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Imparare toccando, spostando, assaggiando, riempiendo, facendo rotolare:

l’educazione che passa attraverso l’attività manuale è il cuore del metodo


montessoriano. Già nei primi mesi il bambino impara, e grazie agli stimoli
dell’ambiente che lo circonda inizia a conoscere il mondo e a muovere i primi
passi verso l’autonomia. E ogni genitore, a casa, può contribuire attivamente
a questa crescita, in un modo leggero e divertente, ma realmente utile per lo
sviluppo del suo bambino. Costruire una giostrina sospesa, organizzare un
tappeto tattile: sono attività alla portata di tutti ma fondamentali per esplorare
il mondo, la consistenza dei materiali, gli spazi e i tempi dell’autonomia che
potete regalare a vostro figlio.
Semplici ma dettagliatissime attività, divise in fasce d’età e arricchite di
illustrazioni che aiutano a mettere in pratica i passi da seguire. Potrete
trasformare banali oggetti domestici come recipienti, cerniere, scope o
cuscini in magici giochi per i vostri bambini. E nel farlo, saprete di aiutarli a
crescere più concentrati, più creativi e consapevoli.
MARTA VERSIGLIA è pedagogista e insegnante di scuola primaria.
Segue sul territorio la ricerca e l’applicazione del metodo Litigare Bene.
Lavora per i bambini nel servizio di consulenza pedagogica presso il CPP di
Piacenza e Milano. Scrive regolarmente su “Conflitti. Rivista italiana di
ricerca e formazione psicopedagogica”. È autrice, con la logopedista Livia
Illing, del libro Imparare l’italiano giocando.
Nella stessa collana
Stefania Andreoli
Mamma, ho l’ansia
Asha Dornfest
Mamma no stress
John Gottman (con Joan DeClaire)
Intelligenza emotiva per un figlio
Dorothy Law Nolte e Rachel Harris
I bambini imparano quello che vivono
I ragazzi imparano quello che vivono
Andrew G. Marshall
Proteggi il tuo matrimonio dai figli
Daniele Novara
Litigare fa bene
Punire non serve a nulla
Urlare non serve a nulla
Anna Oliverio Ferraris
Il cammino dell’adozione
Dai figli non si divorzia
Piccoli bulli e cyberbulli crescono
Pronti per il mondo
Tuo figlio e il sesso
Gustavo Pietropolli Charmet e Laura Turuani
Narciso innamorato
Elisabetta Rossini e Elena Urso
I bambini devono fare i bambini
Di bambini e altre magie
Laura Turuani e Davide Comazzi
Mamme avatar
MARTA VERSIGLIA
IMPARARE GIOCANDO
Attività Montessori per te e il tuo bambino, per crescere insieme
divertendosi
Illustrazioni di Laura Addari
A cura di Daniele Novara
Proprietà letteraria riservata
© 2017 Rizzoli Libri S.p.A. / BUR Rizzoli
eISBN 978-88-58-69062-8
Illustrazioni di Laura Addari / Studio PYM
Progetto grafico: Lorenzo Gianni / Wise
Prima edizione BUR Parenting settembre 2017
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In copertina:
illustrazione di Laura Addari / studio pym
Art Director: Francesca Leoneschi
Graphic Design: Alice Iuri / theWorldofDOT
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
A Daniele
INTRODUZIONE

Ogni giorno trascorro del tempo con i bambini, prima a scuola, poi nel
mio studio, dove ho uno spazio di gioco tutto per loro, e infine a casa con un
nipotino felicemente acquisito. Sono contenta di questo scambio continuo
con i piccoli, dell’energia che ogni giorno mi trasmettono, del mondo magico
che posso ancora esplorare, toccare e in cui far finta di credere, ma anche
delle sfide che mi riservano.
Partendo dalla mia esperienza, ho raccolto in questo libro giochi e attività
da proporre ai vostri figli, in base alla loro fascia d’età, e spero possano
aiutarvi a incontrare i più piccoli con un pizzico di leggerezza e fantasia (che
troppo spesso noi grandi ci dimentichiamo di avere).
Il gioco scandisce ogni momento della vita del bambino, dalle prime
attività di scoperta del proprio corpo, agli oggetti che lo circondano, fino a
quelle più complesse dove mette in azione tutta la sua immaginazione. Il bebè
giocando scopre se stesso e il mondo che lo avvolge, da subito è fortemente
affascinato dalle persone che lo accudiscono e dagli oggetti che si trova di
fronte. Tutto lo attrae e ben presto giocare diventa per lui un’esigenza che lo
accompagnerà per l’intera infanzia.
Da qui la necessità di recuperare il grande bagaglio di idee, giochi e
attività che ci ha lasciato Maria Montessori. Il suo pensiero è sempre attuale,
oggi più che mai. La sua idea di bambino protagonista e libero ha
rivoluzionato un’epoca e può esserci di grande aiuto nella crescita dei figli.
Il metodo di Maria Montessori è basato sull’esperienza diretta, in
primo luogo sensoriale, mediata dal gioco e non dall’intervento
dell’adulto. Vi è una grande attenzione alla centralità dei bambini e allo
sviluppo delle loro potenzialità.
In primo luogo l’ambiente deve essere a misura di bimbo: un ambiente
ben organizzato consente di ridurre al minimo gli interventi degli adulti.
Maria Montessori critica il fatto che in genere si impedisca al bambino di
“gettarsi a terra, di strisciare” e lo si obblighi a camminare insieme agli adulti
per “abituarlo a non avere capricci”: ma è proprio insito nella natura di ogni
bambino questo suo grande “bisogno di muoversi”.
Scopo dell’educazione quindi non è addestrare, bensì aiutare i piccoli a
sviluppare le loro energie; i bambini non sono recipienti da riempire e pagine
bianche da scrivere.
E qui risiede l’importanza del grande insegnamento di Maria
Montessori: lasciamoli fare da soli!
Il bambino ha fortemente bisogno di fare da solo. Quando ci sostituiamo
troppo a lui nelle azioni quotidiane, quando facciamo le cose al posto suo
invece di incoraggiarlo ad essere autonomo – anche se guidati dalle migliori
intenzioni – non solo gli impediamo di farcela ma gli provochiamo altresì un
danno.
Gli adulti sono spesso troppo preoccupati di farsi obbedire o di non
perdere il controllo della situazione (“chissà cosa dice la gente se il mio
piccolo fa così…”), ed ecco allora che intervengono anche quando non ce n’è
bisogno, cercando di organizzare la vita del figlio in tutto e per tutto,
rischiando così di soffocare le sue attività spontanee.
Bisogna ricordare che il bambino potrà sviluppare fiducia in se stesso
solo grazie a errori, prove e tentativi. Un attaccamento e un aiuto eccessivo
creano al contrario dipendenza: l’adulto diventa estremamente servizievole e
il bambino passivo, svogliato e tirannico. Il ruolo dell’adulto non è questo,
ma è sostenere il bambino nelle sue attività costruttive, incoraggiandolo e
accompagnandolo a fare senza interruzioni.
Maria Montessori affermava la necessità di dare fiducia ai bambini. Per
questo parla di libertà da restituire ai bambini. Occorre “liberare” il bambino
eliminando tutto ciò che ostacola il suo sviluppo spontaneo grazie a un
ambiente organizzato e con gli opportuni limiti che lo aiutino a raggiungere la
propria indipendenza. L’obiettivo principale del metodo montessoriano infatti
è la “normalizzazione” del bambino: il processo attraverso cui il piccolo
raggiunge da solo la capacità di utilizzare le sue potenzialità.
In queste pagine troverete una serie di attività dove il bambino può,
in base all’età, sperimentare e fare da solo. L’adulto non si sostituisce alle
sue fatiche, ma ha l’importante compito di facilitatore poiché rende
disponibili al bambino quei giochi che possono essergli utili in un
determinato momento della sua crescita. Non è necessario che giochiamo con
lui, possiamo essere vicini, ma nello stesso tempo dedicarci ad altri compiti.
Non sostituiamoci alle scoperte e agli sforzi del piccolo dandogli l’oggetto
giusto o agendo al suo posto. Possiamo offrigli il supporto che serve, quando
il bambino chiede ad esempio di tagliare o incollare qualcosa, di legare delle
corde, di spostare un oggetto pesante o prenderne uno dall’alto. Ricordiamoci
che è il bambino l’inventore e il creatore del proprio gioco, l’adulto facilita
solo la sua impresa.
I giochi raccontati nel libro non si trovano già pronti in commercio,
sarà grazie alla vostra fantasia e abilità che prenderanno forma e
diventeranno qualcosa di unico per il vostro piccolo. In ogni caso non
allarmatevi, non c’è nulla di così complicato da costruire, ogni cosa proviene
da materiale di recupero o da oggetti che si usano quotidianamente, ce la
potete fare!
Il bambino è estremamente interessato agli oggetti veri, proprio per il suo
bisogno di conoscere il mondo intorno a lui, e i giochi qui riportati
soddisfano anche questa sua necessità rendendolo padrone delle sue scoperte.
Siete pronti a guidare i vostri piccoli esploratori?
Un grazie ai miei genitori per avermi lasciato giocare tanto
e un grazie a tutti i bimbi che ho incontrato e che incontrerò.
IMPARARE GIOCANDO
Dicono che bisogna insegnare ai bambini ad amare la madre, il
padre, la maestra… E chi è questo maestro d’amore che vuole
insegnare ai bambini ad amare? Colui che giudica capricci tutte
le loro manifestazioni e che pensa alla propria difesa contro di
loro?
Maria Montessori
Tratto da Il bambino in famiglia, in «Il quaderno Montessori», n. 115, autunno 2012.
ATTIVITÀ FINO A 1 ANNO

DOVE SONO?
I bambini iniziano ad approcciarsi al mondo esterno attraverso i sensi.
Suoni, odori, sensazioni tattili, gusti, colori: per loro tutto è nuovo e da
scoprire. Attraverso il gioco entrano in contatto con ciò che li circonda,
e così facendo esplorano, imparano a crescere e a compiere i primi
passi verso l’autonomia.
I PRIMI GIOCHI Fin dall’inizio un neonato è in grado di vedere ciò che viene posto a circa 25/30
centimetri dai suoi occhi – la distanza che vi è fra il suo sguardo e quello della mamma durante
l’allattamento – e di riconoscere semplici forme. Ecco una raccolta di giochi utili nei primi mesi di vita.
1 La giostrina sospesa
COSTRUZIONE DEL GIOCO
Procuratevi una bacchetta di legno con 5 o 6 fori, cordoncini di tessuto,
palline di legno di dimensioni e colori diversi, e campanellini.
Infilate nei fori laterali della bacchetta un cordoncino lungo circa 50 cm,
legate le estremità con un nodo e appendetelo al soffitto sopra la culla. In tutti
gli altri fori infilate altri cordoncini e ad ognuno aggiungete le palline e i
campanelli, sempre fissandoli con dei nodi.
È anche possibile costruire una giostrina ancora più semplice: legate con
un filo di lana quattro cannucce formando una croce. Tagliate altri 4 fili di
lana (lunghi circa 40 cm) e infilate in ognuno di questi una forma diversa
(cerchio, quadrato, triangolo, rettangolo) realizzata con cartoncini colorati.
Legate il capo del filo all’estremità di ogni cannuccia.
A COSA SERVE IL GIOCO
A 3/4 mesi il bebè ha un forte desiderio di guardarsi attorno, è il suo
primo modo per conoscere se stesso e il mondo in cui si trova. Questi giochi
sospesi catturano il suo interesse consentendogli di soddisfare tale necessità.
Il vostro bimbo all’inizio osserverà il gioco seguendone il movimento,
successivamente avrà il desiderio di toccare gli oggetti tentando dei
movimenti verso di esso. Lasciatelo fare, per lui sono i primi momenti di
esplorazione di ciò che lo circonda, imparerà a vivere le prime piccole
frustrazioni e infine a farcela da solo. Solo dopo il quinto mese riuscirà,
prendendosi tutto il tempo necessario, a far muovere da solo la giostrina e a
creare dei suoni, sperimentando la coordinazione tra occhio e mano.
2 Con le mani e con la voce
Una serie di giochi da iniziare da subito e continuare per tutto il primo anno di vita sono
quelli dove gli adulti utilizzano le proprie mani e la propria voce.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Recitate una filastrocca o cantate una canzoncina (o una ninna nanna)
toccando il vostro bimbo; toccategli le manine, le parti del corpo,
accarezzatelo.
Parlate con lui mentre lo cambiate, quando lo lavate, quando giocate o
mentre vi osserva durante lo svolgimento di un’attività. Ripetetegli quello che
state facendo e usate il linguaggio in modo chiaro e semplice.
GIOCO SULLE GINOCCHIA
Tenete il bimbo per le mani seduto sulle vostre gambe e dondolatelo
cantandogli una filastrocca o semplicemente dicendogli “uno, due, tre…”,
dategli un tempo con la vostra voce e il movimento, dondolatelo avanti e
indietro per un po’, infine buttatelo all’indietro sulle gambe dicendo “tutti
giù…”.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il bambino è molto interessato ai suoni, osserva come sono pronunciati,
guarda la bocca che si muove e cerca di ripeterli. È proprio attraverso
l’imitazione degli adulti che si struttura il suo apprendimento, compreso il
linguaggio. Nel gioco sulle ginocchia il vostro bimbo vi seguirà con grande
attenzione, sarà stimolato dalla vostra voce, dal ritmo, dal movimento.
Risponderà alle vostre parole con gorgheggi e versetti quando è più piccolo e,
ripetendo il tutto più avanti, sarà bellissimo vederlo alla fine lasciarsi andare
sulle vostre gambe con una allegra risata. Acquisirà così un senso di estrema
fiducia verso chi lo sta accompagnando nella scoperta del mondo.
3 Il tappetone dove toccare
Nei primi mesi di vita la posizione ideale per il bambino è quella orizzontale, a pancia in
su, in giù o su un fianco.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Dopo i primi tempi passati nella culla e in braccio alla mamma, possiamo
predisporre per il nostro cucciolo un tappetone o una coperta sul pavimento.
Nei primi mesi circondiamo il tappetone con cuscini grandi per proteggerlo, e
altri piccoli e morbidi da afferrare. Inizierà così, da sdraiato, ad avere uno
spazio da perlustrare più ampio e aperto rispetto alla culla. Potrete sistemare
diversi oggetti da toccare, guardare, mettere in bocca (sonagli, palle,
pupazzetti, cubi, da cambiare ogni volta che il bimbo esaurisce l’interesse).
Anche sopra al tappetone può essere appesa una giostrina (sempre a circa
30 cm dal bambino) da decorare a vostro piacimento; oppure una corda con
appeso un anello in legno, di circa 8/10 cm di diametro e di 1 cm di spessore,
che il bimbo potrà prima osservare e poi, dai 4 mesi, cercare di afferrare con
le manine.
A COSA SERVE IL GIOCO
Nei suoi primi mesi il bambino potrà fare alcuni spostamenti in un
ambiente protetto e adatto al suo movimento diventando un piccolo
esploratore. È proprio quando comincia a stare seduto con sicurezza, intorno
ai 7/8 mesi, che prende il via un periodo di intenso desiderio di conoscere
ogni oggetto. Tutto diventa interessante e da scoprire: il barattolo dello
yogurt, le mollette per il bucato, contenitori di varie misure, tappi, tessuti,
lacci. Ed è un periodo di estrema sensibilità: gira la testa a ogni suono e
quando lo chiamate, sbatte i giochi sul tavolo o sul pavimento per fare
rumore, si passa gli oggetti da una mano all’altra. Sono i momenti in cui ha
inizio la coordinazione oculo manuale e non solo.
Da quando comincia lo striscio (8 mesi circa) e in seguito il
gattonamento, il vostro bimbo si dedicherà a esplorare la casa, lasciatelo
libero e organizzate lo spazio in modo che non vi siano elementi di ingombro
o di pericolo, è un gioco fondamentale per lo sviluppo della sua mente. Dai 9
mesi inizierà anche a sorridere a se stesso guardandosi allo specchio. L’ideale
è appendere uno specchio rettangolare alla base della parete vicino al
tappetone in modo da permettere al piccolo di guardarsi. All’inizio il
bambino troverà conferma della propria unità corporea separata dalla mamma
e del suo senso di onnipotenza, in seguito cercherà di capire chi è
quell’“altro” che non riesce a catturare. Solo verso i due anni scoprirà, con
grande gioia, di essere lui quell’“altro”.
4 Assaggiare gli oggetti
Nei primi mesi di vita il bambino porta tutto alla bocca, non allarmiamoci e incoraggiamo
questa sua modalità conoscitiva.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Mettiamo a disposizione del bimbo alcuni oggetti sicuri da “assaggiare”
lasciandolo fare tranquillamente.
Proviamo a dargli qualcosa di diverso rispetto ai soliti giochini di plastica
che si trovano in commercio, l’ideale infatti è fargli provare sensazioni
diverse: un oggetto liscio e freddo come il metallo, ruvido e caldo come il
legno, morbido come un pupazzo di gomma. Mettiamoli vicini al bambino e
quando li avrà assaggiati per un po’ cambiamoli con altri, e ruotiamoli giorno
dopo giorno.
A COSA SERVE IL GIOCO
Per il bebè “assaggiare” è lo strumento per conoscere ciò che ha in mano:
portandolo in bocca lo mette in contatto con la lingua, che essendo piena di
terminazioni nervose sensibili trasmette alla sua mente informazioni, senso di
piacere e sicurezza. In questo modo conoscerà la natura dei materiali,
eserciterà l’olfatto, il gusto, acquisirà la forma e la dimensione degli oggetti.
Il vostro piccolo scoprirà con la bocca, le labbra e la lingua tutto ciò che
trova alla sua portata, comprese le vostre mani, la vostra pelle, i vostri capelli.
Con la bocca e con le mani sentirà la durezza, la morbidezza, il caldo o il
freddo degli oggetti che maneggia. Sta a voi organizzare per vostro figlio una
serie di oggetti da poter tranquillamente mettere in bocca e se succede che
“assaggerà” qualcosa di igienicamente poco opportuno non facciamone un
dramma: questa esplorazione darà al bambino sicurezza nelle sue azioni e
fiducia verso l’adulto che lo sostiene e lo accompagna.
5 I cuscini tattili
COSTRUZIONE DEL GIOCO
Procuratevi dei pezzi di stoffa di tipo diverso (cotone, seta, velluto, lino),
ago, filo e forbici, palline e cubetti di legno, nocciole, noci, fagioli secchi,
riso.
Ritagliate sulle stoffe sagome di forme semplici e cucitele molto
saldamente da ogni lato, lasciando una parte aperta da riempire con quello
che desiderate; una volta riempito il sacchetto cucitelo completamente.
Assicuratevi che sia chiuso saldamente da tutti i lati e datelo al vostro
bimbo.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il bambino avrà la possibilità di toccare questi piccoli cuscini contenenti
materiali diversi sperimentandone la consistenza, la morbidezza o la
ruvidezza, potrà maneggiarli, spostarli, buttarli, riprenderli, portarli alla
bocca.
I suoi sensi sono molto sviluppati: sensazioni tattili, odori, suoni, colori e
gusti sono qualcosa di nuovo ed eccitante e grazie al contatto con oggetti
diversi imparerà passo passo a conoscere il mondo.
6 Il fantoccio di pezza
COSTRUZIONE DEL GIOCO
Vi serviranno, come per l’attività precedente, pezzi di stoffa, ago, filo e
forbici, lana o ovatta per imbottire, nastrini, fili di lana, nappine.
Disegnate sulla stoffa la sagoma che desiderate in due copie (la più
semplice può essere un ovale con due prolungamenti laterali in modo da
creare un fantoccio con le braccia; oppure la sagoma stilizzata di un
animaletto come un gattino o un cagnolino) e ritagliatele. Cucite insieme le
due sagome e riempitele. Poi decoratele come preferite mettendo fili di lana,
nastrini, ecc. Più il bimbo è piccolo più l’oggetto deve essere semplice, senza
tante decorazioni, in particolare vanno evitati bottoni e materiale che può
essere ingoiato (per fare gli occhietti basta dipingere due palline con i colori
per tessuti).
A COSA SERVE IL GIOCO
Anche in questo caso il bambino avrà la possibilità di toccare i fantocci di
materiale diverso sperimentandone la morbidezza e la consistenza, potrà
assaggiarli e stringerli.
Queste attività lo aiutano a concentrarsi su una determinata cosa, vedrete
che il vostro piccolo si occuperà dell’oggetto come se lo stesse studiando,
osserviamo le sue mosse e capiremo quando l’interesse per un fantoccio si
esaurirà. Sarà nostro compito quindi mettergliene a disposizione un altro
diverso che subito catturerà la sua attenzione.
7 Tutto cade!
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Quando il bambino inizia ad afferrare gli oggetti e li lascia cadere
diamogli l’opportunità di farlo al meglio offrendogli ciò che è più adatto alla
sua sperimentazione: prima un gomitolo di lana, una pezzuola morbida e
colorata o un pupazzetto di stoffa, e poi oggetti che fanno rumore (un
cucchiaino, un bicchiere di plastica, una scatoletta di legno). Ben presto il
piccolo getterà a terra ogni cosa a sua portata per poi farselo ridare da voi.
A COSA SERVE IL GIOCO
Si tratta di un gioco bellissimo per i bambini e che continuerebbero a fare
per ore, un’esperienza indispensabile per la loro crescita che rappresenta
l’andare e il venire, il partire e il tornare. Questo permetterà al piccolo di
separarsi dai genitori senza traumi e di apprendere due principi universali: di
essere egli stesso la causa di un avvenimento, quindi di poter a suo modo
agire sul mondo, e che qualsiasi cosa ha un peso e se lanciata in aria ricade a
terra.
Non stancatevi di ridargli l’oggetto, questo gioco non durerà per sempre,
ma in questa fase di crescita è molto importante che il bambino abbia la
possibilità di farlo.
LA RIPETIZIONE
Una caratteristica comune a tutti i bimbi è il ripetere all’infinito ogni
nuova scoperta (giochi, storie, oggetti, movimenti come battere le mani,
buttare a terra qualcosa, batterlo contro il tavolo, alzarsi e sedersi, aprire un
cassetto o una scatola, afferrare un oggetto). Non basta farlo una volta ma
continuare ancora e ancora, ed è proprio attraverso la ripetizione che i piccoli
imparano a padroneggiare ogni attività nuova e interessante.
8 Tutto suona!
Verso i 5 mesi il bambino riesce a tenere in mano un oggetto che non è appeso e a un
certo punto si accorgerà che se scuote un sonaglino si produce un suono, allora lo ripeterà
diverse volte tentando di far suonare altri oggetti che avrà tra le mani. È il momento di
mettergli a disposizione vari oggetti che riproducono suoni diversi.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Scegliete alcuni sonagli di varie forme (rotonda, ovale, triangolare),
materiali diversi (legno, metallo, stoffa, pelle), peso e colore differente, e
alternateli porgendoli al bimbo uno alla volta.
A COSA SERVE IL GIOCO
Intorno ai 5/6 mesi il piccolo riesce ad associare un suono a un’immagine
e a comprendere che una sua azione ha delle conseguenze, capisce che se
tocca un certo oggetto produce un suono.
Dopo i 7 mesi inizia a sviluppare la coordinazione tra occhio, mano e
orecchio. Si accorge che il suo movimento crea un suono diverso a seconda
di come lo scuote. In breve riuscirà a posare gli oggetti con maggiore
precisione e a coordinare il movimento tra le due mani che si passano gli
oggetti e le dita che gli permettono di prendere e lasciare. Vedrete il vostro
piccolo come sarà felice di produrre suoni e se gli risponderete
incoraggiandolo vi riempirà di sorrisi e gorgheggi.
Con questo gioco ha inizio un primo approccio alla musica fatta dal
bimbo stesso. Sicuramente è molto importante anche l’ascolto e il canto di
canzoni, ma quando è lui a produrre un suono o una musica è ancora più
significativo. Quello che il bambino fa in prima persona è un’esperienza vera
che aumenta la sua conoscenza e gli dà piacere.
9 Il cucù
Intorno ai 6/7 mesi il bambino è in grado di ritrovare un oggetto che qualcuno nasconde e
di ridere quando lo rivede. Sono i primi giochi a nascondino.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


• nascondete il vostro viso con le mani e poi scopritelo dicendo “cucù”
• nascondete il viso del papà dietro a un tovagliolo poi scopritelo
dicendo “cucù… ecco il papà”
• nascondete un oggetto sotto un tovagliolo o una pezza o dentro a una
scatola e poi dite “non c’è più…” poi scopritelo dicendo “eccolo!”
• nascondete una pallina o un tappo nella vostra mano e dite al
bambino “non c’è più… dov’è?”, quando il piccolo indicherà una mano o
entrambe, apritela e uscirà la pallina “eccola!”.
Verso i 9/10 mesi potete anche nascondervi voi dietro al divano, a un
muro o sotto una coperta, chiamarlo e dopo qualche secondo farvi rivedere
dicendo “eccomi qua”.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il gioco del nascondino aiuta il bimbo ad acquisire fiducia verso l’adulto
e a intraprendere i primi passi verso la sua separazione.
Il bambino inizierà così il lungo processo dell’indipendenza dal genitore,
l’oggetto che scompare ma poi ritorna gli consentirà di controllare la paura
dell’abbandono della figura amata.
Osservatelo attentamente durante il gioco: l’oggetto non c’è più ma poi
ritorna sempre e quando ricompare vostro figlio accoglierà l’evento con risate
sonore che segnano proprio il momento in cui si rassicura e capisce che una
cosa va via ma poi ritorna, ed è proprio questo che gli consentirà di impare a
vivere con meno sofferenza ogni distacco.
10 I barattoli magici
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Prendete un barattolo di caffè con un coperchio in plastica e tagliate nel
coperchio una forma desiderata (ad esempio un quadrato o un cerchio),
rimettere il coperchio in modo che il bambino possa toglierlo da solo.
Lasciate a disposizione del bambino cubetti di legno o altri oggetti che
possano passare all’interno della forma ritagliata (tappi di sughero, palline di
pezza, noci, castagne, pigne, mollette). Il bambino dovrà infilare i vari oggetti
nel buco e alla fine ritrovarli dopo aver tolto il coperchio.
Potete anche rivestire il barattolo con una carta colorata (in modo da
renderlo più gradevole e meno pericoloso al tatto). Un’alternativa al barattolo
di caffè può essere una scatola di cartone (le scatole delle scarpe ad esempio
vanno benissimo).
A COSA SERVE IL GIOCO
Fa sempre parte del gioco del nascondere, si tratta di ritrovare l’oggetto
che scompare, che non si vede più. In questo gioco è il bambino stesso che
buttando l’oggetto dentro il buco lo fa scomparire. Vedrete il vostro piccolo
con quanto impegno e interesse proverà a infilare i vari oggetti che ha a
disposizione dentro alla fessura, li vedrà improvvisamente scomparire e poi
con quanta sorpresa ritroverà gli stessi oggetti: una magia assoluta!
Lasciamolo fare da solo, non mettiamogli fretta perché arrivi velocemente
a scoprire dove sono gli oggetti. È necessario che il bambino si prenda i suoi
tempi, incoraggiatelo ma non fate nulla che lui possa fare da solo, quando il
piccolo sarà pronto ci arriverà autonomamente. Scoprire da soli è molto
meglio che vedere come si fa!
HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Il mio bambino dorme ancora nella culla vicino al nostro letto ma tra poco avrà bisogno di un
lettino. Tutti mi consigliano di prendere quello classico con le sbarre, perché è comodo e soprattutto
sicuro. Però la cosa non mi convince, mi sembra una gabbia... sarà la scelta giusta? C’è qualche
alternativa?
Grazie, Sara
Cara Sara, spesso gli adulti pensano che mettere un bambino alla propria
altezza (seggiolone, sdraietta) o dentro recinti (box o lettino con sbarre) sia la
soluzione migliore per controllare il piccolo e per dargli maggiore protezione
e sicurezza. Non sempre è così, al contrario spesso le cause di ferite o traumi
anche lievi a danno dei bambini sono proprio dovute a queste “protezioni”.
Per quanto riguarda il lettino prova un attimo a immaginare di essere nei
panni del tuo piccolo e di essere dentro al lettino con le sbarre. Stai
dormendo, ti svegli e ti vedi sovrastato da queste sbarre, cosa fai? È normale
mettersi a piangere e cercare il conforto di un adulto. Un’alternativa in stile
montessoriano è quella di costruire un lettino adatto a incentivare la continua
ricerca di autonomia ed esplorazione del bambino.
Al posto di portare i bambini alla nostra altezza proviamo ad abbassarci alla loro, teniamo i
bimbi il più possibile a terra: niente di più sicuro per il cucciolo di casa e sicuramente il luogo
ideale per consentirgli di acquisire sicurezza in sé stesso e imparare a fare da solo.
UNA CAMERETTA TUTTA PER LUI

COME FARE?
Prima di tutto organizziamo lo spazio della cameretta, togliamo ogni
mobile spigoloso ed eventuali sedie o poltrone, lasciamo l’armadio e in un
angolo appoggiamo un futon o un materasso (altezza di circa 10/15 cm):
questo sarà un ottimo lettino per il vostro piccolo. Sistemiamo dei cuscini
attorno al muro in modo da attutire eventuali colpi. In questo modo per il
bimbo sarà naturale, quando si sveglia, passare dal letto al pavimento (meglio
se avete il parquet o la moquette). Si troverà in un ambiente da esplorare,
adatto a lui e senza pericoli e si sentirà più sicuro. Potete allestire un altro
angolo con un tappetone e sopra alcuni giochi, e con uno specchio alla sua
altezza. Vicino al letto sarebbe anche utile mettere alcuni piccoli scaffali in
legno alla sua portata con dentro qualche gioco e alcuni libricini; sopra al
letto e al tappetone appendete le giostrine che abbiamo descritto nelle pagine
precedenti.
Un dettaglio da non sottovalutare è la luce: i bimbi hanno paura del buio
totale, lasciategli una piccola lampada con una luce soffusa, magari con
disegni di animaletti o altri oggetti che ruotano. Quando sarà più grandicello
potrete sostituire la lampada con le stelline sul soffitto che si illuminano
quando è tutto buio.
Come fare però se il piccolo esce dalla camera e noi non lo vediamo? Non
chiudiamo la porta, ma semplicemente attrezziamola con un cancelletto in
legno che non lo lascerà uscire dalla sua tana. In questo modo il bambino sarà
più tranquillo e indipendente, non si sentirà costretto, e crescendo potrà
scegliere se alzarsi o meno e portarsi nel lettino i pupazzetti e i libri che
desidera.
L’adulto ha commesso un grande errore, credendo di essere il
creatore del bambino, di dover fare tutto per lui. Il bambino viene
considerato dall’adulto come un vaso vuoto che egli deve
riempire.
Maria Montessori
Tratto da Educazione e pace, Opera Nazionale Montessori, Roma 2004.
ATTIVITÀ DA 1 A 3 ANNI

CHE BELLO ESPLORARE!


In questi anni, poiché la sua mente è estremamente aperta e ricettiva,
il bambino vive il suo desiderio di sperimentare il più possibile.
Attraverso il gioco assorbe la lingua, le abitudini, i valori delle persone
che lo circondano e, anche se non se ne accorge, sarà proprio grazie
a questo processo che si formerà la sua identità di individuo.
1 La scatola delle meraviglie
Si tratta di un’attività che interessa moltissimo il nostro piccolo esploratore, da iniziare
anche prima dell’anno di età.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Procuratevi una grande scatola di cartone (benissimo anche una scatola
delle scarpe di maxi dimensione) e mettete al suo interno alcuni oggetti (circa
una decina) di uso comune e di materiali diversi. Ad esempio: una spugna da
cucina (con parte morbida e ruvida), un mestolo di legno, un portauovo in
acciaio, una spazzola per gli abiti (di quelle con le setole morbide), un uovo
di legno (del tipo usato per i rammendi), una molletta in plastica per i panni,
un colino di bambù, una bottiglietta in vetro forte (tipo quelle spesse dei
profumi, svuotata e ben sciacquata), una pigna, un tappo del lavandino con la
catenella, un melograno seccato, un limone.
Dopo qualche tempo, quando vedrete che il vostro bimbo non ci gioca
più, cambiate il contenuto della scatola con altri oggetti sempre di uso
quotidiano che il bambino può facilmente riconoscere. Dopo un po’ potrete
riproporre nuovamente quelli già utilizzati.
A COSA SERVE IL GIOCO
Si tratta di un gioco di scoperta estremamente stimolante. Il piccolo sarà
felicissimo di trovare nella scatola degli oggetti che magari ha già visto nelle
vostre mani e che sono un vero tesoro ai suoi occhi. Osservatelo mentre li
tocca, li guarda, ci gioca. Oltre a sviluppare la sua manualità acquisterà
sicurezza nelle sue azioni. Lasciate la scatola nella sua cameretta, vicino al
lettino: sarà rassicurante per lui ritrovare appena sveglio i suoi oggetti da
esplorare.
Alcuni bambini presteranno maggiore interesse per un particolare
oggetto, potrebbero anche tenerlo a lungo fra le mani, spostarlo e poi
riprenderlo più volte proprio perché vogliono esaminarlo nel dettaglio e
scoprire cosa possono farci.
A un anno vostro figlio, anche se non cammina ancora, si sposta già con
destrezza e nel gattonare la scatola può anche essere utilizzata per iniziare a
fare i primi esperimenti di spinta degli oggetti.
2 Le bottiglie da suonare
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Il bambino inizia a essere sempre più consapevole delle proprie azioni,
proviamo a mettergli a disposizione oggetti che producano suoni diversi.
Recuperate alcune bottigliette di plastica da mezzo litro, togliete
l’etichetta di carta in modo da renderle trasparenti, riempitele, circa per metà,
con materiali diversi (fagioli, riso, bottoni, pasta, noccioli di albicocche,
mandorle con il guscio, ceci, biglie, monetine...) e chiudete bene in modo
fermo e sicuro il tappo. Fatene almeno 5 o 6 in modo che il bambino possa
percepire le differenze. Oltre alle bottigliette potete usare anche scatole di
metallo, barattoli per il caffè, vasetti di vetro robusto: ai vostri piccoli piacerà
molto sentire come cambia il suono se si usano contenitori diversi.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il bambino, da grande osservatore quale è, scoprirà che le bottigliette
contengono cose diverse e di colori diversi, quindi dapprima guarderà con
attenzione gli oggettini in movimento. Successivamente scoprirà che
muovendo le bottiglie produrrà un suono, e che ogni bottiglia produce un
suono diverso. Non solo, capirà che l’intensità con cui muove la bottiglia gli
permetterà di fare un rumore più forte o più debole: trascorrerà molto tempo
intento in questa attività, affascinato dai tanti suoni e movimenti prodotti!
3 Trascino e spingo
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Mettete a disposizione del piccolo un carrettino con le rotelle, un trenino
con attaccata una cordicella, un triciclo (quelli semplicissimi in legno sono
l’ideale). Potete usare anche una cassettina di legno da frutta o da vino
abbastanza robusta (così non si scheggia), lisciatela con la cartavetrata e
incollate del feltro sotto gli angoli, così da renderla scorrevole e da non
graffiare il pavimento. Se gli mettete una cordicina, l’oggetto potrà anche
essere tirato.
A COSA SERVE IL GIOCO
Quando il bimbo inizia a camminare diventa naturale per lui cercare di
spingere o trascinare gli oggetti. Inoltre è bellissimo poter caricare su
pupazzi, bambole, costruzioni, libri, il tutto da trasportare in posti diversi.
Lasciategli a portata di mano le cose giuste, all’inizio farà fatica ma ben
presto grazie all’esercizio continuo guadagnerà sicurezza nella
deambulazione e sarà sempre più motivato a farcela da solo e ad avere fiducia
nelle sue possibilità.
Incoraggiatelo a riprovarci e soprattutto non preoccupatevi se si dispera
quando i primi tentativi falliscono, si tratta di una piccola frustrazione che
ogni bimbo ha il diritto di affrontare e superare da solo per poter crescere.
LO SCALINO
Vi è un momento, prima di iniziare a camminare, in cui il bambino
mostra un grande interesse verso le scale e appena gli date la possibilità le
sale e le scende un po’ in tutti i modi. È un esercizio estremamente utile per
la sua coordinazione e sicurezza. In mancanza di scale nella vostra casa, la
cassettina che avete preparato può anche trasformarsi in un gradino per il
vostro cucciolo. Diventa un ottimo appoggio e supporto per imparare ad
alzarsi.
4 Apro e chiudo!
È una delle cose che un bambino dopo l’anno ama di più: vedere cosa c’è dentro ogni
cosa. La curiosità di vostro figlio è insaziabile, dategli la possibilità di fare nuove scoperte!

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Aprire e chiudere scatole e barattoli. Mettetegli a disposizione barattoli
e scatole di diverso tipo (di biscotti, di caramelle, di caffè, di vetro resistente,
scatole da scarpe) e con coperchi che si aprono in modo diverso (a molla, a
vite, da sollevare), ma non troppo complicate in modo che il bambino sia in
grado di riuscirci da solo. Dategli anche alcune scatolette con cassettini che si
aprono (tipo quelle da gioielli).
Potete partire dalle più semplici da sollevare passando, dopo un po’ di
tempo, quando il bimbo mostra di aver padroneggiato questa attività, a quelle
da svitare e avvitare che richiedono un’abilità manuale maggiore. Se il
piccolo non è ancora pronto non insistete, lasciatelo provare liberamente,
prima o poi ce la farà. La curiosità di vedere cosa c’è dentro lo spingerà ad
aprirle. All’inizio stategli vicino e nel momento in cui apre o chiude un
barattolo incoraggiatelo nella sua sperimentazione.
Aprire e chiudere armadietti. Quando vostro figlio è più grandicello e
ormai cammina stabilmente ben presto sarà molto interessato a tutto quello
che fate e vi seguirà in ogni stanza. La cucina in particolare è fonte di grande
interesse per il piccolo, soprattutto l’armadietto basso della cucina, dove di
solito ci sono le pentole. Non impedite al piccolo di fare questa importante
esperienza. Prima però togliete qualsiasi oggetto che potrebbe rivelarsi
pericoloso (oggetti appuntiti, di vetro, molto pesanti), in questo modo
creerete un ambiente sicuro. Poi lasciate che apra l’armadietto e prenda le
pentole, le tocchi, apra e chiuda i coperchi. Ma anche semplicemente fategli
aprire e chiudere l’anta, già questa per lui è una grande prova di
indipendenza.
A COSA SERVE IL GIOCO
Aprire e chiudere scatole e barattoli è un importante esercizio per
sviluppare la motricità fine. Lo sforzo all’inizio è tanto e a volte il piccolo se
non ce la fa può anche arrabbiarsi e lanciare l’oggetto. Lasciamo che si misuri
con questa frustrazione, non intervenite facendolo voi, cercate piuttosto di
incoraggiarlo a riprovarci. Vedrete che dopo poco tempo ritornerà a prendere
l’oggetto e tenterà nuovamente, sarà bellissimo vedere il suo sorriso
soddisfatto quando riuscirà nell’impresa: in questo modo acquisirà maggiore
sicurezza nelle sue possibilità. Aprendo gli armadietti soddisferà anche il suo
desiderio di utilizzare gli oggetti che usate voi e di impossessarsi sempre più
del mondo in cui vive.
5 Evviva travasare!
Il bambino inizia a essere molto interessato a riempire e svuotare recipienti, sente il
bisogno di lavorare con le mani: è proprio attraverso la manipolazione che conosce il mondo
intorno a lui.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Con la pasta e i fagioli. Preparate due ciotole o due pentole, dentro a una
mettete della pasta grossa (tipo penne o rigatoni). Lasciate a disposizione
anche un cucchiaio. Disponete il tutto sopra a un tappetone o a un grande
vassoio in modo da dare al bambino uno spazio ben definito dove poter
lavorare. Il piccolo inizierà da subito a travasare la pasta da una ciotola
all’altra. Quando sarà diventato più grandicello (e la sua manualità sarà
aumentata) potrete mettergli a disposizione dei contenitori più piccoli
(ciotole, bicchieri, vasetti di yogurt) e sostituire la pasta con i fagioli secchi.
Con la farina gialla. Procuratevi una scatola rettangolare di cartone (una
scatola da stivali andrà benissimo) o un contenitore rettangolare di plastica e
riempitelo per metà con la farina gialla (non quella finissima perché è molto
polverosa). Mettete all’interno anche due contenitori (ciotoline, bicchieri), un
cucchiaio, un imbuto e un colino. Il vostro bimbo potrà sbizzarrirsi in ogni
tipo di travaso e scoperta. Posizionate sempre il contenitore sopra un tappeto,
oltre a limitare lo spazio servirà anche a contenere le inevitabili uscite di
farina.
Con l’acqua. Mettete due ciotole non troppo alte su un vassoio grande,
l’ideale sarebbe appoggiare il vassoio sopra un tavolino ad altezza bambino.
In una delle due ciotole versate un po’ d’acqua. Lasciate una spugnetta
morbida vicino alle ciotole. Osservate cosa fa il bambino, è possibile dargli
un piccolo aiuto buttando la spugnetta dentro la ciotola con l’acqua, presto
capirà da solo cosa fare. Se lo vedete in difficoltà, mostrategli voi una volta la
magia di questo gioco.
A COSA SERVE IL GIOCO
Una ciotolina è vuota, cosa succede se la riempio? E l’altra come resterà?
E se ne metto un po’ in una e un po’ nell’altra? Posso farlo con le mani e con
il cucchiaio che mi serve anche per mescolare. Bellissimo poi utilizzare
l’imbuto o il colino, la farina è fine, passa dai buchini, è una grande magia! E
la sorpresa di vedere che l’acqua va tutta dentro alla spugna e poi posso
strizzarla ed esce fuori nuovamente?
L’attività dei travasi è un gioco importantissimo, permette al bambino di
sviluppare la concentrazione, la manualità e la coordinazione occhio-mano.
6 Infilo tante cose
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Infilare un bastoncino. Recuperate alcuni bastoncini (vanno benissimo
le bacchette cinesi) e alcuni oggetti con il buco (rocchetti, palline bucate,
cerchietti di materiali diversi) che possano passare nella bacchettina. Mettete
tutto dentro a un cesto e offritelo a vostro figlio.
A un anno di età il bambino può imparare a infilare utilizzando un
bastoncino, molto più semplice rispetto alla corda. Il bastoncino da infilare
può essere tenuto in mano oppure per facilitare l’operazione possiamo
prendere il coperchio di una scatola di scarpe, fare tre buchini e introdurre i
bastoncini. In questo modo il bimbo, infilando gli oggetti, vedrà che
resteranno tutti in fila.
Infilare una cordicella. Dai 2 anni mettete a disposizione del piccolo una
cordicella rigida e abbastanza lunga, fate alla fine della corda un nodo
piuttosto grande o mettete del nastro adesivo in modo da bloccare l’uscita
degli oggetti. Lasciate sempre a disposizione vari oggetti con il buco
(introducete fra gli altri anche delle specie di grosse perle in plastica di
diversi colori che trovate in commercio) in modo che possano essere infilati
senza problemi. Vedrete che lunghe collane o serpentelli verranno prodotti!
A COSA SERVE IL GIOCO
Anche questa è un’attività di grande concentrazione e di acquisizione di
motricità fine. Vedrete il vostro piccolo intento e attento a infilare il più
possibile. All’inizio sarà soprattutto la scoperta dell’infilare a occuparlo
completamente, in seguito inizierà a disporre gli oggetti in modo da creare
una successione logica di forme e colori. Una vera conquista! E se il bimbo vi
guarda dopo aver raggiunto il suo obiettivo sorridetegli: capirà di avere la
vostra approvazione.
7 Allaccio e slaccio
Verso i 2 anni il bambino è sempre più interessato alla vita reale e vuole imitare quello che
fanno “i grandi”. Ha bisogno di compiere sempre più le attività della vita quotidiana.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Ideale sarebbe allestire dei veri e propri “telai delle allacciature” che si
trovano in tutte le scuole montessoriane. Non è difficile, il primo passo è
procurarsi delle cornici di legno o di compensato vuote (di circa 20x30 cm).
Il telaio dei bottoni: applicate sul telaio un vecchio maglione lasciando
al centro la parte da allacciare con bottoni e asole. In questo modo la maglia
resta fissa e ben tesa e il bambino potrà provare e riprovare ad allacciare e
slacciare. Oltre ai bottoni potete usare anche le allacciature del montgomery e
i bottoncini automatici (molto più complicati)
Il telaio dei nastrini o delle stringhe: applicate sul telaio un telo e cucite
in una metà 3 o 4 nastrini o stringhe e nell’altra metà uguali nastrini o
stringhe. Il piccolo dovrà fare un fiocco unendo i due nastrini dai lati opposti.
Il telaio delle cerniere: applicate al telaio una maglia o una parte di
giacca con al centro una cerniera (possibilmente un po’ lunga e grande)
tenendola ben tesa. Anche qui il bimbo sarà super concentrato a fare su e giù
con il nuovo oggetto che sta sperimentando.
In mancanza del telaio potete lasciare a disposizione alcuni maglioni o
giacche con bottoni e cerniere e scarpe vecchie (meglio da tennis) con
stringhe ancora in buono stato.
A COSA SERVE IL GIOCO
Si tratta di un’attività che piace tantissimo al bambino: gli permette di
sviluppare in breve tempo una grande autonomia nella gestione delle sue
cose, e di sentirsi sempre più indipendente dall’adulto e padrone delle sue
azioni.
8 I giochi con l’acqua
I bambini sono molto attratti dall’acqua ed è proprio una necessità per loro toccarla e
giocarci. Le attività con l’acqua permettono di fare tantissime esplorazioni utili alla loro
crescita. Anche se a volte sono un po’ “scivolose”, aiutiamo il nostro piccolo a farle al meglio.

NELLA VASCA (travaso!)

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Quando il bambino ha 1 anno l’ideale è proporre i giochi con l’acqua
nella vasca da bagno (se non l’abbiamo è possibile attrazzera la doccia con
una grande bacinella). Mettiamo dentro la vasca alcune ciotoline o bicchierini
(in plastica o legno) che il bambino può utilizzare per travasare l’acqua da un
contenitore all’altro; qualche colino con i fori di diversa grandezza; una
spugnetta (o anche più di una, sempre di materiale e consistenza diversa); una
bottiglietta di plastica a cui avrete fatto alcuni fori nella parte bassa.
Il bambino potrà sbizzarrirsi con tutta l’acqua che vuole!
A COSA SERVE IL GIOCO
L’attività di travaso nella vasca da bagno è adatta ai più piccoli, vedrete
però che continueranno a farla anche quando saranno più grandicelli (e con la
schiuma nella vasca potranno travasare ciotole di panna montata e offrirvela
come gelato). Aiuta indubbiamente a sviluppare la manualità: è difficile
acchiappare l’acqua con le manine, ma ci provo con la ciotola e poi la posso
spostare in un altro contenitore, una vera scoperta! Inoltre è di grande aiuto
per instaurare una certa confidenza con l’acqua quando il bambino ne ha
paura.
IN BAGNO (insapono!)

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Verso i 2 anni possiamo sperimentare nuove attività con l’acqua ma
dobbiamo attrezzarci bene.
È normale che se un bambino ha a disposizione dell’acqua si bagni (è
ancora troppo piccolo per capire cosa deve o non deve fare) quindi mettetegli
un bel grembiule di plastica, dopo avergli sollevato le maniche della maglia.
Non lo proteggerà del tutto ma in gran parte sicuramente e gli permetterà di
giocare in autonomia. In bagno potete utilizzare tranquillamente il bidet o
quando il bambino sarà più grandicello il lavabo (con apposito scalino di
plastica o panchetta dove potrà salire per arrivare all’altezza giusta).
Lasciategli a portata di mano (magari dentro a un cesto o sopra uno sgabello)
alcuni oggetti con cui potrà sperimentare: ciotoline, bicchierini, vasetti,
contenitori in materiali diversi, meglio se leggeri e infrangibili, colini, setacci,
contenitori con piccoli fori, spugne.
Un oggetto che suscita un grande interesse in vostro figlio è la saponetta
(a volte difficile da trovare nelle case perché ormai sostituita dal sapone
liquido). Lasciategli a disposizione un sapone e una spugnetta, sarà una vera
magia per lui sperimentare quello che può fare!
A COSA SERVE IL GIOCO
Questa attività con l’acqua è davvero un gioco fantastico: oltre a divertire
un sacco il bambino e a sviluppare la sensorialità (l’acqua scappa, ritorna, c’è
e poi scompare, mi bagna, è fredda o calda, esce dal rubinetto, è trasparente,
la posso bere), gli permette di affinare al massimo la sua concentrazione, la
pazienza e naturalmente il coordinamento occhio-mano. Il gioco con il
sapone lo impegnerà parecchio, oltre a insaponare la spugnetta e a sciacquarla
ripetutamente, farà sicuramente dei buchetti nel sapone con il ditino, dopo
aver scoperto che è morbido e si schiaccia, potrà annusarlo e magari
assaggiarlo, (e all’assaggio seguirà quel faccino disgustato che lo farà subito
cambiare idea.) In più si laverà le mani e questo non guasta mai.
IN CUCINA (pesco!)

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Dopo i 2 anni potete presentargli questa nuova attività.
In cucina, sopra al tavolo o sopra un tavolino piccolo, disponete due
ciotole di media grandezza. In una versate dell’acqua e immergete alcuni
oggetti che galleggiano. Partite con le noci che sono abbastanza grandi,
quindi date al bambino una schiumarola: dovrà pescare le noci e metterle
nella ciotola vuota.
Quando avrà acquisito maggiore abilità manuale sostituite le noci con
noccioline o palline leggere e date in mano al bambino una schiumarola più
piccola per pescare. Lasciategli anche una spugnetta per poter asciugare
l’acqua che fuoriesce durante il trasporto.
A COSA SERVE IL GIOCO
Pescare è un’attività per bambini che hanno già acquisito una certa abilità
manuale, è un gioco di vera precisione. Bisogna recuperare un oggetto alla
volta, tenerlo sopra la schiumarola e trasportarlo nel recipiente vicino. Un
esercizio di controllo della motricità fine e all’insegna della concentrazione
assoluta.
Vedrete il vostro piccolo quanto impegno ci metterà, cercherà di non
bagnare troppo durante il trasporto e se lo farà vorrà subito asciugare con la
spugnetta che gli avete lasciato. Sta diventando sempre più padrone delle sue
azioni!
9 I giochi con la sabbia
Giocare con la sabbia per i bambini è una vera passione, ma come fare se non si è al
mare ma a casa?

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Procuratevi un contenitore di plastica rettangolare (tipo lettiera del gatto)
e riempitelo a metà con della sabbia fine (si può trovare in commercio,
oppure recuperatene qualche bottiglietta quando andate al mare). Posizionate
la cassettina su un tavolino o a terra sopra un tappetone o un telo (meglio se
plastificato). Lasciate a disposizione ciotoline, bicchieri, vasetti, colini, un
cucchiaio, una palettina di legno e una bottiglietta dell’acqua. Aggiungete
anche alcuni elementi naturali (sassi, conchiglie, bastoncini, pigne) e piccoli
oggetti come casette, biglie, pietre di plastica, animali di ogni tipo, piccoli
personaggi, macchinine, soldatini. Il bambino potrà così buttarsi in mille
travasi e anche nella costruzione di gallerie, vulcani, torri. Potrà poi utilizzare
gli oggetti che ha vicino animando le sue evoluzioni fatte dentro la sabbia.
Per i bambini che “assaggiano” ancora le cose vi suggerisco di sostituire
la sabbia con la farina gialla (che possiamo chiamare “sabbia del deserto”) e
di non utilizzare l’acqua.
A COSA SERVE IL GIOCO
Si tratta di un’attività molto importante per lo sviluppo sensoriale e
motorio. Il bambino tocca, sente la consistenza della sabbia, è morbida ma se
la bagna diventa dura, l’annusa, la schiaccia, la sposta, cambia forma ma poi
ritorna sempre uguale. Un elemento veramente magico in un’età dove il
pensiero magico è predominante. Nella sabbia si può costruire e distruggere,
ma si può anche mettere personaggi e farli parlare, inventare storie, inscenare
battaglie senza fine, nascondere oggetti e tanto altro. Questo gli permetterà
anche di arricchire il linguaggio, di sviluppare la creatività e di sperimentare
il gioco simbolico. E se il bambino è un po’ arrabbiato manipolare la sabbia e
starci dentro con le manine sarà per lui anche un modo per rilassarsi.
HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Oggi mia figlia Alice di due anni stava giocando con le costruzioni. Pensando di farle una sorpresa
sono entrato nella camera e ho preso alcuni mattoncini per aiutarla. Ha avuto una reazione di rabbia e
mi ha lanciato addosso un cubo dicendomi “Vai via!”. Ho cercato di calmarla sostenendo che la stavo
solo aiutando, ma si è messa a urlare stizzita. Cosa è successo? Perché ha reagito così?
Un papà
Caro papà di Alice, la tua piccola urlatrice ha avuto una reazione
normalissima, perfettamente in linea con le teorie montessoriane. Quando un
bambino è molto concentrato in un’attività e un adulto interviene nel suo
gioco, si disturba la sua scoperta e sperimentazione. Anche se la tua
intenzione era aiutare la piccola e giocare con lei, in quel momento si è
sentita interrotta e bloccata nella sua attività. Aspetta che sia Alice a
chiamarti, a cercare il tuo aiuto, allora potrai intervenire ed entrare nel suo
spazio di gioco, ma sarà stata lei a farti entrare, e questo non potrà che
renderla felice e farla sentire indipendente.
Mio figlio di due anni e mezzo vuole fare tutto, si mette spesso in pericolo e non ascolta. Lo chiamo
per mangiare e dice “No, non vengo” e urla se lo vado a prendere; stiamo uscendo, si butta a terra e
dice “Non voglio uscire”, tirando calci e pugni. L’altro giorno ai giardinetti è scappato e stava
andando sulla strada. L’ho acchiappato e naturalmente l’ho sgridato: ha iniziato a urlare con tutte le
sue forze. Sono stufa di questi capricci e non so più cosa fare.
Una mamma disperata
Cara mamma disperata, tuo figlio è nel pieno dei “terribili 2”, un’età in
cui ci si oppone all’adulto e impara a dire No. È una fase di passaggio che
durerà fino ai 3 anni circa. Come dici all’inizio, il bambino in questo periodo
vuole fare tutto e si butta in ogni impresa con entusiasmo, ma è ancora
piccolo e non si rende conto dei pericoli. In questi casi occorre un divieto, un
no fermo e deciso del genitore. Stiamo attenti però a non esagerare: dato che
ha un’estrema necessità di provare, di ripetere, di scoprire, è normale che
combini qualche pasticcio. Se dice no continuamente non è un problema di
disobbedienza, a questa età infatti non può ancora essere giudizioso. Non
sono neanche capricci, è semplicemente una richiesta di poter fare da solo in
un periodo in cui sta sviluppando tante autonomie. Quando è in un momento
di ostinazione e di crisi con urla e pianti, stategli vicino, non lasciatelo solo e
non mandatelo nella sua cameretta (magari dicendogli che si è comportato
male o che è cattivo), si sentirebbe abbandonato e piangerà di più. Lasciatelo
sfogare, non spaventatevi e non drammatizzate, cercate di contenerlo
tenendolo tra le braccia, mantenete la calma e vedrete che passerà in fretta. È
importante che il bambino senta che il genitore c’è, è forte perché è presente
e fermo, e non perché urla. Vedrete che si calmerà in poco tempo e sembrerà
un altro bimbo.
L’opposizione di vostro figlio non deve diventare una lotta su chi vince, non sentitevi colpiti
se vi fa resistenza ed è collerico. Inutile mettere in atto un muro contro muro per fargli vedere
che voi siete più forti. Ricordatevi che il piccolo non ha intenzione di farvi arrabbiare, fa così
solo per dimostrare che esiste e che è un essere separato da voi, il suo io sta prendendo
forma, scopre che i suoi gesti e il suo pensiero gli appartengono. Una fase molto importante
che il bambino ha diritto di vivere.
UN AMBIENTE A MISURA DI BIMBO

Maria Montessori sosteneva che un ambiente ben predisposto consente di


ridurre al minimo gli interventi dell’adulto. Il bambino ha così la possibilità
di “fare da solo” ma in tutta sicurezza e naturalmente sotto il vostro sguardo.
Per questo è estremamente importante modificare la casa in funzione della
crescita del vostro piccolo esploratore.
CAMERETTA
Dai 2 anni in poi potete arricchire la cameretta con alcuni oggetti e
materiali utili alla sua crescita e sperimentazione. In primo luogo aggiungete
alcuni scaffali dove metterete i nuovi giochi, soprattutto le scatole o le ceste
con i tanti oggetti da manipolare. Utile per il bimbo sarebbe appendere un
pannello di sughero dove avrete attaccato le foto di tutta la famiglia. Voi
con il bambino, i nonni, fratelli o sorelle. Inoltre potete mettere anche foto di
zie o zii che frequentate spesso e una sua foto del nido e poi della materna
con tutti i compagnetti. Una vera gioia per il vostro bimbo ritrovare volti a lui
noti e nominarli dicendo “io, la mamma, il nonno…”, un modo per sentirsi
parte di una famiglia e di un mondo che gli appartiene.
Disponete anche in un angolo uno scaffale o una cesta di libricini adatti
alla sua età, sarà la sua prima biblioteca e lo stimolerà a prendere confidenza
con il libro, importante compagno di vita.
Posizionate in un angolo un tavolino in legno o plastica e due
seggioline: uno spazio dove il piccolo potrà lavorare alla sua altezza,
iniziando anche a cimentarsi con i primi disegni. Per questo mettete vicino al
tavolo una cesta con fogli e colori vari (all’inizio meglio pastelli a cera o
matitone colorate).
IL RESTO DELLA CASA
Il bambino, quando è ormai in grado di spostarsi autonomamente, cerca di
stare dove sono i genitori, non vuole rimanere nella sua stanzetta da solo. Per
questo è importante modificare la vostra casa, soprattutto se ci sono elementi
pericolosi (spigoli, oggetti preziosi che si rompono, cose taglienti) vanno
nascosti o spostati in alto, in modo che il bimbo non possa averne libero
accesso. L’ideale sarebbe preparare un angolo solo per lui in ogni stanza della
casa o almeno lasciargli qualche oggetto. Nel soggiorno predisponete un
tappetone in modo da delimitare l’angolo di gioco e naturalmente alcune
scatolette o ceste con all’interno i suoi giochi (una cesta con i cubi, una con
gli animaletti, un puzzle, una scatola con gli incastri) potrà così sempre
trovare qualcosa che lo interessi senza diventare noioso quando magari
abbiamo visite. Inoltre attrezzate anche in questa stanza una piccola
biblioteca con i suoi libricini, anche voi avrete un angolo per i vostri libri, un
modo per dirgli che anche lui può fare come voi.
Spesso il bambino desidera continuare un’attività che ha in corso anche il
giorno dopo, ad esempio una costruzione o un puzzle, sarebbe opportuno
lasciare tutto così com’è. Il gioco ha una funzione relazionale e non va
sottovalutato, per lui è estremamente importante ritrovare un percorso che
stava facendo.
In ogni caso quando sistemate ricordatevi che il bambino ha bisogno
di trovare i suoi giochi in uno stesso posto, rimetteteli al loro posto (ecco
perché ci dovrebbe essere una cesta o una scatola per ogni gioco e non buttati
tutti in un grande cestone o contenitore) così il bimbo avrà la possibilità di
ritrovarli da solo. Ben presto imparerà che ogni cosa ha un posto e quando
sarà più grandicello vi aiuterà a riordinare finché non sarà in grado di farlo da
solo: l’ordine è qualcosa che si impara gradualmente, non a comando.
Anche il bambino è un lavoratore e un produttore. Pur non
potendo partecipare al lavoro dell’adulto, esso ha un suo lavoro
da svolgere, un grande, importante e difficile compito: quello di
produrre l’uomo.
Maria Montessori
Tratto da Il segreto dell’infanzia, Garzanti, Milano 1999.
ATTIVITÀ DAI 3 AI 6 ANNI

QUESTO MONODO MI
APPARTIENE!
Il bambino si sente padrone degli spazi che vive, inizia un’età
estremamente ricca ed entusiasmante sia per lui che per voi, piena di
pensiero magico, scoperte e apprendimenti, dove il linguaggio
esplode diventando giorno dopo giorno sempre più ricco. Si fa strada
anche il gioco simbolico che accompagnerà la crescita del piccolo per
tutta l’infanzia.
1 Il sacco dei misteri
Questa attività è un proseguimento della scatola delle meraviglie già utilizzata quando il
bimbo era più piccolo.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Procuratevi una sacca di tessuto abbastanza capiente, mettete dentro
alcuni oggetti che vostro figlio conosce e di cui sa il nome (una spugna, una
pigna, una macchinina, una spazzola, uno spazzolino da denti, un dado, una
noce, una saponetta, un cucchiaio, una forchetta…). Mettetene 5 o 6 di
dimensione, forma e materiale diverso, fate chiudere gli occhi al piccolo,
ditegli di pescare un oggetto e indovinare di cosa si tratta. Meglio adattare la
difficoltà degli oggetti da pescare in base alla sua età, quando sarà più grande
potrete anche mettere nel sacco delle forme geometriche, dei numeri o delle
letterine (di grande dimensione, in legno o plastica).
ALCUNE VARIANTI
▶ Mettete nel sacco 5 o 6 oggetti di cui due uguali, ad esempio due
cucchiaini. Dite al bambino di pescare i due pezzi uguali e dirvi cosa sono.
▶ Prendete due sacchi e mettete in ognuno 3 o 4 pezzi di tessuto uguali
(velluto, velcro, lana, raso), il bambino dovrà pescare un primo tessuto in
un sacco, toccarlo e poi pescare nell’altro sacco la stessa tipologia di
stoffa. Prima fatevi dire com’è (morbido, ruvido, freddo…), dopo
scopritegli gli occhi e ditegli di che tessuto si tratta.
A COSA SERVE IL GIOCO
È un gioco che permette di affinare le capacità tattili: con le mani il
bimbo pesca e deve scoprire che oggetto sta toccando; e come sarà felice
quando aprirà gli occhi e vedrà che ha indovinato! Inoltre, per i piccoli che
hanno ancora qualche difficoltà con le parole, servirà ad ampliare il
linguaggio imparando il nome di sempre più oggetti. Quando il bambino
imparerà il gioco potrà anche farlo da solo con un amichetto che verrà a
trovarlo. Chi vincerà?
2 La scatola dei
travestimenti
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Procuratevi una grande cesta, mettete dentro alcuni vestiti che possono
essere indossati dai bambini: un mantello (basta semplicemente un telo con
un nodo), un lenzuolo con un buco, una gonna di tulle, un gilet, un cappello
di paglia, un elmetto di plastica, qualche spada di gommapiuma, delle
bacchette magiche (molto belle sono quelle trasparenti con dentro acqua e
brillantini, vanno bene sia per i maghi che per le fate… oppure fatele voi con
bacchette di legno ricoperte di carta stagnola), un cappello a punta, una
sciarpa, qualche mascherina, una maglietta del papà, una camicia grande.
Posizionate il cesto nella cameretta, magari vicino allo specchio, in modo
che vostro figlio possa specchiarsi quando si traveste. Potete anche fissare un
fil di ferro tra lo specchio e un mobile con alcuni piccoli ometti leggeri
(magari di tessuto), in modo che il bimbo possa appendere i vestiti.
A COSA SERVE IL GIOCO
È un gioco molto stimolante per il bambino: ha la possibilità di diventare
un altro diverso da sé, di essere un cavaliere, una principessa, un mago o
semplicemente il papà. In questo modo inizia a inventare storie, racconta
attraverso tanti personaggi la sua vita, le sue paure, può combattere e
arrabbiarsi: un bellissimo gioco simbolico! Divertente da fare anche tra
fratelli o con gli amichetti.
3 La cassettina degli
strumenti musicali
Il bebè fin da piccolo ama sentire il rumore prodotto dagli oggetti, dai 3 anni facciamogli
sperimentare gli strumenti musicali.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Prendete una cassettina rettangolare dove mettere diversi strumenti: dei
campanelli di diversa misura, un tamburello, un piccolo gong, un triangolo,
dei piccoli piattini, delle nacchere, delle maracas, uno xilofono, un
fischietto... Anche una chitarra da grande va benissimo per iniziare a
pizzicare le corde e scoprire i suoni che producono.
Ecco qualche strumento da costruire insieme ai vostri figli:
▶ Maracas: prendete due vasetti di yogurt, riempitene uno a metà con
alcuni semi (fagioli, riso, ceci...), unite i vasetti con dello scotch e
decorateli con adesivi o disegni. Per sentire i vari effetti sonori sarebbe
meglio creare più maracas e mettere in ognuna semi diversi.
▶ Sonaglio: procuratevi dei campanellini (di quelli rotondi con il
gancetto), prendete un rotolo (un po’ robusto) di carta da cucina e
praticate alcuni fori in una estremità. Agganciatevi i campanellini
aiutandovi con del filo rigido (quello da giardinaggio è l’ideale, rigido ma
non troppo duro e pericoloso). Ecco il vostro sonaglio!
▶ Tamburi: prendete dei barattoli in metallo di diverse dimensioni,
potete dipingerli o ricoprirli con carta colorata (l’importante è che la base
resti libera in modo da poter essere percossa). Date ai bambini due mestoli
di legno o due bastoncini e il tamburo è fatto!
▶ Nacchere: recuperate dei cartoni, ritagliate delle strisce di circa 20
centimetri, piegatele a metà e all’interno di entrambe le estremità incollate
due tappi di metallo in modo che si tocchino e creino rumore. Decorate
con disegni, perline o adesivi.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il mondo dei suoni e della musica è estremamente interessante per i
bambini e avere a disposizione veri strumenti da poter utilizzare per produrre
musica è bellissimo: per creare suoni diversi, accompagnare i canti, inventare
danze. Un’idea sarebbe anche quella di creare qualche piccolo sonaglio da
attaccargli tipo braccialetto alle caviglie o ai polsi in modo che quando danza
crei una musica.

Da costruire con i più grandicelli:


▶ Il bastone della pioggia: uno strumento veramente magico è il
bastone della pioggia. Quello che farete non sarà proprio uguale ma un
certo effetto sarà garantito!
Procuratevi dei tubi di cartone (tipo carta da cucina o più lunghi,
abbastanza rigidi ma non durissimi), una puntina, degli stuzzicadenti, dei
semini (fagioli, riso, pasta tipo ditalini o gramigna, ceci, semi di zucca…),
del cartoncino e dello scotch.
Bucherellate il rotolo di carta con la puntina, spezzate gli stuzzicadenti
in tanti pezzettini e inseriteli dentro i buchini fatti precedentemente.
Chiudete una parte del tubo con un pezzo di cartoncino incollato con dello
scotch. Mettete dentro al tubo i diversi semi o pasta riempendolo meno
della metà. Chiudete il tubo con dell’altro cartoncino e dello scotch.
Decorate a piacimento il tubo.
Tenete il tubo con le mani e fatelo scorrere da una parte all’altra,
sentirete il rumore della pioggia.
▶ Xilofono: ecco uno xilofono da costruire veramente speciale!
Prendete 5 o 6 bicchieri bianchi di vetro (sarebbe meglio a calice ma
vanno bene anche quelli più semplici, tipo quadrati) e mettete in ognuno
dell’acqua (in scala, in modo che nel primo ce ne sia poca, circa due dita,
e l’ultimo sia quasi pieno).
Il bambino dovrà inumidire il dito medio e poi passarlo sull’orlo di un
bicchiere, in modo continuo, finché non sentirà un suono. Utilizzando
differenti calici si otterranno suoni diversi, realizzando così una vera e
propria scala musicale. Potete anche dare all’acqua un colore diverso per
ogni bicchiere: in questo modo ci sarà anche una magia di colori oltre che
di suoni!
A COSA SERVE IL GIOCO
Via via che cresce il bambino acquisisce sempre più consapevolezza nelle
sue possibilità, la sua manualità aumenta e così anche la sua capacità di
giocare con oggetti che si possono rompere (i bicchieri) o con cui si può
bagnare (l’acqua). Poter costruire con l’aiuto dei genitori gli strumenti
musicali è un’esperienza che gli consente di confrontarsi con i suoi limiti e di
affinare sempre più le sue abilità manuali e motorie.
4 Quanti colori!
Quando vostro figlio inizia a distinguere i colori potete proporgli alcune attività che lo
aiutino ad affinare i suoi sensi.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


▶ Con i sacchetti: Preparate 3 sacchetti di stoffa, uno rosso, uno giallo
e uno azzurro, in ognuno mettete dentro alcuni oggetti dello stesso colore
del sacchetto. Date al bambino i sacchetti chiusi, dovrà aprirli e buttare
tutti gli oggetti a terra. Poi dovrà rimetterli nel sacchetto dello stesso
colore il più velocemente possibile. Sarà lento come una tartarughina o
veloce come un ghepardo?
▶ Con il cestino: Date al piccolo un cestino con dentro una pallina di
un colore, ditegli di andare in giro per la casa a cercare tutti gli oggetti di
quel colore. Può chiamarvi se non riesce a prenderli o se ha trovato
qualcosa di pesante. Alla fine contate insieme quante cose ha scovato.
Bello anche giocarci con il fratello o un amichetto, potrà esserci una gara
a chi è il detective che raccoglie più oggetti.
▶ Con i vasetti: Un altro modo per affinare la vista è recuperare una
scatola dove metterete dei bottoni di vari colori, datela al bambino e
procurategli anche 5 o 6 vasetti di vetro robusto: dovrà mettere in ogni
vasetto i bottoni di colore diverso. Un gioco da vero professionista
dell’attenzione!
A COSA SERVE IL GIOCO
Si tratta di attività molto stimolanti: affineranno la sua capacità di
osservazione, il senso della vista e la conoscenza dei colori, oltre a
permettergli un’attenta esplorazione dell’ambiente e la sorpresa di trovare
tante cose nuove.
5 Una piccola biblioteca
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Disponete i vari libricini che sta usando già da un po’ e che magari
avevate sparsi per casa o in una cesta, su uno scaffale posto alla sua altezza: è
arrivato il momento di creare una biblioteca tutta per lui. Avrà sicuramente
tanti libri cartonati, di varie dimensioni e colori, aggiungete volumi con storie
semplici che riguardano la vita di tutti i giorni, anche le fiabe in versione
ridotta vanno benissimo.
▶ Un libricino speciale: Prendete dei fogli di cartoncino bianchi,
ritagliateli con una forma semplice (quadrata va benissimo), lasciate la
prima e l’ultima pagina vuote a fare da copertina. Cercate su alcune riviste
o anche su giornalini o album vecchi del piccolo, fotografie o disegni di
personaggi, casette, paesaggi, tutto quello che può servirvi per creare una
storia. Nella prima pagina scrivete un titolo o incollate un’immagine, o
lasciate libero il vostro bambino di disegnare come vuole la copertina,
nell’ultima pagina scrivete il suo nome (grande e con colori vivaci).
Dategli della colla stick e fategli attaccare su ogni foglio l’immagine o le
immagini che avete selezionato. Lasciate asciugare la colla, poi alla stessa
distanza fate due buchini in ogni foglio. Mettete una sopra l’altra le pagine
(vi consiglio di farne massimo una decina), fate passare nei buchini due
nastri o dello spago, legatele con un fiocchetto e il libro è pronto!
Potete anche aggiungere un breve racconto, con la storia creata dalle
immagini. È un’attività da fare anche quando il vostro cucciolo sarà più
grandicello, magari tutta illustrata e scritta da lui.
A COSA SERVE IL GIOCO
I libri interessano tantissimo i piccoli, all’inizio sono le immagini a creare
quella magia che li incanta portandoli a sfogliare e risfogliare. In seguito sono
attratti dalle parole, ancora così misteriose; quando leggete una storia a vostro
figlio, è così concentrato che assorbe ogni termine e la volta successiva
cercherà di indovinarlo e da più grandicello inizierà a distinguere le lettere
più semplici. Lasciate i libri alla sua portata in modo che possa prenderli da
solo e guardarseli. Bellissimo poi poter costruire un libro: il bambino potrà
sperimentare anche la sua manualità disegnando, ritagliando e incollando.
6 Impasto con le mani
Manipolare è una delle attività preferite dal bambino. Abbiamo già visto come fare con la
sabbia, ecco altri fantastici impasti.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


▶ Con la farina: Preparate un impasto con una tazza di farina bianca,
un cucchiaio di sale fino, un cucchiaio di olio e acqua quanto basta per
formare una bella palla elastica ma morbida da maneggiare (dite al
bambino che questo gioco potrà farlo solo in cucina). Mettete l’impasto
sopra un tavolino alla sua altezza oppure utilizzate il tavolo della cucina
(il piccolo salirà su una sedia per poter lavorare). Munite il bimbo di un
bel grembiule, un coltellino (senza lama tagliente) e lasciatelo arrotolare,
allungare e strizzare la pasta in libertà, potrà costruire ciò che vuole.
L’impasto si può conservare in frigorifero alcuni giorni chiuso in un
sacchetto di plastica.
Verso i 4 anni vostro figlio non si accontenterà più di usare la pasta
semplicemente per maneggiarla. È il momento di mettergli a disposizione
della pastafrolla. Oltre al grembiulino dategli anche un piccolo mattarello,
un coltello (sempre senza lama tagliente), una forchetta e alcuni stampini.
Il piccolo potrà sbizzarrirsi e creare dei biscotti che poi cuocerete in forno
e farete assaggiare ai nonni.
▶ Con la creta: Un materiale che si presta molto al lavoro di
manipolazione e impasto del bambino è la creta (la trovate in commercio
come panetto): è inodore, non sporca e non è tossica. Il vostro bimbo potrà
cimentarsi nelle prime sculture: lasciatelo libero, vedrete quante
striscioline, costruzioni e animaletti strani ne usciranno!
A COSA SERVE IL GIOCO
È bellissimo osservare come un bambino prenda sempre più coscienza
delle sue mani e si renda conto di quello che possono fare. Un grande passo
verso il processo di autonomia e indipendenza!
Se riuscite organizzate queste attività anche con piccoli gruppi di
amichetti, sono giochi che stimolano l’imitazione e l’interazione, e anche i
più piccoli potranno imparare da chi sa già fare. Inoltre i giochi di
manipolazione, come già detto, aiutano i bimbi quando sono un po’ arrabbiati
a scaricare la rabbia e a sentirsi più rilassati (compresi i genitori!).
7 Faccio da mangiare!
La cucina per il bambino è un luogo di super esplorazione, può toccare, assaggiare,
annusare, fare tante cose come “i grandi”.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Come base per il lavoro l’ideale è un tavolino ad altezza bimbo, altrimenti
andrà bene anche il vostro tavolo da raggiungere con uno sgabello. Preparate
un grembiule, una spugnetta, uno strofinaccio e un rotolo di carta da cucina.
Iniziate con le attività più semplici: lavare l’insalata o le verdure e
sistemarle su un piatto, sbucciare i piselli, i fagioli o un uovo sodo. Preparare
la spremuta: dategli uno spremiagrumi manuale e una brocca; oltre alle
arance vanno benissimo anche i mandarini.
Dai 4 anni si potrà poi passare ad attività più impegnative, come tagliare
la frutta e preparare una macedonia. Lasciategli a disposizione un coltellino
con la punta arrotondata, un piccolo tagliere e una ciotola. All’inizio
mostrategli come si fa e dategli dei frutti morbidi o maturi (banane, fragole,
albicocche, pere).
Che ne dite di preparare un purè? Mettete delle patate cotte (o carote o
zucca) sopra un piatto e dategli una forchetta per schiacciarle. E delle
polpette? Dategli una ciotola e i vari ingredienti (carne o pesce, parmigiano,
uova…): il bambino sarà felice di mischiare tutto. Dategli un cucchiaio di
legno ma poi lasciatelo impastare con le mani.
Un’attenzione particolare all’uovo: insegnategli come si rompe e come si
separa il rosso dal bianco e poi come si sbatte per farne una gustosa frittata.
Un cibo che piace a tutti i bambini e che vorranno subito fare è la pizza:
disponete sul piano di lavoro la farina, fategli fare un buco al centro e fategli
versare acqua, sale e lievito, oltre a impastare, bisognerà aspettare che la
pasta lieviti, una vera magia! E poi stenderla con il mattarello e infine via
libera con pomodoro e mozzarella.
A COSA SERVE IL GIOCO
È un’attività che permette al bambino di partecipare alla vita familiare da
protagonista, ed è bellissimo poi mangiare tutti insieme e dire “L’ho fatto
io!”. Si tratta inoltre di un momento in cui viene esercitata la motricità fine, si
scoprono odori e sapori nuovi e anche nuove parole. Il vostro piccolo sarà
molto concentrato e imparerà che un ingrediente va messo prima e uno dopo,
sviluppando il senso della successione e dell’ordine.
8 Gioco alle faccende
A partire dai 3 anni il bambino vuole essere sempre più attivo non solo nel gioco ma anche
in casa, è attratto da quello che fanno i genitori e li vuole imitare a tutti i costi dicendo “lo
faccio io”, “ci penso io”, “ma io sono grande, lo so fare”. Assecondiamolo in queste nuove
scoperte che lo aiuteranno a crescere.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Ecco alcune attività da lasciare fare ai vostri piccoli intraprendenti
lavoratori.
▶ Riporre i vestiti: Fatevi aiutare mentre piegate la biancheria, vostro
figlio può piegare i suoi vestiti e riporli nei cassetti. Ai bambini piace
molto cercare nella cesta i loro vestitini e quando saranno sicuri di farcela
da soli faranno la gara con voi su chi sistemerà per primo. Fatevi dare una
mano anche quando stendete i panni, passategli il cestino delle mollette,
vedrete che aiutante perfetto! Se ne avete la possibilità prendetegli un
piccolo stendino e lasciatelo appendere in autonomia alcuni suoi vestitini
(tipo calzini e mutande, fazzoletti). Maneggiare le mollette da bucato
sviluppa la prensione pollice-indice, primo passo verso la scrittura.
▶ Spazzare e pulire: Quando vi vede spazzare la casa si avvicina e
vorrebbe prendervi la scopa dicendo “ci penso io”. È arrivato il momento
di procurargli un’attrezzatura alla sua misura. Acquistate una piccola
scopa, un piccolo spazzolone, una palettina e uno scopino. Create un suo
angolo con questi attrezzi dove tenete anche i vostri, potrà così aiutarvi
nella cura della casa. Lasciategli anche a disposizione uno straccetto della
polvere, altra attività che lo impegnerà parecchio. Unico suggerimento: se
siete troppo precise per una volta cercate di soprassedere, anche questo
periodo ha un termine e presto i vostri figli, specie dalla preadolescenza in
poi, non ne vorranno più sapere di aiutarvi (purtroppo).
▶ Apparecchiare la tavola: Per questa attività è necessario rivedere
un po’ l’organizzazione della cucina, dovrete sistemare piatti, bicchieri e
stoviglie in un armadietto a portata di bimbo in modo da renderlo
autonomo. Meglio aspettare dopo i 4 anni, prima facciamoci comunque
aiutare passandogli noi le posate, i bicchieri e i tovaglioli che potrà
piegare prima di sistemarli vicino al piatto. In questo modo imparerà
anche che ogni oggetto occupa un preciso spazio e a sistemarlo al posto
giusto.
▶ Asciugare i piatti: Potete iniziare dandogli da asciugare ciotole e
bicchieri infrangibili e coperchi, più semplici da maneggiare. Quando
vostro figlio sarà già esperto in questo esercizio potrete dargli oggetti che
si rompono, si sentirà così più responsabile. Al bambino piace anche
molto lavare le stoviglie, quando è più grandicello quindi fatevi aiutare in
questa attività, stategli comunque vicino e fatelo insieme. Giocare con la
schiuma poi è sempre bellissimo!
▶ Portare un vassoio: Trasportare è un’attività che si può fare anche
prima dei 3 anni. Abituatelo da subito con un vassoio vuoto, poi
aggiungete qualcosa di leggero in modo che la sua presa sia sempre più
sicura. Quando è più grandicello sarà così pronto per trasportare anche
una tazzina di caffè, da fare con molta attenzione e concentrazione per
riuscirci senza versarne nemmeno una goccia sul piattino.
▶ Innaffiare una pianta: Se avete un balcone è facile che teniate
anche alcune piantine. Un’attività che piace tantissimo al bambino è
innaffiare. Anche in questo caso mettetegli a disposizione un piccolo
annaffiatoio, in modo che non prenda il vostro, troppo pesante da
trascinare e sollevare. All’inizio sarà difficile versare l’acqua proprio nel
mezzo del vaso, ma con un po’ di esercizio il vostro piccolo ce la farà da
solo. Potete anche dargli un piccolo spruzzino per bagnare le foglie.
A COSA SERVE IL GIOCO
Il bambino impara sempre più a essere indipendente e a staccarsi
dall’adulto soddisfacendo il suo desiderio di indipendenza. Aumenta inoltre il
controllo dei movimenti e della muscolatura stimolata in diversi punti.
Un’attività che dovrebbe essere incentivata in tutti i bambini: la
concentrazione si affina e si fa strada anche la pazienza, utile soprattutto in
una società come la nostra dove ogni momento di attesa è vissuto come
perdita di tempo e dove il bambino ha sempre meno la possibilità di fare con
calma e metterci il “suo tempo”.
9 I giochi di precisione
Dai 4 anni il bambino inizia ad avere una maggiore manualità, aiutiamolo a concentrarsi e
a fare sempre di più.

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


▶ Pinza: Date al bambino una pinza, all’inizio va bene di legno e
piuttosto grande. Mettetegli a disposizione alcuni oggetti abbastanza
grossi (noci, mandorle, palline di legno) in una scatoletta e fateglieli
spostare con la pinza in un contenitore vicino. Quando acquisirà maggiore
abilità potrete dargli una pinzetta più piccola con la quale spostare oggetti
più piccoli fino ad arrivare alle perline.
▶ Oggetti proibiti: Ci sono diversi oggetti che il bambino vorrebbe
usare ma che gli sono vietati perché pericolosi e proprio per questo
quando li vede spesso nasce un momento di tensione con gli adulti. Potete
organizzarvi acquistando gli stessi oggetti in versione “soft”: coltellini con
la punta arrotondata (in modo da lasciarlo tagliare da solo), forbicine con
la punta rotonda e poco taglienti (per iniziare a tagliare la carta), un
grande ago in legno (per infilare cerchietti di ogni tipo).
▶ Collage: Grazie alla forbicina adatta potete dargli tante striscioline
di diversi colori da poter tagliare in piccoli quadratini o pezzetti.
Lasciategli una scatola dove mettere i pezzi di carta, mettetegli poi a
disposizione un vasetto con un po’ di colla liquida, un pennello e un foglio
dove incollare la carta e dare libero sfogo alla sua fantasia.
Per lo svolgimento di queste attività l’ideale è utilizzare un vassoio
capiente dove appoggiare i vari strumenti: così vostro figlio avrà ben chiaro
lo spazio nel quale muoversi e cercherà di rispettarlo.
A COSA SERVE IL GIOCO
Sono tutte attività che permettono al bambino di controllare i suoi gesti e
di sviluppare la coordinazione oculo-manuale, in particolare il movimento
mano-dita. Soprattutto l’uso della pinza favorisce la prensione pollice-indice
che preparerà il bimbo alla scrittura. Inoltre, potendo sperimentare senza
l’intervento dell’adulto anche situazioni più complesse, si sentirà valorizzato
e questo gli permetterà di avere stima in se stesso e in quello che fa.
10 Gioco con le lettere e i
numeri
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Dai 5 anni un’attività che piacerà molto è costruire letterine e numeri da
toccare.
Prendete del cartoncino colorato (formato A4), tagliatelo in 4 parti
rettangolari. In tutto dovreste arrivare ad avere una quarantina di rettangoli,
su ognuno scrivete una lettera in stampatello e i numeri fino a 10. Scriveteli
piuttosto spessi in modo che siano grandi circa un dito. Questa prima parte di
lavoro fatela voi perché deve risultare piuttosto precisa. Ora potete farvi
aiutare da vostro figlio. Mettete in un contenitore del riso, in un vasettino
della colla liquida e un pennello. Fate pennellare al bambino una lettera e un
numero alla volta e dopo averla pennellata fategli distribuire sopra il riso in
modo che si incolli bene. Quando sarà tutto asciutto preparate due scatole
(vanno bene quelle da scarpe), fatele decorare al bimbo come preferisce e
mettete in una le lettere e nell’altra i numeri. Avete così costruito delle
originali lettere smerigliate e numeri da poter utilizzare in tanti giochi o
semplicemente da toccare.
Un gioco da poter fare con gli amichetti è quello di infilare alcune lettere
e alcuni numeri in un sacchetto, un bambino alla volta pesca e deve
indovinare solo toccandola che lettera ha preso, poi la tirerà fuori dal sacco e
vedrà se ha indovinato. Se è così si terrà la lettera vicino. Alla fine vincerà
chi si sarà accaparrato più lettere o numeri.
A COSA SERVE IL GIOCO
È proprio un gioco per scoprire le lettere e i numeri: toccandoli me ne
impossesso, mi ricordo come sono fatti; ed è grazie alla mano che imparo.
Giocando con le lettere e i numeri imparo senza fatica e mi diverto anche!
11 Gioco con gli altri
COME ORGANIZZARE IL GIOCO
Prima dei 3 anni il bambino inizia a fare giochi di imitazione, all’inizio di
se stesso (fa finta di dormire, di mangiare, di lavarsi), poi con i suoi pupazzi o
bambole (orso va a dormire, dinosauro sta mangiando la pappa): è nel pieno
del pensiero magico e il gioco è per lui qualcosa di molto serio. Dai 3 anni
inizia a imitare gli adulti: è il pizzaiolo che prepara la pizza, la mamma che
veste il piccolo, il fruttivendolo che vende la frutta ma anche il suo
personaggio preferito dei cartoni animati.
Comincia anche un periodo in cui i bambini hanno sempre più bisogno di
stare fra di loro e di giocare insieme. È nel gioco con gli altri che si imparano
le regole della convivenza, che non sono immediate ma hanno bisogno di
tempo per essere apprese. Cercate di lasciare liberi i vostri bambini in questa
sperimentazione, non allarmatevi se si danno spinte, si prendono per i capelli
o litigano, fa parte del gioco ed è così che imparano veramente a stare al
mondo.
Un gioco molto carino da poter fare dopo i 5 anni con un qualche
amichetto (almeno 4 bambini) è quello della linea. Disegnate sul pavimento
(potete usare lo scotch di carta) due linee di uguale lunghezza, e mettete una
cesta alla fine di ogni linea. Fate due squadre (due bambini per squadra); ogni
squadra avrà a disposizione alcuni oggetti (una palla, un pupazzo, un libro). I
bambini dovranno camminare uno da una parte e uno dall’altra della linea
tenendo insieme l’oggetto e cercando di non camminare sulla linea fino ad
arrivare alla fine e mettere così l’oggetto nella cesta. Poi torneranno
velocemente indietro e prenderanno l’oggetto successivo e così via. Vince chi
porta tutti gli oggetti in meno tempo ma senza aver calpestato la linea:
altrimenti si deve tornare indietro e ripartire.
A COSA SERVE IL GIOCO
I bambini imparano dai bambini per imitazione. Ma imparano anche a
confrontarsi e scoprono che non possono avere sempre quello che vogliono,
che a volte decidono loro ma altre volte devono cedere e che si può perdere.
Ecco perché sarebbe importante organizzare attività con bambini di età
diverse. Il più piccolo sarà stimolato dal più grande a fare di più e sempre
meglio e il più grande si sentirà responsabile verso chi gli chiede aiuto e
svilupperà la sua autostima.
12 Un compleanno speciale
COME ORGANIZZARE IL COMPLEANNO
Una festa particolare e unica è il compleanno, vediamo come renderlo
veramente speciale. I vostri bambini sono pieni di giochi che spesso non
usano, ideale sarebbe che i genitori degli amichetti invitati si mettessero
d’accordo per prendere un unico regalo possibilmente utile (un libro, qualche
oggetto per la scuola, o qualcosa di simbolico che rappresenti il festeggiato).
Preparate un momento rituale, create lungo il perimetro di una stanza un
cerchio utilizzando uno scotch di carta, i piccoli invitati potranno sedersi
sopra la linea. Al centro del cerchio ponete un cuscino e uno scatolone con il
nome del festeggiato e il numero dei suoi anni. All’interno avrete sistemato
alcuni oggetti che consentono al bambino di ricordarsi l’anno appena
trascorso che si lascia alle spalle per iniziarne uno tutto nuovo: foto, un
bigliettino dei genitori o dei nonni, un vestito che ormai non gli va più bene
ma che ha amato tanto, un pupazzetto, un video che lo ritrae, un disegno,
qualche oggetto che ricordi un viaggio o un regalo particolare. Il festeggiato
raggiungerà il centro e seduto sul cuscino potrà pescare gli oggetti e ricordarli
insieme ai suoi amichetti che potranno avvicinarsi per vederli meglio. Alla
fine della scoperta potete raggiungere vostro figlio portandogli una candela
che appoggerete sopra un apposito rialzo, accendetela e lasciatela soffiare a
lui. Ora tutti insieme si potrà applaudire facendo tanti auguri e un canto di
buon compleanno. La scatola sarà poi lasciata nella cameretta e ogni anno se
ne aggiungerà una nuova.
A COSA SERVE IL GIOCO
Prima di tutto si ritualizza un giorno così importante: è giusto che il
bambino sia al centro dell’attenzione, è il giorno in cui è nato, ritornerà
soltanto l’anno successivo. È bello poterlo festeggiare con la mamma, il papà
e gli amichetti: un momento che rafforza i legami relazionali e permette a
vostro figlio di sentirsi amato. Avere poi una scatola con i ricordi dell’anno è
qualcosa di veramente magico che fa sentire il piccolo meno solo nel
passaggio di crescita che sta vivendo e alimenta la magia di questo giorno.
13 Imparo a litigare bene
Spesso i vostri figli quando giocano litigano e capita che arrivino alle mani. La prima causa
di bisticcio è il possesso di un oggetto, una palla, un’automobilina, qualsiasi cosa abbia uno e
non l’altro. Inutile pensare di prevenire questi episodi, fra bambini è normale volere una cosa
che ha l’altro e io non ho e da lì si parte con spinte, pugni, calci, morsi e tutto ciò che faccia
mollare la presa.
Questa tipologia di litigio è prevalente in tutta la primissima infanzia, ed è legata al bisogno
di conoscersi e stare insieme. Di solito, se l’adulto non interviene, i piccoli trovano da soli un
accordo per tornare subito a giocare. I bambini infatti non picchiano per far del male all’altro
volontariamente, possono sì graffiarsi e lasciarsi qualche segnetto ma nulla di più, il rancore
non è ancora presente nel loro pensiero. Punizioni e sgridate servono a poco, anche separarli
e farli riflettere non porta a nessuna soluzione, sono troppo piccoli per capire le conseguenze
di un’azione e soprattutto per riflettere.
Cosa fare allora? Diamo loro la possibilità di imparare a litigare bene!

COME ORGANIZZARE IL GIOCO


Vi propongo una vera e propria attività da organizzare per gestire i litigi
tra i bambini e insegnargli a litigare bene. Si tratta del metodo Litigare bene
di Daniele Novara.1
Prima di tutto non cercate il colpevole (“chi è stato?”; “chi ha iniziato?”)
e non trovate voi una soluzione (“tu adesso ti metti qui e tu vai di là”; “adesso
giochi un po’ tu e poi gioca tuo fratello”). Poi munitevi di un gomitolo:
quando i bambini si azzuffano o vengono da voi chiedendo giustizia,
chiamateli e date in mano a uno dei due un gomitolo dicendogli di dire
all’altro quello che è successo, la sua versione. Quando avrà finito di parlare
passerà il gomitolo all’altro bimbo che avrà diritto di parola, finché non si
saranno chiariti.
Date poche semplici regole: parla chi ha in mano il gomitolo, non si
danno calci e pugni e non si dicono parolacce. Il segreto è quello di farli
parlare tra di loro e non a voi. Quando avranno finito potete dire: “Cosa
potete fare?” oppure “Potete trovare un accordo?”. Non è detto che ci sia un
accordo, sappiamo di certo che dopo aver applicato il metodo i bambini
torneranno semplicemente a giocare e il litigio si sarà così stemperato.
Ideale sarebbe poi creare in un angolo della casa un vero e proprio
conflict corner con due seggioline o un tappetone dove i bambini potranno
andare a litigare bene anche da soli dopo aver imparato il metodo.
A COSA SERVE IL GIOCO
I bambini hanno la possibilità di gestirsi da soli il litigio, l’intervento
dell’adulto è quello di facilitatore del loro dialogo, ciò permette ai bambini di
scambiarsi le versioni reciproche e di sviluppare la capacità autoregolativa.
Imparano che litigare non è sbagliato e chi litiga non è cattivo, liberandosi
così da un inutile senso di colpa. Imparano anche ad ascoltare l’altro e a
mettersi nei suoi panni oltre a sviluppare la capacità creativo-divergente
quando rinunciano a qualcosa perché l’altro è più forte, ma subito vanno alla
ricerca di qualcos’altro sicuramente più interessante.
HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Mio figlio di 4 anni e mezzo continua a farmi delle domande. A casa mi tartassa con mille perché:
“Perché il dinosauro è verde? Perché la nonna è andata a casa? Perché l’acqua fa le bolle?”. Anche
quando siamo per strada è un continuo: “Perchè ci sono le strisce? Perché il cielo è blu? Perché non
c’è il sole?”. L’altro giorno a uno dei tanti perché ho risposto: “Perché è così!”. Mi ha guardato tutto
serio e mi ha detto: “Ma questa non è una risposta”. Avete un suggerimento da darmi?
Carlo
Caro Carlo, tuo figlio è in una fase in cui compare in tutta la sua forza la
domanda. È passato dalla parola al racconto e ora può dare libero sfogo ai
suoi perché. Spesso dovrete rispondere alla stessa domanda: non stancatevi,
ripetere è un bisogno del bambino, gli serve per fissare un determinato
apprendimento. Cercate di dare delle risposte semplici che il piccolo sia in
grado di capire, se vi fa una domanda complicata e non sapete cosa
rispondere non inventate risposte strane e non liquidate la questione
dicendogli “adesso basta”. Meglio dirgli semplicemente che non lo sapete,
per lui sarà comunque importante capire che lo state ascoltando e che ci siete.
Spesso le domande sono anche una richiesta di attenzione, è normale per il
bimbo cercare sicurezza in un momento di forte affermazione della sua
indipendenza.
Il bambino continua a sperimentare e i perché fanno parte della sua curiosità inesauribile
che lo porta a scoprire il mondo. Bisogna armarsi di pazienza ed essere subito pronti a dare
una risposta.
CHE DISASTRELLO!

Il bambino ha rovesciato la minestra o ha rotto un bicchiere.


Ricordiamoci che non lo fa volontariamente, vuole sperimentare e a volte
capita un incidente. Osservatelo attentamente, vedrete che vi guarda
preoccupato, sa di aver fatto qualcosa che non va e aspetta la vostra reazione,
gli batte il cuoricino e non fiata neppure. Non mortificatelo sgridandolo o
dicendogli che non lo deve fare, si bloccherà. Vostro figlio è piccolo e ogni
errore che fa è un passo verso la conquista di un apprendimento nuovo e
l’autonomia.
Ditegli semplicemente “è successo un disastrello”, “non preoccuparti,
adesso sistemiamo”, “aiutami anche tu”, “la prossima volta ce la farai senza
rompere niente”. Vedrete che il bimbo riprenderà a respirare e sorridendovi vi
dirà “è successo un disastrello” e si metterà subito al lavoro per cercare di
aiutarvi a sistemare tutto. In questo modo lo stimolerete a stare più attento e a
farcela e non si sentirà in colpa per una cosa che può succedere a tutti, anche
ai grandi.
UN AMBIENTE A MISURA DI BIMBO

Dai 3 anni possiamo introdurre ancora qualche modifica nella nostra casa.
Vostro figlio cresce e ha bisogno di continuare a esplorare nuovi
apprendimenti e a fare sempre più da solo.
UN POSTO DOVE NASCONDERSI
Quando vedete che si nasconde sotto il tavolo o cerca di infilarsi dietro le
porte e se gli dite “ma cosa fai lì sotto? vieni subito fuori, non si sta sotto il
tavolo” lui vi urla di lasciarlo stare o si mette a piangere, è arrivato il
momento per costruire insieme un posto tutto suo dove potrà nascondersi.
Anche lui ha infatti bisogno, come gli adulti, di uno spazio solo suo dove
appartarsi ogni tanto. In commercio trovate diverse casette già pronte, che
possono essere una soluzione rapida se avete poco tempo, ma se riuscite
dedicate qualche ora alla costruzione di un rifugio per il vostro piccolo. Non
serve molto, procuratevi una tela colorata o trasparente (va bene anche una
tenda che non usate più), cercate poi nella sua stanzetta un angolo che possa
andare bene per tirare una cordicella, magari utilizzando una parte di
armadio (tra armadio e muro) potete fare in modo di creare una capanna
dove vostro figlio potrà infilarsi quando sente il desiderio di stare da solo.
Sarà lui poi a inventarsi tante cose, potrà metterci dentro un cuscino, una
seggiolina, i suoi pupazzi preferiti, gli animaletti e dare libero sfogo al gioco
simbolico che fa parte della sua crescita. Un’altra idea potrebbe essere
costruire una casetta con uno scatolone. Procuratevi degli scatoloni e
buttatevi in questa impresa con il vostro bimbo. Qualunque risultato otterrete
sarà sicuramente divertente.
DOVE DISEGNARE?
Spesso capita di svegliarsi al mattino e di trovare sul muro un bel cerchio
o tante righe colorate. Il piccolo creativo si è buttato nella scoperta di un
nuovo posto dove disegnare! Create un posto dove potrà farlo
tranquillamente senza colorare il muro di casa. Prendete della carta da pacco
bianca e fissatela sulla parete della sua cameretta oppure in corridoio.
Lasciategli uno spazio grande, poi dite al bambino che su questo grande
foglio potrà colorare e disegnare a piacimento, ma sul muro no, in modo
fermo e deciso. Il bambino non vuole farvi un dispetto e se voi gli create
questo angolo non gliela darete vinta. Anche il foglio sul muro avrà una
breve durata, ogni cambiamento e modifica che si opera in casa è infatti in
funzione della sua crescita e della sua voglia di scoprire, che non va mai
soffocata ma indirizzata.
MI VESTO IO
Come abbiamo già visto ora il bambino vuole fare da solo. Lasciatelo fare
anche quando manifesta il desiderio di vestirsi e di lavarsi. Se lo lavate e lo
vestite voi sicuramente accorcerete i tempi ma rischiate di rallentare il suo
cammino verso la conquista di autonomia. Anche qui dovete prendere alcuni
accorgimenti. In bagno vuole lavarsi da solo? Lasciategli uno sgabello vicino
al bidet con appoggiato un sapone, il suo dentifricio, lo spazzolino e una
salvietta. Il mattino e la sera potrà così andare da solo in bagno ed essere
indipendente.
Anche per quanto riguarda il vestirsi da solo dategli la possibilità di farlo.
All’inizio per facilitarlo lasciategli a disposizione indumenti adatti alle sue
capacità: pantaloncini con l’elastico, magliette senza bottoni e scarpine con il
velcro. Fateglieli trovare su una seggiolina o una panchetta nella sua
cameretta. Quando avrà imparato potrete introdurre anche la scelta dell’abito
per il giorno dopo: prima di andare a letto il bambino può scegliere i vestiti
(magari fra due capi, per non creargli troppa confusione), potrà sistemarli
sulla seggiolina e la mattina dopo vestirsi.
È importante che il bambino abbia il tempo di interiorizzare ogni nuovo
cambiamento introdotto: in questo modo si creerà un rituale e per il piccolo
sarà più facile metterlo in atto.
1 Potrete trovare ulteriori informazioni in D. Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a
gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici, BUR, Milano 2015.
BIBLIOGRAFIA

Grazia Honegger Fresco, Abbiamo un bambino. Il bambino dalla nascita ai tre anni. La
guida pratica e completa per i nuovi genitori, Edizioni Red, Milano 2004.
Daniele Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli
più sicuri e felici, BUR, Milano 2015.
Alberto Oliverio e Anna Oliverio Ferraris, Le età della mente, BUR, Milano 2005.
Silvia Vegetti Finzi, A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai 5 anni,
Mondadori, Milano 1994.
INDICE DELLE ATTIVITÀ

FINO A 1 ANNO
La giostrina sospesa
Con le mani e con la voce
Il tappetone dove toccare
Assaggiare gli oggetti
I cuscini tattili
Il fantoccio di pezza
Tutto cade!
Tutto suona!
Il cucù
I barattoli magici
DA 1 A 3 ANNI
La scatola delle meraviglie
Le bottiglie da suonare
Trascino e spingo
Apro e chiudo!
Evviva travasare!
Infilo tante cose
Allaccio e slaccio
Travaso! (nella vasca)
Insapono! (in bagno)
Pesco! (in cucina)
I giochi con la sabbia
DAI 3 AI 6 ANNI
Il sacco dei misteri
La scatola dei travestimenti
La cassettina degli strumenti musicali
Quanti colori!
Una piccola biblioteca
Impasto con le mani
Faccio da mangiare!
Gioco alle faccende
I giochi di precisione
Gioco con le lettere e i numeri
Gioco con gli altri
Un compleanno speciale
Imparo a litigare bene
.

Frontespizio 5
Il Libro 1
L'autrice 2
Introduzione 8
DOVE SONO? 12
Attività fino a 1 anno 13
Dove sono 13
1 La giostrina sospesa 14
2 Con le mani e con la voce 17
3 Il tappetone dove toccare 19
4 Assaggiare gli oggetti 21
5 I cuscini tattili 23
6 Il fantoccio di pezza 25
7 Tutto cade! 27
8 Tutto suona! 29
9 Il cucù 31
10 I barattoli magici 33
Ho un problema, cosa faccio? 35
Una cameretta tutta per lui 36
CHE BELLO ESPLORARE! 37
Attività da 1 a 3 anni 38
CHE BELLO ESPLORARE! 38
1 La scatola delle meraviglie 39
2 Le bottiglie da suonare 41
3 Trascino e spingo 43
4 Apro e chiudo! 45
5 Evviva travasare! 47
6 Infilo tante cose 49
7 Allaccio e slaccio 51
8 I giochi con l’acqua 53
Nella vasca (travaso!) 53
In bagno (insapono!) 55
In cucina ((pesco!) 57
9 I giochi con la sabbia 59
Ho un problema, cosa faccio? 61
Un ambiente a misura di bimbo 63
QUESTO MONDO MI APPARTIENE! 65
Attività dai 3 ai 6 anni 66
1 Il sacco dei misteri 67
2 La scatola dei travestimenti 69
3 La cassettina degli strumenti musicali 71
4 Quanti colori! 75
5 Una piccola biblioteca 77
6 Impasto con le mani 79
7 Faccio da mangiare! 82
8 Gioco alle faccende 85
9 I giochi di precisione 89
10 Gioco con le lettere e i numeri 91
11 Gioco con gli altri 93
12 Un compleanno speciale 95
13 Imparo a litigare bene 97
Litigare bene di Daniele Novara 97
Ho un problema, cosa faccio? 100
Che disastrello! 101
Un ambiente a misura di bimbo 102
Bibliografia 104
Indice delle attività 105

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