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BEATi voi di Alessio Marino

Incontrai (via e-mail) Alessio Marino alla fine dell’estate scorsa e subito avvertii una forte
corrispondenza di affinità, forse perché entrambi – nella nostra comune pazzia di melomani
incurabili – ci siamo messi in testa di inventarci un “Centro Studi”. Non siamo soli nell’universo
(delle nicchie). Noi con il progressive e lui con il beat. Lui ad Alessandria, noi a Genova.
E il beat è importante, altro che, perché tutto viene da lì. Quella genuina spinta – tra irriverenza,
dissacrazione e ingenuità – dell’adolescenza pop-rock europea che, poi, avrebbe tentato l’esame di
maturità crescendo tra psichedelia, contaminazioni e mellotron verso gli anni Settanta. Anche qua
da noi perché, al di là degli esercizi calligrafici a colpi di cover, non ci sarebbe stata la Premiata
senza I Quelli; le Orme di Ad Gloriam sono l’embrione di quelle di Collage, così come i New Trolls
avveniristici nel ‘68 con Visioni e Sensazioni, diventano nel ’71 ulteriormente innovatori con il
Concerto Grosso.
Ma beat significa anche un vibratile sottobosco di ragazzi armati di chitarra, basso e batteria – a
volte arrivava anche un organo… - sempre combattuti tra la sicurezza del modello britannico e
l’esigenza di sperimentare una via autonoma, personale, italiana, magari senza arrivare all’agognata
incisione, bensì limitandosi a flebili camei in qualche “festival” locale.
Marino e il suo Centro Studi sul Beat Italiano da anni raccoglie e cataloga nel proprio immenso
archivio dischi, fotografie, cartoline, registrazioni, libri, riviste, figurine, spartiti, interviste, spille e
tutto quanto ha a che fare con i complessi e i cantanti beat tra 1962 e 1971.
L’ultimo sforzo di questa agguerrita compagine è la prima uscita editoriale autoprodotta, per la
neonata collana “I Libri della Beat Boutique 67”. Il volume in questione si intitola BEATi voi! e si
presenta come una sostanziosa e sostanziale raccolta di interviste a protagonisti, gregari e carneadi
dei Sixties made in Italy. Si toccano le radici del movimento con Maurizio Vandelli dell’Equipe 84,
Enrico Maria Papes dei Giganti, Donatello e Livio Macchia dei Camaleonti, ma si scava anche
nell’insospettabile e inevitabile passato beat di futuri progster (Pino Sinnone dei Trip, Franz Dondi
dell’Acqua Fragile, Franco Fabbri degli Stormy Six), jazzisti (James Senese dei Napoli Centrale) e
melodici (Drupi al secolo Giampiero Anelli delle Calamite e dei Frenetici). E poi curiosità a non
finire come le avventure musicali di Mario Pasotti (sì, il papà dell’attore Giorgio) o il coinvolgente
racconto di uno dei capostipiti del genere in Sardegna, Lucio Salis (che molti di voi ricorderanno
però nella veste di comico al Drive In…capitto mi hai?).
Ad arricchire il testo, una serie di fotografie piuttosto rare estratte dal forziere del CSBI. La veste è
piuttosto spartana, ma la passione è palpabile pagine dopo pagina. Peccato quei caratteri troppo
piccoli...
Marino si definisce soprattutto un “tenace storico-appassionato che ha tanta voglia di ricatturare e
conservare più a lungo possibile suoni, immagini e pensieri di quel decennio”. Ci si augura di tutto
cuore che BEATi voi sia il primo passo verso una pubblicazione ancora più ampia, capace di
raccogliere, oltre alle preziose testimonianze (che possono solo aumentare), anche un apparato
critico e “filologico” inerente alla produzione discografica. La prima pietra è stata messa, ora si
tratta di continuare.
Per maggiori infromazioni, scrivere a allllessio@tiscali.it

Riccardo Storti

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