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DAD: grande scoperta o flop?

La didattica a distanza ha salvato tanti studenti durante la pandemia; è stato lo strumento che ha permesso
di continuare a fare scuola nonostante la chiusura di tutto il resto.

Dobbiamo ringraziare la tecnologia se oggi anche dal nostro salotto possiamo essere connessi con il mondo,
possiamo sapere cosa accade in India, Brasile, Australia…, possiamo permetterci di continuare ad imparare
nonostante fuori accada l’inverosimile.

A causa del Covid19, sappiamo bene, che gli studenti di tutte le età hanno usufruito della DAD e la maggior
parte di loro ancora oggi è costretto ad utilizzarlo ancora.

È innegabile che se non ci fosse stata la Dad i ragazzi avrebbero perso un anno di scuola (e chissà quanti
ancora), ma questo strumento ha svolto davvero il suo lavoro? Ha aiutato davvero i ragazzi ed i bambini a
continuare con gli studi?

Da sorella maggiore e da donna che cerca di riflettere su ciò che le accade attorno, mi sento di dire che sì, la
DAD è stata un’alternativa valida che però non può più essere utile. I ragazzi spesso restano in pigiama,
passivi dietro ad uno schermo, non hanno stimoli, sono annoiati, sono sopraffatti da interrogazioni, compiti e
i professori stessi non riesco a rendere partecipi i loro studenti. E se per le superiori e le medie è difficile,
cosa accade alle elementari, alla scuola dell’infanzia? Come può un insegnante coinvolgere un bambino nei
giochi, aiutarlo a relazionarsi con gli altri, a creare gioco di squadra, ad imparare cos’è la condivisione?
Penso a i bimbi in prima elementare che imparano a leggere, a scrivere, a far di conto. Penso a quando ero io
che sedevo al banchetto della mia scuola e ricopiavo le varie lettere e a turno con i miei compagni le
ripetevano, cercavamo di leggerle con l’aiuto della nostra maestra.

Se per gli universitari la situazione è stata più semplice (forse), per i bambini e i ragazzi di sicuro non lo è
stato. Il confronto diretto con i coetanei, il guardare negli occhi il proprio professore, l’essere partecipi attivi
di una conversazione ecc.… sono tutti elementi che per ovvie ragioni sono venuti meno, ma non avendo io,
in prima persona, vissuto tutto ciò, ho dato la parola ai ragazzi che invece ancora oggi vivono la Dad e ho
lasciato che fossero loro ad esprimere quello che realmente provano in questo periodo storico e quelle che
saranno le ripercussioni a breve e lungo termine.

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