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I pugni in tasca è un film del 1965, scritto e diretto da Marco Bellocchio, all'esordio, nella regia
di un lungometraggio.
Si tratta di un film manifesto, per certi versi anticipatore della contestazione sessantottina [2], ed è
stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[3
La storia si svolge in una grande casa sull'Appennino piacentino dove quattro fratelli, tre maschi
adulti ed una giovane donna, vivono con la madre, anziana vedova, cieca. Augusto, il fratello
maggiore, è l'unico ad avere una vita lavorativa e sociale: avvocato, ha una fidanzata e vede gli
amici a Piacenza, dove frequenta regolarmente una prostituta per soddisfare i propri bisogni
sessuali. I suoi fratelli, invece, quasi non escono di casa.
Sandro, apparentemente normale, o meglio, capace di controllarsi grazie ai farmaci contro il
male che affligge la famiglia - l'epilessia - é chiuso nell'universo della casa e della propria stanza,
dove nutre morbose fantasie d'amore e morte. Il fratello Leone è epilettico e pazzo, mentre la
sorella Giulia si vuole ora alleata al fratello maggiore, rappresentante del potere in casa,
conservatore e superficiale, ora complice dell'introverso Sandro, tra le atmosfere claustrofobiche
degli interni.Sandro medita una strage in cui la famiglia incontri la morte per mano sua, e lasci
libero Augusto di vivere la propria vita nell'agio, senza dover ipotecare la propria giovinezza per
occuparsi del resto della famiglia. In occasione di una visita al cimitero in cui si mette alla guida
dell'automobile di famiglia, lascia al fratello un biglietto con la propria confessione e parte con la
madre, la sorella ed il fratello malato su di una strada che conduce ad un dirupo. Al momento
cruciale però ferma l'auto e la famiglia torna a casa, alla vita di sempre.
In realtà la distruzione è solo rinviata: in breve tempo Sandro prima uccide la madre,
sospingendola in un burrone, poi medita di annegare il fratello Leone nella vasca da bagno, dopo
la somministrazione di una overdose di farmaco. Durante le esequie della madre, Sandro
confessa a Giulia il matricidio. La sorella all'inizio non vuole credergli ma, quando muore anche
Leone, Giulia capisce tutto e sviene, rotolando giù dalle scale. Soccorsa, rimane bloccata a letto
per l'incidente. Il desiderio di affermazione e di riscatto di Sandro sembrerebbe essersi compiuto,
ma la fine di un passato soffocante non fornisce garanzie di futuro: il male è in agguato, e
Sandro muore a causa di un grave attacco epilettico senza che Giulia si muova in suo soccorso.
Il titolo in fase di lavorazione era Epilessia. Il film venne realizzato in grande economia e circolò
con una distribuzione indipendente. La famiglia Bellocchio contribuì alla realizzazione del film: il
fratello del regista, Tonino, finanziò l'opera con cinquanta milioni, mentre l'interno della casa è
quello della madre del regista[4].
la colonna sonora venne realizzata da ennio morricone .
Easy Rider - Libertà e paura (Easy Rider) è un film del 1969 diretto e interpretato da Dennis
Hopper (Billy); con Peter Fonda (Wyatt, detto "Capitan America") e Jack Nicholson (George
Hanson); narra il viaggio attraverso gli Stati Uniti d'America da Los Angeles alla Louisiana di due
motociclisti sui loro chopper, in totale libertà. Nel 2012 è uscito il prequel Easy Rider: The Ride
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