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Navigare in Internet oggi


«È bastata una crasi ben riuscita per incoronare Enrico Mentana, ancora una volta, idolo dei social. Il
direttore del Tg La7 ha usato il neologismo webete - formato dalle parole web ed ebete - rispondendo a un
commento sulla sua pagina Facebook. Certo non sarà stato il primo a pensare o a usare la parola, ma la forza
della sua notorietà l'ha fatta diventare subito trending topic. E c’è chi già chiede all'Accademia della Crusca
lo stesso trattamento concesso a “petaloso”» (www.treccani.it)

TESTO 1

È Internet la causa dell’ignoranza


Umberto Eco sostiene che la Rete sia uno stimolo per i giovani. E invece la
tecnologia della memoria artificiale è l’origine dell’appiattimento sul presente:
non c’è bisogno di ricordare. E poi ha ridotto al minimo la parola scritta.
[1] Nella sua “Bustina di Minerva” sull’ultimo “Espresso” Umberto Eco racconta un fatto al tempo
stesso esilarante e preoccupante. In una trasmissione televisiva di quiz condotta da Carlo Conti
erano stati scelti quattro giovani e gli erano state poste alcune domande apparentemente assai facili:
in che anno Hitler fu nominato cancelliere della Germania e quando avvenne l’incontro di Benito
Mussolini con Ezra Pound. La facilità delle domande consisteva nel fatto che le date proposte dal
conduttore consentivano ai concorrenti risposte abbastanza sicure perché alcune superavano
largamente la morte sia di Hitler sia di Mussolini. Sicché i giovani prescelti, anche se ignoravano la
data esatta, avrebbero dovuto escludere quella decisamente sbagliata. Invece non fu così. La
risposta di uno dei giovani invitati al gioco collocò l’incontro di Mussolini e Pound nel 1964, cioè
vent’anni dopo la morte del Duce.
[2] Umberto Eco commenta così l’accaduto, registrato su “You Tube”: «Quest’appiattimento del
passato in una nebulosa indifferenziata si è verificato in molte epoche, ma ora non dovrebbe avere
giustificazioni visto le informazioni che anche l’utente più smandrappato può ricevere su Internet.
Si tratta dunque d’una malattia generazionale».
[3] Eco l’attribuisce soprattutto alle carenze della scuola, delle famiglie, dei vari centri educativi,
che non si curano della memoria. La memoria un tempo veniva esercitata obbligatoriamente: i
giovani dovevano imparare a memoria una serie di poesie indicate dagli insegnanti. Non importava
se capissero o no il loro contenuto, importava di tenere in esercizio le mappe cerebrali dove la
memoria ha la sua sede. In seguito quest’obbligo è stato abolito: sembrava che una memoria
meccanica non servisse a nulla e anzi fosse disdicevole. Ed ecco le tristissime conseguenze.
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Osservo tuttavia che Eco

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considera Internet, e in generale la memoria artificiale affidata alla tecnologia, una risorsa per
stimolare i giovani mettendo a loro disposizione una massa enorme di informazioni.
[4] Su questo il mio pensiero differisce molto dal suo. Secondo me, infatti, la tecnologia della
memoria artificiale è la causa prima dell’appiattimento sul presente o almeno una delle cause
principali. La conoscenza artificiale esonera i frequentatori della Rete da ogni responsabilità: non
hanno nessun bisogno di ricordare, il clic sul computer gli fornisce ciò di cui in quel momento
hanno bisogno. C’è chi ricorda per te e tanto basta e avanza.
[5] Ma c’è di più: la possibilità di entrare in contatto, sempre attraverso il clic, con qualunque
abitante del mondo, di parlare con un residente in Australia e, a tuo piacimento, con uno che vive
nei Caraibi o in Brasile o nel Sudafrica o a Pechino sembra inserirti in una folla di contatti e di
compagnia. In realtà è l’opposto: ti confina nella solitudine. Molti fruitori della Rete infatti hanno
smesso di frequentare il prossimo e restano ritirati in casa a “navigare” sulle onde della nuova
tecnologia. Perfino il Papa si serve del linguaggio “Twitter” e comunica in questo modo con molti
milioni di persone con frasi che non superano i 140 caratteri. Tra il pensiero e la parola scritta c’è
un rapporto interattivo. I nostri giovani leggono i giornali e i libri attraverso la Rete. Cioè leggono
notizie e cultura ridotte a poche parole. Il numero delle parole usate è ormai al minimo e poiché tra
il pensiero e il linguaggio c’è una interazione, ne deriva che il pensiero si è anchilosato come il
linguaggio. Dunque la malattia è estremamente preoccupante e segna un passaggio di epoca. Caro
Umberto credimi, è qualcosa di più che non una malattia generazionale.
Eugenio Scalfari, L’Espresso, 22 gennaio 2014

QUESITI

1. Qual è l’obiettivo comunicativo che si prefigge l’autore? [1 punto]

Vuole far capire che internet indebolisce la nostra memoria

2. Su quale fenomeno esprimono un’opinione i due intellettuali? [2 punti]


Esprimono una loro opinione su internet e le sue conseguenze

3. Individua e riassumi la tesi e le argomentazioni di Eco. [5 punti]

Umberto Eco sostiene che la Rete sia uno stimolo per i giovani ma pensa che la
memoria artificiale sia un appiattimento del presente.

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4. Individua e riassumi la tesi e le argomentazioni dell’autore del testo. [5 punti]

Per lui la tecnologia della memoria artificiale è la causa dell’appiattimento sul presente poi la
conoscenza artificiale toglie alla persona della Rete ogni responsabilità, non hanno nessun bisogno di
ricordare, il clic sul computer gli da ciò di cui hanno bisogno in quel momento

5. Al capoverso [3] si legge “Osservo tuttavia che Eco considera Internet, e in generale la
memoria artificiale affidata alla tecnologia, una risorsa per stimolare i giovani mettendo a
loro disposizione una massa enorme di informazioni”. Qual è la funzione di questa parte del
testo? [2 punti]
Ha la funzione di convincere il lettore della propria tesi

6. Nel testo si legge “La conoscenza artificiale esonera i frequentatori della Rete da ogni
responsabilità: non hanno nessun bisogno di ricordare, il clic sul computer gli fornisce ciò di cui
in quel momento hanno bisogno”. Con quale parola possono essere sostituiti i due punti? [2
punti]
a. tuttavia
b. invece
c. infatti
d. purché

7. Nel primo capoverso con quali espressioni può essere sostituito sicché? [2 punti]
a. “perciò” e “quindi”
b. “perciò” e “tuttavia”
c. “quindi” e “malgrado ciò”
d. “quindi” e “invece”

8. Qual è la tua opinione sul rapporto tra l’uso di internet e l’incapacità di immagazzinare
informazioni? [max 10 righi] [max 5 punti]
Secondo me hanno per metà ragione entrambi infatti internet ci può indebolire anche se noi
potremmo provarci a evitarlo e la rete ci da un stimolo a noi giovani creando una sensazione di
sicurezza

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Intermezzo ludico

Trova le parole (chiave)


Tempi: 10 minuti

S C D R T Y U I S O L I T U D I N E K R
I Q B X H E R G F D S P L L B Q E R T F
A D F G B T R Y K X P O L M N E E P U C
R E S S B N I O I A D D U R N C F T M U
R R I N D R U T M K Q R T Y H N E E A L
I R Y H N M D D S E E R P F N O O M L T
C L O P P T Y H D E T O F F M R T V C U
O M P D U O A R F E R E D C F V J Y U R
R R I Y W T U P O R S A C S T R E O O A
D I L T B E R T A S R F D N G H I L O V
A K I T T O B I I P L A P P O G R T Y B
R K L O U H Y T G R G S R E D L A E F A
E V I O L F E A S S K I O M M G O E R E
F R T E A S V O L E A S D A B J C G Q R
Q M E M O R I A N A O T G B N A A L I T
C C B N V E E O I M R F G V C C O A D A
M I U Y P L O H N R E A A V C Q E R T Q
A T B I N T E R N E T V C V A Q U M O F
R L O V O L E A S D E B J C A Q K A E G
L O S H T R Y K I O L M N A E C O N H A

Una parola da 3, 4, 8 e 9 lettere; due parole da 7 e 10 lettere

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TESTO 2

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9. Osserva le immagini 1 e 2, qual è il messaggio che entrambe vogliono comunicare? [3 punti]


Si, vogliono comunicarci che noi tutti diventiamo dipendenti da internet e nei casi peggiori si
può diventare asociale evitando anche coli che abbiamo davanti

10. Secondo te a quale parte del testo 1 si collega l’immagine 2 e perché? [3 punti]
Si collega alla parte dove si parla dell’appiattamento del presente, infatti a volte a causa di
internet non ci rendiamo conto chi abbiamo di fronte

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