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Ogni giorno trascorro del tempo con i bambini, prima a scuola, poi nel
mio studio, dove ho uno spazio di gioco tutto per loro, e infine a casa con un
nipotino felicemente acquisito. Sono contenta di questo scambio continuo
con i piccoli, dell’energia che ogni giorno mi trasmettono, del mondo magico
che posso ancora esplorare, toccare e in cui far finta di credere, ma anche
delle sfide che mi riservano.
Partendo dalla mia esperienza, ho raccolto in questo libro giochi e attività
da proporre ai vostri figli, in base alla loro fascia d’età, e spero possano
aiutarvi a incontrare i più piccoli con un pizzico di leggerezza e fantasia (che
troppo spesso noi grandi ci dimentichiamo di avere).
Il gioco scandisce ogni momento della vita del bambino, dalle prime
attività di scoperta del proprio corpo, agli oggetti che lo circondano, fino a
quelle più complesse dove mette in azione tutta la sua immaginazione. Il bebè
giocando scopre se stesso e il mondo che lo avvolge, da subito è fortemente
affascinato dalle persone che lo accudiscono e dagli oggetti che si trova di
fronte. Tutto lo attrae e ben presto giocare diventa per lui un’esigenza che lo
accompagnerà per l’intera infanzia.
Da qui la necessità di recuperare il grande bagaglio di idee, giochi e
attività che ci ha lasciato Maria Montessori. Il suo pensiero è sempre attuale,
oggi più che mai. La sua idea di bambino protagonista e libero ha
rivoluzionato un’epoca e può esserci di grande aiuto nella crescita dei figli.
Il metodo di Maria Montessori è basato sull’esperienza diretta, in
primo luogo sensoriale, mediata dal gioco e non dall’intervento
dell’adulto. Vi è una grande attenzione alla centralità dei bambini e allo
sviluppo delle loro potenzialità.
In primo luogo l’ambiente deve essere a misura di bimbo: un ambiente
ben organizzato consente di ridurre al minimo gli interventi degli adulti.
Maria Montessori critica il fatto che in genere si impedisca al bambino di
“gettarsi a terra, di strisciare” e lo si obblighi a camminare insieme agli adulti
per “abituarlo a non avere capricci”: ma è proprio insito nella natura di ogni
bambino questo suo grande “bisogno di muoversi”.
Scopo dell’educazione quindi non è addestrare, bensì aiutare i piccoli a
sviluppare le loro energie; i bambini non sono recipienti da riempire e pagine
bianche da scrivere.
E qui risiede l’importanza del grande insegnamento di Maria
Montessori: lasciamoli fare da soli!
Il bambino ha fortemente bisogno di fare da solo. Quando ci sostituiamo
troppo a lui nelle azioni quotidiane, quando facciamo le cose al posto suo
invece di incoraggiarlo ad essere autonomo – anche se guidati dalle migliori
intenzioni – non solo gli impediamo di farcela ma gli provochiamo altresì un
danno.
Gli adulti sono spesso troppo preoccupati di farsi obbedire o di non
perdere il controllo della situazione (“chissà cosa dice la gente se il mio
piccolo fa così…”), ed ecco allora che intervengono anche quando non ce n’è
bisogno, cercando di organizzare la vita del figlio in tutto e per tutto,
rischiando così di soffocare le sue attività spontanee.
Bisogna ricordare che il bambino potrà sviluppare fiducia in se stesso
solo grazie a errori, prove e tentativi. Un attaccamento e un aiuto eccessivo
creano al contrario dipendenza: l’adulto diventa estremamente servizievole e
il bambino passivo, svogliato e tirannico. Il ruolo dell’adulto non è questo,
ma è sostenere il bambino nelle sue attività costruttive, incoraggiandolo e
accompagnandolo a fare senza interruzioni.
Maria Montessori affermava la necessità di dare fiducia ai bambini. Per
questo parla di libertà da restituire ai bambini. Occorre “liberare” il bambino
eliminando tutto ciò che ostacola il suo sviluppo spontaneo grazie a un
ambiente organizzato e con gli opportuni limiti che lo aiutino a raggiungere la
propria indipendenza. L’obiettivo principale del metodo montessoriano infatti
è la “normalizzazione” del bambino: il processo attraverso cui il piccolo
raggiunge da solo la capacità di utilizzare le sue potenzialità.
In queste pagine troverete una serie di attività dove il bambino può,
in base all’età, sperimentare e fare da solo. L’adulto non si sostituisce alle
sue fatiche, ma ha l’importante compito di facilitatore poiché rende
disponibili al bambino quei giochi che possono essergli utili in un
determinato momento della sua crescita. Non è necessario che giochiamo con
lui, possiamo essere vicini, ma nello stesso tempo dedicarci ad altri compiti.
Non sostituiamoci alle scoperte e agli sforzi del piccolo dandogli l’oggetto
giusto o agendo al suo posto. Possiamo offrigli il supporto che serve, quando
il bambino chiede ad esempio di tagliare o incollare qualcosa, di legare delle
corde, di spostare un oggetto pesante o prenderne uno dall’alto. Ricordiamoci
che è il bambino l’inventore e il creatore del proprio gioco, l’adulto facilita
solo la sua impresa.
I giochi raccontati nel libro non si trovano già pronti in commercio,
sarà grazie alla vostra fantasia e abilità che prenderanno forma e
diventeranno qualcosa di unico per il vostro piccolo. In ogni caso non
allarmatevi, non c’è nulla di così complicato da costruire, ogni cosa proviene
da materiale di recupero o da oggetti che si usano quotidianamente, ce la
potete fare!
Il bambino è estremamente interessato agli oggetti veri, proprio per il suo
bisogno di conoscere il mondo intorno a lui, e i giochi qui riportati
soddisfano anche questa sua necessità rendendolo padrone delle sue scoperte.
Siete pronti a guidare i vostri piccoli esploratori?
Un grazie ai miei genitori per avermi lasciato giocare tanto
e un grazie a tutti i bimbi che ho incontrato e che incontrerò.
IMPARARE GIOCANDO
Dicono che bisogna insegnare ai bambini ad amare la madre, il
padre, la maestra… E chi è questo maestro d’amore che vuole
insegnare ai bambini ad amare? Colui che giudica capricci tutte
le loro manifestazioni e che pensa alla propria difesa contro di
loro?
Maria Montessori
Tratto da Il bambino in famiglia, in «Il quaderno Montessori», n. 115, autunno 2012.
ATTIVITÀ FINO A 1 ANNO
DOVE SONO?
I bambini iniziano ad approcciarsi al mondo esterno attraverso i sensi.
Suoni, odori, sensazioni tattili, gusti, colori: per loro tutto è nuovo e da
scoprire. Attraverso il gioco entrano in contatto con ciò che li circonda,
e così facendo esplorano, imparano a crescere e a compiere i primi
passi verso l’autonomia.
I PRIMI GIOCHI Fin dall’inizio un neonato è in grado di vedere ciò che viene posto a circa 25/30
centimetri dai suoi occhi – la distanza che vi è fra il suo sguardo e quello della mamma durante
l’allattamento – e di riconoscere semplici forme. Ecco una raccolta di giochi utili nei primi mesi di vita.
1 La giostrina sospesa
COSTRUZIONE DEL GIOCO
Procuratevi una bacchetta di legno con 5 o 6 fori, cordoncini di tessuto,
palline di legno di dimensioni e colori diversi, e campanellini.
Infilate nei fori laterali della bacchetta un cordoncino lungo circa 50 cm,
legate le estremità con un nodo e appendetelo al soffitto sopra la culla. In tutti
gli altri fori infilate altri cordoncini e ad ognuno aggiungete le palline e i
campanelli, sempre fissandoli con dei nodi.
È anche possibile costruire una giostrina ancora più semplice: legate con
un filo di lana quattro cannucce formando una croce. Tagliate altri 4 fili di
lana (lunghi circa 40 cm) e infilate in ognuno di questi una forma diversa
(cerchio, quadrato, triangolo, rettangolo) realizzata con cartoncini colorati.
Legate il capo del filo all’estremità di ogni cannuccia.
A COSA SERVE IL GIOCO
A 3/4 mesi il bebè ha un forte desiderio di guardarsi attorno, è il suo
primo modo per conoscere se stesso e il mondo in cui si trova. Questi giochi
sospesi catturano il suo interesse consentendogli di soddisfare tale necessità.
Il vostro bimbo all’inizio osserverà il gioco seguendone il movimento,
successivamente avrà il desiderio di toccare gli oggetti tentando dei
movimenti verso di esso. Lasciatelo fare, per lui sono i primi momenti di
esplorazione di ciò che lo circonda, imparerà a vivere le prime piccole
frustrazioni e infine a farcela da solo. Solo dopo il quinto mese riuscirà,
prendendosi tutto il tempo necessario, a far muovere da solo la giostrina e a
creare dei suoni, sperimentando la coordinazione tra occhio e mano.
2 Con le mani e con la voce
Una serie di giochi da iniziare da subito e continuare per tutto il primo anno di vita sono
quelli dove gli adulti utilizzano le proprie mani e la propria voce.
Il mio bambino dorme ancora nella culla vicino al nostro letto ma tra poco avrà bisogno di un
lettino. Tutti mi consigliano di prendere quello classico con le sbarre, perché è comodo e soprattutto
sicuro. Però la cosa non mi convince, mi sembra una gabbia... sarà la scelta giusta? C’è qualche
alternativa?
Grazie, Sara
Cara Sara, spesso gli adulti pensano che mettere un bambino alla propria
altezza (seggiolone, sdraietta) o dentro recinti (box o lettino con sbarre) sia la
soluzione migliore per controllare il piccolo e per dargli maggiore protezione
e sicurezza. Non sempre è così, al contrario spesso le cause di ferite o traumi
anche lievi a danno dei bambini sono proprio dovute a queste “protezioni”.
Per quanto riguarda il lettino prova un attimo a immaginare di essere nei
panni del tuo piccolo e di essere dentro al lettino con le sbarre. Stai
dormendo, ti svegli e ti vedi sovrastato da queste sbarre, cosa fai? È normale
mettersi a piangere e cercare il conforto di un adulto. Un’alternativa in stile
montessoriano è quella di costruire un lettino adatto a incentivare la continua
ricerca di autonomia ed esplorazione del bambino.
Al posto di portare i bambini alla nostra altezza proviamo ad abbassarci alla loro, teniamo i
bimbi il più possibile a terra: niente di più sicuro per il cucciolo di casa e sicuramente il luogo
ideale per consentirgli di acquisire sicurezza in sé stesso e imparare a fare da solo.
UNA CAMERETTA TUTTA PER LUI
COME FARE?
Prima di tutto organizziamo lo spazio della cameretta, togliamo ogni
mobile spigoloso ed eventuali sedie o poltrone, lasciamo l’armadio e in un
angolo appoggiamo un futon o un materasso (altezza di circa 10/15 cm):
questo sarà un ottimo lettino per il vostro piccolo. Sistemiamo dei cuscini
attorno al muro in modo da attutire eventuali colpi. In questo modo per il
bimbo sarà naturale, quando si sveglia, passare dal letto al pavimento (meglio
se avete il parquet o la moquette). Si troverà in un ambiente da esplorare,
adatto a lui e senza pericoli e si sentirà più sicuro. Potete allestire un altro
angolo con un tappetone e sopra alcuni giochi, e con uno specchio alla sua
altezza. Vicino al letto sarebbe anche utile mettere alcuni piccoli scaffali in
legno alla sua portata con dentro qualche gioco e alcuni libricini; sopra al
letto e al tappetone appendete le giostrine che abbiamo descritto nelle pagine
precedenti.
Un dettaglio da non sottovalutare è la luce: i bimbi hanno paura del buio
totale, lasciategli una piccola lampada con una luce soffusa, magari con
disegni di animaletti o altri oggetti che ruotano. Quando sarà più grandicello
potrete sostituire la lampada con le stelline sul soffitto che si illuminano
quando è tutto buio.
Come fare però se il piccolo esce dalla camera e noi non lo vediamo? Non
chiudiamo la porta, ma semplicemente attrezziamola con un cancelletto in
legno che non lo lascerà uscire dalla sua tana. In questo modo il bambino sarà
più tranquillo e indipendente, non si sentirà costretto, e crescendo potrà
scegliere se alzarsi o meno e portarsi nel lettino i pupazzetti e i libri che
desidera.
L’adulto ha commesso un grande errore, credendo di essere il
creatore del bambino, di dover fare tutto per lui. Il bambino viene
considerato dall’adulto come un vaso vuoto che egli deve
riempire.
Maria Montessori
Tratto da Educazione e pace, Opera Nazionale Montessori, Roma 2004.
ATTIVITÀ DA 1 A 3 ANNI
Oggi mia figlia Alice di due anni stava giocando con le costruzioni. Pensando di farle una sorpresa
sono entrato nella camera e ho preso alcuni mattoncini per aiutarla. Ha avuto una reazione di rabbia e
mi ha lanciato addosso un cubo dicendomi “Vai via!”. Ho cercato di calmarla sostenendo che la stavo
solo aiutando, ma si è messa a urlare stizzita. Cosa è successo? Perché ha reagito così?
Un papà
Caro papà di Alice, la tua piccola urlatrice ha avuto una reazione
normalissima, perfettamente in linea con le teorie montessoriane. Quando un
bambino è molto concentrato in un’attività e un adulto interviene nel suo
gioco, si disturba la sua scoperta e sperimentazione. Anche se la tua
intenzione era aiutare la piccola e giocare con lei, in quel momento si è
sentita interrotta e bloccata nella sua attività. Aspetta che sia Alice a
chiamarti, a cercare il tuo aiuto, allora potrai intervenire ed entrare nel suo
spazio di gioco, ma sarà stata lei a farti entrare, e questo non potrà che
renderla felice e farla sentire indipendente.
Mio figlio di due anni e mezzo vuole fare tutto, si mette spesso in pericolo e non ascolta. Lo chiamo
per mangiare e dice “No, non vengo” e urla se lo vado a prendere; stiamo uscendo, si butta a terra e
dice “Non voglio uscire”, tirando calci e pugni. L’altro giorno ai giardinetti è scappato e stava
andando sulla strada. L’ho acchiappato e naturalmente l’ho sgridato: ha iniziato a urlare con tutte le
sue forze. Sono stufa di questi capricci e non so più cosa fare.
Una mamma disperata
Cara mamma disperata, tuo figlio è nel pieno dei “terribili 2”, un’età in
cui ci si oppone all’adulto e impara a dire No. È una fase di passaggio che
durerà fino ai 3 anni circa. Come dici all’inizio, il bambino in questo periodo
vuole fare tutto e si butta in ogni impresa con entusiasmo, ma è ancora
piccolo e non si rende conto dei pericoli. In questi casi occorre un divieto, un
no fermo e deciso del genitore. Stiamo attenti però a non esagerare: dato che
ha un’estrema necessità di provare, di ripetere, di scoprire, è normale che
combini qualche pasticcio. Se dice no continuamente non è un problema di
disobbedienza, a questa età infatti non può ancora essere giudizioso. Non
sono neanche capricci, è semplicemente una richiesta di poter fare da solo in
un periodo in cui sta sviluppando tante autonomie. Quando è in un momento
di ostinazione e di crisi con urla e pianti, stategli vicino, non lasciatelo solo e
non mandatelo nella sua cameretta (magari dicendogli che si è comportato
male o che è cattivo), si sentirebbe abbandonato e piangerà di più. Lasciatelo
sfogare, non spaventatevi e non drammatizzate, cercate di contenerlo
tenendolo tra le braccia, mantenete la calma e vedrete che passerà in fretta. È
importante che il bambino senta che il genitore c’è, è forte perché è presente
e fermo, e non perché urla. Vedrete che si calmerà in poco tempo e sembrerà
un altro bimbo.
L’opposizione di vostro figlio non deve diventare una lotta su chi vince, non sentitevi colpiti
se vi fa resistenza ed è collerico. Inutile mettere in atto un muro contro muro per fargli vedere
che voi siete più forti. Ricordatevi che il piccolo non ha intenzione di farvi arrabbiare, fa così
solo per dimostrare che esiste e che è un essere separato da voi, il suo io sta prendendo
forma, scopre che i suoi gesti e il suo pensiero gli appartengono. Una fase molto importante
che il bambino ha diritto di vivere.
UN AMBIENTE A MISURA DI BIMBO
QUESTO MONODO MI
APPARTIENE!
Il bambino si sente padrone degli spazi che vive, inizia un’età
estremamente ricca ed entusiasmante sia per lui che per voi, piena di
pensiero magico, scoperte e apprendimenti, dove il linguaggio
esplode diventando giorno dopo giorno sempre più ricco. Si fa strada
anche il gioco simbolico che accompagnerà la crescita del piccolo per
tutta l’infanzia.
1 Il sacco dei misteri
Questa attività è un proseguimento della scatola delle meraviglie già utilizzata quando il
bimbo era più piccolo.
Mio figlio di 4 anni e mezzo continua a farmi delle domande. A casa mi tartassa con mille perché:
“Perché il dinosauro è verde? Perché la nonna è andata a casa? Perché l’acqua fa le bolle?”. Anche
quando siamo per strada è un continuo: “Perchè ci sono le strisce? Perché il cielo è blu? Perché non
c’è il sole?”. L’altro giorno a uno dei tanti perché ho risposto: “Perché è così!”. Mi ha guardato tutto
serio e mi ha detto: “Ma questa non è una risposta”. Avete un suggerimento da darmi?
Carlo
Caro Carlo, tuo figlio è in una fase in cui compare in tutta la sua forza la
domanda. È passato dalla parola al racconto e ora può dare libero sfogo ai
suoi perché. Spesso dovrete rispondere alla stessa domanda: non stancatevi,
ripetere è un bisogno del bambino, gli serve per fissare un determinato
apprendimento. Cercate di dare delle risposte semplici che il piccolo sia in
grado di capire, se vi fa una domanda complicata e non sapete cosa
rispondere non inventate risposte strane e non liquidate la questione
dicendogli “adesso basta”. Meglio dirgli semplicemente che non lo sapete,
per lui sarà comunque importante capire che lo state ascoltando e che ci siete.
Spesso le domande sono anche una richiesta di attenzione, è normale per il
bimbo cercare sicurezza in un momento di forte affermazione della sua
indipendenza.
Il bambino continua a sperimentare e i perché fanno parte della sua curiosità inesauribile
che lo porta a scoprire il mondo. Bisogna armarsi di pazienza ed essere subito pronti a dare
una risposta.
CHE DISASTRELLO!
Dai 3 anni possiamo introdurre ancora qualche modifica nella nostra casa.
Vostro figlio cresce e ha bisogno di continuare a esplorare nuovi
apprendimenti e a fare sempre più da solo.
UN POSTO DOVE NASCONDERSI
Quando vedete che si nasconde sotto il tavolo o cerca di infilarsi dietro le
porte e se gli dite “ma cosa fai lì sotto? vieni subito fuori, non si sta sotto il
tavolo” lui vi urla di lasciarlo stare o si mette a piangere, è arrivato il
momento per costruire insieme un posto tutto suo dove potrà nascondersi.
Anche lui ha infatti bisogno, come gli adulti, di uno spazio solo suo dove
appartarsi ogni tanto. In commercio trovate diverse casette già pronte, che
possono essere una soluzione rapida se avete poco tempo, ma se riuscite
dedicate qualche ora alla costruzione di un rifugio per il vostro piccolo. Non
serve molto, procuratevi una tela colorata o trasparente (va bene anche una
tenda che non usate più), cercate poi nella sua stanzetta un angolo che possa
andare bene per tirare una cordicella, magari utilizzando una parte di
armadio (tra armadio e muro) potete fare in modo di creare una capanna
dove vostro figlio potrà infilarsi quando sente il desiderio di stare da solo.
Sarà lui poi a inventarsi tante cose, potrà metterci dentro un cuscino, una
seggiolina, i suoi pupazzi preferiti, gli animaletti e dare libero sfogo al gioco
simbolico che fa parte della sua crescita. Un’altra idea potrebbe essere
costruire una casetta con uno scatolone. Procuratevi degli scatoloni e
buttatevi in questa impresa con il vostro bimbo. Qualunque risultato otterrete
sarà sicuramente divertente.
DOVE DISEGNARE?
Spesso capita di svegliarsi al mattino e di trovare sul muro un bel cerchio
o tante righe colorate. Il piccolo creativo si è buttato nella scoperta di un
nuovo posto dove disegnare! Create un posto dove potrà farlo
tranquillamente senza colorare il muro di casa. Prendete della carta da pacco
bianca e fissatela sulla parete della sua cameretta oppure in corridoio.
Lasciategli uno spazio grande, poi dite al bambino che su questo grande
foglio potrà colorare e disegnare a piacimento, ma sul muro no, in modo
fermo e deciso. Il bambino non vuole farvi un dispetto e se voi gli create
questo angolo non gliela darete vinta. Anche il foglio sul muro avrà una
breve durata, ogni cambiamento e modifica che si opera in casa è infatti in
funzione della sua crescita e della sua voglia di scoprire, che non va mai
soffocata ma indirizzata.
MI VESTO IO
Come abbiamo già visto ora il bambino vuole fare da solo. Lasciatelo fare
anche quando manifesta il desiderio di vestirsi e di lavarsi. Se lo lavate e lo
vestite voi sicuramente accorcerete i tempi ma rischiate di rallentare il suo
cammino verso la conquista di autonomia. Anche qui dovete prendere alcuni
accorgimenti. In bagno vuole lavarsi da solo? Lasciategli uno sgabello vicino
al bidet con appoggiato un sapone, il suo dentifricio, lo spazzolino e una
salvietta. Il mattino e la sera potrà così andare da solo in bagno ed essere
indipendente.
Anche per quanto riguarda il vestirsi da solo dategli la possibilità di farlo.
All’inizio per facilitarlo lasciategli a disposizione indumenti adatti alle sue
capacità: pantaloncini con l’elastico, magliette senza bottoni e scarpine con il
velcro. Fateglieli trovare su una seggiolina o una panchetta nella sua
cameretta. Quando avrà imparato potrete introdurre anche la scelta dell’abito
per il giorno dopo: prima di andare a letto il bambino può scegliere i vestiti
(magari fra due capi, per non creargli troppa confusione), potrà sistemarli
sulla seggiolina e la mattina dopo vestirsi.
È importante che il bambino abbia il tempo di interiorizzare ogni nuovo
cambiamento introdotto: in questo modo si creerà un rituale e per il piccolo
sarà più facile metterlo in atto.
1 Potrete trovare ulteriori informazioni in D. Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a
gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici, BUR, Milano 2015.
BIBLIOGRAFIA
Grazia Honegger Fresco, Abbiamo un bambino. Il bambino dalla nascita ai tre anni. La
guida pratica e completa per i nuovi genitori, Edizioni Red, Milano 2004.
Daniele Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli
più sicuri e felici, BUR, Milano 2015.
Alberto Oliverio e Anna Oliverio Ferraris, Le età della mente, BUR, Milano 2005.
Silvia Vegetti Finzi, A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai 5 anni,
Mondadori, Milano 1994.
INDICE DELLE ATTIVITÀ
FINO A 1 ANNO
La giostrina sospesa
Con le mani e con la voce
Il tappetone dove toccare
Assaggiare gli oggetti
I cuscini tattili
Il fantoccio di pezza
Tutto cade!
Tutto suona!
Il cucù
I barattoli magici
DA 1 A 3 ANNI
La scatola delle meraviglie
Le bottiglie da suonare
Trascino e spingo
Apro e chiudo!
Evviva travasare!
Infilo tante cose
Allaccio e slaccio
Travaso! (nella vasca)
Insapono! (in bagno)
Pesco! (in cucina)
I giochi con la sabbia
DAI 3 AI 6 ANNI
Il sacco dei misteri
La scatola dei travestimenti
La cassettina degli strumenti musicali
Quanti colori!
Una piccola biblioteca
Impasto con le mani
Faccio da mangiare!
Gioco alle faccende
I giochi di precisione
Gioco con le lettere e i numeri
Gioco con gli altri
Un compleanno speciale
Imparo a litigare bene
.
Frontespizio 5
Il Libro 1
L'autrice 2
Introduzione 8
DOVE SONO? 12
Attività fino a 1 anno 13
Dove sono 13
1 La giostrina sospesa 14
2 Con le mani e con la voce 17
3 Il tappetone dove toccare 19
4 Assaggiare gli oggetti 21
5 I cuscini tattili 23
6 Il fantoccio di pezza 25
7 Tutto cade! 27
8 Tutto suona! 29
9 Il cucù 31
10 I barattoli magici 33
Ho un problema, cosa faccio? 35
Una cameretta tutta per lui 36
CHE BELLO ESPLORARE! 37
Attività da 1 a 3 anni 38
CHE BELLO ESPLORARE! 38
1 La scatola delle meraviglie 39
2 Le bottiglie da suonare 41
3 Trascino e spingo 43
4 Apro e chiudo! 45
5 Evviva travasare! 47
6 Infilo tante cose 49
7 Allaccio e slaccio 51
8 I giochi con l’acqua 53
Nella vasca (travaso!) 53
In bagno (insapono!) 55
In cucina ((pesco!) 57
9 I giochi con la sabbia 59
Ho un problema, cosa faccio? 61
Un ambiente a misura di bimbo 63
QUESTO MONDO MI APPARTIENE! 65
Attività dai 3 ai 6 anni 66
1 Il sacco dei misteri 67
2 La scatola dei travestimenti 69
3 La cassettina degli strumenti musicali 71
4 Quanti colori! 75
5 Una piccola biblioteca 77
6 Impasto con le mani 79
7 Faccio da mangiare! 82
8 Gioco alle faccende 85
9 I giochi di precisione 89
10 Gioco con le lettere e i numeri 91
11 Gioco con gli altri 93
12 Un compleanno speciale 95
13 Imparo a litigare bene 97
Litigare bene di Daniele Novara 97
Ho un problema, cosa faccio? 100
Che disastrello! 101
Un ambiente a misura di bimbo 102
Bibliografia 104
Indice delle attività 105