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INVESTIRE IN

AZIONI
GUIDA INTRODUTTIVA

CRESCITA FINANZIARIA
MARCO E GIUSI
INDICE

La nostra Vision 03

Investire Metodologia 05

Cosa sono le azioni 10

I dividendi 17

Cosa guardare per investire in azioni 21

Dove informarsi 38

Come investire 43

I rischi 45

Conclusione 49

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VISION
Ti starai chiedendo perché abbiamo
deciso di scrivere questa guida
introduttiva all’investimento in azioni
ed abbiamo deciso di regalartela
senza farti pagare nulla quando
ormai online ti fanno pagare pure
l’aria che respiri.

Il motivo è molto semplice ed è


sempre lo stesso, è lo stesso motivo
che ci ha spinti a creare il nostro
blog e le nostre pagine social.

In Italia c’è, purtroppo, troppa


ignoranza finanziaria ed è risaputo,
il sistema italiano non ha nessun
interesse nel cambiare la situazione
ma a te va bene così?

Siamo convinti che se gli altri non


fanno niente non sia una ragione
sufficiente per non fare nulla a
nostra volta e non cambiare lo
status quo.

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Questa guida ti sarà molto utile per
incominciare ad imparare i rudimenti degli
investimenti azionari ed i relativi rischi.

Le conoscenze sono un’arma potentissima e


possono fare la differenza tra il perdere tutti i
nostri risparmi o il farli fruttare.

Questa guida deve essere vista come il primo


passo nel tuo percorso di crescita finanziaria
ma speriamo non l’ultimo.

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INVESTIRE

METODOLOGIA

I mercati finanziari hanno, da


sempre, attirato l’attenzione di chi
non vuole lasciare i propri risparmi
fermi sul conto corrente e vuole
invece utilizzarli per farli crescere e
fruttare.

Il trend dei mercati, storicamente, ha


sempre mostrato grandi potenzialità
e crescite in ogni asset class, con
qualche battuta d’arresto a causa
delle crisi cicliche che si sono
verificate negli anni e che comunque
continueranno a verificarsi.

Eppure, ad oggi, dopo 100 anni il


trend è ancora in crescita.

Tuttavia, oggigiorno, nonostante


questo trend di crescita economica,
si sentono moltissime storie di neo-
investitori che hanno investito ma,
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per mille ragioni differenti, hanno perso i
propri soldi ed i propri risparmi.

Per iniziare ad investire è fondamentale


capire questo concetto importantissimo: se
non vogliamo perdere i nostri soldi, dobbiamo
sapere cosa stiamo facendo, avere e seguire
una strategia ed un metodo ed attenerci ad
esse.

Non è pensabile cominciare ad investire


acquistando azioni di una società, seppur
famosa che sia come ad esempio Enel, Apple,
Ferrari ecc.. di cui però fondamentalmente
non sappiamo nulla, e lo facciamo solo
perché tutti ne parlano o perché vediamo il
prezzo che continua a salire.

Il rischio più grande a cui andiamo incontro è


quello più temuto da qualsiasi investitore:
perdere tutti i propri soldi.

Siamo sicuri che non è ciò che vuoi e se sei


qui è perché hai capito che giocare
d’azzardo sui mercati finanziari e basarsi su
ciò che fanno gli altri senza la minima idea di
cosa si stia facendo non è la strada giusta
da percorrere.

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Hai deciso di iniziare a migliorare le tue
conoscenze in ambito finanziario e già
questo è molto importante perché la maggior
parte delle persone non è disposta a farlo,
anzi si aspetta di poter investire e
guadagnare soldi dall’oggi al domani senza
alcuna conoscenza.

Iniziamo quindi dicendo che quando si parla


di investimenti in azioni possiamo distinguere
due tipologie d’investitore, che si
differenziano in base alla metodologia
d’approccio ed alla valutazione del titolo
azionario che viene utilizzata.

Abbiamo l’investitore che applica l’analisi


fondamentale, ovvero un’analisi che consiste
nello studio dei dati economici, dei bilanci
della società e delle notizie sulla stessa al
fine di valutare il Valore Intrinseco dell’azione,
anche denominato il Fair Value di una
società.

Una volta ottenuto il Fair Value, l’investitore


sarà in grado di capire se il titolo azionario è
sottoquotato rispetto al mercato (quindi
quotato ad un prezzo minore rispetto al suo
valore reale) e potrà decidere se conviene o
meno acquistare quel determinato titolo.
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Un investitore che applica l’analisi
fondamentale comprerà una determinata
azione quando il prezzo corrente sarà
inferiore al suo valore intrinseco, mentre se il
prezzo corrente sarà superiore al fair value
non acquisterà il titolo.

L’altro tipo d’approccio invece è quello


dell’analisi tecnica, in questo caso
l’investitore viene definito trader e non ha
nessun interesse nell’individuare il Fair Value.

Infatti, l’analisi tecnica studia le dinamiche


dei prezzi in modo da capire quale sarà la
direzione o trend che prenderà il mercato in
modo da guadagnare nell’acquisto o nella
vendita di un determinato titolo o asset di
riferimento.

Lo strumento principale di un trader sono i


grafici, con i quali cercano di prevedere
l’andamento dei prezzi e fare profitto.

È importante segnalare che il 90% di chi fa


trading con l’analisi tecnica finisce per
perdere i propri soldi, quindi, non è facile
come spesso ci viene pubblicizzato e
sponsorizzato.

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Entrambe le strategie richiedono molto studio
e dedizione, questa guida ti aiuterà ad
aumentare le tue conoscenze in merito ed
aiutarti a capire meglio cosa sono le azioni e
come vengono valutate.

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COSA SONO LE

AZIONI

Se vogliamo investire in azioni


dobbiamo sapere prima di tutto
cosa sono, come funzionano e cosa
andremo ad acquistare.

Le azioni, o anche dette stocks, sono


titoli di credito causali e
rappresentano singole unità che
compongono il capitale sociale di
un’azienda: la persona che acquista
anche una sola azione diventa
un’azionista e diventa proprietario di
una piccolissima parte della società.

Possedere anche solo un’azione


comporta l’acquisizione di speciali
diritti, che sono in primis patrimoniali
ma anche informativi e partecipativi
nella vita della società.

Le azioni vengono appunto definite


da Borsa Italiana come “l'unità

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minima di partecipazione di un socio al
capitale sociale di una società”, tuttavia le
azioni non sono tutte uguali ed esistono varie
tipologie tra cui:

1. Azioni ordinarie: queste azioni danno diritto


di partecipazione alle assemblee, diritto di
voto e di percepire i dividendi, se distribuiti,
ed in misura determinata dall’assemblea.

2. Azioni di risparmio: non offrono nessun


diritto di voto alle assemblee ma offre
privilegi patrimoniali rispetto alle ordinarie
(es. dividendo minimo annuo). Queste
possono essere emesse solo da società
quotate nei mercati regolamentati.

3. Azioni privilegiate: come dice la parola


stessa, offrono previlegi in più rispetto alle
ordinarie; infatti, solitamente viene
riconosciuto un dividendo addizionale rispetto
al dividendo delle ordinarie e diritti di
prelazione in caso di scioglimento del
patrimonio della società.

4. Azioni a voto limitato: le società hanno la


possibilità di emettere azioni prive di voto o
con diritto di voto limitato a determinati

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argomenti (es. delibere di bilancio) oppure
con la possibilità di votare al verificarsi di
taluni eventi.

5. Azioni nominative: come dice il nome


stesso, l’azione è intestata alla persona
fisica/giuridica che la possiede e viene
trascritto nel libro dei soci della società
emittente e viene rilasciato al proprietario un
certificato azionario. La riscossione di queste
azioni può avvenire solo ed esclusivamente
dal titolare di queste azioni e, in caso di
trasferimento, occorre aggiornare il libro dei
soci.

6. Azioni al portatore: tutte le azioni devono


essere nominative, così da evitare
l’anonimato; tuttavia, le azioni di risparmio e
le SICAV possono essere, a scelta
dell’azionista, nominative o al portatore.

La riscossione, in questo caso, può avvenire


da chiunque in quanto “anonime”.

Abbiamo voluto elencarti le principali


tipologie ma sarei potuto andare avanti:
quest’elenco serve a farti capire che non
esiste un’unica tipologia di azioni ma molte di
più.
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Le azioni possono essere suddivise in base
alle loro caratteristiche come, ad esempio,
per i diritti che offrono, i limiti alla
circolazione, la loro capitalizzazione ecc.

È importante conoscere e sapere quali azioni


abbiamo acquistato, così da sapere i diritti
che ci spettano e le limitazioni che possono
derivarne.

Generalmente gli azionisti possiedono i


seguenti diritti:

- Partecipazione agli utili: il diritto a


percepire i dividendi, cioè gli utili generati nel
corso dell’attività dalla società, non sempre le
azioni distribuiscono i dividendi, infatti, non è
raro, specialmente in aziende in forte crescita
che gli utili vengano reinvestiti all’interno
della stessa;

- Partecipazione al voto: la possibilità di


partecipare ed esprimere il proprio voto nelle
assemblee della società;

- Possibilità d'impugnazione: il diritto di


impugnare le delibere assembleari se
invalide.

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Acquistare un’azione non è quindi
semplicemente un’uscita di denaro e
l’ottenimento della proprietà dell’azione che
abbiamo selezionato: è l’acquisto di uno
strumento finanziario che comporta diritti che
ci spettano in quanto azionisti della società
stessa.

Abbiamo visto quali sono le tipologie d’azioni


e quali sono i diritti che possono garantire al
possessore ma dove possono essere
acquistate?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo


fare un’ulteriore distinzione tra:

- Azioni quotate;

- Azioni non quotate.

Le azioni quotate vengono semplicemente


scambiate nel mercato azionario, nella Borsa
di riferimento ad un prezzo corrente di
mercato. Sono considerati strumenti
estremamente liquidi, infatti, acquistarle o
venderle è semplice e veloce, se vogliamo
investire in azioni e quindi acquistarle

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possiamo farlo quando vogliamo, lo stesso
vale se necessitiamo di soldi e dobbiamo
venderle e disinvestire.

Oltre all’importante vantaggio di libertà di


acquisto e scambio, il fatto che vengano
negoziate in Borsa e quindi in un mercato
regolamentato, impone che le aziende che
emettono azioni ed accedono al mercato
azionario rispettino determinati obblighi
informativi: la correttezza e trasparenza delle
informazioni fornite e l’obbligo di fornire le
situazioni contabili della società
periodicamente.

Ciò permette una trasparenza nelle


informazioni e quindi nel valore dell’azione
stessa che viene scambiata giornalmente sul
mercato regolamentato.

Più complesso invece per quanto riguarda le


azioni non quotate: la società emittente che
appunto emette le azioni non ha alcun
obbligo informativo e il prezzo delle azioni
viene stabilito da perizie effettuate da esperti
indipendenti.

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Dal momento che i dati a disposizione e le
informazioni sono limitate, valutarne il prezzo
e, di conseguenza, il valore intrinseco diventa
molto più difficile.

Le azioni emesse da società non quotate non


hanno la stessa liquidità di quelle quotate,
non sarà quindi veloce ed economico
comprarle o venderle.

Investire in queste società è, come avrai


capito, più rischioso e richiedono grande
esperienza oltre che a capitali sicuramente
più elevati.

Per questo motivo, chi vuole cominciare ad


investire in azioni dovrebbe preferire
l’acquisto di quelle quotate nei mercati
regolamentati che tutelano maggiormente gli
investitori ed offrono maggior libertà di
entrata ed uscita.

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I DIVIDENDI

Come abbiamo visto, le azioni


possono offrire la possibilità di
ricevere dividendi, ovvero la
distribuzione degli utili conseguiti
dalla società agli azionisti, in base al
numero di azioni in loro possesso.

Non sempre ciò accade: se la nostra


società è in perdita, è ovvio che non
riceveremo un bel nulla; se invece la
società generasse utili ma
l’assemblea non ne deliberasse la
distribuzione degli stessi, non
otterremmo comunque nulla.

Molte persone decidono di


acquistare un’azione in base alla
quantità di utili distribuiti in modo da
generarsi una rendita, ma ciò può
anche non accadere.

Non dobbiamo quindi comprare


azioni solo perché vogliamo ricevere
un’entrata “sicura”, ovvero i dividendi,

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perché non abbiamo la certezza né di
riceverli ogni anno, né quanto potremmo
ricevere, e questa certezza nessuno potrà
darcela.

Le azioni, al contrario delle obbligazioni, non


sono prestiti per la società ma rappresentano
una partecipazione al capitale sociale e, di
conseguenza, un rischio.

Con le obbligazioni si ha la restituzione della


somma che abbiamo investito, con la
“certezza” di ricevere il nostro investimento
più gli interessi, seppur molto bassi.

Le azioni invece non garantiscono nessun


ritorno né stabiliscono un minimo di ritorno:
ecco perché sono classificati come strumenti
finanziari ad elevato rischio ma offrono
anche la possibilità di ottenere guadagni
molto elevati.

La scelta di distribuzione dei dividendi può


avvenire annualmente o semestralmente, in
base alla delibera dell’assemblea ordinaria
dell’azienda.

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Qual è il vantaggio di ottenere i dividendi?

Un vantaggio di ricevere i dividendi, a parte


ricevere una rendita, è la possibilità di andare
a reinvestirli con il nostro capitale
inizialmente versato e far lavorare l’interesse
composto!

La distribuzione dei dividendi solitamente


avviene nelle aziende cosiddette “Value”:
aziende stabili e consolidate nel tempo, come
ad esempio Coca-Cola o McDonalds, che
vengono scelte investitori proprio per la loro
stabilità nel generare utili e sono in grado
quindi di distribuire i dividendi ai propri
azionisti.

Differente invece per chi investe nelle aziende


“Growth”: queste sono aziende giovani in
pieno sviluppo che puntano ad espandersi e
non distribuiscono nessun dividendo in
quanto tutto ciò che viene realizzato viene
reinvestito nell’azienda stessa per
accelerarne la crescita.

Chi investe in queste aziende sa quindi che


non otterrà alcun dividendo, se tuttavia
investe nella “nuova” Microsoft potrebbe

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ottenere ritorni ben maggiori.

E’ una strategia ben diversa rispetto a quella


seguita dal Value Investor.

Individuare queste aziende non è comunque


facile, anzi, e investire in aziende giovani
comporta sì maggiori possibilità di guadagno
ma ci espone anche ad un maggior rischio di
perdita.
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COSA GUARDARE

PER INVESTIRE IN

AZIONI

Adesso che sappiamo quali sono le


tipologie di azioni e quali aziende
distribuiscono o meno i dividendi,
per procedere alla selezione delle
migliori azioni ti chiederai:

Come determino effettivamente il


valore di un’azione e cosa devo
osservare per capirlo?

Come abbiamo detto, acquistare


un’azione non offre nessuna
garanzia: noi andremo a
partecipare, seppur con poco, al
capitale della società e lo facciamo
perché crediamo che questa società
possa crescere e generare utili e
che, di conseguenza, anche il nostro

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investimento possa crescere nel tempo.

Ma la domanda a cui cercano di rispondere


tutti gli investitori è la stessa: come possiamo
capire se un’azienda ha potenziale e sarà in
grado di generare profitti nel tempo?

Scegliere i titoli migliori non è facile e, se non


vogliamo perdere i nostri soldi, dobbiamo
fare un’analisi il più possibile dettagliata ed
accurata.

Cosa incide sul prezzo di un’azione?

Si tende a pensare che il prezzo di un’azione


si ottenga analizzando il bilancio e questo è
corretto, il bilancio ed i relativi indici sono il
fondamento su cui si basa l’analisi
fondamentale; tuttavia, non sono l’unica cosa
ad influenzare il prezzo di un’azione.

I fattori che influenzano il prezzo di uno stock


sono:

- Le Notizie: Le notizie incidono sui prezzi più


di quanto si possa immaginare, sono queste
a dare vita ai movimenti del mercato e non
devono essere necessariamente legate alla

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società. Un esempio recente dell’impatto
delle notizie negative legate ad una società è
Facebook, che si è vista obbligata a
cambiare il proprio nome in Meta nella
speranza di lasciarsi il passato alle spalle;

- Fattori Macroeconomici: Gli indicatori


macroeconomici, come ad esempio il PIL,
l’inflazione, la stabilità della valuta, la
disoccupazione ecc. sono una componente
molto importante nell’analisi fondamentale
ed influenzano i prezzi;

- Fattori Settoriali: Bisogna conoscere nel


dettaglio il settore in cui opera l’azienda in cui
vogliamo investire, solo in questo modo
potremo conoscere i rischi connessi al
settore in cui opera. Consideriamo il settore
dei trasporti che è strettamente correlato
all’andamento dei prezzi del petrolio; aumenti
del prezzo del petrolio comporterà aumenti in
tutto il settore logistico;

- Fattori Esterni: Sono fattori non riconducibili


alla società o al suo management, ma che
possono influenzare notevolmente il valore di
un’azione. Si pensi, ad esempio, alle aziende
che operano in Russia come mercato

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principale e, a seguito delle sanzioni imposte
dai governi, hanno subito delle ripercussioni
sugli utili e quindi nel valore dei propri titoli;

- Fondamentali: Sono composti dal bilancio


ed i relativi indici che permettono di
individuare la capacità di crescita della
società, la redditività, l’efficienza, la solidità e
la solvibilità.

Adesso abbiamo una panoramica dei fattori


che incidono sul prezzo di un’azione ora
dobbiamo iniziare a capire come valutarne il
prezzo.

Iniziamo facendoci delle domande sulla


società e diamo delle risposte, ad esempio:

Da quanto è in attività?

Dove è collocata?

In che settore opera?

Qual è il suo modello di business?

Quali sono le prospettive per i suoi prossimi 2


- 5 - 10 anni?

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Qual è la sua reputazione?

Stanno comprando tutti sull’onda


dell’emozione?

Ci sono notizie negative riconducibili alla


società?

Queste domande, seppur banali, possono


fornirci informazioni preziosissime e già da
queste potremmo capire se è il caso di
procedere o meno all’acquisto delle azioni
che avevamo selezionato.

Un’azienda appena costituita ha,


statisticamente, molte più probabilità di
fallire rispetto ad una già avviata.

Un’azienda situata, ad esempio, in un Paese


con un regime comunista o comunque
dittatoriale, ci espone ad un rischio
geopolitico enorme: l’andamento delle nostre
azioni, nonostante l’azienda possa essere
valida e solida, potrebbero crollare a causa
delle restrizioni o di nuove leggi che il
governo potrebbe attuare in qualsiasi
momento.

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Pensiamo alla Cina, dove la recente stretta
legislativa ha portato al crollo di molte
aziende.

Il modello di business ci fornisce la chiave


per capire la direzione che l’azienda vuole
intraprendere:

Vogliono ampliarsi?

Vogliono fare investimenti per ingrandirsi?

Stanno investendo in tecnologie per


migliorare il processo produttivo?

Stanno facendo gli investimenti opportuni per


rimanere concorrenti alle altre aziende del
settore?

Anche la reputazione è un aspetto da non


trascurare che occorre esaminare:

I clienti come reputano questa azienda?

Sono soddisfatti dei loro servizi?

Come si posiziona rispetto ai competitor?

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Ha un vantaggio o è la seconda scelta?

Un esempio dell’impatto che può avere la


reputazione l’abbiamo citato poco fa con
Facebook, che ha cambiato il suo nome in
Meta.

È importante capire che nei mercati finanziari


le informazioni significano potere e quando si
investe in una società non dobbiamo basarci
solo sui numeri ma avere una visione molto
più ampia.

Avere una panoramica, il più dettagliata


possibile, dell’azienda che vogliamo
acquistare potrebbe già farci capire se sia il
caso di procedere oppure lasciar stare
questo investimento ed orientare la nostra
scelta verso un’altra società.

Se decidiamo di procedere, allora dobbiamo


addentrarci nel mondo dell’analisi
fondamentale: numeri e calcolatrice alla
mano.

Ipotizziamo d’aver raccolto tutte le


informazioni possibili su Apple e di ritenerla
una società affidabile in cui investire i nostri

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soldi e che ad oggi, ad esempio, costa 100€.

Come facciamo a sapere se quei 100€ ne


rappresentano effettivamente il valore
intrinseco?

Sono tanti oppure pochi?

Ecco che in nostro aiuto arriva l’analisi


fondamentale che ci permette di capire se
l’azione è sovra quotata, sotto quotata o se
effettivamente il prezzo è giusto.

L’analisi fondamentale richiede la capacità di


leggere un bilancio, e solo analizzandolo e
comparando gli indici di bilancio ai suoi
competitor o al settore di riferimento ciò ci
permette di individuare i punti di forza o
debolezza della società stessa.

Alcuni dei principali indicatori utilizzati


nell’analisi fondamentale sono: ROE, ROI, ROA,
P/E, EPS, P/BV, P/S, PEG, P/B, Current Ratio,
Cash Ratio, EBIT, EBITDA.

Come vedi gli indicatori utilizzati non sono


pochi e questi sono solo alcuni, ogni
investitore struttura una personale strategia e

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prediligerà determinati indicatori ad altri.

È importante quindi conoscerli e sapere cosa


indicano.

Ora analizziamone qualcuno un po' più nel


dettaglio:

ROE (RETURN ON EQUITY)


Il ROE rappresenta un indicatore economico
sulla redditività del capitale proprio, che
otteniamo dalla seguente formula

ROE = UTILE / CAPITALE PROPRIO

Il risultiamo che otteniamo lo moltiplichiamo


per 100 così da ottenere il nostro risultato in
termini percentuali.

L’investitore può calcolare così il tasso di


remunerazione: maggiore è il ROE maggiori
saranno i rendimenti per gli investitori.

Ipotizziamo quindi di analizzare l’azienda X


che ha conseguito un utile di 100 utilizzando il
proprio capitale di 10. Il ROE che otterremmo

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sarebbe ROE = 100/10 = 10%

Questo dato ci permette di capire quanto


l’azienda sia in grado di generare utili
sfruttando il capitale proprio (quindi capitale
conferito dai soci) e non tramite
prestiti/finanziamenti.

Analizzare solo l’indice ROE non sarebbe


corretto, in quanto non otterremo nessuna
informazione riguardante il livello di
indebitamento dell’azienda, elemento che un
investitore non può di certo trascurare.

Nel caso l’azienda che analizziamo presenti


una perdita d’esercizio e non utili, il ROE che
otterremmo è ovviamente negativo.

Il ROE è un dato molto importante in quanto


rappresenta una sintesi complessiva della
società, non solo mostra la capacità effettiva
dell’azienda di generare utili ma ci indica
anche la capacità gestionale sia delle finanze
che del patrimonio delle persone che ci
lavorano; tuttavia, dobbiamo certamente
calcolarlo ma considerare anche gli altri
indici.

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ROI (RETURN ON INVESTMENT)


Un altro indice molto significativo che non
possiamo non analizzare, e che ben si
accompagna al ROE, è il ROI: permette di
calcolare la remunerazione non solo del
capitale proprio, ma anche del capitale di
debito (finanziamenti).

Per questo motivo, solitamente, il ROI è


inferiore al ROE per la medesima azienda.

Il ROI si ottiene quindi utilizzando la seguente


formula:

ROI = UTILE / CAPITALE INVESTITO (capitale


proprio + capitale di debito)

Utilizzando l’esempio di prima, ipotizziamo


che l’utile ottenuto sia 100, capitale proprio 10
e capitale di debito 15, il nostro ROI sarà:

100 / (10+15) = 4%

L’unico caso in cui potremmo ottenere ROE e


ROI uguali è semplicemente nel caso in cui
non viene utilizzato il capitale di debito e

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quindi il capitale investito è rappresentato
solo dal capitale proprio
.
Così come per il ROE, anche il ROI non deve
mostrare un risultato negativo, anzi: più alto è
meglio è.

ROA (RETURN ON ASSET)


Per capire al meglio il quadro generale della
situazione aziendale, è bene calcolare anche
l’indice ROA, che rappresenta la redditività di
un’azienda in base alle risorse aziendali
utilizzate.

La formula del ROA è:

ROA = UTILE / TOTALE ATTIVITA’ dello Stato


Patrimoniale

L’azienda su cui vogliamo investire è in grado


di creare valore?
È un investimento redditizio quello che
vogliamo fare?

È possibile analizzare l’azienda


confrontandola a livello temporale:

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calcoliamo l’indice in momenti differenti della
vita aziendale, oppure il confronto può
avvenire con altre aziende dello stesso
settore, in modo da scegliere la migliore in
base ai risultati ottenuti.

P/E (PRICE / EARNINGS)


Analizzati gli indici, dobbiamo calcolare
anche il P/E, ovvero il PREZZO/Utili.

Indica quindi quante volte il prezzo include gli


utili attesi e, di conseguenza, minore sarà il
P/E rispetto al settore di riferimento o ai
competitor meglio sarà per noi che
decidiamo di investire in quella specifica
azienda.

È un indicatore molto utilizzato per la sua


semplicità d’utilizzo e di calcolo, inoltre se
utilizziamo gli utili attesi nel calcolo ci
fornisce anche un’indicazione sulla crescita
dell’azienda e quindi sul rischio del nostro
investimento.

Arrivati a questo punto sappiamo che il


primo passo per valutare un’azione è la
raccolta di
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informazioni relative alla società ed alla sua
situazione strategica e competitiva; il
secondo passo è analizzarne il bilancio e gli
indicatori per definire la situazione attuale
della società; il terzo step è fare un
forecasting, questo è uno step molto
importante perché cercheremo di individuare
quali sono i rendimenti futuri attesi, quanto
più saremo bravi in questa fase tanto più
riusciremo a guadagnare dal nostro
investimento.

Ora siamo al quarto ed ultimo passo, adesso


stimeremo il valore intrinseco dell’azione sulla
base dei risultati ottenuti nella fase
precedente.

Anche qui non esiste un unico metodo di


valutazione ma ne esistono molteplici, come
per gli indicatori ne analizzeremo i più
conosciuti e diffusi:

Dividend Discount Model (DDM)


Questo metodo viene utilizzato per prevedere
il prezzo futuro di un’azione e si basa
sull’attualizzazione dei dividendi.

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Il prezzo attuale è dato dalla somma dei
futuri pagamenti di dividendi scontato al loro
valore attuale.

Gordon Growth Model (GGM)


Questo metodo altro non è che una variante
del più conosciuto DDM che abbiamo appena
visto, il GGM nel valutare un’azienda parte dal
presupposto che la società esisterà per
sempre e i dividendi saranno in costante
aumento.

Questo metodo ottiene il valore intrinseco


dell’azione attualizzando la rendita perpetua
a rate crescenti (dividendi).

Questo metodo può essere utilizzato per


società che, storicamente, hanno avuto uno
stabile e regolare aumento dei dividendi
durante il corso degli anni.

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Discounted Cash Flow method (DCF)
Il Discounted Cash Flow method viene
utilizzato per stimare il valore del proprio
investimento basandosi sui flussi di cassa
futuri attesi nelle singole aree di business di
una società.

Un limite di questa strategia è che si basa su


stime di rendimenti futuri che, come
sappiamo, si possono dimostrare errate.

Economic Value Added (EVA)


Economic Value Added che in italiano si
traduce con Valore Economico Aggiunto, è un
indicatore utilizzato per individuare la
performance di un’azienda e si calcola come
la differenza tra il reddito operativo netto
della società ed il costo del capitale
impiegato per produrre tale reddito.

Questo metodo che si basa sul capitale


investito viene utilizzata in aziende con molti
assets e non è l’ideale per aziende
tecnologiche che quindi sono in possesso di
meno assets tangibili.

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Arrivati a questo punto abbiamo capito cos’è
l’analisi fondamentale e come funziona.

Se si vuole investire in singole azioni in modo


serio, utilizzando l’analisi fondamentale,
occorre possedere almeno delle conoscenze
base di analisi di bilancio e, come in tutte le
cose, se si vuole avere successo è importante
non smettere mai di imparare ed aggiornarsi.

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DOVE INFORMARSI

Come ormai sappiamo, alla base di


un investimento di successo ci sono
le informazioni.

Ma dove possiamo trovarle?

Ci sono molti siti dedicati alle notizie


finanziari, che offrono uno screener
dei mercati, il bilancio della società
o che addirittura analizzano e danno
una propria valutazione sull'azienda.

Nelle prossime pagine abbiamo


voluto mettere alcuni dei siti che
utilizziamo per la raccolta di
informazioni e per monitorare la
situazione dei mercati.

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finance.yahoo.com

Ottimo sito per avere una visibilità in tempo


reale dell'andamento delle azioni e per
vedere i dati di bilancio dell'azienda.

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seekingalpha.com

Su questo sito si possono trovare analisi dei


titoli molto interessanti, molto utile anche il
FWD P/E.
L'analisi effettuata da un'altra persona può
darci delle informazioni importanti ma non
deve sostituire la nostra.

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finanzaonline.com

Sito molto utile per rimanere aggiornato sulle


ultime notizie finanziarie.

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notizie e un facile screener azionario.

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COME INVESTIRE

Abbiamo capito quanto sia


importante informarsi e formarsi
prima di investire i nostri soldi.

Ora però vogliamo capire nella


pratica cosa dobbiamo fare per
poter acquistare un'azione.

Per poter investire in una società e


quindi acquistarne le azioni,
dobbiamo affidarci ad un
intermediario.

A questo punto è importante fare


una distinzione, infatti, gli
intermediari possono essere bancari
oppure non bancari, i broker.

La scelta dell'intermediario a cui


affidare i nostri soldi è personale e
deve basarsi sulla qualità del
servizio, la stabilità dell'intermediario,
i costi gestione e le commissioni.

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La scelta dell'intermediario non va presa alla
leggera perché per un investitore i costi e le
commissioni sono un nemico importante.

Maggiori saranno i costi che dovremo


sostenere per investire, minori saranno i
nostri ritorni sull'investimento.

Ecco alcuni esempi di intermediari che si


possono utilizzare per investire:

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IRISCHI

Come abbiamo già accennato e


avrai capito, investire in azioni
comporta dei rischi: non abbiamo
nessuna garanzia che ci torni il
nostro investimento iniziale,
contribuiamo al capitale della
società in quanto azionisti,
partecipiamo così agli utili (se
generati) ed alle perdite.

Il primo rischio che accettiamo è


quindi quello di non aver alcuna
garanzia di ritorno sul capitale che
andiamo ad investire.

Inoltre, come abbiamo visto, investire


comprando azioni non è così
semplice: la selezione del titolo
richiede un’analisi approfondita
dell’azienda nel suo intero
complesso, dal contesto sociale,
geografico, politico ed anche quello
economico.

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L’analisi fondamentale ci permette di
calcolare i parametri economici che
dobbiamo certamente tenere in
considerazione, ma i numeri abbiamo capito
che non sono tutto, tuttavia, un altro rischio in
cui possiamo imbatterci è quello di
commettere degli errori nell’analizzare i dati
di un titolo, e questo errore ci porterebbe a
rischiare di perdere parte, se non tutti i nostri
soldi.

Sappiamo che la vita aziendale, come la


nostra del resto, non è statica: non possiamo
analizzare oggi la situazione aziendale nel
suo complesso, investire i nostri soldi se tutto
combacia positivamente, e lasciare il nostro
investimento abbandonato a sé stesso.

Pensiamo a Blockbuster: da leader nella


distribuzione di dvd nel 1994 al fallimento nel
2013, in nemmeno 11 anni è passata dal
successo alla chiusura.

Ogni giorno può cambiare tutto: può bastare


una notizia negativa a far crollare il nostro
titolo, come una positiva a farlo crescere
anche del doppio del suo reale valore.

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Questa dinamicità non ci permette di
ignorare il nostro investimento, anzi, ci
impone di prestarci ancora più attenzione.

Il nostro investimento, se effettuato in azioni,


ci richiede un’attenzione costante di
monitoraggio che non possiamo certamente
trascurare.

Negli investimenti è inoltre essenziale avere


una strategia ben chiara e definita: il segreto
per avere un portafoglio vincente è
diversificare i nostri investimenti e non
investire tutti i nostri soldi su una singola
azione.

Se non abbiamo a disposizione grosse


somme di denaro, investire in singole azioni ci
esporrebbe ad un rischio specifico troppo
elevato: tutti i nostri risparmi investiti in una
singola azienda dipenderebbero
esclusivamente dall’andamento della stessa
nel suo complesso e se, nel peggiore dei casi,
l’azienda dovesse fallire, noi perderemmo tutti
i nostri risparmi.

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Per chi è alle prime armi e vuole cominciare
ad investire, non consiglieremmo mai di
selezionare titoli specifici ed investire i propri
risparmi: la selezione e l’analisi richiedono
esperienza e conoscenze approfondite che
possono essere affinate solo con il tempo e
la formazione e ci si esporrebbe ad altissimi
rischi che, per i neo-investitori, sarebbe
meglio evitare.

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INVESTIRE?

PRIMA È SEMPRE

MEGLIO FORMARSI

ED INFORMARSI

Se sei arrivato fino a questo punto ti


facciamo i nostri complimenti e ti
ringraziamo per aver letto questa
guida!

Il nostro obiettivo è che, alla fine di


questa lettura, tu abbia imparato i
concetti base dell’investimento in
azioni ed il lessico dei mercati
finanziari.

Speriamo che possa esserti d’aiuto


nel tuo percorso di investimenti e
che sia solo l’inizio per un brillante
futuro finanziario.

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Investire utilizzando questi strumenti, come
abbiamo visto, può permetterci di ottenere
grandi guadagni ma anche grosse perdite in
quanto ci esponiamo a grandi rischi e
bisogna esserne consci.

Oggi molte persone tendono ad evidenziare


solo le opportunità di grandi guadagni “facili
“che si possono ottenere dagli investimenti
ma riteniamo che bisogna essere ben
consapevoli che, in base agli strumenti che
utilizziamo, accettiamo un grado di rischio
che varia in base al tipo di investimento
prescelto.

Le azioni sono uno strumento che può essere


molto profittevole ma altrettanto rischioso e
siamo certi che questo tu l’abbia capito.

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