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CAPITOLO I- paragrafo 31

XIII 31 Etenim 1amdiu, patres conscripti, in his pericu.


lis coniurationis insidusque versamur, sed, nescio quo pacto,
omnium scelerum ac veteris furoris et audaciae maturitas in
nostri consulatus tempus erupit. Quod si ex tanto latrocinio
iste unus tolletur, videbimur fortasse ad breve quoddam tem-
pus cura et metu esse relevati; periculum autem residebit et e-
rit inclusum penitus in venis atque in visceribus rei publicae.
Ut saepe homines aegri morbo gravi, cum aestu febrique iac-
tantur, si aquam gelidam biberunt, primo relevari videntur,
deinde multo gravius vehementiusque adflictantur, sic hic
morbus, qui est in re publica, relevatus istius poena, vehemen-
tius, reliquis vivis, ingravescet.

XIII 31 Da molto tempo infatti, Padri Coscritti, ci troviamo esposti ai pericoli e alle
insidie di questa congiura, e tuttavia, non so per quale ragione, i disegni criminosi e la
furia sovvertitrice che maturavano da tempo sono esplose nel periodo del nostro
consolato. Se uno solo di tanti banditi verrà soppresso, forse per qualche tempo avremo
l'impressione d'esser sollevati dall'angoscia e dal timore, ma il pericolo per-
durerà, annidato nel sangue, nelle viscere della Repubblica.
Chi, colpito da grave morbo, è in preda a una febbre ardente, se beve acqua gelata sulle
prime sembrerà sollevato, ma poi soffrirà molto più di prima e con maggiore intensità;
allo stesso modo, la malattia di cui soffre lo Stato sarà attenuata, se costui verrà messo a
morte, ma non farà che aggravarsi, se reSteranno in vita i suoi complici.

Cicerone sottolinea che tutti i pericoli e le insidie delle congiura si sono presentati proprio nel
momento del loro consolato. Secondo Cicerone anche se alcuni dei “banditi” cioè i seguaci
di Catilina verrà oppresso o allontanato dalla città, i consoli avranno per un momento
l’impressione che tutta la corruzione della società romana sia svanita, nonostante ciò è
sempre presente il pericolo che qualcuno possa sovvertire lo stato.
A questo punto Cicerone utilizza una metafora: così come una persona con la febbre beve
acqua fredda e si sente per un momento sollevato ma poi la situazione sarà nuovamente
come prima, allo stesso modo se si espelle solo uno di quelli la situazione dello stato
inizialmente sarà calma ma successivamente tornerà ad aggravarsi a causa di questi che
ardiscono contro il bene della repubblica.
L’intento di Cicerone è quello di sottolineare che non basta espellere dalla città Catilina,
bensì è necessario che con lui ci siano tutti i propri seguaci in quanto se nell’urbs romana,
possono da un momento all’altro scatenare confusione allo stato.

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