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SAVELLI EDITORI
Titolo originale: Manuel de civilité pour les petites filles
Traduzione di S. Critique
Copertina «Davif»
Illustrazione: Xavier Sager, Les obus pacifiques (cartolina
illustrata)
Piccolo galateo sessuale per fanciulle
Glossario
Abbiamo ritenuto inutile spiegare parole come fica, fessura, mona, potta,
fava, uccello, cazzo, coglione, fottere, sperma, venir duro, masturbare,
succhiare, leccare, pompare, scopare, chiavare, infilare, sbattere, inculare,
sborrare, godemiché,[1] leccafica, troia, sessantanove, leccata, puttanella,
puttana, bordello: queste parole sono familiari a tutte le giovanette.
In camera
Se venite sorpresa tutta nuda, mettetevi pudicamente una mano sul viso e
l'altra sulla fica; non fate però marameo con la prima e non masturbatevi
con la seconda.
Non pisciate sul gradino più alto della scala per fare le cascate.
Quando avete usato una banana per divertirvi da sola o per far godere la
cameriera, non rimettetela nel vassoio prima di averla accuratamente
ripulita.
Non masturbate tutti i vostri amichetti nella caraffa della limonata, anche
se quella bevanda vi pare migliore se vi si aggiunge sperma fresco. Gli
invitati di vostro padre probabilmente non condividono i vostri gusti.
Se vi si chiede che cosa bevete durante i pasti, non rispondete: «Bevo solo
sperma».
Se vi sta di fronte quella troietta della vostra amica di tutti i giorni, non
fatele scene di gelosia attraverso la tavola.
Quando un adulto racconta una storiella un po' spinta che i piccoli non
devono capire, non mettetevi a lanciare urletti disarticolati come una
ragazzina che viene, anche se la storiella vi eccita tantissimo.
Non nascondete un godemiché nel vassoio della frutta per far ridere le
ragazze al momento del dessert.
Non chiedete mai a una signora il permesso di andare a godere con sua
figlia. Dite «giocare», è più decente.
Quando giocate alla paglia più corta, non chiedete a una giovinetta di
tagliarsi cinque o sei peli, soprattutto se sapete che non ne ha neppure uno.
Fate lo stesso, se giocate «al parto» con una bambolina di porcellana nella
fica.
E ancora fate lo stesso, quando giocate a quella «che farà la più grande
porcheria». È il gioco preferito delle ragazzine, ma i genitori non lo
approvano mai.
Non masturbate mai un giovanotto sulla finestra. Non si può sapere chi
può colpire.
Non dite che il Mar Rosso si chiama così perché ha la forma di una fica,
né che la Florida è l'uccello dell'America, né che la Jungfrau[2] non si merita
più questo nome da quando gli alpinisti ci montano su. Sarebbero
osservazioni ingegnose, ma fuori posto sulla bocca di una bambina.
Tra i principali verbi della terza coniugazione non occorre citare fottere:
io fotto, io fottevo, io fotterò, che io fottessi, fottente, fottuto. La
coniugazione di questo verbo è interessante ma se dimostrate di conoscerla
sarete sgridata più che se la ignorate.
Se la somma che dovete fare produce 69, non mettetevi a sghignazzare
come una sciocca.
Nei temi inglesi del primo anno a volte si trovano frasi ingenue: «Ho una
graziosa micetta. Tu hai un grosso bottone. Lui o lei ama le lingue. Mia
sorella ha un buon schiaccianoci. Volete una foglia di rosa? L'ussaro ha
sparato tre colpi. Cerco le fave dei baccelli. Lo sgombro ha una bella coda.
Mio fratello ha delle scrofe e mio padre delle vacche». Non azzardatevi a
tradurre: «I have a pretty little cunt. You have a big clito. She Iikes to be
tongued etc.».[3]
Se una delle allieve più grandi si prende gioco della vostra giovane età
perché lei ha dei peli graziosi mentre voi siete liscia come una mano, non la
trattate come un orso peloso, né come un Assalonne né come una donna
barbuta: traete insegnamento però dalla collera che proverete e ricordatevi
di essere modesta quando avrete la vostra passera folta.
Regali
Non offrire mai un godemiché a una donna sposata, a meno che non sia
proprio lei a confidarvi i suoi dispiaceri. Se regalate una matita in una
custodia, non mettetevi a lanciare sguardi assassini, facendo andare
freneticamente in su e in giù il lapis dentro il suo astuccio.
Il regalo più carino che una ragazza possa fare è la sua verginità. Visto
che quella davanti si può offrire una volta sola, offrite cento volte quella di
dietro e farete così molti atti di cortesia.
Quando la padrona di casa china la testa per darvi un bacio, non le infilate
la lingua in bocca. Non è una cosa da farsi davanti a testimoni.
Alla persona che vi fa ammirare una rosa non dite: «Assomiglia alla fica
della signora X...» Sarebbe un complimento, di quelli però che bisogna
riservare all'intimità.
Se vedete una traccia vermiglia sui baffi di un giovanotto, non gli dite
davanti a tutti: «La signora X... ha dunque le sue cose?» Si creerebbe uno
spiacevole silenzio.
Non chiedete mai a un'attrice drammatica dove ha trascorso i suoi anni di
bordello. Informatevi presso le sue amiche.
Dire a una giovane signora che ha dei bei capelli biondi è una cosa
gentile. Chiederle però ad alta voce se ha i peli dello stesso colore è pura
indiscrezione.
Se una signora rifiuta di sedersi, non datele consigli sul pericolo di farsi
inculare dai maldestri.
Bisogna sempre dire la verità. Quando però vostra madre riceve visite e vi
chiama per chiedervi che cosa stavate facendo, non rispondetele: «Mi
masturbavo, mamma», anche se è assolutamente vero.
Superstizioni
Gli uomini si prendono mettendo loro un po' di sale sulla coda, e poi
succhiando la coda fino a che non si sia sciolto il sale.
Se siete in tredici a fare l'amore sullo stesso letto, non mandate la vostra
amichetta più giovane a masturbarsi da sola al tavolino. Fate invece venir su
la figlia della portinaia, per farle fare la quattordicesima.
Allo stesso modo, se un amante si fa con voi tredici scopate in una notte,
non permettete che si alzi prima che sia venuto per la quattordicesima volta.
Non appendete un maialino d'oro ai peli della fica, come portafortuna per
ciò che essi contornano. Coloro che vi tireranno su le gonne potrebbero
mettersi a ridere di questo emblema.
Nel castello in cui i vostri genitori ricevono gli ospiti, non bevete l'acqua
del bidè di tutte le ragazze per sapere quello che pensano.
Non pretendete che un godemiché venga benedetto dall'arcivescovo,
prima di riceverlo in culo. Certi prelati si rifiuterebbero.
In chiesa
Una ragazzina che si alza dal letto deve aver completamente finito di
masturbarsi prima di iniziare a pregare.
Non arrampicatevi sullo zoccolo delle statue antiche per servirvi dei loro
organi virili. Non bisogna toccare gli oggetti esposti. Né con la mano, né
con il culo.
Non scarabocchiate dei riccioli neri sul pube delle Veneri nude. Se l'artista
raffigura la dea senza peli è perché Venere si radeva la passera.
Se avete già le tette, non vi scoprite a destra e a manca per dare il seno
alla vostra bambola. È permesso alle balie, ma non alle ragazzine.
Non vi fate mai infilare una pompa per annaffiare nella natura. Questi
strumenti ejaculano troppo forte per la vostra piccola capacità.
Non disegnate cazzi sui muri, anche se avete un reale talento come
disegnatrice.
All'uscita dai gabinetti non esigete una riduzione con il pretesto che vi
siete soltanto masturbata.
Non mandate alla merciaia il vostro godemiché per farci apporre dei
nastri.
A teatro
Non mettete la mano sui pantaloni del vostro vicino per vedere se il
balletto glielo fa rizzare.
Analogamente, non si deve dire ad alta voce: «Quella bruna alta laggiù va
a letto con papà!» Soprattutto se siete in compagnia di vostra madre.
Se nella pièce sentite facezie un po' spinte, allusioni, giochi di parole, non
mettetevi a dare spiegazioni alle persone adulte, anche se hanno l'aria di non
aver capito.
Non domandate neanche perché il bel tenore non infila la soprano che
canta come se stesse venendo. È una cosa che non si può fare sulla scena.
Se scrivete oscenità sulla parete della cabina, non firmatele con il nome
della signora che vi ha preceduto.
Se un signore vi chiede come mai non fate il bagno, non rispondete: «Ho
le mie regole».
Doveri nei confronti del prossimo
Se invece riuscirete a restare da sola con lui, in un posto in cui lui sia
sicuro di non farsi sorprendere da nessuno, non soltanto vi mostrerà la fava,
ma non si opporrà neppure a che gliela succhiate.
La maggior parte dei consigli che seguono deriva dai principi precedenti.
Doveri nei confronti di vostro padre
Se il vostro signor padre vi dice con una voce infuriata: «Tu non sei più
mia figlia!» non gli rispondete scherzosamente: «È da tanto che lo sapevo!»
Quando il vostro signor padre arriva mentre siete in compagnia, non dite:
«Ecco il cornuto!», oppure, se lo dite, ditelo a bassa voce.
Se vi sedete sulla coscia sinistra del vostro signor padre, non strofinate il
culo sulla sua fava per fargliela rizzare, a meno che non siate sola con lui.
Inoltre, non ditele mai: «Vaffanculo! Vai a farti fottere! Mi fai cacare!»
E soprattutto non le dite: «Mi esci dal culo!» perché semmai siete voi che
uscite dal suo.
Se la vostra signora madre vi chiede chi è che vi piace baciare di più, non
rispondete: «Il culo della cameriera».
Non impugnate un godemiché per infilarlo a vostra madre, quando lei non
ve l'ha ancora chiesto.
Non proponete a vostra madre di recitare una parte, per piccola che sia,
nei suoi piaceri coniugali. Aspettate che sia lei a proporvelo.
Doveri nei confronti di vostro fratello
Non c'è niente di più brutto di una ragazzina che vede suo fratello in
erezione e non fa nulla per soccorrerlo.
Masturbate vostro fratello nel suo letto, non nel vostro. Altrimenti vi
compromettereste.
Quando avete succhiato vostro fratello, non sputate lo sperma sul muso
dell'istitutrice. Se andasse a lamentarsene, ci sarebbero noie.
Nei giorni in cui la signorina vostra sorella non vede né il suo amante né
la sua amica lesbica, mettetele educatamente la mano sotto la gonna e
chiedetele se le va bene accontentarsi di voi.
Quando vostra sorella sta pisciando, non toglietele il vaso per farla
pisciare per terra; sarebbe uno scherzo di cattivo gusto.
Se trovate un signore nudo nel letto di vostra sorella, non andate a dirlo a
bassa voce a vostro padre. La visita non è per lui.
Se vostra sorella ha dei peli sulla passera prima di voi, non glieli strappate
con il pretesto che è una cosa ingiusta.
Non prendete in giro vostra sorella se non vuole farsi inculare. Una
ragazza per bene è assolutamente libera di dare soltanto un buco ai suoi
amanti.
Adorate la bontà di Dio che dà a ogni ragazzina una fica per immergervi
tutte le fave del mondo e che, per variare i vostri piaceri, vi permette di
rimpiazzare la fava con la lingua, la lingua con il dito, la fica con il culo e il
culo con la bocca.
Beneditelo per aver messo in voi il desiderio di venire e per aver creato
un'infinità di maniere per arrivarci.
Non pregate quando siete nuda. Mettetevi una camicia da notte, non
tiratela su, né davanti né dietro, di fronte alle persone presenti. Se avete un
godemiché dentro la passera, toglietelo. Fate lo stesso se ce l'avete in culo.
Non indicate mai all'amante di vostra madre una ragazza che si masturba
per lui, soprattutto se quella ragazza siete voi.
Se sapete che vostra madre aspetta il suo amante in camera sua, non vi
nascondete sotto il letto, soprattutto se poi balzate fuori strillando: «Bum!
Sono io!», mentre gode nella sua bocca. Potreste farla soffocare.
A partire dall'età di otto anni non è opportuno che una ragazzina continui
ad essere vergine, anche se succhia uccelli da parecchi anni.
Non lo dite neppure alla vostra cameriera, salvo il caso in cui abbia
l'abitudine di masturbarvi ogni sera. In questo caso rischierebbe lei stessa di
scoprire la traccia del lupo.
Con un amante
Abbiate tutti gli amanti che volete, ma non raccontate ai giovani quello
che fate con i vecchi. Né viceversa.
Quando siete in piedi davanti a un signore che ce l'ha ritto all'altezza della
vostra cintura e si ripromette di infilarvelo dentro, salite su uno sgabello per
mettere la vostra fichetta all'altezza delle circostanze.
Finché sarete impubere, potrete far l'amore senza nessun pericolo con i
negri se i negri vi eccitano; ma quando comincerete ad avere le vostre
regole, pregate gli amanti negri di incularvi, perché se partorirete un piccolo
mulatto la vostra reputazione non la passerebbe liscia.
Con i domestici
Salendo sull'automobile dei vostri genitori non date un bacio sul collo
all'autista, anche se gli siete molto riconoscente per avervi appena fottuto
sei volte.
Non leccate la rosetta del culo ai vostri domestici. È un servizio che gli
potete chiedere ma che è opportuno non ricambiare.
Non entrate mai in cucina tirandovi le gonne su fino alla cintura e
gridando: «Su, sbattetemi tutti!» Non avrebbero più rispetto per voi.
Per quanto venale possa essere il cameriere che vi sbatte, non dategli
gioielli di vostra madre ogni volta che vi monta.
Non pretendete da una cameriera che vi lecchi più di due volte al giorno.
Non bisogna affaticare la servitù.
Se, col vostro pieno accordo, andate a letto con lui e se lui vi prega di
fargli la pipì in bocca, non gli obiettate che quell'atto sarebbe indegno del
rispetto che gli dovete. Conosce il protocollo meglio di voi.
Potete chiedere al signor Presidente della Repubblica una ciocca dei suoi
capelli per ricordarvi dei suoi favori, ma sarebbe indiscreto tagliargli
l'uccello per conservarlo in suo ricordo.
Quando il signore sta per godere non v'interrompete per chiedergli notizie
di sua madre, nel caso vi foste dimenticata di farlo a suo tempo.
Se siete a letto con un signore che conoscete benissimo e che fate venire
per la ventesima volta, allora potete senza inconvenienti succhiargli la pelle
dei coglioni e cacciargli la lingua in culo a mo' di preambolo: ma lasciategli
credere che è il solo a cui voi accordate queste piccole cortesie.
Appena andate a letto con un'amica, mettetele la mano sulla fica; non
aspettate che sia lei a chiedervelo.
Se la vostra amica non ce la mette tutta nell'agitare per bene la sua lingua
nel punto in cui vi tocca, sarebbe di pessimo gusto pisciarle sul viso in un
accesso d'insoddisfazione.
Non fate vergognare una ragazza che vi ha appena leccato la rosetta del
buco del culo. L'ha fatto sicuramente con una buona intenzione.
A letto con un vecchio signore
Non dite: «Ho goduto come una pazza». Dite: «Mi sento un po' stanca».
Non dite: «Quando avrò i peli al culo». Dite: «Quando sarò grande».
Non dite: «Tra i pasti bevo soltanto sperma». Dite: «Ho un regime
speciale».
Non dite: «Quella gode come una giumenta che piscia». Dite: «È
un'esaltata».
Non dite: «Quando gli viene mostrato un uccello, lei si arrabbia». Dite:
«È un tipo originale».
Non dite: «L'ho vista fottere con i due buchi». Dite: «È un'eclettica».
Non dite: «La sua fava è troppo grossa per la mia bocca». Dite: «Mi sento
proprio una ragazzina quando parlo con lui».
Non dite: «Ha goduto nella mia bocca ed io nella sua». Dite: «Ci siamo
scambiati alcune impressioni».
Non dite: «Ho una dozzina di godemiché nel cassetto». Dite: «Da sola
non mi annoio mai».
Non dite: «Se ne fa tre senza venire». Dite: «Ha un carattere molto
solido».
La voce più autorevole, e anche molto isolata, che in questi ultimi anni si
è levata per tentare una riabilitazione critica delle opere erotiche di Louÿs è
quella di André Pieyre de Mandiargues che, sulla scia delle «fissazioni» di
Apollinaire per una letteratura erotografica messa al bando dalla cultura
ufficiale o comunque marginale, ha riletto con entusiasmo Trois filles de
leur mère, «ce grand livre» che nella produzione di Louÿs egli considera «le
plus émouvant, le plus exaltant, le plus terrifiant quelquefois, le plus pur, le
moins artificiel et le plus moderne en tout cas». Il giudizio di uno dei
massimi scrittori erotici contemporanei non è però così positivo a proposito
del Manuel de civilité. La causa va ricercata probabilmente nel diverso
impianto dei due testi: alla carica sessuale violenta e aggressiva del
romanzo, si contrappone il manuale più rigoroso e simmetrico, con la sua
suddivisione in «voci», come in un trattatello di buona creanza, un galateo.
Il libertinage licenzioso che Pieyre de Mandiargues vi ritrova va preso in
senso settecentesco, come atteggiamento ricorrente in altre opere di Louÿs.
È il fare declamatorio, quasi didattico, la tentazione illuministica della
prefazione ad Aphrodite, del Plaidoyer pour la liberté morale, di Liberté
pour l'amour et le mariage, di molte pagine delle Aventures du roi Pausole.
Sono le pagine del Louÿs «teorico» che si batte per l'amore libero e il nudo
a teatro, che sostiene la superiorità di epoche storiche che negano la
privatizzazione monogamica dei rapporti sessuali regalataci da istituzioni
repressive, la famiglia, la religione. E sono pagine che alla fine del secolo
scorso fecero molto scalpore.
Con questo non si vuole certo minimizzare o negare la funzione che ebbe
il «messaggio» di Louÿs nel contesto socio-culturale di fine secolo: l'eco
che accompagnò la pubblicazione e la grande fortuna presso i lettori di
Bilitis e di Aphrodite, la sua teoria della liberazione sessuale come
condizione necessaria per una società più giusta e più felice, le sue prese di
posizione sull'emancipazione femminile, la polemica anti-autoritaria che
pervade le pagine del romanzo forse più fascinoso, Les aventures du roi
Pausole. Qui l'utopia di un mondo diverso si localizza nel fantastico regno
di Tryphême in cui le leggi e gli ordinamenti sono ridotti a due soli principi:
«I) Ne nuis pas à ton voisin. II) Ceci bien compris, fais ce qu'il te plaît»,
non senza una citazione, più o meno diretta, dal Rabelais dell'abbaye de
Thélème. Ma nel Roi Pausole non c'è solo il Louÿs rabelaisiano, c'è anche il
Louÿs settecentesco, illuminista (ed erotologo), portatore di un progetto
alternativo rispetto alla società del suo tempo. È l'aspetto che più piace a
Gian Pietro Lucini, allora divulgatore in Italia dell'opera del nostro. Per lo
scrittore «progressivo» il libertinage di Louÿs ha una carica aggressiva e
sovversiva, profonda:
«Pierre Louÿs sarà dunque un pornografo di vaglia, che, per farsi passare,
si veste alla greca? Sarà semplicemente uno stilista perfetto, un eccellente
coloritore di paesaggi e di figure, ma vuoto nel concetto [...] Pierre Louÿs è
anche un moralista e un combattente per la libertà del costume.
[...] L'artista, per quanto non paia, per quanto sia astruso, lontano,
racchiuso nella torre d'avorio, sarà l'eterno ribelle, l'eterno sovversivo.
Conquistare per la bellezza nuda un posto al sole, vale, nella filosofia della
storia, distruggere un privilegio ed una barbarie; santificare l'amore anche
nei termini anatomici, che i fanciulli viziosi cercano, nel vocabolario, sotto i
banchi della scuola, vale fare la rivoluzione»
Nelle opere oscene di Louÿs - fra tutte Trois filles - a lungo perseguitate
dalla censura («la police des moeurs»), Pieyre de Mandiargues ritrova
l'estrema provocazione nell'attacco antistituzionale alla famiglia su cui, con
minori schermaglie ragionative e con maggior virulenza che nel Roi
Pausole, l'autore lancia «un torrent de boue et de merde» e nelle quattro
figure di donne, le sante - ma dell'abisso come in Nerval - sante e martiri
del sesso che superano serenamente e saggiamente i tabù primordiali:
l'omosessualità, l'incesto.
Rispetto al percorso tutto sommato rettilineo del suo progetto, una sola
ruga, un'incrinatura, sintomo di crisi della lucida fantasticheria del libertino:
nel '98 La femme et le pantin, la donna e il burattino. Il discorso narrativo si
fa più oscuro e deviante rispetto all'erotologia, pericoloso malgrado la prosa
da «codice civile». Il tipo di sessualità improduttiva di Conchita Perez, la
verginità perversa, o come perversione, come stimolo o come provocazione,
come «segreto», rabbuia la zona luminosa dell'erotico e dell'osceno. Il
rapporto fra i due sessi viene riportato a un livello brutale ed elementare di
corpo a corpo, di lotta per la sopravvivenza, in cui i valori economici sono
sovvertiti e sottratti agli schemi abituali. L'allumeuse aumenta sempre più il
suo prezzo, si sottrae come merce, dilata la lacuna incolmata del desiderio
fissandolo nel gioco infantile e mortale del non dare.
Non dato/non detto, possedere per finta, mimare l'amplesso. Non dare ciò
che viene chiesto, implorato, non dire chi si è, l'oscura verità che si
nasconde nel corpo di Conchita, nel caleçon, le mutande insormontabili,
troppo facile metafora di un fantasma d'impotenza che non si può del tutto
esorcizzare. Troppo semplice risolvere il problema sostenendo che il
segreto di Conchita, «l'oscuro oggetto», sia divenuto in Trois filles la
caratteristica eccitante della fillette inclinata alla sodomia, o nel Manuel de
civilité una «rubrica speciale» per farsi dépuceler a otto anni.
Mariella Di Maio
Appendice
[3]«Io ho una graziosa fichetta. Tu hai un gran clitoride. A lei piace essere
leccata ecc.». <<