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ABDULLAH, IL MISTERIOSO MENTORE DI NEVILLE


GODDARD E JOSEPH MURPHY CI INSEGNA COSA
SIGNIFICA VERAMENTE “IGNORARE LE
CIRCOSTANZE ATTUALI” E CREARE LA REALTÀ CHE
DESIDERIAMO SPERIMENTARE
FEBBRAIO 7, 2022 DA SILVIA

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Alla fine del 2021 ho scoperto “per caso” ciò che Neville Goddard ha
denominato “Legge dell’Assunzione o degli Assunti” (Law of Assumption in
inglese), che come capirete non è altro che una forma di Gnosi basata sulle
conoscenze di Kabalah pratica di Abdullah, il misterioso mentore di Goddard
e Joseph Murphy, dalle quali derivano le moderne New Age, la “legge
dell’attrazione” e il movimento del Pensiero Positivo.

Questi principi iniziatici sono stati denominati legge dell’assunzione poiché si


basano sull’idea – confermata dalla fisica moderna tramite il celebre
esperimento della doppia fenditura, menzionato sempre quando si parla di fisica
quantistica[1] – che il mondo esterno sia solamente il riflesso delle nostre
convinzioni consce e inconsce.

Il presente articolo è la mia traduzione dell’originale inglese, The mysterious


man called Abdullah, pubblicato sul sito web The Neville Goddard
Experience, il 23 gennaio 2022, e di un estratto del post How Abdullah taught

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Neville the Law: “He turned his back on me and…slammed the door!”
pubblicato sul sito web maxshenkwrites.com.

Devo però prima fare una premessa importante: non fatevi confondere dai
termini utilizzati da Goddard – quando si parla di “sentirsi come se il
desiderio si fosse già realizzato” si intende che bisogna “entrare” nello stato
mentale in cui ci troveremmo se il nostro sogno si fosse realizzato. Infatti
sono sempre i pensieri a precedere l’emozione, e non viceversa, solo che non
ce ne accorgiamo perché siamo passivamente pensati tutto il giorno, cioè non
siamo coscienti dei pensieri che ci passano per la testa; di conseguenza se
voglio raggiungere uno stato emotivo diverso devo necessariamente
allenarmi a cambiare i miei pensieri, come ho spiegato qui. Questo punto
viene frainteso da tutti, ed è proprio ciò che sabota la realizzazione dei nostri
desideri.

Abdullah, il cabalista che introdusse Neville


Goddard alla “legge di assunzione”
Tutti coloro i quali hanno una qualche familiarità con gli insegnamenti di
Neville Goddard, avranno sentito parlare almeno una volta di Abdullah. La
figura di quest’uomo è circondata dal mistero, anche se fu proprio lui ad
introdurre Goddard ai principi che costituiscono la legge dell’assunzione. Fu
grazie agli insegnamenti del suo mentore che Goddard poté testare in prima
persona le idee che divulgò successivamente al mondo.

Abdullah era un rabbino di origini


etiopi che parlava fluentemente
l’ebraico e diverse altre lingue. Ebbe un
gran numero di studenti, tuttavia quello
che si distinse maggiormente fu proprio
Neville, il quale grazie agli insegnamenti
ricevuti,
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radicalmente la propria esistenza, passando dall’essere un ballerino
squattrinato ad un insegnante e scrittore di successo.

Alcuni sono convinti che Abdullah fosse un ebreo di colore, tuttavia non credo
che questa sia una supposizione corretta, poiché egli era orgoglioso del suo
retaggio culturale, inoltre si definiva etiope. Molto probabilmente coloro i
quali ritengono che fosse un ebreo di colore, lo fanno solamente perché era un
rabbino che parlava ebraico e iniziò Neville agli insegnamenti della
Kabalah[2] – però questa è solo una mia deduzione [parla l’autore dell’articolo,
Gwayi Kevin, N.d.T.].

Siccome Abdullah parlava fluentemente l’ebraico, era in grado di studiare il


testo originale della Bibbia, ma la sua interpretazione di tale testo sacro non
era affatto religiosa, infatti sosteneva che il significato occulto dei brani biblici
fosse che l’essere umano stesso è Dio, e che quindi ha il potere di trasformare
la sua vita tramite potere della sua consapevolezza.

Come Neville Goddard conobbe Abdullah


Neville Goddard conobbe il suo mentore Abdullah
nel 1931, quando partecipò ad una delle sue
conferenze – fu un incontro decisamente
simpatico. Non appena concluse la conferenza,
Adbullah si avvicinò a Neville e gli porse la sua
mano dicendogli che era arrivato con 6 mesi di
ritardo. Abdullah aveva questo modo di
comportarsi molto eccentrico, ed era proprio per
tale motivo che lasciava il segno.

Neville, fortemente perplesso dal modo in cui era


Neville Goddard (1905-1972).
stato apostrofato da Abdullah, chiese: “Sono
arrivato con 6 mesi di ritardo? Come fa a
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conoscermi?” E il maestro gli disse che era stato avvertito del suo arrivo dai
“fratelli”.

Abdullah teneva spesso conferenze e portava avanti i suoi studi insieme ad un


ristretto gruppo di “fratelli” e suoi allievi. Insomma, venne fuori che
conosceva Neville già molto tempo prima che questi decidesse di partecipare
ad una delle sue conferenze. Pare che Goddard fosse stato esortato a prendere
parte alle conferenze di Abdullah da un uomo che riteneva essere un povero
pazzo, e forse questo spiega perché ci mise così tanto tempo a decidersi.

Tuttavia quel primo incontro con Abdullah lo convinse che si trattava della
cosa giusta da fare, e per i 5 anni che seguirono Neville studiò personalmente
con il suo mentore, divenendo contemporaneamente suo grande amico.
Goddard chiamava affettuosamente il suo maestro “Ab”.

Abdullah non ricercò mai la notorietà


Abdullah sapeva benissimo che Neville doveva partecipare ai suoi incontri,
tuttavia non andò mai a cercarlo, preferendo aspettare pazientemente che
arrivasse di sua iniziativa – e sappiamo che dovette attendere diverso tempo.

Abdullah non si mise mai a predicare i suoi insegnamenti con la forza, poiché
essi erano riservati unicamente a tutti coloro i quali erano pronti per riceverli
avendo compreso che la vita è molto più che la nostra forma fisica.

Non fu quindi mai mosso dalla sete di fama, ed era disposto ad assistere solo
chi aveva bisogno di aiuto lungo il proprio cammino di risveglio spirituale;
quindi è per tale ragione che non sappiamo quasi nulla di lui. Siamo venuti a
conoscenza della sua esistenza solo grazie a quei pochi dei suoi studenti che
hanno menzionato il suo nome. Fu sempre un uomo molto riservato e
decisamente misterioso.

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Abdullah prosperava in un periodo di grande
oppressione e faceva tutto ciò che voleva
Abdullah era un uomo di colore, come si usa dire negli Stati Uniti, e in quel
periodo storico chi aveva la pelle scura o veniva dall’Africa non aveva di certo
vita facile. La maggior parte di queste persone sentiva di essere perseguitata
dal mondo intero, semplicemente a causa del colore della propria pelle, per via
della terribile oppressione che stava vivendo.

Al contrario sembrava che Abdullah vivesse su un’altra dimensione: non era


minimamente preoccupato riguardo le leggi che limitavano le libertà delle
persone di colore, faceva sempre e solo tutto ciò che voleva e viveva nella
ricchezza, nonostante il mondo esterno gli fosse completamente ostile. Infatti
quando conobbe Neville già viveva in un appartamento di lusso a New York,
mentre Goddard era un ballerino squattrinato.

Due anni dopo aver conosciuto Abdullah, a causa della Grande Depressione, le
cose andavano così male per Neville che questi non si poteva nemmeno
permettere di mettere insieme un pasto. Goddard stesso raccontava che a quei
tempi era disposto ad esibirsi in cambio di cibo, tuttavia tutti i teatri erano
chiusi, proprio a causa della crisi economica.

Trattandosi dei tempi della Grande Depressione, tutti erano stati duramente
colpiti in un modo o nell’altro, ma Neville non menzionò mai il fatto che il suo
maestro avesse problemi. Abdullah aveva un modo tutto suo di prosperare
anche in tempi di orrende ristrettezze!

Abdullah mangiava tutto ciò che voleva


Abdullah amava condurre una vita di lusso, mangiare tutto ciò che voleva e
bere in gran quantità. Non fumava semplicemente perché non gli piaceva, ma
mangiava tutto senza alcuna paura.
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“E naturalmente si sedeva e mangiava 2 o 3 grosse porzioni di segale
– e intendo veramente porzioni esagerate. Accompagnava il pasto
con il Porto o la birra. E per dessert, proprio come Churchill,
mangiava una grossa coppa di gelato. Io gli dicevo sempre: “Ab, come
diamine fai a mandare giù tutta questa roba?” E lui rispondeva: “Oh,
tu non potresti mai farlo, ti avveleneresti perché sei pignolo”.

Dunque lo ammoniva dal mangiare come lui, poiché Neville, per il solo fatto di
aver posto una domanda simile, mostrava di credere che non era salutare
mangiare in tal modo, e dunque questa convinzione era la sua realtà.

Abdullah mandava giù qualsiasi cosa perché era convinto che il cibo che
introduceva nel suo corpo potesse solo fargli bene e mai danneggiarlo, al di là
che gli altri lo considerassero sano o malsano. Semplicemente non gliene
importava nulla.

Egli condusse una vita lunga – visse più di 100 anni – e prosperò mangiando
cibi che ai nostri tempi sono considerati malsani o “spazzatura”.

Il metodo di insegnamento poco ortodosso di


Abdullah
Abdullah era un personaggio molto stimato da tutti e altamente carismatico, e
per questo migliaia di persone si rivolgevano a lui per avere consigli – fra i
suoi allievi e conoscenti si trovavano anche personaggi famosi e molto
influenti, come il celebre Joseph Murphy, colui che ispirò Napoleon Hill,
Thomas Troward, Earl Nightingale – quest’ultimo fu il maestro del famoso

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Bob Proctor – dunque Murphy è considerato il padre della letteratura
motivazionale contemporanea.

Abdullah era testardo e a volte persino scortese, e rifiutava sempre di farsi


aiutare da Neville quando questi si offriva di farlo entrare nei luoghi ai quali le
persone di colore non avevano accesso, infatti lui essendo un bianco non era
sottoposto ad alcuna discriminazione e pensava che il minimo che potesse fare
per il suo mentore fosse quello di aiutarlo, tuttavia Abdullah non ne voleva
sentir parlare.

Non solo non accettava l’aiuto di Neville, ma puntualmente, e con grande


stupore di quest’ultimo, si procurava sempre i biglietti in prima fila per
l’opera – al tempo una persona di colore che riusciva ad avere i biglietti in
prima fila per ascoltare l’opera era qualcosa di impensabile, a causa delle
leggi razziali. Ma nessuno osava fermare Abdullah, perché questi sapeva
benissimo che il mondo esterno doveva per forza conformarsi alla sua
immaginazione, la quale è la fonte di tutto [la “legge dell’assunzione” insegna
che il mondo esterno è una proiezione delle nostre convinzioni, è come un
sogno ad occhi aperti, per cui è possibile cambiare ogni circostanza
cambiando i pensieri ripetitivi, e quindi le credenze consce e inconsce –
Abdullah non prestava attenzione alle leggi razziali proprio perché non
voleva subirne gli effetti, e sapendo che gli altri non hanno “libero arbitrio”
nella sua realtà, gli altri si dovevano per forza conformare alle sue aspettative e
trattarlo come se non sapessero neppure cosa fossero le leggi razziali;
rimando a questo mio video, N.d.T.].

Neville sapeva benissimo quanto fosse pericoloso il comportamento del suo


mentore, perché al tempo una persona di colore poteva benissimo venire
uccisa per il solo fatto di essersi seduta al posto sbagliato all’opera o per aver
usato un bagno riservato ai bianchi, figuriamoci se si fosse seduto in prima
fila in mezzo ai bianchi! Probabilmente la prima fila era riservata ai
personaggi più importanti del tempo, dunque questo era un vero azzardo da
parte di Abdullah.
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Goddard quindi sentiva di dover intervenire e manipolare fisicamente il corso
degli eventi, tuttavia il suo maestro rifiutava sempre ogni aiuto, e a volte lo
faceva in modo rude – ma quelle furono le lezioni più importanti che Neville
apprese da lui, perché gli mostrarono quanto la mente sia immensamente più
potente di qualsiasi azione che avrebbe potuto compiere nel mondo fisico.

La scortesia di Abdullah era infatti solo un modo per scacciare i dubbi che
assalivano la mente di Neville. Dunque, ogni volta che il suo allievo dubitava
che il semplice atto immaginale avrebbe garantito la concretizzazione del
desiderio, o ogniqualvolta si sentisse in dovere di intervenire con la forza – il
che dimostrava che non aveva ancora piena fiducia che l’immaginazione si
sarebbe solidificata nel mondo esterno – Abdullah lo rimetteva in riga
interrompendolo e rifiutando di discutere di qualsiasi cosa che avrebbe potuto
annullare gli effetti di suddetto atto immaginale.

Erano i tempi della Grande Depressione e Goddard desiderava ardentemente


tornare nel suo Paese natio, le Barbados, per celebrare il Natale con la sua
famiglia, così ne parlò con Abdullah, il quale gli disse che già si trovava alle
Barbados. Naturalmente Neville non capiva cosa volesse dire, così il suo
mentore gli raccomandò di immaginare di star dormendo alle Barbados e
non a New York. Gli disse di vedere New York lontana proprio come se si
trovasse realmente alle Barbados.

Dopo alcuni giorni, Neville iniziò a nutrire dei forti dubbi poiché non
accadeva nulla, e voleva quindi parlarne con Abdullah, ma quest’ultimo
continuava a ripetergli che già si trovava alle Barbados, e per tale ragione
non c’era alcun motivo per parlare ulteriormente della questione. Quando
Neville insistette, il suo mentore si girò, andò nella sua piccola biblioteca
privata, e gli sbatté la porta in faccia. Goddard tentò per altre tre volte di
parlare della cosa, ma il maestro si rifiutava di farlo, dicendogli che non
poteva discutere del fatto che fosse alle Barbados visto che era già lì…non
avrebbe avuto alcun senso. Se lui aveva fiducia nel fatto di essersi convinto di

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essere già lì, non poteva assolutamente discutere di come ci sarebbe dovuto
arrivare.

Finalmente una mattina Neville ricevette una lettera dal fratello Victor, nella
quale si trovava un assegno di 50 dollari, che serviva per permettergli di
acquistare una nuova camicia, un nuovo paio di scarpe e di calzini, e qualsiasi
altra cosa gli servisse. Inoltre Victor aveva preso accordi con la compagnia
marittima Furness Withy, affinché quando Neville fosse andato a prenotare un
biglietto per le Barbados questo sarebbe stato addebitato a lui.

Neville, tutto contento, andò alla Furness Withy, ma gli dissero che avevano
posto solo in terza classe. Lui accettò lo stesso. Poi andò da Abdullah per
raccontagli dell’accaduto, il quale gli rispose così: “E chi ti ha detto che devi
andare alle Barbados? E chi ti ha detto che sei andato alle Barbados con un
biglietto di terza classe? Tu sei già andato alle Barbados in prima classe”. E si
rifiutò di discutere ulteriormente della faccenda. Neville pensò che l’amico
non era contento per la fortuna che gli era capitata.

Dunque il mattino del 6 dicembre si recò al porto con il suo biglietto di terza
classe, e una volta arrivato gli dissero che si era liberato un posto in prima
classe, proprio come aveva predetto Abdullah. Goddard trascorse tre mesi
meravigliosi alle Barbados.

Il maestro gli insegnò che come non esiste una “piccola gravidanza”
– se lo fai rimani incinta, e allora devi permettere al bambino di
crescere, poiché qualsiasi interferenza da parte tua risulterebbe in un
aborto – non si può annullare la convinzione di aver già
realizzato il proprio desiderio tramite la lamentela e i dubbi. “Tu
sei convinto di essere alle Barbados. Così ora sei incinta. L’idea di
fondo è che partorirai un viaggio che ti porterà esattamente alle
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Barbados. Quando ti sei convinto di un fatto, ciò corrisponde
metaforicamente al concepimento. Non provare nemmeno a
mettere in dubbio che si tratti di un concepimento. Ora devi per
forza diventare una madre amorevole e portare avanti la
gravidanza. Non è più il momento di discuterne” [l’atto di mettere
in dubbio che il proprio desiderio si possa realizzare equivale ad un
aborto perché ogni nostro desiderio è sacro e rinnegarlo
significherebbe rinnegare noi stessi e la nostra divinità, ecco perché
l’atto di rinunciare a realizzare i propri sogni provoca una grande
sofferenza, N.d.T.].

Abdullah fu una fonte di grande ispirazione per


Neville
Abdullah insegnò a Neville i principi di questa “legge” facendoglieli
sperimentare in prima persona. Da lui Neville capì che i suoi studenti
avrebbero a loro volta dovuto mettere in pratica questi principi per capire se
sono validi o meno. Goddard disse sempre che bisogna mettersi alla prova da
soli e che non ci si deve fidare di nessun mistico o maestro che chieda denaro
in cambio delle sue conoscenze. Infatti lui stesso tenne molte delle sue lezioni
gratuitamente.

Abdullah ci ha dimostrato che abbiamo veramente il potere di cambiare


qualsiasi circostanza nella quale ci troviamo […]. Lui stesso non perse mai
tempo a lamentarsi dell’oppressione contro i neri né della crisi economica –
semplicemente non dubitava mai di nulla, era estremamente sicuro di sé.
Neville apprese questa lezione quando il maestro gli sbatté la porta in faccia,
facendogli capire che non doveva mettere in dubbio che potesse andare
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veramente alle Barbados – comprese che non avrebbe dovuto seguirlo e
insistere.

Goddard apprese moltissimo dal suo mentore e mise in pratica tali


insegnamenti ogni volta che lui stesso si trovò in circostanze poco gradevoli.
Per esempio quando venne arruolato nell’esercito e non aveva nessuna
intenzione di andare in guerra – si ritrovò con la prospettiva di dover
combattere nella seconda guerra mondiale, e ovviamente al tempo non era
permesso rinunciare a tale dovere. All’inizio provò a tirarsene fuori forzando
le cose e andando a parlare col suo colonnello, azione che ovviamente non
diede i risultati sperati. Allora la notte iniziò ad immaginare di star dormendo
nel letto della sua casa, e ripeté questo atto immaginale fino a che non sentì di
essere veramente nel suo appartamento. Dopo 9 giorni di esercizio e auto-
disciplina [pensare come si fosse già ottenuto il proprio desiderio, disciplina
mentale, visto che l’atto immaginale è totalmente inutile se poi si torna a
pensare alla vecchia maniera, N.d.T.], venne finalmente congedato
dall’esercito, naturalmente con onore.

Poi ci fu la volta in cui Neville voleva divorziare da sua moglie per poter
sposare la donna che amava veramente, ma sua moglie si rifiutava di
concedergli il divorzio. Si erano infatti sposati quando erano molto giovani e
seppure la loro relazione era finita e vivevano separati, erano legalmente
ancora sposati. Quindi quando Neville le chiese di firmare le carte per il loro
divorzio, sua moglie rifiutò, proprio perché sapeva che lui voleva sposare
un’altra donna. Di nuovo utilizzò la sua immaginazione: vide sua moglie che gli
concedeva il divorzio. Alla fine quando successe veramente fu colto di
sorpresa.

Considerazioni finali
Abdullah ci ha insegnato che siamo in grado di liberarci di ogni sorta di
limitazione fisica. Mostrò come possiamo ottenere qualsiasi cosa
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desideriamo, se solo non permettiamo ai nostri 5 sensi di illuderci e se ci
sentiamo come se la avessimo già, accettandola come nostra nuova realtà,
anziché notare la sua assenza.

Abdullah ci ha dimostrato anche che siamo in grado di tirarci fuori da


qualsiasi situazione, se solo capiamo quanto siamo potenti. La sua stessa vita
è stata una dimostrazione di tutto ciò che ha insegnato ai suoi allievi: mise
sempre in pratica quello che professava. Quando insegnò a Neville che le
circostanze sono sempre totalmente irrilevanti e che possiamo ottenere
senza ombra di dubbio ciò che vogliamo, gli mostrò tutto questo tramite il
modo in cui lui stesso conduceva la sua esistenza – un uomo di colore che
viveva come se non esistessero le leggi razziali né la crisi economica. Ogni
volta che il suo allievo si preoccupava per la sua incolumità, il maestro gli
diceva con durezza: “E chi ti ha detto che ho bisogno di aiuto?”

La strada più facile e più corta che porta alla


ricchezza – Joseph Murphy, Il Potere del
Subconscio, pagina 122:

“La strada che porta alla felicità e al successo in ogni campo – sia
poi questo nel campo morale, spirituale o materiale – è aperta
davanti a colui che ha familiarità con le forze miracolose del suo
subconscio. Chi conosce le leggi spirituali possiede una fede salda e sa
con assoluta certezza che non patirà mai la miseria, e questo
indipendentemente dalla congiuntura economica, dalle quotazioni in
borsa o dalle crisi di ogni tipo, come ad esempio scioperi o guerre.
Infatti, non appena egli avrà impresso nel suo subconscio l’idea di
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benessere, questo gli procurerà in abbondanza, dovunque possa
trovarsi, tutto ciò di cui ha bisogno. Egli ha anche acquistato la salda
convinzione spirituale che il denaro circolerà sempre liberamente
nella sua vita e che ne possiederà sempre più del necessario. Anche
nel caso in cui le casse dello stato dichiarassero bancarotta domani e
la persona in questione perdesse tutto il suo attuale patrimonio
(come è già accaduto due volte con la moneta tedesca), questa
persona ritornerebbe ben presto ricca, indipendentemente da quale
nuovo sistema economico o quale nuova valuta vengano creati.”

Note:
[1] La fisica quantistica è la teoria che descrive il comportamento della
materia, della radiazione e di tutte le loro interazioni, al livello microscopico.
La teoria quantistica venne formulata da Max Planck agli inizi del novecento: il
tutto nacque da uno studio sulla radiazione emessa da un corpo nero, il quale
è capace di assorbire le radiazioni e di irradiarle a sua volta,
indipendentemente dalla natura del materiale; tuttavia il processo dipende
dalla temperatura. I quanti di energia sono la quantità minima al di sotto delle
quali non possono avvenire tali scambi. Infatti le quantità fisiche come
l’energia non possono essere scambiate in modo continuo, ma solo attraverso
dei “pacchetti” detti quanti; per cui un sistema può possedere valori di energia
specifici e non illimitati, come invece sostiene la fisica classica. Il corpo nero
studiato da Planck emette radiazione quantizzata, ossia limitata, e non
continua o illimitata. Tutto ciò che esiste è composto di molecole, le quali sono
a loro volta composte di atomi, e così via. Se continuiamo a dividere le
particelle arriveremo ad un certo punto al quanto, ossia una particella così
piccola che non può essere divisa (invece l’atomo può essere scisso in protoni,
neutroni ed elettroni). Questi concetti sono stati introdotti da Planck nel 1900,
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e in seguito vennero ripresi da Einstein; ancora oggi vengono studiati perché
comportano dei paradossi.

Nella fisica classica possiamo sempre misurare con precisione un oggetto (la
sua velocità, la sua energia, la sua posizione, e così via). Con la fisica quantica
invece non è possibile misurare ogni oggetto, infatti quando si tratta di quanti
possiamo descrivere solo una rosa di possibilità: cioè la probabilità che un
oggetto o una persona si trovi in una determinata posizione. In fisica quantica
si dice che un quanto si trova nello “Spazio di Hilbert” = spazio di possibilità o
stato indefinito. Per cui c’è la probabilità che il quanto si trovi nel punto A o
nel punto B, ma non avremo la certezza di dove si trovi fino a che non lo
misuriamo. Non appena lo misuriamo, il quanto “decide” quale posizione
prendere. In gergo tecnico si dice che lo stato iniziale all’atto della misurazione
deve “collassare” in 1 dei 3 possibili stati.

L’esempio più famoso è quello del Gatto di Schrödinger; è come se la scelta


fosse derivata da un fattore casuale, detto Principio di Indeterminazione. Ma più
che di posizione si parla di autovalori, dato che la misurazione può riguardare
diverse proprietà del quanto: posizione, velocità, eccetera. Per le particelle
comuni possiamo dedurre anche la loro posizione, velocità, e altri dati. Però
nel caso del quanto non possiamo mai determinare contemporaneamente
posizione e velocità: o misuriamo la sua posizione, o la sua velocità.

Tuttavia possiamo prevedere il comportamento collettivo di un sistema – ossia


di milioni o miliardi di quanti che agiscono insieme.

La fisica quantistica ci spiega che siamo noi a stabilire il comportamento dei


quanti, e quindi di tutta la materia che ci circonda, anche quella invisibile!

Pure Einstein affermò che: “Dio non gioca a dadi con il mondo”, ovvero non
esiste il caso.

Questi studi confermano quindi che l’osservatore può creare tutto ciò che
desidera, essendo un vero e proprio Dio, privo di limiti.
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[2] Neville Goddard viene considerato la versione “bianca”, ossia positiva, di
Aleister Crowley, infatti entrambi conoscevano approfonditamente la Bibbia e
possedevano le corrette chiavi interpretative, ma mentre Crowley usava un
linguaggio complesso e di effetto, dandosi molte arie, Goddard usava un
linguaggio semplice e immediato, rimanendo sempre molto umile. (Fonte:
https://counter-currents.com/2019/07/artist-autist-crowley-in-the-light-of-
neville-part-2/).

FEATURED LEGGE DELL'ASSUNZIONE NEVILLE GODDARD

LEGGE DELL'ASSUNZIONE O LEGGE DELLA CONVINZIONE NEVILLE GODDARD NEVILLE GODDARD

Come realizzare i tuoi desideri – Per vivere la vita dei tuoi sogni,


Neville Goddard e la “Legge di devi riprendere il controllo della
Assunzione” tua mente | Neville Goddard e la
“Legge dell’Assunzione”

3 pensieri riguardo “Abdullah, il misterioso


mentore di Neville Goddard e Joseph Murphy ci
insegna cosa significa veramente “ignorare le
circostanze attuali” e creare la realtà che
desideriamo sperimentare”
RISPONDI
Alessandra ha detto:
FEBBRAIO 7, 2022 ALLE 17:16
Grazie Silvia per questo interessante articolo!! È sempre un piacere
seguirti!
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RISPONDI
 Silvia ha detto:
FEBBRAIO 7, 2022 ALLE 17:47
Grazie Alessandra, ci tengo a condividere tutte queste cose interessanti
che sto scoprendo solo ora e quindi sono contentissima se vi sono di
aiuto 😀
Caricamento...

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tua mente | Neville Goddard e la “legge dell’assunzione” –
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