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PEDAGOGIA E POLITICA.

PENSARE POLITICAMENTE
E AGIRE POLITICAMENTE
LEZIONI DI PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE
CORSO DI LAUREA IN LETTERE

Prof.ssa Gabriella Calvano – gabriella.calvano@uniba.it


UN RAPPORTO DATATO/1
•Nel mondo classico tra educazione e politica vi
era un doppio legame, una forte correlazione.

•La formazione dell’uomo coincideva con la


formazione del cittadino che doveva
approcciarsi alla gestione della cosa pubblica,
che era cosa di tutti e nell’interesse di tutti.
UN RAPPORTO DATATO/2
•Chi assumeva potere politico doveva essere
opportunamente formato e sviluppare
coscienza politica.
•Qualsiasi cittadino doveva occuparsi di
politica. Era una sorta di servizio alla
comunità di appartenenza.
UN RAPPORTO DATATO/3
•L’esercizio della politica era una capacità che
doveva essere appresa.
•Educazione, arte, religione, partecipazione
alla vita della città erano considerate
«capacità essenziali», necessarie alla
tensione verso il bene comune.
UN RAPPORTO DATATO/4
Dunque…
•La politica non poteva prescindere da una
riflessione sull’uomo e sul suo essere nel
mondo.
•L’educazione non poteva perdersi in
ragionamenti di tipo meramente astratto e
speculativo e, quindi, doveva occuparsi della
prassi, della vita quotidiana.
SOLO ROSE E FIORI?
•Ovviamente NO!

•L’educazione come strumento di potere.

•L’educazione come veicolo e strategie per fare


in modo che le generazioni interiorizzino
specifici modelli di società e precise ideologie
politiche.
E OGGI?
«Doppia crisi» (Bertolini, 2003)

a) Della politica
b) Dell’educazione
CRISI DELLA POLITICA
Due considerazioni:
1. Chi fa politica ha perso il senso più
profondo di che cosa voglia dire fare
politica
2. Le scelte politiche sono spesso scelte non
di ampio respiro
CRISI DELL’EDUCAZIONE
Due considerazioni:
1. Spesse volte educazione e pedagogia non
sono riuscite a esercitare il loro compito
fondamentale, ovvero rendere le persone
autonome.
2. Spesse volte educazione e pedagogia sono
scese a compromesso allo scopo di
accontentare interessi individualistici
RISCOPRIRE IL SENSO DELLA POLITICA E LA
RESPONDABILITA’ DELL’EDUCAZIONE
«Ciascuno, nei luoghi in cui si trova e
nelle funzioni che esercita, deve sempre
di nuovo chiedersi quale possa essere la
sua responsabilità politica, che è
contemporaneamente responsabilità
verso se stessi e verso gli altri»
(Bertolini, 2003)
COSA SERVE?
•Un impegno educativo e politico che
consenta di limitare la profonda scollatura
creatasi tra cittadino e politica e istituzioni.
•La capacità di accogliere e valorizzare tutti
quegli sforzi e quei tentativi che hanno
tentato di colmare la sfiducia nella politica.
IL SENSO PEDAGOGICO DELLA POLITICA
Cosa possiamo definire politica?
• L’agire per un mondo dove sia piacevole vivere perché
la persona può realizzarsi in senso pieno e autentico.
• Il confronto e la collaborazione fra persone che
vogliono cercare assieme soluzioni per il bene
comune.

Emerge la natura relazionale della politica che è anche


natura e sostanza dell’educazione
COSA CI VIENE CHIESTO?
•Lavorare per dar vita a forme di cittadinanza
partecipata, costruita su rapporti di fiducia.
•Rivitalizzare il senso della democrazia,
‘adeguandolo’ al momento storico e
geopolitico attuale.
LE DIFFICOLTA’ DELLA PARTECIPAZIONE
Rubini (2015):
•Individualismo
•Venir meno della capacità di porsi domande
su tematiche del vivere comune
•Scarsa propensione a volersi impegnare
direttamente
RIPENSARE LA POLITICA PER RIPENSARE L’EDUCAZIONE
Formare i giovani allo studio delle dinamiche
politiche vuol dire ripensare la politica come:
•Momento di crescita sociale e di cambiamento
•Prospettiva all’interno della quale generare e
contribuire alla diffusione di democrazia e
responsabilità
•Esercizio di cittadinanza
PER UNA DEFINIZIONE DI CITTADINANZA
«un essere prima ancora che un sapere e un fare. In
questa direzione, gli studi e le ricerche internazionali
hanno sviluppato un modello comprensivo e olistico
della cittadinanza, più ampio e profondo di quelli del
passato, in cui trovano spazio l’assunzione di
responsabilità, il pensiero critico, la disponibilità alla
soluzione non violenta dei conflitti, la sensibilità
verso la difesa dei diritti umani»
(Santerini, 2010)
LA FORMAZIONE PER RIDARE DIGNITA’ ALLA POLITICA
Pedagogia e politica sono scienze fondamentali a
partire dalle quali disegnare percorsi formativi in
grado di garantire una dignità rinnovata alla politica:

•La pianificazione politica trae vantaggio dalla


capacità critica della pedagogia per testare e
rimodulare, quando necessario, la propria azione
•La pedagogia si avvale dell’analisi del pensiero
politico per avere una prospettiva storica alla
propria azione
LA TENSIONE AL FUTURO
Attenzione e propensione verso il futuro
sono condizione fondamentale per poter
parlare legittimamente di educazione e
politica

Serve allora imparare a pensare


politicamente e agire politicamente
Il pensare appartiene all’esperienza educativa
perché:
•È ragionare su un determinato argomento sulla base
di criteri, opinioni, convincimenti fondati.
•È aprirsi all’altro. È ragionare autonomamente
tenendo presente che esiste una realtà esterna da
considerare
•Educare a pensare è insegnare a mettere al centro
del proprio interesse qualcosa o qualcuno con la
maggior consapevolezza possibile
ALLORA…
•Pensare politicamente è mettere al centro delle
proprie riflessioni tutto ciò che riguarda
l’esperienza politica
•Pensare politicamente è pensare insieme e fare
insieme.
•Pensare politicamente esige l’agire
politicamente che non è mai agire individuale,
ma esserci in prima persona, muoversi con
pieno senso di responsabilità.
Fondamentale sarà:
•Riguadagnare (o guadagnare) il gusto della
politica
•Pensare e realizzare «una pedagogia per gli
uomini politici» (Prodi R., 2002)
PEDAGOGIA PER GLI UOMINI POLITICI
«capacità, che deve essere di tutti, di vivere la
propria quotidianità sotto il segno della
consapevolezza politica. Come dire che ciascuno,
nei luoghi in cui si trova e nelle funzioni che
esercita quotidianamente, deve sempre chiedersi
quale possa essere la sua responsabilità politica,
che è contemporaneamente responsabilità verso
se stessi e verso gli altri»
(Bertolini, 2003)

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