sua perso- di Oniferi ad Antonio Mesina di va. Il medesimo sentiero seguito Claudio Agostoni

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LAVORI IN CORSO

Memorie dal sottosuolo


Navi romane e medievali, vasti complessi
nuragici... La Sardegna si prepara a stupirci
ancora con nuove scoperte archeologiche

E ra estate, era luglio.


Un caldo luglio di
quattro anni fa. Ol-
bia, vicino al mare,
era un cantiere aperto dove erano
in corso di scavo le fondamenta
del futuro tunnel di raccordo tra il
porto e la sua viabilità extracitta-
dina. I legni spuntarono improv-
visamente. Legni preziosi, legni
antichi. Di antichissime imbarca-
zioni, addirittura navi romane.
Furono gli archeologi della So-
printendenza guidati da Rubens
D’Oriano a bloccare i lavori, a
chiudere quell’area di centoventi
metri per venti che restituiva una
fetta di storia della città. E che
mostrava, ancora in superficie,
importanti emergenze archeolo-

Gianmario Marras
giche. “Questa scoperta”, dice
D’Oriano, “ha rappresentato un
evento straordinario, che sta fa-
cendo circolare il nome di Olbia
non solo in Italia ma in tutto il Il “cantiere” archeologico aperto nei pressi di Olbia da quando,
mondo. Nell’intera storia dell’ar- quattro anni fa, in occasione degli scavi per un tunnel stradale, furono
scoperti i resti di numerose navi romane affondate dai Vandali.
cheologia mediterranea solo due Si tratta di un ritrovamento di notevolissima importanza, che testimonia
ritrovamenti si possono parago- la grande rilevanza dello scalo di Olbia alla fine dell’Impero romano.
nare a questo: lo scavo di Pisa do-
ve sono stati rinvenuti sedici re- delle svolte fondamentali della D’Oriano con la collaborazione di
litti di antiche navi, e quello di storia dell’Occidente: la caduta Edoardo Riccardi (esperto di ar-
Marsiglia, dove le imbarcazioni dell’Impero Romano”. cheologia navale), Giovanna Pie-
riportate alla luce erano una deci- Un vero evento, dunque. Per tra, Giuseppe Pisano, Virgilio Ga-
na”. A Olbia, inoltre, la scoperta Olbia, la Sardegna, il mondo inte- vini per i rilevamenti, e i fotografi
ha anche un significato storico ro. Destinato a svelarci nuovi se- Enrico Grixoni ed Egidio Trainito.
particolarmente rilevante. “L’af- greti del nostro passato. Perché lo Ventiquattro relitti perfetta-
fondamento delle navi da parte studio continua, andrà ad aggiun- mente conservatisi nel fango. Un
dei Vandali è una fotografia di un gersi alle campagne di scavo con- paradiso per gli studiosi che sono
momento che rappresenta una dotte in questi anni da Rubens riusciti a mettere le mani su que-

15
LAVORI IN CORSO LAVORI IN CORSO

sta antica flotta che sedici secoli terrati. Era l’anno Mille. Macerie, piccolissimi frammenti di poche
fa aveva gettato l’ancora nello pietre gettate sopra servirono per decine di centimetri”, racconta
specchio d’acqua probabilmente colmare lo specchio acqueo e far l’archeologo, “finora per sapere
coincidente con il principale ap- avanzare la costa di alcuni metri com’erano fatti gli alberi delle
prodo della città. Gli scavi hanno per raggiungere fondali più navi antiche bisognava analizza-
riportato alla luce, in particolare, profondi e liberi da intralci. Per re le raffigurazioni su affreschi,
sedici relitti risalenti al periodo far questo vennero utilizzati an- rilievi e vasi. Per la prima volta
dell’invasione vandalica, di cui che i legni di imbarcazioni dell’e- invece se ne possiede uno, per di
due dell’età giudicale, che sono poca in disuso. E sono questi i re- più conservato per metà o quasi
stati smontati nelle loro parti (fa- litti medievali ritrovati durante lo della sua lunghezza originaria,
sciame, ordinate, chiglia) per es- scavo del tunnel di Olbia.
sere ricoverati in casse d’acqua, Per i ricercatori che in questi A destra: un particolare
in attesa del trattamento conser- anni hanno partecipato alle di- bruciaprofumi a forma
vativo vero e proprio, che preve- verse campagne di scavo, un al- di pigna, anch’esso
ritrovato nel corso dei
derà l’essiccazione dei legni, il tro avvenimento è da ritenere as-
Fotografie di Gianmario Marras

recenti scavi archeologici


riassemblaggio e l’esposizione solutamente straordinario: il re- di Olbia. Qui sotto:
le capaci vasche d’acqua,
museale. “Sono state anche sco- cupero di una porzione di albero dove viene conservato
perte porzioni di tre alberi di na- di nave del I secolo avanti Cristo, attualmente il fasciame
ve di cui una lunga ben otto me- lunga otto metri. Una scoperta delle navi romane,
sono state ricavate
tri, più una straordinaria quan- unica, la prima di questo genere all’interno dei Magazzini
tità di materiale archeologico che al mondo. “A parte infatti due Militari di Olbia.
documenta venticinque secoli di Sopra: il fasciame di una delle navi Storia”, scrive infatti il responsabi-
storia della città. Ciò dimostra romane scoperte nei pressi di Olbia. le della Soprintendenza di Olbia. che doveva aggirarsi sui dodi-

Fotografie di Gianmario Marras


Qui sotto: tra i reperti ritrovati, anche
che nell’ambito dei traffici in questo singolare vaso a forma di tonno Secondo gli studiosi, l’affonda- ci, quindici metri”.
Mediterraneo, Olbia era uno sca- che doveva contenere liquidi preziosi. mento delle navi romane avven- L’albero, le ordinate, le chiglie.
In basso: il fasciame delle navi
lo di grande importanza”, preci- è ora immerso in vasche d’acqua per ne nel V secolo dopo Cristo ad E un’incredibile quantità di ma-
garantirne la conservazione. opera dei Vandali. Furono loro a nufatti. Un’emergenza archeolo-
sorprendere le grandi imbarca- gica, come dicono gli esperti, di
zioni ormeggiate in porto e a bru- enorme valore, che ha messo in
ciarle per poi attaccare la città co- evidenza la consistenza dei traffi-
me era avvenuto in altre zone ci marittimi di Olbia tra l’età ro-
della Sardegna, della Sicilia, della mana e il Medioevo.
Toscana e della Corsica. Un even- Tutti questi reperti troveranno
to, per Olbia, che segnò la fine posto, in futuro, attorno ai relitti
della città romana. I relitti – è sto- restaurati, nel Museo Archeolo-
ria ben più recente – furono sot- gico ora in fase di costruzione
nell’isola Peddona, non lontano
cui vanno ag- dalla zona degli scavi. “Per il pri-
giunti un bellissi- mo trattamento conservativo”,
mo anello raffiguran- dice ancora Rubens D’Oriano,
te l’eclissi di sole, una colla- “sono stati stanziati seicento mi-
na di pasta vitrea, vasi con fregi lioni di fondi ministeriali, ma sta
sa Rubens D’Oriano. Lucerne, e decori, una coppa corinzia con anche per essere presentato un
ceramiche da mensa, anfore, mo- scene di battaglia tra Greci e Bar- progetto complessivo di restauro
nete, anelli. E ancora, frammenti bari, un bicchiere con viso uma- che potrà fare affidamento su
di ambra, corna di animali, anco- no, frammenti di crani umani e undici miliardi dell’Unione Eu-
re, vasi di legno e attrezzature da tantissimi ossi di animali. ropea e della Regione sarda”.
lavoro. Poi, statuette di divinità I “relitti del porto di Olbia”, co- La Sardegna, insomma, si con-
egizie e greche, uno zaffiro, un me ormai sono chiamati e cono- ferma “terra antica”, scrigno di
vaso per liquidi pregiati a forma sciuti da tutti, rappresentano in- storia, paradiso per gli archeolo-
di tonno, un bruciaprofumi a for- somma – per dirla con D’Oriano – gi, eccezionale palestra per i ri-
ma di pigna e una testina di ter- non una scoperta tra le tante, ma cercatori. E il suo mare, il suo sot-
racotta greca prodotta però ad “la scoperta”. “Tutti gli scavi ar- tosuolo continuano a restituire
Olbia nel V secolo dopo Cristo. cheologici raccontano un pezzo di ricchezze inestimabili.
Un enorme patrimonio, dunque, storia; in questo caso si tratta della E non è finita. Se infatti da Ol-

16 17
LAVORI IN CORSO

simi scavi potranno partire solo


quando si recupereranno nuove
risorse economiche.
Risorse economiche indispen-
sabili anche per il nuraghe Nolza
di Meana Sardo, il cui sito, sco-
perto nel 1994, è considerato una
vera “perla”. Un gioiello, che po-
trebbe davvero catturare una
A sinistra: uno
scorcio di palazzo grande fetta di turisti e trasferir-
Zapata a Barumini. la all’interno dell’isola. Anche
Durante recenti perché l’area archeologica si ri-
opere di restauro,
sotto l’edificio è stato trova non molto lontano dal tra-
scoperto un nuraghe. gitto del Trenino verde. È di si-
Qui sotto: il nuraghe
Nolza di Meana
curo un grande nuraghe, quello
Sardo, ritrovato nel che sta spuntando dal sottosuo-
1994 e considerato lo. Ma anche un monumento fra-
un’autentica “perla”,
prossima attrazione gile, che necessita di immediati
turistica dell’isola. interventi di protezione e conso-

bia passiamo a Barumini e a Mea-


na Sardo, troviamo altre sorprese.
Dalla costa all’entroterra, dalle
navi ai nuraghi. A Barumini, un
nuraghe è comparso, inaspettato,
durante i lavori di restauro all’in-
terno di palazzo Zapata dei mar-
chesi omonimi, costruito tra la fi-
ne del XVI e l’inizio del XVII se-
colo. Il villaggio Su Nuraxi, il più
importante e il più conosciuto
della Sardegna, è a poca distanza.
E sotto casa Zapata c’è dunque un
altro nuraghe, ritrovato durante i
lavori alla corte rustica dei Zapa-
ta. In effetti, la presenza del nu-
raghe era stata segnalata molti
anni prima dal professor Giovan-
ni Lilliu, ma come si legge nella
Antonio Saba

relazione presentata in Munici-


pio dagli archeologi impegnati
nella prima campagna d’indagi-
ne, se ne ignorava l’eccezionale Il complesso nuragico sotto- lidamento: così, almeno, hanno
consistenza. Si tratta infatti di un stante, una volta riportato alla lu- più volte spiegato gli studiosi
vero villaggio nuragico, del ge- ce, potrà essere goduto dall’alto, impegnati nelle ricerche. Il mo-
nere, appunto, di quello di Su e i visitatori avranno anche l’op- numento, che presenta un com-
Nuraxi: con le torri, le capanne, portunità di assistere, quando la plesso paragonabile al solito, no-
gli antimurali. Una volta scoper- campagna di scavo riprenderà e il tissimo Su Nuraxi di Barumini, è
to, si è proceduto a una revisio- museo sarà ultimato, al lavoro de- del tipo quadrilobato ed è uno
ne del progetto di allestimento gli archeologi. Le indagini, per dei più importanti della zona. In
di un museo archeologico, e alla ora, hanno interessato solo la par- epoca nuragica, inoltre, Nolza
sistemazione di una passerella te superficiale del sito, così da era con tutta probabilità il prin-
aerea in vetro che di fatto è stata avere almeno un quadro esatto cipale centro di un’area nuragica
concepita come un vero e pro- della disposizione del nuraghe ri- ben più vasta. 
prio percorso museografico. spetto a palazzo Zapata. E i pros- Andrea Piras

18
SANT’ANDREA PRIU

Nelle case delle streghe


Tra le domus de janas della necropoli
sassarese, questa è una delle più belle e
vaste con le sue 15 grotte funerarie
che è conosciuta come la “cultura di
San Michele” o “cultura di Ozieri”.
La denominazione ha origini molto
semplici: all’incirca un secolo fa, in
una grande grotta di Ozieri, la grot-
ta – appunto – di San Michele, furo-
no trovate testimonianze di un mo-
do di vivere e di abitare che non
aveva nulla in comune con i prece-
denti: così gli fu dato un nome spe-
cifico, prendendo lo spunto dal luo-
go dove ne erano state trovate le
tracce per la prima volta. In realtà,
si scoprì presto che quella cultura
non era solo di Ozieri: anzi, rispetto
a tutte quelle che l’avevano prece-
duta aveva la caratteristica di esse-
re praticamente diffusa nell’intera
isola. La “cultura” di un popolo,
forse venuto dal mare intorno a
3.500 anni prima di Cristo, pacifico
e laborioso, dedito non più alla pa-

L
storizia, ma all’agricoltura. Con una
e chiamano domus In queste foto: la necropoli di sua religione in cui si adoravano il
de janas. Le janas so- Sant’Andrea Priu, nei pressi di Sole e il Toro, simboli della forza
Bonorva (Sassari), e la tomba
no creature immagi- del Capo, una delle quindici grotte
maschile, e la Luna e la Madre Me-
narie della fantasia funerarie che la compongono. diterranea, simboli e figure della
popolare, donnine dal carattere Durante il periodo paleocristiano capacità generatrice femminile
la tomba venne riutilizzata come
mutevole: un po’ maghe gentili, un chiesa, e questo spiega la (idoletti con la Dea Madre, che gli
po’ streghe bizzarre. Con un parti- presenza degli affreschi bizantini. archeologi chiamano “cicladici”
colare in comune: sono esserini di
statura e di forme minori di quella

Fotografie di Antonio Saba


umana. Sono questa statura e que-
ste forme leggere che gli permetto-
no di abitare queste domus, queste
case che sono anche loro più picco-
le del normale. In realtà, sono le
grotticelle funerarie scavate nella
roccia dai Sardi di cinquemila anni
fa per dare sepoltura ai loro morti.
Il culto dei morti è sempre stato
fondamentale nelle culture primiti-
ve. Così fu in Sardegna, in quella

21
SANT’ANDREA PRIU DOMUS

nate di roccia che portavano alle


E AD ALGHERO C’È L’ANGHELU RUJU domus), i visitatori debbono essere
accompagnati dalle guide della

S e ne conoscono oltre duemilacinquecento, cioè


più d’una ogni chilometro quadrato, di sepol-
ture a domus de janas sull’isola. Tra le tante, la ne-
cooperativa “Costaval” che gestisce
il monumento (soprattutto da fine
giugno ai primi di settembre, con
cropoli forse più famosa (oltre a Sant’Andria Priu), orario 9,30-19,30).
è quella di Anghelu Ruju, nei pressi di Alghero, ai Non tutte le domus sono facili da
bordi della strada che da Sassari va all’aeroporto di vedere. Ma alle tre più importanti
Fertilia (tutt’intorno i vigneti dell’azienda Sella & si accede con una certa facilità. La
Mosca, che ha dato il nome di Anghelu Ruju, “an- prima si chiama La Tomba a Ca-
gelo rosso”, a un suo profumato vino da dessert panna. È l’unica nella quale biso-
rosso scuro). Sono trentasei “ipogei” (cioè tombe gna stare un po’ chini, perché il tet-
sotterranee), che imitano, su scala ridotta, le dimo- to è più basso della statura norma-
re dei vivi. “Cimitero di marinai-metallurghi e di le. Circolare, ha il tetto a forma co-

Fotografie di Antonio Saba


agricoltori”, ha scritto il più famoso archeologo nica, decorato da una raggiera di
sardo, Giovanni Lilliu, “i cadaveri eran sepolti, non solchi incisi che riproducono i pali
di rado, sotto bianchi cumuli di valve di molluschi”. del soffitto, destinato a sostenere
Ma tutti portando con sé strumenti e monili della un tetto di frasche. Sul pavimento,
loro vita terrena: punte di frecce di ossidiana, col- qui e in tutte le altre tombe, sono decorazioni e di figure di-

Fotografie di Antonio Saba


telli e asce di pietra, ma anche collane, braccialetti e Le domus de janas di Anghelu Ruju, presso Alghero, realizzate piccoli fossi, detti “cuppelle”, che pinte, riferiti alle storie
anelli di filo di rame ritorto, e tante ceramiche.  in gran parte al tempo della cultura di San Michele di Ozieri. avevano una funzione rituale. Co- della Vergine, alla Vita di
me tutte le altre tombe della necro- Cristo o agli Apostoli. Al
poli, anche questa è stata più volte centro di una parete il Cri-
riutilizzata in periodo romano, bi- sto in trono, contornato dai
perché il loro luogo in latino, “casa”. E in effetti la carat- zantino e infine alto-medioevale. simboli dei quattro evan-
d’origine sarebbero le teristica delle domus de janas è ap- La seconda si chiama La Tomba a gelisti, leva la mano bene-
isolette greche delle punto di ripetere pari pari – ma, ab- Camera. È composta di tutta una dicente e onnipotente. Tut-
Cicladi, si trovano con biamo detto, su scala ridotta (a oc- serie di vani grandi e piccoli (nei to, qui, comunica l’emozio-
una certa frequenza chio e croce la metà) – le abitazioni maggiori si sta comodamente in ne del sacro e del mistero.
nei luoghi di questa re- dei vivi. La visita ad una di queste piedi). Nella stanza centrale, rettan- Ma la necropoli riserva
ligione pre-nuragica). necropoli è dunque doppiamente golare, due grandi pilastri sosten- un’ultima sorpresa. Al di
Le domus de janas interessante: non solo perché ci gono il (finto) tetto, con un grande sopra del fronte in cui so-
erano scavate nel terre- mette in contatto con un monumen- trave centrale su cui si appoggiano no scavate le grotticelle si
no, più ancora sulle to straordinario, ma anche perché ci travi più piccole. Zoccoli, segni di leva una roccia, detta Il To-
fronti della viva roccia: dà un’idea di com’erano fatte le ca- architravi, elementi delle porte te- ro perché riproduce, a sca-
una vicina all’altra, fi- se di questi popoli contadini di cin- stimoniano la cura con cui questo la superiore al normale, il
no a formare necropoli quemila anni fa. “appartamento dei morti” fu scava- corpo di un toro. C’è di-
che ospitavano anche La più bella è quella di Sant’An- to nella roccia viva. In alto: il celebre “toro sacro” che scussione fra gli archeologi, se sia
centinaia di defunti. I drea Priu, vicino a Bonorva (percor- La terza è, in realtà, un insieme di domina da un colle la necropoli una roccia che naturalmente ha le
di Sant’Andrea Priu. Da alcuni ritenuto
morti venivano depo- rendo la “Carlo Felice”, S.S. 131, da vani (diciotto!) che ne fa una delle una scultura monumentale, è in realtà forme di un toro o una roccia cui è
sti in posizione fetale, Sassari verso Cagliari, si esce al bi- più grandi del Mediterraneo. In pe- un monolito di trachite modellato dagli stata data artificialmente quella for-
agenti atmosferici e traforato al
e avevano vicino og- vio di Torralba-Santu Antine, una riodo romano e poi bizantino fu tra- suo interno dalla mano dell’uomo per
ma proprio perché il Toro era la di-
getti del loro corredo quarantina di chilometri da Sassari, sformata in una chiesa rupestre, ricavarvi un apogeo. Sopra: ancora uno vinità maschile di questi popoli: al-
terreno, quasi per ac- e si prende la provinciale 43: i se- più volte intonacata e affrescata in scorcio della tomba del Capo, la roccia, che ha una sua poderosa
che consta di ben diciotto ambienti.
compagnarli nel lungo gnali portano facilmente alla necro- diversi punti. Adattata al culto for- conformazione, manca la testa, ma
viaggio verso l’Oltre- poli). Nel silenzio della vasta Piana se già nel periodo bizantino, fu ri- si pensa che se ne potesse apporre
tomba: secondo alcune di Santa Lucia, punteggiata di case consacrata dal vescovo di Sorres, fedeli già battezzati e il presbiterio, una d’argilla o di legno, in occasio-
La necropoli di Sant’Andrea ipotesi, la loro deposizione nelle e greggi al pascolo, la necropoli oc- Guantino di Farfara, nel 1313. An- dove era l’altare e dove si celebra- ne di particolari cerimonie.
Priu, che sorge nella vasta piana domus era di tipo “secondario”, cupa il fronte di una collina in tra- che se per quella che dovette esse- vano le cerimonie liturgiche. A Bonorva un modernissimo Mu-
di Santa Lucia, occupa il fronte
di una collina in trachite. Tra le
cioè i corpi venivano lasciati all’a- chite. Fu qui che furono scavate con re la sua destinazione originaria la I disinvolti (per non dire altro) visi- seo Archeologico permette di com-
tombe notevoli che valgono perto per scarnificarsi, e quando ne picchi di pietra, forse anch’essi di si chiama la Tomba del Capo, nei tatori d’un tempo avevano guastato pletare la conoscenza in un am-
senz’altro una visita, la tomba a rimaneva il solo scheletro venivano trachite, le circa quindici tombe. tre ambienti maggiori si distinguo- gli intonaci e gli affreschi: che, re- biente ricco di memorie, soprattut-
Capanna, la tomba a Camera e
la già citata tomba del Capo, tutte collocati nelle grotticelle. Siccome le facciate sono crollate in no il nartece, l’ingresso dove dove- staurati con molta intelligenza nel to prenuragiche e romane. 
e tre facilmente accessibili. Domus, in sardo, vuol dire, come diversi punti (travolgendo le scali- vano stare i catecumeni, l’aula per i 1997, dispiegano oggi interi cicli di Manlio Brigaglia

22 23
ORCHIDEE ORCHIDEE

presenti sul territorio italiano. Cer- tano, al momento della fecondazio-

Le 50 specie dell’isola to, confrontate al resto del mondo si


tratta di piccole cifre: di orchidee
esistono infatti 25 mila specie, ma
l’Europa ed il Mediterraneo ne
ne, di scambiare materiale genetico
proveniente da individui diversi.
Alcune specie mettono in bilancio
delle “spese” per compensare il
ospitano meno dell’1 per cento. “pony express” che, con puntuale
Assai piccole Ma quali sono, allora, le caratteri- precisione, consegna al destinatario
stiche di queste orchidee nostrane il polline ben impacchettato che gli
e bellissime, che si possono ammirare in tante è stato affidato. La moneta corrente
fanno parte località sarde? Proseguendo con è rappresentata dal nettare, preliba-
l’immagine di trasformarci in un in- to liquido di cui gli insetti sono
del patrimonio setto, una volta avvistata l’orchidea, ghiotti. Diversi sono i sistemi con evolutivo, così nel regno vegetale il
verde della attratti e guidati dalle sue forme e
dai suoi colori, ci poseremo su una
cui le orchidee rendono accessibile
il proprio nettare, ma ad ogni pre-
primato spetta all’orchidea. Tra le
tante, sono le Ophrys le depositarie
Sardegna vera e propria pista d’atterraggio lievo da parte del visitatore la “trap- del massimo livello di specializza-
messa a disposizione da ogni sin- pola” scatta infallibile e sul suo ca- zione, grazie al quale sono in grado
golo fiore. Si tratta del labello: po vanno ad incollarsi piccole mas- di assicurarsi i servigi degli insetti
nient’altro che un petalo molto ben se glutinose di polline. Il supermer- senza dover far fronte al dispendio
distinto dagli altri, modificato in cato del nettare, di sicuro, non pecca d’energie richiesto dalla produzio-

I
maniera appariscente nei colori, di fantasia: le confezioni sono tante ne del nettare. Per questo motivo
nella forma e nella grandezza, per e presentate con un’astuzia che nul- hanno trasformato il proprio label-
mmaginiamo di poter ridi- attrarre ineluttabilmente gli insetti. la ha da invidiare alle più moderne lo, facendogli assumere l’aspetto di
mensionare il nostro corpo Al fine di garantire una certa va- tecniche di marketing. un insetto femmina, fino al punto
sino ad assumere le sem- riabilità e con essa la perpetuazio- E come nel mondo animale si at- che il risultato è una perfetta copia
bianze di un piccolo insetto e di ne della specie, le orchidee necessi- tribuisce all’uomo il più alto livello dell’originale. Questo vale per la
avere a disposizione, per i nostri
esercizi di volo, l’intero territorio
della Sardegna. Saremmo così liberi te radente perché esse sono esclu- In alto: all’ombra di un nuraghe in
di spaziare lungo i 1897 chilometri sivamente terricole, a differenza località Marghine si mimetizzano
piccole orchidee. A sinistra: le orchidee
di costa e di muoverci liberamente delle loro sorelle maggiori, dette crescono anche su terreni aspri.
dalle dorsali granitiche della Gallu- “figlie dell’aria”, che vegetano
ra, a nord dell’isola, ai monti bosco- nelle regioni tropicali. Queste, per
si del Sulcis e dell’ Iglesiente, a me- sfuggire al sottobosco dove nes-
ridione; dalla pianura del Campi- sun raggio di sole penetra mai, si IN “GIROS” PER ORCHIDEE
dano, compresa tra Oristano e Ca-
gliari, all’imponente complesso
montuoso del Gennargentu, nella
sono mirabilmente adattate a vi-
vere sugli alberi, utilizzando l’ac-
qua piovana e sfruttando i residui
D elicate, semisconosciute, le orchidee
spontanee fioriscono numerose sul territorio
regione centrale sarda, da cui si di- organici accumulati sui rami. Sono della Sardegna. Spesso irriconoscibili, però,
rama, fino al Tirreno, la vasta e tor- le orchidee di grandi dimensioni all’occhio dei botanici dilettanti e poco
mentata area calcarea del Supra- che tutti conosciamo in commer- esperti. Per aggirarsi tra boschi e radure sa-
monte. Le prove di volo ci consenti- cio, ormai prodotte in quantità dai pendo distinguere le varie specie di questi
Tutte le fotografie sono di Marcello Piccitto

rebbero di godere appieno la varie- floricoltori più esperti. Esse ven- fiori ci si può affidare al Giros, un’associa-
gata natura del territorio, prevalen- nero introdotte in Europa circa zione onlus di appassionati di botanica e an-
temente collinare e montuoso, due secoli fa, provenienti sia dal- cor più di orchidee, fondata nel 1994. Oggi
spesso aspro ed accidentato. l’Oriente sia dal Sud-America. conta 250 iscritti che perlustrano il territo-
Proseguiamo il nostro viaggio Le graziose ed affascinanti orchi- rio italiano per catalogare la presenza di or-
immaginario attraverso garighe dee nostrane, invece, sono salda- chidee spontanee. E la Sardegna è, con la
costiere e d’altitudine, pascoli na- mente ancorate al terreno e pur esi- ricchezza delle sue varietà, una delle loro re-
turali e incolti, macchie, boschi In alto: l’immagine di una prateria nel bendo fiori più piccoli, possono gioni preferite. Giros organizza inoltre con-
ombrosi, corsi d’acqua e acquitri- Gennargentu con alcune pianticelle di reggere a testa alta il confronto con vegni e conferenze sulle orchidee, le quali
Orchis laxiflora, dai petali di colore
ni. Solo addentrandoci in questi rosso-violaceo generalmente
le specie esotiche, per bellezza, de- sono eccellenti indicatori ecologici: infatti
ambienti coglieremo l’opportunità identificabile in luoghi umidi. licatezza e varietà cromatica. crescono solo in ambienti non inquinati.
di incontrare da vicino le piccole Qui sopra: la delicata corolla di un La Sardegna ne è ricchissima: ba- Informazioni: Giros Sardegna, Gianni
esemplare di Ophrys holoserica annae,
orchidee spontanee ed il nostro rara orchidea del Logudoro, presente sti pensare che l’isola ospita oltre Orrù, telefono 070-939368. 
volo dovrà essere necessariamen- in Corsica oltre che in Sardegna. cinquanta specie delle circa 120

24 25
ORCHIDEE

forma, il colore, le macchie che ri- ghi naturali privi d’inse-


producono le ali e la disposizione diamenti umani e non as-
dei peli. Meravigliati, dobbiamo soggettati a coltivazioni. I
proprio riconoscere che l’inganno pascoli naturali e le mac-
è perfetto, se consideriamo anche chie, ma anche le scarpa-
l’emissione di sostanze odorose, te ed i bordi delle strade,
del tutto simili a quelle di cui si offrono le maggiori pro-
serve la femmina di quell’insetto babilità di successo.
per attirare il maschio nel periodo Il periodo consigliabile
riproduttivo. Il risultato? Il ma- per ammirarle è quello
schio visitatore si appoggia sull’or- compreso tra il mese d’a-
chidea e, nel tentativo di accop- prile e la prima metà di
piarsi, strofina con il capo contro la maggio, per la naturale
base adesiva delle masserelle di concentrazione delle fio-
polline, estraendole e portandole a riture. È necessario scru-
contatto del fiore successivamente tare attentamente tra le
visitato. La fecondazione incrocia- erbe, ai piedi dei cespu-
ta è così assicurata. gli o degli alberi per riu-
E proprio le Ophrys, in quanto a scire a riconoscerne la ti-
varietà, sono di gran lunga le più pica silhouette. L’atten-
numerose in Sardegna; seguono a zione è un fattore indi-
distanza le Orchis e le Epipactis. Al- spensabile perché le di-
cune, come ad esempio la Orchis mensioni delle piantine
papilionacea, la Orchis longicornu, la sono davvero modeste.
Fotografie di Marcello Piccitto

Ophrys tenthredinifera, la Barlia ro- Alcune misurano appena


bertiana e la Serapias lingua sono 5 centimetri, molte hanno
molto comuni. Per osservarne qual- un’altezza di circa 20 cen-
cuna sarà sufficiente esplorare luo- timetri, anche se non
mancano casi d’orchidee
robuste che toccano – co-
me la Barlia robertiana – gli 80 centi- rica chestermanii presente solo in
metri. Il record, però, è detenuto pochi siti della Sardegna sud-occi-
dalla Dactylorhiza elata sesquipedalis dentale e di quella centro-orienta-
i cui esemplari raggiungono e su- le. Anche l’Orchis mascula ichnusae
perano il metro d’altezza. In Sarde- è un endemismo esclusivamente
gna è la specie più rara, presente in sardo, da osservare sui rilievi so-
un unico sito, nascosto sui tavolati prattutto calcarei della Sardegna
calcarei dell’Ogliastra. In quanto al- centro-orientale e sud-occidentale.
le altre specie, il drappello di quel- L’Ophrys sphegodes praecox, inve-
le che presentano una distribuzio- ce, è un endemismo sardo-corso,
ne localizzata è abbastanza nume- localmente comune ma presente
roso. La Serapias nurrica e la Genna- solo nel settore nord-occidentale
ria diphylla, ad esempio, vegetano dell’isola. Un caso a sé è rappre-
soprattutto lungo la fascia costiera sentato dall’endemica Orchis bran-
della Sardegna settentrionale, men- cifortii, il cui areale abbraccia la
tre l’Orchis purpurea gravita in po- Sardegna e la Sicilia.
che località del Sassarese. Alla luce di queste peculiarità, il
In altri casi siamo di fronte a del- pregio delle orchidee sarde va ri-
le vere e proprie rarità, specie cercato, non tanto nel numero delle
quando la distribuzione dell’orchi- specie, quanto nella componente
dea è limitata alla sola Sardegna o endemica, irriproducibile e specia-
condivisa con la Corsica o la Sici- le, frutto di una lunga evoluzione
Qui sopra: tra i pini, sulla costa lia. Nel caso di areali così ristretti che ha trovato nell’insularità un in-
occidentale, è presente l’Orchis
papilionacea. In alto: la stessa specie si parla di endemismi, come nel sostituibile alleato. 
cresce anche sui pendii dell’Ogliastra. caso della rarissima Ophrys holose- Cesario Giotta e Marcello Piccito

26 27
ARTE CONTEMPORANEA

Dove va la cultura
A Cagliari, ma anche in altre città e paesi,
fervono iniziative per aprire musei e spazi
polifunzionali dedicati alle nuove forme d’arte

I mmobilismi culturali, in-


gessature burocratiche: co-
se del passato. Nella Sarde-
gna del 2002 si stanno infatti rea-
lizzando egregie cose nel campo
della divulgazione artistica, le-
quanto nei centri minori (Orani,
Calasetta) stanno nascendo spazi
espositivi per collezioni perma-
nenti e per mostre temporanee di
arte contemporanea: operazione
che contribuisce, ancora una vol-
gandola al recupero di edifici sto- ta, ad alleggerire il senso atavico
rici. L’isola ha una sua importante d’isolamento che la Sardegna ha
dimensione di contenitore d’arte sempre sofferto. Presentiamo qui
in tutte le espressioni autoctone, di seguito i “nuovi” musei, e nei
la cui valorizzazione è in atto. Non box alle pagine seguenti gli spazi
solo: la necessità di creare sul po- culturali aperti di recente.
sto delle occasioni espositive che
mettano in contatto diretto il pub- Orani: il Museo Nivola
blico con le realtà contemporanee Ai margini nord-ovest della Bar-
mondiali è sentita come una prio- bagia Ollolai, Orani è un paese
rità. Ecco che tanto nelle città (Ca- disposto lungo le pendici dei
gliari ma anche Nuoro e Sassari) monti boscosi. Nel suo passato,

A sinistra: l’esterno un marchesato e il vanto di aver


dell’ex lavatoio ospitato il vescovo di Ottana du-
di Orani, ora adibito
a museo per ospitare rante le sue vacanze estive: si par-
le sculture del più la del 1500. Qualche bella chiesa
illustre cittadino del in masselli di trachite locale e al-
paese barbaricino,
Costantino Nivola. cuni palazzotti dei proprietari ter-
Tra breve sarà rieri: ecco Orani. Ma oggi il borgo
inaugurato anche un
padiglione dedicato ha un fiore all’occhiello, un picco-
alle opere di pittura e lo grande gioiello per cui vale la
di grafica dell’artista. pena venire sin qui: il Museo Co-
In alto a destra:
una delle sale del stantino Nivola, artista ecceziona-
Museo Nivola. le. Che dal natìo borgo selvaggio
spiccò un salto incredibile, un’esi-
stenza fitta di colpi di scena e sod-
disfazioni: una vita d’artista. Va a
studiare a Monza all’Istituto Isia

Fotografie di Gianmario Marras


ed entra poi in Olivetti come art
director; sposa Ruth Guggenheim,
sua compagna di corso, e la segue
negli Stati Uniti. A New York la-
vora come scultore e pittore e per

28 29
ARTE CONTEMPORANEA ARTE CONTEMPORANEA

sei anni è il direttore artistico della anche l’ala per le opere pittoriche (mostra sulle sedie d’autore) a

Fotografie di Gianmario Marras


prestigiosissima rivista Interior and di Nìvola. Orani e la Sardegna ne Miró, esposizione visitata da 13
Industrial Design; stringe amicizia verranno arricchite. Informazioni: mila persone, un numero record.
con Le Corbusier, De Koonig, Lé- 0784/73.00.63, chiuso lunedì. Due piani sono inoltre dedicati ai
ger e altri grandi artisti. Inventa la maestri sardi e qui si fanno sco-
tecnica di modellatura della sab- Nuoro: il Man perte come i disegni di Fancello,
bia, il “sand-casting”, per realizza- Nuoro ne aveva proprio bisogno. pittore amico di Nìvola morto gio-
re pannelli in rilievo e continua Di uno spazio cittadino dove rea- vanissimo, oppure i quadri di
con esposizioni e commesse im- lizzare esposizioni tematiche che Maria Lai, geniale artista che pre-
portanti. Ma torna a Orani, luogo portassero una ventata di aggior- dilige materiali insoliti.
d’appartenenza, e decora la faccia- namento culturale nell’area, di at- Cristiana Collu, direttore arti-

Fotografie di Gianmario Marras


ta della chiesa di Sa Itria prima di tualizzare e incuriosire i nuoresi stico, ha molte idee e un impegno
tornare a insegnare a Harvard. un po’ stanchi di ricorrere alla personale: “Inserire Nuoro nei
Muore nel 1988, nel pieno di un memoria di Grazia Deledda e di circuiti nazionali e internazionali
successo che ha avuto più riso- Sebastiano Satta per inserirsi nel d’arte”, è la consegna, “perché
panorama italiano. Così, nel feb-
braio del 1999, è stato inaugurato Qui sopra: l’interno del Man (Museo
il Man, Museo d’Arte moderna di A sinistra: ancora il Museo Nivola. Qui di Arte moderna di Nuoro), dove
una scultura in bronzo dell’artista che da l’arredo spoglio fa risaltare i dipinti
Nuoro, all’interno di un palazzet- esposti. A sinistra: il castello di San
Orani si trasferì a New York, ottenendo
to completamente ristrutturato. grande notorietà negli Stati Uniti. Sopra: Michele, posto sulle alture che
Ospita mostre tematiche su argo- l’ingresso del Man di Nuoro, inaugurato dominano Cagliari. Un tempo dimora
nel 1999, che accoglie mostre temporanee fortificata della famiglia spagnola
menti più disparati, da carrellate Carroz, è stato recentemente
di arte moderna e una collezione di
su come il design internazionale artisti sardi. In basso: l’Exma, ovvero ex riadattato come spazio culturale.
ha proposto l’arte del sedersi macello di Cagliari, da poco recuperato.

CAGLIARI: I NUOVI SPAZI CULTURALI stre. È in piazzale Lazzaretto,

L “Exma”, cioè l’ex macello


comunale, si trova nel pieno
centro di Cagliari. Si tratta di un
di ospitare manifestazioni culturali
di diversa vocazione. Nello spazio
circostante è stata ricavata una sca-
Borgo Sant’Elia, telefono 070/
3.83.80.85, chiuso lunedì.
Da segnalare, infine, il recupe-
edificio molto ben ristrutturato, linata, una grande vasca d’acqua, la ro dell’ex caserma sabauda di
con un cortile tutt’attorno, mura caffetteria, la biglietteria-reception. San Carlo, tra le mura di cinta
rosse sulle quali spiccano teste di Tra i prossimi allestimenti, da segna- il castello di San Michele: restaurato lo si trova sul colle di San Michele, delimitanti il quartiere Castel-
bovini che ricordano la primitiva lare l’importante mostra di Andy negli anni 80, è stato inaugurato nel telefono 070/50.06.56, chiuso lunedì. lo, che si sviluppa intorno alla
destinazione del fabbricato. Le Warhol, che s’inaugura il 15 giugno. 2001. Il castello, che sorge fuori dal Nuova destinazione d’uso anche per Cittadella oggi centro di musei.
porte ad arcata ogivale, quasi un L’Exma è in via San Lucifero 72, te- centro, sulle alture dietro la città, ha il Lazzaretto di borgo Sant’Elia, in In quest’area abitata un tempo
tocco saraceno, introducono a lefono 070/66.63.99. molta storia da raccontare. Nato da posizione incantevole, quasi bagnato dagli ebrei cagliaritani, sulla
nanza negli Stati Uniti che in Ita- due saloni sovrapposti, in grado Altro prestigioso spazio recuperato è una torre bizantina, controllava il dalle onde del mare, tra Cagliari e la cinta muraria residua che cir-
lia. Orani gli ha dedicato un mu- mare da cui giungeva il pericolo dei spiaggia del Poetto: il quartiere di condava l’acropoli di Cagliari,
seo bellissimo: nel lavatoio del pirati. I Pisani vi aggiunsero poi una Sant’Elia era infatti un tempo portic- spicca il complesso dell’ex ca-
paese, sotto un alto tetto a capriate, chiesa e altre torri; durante la domi- ciolo di pescatori. Il Lazzaretto fu co- serma, raggiungibile varcando
è esposta nella luce vibrante di nazione catalana fu dei Carroz, che struito nel XVII secolo per arginare la porta della torre dell’Elefan-
questa terra ispida e meravigliosa ne fecero una residenza fastosa. In le pestilenze portate nell’isola: era te e percorrendo via Santa Cro-
una collezione di sculture in mar- seguito seguì la sorte di molti altri qui, infatti, che chi arrivava in Sar- ce. La caserma, chiamata erro-
mo e bronzetti. Tutt’attorno al pa- complessi fortificati: decaduto, di- degna attraccando a Cagliari tra- neamente Ghetto degli Ebrei, è
diglione, alto sul paese, un percor- venne lazzaretto, quindi caserma. scorreva la quarantena. La costru- stata restaurata creando sale
so d’acqua imbrigliato dalla pietra Tra alterne fortune giunge ora a noi zione, a due piani, gira attorno a un per corsi d’aggiornamento cul-
ricorda l’antica funzione del luogo. circondato da un’area verde, vero e cortile, quasi un chiostro. Ripristi- turale, mostre e iniziative poli-
Piccole sculture ritraggono i proprio balcone sulla città e sul ma- nato da una situazione d’abbandono, valenti. Da un cortile-terrazza,
personaggi del paese, altre rac- re. Nella recente ristrutturazione gli rappresenta un polo aggregativo; la sera, le luci di Cagliari si
contano l’evoluzione estetica del- interni sono stati suddivisi con strut- prossimamente vi saranno esposte le confondono con le stelle. Via
l’artista che raggiunse forme di es- ture in acciaio e policarbonato, poco collezioni etnografiche comunali, Santa Croce 18, telefono 070/
senzialità arcaica e modernissima. restando degli antichi muri. Il castel- mentre oggi ospita workshop e mo- 64.02.115, chiuso lunedì. 
Tra non molto verrà inaugurata

30 31
ARTE CONTEMPORANEA

NUOVO A SASSARI

D a un ex saponificio sta per


nascere il nuovo Museo
d’Arte contemporanea Masedu,
che costituirà il più vasto spazio
espositivo sardo. Succede a Sas-
sari, e la data prevista d’apertura
è questo stesso mese di maggio.
Nelle sale saranno esposte per-
manentemente le opere del gran-
de pittore Giuseppe Biasi (servi-
zio a pagina 34), la collezione del-
la Provincia, e mostre tempora-
nee. Telefono 079/29.27.69. Te-

della città si parli anche per le


iniziative culturali del Man, mu-
seo aperto sul mondo”. Il primo
passo in questa direzione – la
provocazione lanciata contro
l’immobilismo – è stato fatto; si
attendono le sequenze a venire,
le prime sono state di gran suc-
cesso. Si aprirà qui il 10 maggio
per concludersi il 30 giugno
un’interessante mostra dal titolo
“Vis à vis”, una carrellata nel
mondo dell’autoritratto con ope-
re di Pistoletto, Sherman, Paoli-
ni e altri. Il Man è in via Satta,
0784/25.21.89, chiuso lunedì.
Sopra: uno dei luminosi saloni del Museo d’Arte contemporanea
Calasetta: le collezioni di Calasetta, sull’isola di Sant’Antioco, che ospita le collezioni d’arte raccolte
dal pittore e appassionato d’arte Ermanno Leinardi. Un tempo era il
di Ermanno Leinardi mattatoio locale. Qui sotto: una delle opere esposte, In Quarta di Mauro Reggiani.
Nell’isola di Sant’Antioco, colle-
gata da un ponte alla costa sud, lui stesso e appassionato cultore
la cittadina di Calasetta è nota e collezionista d’arte dei nostri
per la sua origine ligure-pie- giorni, ha messo a disposizione
montese che si riscontra nella della comunità quanto raccolto
vocazione alla pesca degli abi- in una vita dedicata alla pittura
tanti e nella struttura a griglia contemporanea. Allestito in un
del disegno urbanistico tracciato ex mattatoio in disuso, il museo
nel 1769. Cala di Seta, divenuto conta su un gruppo di opere
poi Calasetta, oggi ha un motivo esposte in modo permanente e
in più per essere visitata: il Civi- sulla rotazione di personali e
co Museo che ospita le collezioni temporanee di grande spessore
d’Arte moderna raccolte da Er- qualitativo. Alle pareti, tele di
manno Leinardi. Un gesto da Fontana, Capogrossi, D’Orazio e
mecenate illuminato che non te- altri maestri rappresentativi dei
me, anzi, favorisce il decentra- filoni d’arte concettuale. Telefono
mento della cultura. 0781/81.00.72. 
Questo signore, ottimo pittore Anna Federici

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In Grande festa campestre
(1910-11, collezione
Regione Sardegna) Biasi
esprime l’interpretazione
fiabesca e un po’ cupa del
mondo rurale sardo
sviluppata durante i primi
Giuseppe Biasi: un pittore e la sua terra viaggi nel cuore dell’isola.

CRONACHE DA UN
Trasfigurate in poetiche immagini, le profonde radici agricole
EDEN MODERNO
e pastorali sarde trionfano nell’opera dell’artista sassarese
DI CARLO MIGLIAVACCA - FOTOGRAFIE ARCHIVIO ILISSO EDIZIONI

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P ellegrino infaticabile lungo le strade polvero-
se dell’isola, osservatore incantato di paesag-
gi ai bordi della storia, di frammenti di vita e
cultura rurale affioranti da epoche remote, di volti scol-
piti dal sole e dal vento: Giuseppe Biasi ha rappresen-
tato in seno alla cultura sarda una sorta di corrispettivo
Nella pagina precedente,
dall’alto: un particolare di
Fanciulle al lavatoio
(1913) e Sera a Ittiri (1914-
18). Durante il secondo
decennio del Novecento
lo sguardo dell’artista
diviene più sereno e i toni
dei colori più chiari.
La tecnica preferita è quella
pittorico della vivida scrittura proposta nei romanzi e della tempera, mentre
nei racconti di Grazia Deledda. E proprio dando forma acquistano grande rilievo
le figure di giovani
grafica a quelle immagini letterarie, per riviste come donne, intente al lavoro o
L’illustrazione italiana e La lettura, alla fine del primo de- colte nelle giornate di
festa e durante processioni
cennio del Novecento il giovane artista sassarese (era religiose. A destra e in
nato nel 1885) si è accostato alla scoperta della Sardegna basso: altri due particolari
più profonda, quella delle pianure e degli altipiani, de- di Fanciulle al lavatoio
che permettono di cogliere
gli stazzi e delle sagre popolari, ricevendo dalla scrittri- l’eroica fierezza attribuita
ce lettere di apprezzamento e incoraggiamento. alla figura maschile e la
Diversa fortuna ha però accompagnato i volumi del- soave trattazione riservata
al mondo infantile.
la Deledda (Nobel per la letteratura nel 1926) e i dipinti Sull’isola le opere di Biasi
di Biasi, ingiustamente relegati, dopo il successo dura- sono visibili a Tempio
Pausania, dove l’artista ha
to fino alla sua morte, nel troppo angusto ambito del decorato la stazione
ferroviaria, al Museo d’arte
di Nuoro (Man), al Museo
Sanna di Sassari e
nella sezione di arte sarda
in allestimento alla
Galleria comunale d’arte
di Cagliari (da luglio).

La consolante scoperta di un mondo senza tempo


folklore o in quello asettico della ricerca etnografica. In lui pittore e come lui tanto attratto dalle valenze artisti-
realtà la sua opera, dedicata all’incanto di piccoli paesi, che del borgo del Sulcis da seguire l’amico nella scelta
al primitivo mistero di figure maschili o alla sfuggente di affiancare a lungo il toponimo alla propria firma. Tra
bellezza di volti femminili, alle splendenti cromie dei il secondo e il terzo decennio del secolo il pennello di
costumi tradizionali, appare frutto di una trascrizione Biasi, intinto alle fonti della più avanzata cultura figura-
lirica ed epica della realtà popolare sarda piuttosto che tiva europea, ha dato forma ad immagini che hanno
di un’osservazione a fini documentaristici. Sono le stes- contribuito alla definizione di una più solida coscienza
se parole del pittore a chiarire i termini delle sue incur- dell’identità sarda, tratteggiando i caratteri di un mon-
sioni in quel mondo: “La Sardegna è un paese povero e do edenico e fiabesco, ancora non intaccato dagli aspet-
quel che meglio ci si può trovare è anco- ti deteriori della modernità. Nei sog-
ra un poco di poesia... la poesia che giorni a Teulada le linee squadrate ere-
sembra fuggire tutte le contrade”. ditate dalla grafica si ammorbidiscono,
Nella tormentata Europa d’inizio se- gli scuri colori della tavolozza si schiari-
colo la poesia doveva essere merce rara. scono e la poesia si rasserena; i gesti di
Come Gauguin in Francia e gli Espres- uomini e donne sono quelli composti e
sionisti in Germania, l’avvocato Biasi (la fieri di un popolo arcaico acquattato tra
laurea fu un tributo ai desideri familiari) le protettive pieghe del tempo.
l’ha cercata e trovata nel cuore agricolo e Quelle opere gli varranno una rapida
pastorale della sua terra, nei villaggi affermazione (sfruttata al meglio con il
dell’Anglona, del Logudoro e della Bar- trasferimento a Milano nel 1916) al cen-
bagia; a Teulada: “paese del sogno” se- tro del mercato artistico nazionale. Il
condo la definizione del suo compagno rapporto con l’inesauribile fonte d’ispi-
di viaggi Mario Mossa De Murtas, come razione rappresentata dalla Sardegna

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Figure e paesaggi
sospesi tra
mito e realtà
Nella pagina precedente:
Scolastica (1917 circa,
Galleria d’Arte Moderna
di Milano). A destra:
La canzone del pappagallo
(1916-17 circa). Trasferitosi
a Milano nel 1916, Biasi
ottiene un crescente successo,
conquistando il pubblico
cittadino con opere ispirate
da seducenti figure
femminili o da pittoresche
scene di genere.
La produzione di dipinti
a soggetto sardo si alimenta
grazie ai viaggi compiuti
sull’isola e alle fotografie
scattate dall’artista. Sotto:
Danzatrici e suonatrice
di fisarmonica (1935 circa).
L’osservazione del mondo
contadino assume negli anni
Trenta maggiore realismo.

non verrà però mai meno, e sarà solo temporaneamen- con orgoglio le “infinite” possibilità offerte all’artista
te offuscato da un lungo periodo di soggiorno in Africa dalla terra comune: “In quale paese, infatti, potrà trova-
Settentrionale (1924-27), ancora alla ricerca di un uni- re una così ricca e variata quantità di tipi, e quali don-
verso primitivo, questa volta secondo una declinazione ne! E quali uomini! Anche se, talvolta, illividite dagli
esotica. Nel 1929 la devozione per il fascino profondo stenti e dalla malaria, queste figure si muovono ed agi-
dell’isola assume anche le forme di un’intensa lettera scono come i personaggi di una tragedia antica, tale è la
indirizzata ai colleghi sardi, sollecitati a considerare nobiltà del portamento e la sobrietà del gesto! E quale
ricchezza di scenari!”. Parole che introdu-
cono all’ultima stagione pittorica, trascor-
sa tra importanti successi e accese polemi-
che sostenute contro il sistema artistico
nazionale, accusato del tentativo di margi-
nalizzazione degli artisti sardi: i “parenti
poveri”. Un periodo concluso dalla cruen-
ta morte del pittore, avvenuta a Biella nel
1944, dove era stato arrestato con l’accusa
di appartenere allo spionaggio tedesco.
Da quella data l’opera di Biasi è incorsa
in un oblio rischiarato soltanto da affet-
tuose iniziative espositive promosse nel-
l’isola. E dalla Sardegna, la sua “vecchia
terra direttamente emersa piuttosto dalla
leggenda che dalla storia”, proviene an-
che la bella monografia con cui, nel 1998,
la casa editrice nuorese Ilisso e i curatori
Giuliana Altea e Marco Magnani hanno
restituito al pittore il meritato ruolo nella
storia dell’arte italiana del Novecento. 

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Ogliastra da scoprire

LA BELLA
SELVAGGIA
Paesaggi incontaminati e affascinanti contrasti caratterizzano
questa terra distesa tra il Gennargentu e il Tirreno
DI LELLO CARAVANO - FOTOGRAFIE DI GIANMARIO MARRAS

Il paesaggio intorno
a Lanusei, in Ogliastra.
La regione appare
come un ampio
anfiteatro che scende
gradatamente dai
monti verso il mare.

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Olbia
SASSARI

C apita spesso che qualche escursionista cu-


rioso e inesperto si avventuri sui sentieri
dei caprari e dei carbonai nel cuore segre-
to del Supramonte, per poi affacciarsi sul mare e ma-
gari perdersi senza trovare la via del ritorno. Dicono
che si provi una sensazione indimenticabile, da nau- ORISTANO
Genna rg
NUORO

ent
u
Villagrande
Strisaili
Dal Mediterraneo al Supramonte fino al Gennargen-
tu, la montagna d’argento. In mezz’ora un salto dal ma-
re cobalto ai rocciai dominati dalle aquile e dai muflo-
ni, alle foreste secolari di lecci, ai canyon, alle grotte, ai
nuraghi che svettano sulle antiche vie della transu-
manza. L’Ogliastra è così, un superbo anfiteatro co-
stri. “S’ozzastru”, l’albero ogliastrino per eccellenza,
sembra richiamare questa regione anche nel nome,
anche se l’etimologia più accreditata fa riferimento
all’Agugliastra, la guglia di calcare a picco sul mare
considerata dagli appassionati di arrampicata una
delle più suggestive vie rocciose di tutta Europa.
fraghi in paradiso, del genere “travolti da un insolito Lanusei
Torre
struito da un grande scenografo della natura, dove Barisardo è la vecchia Barì, toponimo che ricorda un
Ogliastra
destino”, sulle orme di Mariangela Melato e Giancar- Jerzu
di Barì spiagge, falesie e altopiani di calcare sembrano fon- luogo paludoso, stagnante, retaggio forse di quando
Barisardo
lo Giannini prima versione o, se si preferisce, di Ma- dersi e formare una gigantesca terrazza a più piani. sulle coste il nemico mortale era la malaria. Ha una
donna nel remake appena girato su queste spiagge. Un concentrato di paesaggi che mutano a ogni cur- bella cattedrale del ’700 con i marmi policromi e una
Ma qui non c’è finzione: è tutto vero. va, risalendo da Barisardo fino a Lanusei e Villagran- Sacra Famiglia di Antioco Mainas. La torre sul mare
Ecco perché riscuotono un grande successo le ini- CAGLIARI de, oppure inerpicandosi verso la valle del Pardu serviva per prevenire le incursioni dei saraceni, oggi è
ziative tipo “selvaggio blu”: una notte in sacco a pe- lungo le strade dei vigneti che custodiscono i segreti una sentinella del turismo, un simbolo tra spiagge ri-
lo, per tetto un cielo di stelle con vista mare nelle ca- del Cannonau, il rosso per eccellenza che nei secoli nomate, campeggi e alberghi dove si coniuga qualità e
lette più esclusive della costa di Baunei: Mariolu, passati riempiva le stive delle navi genovesi e pisa- tradizione, in particolare puntando sulla ricchezza e
Ispuligi de Nie, Sisine, Biriola o Cala Luna, c’è solo ne: due itinerari classici, tra i più frequentati e signi- sulle peculiarità dell’enogastronomia. Da qui si può
l’imbarazzo della scelta. ficativi per conoscere il cuore della terra degli oliva- partire per risalire i gradini dell’anfiteatro Ogliastra.

Sulla spiaggia la torre di guardia,


nell’entroterra i boschi di querce secolari
Qui sotto: la Torre di Barì, che protegge la bella spiaggia della Marina di Barisardo.
In granito e basalto, fu costruita nel ’600 per difendere la costa dai pirati. Sopra: i principali
centri dell’Ogliastra evidenziati nella cartina della regione. A destra: la strada che collega
Villanova e Villagrande attraverso il bosco di Santa Barbara, fitto di querce secolari; è
una delle più belle zone boschive della regione e custodisce un’antica chiesetta campestre.

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Foto grande: la
spiaggia di Torre di
Barì. L’Ogliastra si
affaccia sul Tirreno
con una fascia costiera
lunga 104 chilometri.
Il litorale presenta
una grande varietà di
paesaggi, dalle
scogliere alle ampie
spiagge, alle calette
sabbiose incuneate tra
le falesie allo sbocco
delle codulas, canyon
solcati da torrenti in
secca. Qui a destra: un
murale con scene di
vita tradizionale nel
piccolo centro di
Loceri. Sotto: il bosco
di Santa Barbara a
Villagrande Strisaili.
Pagina precedente,
in basso: l’oratorio
seicentesco della
chiesa parrocchiale
di Barisardo.

Cento chilometri di costa e un paesaggio


sempre diverso, dalle aspre scogliere alle
calette nascoste dalla sabbia finissima
Un itinerario percorre verso sud la fantastica stradi- restauro, negli orti che i vecchi non mancano di cu-
na costiera e tocca alcune delle perle della costa cen- rare. Il passo di San Giorgio è uno dei monumenti
trorientale dell’isola: Cea e i faraglioni, Sa Perda Pe- naturali riconosciuti dalla Regione: da qui si vede
ra, Su Sirboni, calette, scogliere rosa, lunghe spiag- l’Ogliastra. Il paesaggio è dominato dai “tacchi”,
ge ancora in gran parte incontaminate. Una strada grandi torrioni di calcare ricordo del Giurassico, del
del mare che risale poi a Cardedu verso le colline processo di erosione cominciato quando le acque si
dei vigneti, verso la valle del Pardu, che racchiude i ritirarono, circa 150 milioni di anni fa.
segreti del Cannonau. Le cantine dei fratelli Loi e Ma se si vuole salire subito verso le vette più alte,
del Perda Rubia (ricca di storia e fascino), poi le cur- l’itinerario classico è quello che porta al capoluogo di
ve che guardano il mare e portano nel paese del montagna, Lanusei. Da Barisardo si punta a Loceri e
“rosso”, Jerzu, con la cantina sociale che accoglie i si sale subito, una strada-ascensore verso l’Ogliastra
turisti, offrendo un percorso enogastronomico che è che guarda da un lato il mare e dall’altro il versante
anche un tuffo nella storia ogliastrina. orientale del Gennargentu. Loceri è il paese delle oli-
Si sale ancora in direzione di Ulassai e dei paesi ve, una coltura ancora profondamente radicata, come
fantasma, Gairo e Osìni, spazzati via dall’alluvione ricorda il vecchio frantoio (Sa Domu ’e s’olia), restau-
di 51 anni fa e ricostruiti più a monte. Osìni sembra rato e trasformato in museo. Pochi chilometri dopo ec-
vivere ancora, come se il suo cuore non si fosse mai co Lanusei, il nido d’aquila, uno dei più bei cieli di tut-
fermato: rivive nella piazza e nella chiesa in fase di ta l’Italia per l’assenza d’inquinamento luminoso, che

46 47
Tra montagna
e mare, tra
foreste e laghi
A destra: veduta dell’abitato di
Lanusei, capoluogo dell’Ogliastra,
quasi sospeso tra montagna e
mare, in posizione panoramica su
un pendio con vista sul Tirreno.
Il centro storico è dominato dalla
mole del collegio salesiano. Nelle
vicinanze, su un altopiano a 1.000
metri di quota, si estende la foresta
di Selene, un lecceto punteggiato
di fresche sorgenti. In basso: il
lago dell’Alto Flumendosa, vicino
a Villanova Strisaili; è un bacino
artificiale formato da una diga alta
63 metri, che si distende tra boschi
e foreste ai piedi del Gennargentu.

può essere ammirato dall’osservatorio di monte Ar- porta del mare e l’aeroporto con i charter dei turisti.
midda. Il paesaggio è dominato dall’imponente tem- Stupisce l’integrità delle coste ogliastrine, dove pas-
pio di San Giovanni Bosco, presso il collegio salesiano, sano ancora i rari esemplari di foca monaca.
quasi un’università per tutta l’Ogliastra (23 paesi, oltre A differenza di altre parti dell’isola, qui il turismo
60 mila abitanti), che ha aiutato a uscire dall’isolamen- non ha stravolto tradizioni e paesaggi. Anche i boschi
to culturale tanti borghi strozzati dalla povertà. di lecci e roverelle sono rigogliosi, a cominciare da
Indimenticabile l’arrivo col trenino delle Ferrovie Selene, per diventare ancora più imponenti man ma-
complementari, lo stesso che a fine ’800 e inizio ’900 no che si arriva a Villagrande Strisaili fino al versante
trasportava attraverso la Sardegna pastori, emigranti, orientale del Gennargentu: Santa Barbara e Sacro
banditi, latitanti e che entusiasmò lo scrittore inglese Cuore sono un grande richiamo nonostante la siccità
David Herbert Lawrence. Lanusei è una grande ter- metta a dura prova questi sacrari verdi. L’industria
razza naturale verso il Tirreno, Tortolì, Arbatax, la dell’ovile è fiorente, prosciutti e formaggi sono il ri-
chiamo delle tante aziende agrituristiche
sorte negli ultimi tempi. Nei pressi della
frazione di Villanova c’è il lago Alto del
Flumendosa, con le escursioni a cavallo
e la pesca sportiva o ancora le suggesti-
ve traversate sul Trenino verde.
Importanti inoltre le tracce del passa-
to: soprattutto il tempio a megaron di
S’Arcu’ e Is Forros, ma anche Carcared-
da, Genna Truculu, Riu ’e Binu. Nura-
ghi, tombe dei giganti, piccoli templi
che ci hanno restituito una nuova im-
magine del popolo dei bronzetti, non
chiuso in se stesso ma aperto ai rappor-
ti culturali con le civiltà mediterranee
ed egeo-orientali. Si rifugiavano all’in-
terno forse per sfuggire ai nemici che
arrivano dal mare. Sui monti che guar-
dano le acque verdi e blu, lì dietro l’an-
golo, a mezz’ora d’auto. Supramonti e
calette, trekking e diving, scalate e im-
mersioni. Bizzarrie d’Ogliastra. 

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Saccargia, la più pisana delle chiese sarde

CAPOLAVORO
IN BIANCO E NERO
Vicina a Sassari ma spersa in mezzo ai pascoli, l’affascinante
abbazia romanica è diventata uno dei simboli artistici dell’isola
DI MAURO LISSIA - FOTOGRAFIE DI GIANMARIO MARRAS

I capitelli del portico


dell’abbazia di
Saccargia, che
nonostante i pesanti
restauri dei primi
del ’900 rimane un
pregevolissimo edificio
romanico pisano.
tura è insolita, segnata inoltre da rifacimenti e da sof-
ferenze visibili. Ma ciononostante Saccargia è divenu-
ta negli anni un simbolo, da mostrare e diffondere, al
di là dell’intrinseco valore artistico e di quello che in
realtà l’abbazia rappresenta.
Già il suo nome è un mistero che divide gli storici.
Secondo alcuni deriverebbe da “s’acca argia”, la stra-
na vacca col pelo maculato che si trova scolpita in un
capitello del portico davanti alla chiesa. Altri leggono
nel nome la corruzione di “sa baccarza”, la vaccheria.
Sarebbe dunque un nome legato al luogo, dove nel
Medioevo esisteva un podere con ricche terre da pa-
scolo, un luogo rimasto tutto sommato lo stesso.
Sull’anno della fondazione gli interrogativi lascia-
Un’abbazia no spazio a riscontri storici più precisi: una bolla di
Onorio II, che riporta la data 1125, attribuisce all’ordi-
di grande effetto ne Camaldolese il possesso di chiese e monasteri in
scenografico Sardegna. Fra questi la Santissima Trinità di Saccar-
gia, definita “ex dono Constantini iudicis consentien-
A sinistra: la facciata a fasce di
pietre nere basaltiche alternate tibus Attone archiepiscopo et coeteris episcopis”. Da
ad altre bianche calcaree della qui i ricercatori hanno ricavato la data dell’edificazio-
chiesa, che è orientata verso ne. Infatti la basilica risulterebbe l’adempimento di
Gerusalemme. Sotto: particolare
decorativo. Nella pagina un voto del giudice turritano Costantino I de Lacon e
seguente in alto e in basso: il della consorte Marcusa de Gunale. A cominciare a co-
vasto interno a navata unica
e con l’abside completamente struirla furono maestranze pisane nel 1116, maestran-
affrescato da artisti del
XIII secolo; e l’affresco che
raffigura la sepoltura di Cristo
nella fascia mediana
dell’abside. La Santissima
Trinità di Saccargia è aperta
dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15,30
alle 19,30. Per informazioni,
telefono 079/23.65.65.

P ensate a una nave incagliata nella terrafer-


ma, come accade in certi deserti nati dove
il mare s’è ritirato: trovarsela così, lontano
dal suo ambiente naturale, provoca una grande im-
pressione. Oppure pensate a un aereo adagiato sul
fondale marino, o a una grande statua nel mezzo di
paesaggio rurale che non sembra dover annunciare
sorprese. Un pezzo d’arte antica, gioiello unico nel
suo genere, là dove non dovrebbe esserci che campa-
gna bruciata dal sole. Forse anche per questo Saccar-
gia è un’immagine diventata familiare per qualsiasi
sardo. Un’immagine che ricorre su libri, dépliant, car-
una foresta, come capita d’imbattersi a chi cerca i re- telloni turistici, qualsiasi pubblicazione sulla storia
sti delle città perdute Maya. Ecco: la chiesa della San- della Sardegna. Il monumento probabilmente meno
tissima Trinità di Saccargia fa un po’ quest’effetto. Un sardo di tutti si è purtuttavia trasformato in icona del-
monumento isolato nei campi, fra le colline, in un l’isola, rivaleggiando con i classici nuraghi. L’architet-

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ze esperte, che scelsero la pianta a croce molto diffu-
sa nel romanico di quei secoli, ma preferirono impie-
gare pietre piccole invece di quelle grosse più comu-
ni. Usarono poi cantonetti bianchi e neri, sistemati un
po’ alla rinfusa, com’era abitudine nel romanico ar-
caico. Di certo la costruzione è avvenuta in due fasi:
la seconda, per lo studioso Delogu, si chiuse tra il
1180 e il 1200, quando fu ampliata l’aula e realizzato il
campanile di altezza insolitamente elevata.
Ma queste sono cose che riguardano soprattutto gli
storici. Ai visitatori è più utile sapere che la chiesa,
come la vedono oggi, è il risultato di una ricostruzio-
ne quasi integrale, avvenuta tra il 1903 e il 1906. Un
intervento nato come restauro, ma divenuto poi tal-
mente pesante e invasivo da stravolgere l’aspetto ori-
ginario delle parti più importanti dell’abbazia: dalla
facciata al portico, fino al campanile. Una trasforma-
zione così drastica da rendere estremamente compli-
cato il lavoro degli storici dell’arte, costretti a lunghe
ricerche per individuare quanto resta di originale e
quanto è stato cambiato o aggiunto a posteriori.
Gli studiosi più moderni hanno dovuto fare i conti
addirittura con la demolizione di intere strutture dell’e-
dificio originale, una su tutte il porticato che si trovava
sul lato sud della chiesa. Mentre i resti del monastero
sono ancora lì, ma finora non sono stati rilevati sino in
fondo né tantomeno restaurati come meriterebbero.
Nonostante tutto però, l’effetto scenografico della
chiesa resta straordinario e la sua facciata bicolore
continua a richiamare l’attenzione di chiunque abbia
a cuore la storia e la cultura dell’isola. L’interno della
Santissima Trinità di Saccargia è d’altronde fra i più

Gli storici ne fanno Nella pagina precedente: un dettaglio delle sculture zoomorfe dei capitelli nel protiro della
chiesa. Presso l’abbazia vengono celebrate importanti ricorrenze come quella dei “sette sabati”, quando
risalire la fondazione in chiesa vengono intonati i gosos, i canti della tradizione, e poi la festa annuale della Santissima
Trinità, che cade esattamente sessanta giorni dopo Pasqua. Nella foto qui sopra : uno scorcio del
agli inizi del 1100, complesso abbaziale fondato dai monaci camaldolesi. Del monastero, che era molto grande, restano
alcuni ruderi. Eretta da maestranze pisane a partire dal 1116, la chiesa sorge nel territorio del
ed esattamente al 1116 comune di Codrongianos, al centro adesso come allora di una fertile area agricola.

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Influssi
pisani e
lombardi si
mescolano
negli
elementi
decorativi
ricchi e suggestivi di quanto rimane dell’architettura punto fermo per chi abita nel Sassarese. I fedeli si reca-
e dell’arte medievale in Sardegna. Prima di tutto per- no a piedi alla Santissima Trinità, partendo da paesi
ché contiene un ciclo di affreschi di raro interesse, anche lontani. E nella chiesa antica recitano i gosos,
uno dei pochissimi sopravvissuti dall’epoca romani- canti tradizionali rivolti alla Madonna e dedicati alla
ca. Un ciclo nettamente suddiviso in quattro zone, Pasqua. Ascoltarli è un’emozione indescrivibile, per-
che nell’insieme occupano interamente l’abside. Le ché l’impressione alimentata anche dall’ambiente così
immagini rappresentano scene della vita di Cristo, tipicamente spoglio della chiesa medievale è di vivere
dall’Ultima Cena alla discesa negli inferi. un’altra epoca fra rituali rimasti immutati nei secoli.
L’origine artistica dell’insieme pittorico è contro- Saccargia ha la sua festa annuale, che cade esattamente
versa. Indiscutibile è invece il suo straordinario valo- sessanta giorni dopo la Pasqua. Ma i responsabili del-
re di testimonianza culturale che mette l’abbazia di la chiesa tengono a sottolineare che si tratta di una fe-
Saccargia ai primissimi posti fra i monumenti roma- sta povera, riservata ai fedeli del monumento religio-
nici della Sardegna, in primo piano anche nei manua- so. Cioè alla gente di Codrongianos, il comune in cui
li che trattano questo importante periodo in Italia. Saccargia si trova, e a quelli dei centri vicini e a tutti
Oggi la chiesa è un patrimonio turistico fondamen- coloro che sentono questo posto prima di tutto come
tale, ma rappresenta anche un riferimento religioso un luogo sacro. Lontano dai circuiti turistici estivi ma
molto sentito. I “sette sabati” di Saccargia, vissuti dai immerso in quella Sardegna d’altri tempi sempre più
fedeli senza alcun compromesso turistico, sono un difficile da rintracciare. 

Nella foto in alto: un


particolare delle
quattro colonne che
sorreggono il
porticato antistante
l’ingresso della
chiesa. A destra: un
altro dettaglio della
decorazione scolpita
nella pietra locale che
orna il pilastro di
sinistra del protiro.
La chiesa abbaziale di
Saccargia dista 16
chilometri da Sassari.

56
Le aree marine protette

A PIEDI NUDI
NEI PARCHI
Dagli ultimi anni sono sotto tutela alcuni dei più affascinanti tratti di costa
sarda: dalla Maddalena all’Asinara, dalla penisola del Sinis a Capo Carbonara
DI LELLO CARAVANO - FOTOGRAFIE DI GIANMARIO MARRAS

Cala Sant’Andrea, una


delle più belle e note
dell’isola Asinara, dal
1997 Parco nazionale.
Q
La celeberrima sabbia
rosa di Budelli,
uando si decise che anche la spiaggia rosa immortalata nel film
di Budelli sarebbe stata messa sotto chia-
ve per salvarla da un turismo che si face-
Deserto Rosso
va di anno in anno più vorace e invaden- Sopra: vele nella rada di Giardinelli a La
Maddalena. Nell’arcipelago, nel 1998, è stato
te, sembrò che i malumori – che già montavano man istituito il primo Parco geomarino d’Italia.
mano che si procedeva con le misure di salvaguardia Sotto: Baia Spalmatore, a La Maddalena.
A destra: Punta Tegge. Sono una trentina
– dovessero trasformarsi in tempesta e seppellire fin le isole e gli isolotti che formano
dalla nascita il Parco nazionale dell’Arcipelago di La il Parco dell’arcipelago maddalenino.
Maddalena. Era il 1998. Il primo parco geomarino del-
la Sardegna era stato istituito un anno prima, nel
maggio ’97, proprio quando ripartivano pesantemen-
te, in un clima di accesi contrasti e spesso di minacce,
le proteste contro la riserva sul Gennargentu, incom-
piuta ambientale da più di quarant’anni.
Accessi limitati, controlli, blocchi all’arrembaggio di
barconi e gommoni: era davvero possibile regolare il
flusso di milioni di presenze nel cuore del triangolo
d’oro delle vacanze isolane? A giudicare da quanto
succede oggi attorno alla spiaggia immortalata da Mi-
chelangelo Antonioni in Deserto rosso (era il 1964, pri-
mo film a colori del maestro ferrarese), la scommessa
sembra vinta. Attualmente arrivano in migliaia per
ammirarla, scendono sull’isola-perla dell’arcipelago
accompagnati dalle guide che spiegano il fenomeno
di questa caletta dipinta di rosa dagli scheletri di mi-
crorganismi come i briozoi e i foraminiferi, rinuncia-
no di buon grado a calpestarla e a tuffarsi in quelle
acque da sogno. Insomma, sanno che questa opera
della natura saccheggiata per decenni (ben pochi re-
sistevano alla tentazione di portarsi via una bottiglia,
un sacchetto riempito con la sabbia più famosa del

62
Quest’anno il parco ha concesso ottomila permessi
per le imbarcazioni per un totale di oltre un milione
di presenze. Come dire che la tutela può convivere
col turismo. Grande il successo delle attività turisti-
che legate alle immersioni: c’è un consorzio con 17
centri diving che operano in sintonia con l’ente parco.
Tanti gli edifici militari recuperati e restaurati, in te-
sta i 3.000 metri quadrati di Stagnali a Caprera. Dove
trova posto il centro di educazione ambientale, dive-
nuto un’importante realtà, e la foresteria è in fase di
allestimento, mentre è partito il recupero delle fortifi-
cazioni e dei fari di Razzoli e Santa Maria; dalla pros-
sima estate saranno ampliati i punti riservati alla sola
balneazione. “Il risultato più importante è che qui
c’era una comunità profondamente divisa sul parco,
mentre oggi il parco in quanto tale non viene più
messo in discussione, e questo per la Sardegna è un
ottimo risultato”, dice il botanico Ignazio Camarda
che nelle scorse settimane ha lasciato il testimone di
presidente del parco nazionale a un avvocato nuore-
se, Gianfranco Cualbu. Da segnalare la caduta di un
altro tabù, almeno per quanto riguarda la Maddalena:
la caccia nei parchi. Per arginare l’invasione dei cin-
ghiali, introdotti decenni fa, l’ente parco ha autorizza-
to i prelievi controllati a Caprera e a Spargi, coinvol-
gendo le compagnie di caccia maddalenine.

Corrado Giavara
Questi parchi marini non solo tutelano la più im-
portante risorsa naturale della Sardegna – il mare, le
coste – ma anche racchiudono pagine importanti di

Le aree blu proteggono anche la fauna dell’entroterra La tutela della natura marina convive con il turismo
Nella foto sopra: scorcio dall’alto di cala mondo) può rinascere solo se verrà rispettata. Quasi
d’Arena, sulla costa occidentale dell’Asinara.
L’isola venne definita “la Caienna italiana”
un monito per tanti altri gioielli delle coste isolane:
per il duro penitenziario che ospitò per lungo proteggerli meglio per garantire loro un futuro. Una
tempo, ma oggi è aperta al turismo. Nella foto scelta che sta già dando buoni risultati: i parchi mari-
sotto: due asinelli bianchi tipici dell’Asinara,
cui probabilmente si deve il nome dell’isola. ni in Sardegna sono una realtà anche se spesso il
Nella pagina seguente in alto e in basso: cammino per l’istituzione è lungo e complicato. È sta-
gorgonie e madrepore si svelano agli occhi to così anche per l’arcipelago che presto potrebbe es-
dei sub; le selvatiche dune di sabbia e il
mare di Baia Trinità all’isola di La Maddalena. sere inserito nella lista del patrimonio dell’umanità
tutelato dall’Unesco: prima le contestazioni dei centri
vicini per la paura di essere esclusi dal paradiso, poi
le pressanti richieste del Comune di La Maddalena,
tuttora sul tappeto, di avere un ruolo e un peso più
consistenti negli organi di gestione dell’area protetta.
Oggi la salvaguardia tocca tutte le isole e gli isolotti
del Comune di La Maddalena, una trentina, inseriti
in un parco geomarino che si estende su una superfi-
cie di ben 18 mila ettari (5 mila in terra e 13 mila in
mare) con uno sviluppo costiero di 180 chilometri. Ol-
tre alla tutela integrale della spiaggia Rosa, alle aree
di ripopolamento ittico e alla salvaguardia dei siti di
nidificazione degli uccelli marini, la svolta è stata la
regolamentazione del traffico di barche e gommoni
con l’introduzione di un ticket d’ingresso. Perché nel
paradiso si può entrare, purché in punta di piedi.

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L’incanto della baia di Punta Molentis,
oltre la spiaggia di Simìus e di fronte all’isola
Serpentara poco distante da Capo Carbonara.
Anche questo bellissimo tratto di costa è stato
recentemente istituito in Parco marino.
Omnia labrpor est claqudicpa

storia. L’arcipelago della Maddalena e soprattutto Ca-


prera raccontano di Garibaldi, della sua passione per
il mare e la natura, delle fortificazioni piemontesi, dei
monaci benedettini confinati negli eremi battuti dai
venti, della nascita della Marina italiana. L’isola del-
l’Asinara, anch’essa tutelata da un parco marino, rac-
chiude le pagine più drammatiche delle vicende ita-
liane della seconda metà del Novecento. I brigatisti, i
mafiosi, i camorristi, i giudici Falcone e Borsellino
che nella foresteria di Cala d’Oliva scrissero l’ordi-
nanza per il rinvio a giudizio del primo maxi proces-
so a Cosa Nostra. Ma è anche l’isola che racconta la
tragedia di migliaia di prigionieri austroungarici
morti di colera o la storia della principessa del Melo-
grano d’oro, figlia del Negus d’Etiopia, che fu rin-
chiusa nelle galere dell’isola.
L’isola del Diavolo, come viene chiamata l’Asinara, è
parco nazionale dal 1997. Una svolta che è servita a ria-
prirla dopo 115 anni di segregazione, a farla conoscere
alle migliaia di turisti (in tre anni 85 mila) che si metto-
no in fila per scoprire una Sardegna di quarant’anni fa
con calette nascoste e integre, tra cui, prima di tutto,

Antonio Saba
cala Arena e cala Sant’Andrea. Dietro le recenti vicen-

Corrado Giavara
de dell’isola Sinuaria (così la chiamarono i Romani
Limitato il traffico
per la sua forma sinuosa) c’è una lunga battaglia per marino, all’isola di
sottrarla al destino di terra-bunker, vinta non senza Cavoli torna il silenzio
contrasti, se è vero che alcuni mesi fa il ministero del-
la Giustizia ha espresso il desiderio di riappropriarsi Nella foto a sinistra: lettura dei giornali
di un pezzo dell’ex colonia per impiantarvi un carce- sulla spiaggia di Is Aretas, nella penisola del
Sinis. Sopra: una bella panoramica di Punta
re leggero. Ma ormai il dicastero non ha più alcuna Sa Ruxi, che s’incontra lungo i trenta
competenza sui 52 chilometri quadrati che vanno da chilometri della costa di Villasimius, ad est
di Cagliari. Il traffico disordinato e
Punta dello Scorno a Barbarossa. Anzi, finalmente so- l’affollamento di natanti tra l’isola di Cavoli
no a buon punto i lavori per offrire assistenza ai visi- e la Serpentara sono stati finalmente
tatori: tre servizi di accoglienza nei tre approdi di Ca- regolamentati con la creazione dell’area
protetta. A destra: sub tra i pesci dei fondali.
la Reale, Fornelli e Cala d’Oliva, la ristrutturazione I parchi blu sardi hanno posto fine alla pratica
della stazione sanitaria marittima, delle cappelle co- della pesca indiscriminata.

68 69
struite dai prigionieri della Prima guerra mondiale, sociazioni ambientalistiche. Pur con qualche distin- tu), inserita nella zona A, di salvaguardia totale. Ciò
della chiesa, il centro di accoglienza nella diramazio- guo. “Con Porto Conte e Tavolara si arriva a sei aree significa una serie di restrizioni per alcune delle più
ne centrale dell’ex carcere, la foresteria che potrà marine protette, un numero importante. Tuttavia, te- belle spiagge: da Turr’e Seu, ex riserva di caccia di
ospitare i visitatori, in particolare studenti. Tutta l’i- nendo conto delle grandi potenzialità di queste don Efisio Carta poi gestita per alcuni anni dal Wwf,
sola viene sottoposta a un intervento di bonifica e pu- aree, si potrebbe fare di più: penso al turismo cultu- con le scogliere e le grotte dai mille colori; a Is Cao-
lizia dopo anni di degrado, e presto saranno pronti rale e subacqueo e alla possibilità di far vivere i par- gheddas e Maimoni; alle calette con i granelli di
anche i sentieri di visita e i percorsi. “Negli anni pas- chi non solo in estate, per non sprecare il valore ag- quarzite, regolarmente depredati dai soliti vandali
sati i visitatori trovavano un’isola suggestiva ma che giunto che possono offrire”, dice Vincenzo Tiana, in cerca di ricordi; fino alle falesie di Su Tingiosu,
aveva perso un po’ l’anima per l’abbandono provoca- presidente regionale di Legambiente. tra il giallo e il bianco, regno dei rapaci. Molti i pro-
to da un utilizzo secolare, ora grazie ai servizi di acco- Nel dicembre di cinque anni fa vedeva la luce an- getti in partenza: dal recupero delle caratteristiche
glienza e ai percorsi i turisti potranno andare alla ri- che l’area marina protetta Penisola del Sinis-Isola di capanne di falasco ai percorsi subacquei. In definiti-
cerca dell’anima perduta”, osserva Eugenio Cossu Mal di Ventre. Un tratto-gioiello della costa occiden- va si tratta di una riserva blu dalle grandi potenzia-
presidente del comitato di gestione. tale sarda, compreso per intero nel territorio di Ca- lità ma che da anni vive periodi difficili. Forti le con-
Rigorosa la tutela sul mare: nella fascia di mille metri bras, il paese dell’Oristanese che lega il suo nome in testazioni da parte delle associazioni di pescatori e
dalla costa è vietato il traffico delle barche private, tran- particolare allo stagno di Mar ’e Pontis e alle altre diportisti per i vincoli e le multe salate per chi non
ne quelle convenzionate con l’ente parco (in partenza paludi regno dei fenicotteri, e alle magnifiche spiag- rispetta le ordinanze. E dallo stesso Comune di Ca-
da Porto Torres e Stintino) e adibite al trasporto dei visi- ge di Is Aruttas e di Mari Ermi. Ed entro il cui terri- bras (ente gestore del parco marino) si levano voci
tatori. Un successo, qui come nel parco della Maddale- torio si trova Tharros, la grande città punico-romana di dissenso nei confronti del ministero dell’Ambien-
na, si stanno dimostrando le proposte per la pesca-turi- che richiama ogni anno migliaia di visitatori. Tutela te: "Chiediamo una riduzione delle zone di riserva
smo praticata da una decina di pescherecci e per le im- rigorosa, soprattutto del mare, che si spinge fino al- integrale, ben cinque, eccessive, anche perché è im-
mersioni, a cui hanno aderito otto centri diving. l’isola di Mal di Ventre (il toponino è frutto di un’er- possibile qualsiasi attività nelle zone a ridosso dei
L’anno dei parchi marini in Sardegna è stato il rata trascrizione dal sardo, in realtà si riferisce alla venti dominanti: significa che non si può esercitare
1997, una svolta salutata con soddisfazione dalle as- forza del vento, in particolare il maestrale: Malu En- né la pesca né il turismo nautico ", afferma Alessan-

Il Parco della Maddalena sta per


essere inserito nel patrimonio
mondiale tutelato dall’Unesco
Sopra: una torre d’avvistamento in località San Giovanni
Sinis, nell’Oristanese. Sotto: i fenicotteri rosa che vivono
nello stagno di Cabras. A sinistra: le bianche falesie di Su
Tingiosu, sempre nella zona di Cabras. Attualmente in
Sardegna, ai quattro parchi marini di più lunga data, si sono
aggiunte le aree protette di Porto Conte e dell’isola di
Tavolara. La creazione dei parchi sta ottenendo buoni riscontri.

71
dro Murana, l’assessore all’Ambiente di Cabras.
Pur tra difficoltà e diffidenze, Non ci sono conflitti invece nella perla della costa
la strada dei parchi marini sud-orientale. Da circa vent’anni il Comune di Villasi-
è ormai un obiettivo raggiunto mius – 30 chilometri di magnifiche coste, una consoli-
data tradizione di accoglienza turistica – chiedeva con
insistenza il parco geomarino: l’obiettivo è sta-
to raggiunto nel settembre 1998 con l’istituzio-
ne dell’area marina protetta di Capo Carbona-
ra. Una svolta per mettere ordine nel caotico
traffico di panfili e gommoni tra le due isole
(Cavoli e Serpentara), da giugno a settembre
prese d’assalto da migliaia di vacanzieri.
In zona, grande attenzione viene dedicata
all’educazione ambientale con le scuole e
alla ricerca scientifica, dalla biologia marina
alla geologia, dall’archeologia alla botanica
(il faro dell’isola dei Cavoli è stato affidato
all’Università di Cagliari). L’attenzione su
questo gioiello di spiagge e graniti si è poi
ulteriormente accesa per il clamoroso avvi-
stamento di una foca monaca, fotografata
tre anni fa: proprio lì, nelle acque verde-az-
zurro del parco. Un fatto quasi sensazionale, consi-
Qui sopra: barche attrezzate per la
pesca nelle acque limpide e pescose di derato che ormai il mammifero a cui sono intitolate
Cala Saline, nei pressi di Cabras. decine di grotte lungo le coste isolane è ridotto a
Nella foto in alto: nel Sinis, la solitaria
spiaggia di San Giovanni. Le rovine
pochi esemplari. Un buon auspicio per la Sardegna
della città fenicia di Tharros si trovano dei parchi blu. E anche la speranza che uno dei più
all’apice del promontorio omonimo. antichi frequentatori dei mari isolani possa tornare
senza paura di essere cacciato. 

72 73
Itinerario in Barbagia

UN’ISOLA
NELL’ISOLA
Ancora difficile da raggiungere, il “profondo centro”della
I “Buttudos” di Fonni, una delle
numerose manifestazioni
Sardegna è un mix di tradizioni e di aperture al presente
folkloristiche a cui la Barbagia
è profondamente attaccata. DI AURETTA MONESI - FOTOGRAFIE DI NEVIO DOZ
fa vita a sé. Vietato immischiarsi.
Ogni borgo è arroccato sulle pendici
dei monti e nella propria esasperata
identità divenuta leggenda.
Barbagia: i Romani la chiamarono
così, stremati dalla belligeranza delle
genti dell’interno dell’isola, fautrici
dei Cartaginesi ai quali si era sosti-
tuito il dominio di Roma. Insomma,
terra di barbari, gente che non si è ar-
resa ad altre regole che non fossero le
proprie. E nel corso dei secoli, di an-
goli se ne sono smussati pochi.
La sub regione della Barbagia ruota
attorno ai monti più alti della Sarde-
gna, dal Gennargentu al Supramonte.
Ma di Barbagie ve ne sono molte: di
Séulo, di Belvì, di Ollolai e di Nuoro.
Paesaggi montani, selvaggi e di una
bellezza indomita che incute rispetto,
ingentilita da scoppi di fiori selvatici
che riescono a spuntare anche tra le pietre dei muri
a secco degli “stazzi” dei pastori, opere quasi nura-
Natura e archeologia
Qui sopra: canoisti pagaiano indisturbati
giche nella loro massiccia semplicità, uniche tracce in un’ansa tranquilla del Flumendosa,
di presenza umana nelle montagne sarde, solitarie il secondo fiume sardo. Nella foto sotto: scavato
nelle rocce di trachite, l’angusto accesso
e primordiali. Paesaggi d’alta suggestione, quasi di una domus de janas (le misteriose tombe
evocativi d’altri continenti remoti: invece siamo a preistoriche), nei pressi del paese di Aritzo.

Stili di vita pastorali


e voglia di futuro
Qui sopra: un vivacissimo murale dipinto
sul muro di una casa di Fonni, paese
alle falde settentrionali del Gennargentu,
la montagna che rappresenta il
“genius loci” della Sardegna interna.
A destra: nella cartina sono indicati alcuni
tra i più rappresentativi borghi della
Barbagia, regione che ancor oggi rimane
un po’ isolata da strade difficoltose. Olbia
Olbia
SASSARI
SASSARI

NUORO
NUORO

I
Oliena
Oliena Dorgali
Dorgali
Barb agia
Gavoi
Gavoi Orgosolo
Orgosolo
l parroco di Désulo, la domenica, si concede Tonara
Tonara Fonni
Fonni
un piccolo piacere da dandy: indossa un ORISTANO
ORISTANO Belvì
Belvì Aritzo
Aritzo
Gennargen-
clergyman in velluto nero che gli sta a pen-
nello. Cucito su misura dal sarto del paese come i
pantaloni in fustagno e le giacche di pastori e con-
tadini della Barbagia, eleganti da secoli. Certo, an-
che i jeans si sono fatti strada, ma è poca cosa in
confronto agli abiti in velluto della tradizione. Un CAGLIARI
CAGLIARI
vero barbaricino riconosce di quale paese sia un
passante con una sola occhiata alla lunghezza della
martingala o all’ampiezza del bavero della giacca
del “forestiero”. Perché la legge secolare di questa
regione ha regole non scritte ma ferree: ogni paese

78 79
sa e il contrasto faranno amare ancora di più l’isola.
La porta della Barbagia, per chi arriva da Cagliari,
è Aritzo, la località top della montagna sarda con
buoni alberghi e ristoranti, addirittura un “castello”,
in realtà la dimora neogotica dei signorotti locali, gli
Arangino, latifondisti di pascoli e castagneti. Il pa-
lazzetto ospitò i Savoia per battute di caccia a cin-
ghiali e mufloni. Un’occhiata nella chiesa di San Mi-
chele: fonte battesimale, statue lignee del ’600 e di-
pinti del contemporaneo Antonio Mura. Un tempo fa-
mosa per gli artigiani che intagliavano cassepanche
da dote, le “cascie”, Aritzo conservava in grotte la ne-
ve sino all’estate per fare il sorbetto, la “carapigna” di
cui si festeggia la sagra a Ferragosto. Per le castagne,
invece, la kermesse cade l’ultima domenica di otto-
bre. Belvì, il borgo che dà nome a questo scampolo di
Barbagia, è piccino e addormentato di fronte al roccio-
ne Su Texili, una curiosità geologica che spunta dai

Paesaggi dolomitici non troppi chilometri (e moltissime curve) da Ca-


gliari e da Nuoro. Si tratta di un territorio ricoperto
di rocce bianche e rosse da boschi di macchia mediterranea, conifere che rie-
Sopra: panoramica di Oliena, sovrastato
dalla scogliera del Supramonte. Sotto: scorcio
scono a alternarsi ai fichi d’India, colpi di scena na-
del centro storico, molto caratteristico, turalistici a ripetizione con l’olivo che cede il passo
fonte d’ispirazione per gli architetti della al castagno e alla quercia da sughero, alla roverella e
Costa Smeralda. Pagina seguente, in alto e in
basso: la festa pasquale del “Su Incontru”; ai ciuffi di finocchio selvatico e agli asfodeli.
l’alba dai 1.463 metri del monte Corrasi. Contadini mai, i barbaricini sono pastori che oggi
vanno a curare il gregge in au-
tomobile, solo qualche anziano
insiste nel montare in arcione
del somaro. Partivano da casa
per mesi, su per i monti, ripa-
rati da capanni, ben attenti a
non sconfinare in pascoli al-
trui; la terra non era da coltiva-
re, perciò non si vedono case
coloniche isolate, l’abitazione
era in paese. Così in Barbagia
troviamo grandi borghi, dispo-
sti su coste rivolte al sole, con
le case raggruppate lungo la
strada maestra e vicoli bui, po-
chissime piazze, giusto quella
della chiesa. Un itinerario tra i
borghi barbaricini è un salto di
anni luce dalla Sardegna della
Costa Smeralda, ma la sorpre-

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Orgosolo, città dei
murales, è circondata
da dolci colline
Nella foto qui sopra: panoramica di Orgosolo
vista dalla fertile pianura che si stende ai
suoi piedi nella vallata verso Nuoro, ricca
di frutteti e campi coltivati. Nella foto
grande: l’effetto trompe-l’œil dei murales
confonde la realtà con l’illusione ottica.
Il paese è assurto a fama internazionale con
i dipinti sui muri della case, tradizione
iniziata nel 1975 con messaggi di protesta
sociale ai quali si sono poi aggiunti più
idilliaci bozzetti di vita paesana barbaricina.
Nella pagina seguente in basso: un
coloratissimo affresco, testimonianza di
un modo di vivere avviato al declino.

Mazzeschi/Focus Team
boschi in forma piatta: il sedile di un ciclope. Ne par- Tornando a sud ecco Fonni, a quota 1.000. D’inver-
la anche il generale Lamarmora in un suo diario di no si scia sul monte Arbu, il genius loci del posto con
viaggio del 1820. Più a nord, oltre la foresta di Uatzo, il Bruncu Spina, alto 1829 metri. Fonni ha qualche
ecco Tonara, il paese del torrone. In centro le facciate palazzetto padronale e la basilica della Madonna
sono dipinte in caldi colori mediterranei per nascon- dei Martiri, accanto al convento dei Francescani.
dere il grigiore del cemento (il che molti altri paesini Meta di pellegrinaggi, la chiesa è tardobarocca, la
dovrebbero imitare). Alcune vie sono inoltre state ab- zona circostante ricca di reperti preistorici.
bellite con rocce-sculture. Oltre al torrone, a Tonara Di Orgosolo si è detto già quasi tutto: 250 murales di
c’è chi fabbrica i campanacci per greggi. arrabbiata denuncia dipinti dagli anni ’70 in poi e
Il viaggio prosegue verso il lago di Gusana, incon- imitati un po’ ovunque, donne in nero, uomini fieri e
trando la chiesa campestre di San Pietro che spicca in tosti, faide mai sopite. È sicuramente da vedere, an-
disarmante bellezza. Attorno alla chiesetta, le gumbes- che se spesso viene invasa da bus di turisti scaricati
sias, ovvero piccole case per ospitare i pellegrini in oc- per un tour di murales e cena rusticana con “banditi”
casione delle sagre. Un tempo questi momenti d’ag- e spari a salve. Oliena è invece nota per gli scialli del-
gregazione scandivano la vita agropastorale, e sono le donne e le belle case che una volta all’anno, in set-
ancora oggi molto sentiti: se ne contano infatti più di tembre, si aprono ai visitatori. Cortes apertas si chia-
mille all’anno nell’intera Sardegna. Più avanti c’è Ga- ma l’iniziativa che coinvolge il turista, offrendo as-
voi, con la parrocchiale di San Gavino del ’500. saggi di cose buone e mostrando dal vivo l’artigiana-

82
In alcune chiese
si celano preziosi
tesori barocchi
Nella foto a destra: nella chiesa
di Santa Caterina di Dorgali
è custodita una pregevole ancona
lignea scolpita del XVIII secolo.
Sotto: panoramica di Dorgali,
grosso centro vinicolo famoso
per l’ottimo Cannonau, oltre
che per l’artigianato di qualità.
Fotografie di Gianmario Marras

to e gli stili di vita del posto. Pare che gli architetti del- con un suo carattere, grande centro d’artigianato e
la Costa Smeralda siano venuti qui a ispirarsi. Notevo- di golosità: ceramiche, filigrane e oreficeria, pellet-
le la parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola, dalla fac- teria, tappeti, ricami, olio, formaggi, dolci e il vino
ciata rosa; sui muri qualche affresco più rasserenante Cannonau. Il centro della cittadina è abbellito da al-
di quelli di Orgosolo; mentre dal belvedere di Bon’A- cuni palazzetti padronali e da una fontana artistica
ria si domina la Barbagia e l’incombente scogliera car- rivestita da formelle di ceramica a mille colori in
sica del Supramonte. Incantevole la gita alla fonte Su corso Umberto; altre tappe di visita sono la bella
Gologone, un angolo d’Arcadia con l’acqua zampil- chiesa di Santa Caterina, il Museo Archeologico con
lante tra salici, eucalipti e cipressi, un Clitumno sardo. i reperti rinvenuti in zona, il nuraghe Mannu, poco
Appena fuori della Barbagia vera e propria, separa- distante dal centro. D’obbligo la passeggiata in via
ta dal mare e dalle spiagge di Cala Gonone dalla Lamarmora dove sfilano tante botteghe, in pieno ri-
quinta rocciosa del monte Bardia, Dorgali è un paese torno alla civiltà dello shopping. 

84
Isola Rossa, una Gallura insolita

PARADISO IN
TECHNICOLOR
Un tratto incantevole della costa nord-ovest, oltre Castelsardo,
un tempo borgo di pescatori di fronte a uno scoglio vermiglio
DI ERNESTO MASSIMETI - FOTOGRAFIE DI GIANMARIO MARRAS

L’isolotto granitico
che dà il nome al
borgo di pescatori:
misura 28 ettari.
D
al grigio dei graniti e dei paesaggi sfu-
mati del Nord Sardegna al rosso. Il rosso
di un granito particolare e di un isolotto
infuocato dal sole che ha dato nome al
luogo, Isola Rossa appunto. Senza di-
menticare il giallo di fiori e ginestre. È un angolo di
Gallura anomalo: s’incunea nell’Anglona, scende da
Trinità d’Agultu, dalle colline e dalle cavità graniti-
che di Aggius in una discesa che in pochi chilometri
cambia clima, vegetazione, colori al territorio. Per
arrivare a questo promontorio un po’ selvaggio, un
po’ rude, che si getta nel mare all’improvviso, come
in una sfida. È una terra di pescatori e, ora, di turisti
che arrivano da Sassari, dalla penisola, dall’estero.
Nacque nella prima metà del Settecento, Isola Rossa,
rifugio di pescatori ponzesi di fronte al mare aperto,
sferzato dal maestrale e ricchissimo ancora oggi di ara-
goste. Poche case, un centinaio di anime che vivevano
arroccate sotto la torre aragonese a difesa dalle incursio-
ni piratesche. Poi, di fronte alla torre, superata l’ultima

La chiamano Costa barriera di scogli, ecco l’isolotto, regno di gabbiani e da-


gli uccelli stanziali, che ha dato nome al villaggio. Da
bandieri: nessuno d’inverno s’azzardava a andare all’I-
sola Rossa, scalo ideale per chi stava lontano da occhi in-
Paradiso e non è difficile qui, sia verso sud, con l’Anglona e Valledoria, sia verso discreti. Poi, più a nord, ecco Cala Tinnari, vicino al
capire il perché nord, lungo la Costa Paradiso, la barriera di costoni ros- monte omonimo e a Li Canneddi. Qualche miglio, ed è
sastri continua per chilometri. A tratti interrompendosi tutta un’altra storia: Costa Paradiso, Vignola, terra di
Nella foto sopra: uno dei tanti piccoli golfi tra il monte per far spazio a spiagge inattese, e proprio per questo campeggiatori, gente a cui i maestrali che spazzano l’I-
Tinnari e Punta Canneddi. Qui una delle spiagge più belle ancor più magiche: Sa Marinedda, a nord, è la prediletta sola Rossa possono anche dispiacere.
è quella di Rinaggiu. A sinistra: un’altra panoramica dai surfisti, battuta com’è dai marosi che s’infrangono Ma alla fine, la piccola Isola Rossa (centoventi abitanti
del tratto di costa battezzato in tempi recenti Costa Paradiso,
e che si dispiega a nord di Isola Rossa. Nella zona sul litorale impervio creando le correnti giuste. d’inverno, tremila d’estate) ha avuto il suo porticciolo:
gli insediamenti turistici sono per ora ancora contenuti. Secondo la leggenda, era anche una terra di contrab- riparo dei pochi velisti e delle barche da pesca che inse-

134 135
Antico
rifugio di
pirati
Nella foto della
pagina precedente:
frastagliatissima e con
rocce calcaree bianche
alternate a scogli di
granito rosa tipico della
Gallura, la costa tra
Porto Leccio e il paesino
di Isola Rossa svela
innumerevoli spiaggette
di sabbia fine e scogli
per tutti i gusti, come
quella di Marinedda.
A destra: la mole della
torre spagnola che
serviva d’avvistamento
in caso d’incursioni
saracene. I centoventi
abitanti stabili
di Isola Rossa d’estate
diventano, con l’arrivo
dei turisti, circa tremila;
e tutte le sere ci
si dà appuntamento al
porticciolo, fitto di
barche da pesca caricate
con le nasse per le
aragoste, abbondanti in
questi limpidissimi
fondali, autentici
paradisi per i sub. Alle
spalle di Isola Rossa
c’è il paese di Trinità
d’Agultu, centro
agricolo gallurese.

137
Tra queste acque limpidissime nel ’700 nacque il borgo
L’incredibile trasparenza del mare caratterizza la costa. Qui si stabilirono nel Settecento alcuni
pescatori di Ponza, fondando il borgo di Isola Rossa. Ancora oggi queste acque sono ricchissime di pesce.

guono i banchi di crostacei. Il porticciolo è un po’ la ve- nia con il territorio, virtù di chi non vuol ferire ma inter-
trina del paese: passeggio di gitanti, accenti mescolati pretare. Grazie a questi colori qui regna una Gallura un
insieme, bottegucce, qualche ristorante. Soprattutto, po’ surreale: e la si coglie risalendo per una stradina fi-
questo rosso accattivante, fra le tonalità tenui o decise no a Trinità d’Agultu (il comune di cui fa parte Isola
dell’ocra e del salmone, che domina i muri delle case. Rossa) e più oltre, verso i boschi di Aggius. Ogni tanto,
I profumi di questo tratto di Gallura continuano ver- lungo la strada, un cartello indica semplici e toccanti
so sud, verso Badesi e Valledoria, dove il litorale è si- chiesette campestri sparse: San Giuseppe, Sant’Anto-
curamente più morbido, così come a Spiaggia Lunga, nio, San Filippo: omaggio ed ex voto di un pescatore,
sotto il porticciolo. Qui sono rimaste alcune dune di fedeltà di pochi contadini al protettore della zona.
sabbia, la foce di un torrente e molto verde, anche se il Oggi il cemento sta arrivando anche qui, ma gli scorci
rosso del granito occhieggia a breve distanza. Sono di questo Nord-Ovest sardo resistono. Così come resiste
sbalzi di colori e di atmosfere che la Sardegna regala l’impagabile tramonto dell’Isola Rossa, quando il fuoco
spesso: paesaggi mutevoli, sfumature, rocce che sedi- della luce serale si mescola a quello delle rocce, ai pro-
mentano differenze in poche manciate di metri. Dal fumi di asfodelo, ginestra, ginepro. Una Gallura ribelle,
grigio al rosso, appunto, dalla collina ai costoni, dal dura di un granito acceso, questa di Isola Rossa, terra di
verde dei pascoli ai tanti blu del mare, al rosso delle pescatori, di surfisti, e di solitari. Una terra segnata so-
rocce che si ripete in infinite tonalità. prattutto dalle rocce, che marcano la storia del luogo e
Lo aveva capito Henry Moore: di ogni pietra sarda su irridono la sferza del tempo. Con la torre costiera che
cui lavorava, il grande scultore inglese voleva conoscer- tiene lontani i passanti distratti e i pirati di emozioni: re-
ne la provenienza. Non era bizzarrìa d’artista ma armo- sta l’Isola bella, disponibile solo per chi la sa capire. 

138
Antonio Saba

Le miniere dell’Iglesiente

MUSEI IN GALLERIA
In posizioni spettacolari sul mare, le strutture abbandonate dell’attività estrattiva
sono oggi affascinanti reperti di archeologia industriale protetti dall’Unesco
DI ERMINIO ARIU

Nebida: la spettacolare
discesa a mare con
cui i carrelli di minerale
arrivavano dalla
miniera alla laveria.
I glesias. Le gallerie non finiscono mai: un sotter-
raneo labirinto, infarcito di cunicoli, interrotto
da voragini, invade il sottosuolo del Sulcis-Igle-
siente-Guspinese, da Ingurtosu ad Acquaresi, da Ma-
sua a Nebida e da San Giovanni Miniera a Monteponi.
Come duemila anni fa quando i deportati di Roma ve-
nivano condannati ad metalla, qui è dovunque miniera:
nei visi dei minatori anziani, nelle case semidiroccate
dei villaggi operai, nelle ferite ambientali visibili sulle
montagne, nei cumuli di residui che inquinano i corsi
d’acqua e la costa di Guspini, Arbus e Gonnesa, e
spolverano di scorie strade e case. Un enorme cantiere,
migliaia di ettari, sopra e sotto terra, dove è scritta la
storia industriale di un territorio cresciuto cultural-
mente ed economicamente con l’evolversi di una tec-
nologia estrattiva focalizzata su blenda e galena.
Strutture entrate nel patrimonio dell’archeologia
industriale mondiale, che attraggono i visitatori an-
che per il contrasto dei ruderi con la bellezza solitaria
della costa incontaminata e bellissima dove il mare
stempera le asprezze minerarie.
Grandi storie di piccoli uomini sono memorizzate a
Monteponi, per oltre 100 anni orgoglio nazionale della
metallurgia con le miniere di Ingurtosu, Montevecchio,

Olbia
SASSARI

Vittorio Giannella
NUORO

Fotografie di Antonio Saba


Nella foto qui sopra: i grandi fabbricati
ORISTANO
Chilometri di industriali da decenni in disuso delle laverie
gallerie di Nebida, dove i minerali estratti venivano
sottoposti a una prima lavatura, e quindi

Montevecchio
perforano da caricati nelle stive delle navi che li avrebbero
portati alle fonderie. A sinistra: l’impianto
Ingurtosu Gúspini metà Ottocento industriale di lavatura, conservatosi in
buone condizioni nonostante i decenni di
Planu Sartu Naràcauli
Masua
il sottosuolo abbandono. Le tecnologie estrattive
impiegate erano per quei tempi decisamente
Nebida
Iglesias
CAGLIARI dell’Iglesiente, all’avanguardia e le società vi investivano
ingenti capitali. Nella pagina precedente: la
S.Giovanni
Monteponi del Sulcis, cartina dell’area mineraria dell’Iglesiente;
e lo stemma, scolpito, della Società mineraria
del Guspinese che operava in zona. I ricchi giacimenti
dell’isola furono a lungo sfruttati da società
straniere: francesi, inglesi e tedesche.

142 143
Nella pagina precedente in alto: scorcio del
complesso di Nebida, sulla costa verso Porto Corallo,
e lo scoglio del Pan di Zucchero. Nella pagina
precedente in basso: la vista del mare così come
appare dalla laveria di Nebida. Qui a sinistra:
in località Masua, lo sbocco dalle gallerie interne
nella struttura di Porto Flavia. In basso: il
complesso del pozzo San Giorgio a Monteponi.

PER VISITARE LE MINIERE

N elle zone del Sulcis-Iglesiente-Guspinese la


ricettività è limitata: sino a poco tempo fa
le miniere non costituivano un’attrazione turisti-
ca, e l’ospitalità era in qualche modo assicurata
dalle foresterie delle società minerarie. Le cose
stanno ora cambiando, e tra i nuovi alberghi se-
gnaliamo, a Piscinas (Arbus), ricavato in un ex
cantiere minerario, Le Dune (070/ 97.70.17), si-
stemato tra le dune e uno specchio di mare di un
blu intensissimo. Degli edifici minerari, diversi
sono all’aperto e facilmente fruibili, ma in genere
ville, musei, chiese di villaggi minerari, grotte e
gallerie sono ancora oggi in ristrutturazione. So-
no però possibili visite guidate: Porto Flavia (a
Masua), la grotta di Santa Barbara (a Gonnesa),
la galleria Henry (a Buggerru), il pozzo Sella (a
Monteponi) si visitano contattando la società
Igea, telefono 0781/4911.
Viste dal mare le strutture minerarie sembrano castelli e torri
Fotografie di Vittorio Giannella

Naracauli, Nebida, Masua, Acquaresi e San Giovanni.


Il sentiero che collega i cantieri è impercorribile se non
in fuoristrada. Facile però arrivare a Monteponi: è sulla
bretella che collega la statale 130 (Cagliari-Iglesias) con
la statale 126. All’improvviso i verdi sughereti di Cam-
po Pisano fanno posto all’argilla delle Montagne Ros-
se. Più in alto, ecco villa Bellavista, la direzione, e le
ville liberty dei responsabili delle miniere. L’occhio
non coglie la differenza tra le strutture industriali e le
ville: era stata infatti adottata un’architettura unica con
merlature, decori, vetrate. La miniera di Monteponi
denuncia i danni del tempo e dei vandali, ma all’inter-
no degli edifici ecco le botteghe artigianali dove torni-
tori, ceramisti, saldatori clonavano i pezzi di ricambio.
Stampi, bozze, disegni sono custoditi in attesa di far
parte del Museo di Tecnica mineraria.
Paradossalmente, dal Sulcis-Iglesiente fino al Guspi-
nese anche le acque contaminate che escono dalle galle-
rie e i ruderi sono protetti della Sovrintendenza ai beni
ambientali e archeologici e dall’Unesco, che ha ricono-
sciuto questi luoghi come patrimonio dell’umanità. Le Omnia labrpor est claqudicpa

Montagne Rosse di Monteponi, le discariche di Masua,


il bacino di Montevecchio, tutto fa parte del Geoparco
della Sardegna, così come i giardini, le sfarzose ville, le
cappelle, le sale fastose in parquet e cotto d’epoca: ed

144 145
Vittorio Giannella
appare stridente il contrasto con le condizioni di vita dei
LA PALAZZINA DI MONTEVECCHIO minatori che vivevano nelle capanne di Planu Sartu, vi-
cino a Buggerru, un povero villaggio con una splendida

A l centro del villaggio minerario di Montevec-


chio troneggia il palazzo della Direzione, da
poco restaurato: una struttura costruita sui ruderi di
vista mare. La brezza è incessante e quando svanisce la-
scia il posto al maestrale del Golfo del Leone.
Uno sguardo a 180 gradi consente di cogliere Capo Pe-
una chiesa trilobata che Giovanni Antonio Sanna, ti- cora, la lunghissima spiaggia di San Nicolò e lo stra-
tolare e proprietario della miniera, intendeva erigere piombo della galleria Henry. La quale risale al 1865,
nella vallata dei cantieri. I lavori per il palazzo di quando la scoperta di importanti giacimenti di piombo
Genna Serapis, come veniva chiamato, durarono un attiró a Buggerru i francesi con la velleità di trasformare
anno (1875-76), su progetto dell’ingegnere Alberto il villaggio minerario in una piccola Parigi sarda. Per tra-
Castaldi. Si tratta di un vero castello: al piano terra sportare agevolmente i materiali della miniera di Planu
sono gli uffici aperti su Sartu venne costruita l’ardita
una grande hall con mo- galleria Henry. Il percorso dei
saico policromo, dove vagoni a trazione animale è ri-
campeggia il simbolo percorribile grazie alla società
della miniera, e la chie- Igea che ha risistemato la mu-
sa. Seguono le camere lattiera affacciata sul mare. Si
per gli ospiti. L’ambien- va in galleria con scarponi e ca-
te più bello, oltre alla sco con torcia elettrica e dopo
cappella affrescata, è la 500 metri ci si specchia nelle
sala Blu, con fregi dorati azzurre acque del mare per
sul soffitto a vela e sulle raggiungere i cantieri dismessi
pareti. Il soffitto ha al con lo stesso scenario del dopo-
centro un ventaglio con sparo delle mine e la corsa dei
festoni liberty; mentre vagoni per la laveria.
tre porte-finestra si af- Più a sud, a Masua, davanti al
facciano su un balcone- faraglione di Pan di Zucchero,
belvedere sul mare. incastrato nella roccia, c’è Porto
Flavia, gioiello di ingegneria,
realizzato dall’ingegnere Ve-
Gioielli d’architettura liberty tra gli edifici industriali
Fotografie di Antonio Saba

celli per il trasporto dei mine-


rali con una galleria di 300 me- Qui sopra: la bellissima cala Domestica,
tri scavata nella roccia che ri- che si apre tra Buggerru e Masua, conserva
i ruderi di strutture industriali minerarie.
solse il caricamento sulle navi A sinistra e sotto: una finestra malmessa e
anche in condizioni di mare il complesso della laveria di Naracauli. Lungo
le scogliere digradanti sul mare, oltre agli
Sopra: il salone Blu proibitive. Ora Porto Flavia è meta di turisti, vi si accede edifici per l’attività estrattiva, vennero
della palazzina da Masua e il percorso sotterraneo termina al Pan di costruiti interi villaggi di modeste casette per i
direzionale di minatori e le loro famiglie. I dirigenti
Montevecchio,
Zucchero. Dietro la spiaggia privata c’è la laveria di Ne-
alloggiavano invece in abitazioni più
risalente al 1875-6. bida, una struttura affacciata sul Golfo del Leone con pretenziose, talvolta piccoli capolavori come
A sinistra: l’esterno. panorami sulla costa di Nebida, sulle spiagge di Fonta- la palazzina direzionale di Montevecchio.
namare, Plagemesu e Portopaglia, sull’isola di San Pie-
Vittorio Giannella

Resti di vari attrezzi


impiegati per il trasporto
dei minerali. Attivi dalla
metà dell’800, in seguito
abbandonati per lungo
tempo, i complessi
minerari stanno godendo
ora di un rinnovato
interesse da parte del
turismo. Le strutture
dismesse costituiscono
infatti affascinanti reperti
di archeologia industriale,
situati lungo tratti di costa
impervi e incontaminati.
Antonio Saba

Antonio Saba
146 147
tro e sull’isola Piana. Per accedervi occorre fare 300 gra-
dini tra slarghi spazzati da colpi di vento.
Il gioiello delle miniere è la grotta di Santa Barbara,
nel monte San Giovanni, presso Gonnesa. Si tratta di un
immenso geode scoperto negli anni 50 da un minatore.
La maestosità del posto gli fece credere di aver sfondato
con le mine un tempio sotterraneo: si tratta invece di
una cavità formatasi circa 500 milioni di anni fa, nel
Cambrico Inferiore, con caratteristiche uniche, quali cri-
stalli tabulari di barite bruna alle pareti, calciti concre-
zionate, mammellonate e semisferiche, stalattiti e sta-
lagmiti in parte ricoperte di aragonite. A questa meravi-
glia geologica si accede con un trenino e in soli 400 metri
di viaggio il tempo torna indietro di milioni di anni.
A Montevecchio e Ingurtosu l’impatto dei due villaggi
minerari è forte, la strada corre in parallelo al ruscello
delle miniere fino alle meravigliose dune di Piscinas. Le
montagne di sabbia sono emozionanti, l’arrampicata è
d’obbligo. Per raggiungere Montevecchio si guada una
serie di ruscelli risalendo una tortuosa stradetta. Il pae-
se è quasi disabitato ma intatto: caserma dei carabinieri,
Vittorio Giannella

ufficio postale, chiesa, il palazzo della Direzione, piaz-


za, edificio scolastico e bar, mentre il mare della Costa
Verde occhieggia vicino all’orizzonte. 

Sopra: la scala a chiocciola in ghisa all’interno di una


palazzina nel complesso minerario di Naracauli. Il faticoso lavoro in miniera
Qui sotto: il realistico affresco realizzato da Aligi Sassu
nel 1950 per la foresteria di Monteponi. nelle opere di Aligi Sassu
Riccardo Bianchi

148
Ferrovie storiche: il Trenino verde

SARDEGNA
IN CARROZZA
La rete ferroviaria sarda a scartamento ridotto propone straordinari
itinerari nel cuore della regione, altrimenti inaccessibile
DI AURETTA MONESI

Una locomotiva a
vapore d’epoca tuttora
funzionante esposta
nel Museo delle
Ferrovie sarde di
Nevio Doz

Monserrato,
presso Cagliari .
Palau

Tempio

L
Pausania
Nulvi

a Sardegna è grande, dall’interno a tratti Il fascino di un percorso sul Trenino verde è dato Il primo itinerario attraversa la piana del Flumendo-
montuoso, con villaggi a rischio d’isola- dal fatto che la ferrovia penetra in aree assolutamen- sa, lambisce il Gennargentu e sfocia verso il mare dopo
Bosa Macomer
mento. Per evitarlo e dar loro uno sbocco te prive di strade, spesso impervie e selvagge, co- aver sfiorato borghi come Orroli, Sadali e Seui ai mar-
verso le coste e le città maggiori ci vuole una rete fer- munque altrimenti irraggiungibili. La scoperta è ga- gini della Barbagia con il Museo della Civiltà contadi-
roviaria”. Questo fu il ragionamento dei piemontesi rantita, gli scenari naturali inediti: insomma, dai fi- na, poi, sempre tra le foreste, Ussassai e Lanusei. Tor- Sorgono

quando decisero d’impegnarsi nell’isola. Così, sul fi- nestrini scorre una Sardegna quale mai si potrebbe tolì è già in presagio di mare, tra vigneti e frutteti, Ar- Arbatax
nire del XIX secolo, si misero d’impegno a costruire immaginare, tra boschi fitti e plaghe semidesertiche, batax è a soli 3 chilometri. Si calcolino 5 ore di tragitto,
reti ferroviarie che collegassero le zone interne agro- stazioncine che spuntano nel bel mezzo del nulla, spezzabili a piacimento.
Isili
pastorali e quelle minerarie – allora importantissime ponti su orridi, un interminabile girotondo di curve, Nel secondo, da Isili a Sorgo-
per l’economia isolana – con i porti costieri. Vennero laghi placidi, nuraghi sparsi, gallerie anguste e buie, no, vi sono 83 chilometri di Mandas
tracciate direttrici di ferrovia su rotaie a scartamento soste improvvise per lasciar passare pecore o fami- montagna con infinite curve,
ridotto, una rete di oltre 600 chilometri, in parte sem- gliole di cinghiali, e infine il mare, terminal conclusi- ponti e qualche sbandata. Si
pre attiva e gestita dalle Ferrovie dello Stato, in parte vo di quasi tutti i tracciati. Alcuni trenini sono mossi passa per Laconi, Meana, Belvì,
riconvertita a “Trenino verde”: ovvero un servizio tu- da locomotive a vapore, autentici pezzi d’antiquaria- Aritzo, Desulo e Tonara, insom-

Cartina di Mario Russo


ristico di successo decisivo per la sopravvivenza del- to perfettamente funzionanti. I tratti operativi, in sta- ma la vera Barbagia. In quanto
la ferrovia storica sarda che entusiasmò passeggeri gione estiva, sono i seguenti: Mandas-Arbatax, Isili- alla linea Macomer-Bosa, è bre-
illustri come D.H. Lawrence e Elio Vittorini. Sorgono, Macomer-Bosa e Nulvi-Palau. ve e tortuosa: 46 chilometri tra

Una rete di 600


chilometri
costruita alla fine
dell’800. Ora
in parte adattata
a scopi turistici
A sinistra: scorcio panoramico
della ferrovia nella zona di
Gairo, tra i solitari boschi e le
montagne della Barbagia di
Seulo, nei pressi di Lanusei.
Sopra: particolare di una
carrozza. In alto: la cartina con i
quattro percorsi del Trenino
verde. A destra: l’interno di
uno scompartimento. Le
vecchie carrozze in legno sono
state perfettamente restaurate.
Se il comfort non è eccezionale,
i paesaggi e i percorsi sono
però di grande bellezza e
consentono di vedere angoli

Fotografie di Nevio Doz


di Sardegna segreta.

153
nuraghi e l’altopiano di
Campeda da dove inizia
la discesa a mare.
Il meno conosciuto
dei quattro tragitti fer-
roviari è forse il Nulvi-
Palau, di ben 116 chilometri distribuiti tra la pianura
dell’Anglona, il monte Limbara e la Gallura. Si parte
da Nulvi (da vedere il nuraghe Irru) per giungere a
Martis dove giacciono al suolo i tronchi pietrificati
di Caruana, risalenti al Miocene, oltre alla bella
chiesetta romanica campestre di San Pantaleo. Un
panorama da Far west, con piramidi basaltiche moz-
ze all’orizzonte della pianura. Dopo qualche viadot-
to è la volta di Laèrru e di Perfugas, paesi agricoli. A
Perfugas, mentre la locomotiva (battezzata Elsa) fa
scorta d’acqua, si visitino il Museo Archeologico e
la chiesa di Santa Maria degli Angeli con il prezioso
retablo spagnolo di San Giorgio.
In località Bortigiadas la locomotiva si esibirà nella
salita di gallerie elicoidali e nell’attraversamento su
viadotto del fiume Coghinas. È zona di vigneti e su-
ghereti, siamo già in piena Gallura e lo si denota dal-
le rocce modellate dal vento, identiche a quelle della
Costa Smeralda, copie naturali d’opere di scultori
contemporanei. Ad Aggius sono così incredibili che
la zona battuta dal trenino è detta valle della Luna,
con grotte e cavità nelle quali si rifugiavano i fuori-
legge; la leggenda vuole che fossero le dimore del
diavolo. A Tempio Pausania la stazione è eccezionale:
decorata dal pittore sardo Giuseppe Biasi, rappresen-
ta un museo a sé stante. Prossima fermata: Arzachena
e poi Palau, cioè lo straordinario mare che guarda
negli occhi l’arcipelago della Maddalena. 

COME E QUANDO PARTIRE


Scopo delle ferrovie sarde
era quello di evitare
I l Trenino verde funziona dal 16 giugno al 29 set-
tembre per le tratte Mandas-Arbatax e Isili-Sorgo-
no; dal 6 luglio al 15
l’isolamento dei borghi interni
In alto, a sinistra e a
agosto per la Maco- destra: dettagli della
mer-Bosa. Nulvi-Tem- stazione di Tempio
pio Pausania: dal 20 Pausania, una delle
più visitate anche per
giugno al 30 agosto la decorazione del
giovedì e venerdì; pittore Giuseppe Biasi.
Tempio Pausania-Pa- Qui a sinistra: un
manifesto che
lau dal 16 giugno al 15 riassume la Sardegna
settembre. In altre da- della tradizione a
contatto con la novità
te si può noleggiare del treno. È esposto al
(800.46.02.20). Per il Museo delle Ferrovie
Museo delle Ferrovie di Monserrato.
Fotografie di Gianmario Marras

Nella pagina seguente:


di Monserrato, a 15 lungo le sponde del
minuti di treno da Ca- lago Liscia, nel tratto
gliari: 070/5.80.22.46. tra Nulvi e Palau.

Nevio Doz

154
Le grandi regate delle barche d’epoca

COSTA SMERALDA
A VELE SPIEGATE
Ogni due anni sfilano durante la “Veteran”
le aristocratiche signore del mare. In un intrigante
connubio di spirito sportivo e di mondanità
DI ERNESTO MASSIMETTI-FOTOGRAFIE DI STEFANO TORRIONE-

La prestigiosa imbarcazione
Orion colta durante una fase
della Veteran Boat Rally, che
raduna velieri e barche
d’epoca. La regata nacque nel
1982 per volere dell’Aga Khan
e da allora è uno degli
appuntamenti di maggior
richiamo della Costa Smeralda.
N on è solo una capitale mondana, la Costa
Smeralda: è anche capitale della vela, meta
d’obbligo e di passaggio del popolo dello yachting in-
ternazionale. Popolo che la frequenta da maggio a set-
tembre, propone le sue star e le sue vedettes, la sua
mondanità, e abbellisce ancora di più i promontori del-
l’antica Monti di Mola (remoto nome di quest’angolo
di Gallura), fonde i profumi di salsedine e mirto, gine-
pro e lentischio. Gente particolare, i velisti, che non di-
mentica le bellezze sarde ma le guarda dal mare: il che
ha i suoi vantaggi paesaggistici.
La vela ha preso piede in Costa Smeralda negli anni
Sessanta, grazie a Karim Aga Khan. Le ha dato prestigio
e ne ha ricevuto, ha creato miti (Paul Cayard, Cino Ricci,
il sardo Andrea Mura), ha esaltato angoli spettacolari
con fotografie e immagini televisive. Prima dell’arrivo
dell’Aga Khan, l’isola del sole e del vento contava pochi
appuntamenti velistici: la Regata di Vela Latina a Stinti-
no, la Regata di mezz’agosto ad Alghero, la Vinetta Cup
a Carloforte, nell’estremo sudovest isolano, la Tiscali
Cup a Cagliari, la Città di Bosa, di fronte all’estuario del

Ammiratissime, solcano il mare senza sentire il peso degli anni


Nelle foto di queste pagine: alcuni momenti della Veteran Boat
Rally. Attraccate ai moli di Porto Cervo si alternano barche
modernissime e altamente tecnologiche ad altre che solcano
gloriosamente i mari da molti decenni. Sono queste grandi
dame del passato nautico che gareggiano, ammiratissime, nella
Veteran Boat, esclusivamente riservata a loro,
e che si svolge ogni due anni a settembre in Costa Smeralda.

Temo, il piccolo Trofeo Formenton a Porto Raphaël.


Inutile mentire: le barche più belle, più ricche di storia
e seduzione hanno sfilato fra Porto Cervo e Porto Roton-
do. Hanno doppiato il promontorio di Capo Figari, sfio-
rato il profilo di Tavolara, hanno irriso alle leggende ne-
gative di Mortorio e di altri isolotti, talvolta hanno ani-
mato isole disabitate dell’arcipelago maddalenino e da-
to vita per qualche serata a calette altrimenti ignorate.
La vela sarda ha portato nell’isola capitani scozzesi o
neozelandesi, prodotto eleganti barche da lavoro e di-
versi campioni del mare. Soprattutto ha fatto e fa sogna-
re con l’elegantissima Veteran Boat Rally, manifestazio-
ne che si tiene ogni due anni a Porto Cervo, una passe-
rella di vecchie signore, legni d’epoca provenienti da
tutti i mari del mondo, un raduno di nostalgici blasonati
che si ritrovano sulla risacca delle coste galluresi.
A volere fortemente la Veteran, in questo contesto ma-
gico di spiagge, insenature, acque e vento fu natural-
mente lui, il principe Karim. Insieme alla famiglia Men-
tasti, proprietari del veliero Croce del Sud, decisero che

161
È QUI LA FESTA?

Q uarant’anni ma non li dimostra. È la Costa Smeral-


da che, fondata nel ’62 dal principe Karim Aga
Khan e da un gruppo di finanzieri internazionali, festeg-
gia quest’anno i suoi primi quarant’anni. Da allora, que-
sto tratto di costa sarda ha visto trasformazioni e cambia-
menti ma è restata sempre passerella internazionale di
glamour e dolce vita. E quest’estate è fittissimo e di tutto
rilievo il calendario delle celebrazioni, organizzate sia dal
Consorzio Costa Smeralda sia dallo Yacht Club Costa
Smeralda di Porto Cervo. Anche la moda, naturalmente,
ha gettato l’occhio su Porto Cervo e dintorni: si parla di
portare la kermesse “Moda Mare” proprio nel regno di
Karim. Dal nuovissimo Yacht Club di Porto Cervo, che si
inaugura in maggio, prenderanno il via tutta una serie di
appuntamenti nautici: dal 3 al 7 luglio, la “Settimana del-
le Bocche”; dal 10 al 14 luglio, la “Coppa dei Campioni”;
dal 19 al 21 dello stesso mese, la “Coppa Europa Smeral-
da 888”, manifestazione rilanciata di recente con grande
successo. Tra agosto e settembre, i momenti classici del ca-
lendario velistico: per Ferragosto, quest’anno è fissato il
“Campionato Sociale dello Yacht Club Costa Smeralda”,
cui presiede lo stesso Aga Khan. Altra regata di punta dal
2 al 7 con la “Maxy Yacht Rolex Cup”: sponsor di presti-
gio per barche multimiliardarie. Il settembre sardo è il me-
se prediletto dai velisti d’altura per le condizioni di clima:
dall’8 al 15 è di scena la “Swan Cup”, e si chiude poi dal
16 al 22 con la “Sardinia Cup”, altra classica del mare che
è un omaggio alla terra ospite. Dopo la moda e la vela, la
multinazionale catena alberghiera Starwood, che gestisce
gli alberghi più prestigiosi della Costa Smeralda, ha idea-
to eventi per il quarantennale, come ha fatto il Comune di
Arzachena, nel cui territorio sorge gran parte della Costa:
concerti e manifestazioni in piazza d’alto livello artistico.
I golfisti, dal canto loro, trovano l’eden al Pevero Golf
Club. Dove è fittissimo il calendario delle gare sul green.
Tra le altre, spiccano la “Bulgari Golf Cup” che si terrà il
20 luglio; la “Coppa del Presidente” il 26 e il 27 dello stes-
so mese; l’ “UBS Golf Trophy” il 6 agosto; e il 31 la “Cop-
pa Amoretti”, molto affollata di campioni.

A sinistra: il
plastico del nuovo
Yacht Club di
Porto Cervo che
s’inaugura in
questo mese di
maggio. A destra:
una vela tra le
calette e il faro
di Capo Ferro,
a nord di
Porto Cervo.

162 163
Per la dodicesima edizione della Veteran l’appuntamento è nel 2003
la Costa Smeralda meritava una regata degna di simili Nella pagina precedente : un elegante due alberi durante
imbarcazioni, un appuntamento per viaggiatori del ma- una fase della famosa regata. Tra le barche storiche, anche
Lassie, veliero dal passato tumultuoso: appartenne a
re con un debole per lo stile. Così nacque la Veteran. Eva Braun che l’aveva ricevuto in dono da Adolf Hitler
La prima edizione risale al 1982; undici sono quelle già per compiere crociere nei freddi mari del Nord.
Qui sopra: acrobazie tra mare e cielo di uno skipper
celebrate, per il prossimo settembre 2003 si aspetta la in cima a uno dei tre alberi della sua barca.
dodicesima. Le grandi signore che vi hanno partecipato
hanno raccolto titoli e onori: Mariette, Tamory, Calamoun, Per chi bada al lato mondano fra le veterane c’è l’Arbot,
Nicopeya. Nomi un po’ misteriosi per questo popolo di vecchio nome Vagabunda, appartenuta al principe Dado
armatori e marinai vecchio stile. Leggono Yacht Digest Ruspoli e al pilota automobilistico Keke Rosberg.
quasi fosse una bibbia, celebrano il “maestro” Andrea Amore del mare, della vela e mondanità d’altura si
Sciarrelli, lucidano gli ottoni delle barche e studiano le confondono e si uniscono: diletto per intenditori, pas-
carte nautiche della costa gallurese. sione costosa e vezzo d’élite anche un po’ passatista.
Ogni barca è una storia a sé stante: la memoria storica Sull’Arbot, ormeggiata in una delle calette allora più
dello yachting sardo è probabilmente Battista Borea nascoste della costa, a Poltu Cuatu, si tenne una delle
d’Olmo, comandante del porto di Porto Rotondo e, na- feste più clamorose della Costa Smeralda: l’happe-
turalmente, appassionato di nautica d’epoca. I cantieri ning del principe Cesare Acquarone in onore della
dove queste imbarcazioni sono nate hanno nomi presti- moglie Claire. Fra gli ospiti, i Guinness, i Rothschild,
giosi: Baglietto, Sangermani, con progettisti come One- Alessandra di Kent. Leggenda e verità avvolgono
ta, Costaguta. Inutile cancellare l’impronta ligure: che si queste barche: oggi, dopo tanti anni, a tenere alto il
fonde qui con un’austerità tutta sarda. Ogni barca è un guidone dello Yachting Club Costa Smeralda è il com-
nido di storia, di vicende che si calano nel passato. Ta- modoro Gianfranco Alberini.
mory, per esempio, è l’acronimo di “t’amo Riccarda”, La Veteran mantiene intatto il suo prestigio, anche
moglie dell’architetto Luigi Vietti, uno dei padri fonda- se le vecchie signore diminuiscono di numero ad
tori del villaggio smeraldino, animatore dello yachting ogni edizione. Bello, comunque, ricordarle mentre
locale. Lassie ricorda invece mari più freddi: dono nibe- entrano nel porto Vecchio di Porto Cervo, a regata
lungico di Adolf Hitler all’amata Eva Braun, ha scorraz- conclusa: Dindina del conte Riccadonna, Tomahawk
zato in questi mari prediletti da Nelson. già dell’editore Alberto Rusconi, Agneta dalle vele

165
scure, e persino il Karama che fu di Achille Lauro. Grazie all’Aga Khan Karim le
I velisti veterani sono marinai speciali: scendono al
Café du Port, rifugio di lupi di mare, discutono di vele e regate si sono moltiplicate
sartie, soppesano la maestria di comandanti e timonieri Nella foto sopra: uno degli scafi d’epoca tra le onde di fronte
alla Costa Smeralda. Sotto: l’equipaggio di una delle
fra epici boccali di birre scandinave. In quanto ai capi- imbarcazioni in un momento di relax della Veteran Boat Rally,
tani, sono degli esigenti padroni di casa: il mito più ce- uno degli appuntamenti più importanti della stagione
lebrato si chiamava Erik Paskoly, senza dimenticare velistica sarda. A sinistra: particolare di una delle barche a
vela ormeggiate ai moli di Porto Cervo, d’estate sempre
Giovanni Gaeta. E a sentire Borea d’Olmo, golette, ket- affollati di personaggi famosi e di appassionati di nautica
ch e altri velieri fanno ormai parte del paesaggio gallu- che si danno appuntamento per le seguitissime regate.
rese, quantomeno nella
bella stagione. Certo, il
tempo ha cambiato qual-
cosa. Ora, ormeggiati a
Porto Cervo o a Portisco,
fanno bella mostra i de-
strieri eleganti disegnati
da Luca Bassani, oppure
le imbarcazioni dei Loro
Piana, i re del cachemire,
oppure quella dell’edito-
re Perrone. E tanto i collezionisti delle veterane quanto
gli appassionati del nuovo design marittimo sono fede-
li visitatori del mare di Sardegna. Forse, fra le regate
dell’estate smeraldina, i capitani di lungo corso della
Veteran sono riconoscibili dall’aria un po’ rapita o asso-
pita nelle lunghe risacche e nei pomeriggi mediterra-
nei. Sarebbero piaciuti a Joseph Conrad, forse persino a
Hugo Pratt: la storia non passa, se sogguardi il profilo
della Croce del Sud. Marinai a modo loro, insomma: per-
si nel tempo, incantati dalla storia. 

166
PARCHI LETTERARI PARCHI LETTERARI

popolo misterioso dei folletti, delle la Sardegna di un tempo, si ripre-

Dove le canne fate e degli spiriti erranti, e la notte


trascorre con il “sospiro delle can-
ne” del Cedrino. Al mattino si può
sentano i personaggi di una tradi-
zione ancora viva, il pastore, i dan-
zatori, i cantori, le panificatrici, gli

I luoghi si piegano fare colazione da Efix con giuncata,


miele, papassinos, guelfos, gattò,
casadinas e l’immancabile pane ca-
rasau. A Galtellì si svolge anche
artigiani e le comunità riunite da
feste e riti di un ricco calendario.
Il folklore sardo rivive in varie
località del Nord dell’isola, con sa-
di Grazia
ancora al vento una delle feste popolari più ricche
di incontri, di balli, di contatti con
gre popolari e feste religiose: la sa-
gra di San Francesco di Lula a Nuo-

Gianmario Marras
Deledda il mondo della vecchia Sardegna, ro, descritta nel libro Elias Portolu;
la festa de Su Cristos. il Matrimonio tradizionale e la fe-
La terza porta del parco è Mon- sta di Nostra Signora di Bonu Ighi-
teleone Roccadoria, piccolo borgo no a Mara; la processione in barca
sti numerosi itinerari per i visita- medievale del Nurkara, arrampica- dell’ovile di Basilio, dove si può di Santa Maria ‘e Mare a Orosei; la
tori, che vengono adeguatamente to sulla cima di Su Monte, dove è sperimentare con le proprie mani sagra della Madonna del Miracolo
informati, guidati e soprattutto possibile riscoprire l’armonia e il la lavorazione del formaggio e do- a Bitti, per citarne solo alcune.
coinvolti con una serie di offerte fascino antico della natura, della ve anche i bambini possono prova- Per informazioni e prenotazioni,
che fondono letteratura, etnogra- storia e delle tradizioni popolari. re a mungere le pecore; oppure an- ecco i riferimenti delle Porte del
fia, paesaggio e archeologia. Ma le atmosfere deleddiane si che la “cucina di Cosima”, che sve- Parco: Nuoro 0784/25.70.25, Galtel-
Quattro sono i percorsi tematici ritrovano in tanti altri luoghi, come la i segreti della gastronomia sarda lì 0784/9.01.50, Monteleone Rocca-
per vivere questo Parco letterario la grotta di Sa Ucca ‘e su Tintirriolu e dei dolci tradizionali. doria 079/92.52.13. 
ispirato dai luoghi vissuti e de- di Mara, il nuraghe Pibirra, le tom- In ogni angolo riappare dunque Vincenzo Ceppellini
scritti dalla Deledda: “Viaggi emo- be ipogee di Sos Coroneddos a Itti-
zionali”, “Insieme nel parco”, ri, la casa di Giuseppe Fiore a Oru-
“Antichi saperi”, “Riti sardi”. La ne e il piccolo borgo di Lollove in
PENNA MODERNA IN UN MONDO ANTICO
Fotografie di Gianmario Marras

prima porta del parco è a Nuoro, cui l’autrice ambientò il romanzo


dove si può visitare la casa natale La madre. I visitatori che prendono
della scrittrice, dal 1983 trasforma-
ta in museo: raccoglie oggetti e ar-
redi originali, fotografie e prime
parte ai vari pacchetti vengono for-
niti di mappe che illustrano detta-
gliatamente percorsi e luoghi, con
G razia Deledda (Nuoro 1871-Ro-
ma 1936) compì pochi studi re-
golari nel paese natio, ma si interessò
edizioni delle sue opere e, al pian- un continuo contrappunto tra le con molta passione al mondo della tra-
terreno, ricostruisce gli ambienti pagine della scrittrice e i luoghi in dizione sarda. Divenne scrittrice di

C
Sopra: la basilica di San Pietro della vita contadina e pastorale cui sono ambientati usi ed episodi. successo sin dalle prime prove (i ro-
a Galtellì, del XII secolo: diroccata
nelle descrizioni di Canne al vento
del Nuorese descritti nel romanzo Si può leggere, quindi, guarda- manzi Anime oneste ed Elias Portolu
anne al vento e antiche e oggi recuperata da un restauro. autobiografico Cosima (orario: 9-20 re, scoprire, immaginare ma, gra- furono subito tradotti all’estero), affer-
chiese, le dame Pintor e In alto: una targa del Parco letterario in estate, 9-13 e 15-19 da ottobre a zie all’inventiva degli organizzato- mandosi presto come collaboratrice dei
Grazia Deledda a Galtellì. Sotto:
il fiume Cedrino, feste metà giugno; telefono 0784/ ri, anche fare, giocare, provare. Al- principali periodici nazionali. Rag-

Fotografie Archivio Storico Il Dagherrotipo


la casa natale della scrittrice a Nuoro.
popolari e aspri paesaggi: luoghi e 25.80.88). L’itinerario tocca poi la cuni pacchetti infatti propongono giunse il culmine della fama con il con-
memorie del mondo di Grazia De- chiesetta della Solitudine, dove è l’apprendimento pratico di antichi ferimento nel 1926 del Premio Nobel
ledda rivivono nel Parco letterario sepolta la Deledda, il rione di San- mestieri, quali panificazione e vi- per la letteratura. La sua bibliografia
che la Sardegna ha dedicato alla tu Predu, dove passeggiava da ra- nificazione, ma anche esperienze essenziale comprende una ventina di
scrittrice Premio Nobel per la let- gazza, e il monte Ortobene. ludiche, come il gioco da tavolo romanzi importanti, tra cui Cenere,
teratura. Un percorso che attraver- A Galtellì, nella dolce Baronia, “giocando con Grazia”, che può Marianna Sirca, Il paese del vento,
sa la Barbagia, le Baronie meridio- rivivono le atmosfere e i perso- dar vita a un piccolo torneo, o la Cosima, La madre, lavori teatrali co-
nali e il Nurkara, dalla costa orien- naggi di Canne al vento, il roman- “caccia al manoscritto”, una singo- me L’edera, diverse raccolte di novelle,
tale a quella occidentale. zo più famoso: un “viaggio emo- lare caccia al tesoro nel vecchio rio- numerosi componimenti in versi e molti
Del Parco letterario Deledda, zionale” tra la casa delle dame ne di Santu Predu; o addirittura un articoli. Dal romanzo Cenere fu rica-
inaugurato nel luglio 2001, fanno Pintor (dove anche la Deledda laboratorio alle pendici del monte vato nel 1916 l’unico film interpretato
parte dieci comuni: Nuoro, Orosei, soggiornò un’estate), ben restau- Orobene per vivere l’esperienza da Eleonora Duse, diretto da Febo Ma-
Orune, Bitti, Galtellì e, in provincia rata nel centro storico, la basilica ri; la televisione ha attinto dai suoi ro-
di Sassari, Ittiri, Mara, Romana, di San Pietro, il poderetto di Efix, manzi per gli sceneggiati Le vie del
Monteleone Roccadoria, Villanova il fiume Cedrino, il monte Tuttavi- In alto: la torre di Sant’Antonio peccato del 1946 e L’edera del 1950,
a Orosei. A destra, dall’alto: Grazia
Monteleone. Un ampio territorio, sta; nell’atmosfera “luce di luna”, Deledda a 29 anni e la scrittrice diretto da Augusto Genina. 
nell’ambito del quale sono propo- in Nurkara e Baronia, si evoca il ritratta con la nipote Mirella nel 1924.

170 171
LA LINGUA SARDA

Le parole e l’orgoglio
Ricco di sfumature locali, l’idioma regionale
vive un momento di grande rivalutazione

C’ era, nella Sardegna


contadina e pastorale d’un tempo,
una ricorrente scena quotidiana.
un dialetto è cosa assodata per i
glottologi di tutto il mondo: come
lingua lo classifica il recente grande
L’uomo, partendo da casa per la Atlante linguistico d’Europa, pro-
campagna, appoggiato al suo caval- mosso dall’università di Nimega.
lino, diceva alla moglie: “Pone mihi La lingua di una minoranza italiana
tre panes in bértula”, dove la bértu- che, contando su oltre un milione e
la è la bisaccia di lana grezza gettata mezzo di abitanti, è la minoranza
sulla sella. “Mettimi tre pani nella più consistente del nostro Paese.
bisaccia”, dice l’uomo in sardo. Sì, Un vasto movimento di difesa, va-
in sardo: ma è anche, pari pari, lati- lorizzazione e diffusione della lin-
no. È uno degli esempi che si porta- gua regionale è stato attivato in Sar-
no per dire due cose: la prima è che degna, negli ultimi tre decenni, da Sopra: la copertina del volume La vita
il sardo è la lingua europea che con- due fenomeni convergenti: da una rustica di Max Leopold Wagner
(Ilisso, Nuoro, 1996). Pubblicato in
serva il maggior numero di tratti e parte il risveglio delle “piccole pa- Germania nel 1921, è uno dei testi
di parole di quella latina da cui de- trie”, di quelle regioni d’Europa più significativi dedicati alla lingua
riva; la seconda è che il sardo è una ricche di una loro storia, una loro e alla cultura sarde. In basso,
a sinistra: l’isola raffigurata nella Galleria
lingua con una robusta specificità. cultura e, soprattutto, una loro lin- delle carte geografiche affrescata
Che il sardo sia una lingua e non gua; dall’altra la consapevolezza di in Vaticano alla fine del Cinquecento.

una tendenza comune a quelle che


gli uffici dell’Unione Europea chia-
mano “les langues moins répan-
dues”, le lingue meno diffuse, ossia
la tendenza a essere “assorbite”
dalle lingue maggioritarie. Anche
la Sardegna ha conosciuto questo
fenomeno di omologazione, figlio
dell’alfabetizzazione di massa, dei
mezzi di comunicazione (in parti-
colare della televisione), della ci-
viltà dei consumi. Soprattutto le ul-
time generazioni tendono a parlare
l’italiano sin dagli anni dell’infan-

Archivio Franco Cosimo Panini


zia. Così – sul piano dell’uso e del
prestigio sociale della lingua – il
sardo regredisce a dialetto, o peg-
gio rischia di lasciare tutto il cam-
po alla lingua “dello Stato”.

174 175
LA LINGUA SARDA

Gavino Ledda, ripreso


LEMMA PER LEMMA in un campo di
borragine. Rivelatosi al
pubblico con il

I n Sardegna esistono oggi


molti vocabolari delle parlate
locali: non solo delle due princi-
romanzo Padre padrone
(premio Viareggio
nel 1975), lo scrittore di
Siligo (Sassari)
pali, il logudorese (esteso al cen- ha posto al centro della
propria attività
tro-nord) e il campidanese (al letteraria la lingua e le
sud), ma anche delle minori, co- tradizioni sarde.
me il catalano di Alghero e il li-
gure di Carloforte. Accanto allo

Vittorio Giannella
storico Vocabolariu sardu-ita-
lianu di Giovanni Spano (pub-
blicato nel 1861 e riedito nel
1998 a Nuoro da
Ilisso), tra gli ul- In effetti, il sardo sconta al- città che hanno avuto un destino
timi usciti figura- meno tre handicap. Il primo è particolare: così a Sassari e dintorni
no il Ditzionariu quello di appartenere a una si parla una lingua che viene consi-
de sa limba e de società e a un’isola che sono derata un dialetto dell’italiano (con
sa cultura sarda rimaste sempre alla periferia influssi toscani e genovesi); in Gal-
di Mario Puddu della storia italiana (e anzi lura, un dialetto di tipo toscano, im-
(edizioni Conda- hanno avuto a lungo un de- portato dalla vicina Corsica tre o
ghes, Cagliari), stino separato). Il secondo è quattro secoli fa; ad Alghero, ripo-
consultabile in quello di non avere una tra- polata nel 1355 con coloni catalani,
rete all’indirizzo dizione di lingua scritta, an- un dialetto che è catalano arcaico;
www.ditziona- che se già nel Medioevo, nelle isole di San Pietro e Sant’An-
riu.org; il Dizio- quando il volgare italiano tioco, il ligure portato nel Settecen-
nario universale della lingua muoveva ancora i primi passi, la to dai coloni che le popolarono.
di Sardegna di Antoninu Ru- Sardegna produceva (nelle corti dei Sulla spinta dei movimenti “na-
battu (Edes, Sassari), e l’interes- suoi signori e nei monasteri) docu- zionalitari”, la Regione Sardegna
sante Tutte le parole del sardo menti scritti in sardo. Il terzo handi- ha approvato, nell’ottobre del 1997,
di Giuseppe Ruju (Della Torre, cap è di essere frammentato in una una legge che si propone di difen-
Cagliari). Diamo la traduzione certa quantità di dialetti, distinti da dere e valorizzare la lingua e la cul-
logudorese e campidanese di al- zona a zona o addirittura da paese a tura dell’isola. L’ideale sarebbe
cune parole ed espressioni di uso paese. Michel Contini – studioso quello di arrivare ad unificare la
comune che possono interessare sassarese che è oggi professore di lingua, per darle forza e autorità.
o incuriosire i visitatori. Mare: linguistica all’università di Greno- Può darsi che sia un’utopia, ma in-
mare, mari. Montagna: munta- ble – ha individuato addirittura 67 tanto la consapevolezza dell’impor-
gna, muntàngia. Spiaggia: i- varietà interne al sardo. tanza di quest’azione si va diffon-
spiaggia, praja. Fiume: flume- In realtà, la lingua sarda si divide dendo. C’è un orgoglio della lin-
ne, frumini. Casa: domo, domu. in due varianti principali: a nord, il gua, cresciuto anche grazie all’im-
Paese: bidda, paisu. Città: tzit- sardo settentrionale o logudorese pegno di figure come Gavino Led-
tade, cittadi.  (la regione centrale della zona in da, attento ricercatore in ambito lin-
cui si parla è il Logudoro); a sud, il guistico e sperimentatore del bilin-
In alto e a sinistra:
i due volumi del sardo meridionale o campidanese guismo sardo-italiano nella sfera
Vocabolariu sardu- (dal Campidano, la vasta pianura letteraria. Sono sempre di più i sar-
italianu redatto
da Giovanni Spano
che va da Oristano a Cagliari). Il di che scrivono in sardo le loro ope-
(Ilisso, Nuoro, campidanese ha più parlanti, il lo- re: poesie, romanzi, molto teatro.
1998), pubblicato gudorese ha dalla sua il vanto di es- Un grande patriota còrso (e la Cor-
originariamente
nel lontano 1861. sere stato sempre considerato come sica è isola che ha avuto un destino
la lingua “classica” dei sardi. abbastanza simile a quello della
A queste due varianti principali (e Sardegna) diceva: “Chi perdi ’a so’
a una terza, raccolta intorno a Nuo- lingua, perdi ’a so’ anima”. Frase
ro, che viene detta sardo centrale) che non richiede traduzione. 
si aggiungono le parlate di zone e Salvatore Tola

176 177
DI LAGO IN LAGO DI LAGO IN LAGO

Nella foto a sinistra: monti Tului e Bardia: Dorgali è

Fiordi d’entroterra panoramica del


Cedrino, nei pressi di
Dorgali, alimentato
dal fiume che porta lo
stesso nome. Con una
sola eccezione, i laghi
poco lontana. E vicino è anche un
antro incredibile, noto ai Fenici
che lo ritenevano il corridoio d’ac-
cesso all’arcano mondo degl’Infe-
sardi sono tutti ri, la grotta di S’Ispingoli (la spi-
Remoti e sinuosi, gli specchi d’acqua artificiali artificiali. In basso:
il lago Coghinas,
na), eden di speleologi provetti.
punteggiano di blu l’interno della Sardegna vicino a Ozieri,
formato nel 1927 da
Il lago Omodeo, a metà strada
tra Nuoro e Oristano, deve il suo
una diga idroelettrica.
nome a un talentuoso ingegnere,
Angelo Omodeo, che progettò tra
il 1918 e il 1924 la diga di Santa

U
Chiara da cui deriva questo baci-
no, per quei tempi un’opera ciclo-
n rapporto di estremo Madre natura e la configurazione in ogni cartina geografica, sono Bartxa) è circondato da un bel- Il Cedrino venne sbarrato per pica che a lungo gli regalò il pri-
rispetto, quasi sacrale, orografica, infatti, non hanno pre- tutti artificiali, creati dall’uomo lissimo bosco di pini e macchia creare il bacino idrologico, oltre il mato di “più grande lago artificia-
è quello che da sem- visto altro che sorgive e fiumi per irrigare aree agricole e fornire mediterranea sulle sponde del quale il fiume diventa lago, per le d’Europa”. Lungo 20 chilome-
pre intercorre tra gli abitanti della spesso avari di flusso: di laghi, in regolarmente d’acqua ed elettri- quale la leggenda vuole che sor- poi fluire per 40 chilometri sino al tri, venne realizzato per moltepli-
Sardegna e l’acqua. La sua scar- pratica, nessuno. Inoltre, la storia cità borghi e città. gesse la città punica di Nure, di mare all’altezza di Orosei. Il lago ci funzioni: irrigazione, creazione
sità, infatti, ne ha sancito il valore, geologica sarda non contempla ere Di fatto, però, un lago naturale cui nulla resta. I naturalisti lo Cedrino appare in tutta la sua in- d’energia, regolamentazione delle
sia che venisse dal cielo sia che glaciali e questo contribuisce a c’è, ed è un piccolo specchio d’ac- considerano un vero eden nasco- solita bellezza allungata soprat- piene del fiume Tirso, dalle cui
sgorgasse da polle carsiche: l’ac- spiegare l’assenza di laghi sull’i- qua situato tra l’aeroporto di Fer- sto dietro una sequenza di dune. tutto se visto dal viadotto della acque è alimentato. Le sue rive so-
qua era ed è un bene da trattare sola. I soli specchi d’acqua natura- tilia e il mare della baia di Porto Ma se il Baratz è il solo lago doc strada statale 125, la Orientale no piuttosto frastagliate, attorniate
con il massimo dei riguardi. Così li sono gli stagni che orlano tratti Ferro: il lago Baratz. Da non sardo, numerosi sono invece, co- Sarda, che lo scavalca. Un colpo da un’area collinare a vocazione
si spiegano i tanti monumenti de- di costa, paludi d’acqua limpida, confondersi con i tanti stagni abi- me accennavamo, i bacini artifi- d’occhio a respiro mozzato a cui agricola. L’Omodeo si colloca nel
dicati alla divinità delle acque e i oasi ornitologiche. In quanto ai la- tati da aironi rosa e altre specie or- ciali che, seppur nati con lo sco- sono del tutto indifferenti gli airo- Barigadu, una regione semiscono-
pozzi sacri disseminati per l’isola. ghi, che s’identificano numerosi nitologiche rare, il lago Baratz (o po di provvedere al bisogno idri- ni che al tramonto planano con sciuta al turismo, a baricentro tra
co dell’isola, hanno d’altro canto eleganza in volo radente sfioran- l’interno più chiuso e il presagio
giovato al paesaggio interno. Si do l’acqua a specchio. Le rive del del territorio costiero.
Gianmario Marras

tratta infatti di invasi di grande lago, ricoperte di densa vegetazio- Le sorprese dell’Omodeo sono
bellezza, ritagliati all’interno di ne, sono ritagliate sulle falde dei molteplici, la più emozionante tra
scenari naturali di indubbio im-
patto emotivo, poco conosciuti e

Fotografie di Gianmario Marras


ancor meno valorizzati.
Distribuiti sull’intero territorio
della Sardegna, i laghi sono quasi
sempre situati in zone un po’ im-
pervie, sicuramente selvagge e
incontaminate, perfette per cam-
minatori in cerca di emozioni e di
angoli naturali talvolta di bellez-
za davvero sorprendente.
Impossibile citarli tutti: i laghi
artificiali sardi sono davvero tan-
ti. Tra quelli di più facile accesso
c’è il lago Cedrino, che prende il
nome dal fiume omonimo, nato
nei pressi di Orgosolo, sul monte
Fumai, nel gruppo del Supra-
monte. Un fiume assurto agli
onori letterari con la citazione
che ne fece Grazia Deledda nella
novella L’ultima della sua raccol-
ta “Chiaroscuro”, nonché nel ce-
Il lago Cedrino, stretto e profondo, forma una sorta di serpentina, dominata dalle cime del Supramonte. leberrimo Canne al vento.

178 179
DI LAGO IN LAGO DI LAGO IN LAGO

Strumenti musicali sardi.


Il rio Coghinas, chiamato Ther-
mus dai Romani, sbarrato nel
1927, ha creato il lago che porta il
suo stesso nome: lago Coghinas,
appunto. A sua volta, il fiume Co-
ghinas è formato dalla confluenza
del rio Mannu di Ozieri con il rio
Mannu di Berchidda; nel lago si
getta inoltre il rio Badu Abzolas.
Lo specchio d’acqua si dirama in
tre direzioni, quelle delle tre val-
late occupate dall’invaso idroe-
lettrico creato dalla diga costrui-
ta in località Muzzone, capace di
245 milioni di metri cubi d’ac-
qua. Siamo nella regione del Lo-
gudoro, a sud di Tempio Pausa-
nia e del monte Limbara. Il pae-
saggio tutt’attorno è magnifico, i luppo turistico del lago dove le
paesi limitrofi di Oschiri e di barche sono numerose, con pos-
Ozieri puntano molto sullo svi- sibilità di rimessaggio; anche la
pesca è praticata e le prede ab-
boccano abbondanti. Inoltre l’a-
Sopra: sullo sfondo
rea riveste una notevole impor- dei campi, il lago
PER VIVERE I LAGHI tanza archeologica: tutt’attorno Baratz, nei pressi di
al lago si stendono campi di la- Alghero, il solo lago
naturale sardo. Pare

P oco sfruttati turistica-


mente, e questo è un pun-
to a loro favore, i laghi sardi
vanda e pascoli interrotti da
macchie di olivastri e cespugli di
mirto profumatissimi tra cui
che sulle sue sponde
sorgesse la mitica
città punica di Nure.
A destra: il Centro
Gianmario Marras

possono essere vissuti intensa- emergono importanti ruderi. accoglienza. Sotto:


mente dal punto di vista spor- Appena più a nord è già la Barba- erbe palustri
sullo specchio del
tivo, rivolgendosi a gruppi di gia di Seùlo con il lago di Mular- lago Baratz,
esperti del territorio che vi or- gia, sperduto e solitario come po- oasi naturalistica.
Il lago Omodeo, il più vasto della Sardegna. Nei periodi di aridità, ganizzano escursioni e attività
dal fondo lacustre emergono nuraghi di solito sommersi dalle acque.

Fotografie di Gianmario Marras


acquatiche. Sul lago Coghinas chi altri, che occhieggia tra i boschi,
ci sono due circoli nautici: a e con un colore che varia dal verde
tutte ha luogo nel periodo di sec- Maria; Zuri, che sino agli anni 20 Oschiri (079/73.35.89) e a Tula al blu cobalto. La zona è collinare,
ca delle acque, ed è la scoperta di era localizzato laddove oggi c’è il (079/71.81.06). Sul lago Cedri- intorno ai 250 metri d’altezza, e dal-
nuraghi piuttosto ben conservati lago, e che è stato completamen- no per escursioni e canoa: lo specchio lucente emergono alcu-
che emergono quasi a voler pren- te ricostruito fedelmente pietra Cooperativa Ghivine (0784/ ni isolotti. I paesi vicini sono Orroli,
dere ossigeno e un po’ di sole, su pietra. A partire dalla bellissi- 9.67.21), Cooperativa Keya Donigala e Doni, borghi sprofonda-
prima di essere nuovamente di- ma chiesa romanica di San Pie- (0784/9.82.95) e il Centro ti nel silenzio della natura.
menticati sott’acqua. Ventidue tro, del XIII secolo, tutta in tra- Escursioni (329/6.13.93.28). Sul Un canale sotterraneo collega il
chilometri quadrati di superficie chite rossa, la pietra con cui sono lago Omodeo: Giampiero Porcu Mulargia con il lago Medio del
ne fanno il più vasto lago sardo: costruiti gli altri villaggi attorno (0785/5.21.74), Salvatore Sala- Flumendosa, lunghissimo, a ser-
vi si può praticare la pesca, men- al lago: Sorradile e Sedilo con il ris (0785/55.92.20), Deligia Bo- pentina, che termina nel suo apice
tre nei mesi estivi le sue acque bel santuario di Sant’Antine. A nacattu (0785/5.52.18), Coope- meridionale con il bel nuraghe
placide vengono turbate da qual- Sedilo si svolge ogni anno la rativa Su Maimone (0785/ Arrùbio. Nei pressi del paese di
che raro motore fuoribordo. “S’Ardia”, corsa equestre spetta- 57.90.02). Sul lago Mulargia, Goni, che guarda il lago dall’alto, si
Una manciata di piccoli borghi colare, emozionante e affollatis- escursioni e canoa con la Coope- trova un altro sito archeologico:
gravitano attorno all’Omodeo: sima che si tiene il 5, 6, 7 luglio rativa Is Tellas (329/8.11.40.04) quello di Pranu Mutteddu, impor-
Soddì, con i resti della sua foresta in onore di San Costantino. In un e con la Cooperativa di Orroli tante necropoli megalitica del tardo
pietrificata preistorica in mostra altro paesino sulle sue sponde, (330/4.355.51). Neolitico. 
nel cortile della chiesa di Santa Tadasuni, c’è un Museo degli Mariano Balbina

180 181
TEATRI AL CHIUSO E ALL’APERTO TEATRI

Di scena in scena
Sono una piacevole sorpresa i teatri dell’isola,
da Cagliari a Sassari, Alghero, Porto Rotondo

Fotografie di Gianmario Marras


D i anno in anno la vita
culturale della Sar-
degna si arricchisce
di spettacoli dallo spessore arti-
stico sempre più rilevante. E,
d’estate, si trasferisce quasi sem-
fotografi, conferenze. Tutte manife-
stazioni che hanno luogo sotto le
stelle, nella cornice di palcoscenici
naturali o monumentali di grande
impatto che acquistano una forte
suggestione nello scenario natura-
cisero di portare un ventata d’at-
tualità culturale nell’isola sotto
la loro giurisdizione.
A Cagliari, importante il teatro
Lirico, uno dei tredici enti lirici
nazionali, il cui cartellone è ospi-
A Sassari, il Politeama Giu-
seppe Verdi fu inaugurato nel
strutture della città come la corte
dello spazio culturale Exma e
è decisamente grazioso. Caduto
nell’oblio, è stato recentemente re-
pre all’aperto. Concerti, balletti, le, sempre bellissimo. tato al teatro Comunale, inaugu- 1884, subì un incendio gravissi- l’Anfiteatro romano. staurato con cura e ha ripreso a
rappresentazioni teatrali, recital, La storia della vita teatrale rato nel 1993 dopo interminabili mo nel 1923, fu riaperto nel 1926, Nora, con la suggestione im- funzionare piuttosto regolarmente.
spettacoli di lirica, musica etni- sarda ha subìto un intervallo di lavori. Progettato dagli architetti nel 1950 fu eliminata la sua cu- pagabile delle sue rovine archeo- Sorte analoga ha vissuto il teatro
ca, festival jazz. Alle rappresen- secoli: è infatti passata dagli sce- Ginoulhaic e Galmozzi, accoglie pola pericolante ed è attualmen- logiche, ospita nel teatro romano del Carmine di Tempio Pausania,
tazioni sovente vengono abbinati nari degli anfiteatri romani ai 1.650 spettatori e vanta un palco- te attivo nei mesi invernali. una fitta serie di spettacoli nel un altro esempio liberty degli anni
eventi culturali come mostre di teatri costruiti soprattutto dai scenico grandioso, un elegante Sino a pochi anni fa pratica- periodo estivo. Venti. Realizzato all’interno di un
pittura e scultura, personali di Piemontesi dopo che questi de- foyer e un’acustica impeccabile. mente tutti i teatri istituzionali Una novità viene da Carloforte, chiostro e riaperto al pubblico nel
chiudevano i battenti durante i sull’isola di San Pietro, con il teatro 2001, dispone di 400 posti tra platea
Fotografie di Priamo Tolu

mesi estivi, gli spettacoli al chiuso Cavallera, un vero gioiello liberty e palchi. E ancora: l’anfiteatro di
COSA C’È IN CARTELLONE non potevano certo attirare spet- restaurato e riaperto da poco, che monte Sirai, a Carbonia, accanto al-
tatori in periodi di canicola. Così programma una stagione di ballet- l’area archeologica neolitica e feni-
ora, trasferita en plein air, l’atti- ti, concerti e operette. cia. L’anfiteatro è recente, costruito
l teatro Lirico di Cagliari si trasferisce vità delle compagnie e di tutta l’é- Anche Alghero ha il suo teatro, il nel 1996, capace di 400 spettatori
I all’Anfiteatro con La Traviata il 25-
28-31 luglio e il 7-10 agosto; il 30 luglio,
quipe organizzativa prosegue in
un fuoristagione estivo, graditis-
Civico, aperto in pieno spirito clas-
sicista, nel 1862. Di piccole dimen-
ed è attivo d’estate.
Vivacissimo è il teatro di Porto
recital di Ray Charles; il 5 agosto, il bal- simo al pubblico, arricchito della sioni, dall’ottima acustica, con pal- Rotondo, nato da un’idea dello
letto Giselle; il 13 agosto, il jazzista Wyn- presenza di numerosi turisti. chetti dipinti in bianco e arricchiti scultore Mario Ceroli, ripresa dagli
ton Marsalis, infine un concerto di Zubin Così il teatro Lirico di Cagliari, da specchi, dorature e velluti rossi, architetti Fini e Sotgiu: riecheggia i
Mehta il 22 agosto. probabilmente oggi il più signifi- modelli classici greco-romani in
Nel teatro antico di Nora sono in pro- cativo dell’isola, prolunga gli granito grezzo di Gallura ed è ab-
Nelle foto in alto, da sinistra:
gramma: concerti di Nicola Piovani, auto- spettacoli in sede sino a giugno l’interno del teatro Civico di bellito da altorilievi dello stesso
re delle musiche del film La vita è bella; per poi spostare la sua attività in Alghero, giocato sui colori rosso Ceroli. Durante l’estate vive un’in-
spettacoli di Peppe Barra; concerti jazz di luglio e agosto nell’Anfiteatro ro- e bianco; e il teatro di Tempio tensa attività con spettacoli realiz-
Pausania, in stile liberty. Sotto:
Paolo Fresu e del suo sestetto. mano cittadino, costruito nel II se- l’anfiteatro di Porto Rotondo, zati da artisti famosi. 
Tra i Festival organizzati, la stagione esti- colo dopo Cristo, durante il regno che riprende modelli classici. Anna Federici
va “Time in Jazz” di Berchidda, paese di dell’imperatore Adriano, capace
montagna a una trentina di chilometri da di ventimila posti a sedere, come

Priamo Tolu
Olbia, si distingue per la ricchezza del suo grandezza il terzo in Italia dopo il
cartellone e l’alto livello degli artisti pre- Colosseo e l’Arena di Verona.
senti. Dal 12 al 15 agosto, nella sua 15ª Qui, nell’ambito del Festival in-
edizione si susseguiranno concerti di jazz ternazionale, vengono allestite
alternati a mostre di quadri di pittori come opere liriche, concerti di musica
Enzo Cucchi e Maria Lai, e a fotografie di leggera e sinfonica, balletti.
Salvatore Ligios e Paolo Soriani. Sempre a Cagliari, è attivo il tea-
A Sant’Anna Arresi, nel Sulcis, un altro tro Alkestis, che propone un Festi-
Nella foto in alto: un’immagine dell’interno del teatro Comunale di Festival di jazz che gode già di una certa val estivo della musica medio-
Cagliari che ospita gli spettacoli programmati dal teatro Lirico, uno
dei tredici enti lirici italiani. Sopra: una scena del balletto Gli stivaletti notorietà, avrà luogo dal 19 al 25 agosto. rientale, chiamato “Con gli occhi
di Čajkovskij con la danzatrice Ekaterina Morosova, al Comunale. dell’Oriente”, e ospitato in varie

184 185
GASTRONOMIA

L’isola dei sapori


Una cucina antichissima legata ai prodotti
della terra e del mare. Un attaccamento
che è all’origine del suo successo attuale

Vittorio Giannella
R
accontare la storia

Prima Press
della Sardegna at-
Qui sopra: contadini
traverso la gastro- dell´Oristanese con
nomia vuol dire forme di formaggio di
percorrere cinque- capra preparate in
maniera artigianale.
mila anni, nei quali si sono avvi- A sinistra: pecorino
cendati numerosi popoli attirati semicotto, tra i
prodotti più golosi
dal desiderio di dominarla. Terra dell’isola. I formaggi
di conquiste ma non di conquista- sardi hanno
tori, perché i sardi non sono mai sapori e profumi
inconfondibili:
stati grandi navigatori né marinai. mandrie e greggi si
Solo in tempi recenti, negli ultimi nutrono infatti di erbe
quarant’anni, con l’avvento del tu- spontanee e
aromatiche che
rismo, si sono riscoperte anche le conferiscono al latte
tradizioni gastronomiche marina- un gusto particolare.
re. Quelle lasciate prima dai Feni-
ci, poi dai Catalani e infine dai Li-

187
GASTRONOMIA GASTRONOMIA

guri. Sono usanze ormai radicate e pretto, oggi ricercatissimo dai


salvaguardate come quelle più an- buongustai. Lo è anche il pecorino CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
tiche dei contadini e dei pastori. che nel tempo, per esigenze com-
Viaggiando si scopre la simbiosi
tra gli uomini, la terra e i suoi pro-
dotti: forti, decisi e rudi nelle zone
merciali, è stato prodotto in varie
versioni: romano, toscanello, cro-
tonese, canestrato, foggiano. Tra i
E cco, tra i tanti, alcuni indirizzi dove fare
provvista di prodotti tipici.
Per i formaggi: Sepi Formaggi, Marrubiu
interne, solari lungo le coste. L’in- più conosciuti ed apprezzati c’è il (Oristano), statale 131, chilometro 76,100, te-
dustria alimentare è presente in pecorino sardo, un semicotto pro- lefono 0783/85.80.33 (pecorino sardo fresco e
maniera sempre più prepotente, dotto nei tipi dolce e stagionato. stagionato, fiore sardo Gavoi). Fogu Casearia,
ma la Sardegna fortemente ancora- Ma il più caratteristico è il “fiore Oschiri (Sassari), zona Artigianale S’utturu,
ta alle proprie tradizioni può van- sardo”, ottenuto da latte crudo. Il telefono 079/73.44.46 (pecorino sardo e fiore
tare un patrimonio gastronomico tipo Gavoi è ancora oggi appan- sardo biologici). Pietro Mureddu, Gavoi
d’alto livello. In alcuni prodotti si naggio dei pastori negli ovili, i (Nuoro), via Repubblica, telefono 0784/5.37.85
ritrova il fascino dell’arcaismo, non quali, seguendo antiche tradizio- (pecorino sardo Gavoi).
avendo assorbito elementi di “in- ni come l’utilizzo del caglio di ca- Per la bottarga di muggine: Giovanni Spanu,

Gianmario Marras
quinamento” industriale. pretto, la spalmatura dell’olio d’o- Cabras (Oristano), via Carducci angolo via
Tra questi, sicuramente il for- liva sulla crosta ed un leggero e Lombardia, 0783/39.11.61. Fratelli Manca, Ca-
maggio. E come le massaie che, lento affumicamento, riescono a bras (Oristano), via Cima 5, 0783/29.08.48.
pur seguendo le tradizioni, con renderlo unico e inconfondibile. Per la bottarga di tonno: Efisio Salis, Sant’An- Il mirto di Sardegna dell’azienda Zedda e Piras. È una delle
estro e fantasia creano capolavori Entrambi sono ottimi da tavola e tioco (Cagliari), lungomare Cristoforo Colombo marche più note non solo nell’isola ma in tutta Italia.
di gastronomia, così anche i pa- da grattugia, ma se poco stagiona- 61, telefono 0781/8.27.66.
Fotografie di Gianmario Marras

stori e i casari personalizzano i lo- ti si apprezzano anche arrosto. Per il miele: Costantino Brisi, Bosa (Nuoro), Demurtas Adriano, Tonara (Nuoro), via Sul-
ro formaggi. In questo sono aiuta- In passato i sardi hanno ignorato viale Repubblica, 0785/37.45.91 (miele di cor- cis 5, telefono 0784/6.35.22.
ti da una natura incontaminata, le ricchezze del sottobosco, ed in bezzolo, di cardo, di asfodelo, di rosmarino). Per i liquori: Azienda Zedda e Piras, Alghero
dove i pascoli cambiano da zona a particolare i funghi. Che invece Per il torrone: Gianni Pili, Tonara (Nuoro), via (Sassari), località I Piani, telefono 079/99.77.00
zona e secondo i periodi. Le greg- crescono abbondanti, piogge per- Vittorio Emanuele 40, telefono 0784/6.34.45. (mirto rosso e mirto bianco). 
Sopra: bottarga di muggine, gi si nutrono d’erbe spontanee mettendo: fino a qualche anno fa
pregiatissima e sempre più aromatiche e delle infiorescenze però si raccoglievano solo le va-
costosa. Particolarmente
rinomata quella prodotta a
dei cespugli della macchia medi- rietà più comuni, tralasciando
Cabras, nell’Oristanese. terranea, conferendo al latte sapo- quelle più pregiate come gli ovoli un passaggio a Tabarka, sulle co-
Sotto: case di pescatori negli ri e profumi inconfondibili. Anti- e i porcini. Mercanti d’altre regio- ste nord africane. Gente di mare
stagni di Cabras. La bottarga
si ottiene sia dalle uova di co, quanto la storia dei pastori iso- ni facevano incetta di queste pre- che ha sempre vissuto con il ma-
muggine sia da quelle di tonno. lani, è il caglio d’agnello o di ca- libatezze, oggi abbastanza diffuse re. Tra le acque di Carloforte e l’i-
anche nella ristorazione isolana. sola Piana ogni anno, tra maggio e
Sono ormai innumerevoli le mani- giugno, si perpetua il rito della
festazioni sui funghi e ad Arzana, mattanza. È l’unica tonnara rima-
alle falde del Gennargentu in pro- sta attiva in Sardegna e tra le po-
vincia di Nuoro, in occasione del che in Italia. Sono in tanti a soste-
“Porcino d’oro”, i visitatori li pos- nere che il tonno sia il maiale del
sono raccogliere in luoghi d’in- mare, perché di esso non si butta
comparabile bellezza. via nulla. Nei ristoranti di Car-
Dalla montagna al mare il passo, loforte e di Calasetta, sulla vicina
in Sardegna, è breve, perché dalle isola di Sant’Antioco, si possono
località più interne si arriva sulla assaggiare una miriade di specia- Sopra: preparazione del pane carasau a Oliena, nel Nuorese. Il pane
costa al massimo con un’ora d’au- lità a base di tonno, dagli antipa- carasau è sottilissimo e friabile e ha la caratteristica di conservarsi a
lungo inalterato. Il nome deriva da “carasare” che significa tostare.
to. Per molti le coste sono un’altra sti ai secondi. Ma le vere preliba- Sotto: i “sospiri”, dolci tipici a base di mandorle e acqua d’arancio.
Sardegna dopo il boom del turi- tezze sono i prodotti essiccati: la

Fotografie di Nevio Doz


smo. Per altri l’interno è molto di- bottarga ottenuta dalle uova, il
stante, per la diversità culturale e musciame dal filetto e il belu dal-
per le tradizioni. Ancora oggi per lo stomaco. Una volta costituivano
gli abitanti di Carloforte – sull’iso- la paga dei pescatori, che li essic-
la di San Pietro, nel sud della Sar- cavano per farne le scorte alimen-
degna – “l’isola grande” è come tari per l’inverno. La bottarga più
un continente. I carlofortini sono rinomata è ancora oggi quella di
sardi ma con origini liguri, e con Cabras nell’Oristanese, ottenuta

188 189
GASTRONOMIA

Nevio Doz

Sopra: dolci pasquali della zona di Oliena.


A destra: le seadas, ravioli dolci ripieni di formaggio,
fritti e saltati nel miele e serviti caldi
con una spolverata di zucchero. Questo dolce,

Prima Press
originario della Barbagia, rappresenta il dessert
forse più conosciuto della regione.

dalle uova di muggine. Entrambe piano inclinato per favorire la fuo- prelibati ma differenti nell’aspet-
si producono con il sistema della ruscita della parte acquosa. La to e nel sapore. Più scura e dal
salatura, molto probabilmente stagionatura avviene nell’arco di gusto più forte quella di tonno,
d’origine fenicia. Per il tonno, il 20-30 giorni in ambienti asciutti e più dorata e morbida quella di
periodo migliore è l’inizio dell’e- bene aerati, per la bottarga di muggine. Per apprezzarle si con-
state, quando depositano le uova, muggine. Per quella di tonno è siglia il consumo al naturale o con
mentre per il muggine è tra luglio importante la salatura con leggero un po’ d’olio extravergine d’oliva
e settembre quando le uova rag- e continuo massaggio da parte di e il cuore di sedano tagliuzzato.
giungono il massimo del loro svi- mani esperte, per consentire l’as- Con la bottarga si preparano deli-
luppo. Si estraggono incidendo sorbimento del sale in modo ziosi antipasti e primi piatti, co-
longitudinalmente il ventre del uniforme, mantenendo fragranza me a fettine sulle tartine calde
pesce, lasciando un pezzetto di e morbidezza. Resta in pressione con il burro, oppure grattugiata
carne all’attaccatura della sacca. per circa 30-40 giorni e poi si affi- sul riso o sulla pasta. Fino a qual-
Dopo averle lavate in acqua di na con l’essiccazione per altri 20 che decennio fa, nell’Oristanese
mare, si salano e si mettono su un giorni. Entrambi i prodotti sono era considerato un alimento per
famiglie meno abbienti. Spesso si
Il torrone di Tonara, preparato secondo un’antica ricetta che si tramanda di dava ai bambini al posto del cioc-
padre in figlio. Tra gli ingredienti: mandorle, noci, nocciole e miele isolano. colato, anche per l’alto valore nu-
trizionale. Gli anziani del posto
Gianmario Marras

sono convinti che la bottarga di


muggine abbia particolari pro-
prietà afrodisiache. Di certo si sa
che il prezzo tende sempre più a
lievitare, per l’impossibilità a
soddisfare la crescente richiesta
del mercato. Ormai è una preliba-
tezza ricercatissima nell’alta ri-
storazione e tra i gourmet.
In generale, comunque, il pano-
rama gastronomico isolano è tra i
più ricchi e variegati del Mediter-
raneo. A partire dalle diverse for-

190 191
GASTRONOMIA

Fotografie di Gianmario Marras

Nella foto sopra: un momento della raccolta del miele.


A sinistra: varietà di miele isolano. Il più famoso
e pregiato è quello di corbezzolo dal gusto un po’ amaro;
da provare anche gli altri tipi: quello di asfodelo, di rosmarino,
di cardo selvatico, di timo e di eucalipto.

me di pane, che hanno valore an- assenza di agenti inquinanti, il Contribuiscono ad esaltarne le
che religioso, ai dolci preparati clima, e ancor più la particola- caratteristiche organolettiche al-
per ogni occasione e avvenimen- rità della flora, con alcune spe- tri arbusti spontanei della mac-
to. Forme e sapori che cambiano cie uniche al mondo, sono i fat- chia isolana, come cisto, gine-
da zona a zona e da paese a pae- tori che caratterizzano questo stra, mirto, lentisco ed altre.
se. Ognuno vanta le proprie spe- miele straordinario. Il più pre- Anche il settore dei liquori è
cialità. Belvì è per esempio noto giato è quello di corbezzolo, dal da tempo interessato a queste
per le “caschettas”, il dolce della gusto un po’ amaro, ma altret- piante perché, grazie ai loro fiori
sposa, Nuoro per l’aranzada e tanto ottimi sono quello di asfo- o alle bacche, si possono ottene-
Tonara per il torrone. E si può delo, di rosmarino, di cardo sel- re particolari liquori per distilla-
dire che non ci sia festa paesana vatico, di timo e di eucalipto. zione o per infusione. Il liquore
in cui non è presente una banca- di mirto è ottenuto per infusione
rella del torrone di Tonara. Un delle bacche in acqua e alcol, con
Bacche di mirto. Il famoso liquore è
dolce ottenuto con l’antica ricet- ottenuto per infusione delle bacche in l’aggiunta di zucchero o miele
ta dei “torronai”, tramandata per acqua e alcool con zucchero o miele. come dolcificante. Ancora oggi è
generazioni da padre in figlio. prodotto in maniera arti-
Gli ingredienti sono mandorle, gianale per uso familiare,
noci, nocciole, albume d’uovo e grazie ad un’antica ricetta
miele, prodotti sulle montagne risalente alla metà dell’Ot-
del Gennargentu. Per chi vuole tocento. Le bacche si rac-
assistere alla sua preparazione, colgono dalla fine di no-
l’appuntamento ogni anno è il vembre fino a gennaio; si
lunedì dell’Angelo a Tonara. Nel può ottenere anche il tipo
grande paiolo di rame, sul fuoco “bianco” per infusione del-
mantenuto a calore moderato, le le foglie, ma è meno pre-
donne del paese versano gli in- giato. Nella tradizione iso-
gredienti, che amalgamano ri- lana viene servito alla fine
mestando continuamente fino a del pasto, un po’ fresco e
creare una massa compatta e mai ghiacciato, come dige-
omogenea. La bontà del torrone stivo in virtù delle sue par-
di Tonara deriva anche dalla ticolari proprietà. 
qualità del miele sardo. La totale Gilberto Arru

192
I RISTORANTI

Il meglio Palau

in tavola Porto Torres


Castelsardo
Olbia
Porto Cervo
Porto Rotondo

Porto
San Paolo
SASSARI
Da nord a sud, Alghero
ecco dove gustare
i piatti della Bosa NUORO

tradizione e non solo Oliena

Cúglieri
Orgosolo
Cábras

L
ORISTANO

a Sardegna è da tempo Orroli


in testa alle regioni nel- Qui a destra: la
le quali gli italiani (e cartina dell’isola in
non solo loro) sognano cui sono evidenziate
le cittadine dove San Gavino
di trascorrere le vacanze. Sole, mare si trovano i locali Monreale
e natura incontaminata sono i fattori segnalati in queste
pagine. Ovvero,
di maggiore attrazione; ma, subito ristoranti, trattorie, Portoscuso
dopo, c’è la gastronomia. I piatti alcuni wine bar
Nuxis
Villasimius
CAGLIARI
della tradizione non hanno bisogno e focaccerie. Sotto: Carloforte
L’Antica Hostaria
di grandi elaborazioni: il loro punto di Sassari, che mira Sarroch
di forza è nell’eccellenza della ma- ad alleggerire e
teria prima. Non a caso i migliori ri- attualizzare i piatti
della tradizione.
storanti sardi sono ormai quelli che
propongono, con più attenzione ri-

spetto al passato, ricette dell’antica

Gianmario Marras
tradizione isolana. O meglio, delle
antiche tradizioni isolane: dal mo-
mento che ciascuna zona si distin-
gue da quella vicina, spesso, anche
nel modo di parlare. E non parliamo
solo della catalana Alghero o della
genovese Carloforte.
I ristoranti che proponiamo qui,
cominciando con quelli di Sassari e
provincia, sono stati tutti visitati di
recente: rispetto a quelli che pro-
pongono di solito le guide gastrono-
miche troverete delle aggiunte. So-
no locali che abbiamo ritenuto in
qualche modo interessanti; prova-
teli. Qualcuno anzi non è neanche
un ristorante: è una trattoria, un wi-
ne bar e perfino una focacceria.

195
I RISTORANTI

Qualche ristorante, anche tra i più ta Denza è da anni la sacerdotessa


noti, non vi compare: un po’ per di questo tempio, un monumento
motivi di spazio, un po’ perché non che racchiude il fior fiore dei piatti
abbiamo avuto la possibilità di visi- della migliore tradizione. Dalla infi-
tarlo di recente: un motivo di curio- nita varietà di antipasti (fra i quali i
sità in più per farlo prossimamente. caprini artigianali al sesamo, le al-
ghe fritte, le cozze allo yogurt, le
Sassari soavi fritture di moscardini e gam-
Sassari: L’Antica Hostaria, via Ca- beretti grandi quanto un’unghia) e

Gianmario Marras
vour 55 (079/20.00.66), chiuso do- poi le minestre, le paste tirate a ma-
menica. C’è grande attenzione alla no, i pesci freschissimi proposti con
tradizione nella ricerca di questo ri- salsine delicate e inconsuete. Qui la
storante alle spalle di palazzo di Sopra: Da Ugo, a Castelsardo. Ricette creative che spaziano tra pesce, agnello, più nobile tradizione gastronomica
capretto, porcetto, oltre ai formaggi dell’entroterra. Una sosta d’obbligo
Giustizia, che mira ad alleggerire e per chi percorre la costa tra Stintino e Santa Teresa di Gallura. In basso: l’Hotel si coniuga con la più ghiotta fanta-
attualizzare alcuni piatti preparati Gallura di Olbia, tempio gastronomico dove gustare il fior fiore dei piatti sardi. sia pur senza arrivare a proposte
esclusivamente facendo ricorso a strampalate. L’imperativo è stupire
ingredienti freschi di stagione. Ecco fiori di zucca e gamberetti e quei ra- alle carni. Buono l’assortimento di e, soprattutto, soddisfare il cliente.
dunque le crocchettine di cous cous violi ripieni di sarago e ricciola. Un vini e dolci. Impeccabile il servizio. E Rita Denza ci riesce sempre.
e gli stuzzichini di verdure accanto locale per famiglie ma anche per i Sassari: Trattoria da Antonio, via Olbia-Pittulongu, Rossi (0789/
a una sfiziosa mousse di Ovinfort tiratardi in cerca di un simpatico lo- Arborea (079/23.42.97), chiuso do- 39.042), chiuso mercoledì, mai in
(un cremoso e meno salato Ro- cale per lo spuntino di mezzanotte. menica. Proprio dietro le Poste Cen- estate. Ti metti dietro quella grande
quefort sardo) e menta e le umili Sassari: Trattoria del Giamaranto, trali, in una stretta via della vecchia vetrata della struttura di legno simi-
zuppe di legumi al finocchietto sel- via Alghero 69 (079/27.45.98), chiu- Sassari c’è una fumosa, simpatica le a un grande chiosco e puoi gode-
vatico, le tagliate di manzo al Can- so domenica e agosto. Tutti cono- trattoria che propone esclusiva- re di un panorama mozzafiato. Ba-
nonau e una selezione di formaggi scono questo raffinato ristorante col mente menù etnici e della tradizio- sterebbe questa visione per fare
sardi, spagnoli e francesi. Buona la nome dei proprietari: Gianni e ne locale. Fave e lardo, salsicce, una capatina da queste parti. E poi,
scelta di dolci artigianali. Cantina Amedeo. Anche se ora si è aggiunto pancetta, minestre di legumi, cor- in linea con l’atmosfera marina, via
ricchissima di vini e distillati. un terzo elemento, bravissimo chef dula d’agnello con piselli, piedini alla cucina ittica. Una cucina sem-
Sassari: Il Quirinale, via Cavour 3 siciliano. Un apporto, quest’ultimo, d’agnello in gelatina, lumache in plice, senza particolari elaborazio-
(079/23.23.63), chiuso martedì (mai che conferisce una più spiccata co- verde e in umido, porcetto e agnello ni: arselle e cozze, alici e tonno fre-
d’estate). Si può mangiare anche lorazione mediterranea alla già no- arrosto e l’immancabile seada ripie- sco marinato sono ingredienti buo-
nel fresco giardino interno, in esta- tevole cucina del locale. Oltre al na di formaggio fresco, fritta e rico- ni per antipasti e primi. E con i se-
te. Che cosa? Una gustosa pizza cot- polpo in cassetta, alle favette fre- perta di miele. condi non avete che l’imbarazzo
ta nel forno a legna o una sequenza sche col pecorino, al ricco assorti- Castelsardo-Lu Bagnu: Da Ugo, dell’ampia scelta di pesci e crosta-
ragionata di piatti regionali. Piatti di mento di pesci e crostacei che pote- corso Italia 7 c (079/47.41.24), chiuso cei. La garanzia è nella qualità della
terra ma anche di mare: dai crostini te scegliere nel bancone al centro giovedì. Per i gourmet questo sim- materia prima: eccellente.
e gli spaghetti ai ricci, alla slavina di del locale, ecco tutta la ricchissima patico e inconsueto locale è il mi- Alghero: Pavone, piazza Sulis 3,4
antipasti a base di cozze, arselle, cucina di pesce della tradizione si- glior ristorante della costa che va da (079/97.95.84), chiuso domenica e
moscardini, alici impanate e fritte. ciliana. Ma l’impronta di fondo ri- Stintino a Santa Teresa di Gallura. mercoledì a pranzo. Da questo ac-
Che meraviglia quelle tagliatelle ai mane sarda: dai ravioli ogliastrini Gestione familiare, maniacale ricer- cogliente locale si domina la pas-
ca della materia prima, non solo per seggiata sul lungomare della città
Stefano Scatà

i prodotti di mare ma anche per i ca- catalana. Il menù ha il suo punto di


pretti, gli agnelli, i porcetti, le ricot- forza nella scelta accurata di mate-
te, i formaggi dei paesini dell’entro- rie prime. Ecco dunque la vasta teo-
terra. Il tutto riproposto in maniera ria d’antipasti di mare e la gustosa
creativa ma non stravagante: dalla varietà di primi (dall’immancabile
insalatina di bottarga e sedano o zuppetta di cozze e fagioli ai fusilli
carciofi alle cozze in crema di li- con sugo di ricciola e melanzane),
mone. Fino alle linguine all’arago- prima di passare ai freschissimi pe-
sta e i succulenti secondi. Cortese sci e crostacei della Riviera del Co-
il servizio, ricca la cantina. rallo. Corretto e cortese il servizio,
Olbia: Hotel Gallura, corso Um- cantina ricca d’etichette regionali.
berto 145 (0789/24.648), chiuso lu- Alghero: Al Tuguri, via Maiorca
nedì. Benvenuti nel tempio della 113 (079/97.67.72), chiuso domeni-
gastronomia sarda. La patronne Ri- ca. Si fanno continue scoperte in

196 197
I RISTORANTI

questo ristorantino tra il centro sto- in guazzetto e i pesci al sale, che


rico e la passeggiata a mare. C’è bontà quelle aragoste. Buono il ser-
quasi un tocco giapponese nei filet- vizio, discreta la cantina.
ti di pesce marinati, le tartine alla Porto Cervo: Hotel Pitrizza, loca-
mousse di sedano, le linguine con lità Pitrizza (0789/93.01.11), chiuso
cozze e piselli, le creme di scampi o da ottobre ad aprile. Se la Costa

Fotografie di Stefano Scattà


i trionfi di crostacei. In questo locale Smeralda è un luogo esclusivo,
(trenta coperti su tre piani) sono questo ristorante può vantarsi di es-
aboliti i fritti, i metodi di cottura pe- serne il fiore all’occhiello. Raramen-
santi e le carte di credito. Difficile te capita di vedere tanta professio-
trovare posto se non si prenota. nalità e raffinatezza, a partire dalla
Alghero: focacceria Il Milese, via mise en place. Difficile la scelta alla chiuso domenica sera e lunedì. ni di agnello e porcetto ai cosciotti
Garibaldi 5 (079/95.24.19). Anche se carta: dalle terrine di fegato d’oca Confusi nei tavoli, accanto a sempli- di vitella cotti a riverbero nel fuoco
questo è forse il luogo più celebre all’agnello al timo e ricotta affumi- ci turisti spesso siedono personaggi a legna, per finire con gli immanca-
in città per gli snack, molte guide cata, dai malloreddus con crema di famosi dell’industria e dello spetta- bili dolci sardi, seadas in testa.
pecorino e salsiccia alle trenette di colo. Giovannino Romano ha creato Ora il sud dell’isola, comincian-
semola ai frutti di mare e bottarga. un ambiente molto raffinato nel do dal capoluogo.
Più che un pranzo sembra uno quale riesce a prendere tutti per la
spettacolo da sogno. Un sogno da gola grazie al perfetto mix veneto- Cagliari
innaffiare con grandissimi vini e da sardo che è riuscito a creare in cuci- Cagliari: Il Corsaro, corso Regina
consacrare con un conto adeguato. na: scampi in saor accanto ai subli- Margherita 28 (070/66.43.18), chiu-
Palau: La Gritta, località Porto Fa- mi ravioli di rana pescatrice con una so domenica e una settimana in
ro (0789/70.80.45), chiuso da ottobre purea di cipolle di Tropea, piatti agosto. Da anni è uno dei punti di
a marzo e il mercoledì. D’estate, se della tradizione gallurese e trancio riferimento della ristorazione sarda,
riuscirete a distogliere lo sguardo di spigola alle melanzane. Grande una roccaforte gastronomica che ha
dall’incantevole scenario dell’arci- scelta di dolci e vini. sempre coniugato l’innovazione
pelago della Maddalena, guardate- Porto Torres: Li Lioni, strada Porto con una rigorosa scelta delle mate-
Gianmario Marras

vi intorno. Questo è uno dei luoghi Torres-Sassari (079/50.22.86), chiuso rie prime, senza mai perdere di vi-
nei quali i perso- sta la tradizione.
naggi che frequen- In ampie sale ele-
tano la Costa Sme- ganti e con un ser-
È il freschissimo pesce della
Riviera del Corallo quello che si gusta ralda amano rifu- vizio sempre im-
all’accogliente Pavone di Alghero. giarsi. Ad accre- peccabile ecco una
scere il potere di serie di proposte
gastronomiche blasonate non lo ci- richiamo del posto che sono regolar-
tano. Eppure è qui che d’inverno e è la cucina dei fra- mente imitate da
d’estate vengono centinaia di per- telli D’Amore: pe- molti, raramente
sone (soprattutto del luogo) quando sci o carni non c’è eguagliate nel ri-
vogliono consumare uno spuntino che l’imbarazzo sultato finale: dal-
veloce, o desiderano qualcosa di della scelta. Tutto, le anguille al peco-
buono da portare in barca o in qui, è accurata- rino fresco, agli
spiaggia. Spuntino veloce, sì ma mente selezionato sformati di crosta-
senza rinunciare al gusto. Il segreto con una precisione cei e verdure, alla
è una focaccia ripiena di ogni ben- maniacale dagli classica fregula
diddio: tonno, uova, pomodori, ru- antipasti ai des- In alto: lo staff della Gritta di Palau, che si apre sull’incantevole arcipelago con pesce cappo-
della Maddalena. È uno del ristoranti preferiti dai vip che frequentano
cola, fontina e una salsa segreta che sert, dai vini ai di- la Costa Smeralda. Qui sopra: Il Corsaro di Cagliari; nelle sue eleganti sale, ne e anguilline, al-
ne fa uno spuntino da re. stillati. Prendete all’insegna di un servizio impeccabile, si gustano piatti sardi inimitabili. le sontuose arago-
Loiri-Porto San Paolo: Cala Junco, pure l’insalatina di ste, all’insuperabi-
via Nenni 8 (0789/40.260), chiuso calamari e gamberi, i ravioli alle er- mercoledì. Un’oasi di verde ospita le porcellino da latte arrosto.
martedì. A due passi dal piccolo be di campo e le costolette d’agnel- questo ristorante basato sulla cuci- Cagliari: Flora, via Sassari 45
porto utilizzato da chi voglia andare lo all’aceto, ma non fate l’errore di na tradizionale sarda rigorosamente (070/66.47.35), chiuso domenica.
all’isola di Tavolata, ecco, di fronte non assaggiare la millefoglie alle di terra: ricotte e salumi da sogno, Immaginate la calda atmosfera del-
al campo sportivo, un luogo delizio- due creme. Non ve lo perdonereste. minestre povere e ravioli di patate, le antiche trattorie unita all’elegan-
so dove degustare pesce ma anche Porto Rotondo: Da Giovannino, pecorino fresco e menta e carni arro- za di un moderno ristorante. Qui
carne. Che meraviglia le seppioline piazza Quadrata, (0789/ 35.280), sto o in tegame. Dalle classiche car- tutto è buono a cominciare dal pane

198 199
I RISTORANTI

e continuando con le polpettine, le fascino dell’isola di Tabarka da


fave e lardo, i fritti di pesce, gli spa- dove proviene la comunità car-
ghetti alla bottarga o alle cozze, le lofortina. Si sente nell’uso del
zuppe di verdure o di legumi, per pesto oltre che nel modo di
finire con gli introvabili piatti di car- parlare. Ma si sente anche, e
ne della migliore cucina barbaricina. molto, che siamo in una zona
Cagliari: Rex bibendi, corso Vitto- che ha fatto della pesca del ton-
rio Emanuele 182 (070/65.69.14), no la propria economia. Ecco
chiuso sabato a pranzo e domenica. dunque i casulli con ragù e pe-
Da qualche mese in un’antica casa è Fotografie di Antonio Saba sto ma anche piatti di tonno in
in funzione questo wine bar che si è mille varianti. Buona la cantina.
imposto all’attenzione dei gourmet Carloforte: Nicolò, via Dante 46,
per la qualità dei piatti semplici e (0781/85.40.48), chiuso lunedì.
per il tono informale e simpatico del Si fa presto a dire tonno. Prova-
locale. Vini al bicchiere scelti tra un Piatti della cucina casalinga serviti te a vedere, in questo ristorante, in
centinaio di etichette accompagna- direttamente sul marmo dei tavoli al quanti modi si può coniugare que-
Lillicu di Cagliari, frequentatissimo
no tagliatelle al radicchio, ai funghi anche dai turisti in visita al capoluogo. sta parola: tranci di tonno sott’olio,
o ai carciofi, risotti ai gamberi, insalata di tonno, tonno con pomo-
spezzatino con patate, ossobuco, fi- zo e la domenica. Se non sapete ri- doro, cipolle e gallette sbriciolate,
letto di manzo. Ma il menù cambia nunciare ai primi piatti questo po- macarruni pasticciati con pesto,
di giorno in giorno secondo le offer- sto non fa per voi. Un cartello all’in- gamberi e tonno, tonno alla brace in
te del mercato e della stagionalità. gresso del locale avverte “Non cuci- salamoia. Ma vedrete anche quanta
Buoni i dessert della pasticceria niamo pasta”. Da sempre, da quan- fantasia ci sia nei modi di interpre-
Piemontese. do esiste questa trattoria, la musica tare la cucina tabarchina da parte
Cagliari: Lillicu, via Sardegna 78, è sempre la stessa, per la gioia dei dell’estroso chef di questo acco-
(070/65.29.70), chiuso la domenica. tanti ammiratori che qui vengono gliente locale: dalle troffie al sugo di
Questo è il locale forse più noto per per mangiare a prezzi modici otti- cernia e zafferano alle imponenti
i forestieri che vengono a Cagliari. me insalate di polpo, zuppette di grigliate di pesce. Buoni i dessert.
Trattoria amatissima, però, anche cozze, frutti di mare, burrida di gat- Nuxis: Letizia, via San Pietro 14
dai cagliaritani che vogliono una cu- tuccio e arselle in cento modi. E poi (0781/95.70.21), chiuso martedì. Se
cina casalinga, senza troppi fronzo- saraghi, spigole arrosto o al sale, siete sulla strada che dal Sulcis por-
li. Se la parte del leone la fanno i sontuose fritture ma anche crostacei ta a Cagliari, fate pure una sosta in
piatti di mare (qui non potrebbe es- e quanto offre il ricco mercato del questo minuscolo paese. Fatevi in-
sere diversamente: siamo, infatti, giorno. Cortese il servizio. dicare dal primo passante questo
nel quartiere “Marina”), c’è un’am- Carloforte, isola di San Pietro, grazioso locale dove troneggia un
pia scelta di piatti di terra. Il tutto da Dau Bobba, località Segni bel forno a legna per le pizze.
mangiare sui tavoli di marmo, sen- (0781/85.40.37), chiuso martedì e 1° Questo è il trionfo per chi cerca di
za tovaglia. febbraio-31 marzo. Si sentono, ecco- coniugare la cucina vegetariana con
Cagliari: Balena, via Santa Gilla me, le antiche radici genovesi di i cibi etnici: dalle frittelline di borra-
(070/28.84.15), chiuso sabato a pran- questa cucina che ha subìto anche il gine ai ravioli di ricotta e ortiche,

A sinistra: Da Niccolò, a Carloforte. Sotto: La Ghinghetta di Portoscuso. Entrambi in


provincia di Cagliari, si trovano, il primo nel “capoluogo” dell’isola di San Pietro
(e propone dunque i piatti della cucina tabarchina); il secondo nell’omonima baia,
proprio di fronte all’isola di San Pietro: dispone di pochissimi, preziosi coperti.
Clementina Frigo
Omnia labrpor est claqudicpa

200 201
I RISTORANTI I RISTORANTI

dall’insalatina di erbe spon- anche se il punto forte del locale è la l’olio d’oliva, Acca propone raffinati
tanee alle grigliate di fun- linea di mare. Puntate dritti, se vo- piatti a base di pesce freschissimo
ghi fino alle deliziose pro- lete, sui primi piatti: malfatti di ri- in goloso abbinamento con funghi,
poste dei piatti semplici cotta e spinaci aromatizzati allo zaf- tra cui ovoli, e carciofi. Il tutto pre-
della tradizione. ferano e alla maggiorana, i classici sentato con impeccabile coreogra-
Portoscuso: La Ghinghet- malloreddus alla campidanese o fia. Uno spettacolo per gli occhi,
Gianmario Marras
ta, località Sa Caletta, via l’ottima fregula con arselle. Buona una festa per il palato.
Cavour 26, (0781/50.81.43), la scelta dei pesci freschi (da cuci- Oristano: Cocco & Dessì, via Tirso
chiuso domenica, e da no- nare in mille modi) e dei gambero- 31 (0783/30.07.20), chiuso domenica
vembre ad aprile. Secondo ni. Leggeri i fritti misti. Discreta la sera e lunedì. Che fascino questo ri-
le guide gastronomiche si tratta del Panada di anguille, patate e zafferano scelta dei dessert. storante che sorge al pianterreno di
locale al S’Apposentu di San Gavino
miglior ristorante della Sardegna. Monreale, che è in provincia di Cagliari.
Eccoci ora a Oristano e provincia. uno storico albergo (ormai chiuso)
Merito del luogo assolutamente in- in centro città. Elegante l’apparec-
cantevole in cui sorge, ma soprat- Oristano chiatura dei tavoli, raffinata la linea
tutto dell’originalissima fantasia e pecorino con la composta di pomo- Cabras: Sa Funtà, via Garibaldi 20 di cucina che alleggerisce con crea-
maestria degli chef. E così chi assag- dori verdi o al semifreddo alle man- (0789/29.06.85), chiuso domenica. tività piatti della tradizione o la rie-

Nevio Doz
gia la scaloppa di tonno e foie gras dorle con zafferano e salsa di cioc- Parla di laguna e del territorio circo- labora con grazia e formidabile fan-
all’aceto balsamico, i medaglioni di colata pepata? stante la cucina del patron Gigi tasia. Delicatissime carni dei pesci
aragosta e spigola al limoncello, la Sarroch: Il Pescatore, località Bal- Ledda: muggini, bottarghe, paté di del golfo di Oristano sposano leg- Qui sopra: lo staff del Su Gologone di miti veri o falsi sul Supramonte e
fregula di brodo di crostacei e il loi, strada Pedemontana (070/ pesce con finocchietto selvatico e geri tortini di verdure, impalpabili Oliena (Nuoro) in uno scherzoso Orgosolo! Andate al sodo: provate
girotondo attorno a forme di pecorino.
guazzetto di crostacei e coquillages, 90.03.31) solo su prenotazione. Il brodi di pesce e fregala con arselle. fritti gettano un ponte ideale tra la Il ristorante, famosissimo, è in posizione
la cucina barbaricina. Vedrete che
fa di tutto per ritornare a occupare menù è basato su quanto di buono e Ma anche lasagneddas ai frutti di Sardegna e l’Oriente, mentre formi- incantevole. Sotto: al Borgo Sant’Ignazio in fatto di profumi e sapori qui la
uno dei pochissimi tavoli. di fresco è riuscito a trovare il pa- mare e le mille riscoperte della cuci- dabili formaggi caprini strizzano di Bosa si gusta la tradizione più genuina. musica è davvero diversa. A partire
San Gavino Monreale: S’Appo- tron quando, la mattina, ha fatto la na povera degli antichi pescatori. In l’occhio ai migliori assiette de froma- dai salumi e dai sott’oli, tutte
sentu, via Roma 15 (070/93.38.848), spesa. Non fatevi prendere da ten- primo luogo il pisci affumau (mug- ge d’Oltralpe. Servizio cordiale e cose fatte in casa. E le papille
chiuso domenica sera e lunedì. Si tazioni strane, fatevi guidare alla gine di stagno affumicato secondo professionale, cantina ricca di buo- ve lo confermano. L’aria da
tratta di sicuro del più originale e scoperta di antiche ricette di mare e un antico rituale). O la “merka”, ne etichette regionali. queste parti è frizzante: fatevi
creativo ristorante sardo tra quelli creative ricette appena nate. Che una ricetta fenicia tramandata sino Infine, la provincia di Nuoro. tentare da un buon bicchiere
sorti negli ultimi anni nell’isola. Fa- squisitezza, però la mousse di pe- ai giorni nostri che Ledda interpreta di Cannonau da sposare ai
tevi tentare da una panadina con sce piccante, i ravioli neri al profu- in maniera memorabile. Buoni i dol- Nuoro sontuosi primi dal sapore ge-
anguilline spellate e patate al deli- mo di cedrina e i pesci in salamoia ci, affettuoso e corretto il servizio. Orroli: Omu Axiu, via Roma 40, nuino: maharrones urriaos, ra-
cato profumo dello zafferano di San all’arancia. Buona la scelta di dolci, Cuglieri: La Meridiana, via Litto- (0782/84.50.23), fino a giugno aper- violi di ricotta e bietole di cam-
Gavino. E poi ecco la crema di fave cantina un po’ limitata. rio (0785/39.400), chiuso lunedì e to venerdì, sabato, domenica o su po o altri primi locali. Poi pun-
con polpi, il baccalà con cipolle dol- Villasimius: Il Giardino, via Bru- martedì. Per molti chef la cucina è prenotazione, d’estate sempre tate dritti agli arrosti: agnelli,
ci al profumo di alloro, e il salame di nelleschi 4 (070/79.14.41), chiuso solo un lavoro, per Enrico Acca è aperto. È un ristorante, ma anche porcetti e l’insuperabile ca-
coda di bue con insalatina di pomo- giovedì. D’estate si può mangiare una passione divorante fatta di ri- una casa museo della tradizione ru- pretto al profumo di erbe di
dori e crescione. E chi resisterà alle anche all’aperto. Ma le sale interne cerca ma anche di rispetto della tra- rale sarda, dove, nei locali attigui al- montagna o la delicata carne
lasagnette di castagne con crema di sono linde, luminose e arredate con dizione. In questo paesino di collina la sala da pranzo, corredi ricamati, di vitella al miele, prima di un
cicerchie e ricotta affumicata o al garbo. In menù una linea di terra, famoso per l’eccellente qualità del- attrezzi agricoli e donne impegnate buon dolce casalingo.
nella lavorazione del pane aiutano Bosa: Borgo Sant’Ignazio, via
Nevio Doz

a recuperare un’atmosfera ottocen- Sant’Ignazio 33 (0785/37.46.62),

Gianmario Marras
tesca. A tavola i piatti ispirati alla chiuso martedì. Tra Alghero e
cultura contadina e pastorale culmi- Oristano, Bosa è meta di turisti
nano nel cinghiale in agrodolce e che non amano le località so-
nella pecora in cappotto. vraffollate e vogliono riscopri-
Oliena: Su Gologone, località Su la grande tradizione si alternano re i piatti della tradizione sarda più
Gologone (0784/28.75.12), chiuso agli irresistibili nuovi sfizi. I porcet- genuina. In questo accogliente loca-
da novembre a Natale e dall’Epifa- ti, gli agnelli, i capretti cotti lenta- le non perdete S’azzada (razza in
nia a marzo. Venire in Sardegna e mente a riverbero nei grandi camini salsa d’aglio) o i ravioli di ricotta e
non andare a mangiare qui è come sono uno spettacolo per la vista e melanzane al ghisadu, l’antica salsa
Roberto Patti

andare a Roma e non vedere il Co- per il palato. Grande scelta di primi, d’origine spagnola a base di maiale,
losseo. Non solo per la bellezza del formaggi e dolci casalinghi. pecora o vitello, le stupende arago-
Sopra: Il Pescatore, che si trova sulla strada Pedemontana, a Sarroch (Cagliari). È aperto posto, ma anche perché rappresen- Orgosolo: Monti del Gennargentu, ste e le immancabili seadas. Buono
solo su prenotazione, e il suo menù si basa su quanto di buono e fresco riesce a trovare il
proprietario sul mercato. A destra: Gigi Ledda, patron del ristorante Sa Funtà di ta un monumento alla migliore cu- località Settiles-Montes (0784/ il servizio, discreta la cantina.
Cabras, con la “merka”, antica ricetta fenicia che Gigi Ledda sa mirabilmente interpretare. cina sarda del territorio. I piatti del- 40.23.74). Quante pagine e quanti Pasquale Porcu

202 203
GLI ALBERGHI

Una stanza La Maddalena


Porto Cervo

al sole Isola Rossa

SASSARI
Olbia
Porto Rotondo

San Teodoro

In riva al mare Alghero

o nel verde, NUORO


Orosei

l’ospitalità sarda Dorgali Cala


Gonone
è d’eccellenza Fonni

Tortolì
ORISTANO Aritzo
Arbatax

Barisardo

T ra i tanti cambia-
menti che la Sarde-
gna ha vissuto negli
ultimi decenni della
sua storia va annoverato quello
alberghiero. Che ebbe una svolta
importantissima negli anni Ses-
Nella cartina: le
località dove si
trovano gli
alberghi segnalati
in queste pagine.
Come si può
vedere, la rete
alberghiera sarda
è ricca di ottimi
indirizzi lungo le
Carloforte
Villanovaforru

CAGLIARI

Pula
Villasimius

santa con l’insediamento turisti- coste ma anche Santa Margherita


co pensato alla grande dall’Aga nell’interno.
Qui sotto: l’hotel Domus de Maria
Khan Karim, il quale lanciò in Is Molas, paradiso
grande stile un tratto di costa del dei golfisti.

nord-est dell’isola sino ad allora


popolata quasi esclusivamente
da greggi, trasformandola in uno
dei poli residenzial-vacanzieri
più esclusivi del mondo. Sorsero
alberghi da sogno progettati da
architetti di grido e dall’oggi al
domani nacquero interi paesi
clonati su stili mediterranei
amalgamati in remake di cui gli
esteti dissero tutto il bene e tutto
il male possibile.
In realtà il risultato finale rien-
tra nei canoni accettabili del gu-
sto. Gli alberghi del Consorzio
della Costa Smeralda divennero
il modello sul quale, trainati dal
successo dell’iniziativa di Karim,
cominciarono a moltiplicarsi gli ho-

205
GLI ALBERGHI

un bel paese-salotto vicino alla


Antonio Saba

zona nuragica di Barumini e alla


Giara di Gesturi. Tariffe per la ca-
mera doppia: 100 euro circa.
Grand Hotel Chia Laguna, quat-
tro stelle, località Chia Domus de
Maria, 070/9.23.91. Di fronte c’è
un mare blu e un meraviglioso al-
ternarsi di dune e spiagge. Il
complesso è grande e decisamen-
A sinistra: veduta dell’hotel Flamingo,
sulla costa sud di Santa Margherita di
Pula. Sopra: scorcio del green a 18 buche

Gianmario Marras
di Is Molas, l’albergo per golfisti nei
pressi di Pula, con pro-shop, spiaggia
riservata, grandi piscine e un ottimo
beauty centre. In basso: il Baia di Nora,
che confina con l’area archeologica.

tel di tutta la Sardegna ma, so- 18 buche e un altro a 7: ma non so- torno a una villa fin de siècle e al
prattutto, delle coste, tanto orien- lo per loro. Un minibus collega al- suo cortile rurale, è sorto questo
tale quanto occidentale. Lenta- la spiaggia privata dell’hotel, do- piacevole agriturismo: dodici
mente poi, anche all’interno, do- tato di beauty farm, piscina, due stanze immerse nel silenzio del-
ve il settore dell’ospitalità era ristoranti. Aperto tutto l’anno. la campagna e una scuderia di
praticamente inesistente, si crea- Mezza pensione a persona da 122 cavalli per chi ama l’equitazione.
rono approdi per i turisti. Oggi la a 148 euro, incluso il green-fee. Cucina locale e pizze croccanti.
rete alberghiera sarda è ottima e ca- Hotel Stella Maris, quattro stelle, Camera con prima colazione da
pillare, con punti d’eccellenza, ma località Campolongu, Villasimius, 82 a 110 euro a persona.
anche con diversi esercizi alla 070/79.71.00. Sul- Hotel Baia di Nora, quattro stelle,
portata di tutti dove trovare una la spiaggia località Su Gunventeddu, Pula,
buona accoglienza e, soprattutto, candida, 50 070/9.24.55.51. Le stanze sono si-
situati in contesti paesaggistici stanze tutte stemate in palazzine attorniate da
splendidi. con balcone un bel giardino. Piscina con ban-
sul mare, pic- cone-bar al centro, spiaggia e una
Cagliari cola beauty farm vista impagabile sul sito archeolo-
Hotel Caesar’s, quattro stelle, via e giardino. Il ristorante gourmet gico di Nora. La mezza pensione
Darwin 2/4, 070/34.07.50. In Ca- prepara anche menù personalizza- va da 124 a 176 euro a persona.
gliari città, con il privilegio di es- ti. Per la mezza pensione si va da I Lecci, quattro stelle, Villano-
sere a due passi dalla spiaggia del 108 a 180 euro a persona. vaforru, 070/9.30.01.23. Appena
Poetto. Modernissimo, confortevo- Agriturismo I Giardini d’Alice, inaugurato, un albergo di tono ru-
La spettacolare piscina del Chia
le, immerso nella natura e nel si- località Baustella, Pula, statale195 stico e di calorosa ospitalità, con Laguna, uno degli alberghi top della
lenzio. Per dormire, con la prima chilometro 28, 070/9.20.91.04. At- cucina saporita di tradizione. In costa meridionale, aperto su
colazione, si spendono 145 euro. una bellissima spiaggia di sabbia.
Hotel Flamingo, quattro stelle,
Roberto Patti

Santa Margherita di Pula, statale te confortevole: centro benessere,


195 chilometro 33,800, 070/ palestra, tre piscine, navette per
9.20.83.61. Centotrentaquattro ca- la spiaggia privata, servizio baby
mere ma non le dimostra, proteso sitter, possibilità di praticare mol-
com’è verso il mare. Splendide la ti sport. Tariffe da 84 a 180 euro
piscina e la pineta privata; possi- per la mezza pensione a persona.
bilità di praticare vela, sub e surf. Hotel Hieracon, tre stelle, Car-
La mezza pensione, a persona, co- loforte, isola di San Pietro, corso
sta da 62 a 127 euro. Cavour 63, 0781/85.40.28. In una
Hotel Is Molas, quattro stelle, lo- elegante palazzina liberty, ha stan-
calità Is Molas (070/9.24.10.06). ze e miniappartamenti tranquilli
Un paradiso per i golfisti, che che guardano il lungomare, e sono
hanno a disposizione un campo a arredati con freschi mobili in

206
GLI ALBERGHI

A sinistra: l’hotel Simius


Playa, sulla costa a est di
Cagliari. Si tratta di una
zona ideale per
immersioni sub ed
escursioni in barca.
Qui a destra e nella foto
in basso a destra: La Bitta
di Porto Frailis,
presso Arbatax, con il suo
fresco giardino, e come
appare dal mare. Sotto: il
Cala Caterina, di
Villasimius, prospiciente
la scogliera e le
spiaggette. L´albergo

Antonio Saba
dispone di 48 camere
dall´arredo raffinato.

di buganvillee e ciuffi di gerani.


La gestione è attenta e cordiale,
la cucina godibilissima sia per il
pesce sia per le carni cucinate se-
condo le ricette dell’Ogliastra. Ci
sono il campo da tennis, le bici e
i cavalli per esplorare l’interno
che si stempera verso il Gennar-
gentu. Mezza pensione da 88 a
115 euro a persona.
Hotel La Bitta, quattro stelle, Ar-
batax, localitá Porto Frailis, 0782/
66.70.80. I metri che separano l’al-
bergo dall’ultima onda sono dieci,
non uno di più. Elegante e fresco,
ha arredi dai colori tenui e ripo-
santi, e si mangia sotto un porti-
cato proteso sul mare. La piscina
bambù. Si cena bene nell’annesso so nel verde e nei fiori, l’hotel of- è in mezzo al prato e alle macchie
ristorante che cucina il pesce fre- fre menù piacevolmente vari, e la di oleandri. Mezza pensione da 65
schissimo pescato sul posto. Aper- sera piano-bar. Da 80 a 210 euro a 172 euro a persona.
to tutto l’anno. Tariffe: da 57 a 73 per la mezza pensione a persona. Hotel Villaggio Saraceno, tre stel-
euro la mezza pensione a persona. le, Arbatax, località San Gemilia-
Hotel Simius Playa, quattro stelle, Nuoro no, 0782/66.73.18. Il mare davanti
Villasimius, via del Mare, 070/ Hotel Due Lune, quattro stelle, è un eden per i sub; nel villaggio
79.15.71. Un giardino di palme che San Teodoro, località Puntaldìa, c’è una piscina vicina alla bella
finiscono sulla spiaggia ad ombrel- 0784/86.40.75. Alle spalle il monte spiaggia, i tennisti dispongono di
loni blu, la piscina circondata da Nieddu, davanti il mare della pe-
fiori e banani, il mare di cristallo, nisola di Puntaldìa che s’interrom-
un servizio inappuntabile. Tariffe pe per lasciare posto al profilo del-
da 100 a 170 euro la mezza pensio- l’isola Tavolara. Raffinato e curato
ne a persona. in ogni dettaglio, l’albergo è all’in-
Hotel Cala Caterina, quattro stelle, segna dello sport: sci nautico, ten-
Villasimius, via Lago Maggiore, nis, windsurf e golf. Mezza pen-
070/79.74.10. Un hotel elegante, di sione da 129 a 255 euro a persona.
ottimo comfort, con 48 camere da- Hotel La Torre, quattro stelle,
gli arredi raffinati; spiaggia attrez- Barisardo, località Torre di Barì,
zata da dove partire per escursioni 0782/2.80.30. A due minuti di
alle isolette dei Serpentari o alle cammino da un mare fantastico,
calette solitarie della zona. Immer- l’hotel di 40 stanze ha pergolati

208 209
GLI ALBERGHI GLI ALBERGHI

idromassaggio, il tiro con l’arco e Smeralda. Mezza pensione da 139


il campo da tennis. Mezza pensio- a 428 euro a persona.
ne da 55 a 122 euro a persona. Hotel Capriccioli, tre stelle, Por-
Hotel Arbatasar, quattro stelle, Ar- to Cervo, località Capriccioli,
batax, via Porto Frailis, 0782/ 0789/ 9.60.04. Delizioso albergo
65.18.00. Nuovissimo e piacevole, sul mare, in un angolo incantevo-
in mezzo al verde e a cento metri le vicino al Pevero Golf Club; ri-
Sopra: la terrazza dell’accogliente
hotel Cualbu di Fonni, nel cuore
dal mare e dalle famose rocce rosse storante collaudato e varie atti-
della Barbagia. A sinistra: il di Arbatax. Molto bella la piscina, e vità. Da 70 a 143 euro la mezza
Villaggio Saraceno, sulla spiaggia cucina d’alto livello. Mezza pen- pensione a persona.
di San Gemiliano, una delle più
belle dell’Ogliastra, lontana sione da 67 a 103 euro a persona. Hotel Club Torreruja, quattro stel-

Gianmario Marras
dall’affollamento estivo. In basso: le, Isola Rossa, 0789/70.21.08. Situa-
l’hotel Sa Muvara di Aritzo, nella Sassari to tra l’incantevole spiaggia Longa
Barbagia di Belvì, che organizza
trekking, canoa, bagni e pesca sui Hotel Cala di Volpe, cinque stelle, e il porticciolo, ha solo due anni di
laghi, oltre a visite archeologiche Porto Cervo, 0789/97.61.11. È uno vita, con un tocco di classe nell’ar-
agli importanti reperti della zona. La spiaggia e la scogliera che si aprono davanti all’hotel Sporting, uno dei
degli alberghi ormai entrati nel mi- più esclusivi di Porto Rotondo, arredato con semplice raffinatezza. redo e nel servizio. Mezza pensio-
to, tra i top del Mediterraneo. Co-
due campi, per tutti il relax è assi- gali, via Lamarmora, 0784/ struito nel 1963 dall’architetto Jac-
curato. Una settimana in pensio- 9.65.09. Un ambiente simpatico, ques Couelle, è il massimo, anche
ne completa costa da 365 a 910 eu- in un boschetto di querce all’in- in fatto di tariffe. Da 220 euro per UNA VACANZA FORTISSIMA
ro a persona. gresso della bella cittadina di camera e prima colazione a 825 eu-
Albergo Cualbu, tre stelle, Fon-
ni, viale del Lavoro 19, 0784/
5.70.54. All’interno della Barba-
Dorgali, a baricentro tra il Supra-
monte e il mare. Mezza pensione
da 57 a 68 euro a persona.
ro la pensione completa a persona.
Hotel Sporting, cinque stelle,
Porto Rotondo, 0789/3.40.05. L’al-
C hiamarlo villaggio è riduttivo,
meglio resort: sono ben sette
le strutture alberghiere che lo com-
e macchia mediterranea perfetta-
mente domata. Il Centro Benessere,
all’interno delle Thermae del Parco
gia non sono numerosi gli alber- Hotel Cala Ginepro, quattro stel- bergo è composto da villette si- pongono, immerse in una vastissi- (bellissimo il percorso tra le vasche
ghi affidabili, fa eccezione il le, Orosei, località Cala Ginepro, tuate tra il porticciolo, la piscina e ma area che conta giardini mediter- a temperature e salinità diverse), è
Cualbu, che è una scelta-certez- 0784/9.10.47. Confortevole ed ele- la spiaggia. Un vero incanto, in ranei e tropicali. Il mare del golfo di all’avanguardia in fatto di talasso-
za, con camere fornite anche di gante, con un tocco moresco nel- una posizione incredibile. Ele- Santa Margherita di Pula, poi, lo terapia abbinata a cure estetiche. I
idromassaggio e sauna. Il suo ri- l’architettura. L’albergo punta gante senza esagerare, è sicura- chiude con le sue acque turchesi. Al bambini ricevono mille attenzioni e
storante, Su Barracu, è uno dei molto sulle attività sportive: ha mente uno dei migliori della zona Forte Village si alloggia in diversi molti intrattenimenti. I ristoranti
migliori dell’area. Mezza pensio- una piscina attrezzata con angolo che gravita intorno alla Costa alberghi a quattro e cinque stelle, sono ventuno, per tutti i gusti, e di
ne a 62 euro a persona. oppure in bungalows oppure in ca- livello ottimo. Gli sport: se ne può
Hotel Sa Muvara, tre stelle, Arit- mere di palazzine mimetizzate nel praticare un’infinità, di terra e di
zo, località Funtana Rubia, 0784/ folto della vegetazione. Le piscine mare. Le tariffe in sintesi: da 170 a
62.93.36. In mezzo a un bosco di costellano il resort, distribuito su 25 360 euro al giorno a persona per la
sugheri e lecci, da qui si può co- ettari di boschetti di oleandri, palme mezza pensione.
noscere il cuore montano della
Sardegna, con escursioni a piedi,
a cavallo e in fuoristrada, bagni
e canoa sui laghetti e i torrenti,
gite ai nuraghi e alle domus de
janas della regione. La cucina
del territorio proposta dal risto-
rante dell’albergo è saporita e
genuina. La mezza pensione va
da 73 a 83 euro a persona.
Hotel L’Oasi, tre stelle, Cala Go-
Fotografie di Mauro Galligani

none, via Garcia Lorca, 0784/


9.31.11. A picco sul mare, con at-
torno un bel giardino, ha 32 came-
re confortevoli e una terrazza stu-
penda sulle scogliere e le spiagge
Nelle due foto qui sopra: una delle piscine e il percorso delle vasche termali del Forte Village, caposaldo dell’ospitalità sarda.
tutt’attorno. Mezza pensione da Il complesso si affaccia sulla baia di Santa Margherita di Pula (Cagliari) lungo la costa sud - occidentale.
42 a 61 euro a persona. Telefono 070/9.21.71; sito internet: www.fortevillageresort.com; indirizzo email: Forte.Village@forte-hotels.com
Hotel Il Querceto, tre stelle, Dor-

210 211
GLI ALBERGHI

villette che possono ospitare da


due a sei persone, situate in una
zona esclusiva. Si organizzano gite
in barca e in gommone, escursioni
all’interno; campi da tennis, tre pi-
scine. I cani sono benvenuti. Una
settimana da 340 euro per due per-
sone a 2.200 euro per sei posti letto.
Bed & Breakfast
La Sardegna Bed & Breakfast Re-
servation trasferisce sull’isola la
tradizionale forma di accoglienza
anglosassone. L’organizzazione ha
selezionato opportunità d’alloggio
su tutto il territorio, garantendone
l’efficienza e lo standard qualitati-
Sopra: la spiaggia di Pittolongu, tra Olbia e Golfo Aranci, su cui prospetta il Pellicano
d’Oro. Piccola struttura, ideale per una vacanza riposante, l’albergo dispone
vo. Un soggiorno in queste case
di trenta camere arredate in stile sardo. In basso: il Bed & Breakfast Sa Corti, a Serri aperte agli ospiti consente al turista
(Nuoro), esempio di un nuovo tipo di ospitalità che va affermandosi in Sardegna. di approfondire gli stili di vita e la
gastronomia più autentici. Le tarif-
ne da 70 a 141 euro a persona. Oristano fe sono sempre più che ragionevo-
Hotel Villa Las Tronas, quattro Hotel Mistral Due, quattro stelle, li. Per informazioni: 070/4.52.00.11.
stelle, Alghero, lungomare Valen- Oristano, via XX Settembre, 078/ Appartamenti e ville
cia 1, 079/98.18.18. È una villa dai 3.21.03.89. Un albergo classico e A Tortolì, Time in Sardinia,
muri gialli, alta sul promontorio confortevole di città. Piscina, gara- 0782/62.66.88, seleziona apparta-
proteso in mare, vicino al centro ge e camere non fumatori. Mezza menti e ville sulla costa dell’Oglia-
cittadino. Belle le camere, alcune pensione da 43 euro a persona. stra, con molte proposte sia sul ma-
con letto a baldacchino, smaglian- re sia nell’immediato entroterra.
ti i saloni dall’intenso passato Altre forme di ospitalità Inoltre, varie possibilità di gite in
mondano, piacevole il giardino. Residence barca e ai siti archeologici. Tariffe:
Da 120 a 151,50 euro per la mezza Ottimo esempio di questa formula da 190 euro a settimana per uno
pensione a persona. è la Residenza Capriccioli, Porto studio a due letti, a 400 euro per
Hotel Cala Lunga, quattro stelle, Cervo, località Capriccioli, 0789/ una villa a sei posti; www timein-
isola della Maddalena, Porto 9.60.16. Offre 34 tra monolocali e sardinia.com 
Massimo, 0789/73.40.42. Ha una Auretta Monesi
baia tutta per sé, circondata da
Nevio Doz

una manciata di scogli e da iso-


lette raggiungibili a nuoto o in
barca. Porticciolo privato e pisci-
na hollywoodiana. Le camere so-
no 65, impeccabili, con vista ma-
re. Un paradiso per vela e im-
mersioni. Prezzi da 120 a 210 eu-
ro a testa con colazione.
Hotel Pellicano d’Oro, quattro
stelle, strada panoramica Olbia-
Golfo Aranci, chilometro 7, 0789/
3.90.94. Situato sulla spiaggia di
Pittolongu, è anche a poca di-
stanza da Porto Rotondo. Trenta
le camere, arredate in stile sardo
con mobili intarsiati e ogni
comfort. Il servizio è efficiente e
discreto. Mezza pensione da 75 a
180 euro a persona.

212
INTERNET

Suggerimenti
da navigare
Breve itinerario nel vasto
mare dell’isola virtuale nautica, qui trovate molte delle
indicazioni che fanno per voi.

www.escursioniinsardegna.com

D i grande utilità per la


pianificazione di ogni ti-
po di viaggio, sono or-
mai numerosissimi i siti che scanda-
gliano le opportunità turistiche of-
vare tutte le informazioni per una
vacanza sull’isola: dai traghetti ai
centri di benessere. La ricerca è fa-
cilitata da valide mappe interattive.
È il sito di un centro escursioni
che opera nel golfo di Orosei, a
oriente. Offre servizi per il turismo
sia escursionistico che culturale.

ferte dalla Sardegna. Costruiti con www.sardegna.com www.sardegnaverticale.com


taglio generalista o dedicati ad Questo portale ha il pregio di Vi interessano le falesie calca-
aspetti particolari, sono ricchi di im- essere di facile consultazione. È ree della riviera del Corallo, op-
magini e informazioni, straordinarie suddiviso per province e ricco di pure il granito della Gallura, o an-
e curiose come la regione che rappre- informazioni di carattere pratico, cora l’arrampicata libera sui mas-
sentano. sia per il turista che per il cittadino. si della meravigliosa valle della
Luna? Questo sito dedicato all’ar-
www.sardegnaweb.it www.acacciadisardegna.it rampicata in Sardegna offre pac-
In sardo, francese, tedesco e La particolarità di questo sito chetti turistici per abili scalatori o
inglese, questo sito ha lo scopo di consiste nel fornire informazioni più semplici scarpinatori.
“connettere la Sardegna con il generali, essenziali per chi si reca
mondo”. Se cercate una località per la prima volta sull’isola. Vi si www.fotodisardegna.it
oppure un’area costiera partico- trova anche qualche video. Se prima di partire volete farvi
larmente rinomata, la potete tro- un’idea di quello che troverete,
vare corredata di una cartina inte- www.sardegnainmoto.it consultate in queste pagine il più
rattiva, di belle immagini e di Dedicato agli appassionati grande archivio fotografico dedica-
informazioni dettagliate sugli motociclisti che vogliono coniugare to alla Sardegna reperibile in rete.
aspetti turistici e naturalistici più il piacere della guida alla scoperta
importanti. Un motore di ricerca di itinerari inconsueti. Grazie a un www.sardegnadelsudovest.com
vi aiuta se volete evitare la con- apposito archivio, è anche possibile Portale con un indice turisti-
sultazione su base provinciale. cercare nuovi compagni di viaggio. co ben organizzato in cui figura-
no moltissime informazioni sul
www.sardiniabybike.cjb.net territorio che comprende Arbus,
Se amate le due ruote a peda- Iglesias, Pula, Sant’Antioco, Por-
li e avete una mountain bike o to Pino, Nora e Cagliari. 
una bici da strada, da queste pa- Cinzia Polino
gine elettroniche potete attingere
il gergo ciclistico isolano e le
mappe degli itinerari più sugge-
stivi.

http://sardegnacharter.it
www.turismoinsardegna.it Se volete navigare a vela lun-
Portale dalla grafica di gusto go la costa, cimentarvi in un corso
pubblicitario, dove si possono tro- o addirittura prendere la patente

214
INFORMAZIONI

Per saperne di più


Dove informarsi e come
raggiungere l’isola
per cielo e per mare

Gianmario Marras
Come arrivare degna sono Meridiana e
In nave. I traghetti Air One. In pieno perio-
che fanno la do estivo, vi sono inoltre
spola da e voli charter organizzati
per la Sar- soprattutto da tour ope-
degna s’infit- rator. Meridiana (0789/
Nevio Doz
tiscono nella 5.26.00) collega Bologna,
stagione estiva. Le principali com- Verona, Pisa con Caglia-
pagnie sono: Grandi Navi Veloci ri; Milano e Roma con
(010/2.54.65) che parte da Genova e Olbia. Air One (06/
attracca a Olbia e a Porto Torres; 48.88.00) vola da Roma e
Moby Lines (02/86.52.31), da Livor- da Milano su Cagliari e
no e da Civitavecchia a Olbia, e con su Alghero.
Filiberto Ratto

collegamenti da Bonifacio (Corsica)


a Santa Teresa di Gallura; Sardinia Numeri utili
Ferries (019/21.55.11), da Livorno e Principale punto di rife-
Civitavecchia a Golfo Aranci, da Bo- rimento è l’Ente sardo industrie turisti- sud della Sardegna conta inoltre sul
nifacio (Corsica) a Santa Teresa di che (Esit), 070/6.02.31, che coordina Consorzio turistico Sardegna Costa
Gallura, da Civitavecchia a Cagliari; l’informazione e la divulgazione in Sud (070/30.61.86). Poi ci sono gli
Tirrenia (199/12.31.99), da Genova a Italia e all’estero dell’immagine turi- Enti del Turismo: quello di Cagliari
Porto Torres e a Olbia, da Civitavec- stica della Sardegna. L’Esit ha anche (070/65.16.98); di Nuoro (0784/
chia a Olbia e a Cagliari. un numero verde al quale fare capo 3.00.83); di Oristano (0783/7.41.91),
In aereo. Le compagnie che regolar- per informazioni sulle strutture turi- di Sassari (079/29.95.44). 
mente legano la penisola con la Sar- stiche dell’isola: 800.01.31.53. La zona A cura di Auretta Monesi

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Centro Direzionale Tucidide, Via Tucidide, 56 - 20134 Milano, tel. 02/748131 - Fax 02/76118212

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