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Problemi epistemologici

in meccanica quantistica
Dipartimento di Matematica e Fisica Ennio De Giorgi
Claudio Garola
Università del Salento, Lecce

l dibattito sulle possibili interpretazioni teoria contestuale può essere messa in discus-

I della meccanica quantistica (MQ) è viva-


ce ancora oggi, benché sia trascorso quasi
un secolo dalla nascita della teoria. Le ragio-
sione se si modificano le premesse epistemo-
logiche implicite nei teoremi che dovrebbero
dimostrarla.
ni che hanno impedito finora di raggiungere
soluzioni condivise possono essere comprese 1. Introduzione
più a fondo se si analizza il linguaggio della
MQ utilizzando nozioni di logica matematica Quando si analizza una teoria scientifica è opportuno
per chiarirne gli aspetti sintattici e semanti- distinguere fra lo studio della sua evoluzione stori-
ci. Questo punto di vista, insolito negli studi ca (sia in senso tecnico che in senso metodologico
ed epistemologico) e la ricostruzione razionale che
sui fondamenti della MQ, permette sia di sug-
è possibile effettuarne in un dato momento, con gli
gerire una scelta fra posizioni diverse propo- strumenti di analisi che in quel momento sono dispo-
ste in letteratura, sia di proporre alternative a nibili. Lasciando agli storici della scienza il primo
tesi largamente condivise ma problematiche. di questi compiti, ci occuperemo in questo articolo
Si analizzano in particolare nel presente lavo- di alcuni problemi epistemologici che emergono in
ro, facendo riferimento a ricerche precedenti, meccanica quantistica (MQ), nello stadio attuale della
i temi cruciali della logica quantistica, della sua evoluzione, quando se ne ricostruiscono razional-
mente gli aspetti fondamentali. Il nostro studio sarà
probabilit à quantistica e della contestualità
effettuato adottando una prospettiva originariamente
(dipendenza dei risultati di una misura dal proposta dal gruppo di ricerca in fondamenti della
contesto di osservazione) della MQ. Tale ana- MQ del Dipartimento di Fisica dell’Università del
lisi dimostra che la logica quantistica non è Salento. In sintesi, si tratta di utilizzare strumenti
necessariamente associata a una nozione di di logica matematica per analizzare la struttura sin-
verità quantistica incompatibile con la nozio- tattica e le proprietà semantiche del linguaggio della
ne classica di verità, che la probabilità quanti- MQ, individuandone gli aspetti caratteristici e i nuclei
problematici. Come vedremo, uno studio di questo
stica ammette un’interpretazione epistemica
tipo conduce a risultati interessanti, alcuni dei qua-
se la nozione di contestualità è introdotta co- li smentiscono credenze diffuse che impediscono di
me primitiva nel linguaggio della MQ, e, in- individuare possibili alternative alle interpretazioni
fine, che l’asserzione stessa che la MQ è una esistenti (e controverse) della MQ. Esso richiede tut-

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tavia una serie di premesse, poich é la MQ è una 2. Il ruolo delle proprietà nel
teoria complessa che poggia su teorie precedenti per linguaggio naturale
differenziarsene poi in modo radicale. Discuteremo
pertanto nella Sezione 2 alcune regole e principi del Come accennato nella Sezione 1, l’uso del linguaggio
linguaggio naturale che sfuggono in genere all’atten- naturale comporta processi mentali complessi di cui
zione critica dei parlanti perché impliciti e apparente- usualmente non ci rendiamo conto, avendo appreso ad
mente ovvi: in particolare, un principio di oggettività attuarli in modo automatico fin dalla prima infanzia.
delle propriet à che assume l’indipendenza dall’os- L’analisi di questi processi è importante da molti pun-
servazione delle proprietà degli oggetti fisici. La ti di vista: in particolare, perché porta a comprendere
rilevanza di tali aspetti per i nostri scopi è dovuta al meglio quale visione intuitiva del mondo si celi dietro
fatto che la meccanica classica (MC) li fa propri nel le nostre parole. L’umanità si è interrogata su questi
suo linguaggio, che costituisce poi a sua volta la base temi, direttamente o indirettamente, fin dall’antichità,
del successivo (e antagonistico) linguaggio della MQ. e la letteratura sull’argomento è vastissima. A noi
Nella Sezione 3 presenteremo poi la concezione epi- interessa, in questa sede, solo una breve ed elementa-
stemologica standard, che ricostruisce razionalmente re analisi di alcuni aspetti della nozione di proprietà,
quali siano le parti costitutive di una teoria fisica evo- che ricorre frequentemente nel parlare quotidiano.
luta. Tenendo conto di questi preliminari, prenderemo Quando parliamo di oggetti individuali che appar-
in considerazione nella Sezione 4 il linguaggio della tengono al mondo materiale, o a un modello mentale,
MC, osservando come anch’esso sottenda il principio o a un sistema di credenze, ecc., utilizzando l’articolo
di oggettività e come, di conseguenza, la MC possa indeterminativo (una lavagna, un numero, un’anima,
offrire una descrizione della realtà fisica intuitivamen- . . . ) intendiamo indicare un oggetto generico ap-
te accettabile anche se non immediata. Nella Sezione partenente a una classe, che è predefinita (rispetto
5 mostreremo invece come la MQ neghi il principio all’oggetto) da una o più proprietà caratterizzanti, al-
di oggettività e come questa negazione abbia conse- l’interno della quale i singoli oggetti particolari sono
guenze profonde: in particolare, l’impossibilit à di caratterizzati da ulteriori proprietà specifiche. Dato
creare modelli intuitivi della realtà fisica, la proposta allora un oggetto individuale a e una proprietà P ,
di un nuovo linguaggio (la logica quantistica) che un tipico enunciato elementare del linguaggio natu-
alcuni ricercatori ritengono sottendere una nozione rale sarà “a ha la proprietà P ”: ad esempio, “questa
di verità quantistica diversa dalla nozione classica lavagna è bianca” o “il numero 7 è dispari” o “la
di verità e con essa incompatibile, l’introduzione di mia anima è immortale”. Un enunciato di questo
una nozione non classica di probabilità (la probabili- tipo (brevemente, P (a) nel seguito) può avere una
tà quantistica) che non sarebbe interpretabile come interpretazione semantica che gli assegna un valore
misura (indiretta) delle limitazioni della nostra cono- di verità (V = vero, F = f also) il quale, tuttavia,
scenza (probabilità epistemica) ma che rifletterebbe non è necessariamente noto o prevedibile. Occorre
invece la struttura fondamentale del mondo fisico allora introdurre una distinzione fondamentale. Nel
(probabilità ontica). Le Sezioni 6 e 7 saranno allora primo esempio proposto sopra, il termine “lavagna”
dedicate a discutere brevemente la logica quantistica ha interpretazione empirica, e il valore di verit à as-
e la probabilit à quantistica, rispettivamente, allo sco- segnato all’enunciato “questa lavagna è bianca” può
po di mostrare come esse possano essere connesse essere controllato empiricamente mediante un’osser-
con le corrispondenti nozioni classiche in modi usual- vazione diretta o strumentale che verifichi o falsifichi
mente non riconosciuti. Nella Sezione 8, infine, si l’enunciato (cioè fornisca una prova empirica della
mostrerà che l’interpretazione stessa della MQ come sua verit à o della sua falsità). Negli altri esempi,
teoria contestuale può essere messa in discussione, invece, i termini “numero 7” e “anima” non hanno in-
poiché poggia su teoremi la cui dimostrazione richie- terpretazione empirica, e il valore di verità può essere
de un’assunzione epistemologica legittima ma non assegnato in base a una nozione di verità matematica
logicamente necessaria. (nel secondo esempio) o in base a credenze religiose
(nel terzo esempio), ma non può essere controllato
empiricamente.
Gli enunciati elementari (o atomici) della forma
P (a) che ammettono un controllo empirico sono ele-

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menti di una classe di enunciati elementari detti os- 3. La concezione epistemologica
servativi, cioè di enunciati che descrivono i risultati standard
di una procedura osservativa possibile [1]. Questa
classe comprende anche enunciati che stabiliscono Si ritiene abitualmente che la fisica moderna nasca
relazioni empiricamente controllabili, come “Aldo è quando il ruolo dell’osservazione e della misura nella
più alto di Andrea” e costituisce un nucleo linguisti- comprensione dei fenomeni naturali è pienamente ri-
co fondamentale per ogni teoria scientifica nel cui conosciuto, in opposizione al medioevale principio di
linguaggio compaiano oggetti individuali (è opportu- autorità. La necessità di correlare i risultati numerici
no notare tuttavia che anche nelle teorie scientifiche ottenuti conduce in seguito allo sviluppo e all’uso
possono esistere enunciati il cui valore di verità è estensivo dell’apparato matematico, con la costruzio-
definito ma non empiricamente controllabile: verità e ne di modelli matematici e geometrici. Questi ultimi
conoscenza della verità sono infatti nozioni diverse, evolvono poi in teorie complesse in cui sono introdot-
che non dovrebbero essere identificate). te leggi generali ed entità teoriche solo indirettamente
Considerando ora l’insieme degli enunciati osserva- connesse con enunciati osservativi.
tivi, si assume implicitamente nel linguaggio naturale Secondo la concezione epistemologica standard, o
il seguente principio, che chiameremo principio di punto di vista ricevuto, (e.g., [2[, [3], [4]) una teoria
oggettività. fisica evoluta è esprimibile in un metalinguaggio in
O. I valori di verità degli enunciati osservati- cui sono riconoscibili diversi elementi correlati fra
vi preesistono a un eventuale controllo empirico loro. Lo Schema 1 riassume tali elementi e le loro
(brevemente, osservazione). correlazioni (nello schema le frecce orizzontali rap-
Nel caso di enunciati osservativi della forma P (a) presentano applicazioni e quelle verticali relazioni
il principio O stabilisce l’oggettività delle proprietà complesse e variabili con la teoria).
(o il realismo delle proprietà), da intendersi non in
senso ontologico ma in senso semantico (cioè relativo SCHEMA 1
ai valori di verità). Il ruolo dell’osservazione non è Interpretazione
perciò quello di definire la nozione di verit à, che intesa II
resta distinta da quella di verificazione, ma quello di Linguaggio −→ Modello
portare a nostra conoscenza valori di verità ignoti o di teorico LT fisico M
confermare/disconfermare valori di verità ipotizzati. m m
L’osservazione stessa mostra poi che i valori di verità Regole di Interpre-
degli enunciati osservativi sono spesso collegati fra corrispon- tazione del
loro. Ad esempio, se “Il cielo è coperto” è vero, in denza RC modello
genere “il sole splende” è falso, mentre se “Carlo è fisico IM
influenzato” è vero, in genere “Carlo è febbricitante” m m
è falso. Da questo punto di vista il ruolo della scien- Linguaggio Dominio
za è perciò quello di studiare i valori di verità degli osservativo LO −→ empirico
enunciati osservativi e le loro relazioni. L’impresa, Interpretazione
tuttavia, è difficile, e richiede la costruzione di struttu- semantica IS
re linguistiche e concettuali molto complesse. Inoltre, (regole di
evolvendosi, mette in discussione, con la meccanica assegnamento)
quantistica e con la nozione di contestualità, le pre- Commentiamo brevemente lo Schema 1. Il lin-
messe stesse da cui è partita. Dedicheremo pertanto guaggio teorico LT comprende l’apparato matema-
la prossima sezione a illustrare brevemente le artico- tico della teoria, e la sua interpretazione empirica
lazioni concettuali e linguistiche di teorie scientifiche IE avviene tramite regole di corrispondenza RC che
evolute (come le attuali teorie fisiche) secondo un connettono LT con un linguaggio osservativo LO .
punto di vista epistemologico largamente diffuso. Quest’ultimo è interpretato su un dominio empirico
tramite regole di assegnamento, che ne forniscono
un’ interpretazione semantica IS , e la composizio-
ne di IS e RC fornisce l’interpretazione empirica
richiesta (è importante osservare che IE è in genere

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indiretta e incompleta: indiretta perché esistono in ottiene così un supporto importante per l’intuizione
genere in LT termini teorici che sono interpretati via fisica, e quindi per l’evoluzione della teoria.
RC solo indirettamente, tramite l’interpretazione di Da un punto di vista formale, gli aspetti più ele-
termini teorici derivati; incompleta perché i valori mentari del linguaggio della MC possono essere
possibili delle entità teoriche, spesso infiniti, sono in schematizzati come segue.
genere solo parzialmente interpretati su domini finiti). Innanzitutto, nel linguaggio teorico della MC le
LT ha inoltre spesso un’ interpretazione intesa II nozioni di sistema fisico e grandezza fisica sono intro-
su un modello fisico M , che non è indispensabile in dotte come primitive. Una proprietà può essere allora
linea di principio ma che gioca un ruolo fondamenta- definita come una coppia P = (A, ∆) , dove A è una
le per la comprensione intuitiva, la giustificazione e grandezza fisica e ∆ un intervallo dell’asse reale, e la
lo sviluppo della teoria (con lo svantaggio, peraltro, formula P (a) rappresenta formalmente l’enunciato
che l’esistenza stessa di M conduce spesso a vederlo “la grandezza fisica A assume valore in ∆ sul sistema
come rappresentativo di una realtà ontologica sotto- fisico a”, o, brevemente, “a possiede la proprietà P ”.
stante ai fatti empirici, trasformandolo in un ostacolo Uno stato S può essere poi definito come un insieme
alla formulazione di teorie diverse e alternative). Tale di proprietà, e la formula S(a) rappresenta formal-
interpretazione può essere diretta e completa, a diffe- mente l’enunciato “il sistema fisico a possiede tutte
renza di quanto accade nel caso di IE . Infine, anche le proprietà in S” o, brevemente, “a è nello stato S”.
il modello M può avere un’interpretazione IM sul È ben noto, poi, che in MC ogni sistema fisico è
dominio empirico, in modo da completare lo Schema associato a uno spazio delle fasi F i cui punti rappre-
1 coerentemente con IE . sentano univocamente tutti e soli i possibili stati (puri)
Il punto di vista ricevuto è stato criticato da diversi del sistema. Si tratta di uno spazio euclideo di dimen-
punti di vista (e.g., [5], [6]). In particolare, le rego- sione 2n, se n è il numero delle variabili di posizione
le di corrispondenza RC (e quindi l’interpretazione del sistema, e in esso ogni proprietà è rappresentata
IM di M ) dipendono dall’interpretazione globale del- da un sottoinsieme di punti. Questa rappresentazione
la teoria e possono essere controverse. Tuttavia le di stati e proprietà è fondamentale per chiarire quali
distinzioni nello Schema 1 restano, a nostro parere, condizioni di verità siano implicitamente adottate nel
fondamentali, e di esse terremo conto nel seguito. linguaggio della MC. Consideriamo infatti la formula
P (a). Al sistema fisico a è associato (univocamente)
uno stato Sa , e quindi un punto di F, che per brevità
4. Il linguaggio della meccanica denoteremo ancora con Sa . Alla proprietà P è asso-
classica ciato invece un sottoinsieme FP di F. L’enunciato
rappresentato da P (a) è vero (brevemente, l’enun-
Come si è detto nella Sezione 1, il linguaggio della ciato P (a) è vero) se e solo se Sa ∈ FP . Questa
MC fa propri alcune regole e principi del linguag- definizione di verit à è conforme alla definizione clas-
gio naturale che sono rilevanti da un punto di vista sica di verità [7] e sottende il principio O perché non
epistemologico ma che sono usualmente applicati in vi compare alcuna dipendenza dall’osservazione (cfr.
modo automatico dai parlanti poiché sono appresi per Sezione 2). Inoltre P (a) appartiene sia al linguaggio
imitazione fin dalla prima infanzia. In particolare, l’e- teorico che al linguaggio osservativo della MC (via
sistenza di oggetti individuali, il ruolo delle proprietà regole di corrispondenza), ed è un enunciato osser-
nel caratterizzare classi e individui specifici e, soprat- vativo: infatti in MC ogni grandezza fisica, e quindi
tutto, il principio di oggettività O. Nel quadro dello ogni proprietà, è associata, tramite regole di assegna-
Schema 1 quest’ultimo ha una funzione fondamen- mento (cfr. Sezione 3), a procedure osservative (o
tale, perché permette di costruire un’interpretazione misure) empiricamente possibili che rivelano il valore
intesa diretta e completa del linguaggio teorico del- che essa assume su un dato sistema fisico. Nel caso
la MC su un modello fisico M (costituito da punti di una proprietà P , una misura di P sul sistema fisico
materiali, traiettorie, corpi rigidi, ecc.), indipendente- a stabilisce se a possiede o non possiede la proprietà
mente dalle problematiche relative a RC e a IM , che P , e quindi verifica o falsifica P (a), fornendo una
sarebbero invece rilevanti se i valori di verità degli prova empirica del suo valore di verità.
enunciati osservativi dipendessero anche dal control- A partire da quanto precede si può formalizzare
lo empirico che ne viene eventualmente effettuato. Si un sottolinguaggio elementare L(x) del linguaggio

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della MC considerando una variabile x che rappresen- 5. La meccanica quantistica
ta un generico esemplare di un sistema fisico, e poi
introducendo connettivi classici ¬, ∧, ∨, (interpretati Nelle opere che trattano le difficoltà concettuali della
come non, e, o, rispettivamente) e regole ricorsive per MQ è frequente trovare la citazione di una famosa
ottenere formule ben formate (fbf ) molecolari con- asserzione di Feynmann: “. . . I think I can safely say
nettendo fra loro formule elementari della forma P(x) that nobody understands quantum mechanics” [8].
(ad esempio, ¬P (x) e P (x) ∧ Q(x) sono fbf, mentre Tuttavia da un punto di vista semantico questa af-
∧ ∨ P (x) non lo è). Si possono poi introdurre le fermazione è ambigua. Che cosa significa in realtà
regole semantiche della logica classica (ad esempio, “capire”? In che senso non capiamo una teoria che
tabelle di verità) che definiscono un’ assegnazione di utilizziamo ogni giorno con enorme successo? Cer-
verità sull’insieme Φ(x) di tutte le fbf per ogni inter- cheremo in questa sezione di rispondere a queste
pretazione di x su un sistema fisico specifico. L’in- domande analizzando il linguaggio della MQ nel qua-
sieme delle assegnazioni di verità definisce su Φ(x) dro dell’interpretazione standard (o di Copenhagen)
una relazione di (pre)ordine logico < (definito po- di questa teoria.
nendo, per ogni coppia (P (x), Q(x)) di fbf di Φ(x),
Come primo passo osserviamo che anche nel lin-
P (x) < Q(x) sse per ogni interpretazione di x per
guaggio teorico della MQ, come in quello della MC,
cui P (x) è vero anche Q(x) è vero) e una relazione
compare la nozione primitiva di sistema fisico, mentre
di equivalenza logica ≡ (definita ponendo, per ogni
la nozione di grandezza fisica è sostituita dalla no-
coppia (P (x), Q(x)) di fbf di Φ(x), P (x) ≡ Q(x),
zione di osservabile. Una proprietà è allora definita
sse P (x) < Q(x) e Q(x) < P (x)). La struttura
come una coppia P = (A, ∆), dove A è un’osser-
d’ordine (Φ(x), <) possiede allora alcune proprie-
vabile e ∆ un intervallo dell’asse reale, e la formula
tà algebriche che la caratterizzano: in particolare,
P (a) rappresenta formalmente l’enunciato “l’osser-
la distributività (per ogni terna (P (x), Q(x), R(x))
vabile A assume valore in ∆ sul sistema fisico a”
di fbf di Φ(x), si ha (P (x) ∧ Q(x)) ∨ R(x) ≡
(che è osservativo, come nel caso della fisica classica,
(P (x) ∨ R(x)) ∧ (Q(x) ∨ R(x))), che è un attribu-
perché è associato a una possibile misura di P ). La
to fondamentale della logica classica. Inoltre, se si
nozione di stato, tuttavia, non può essere introdot-
considerano l’insieme quoziente Φ(x)/ ≡ e l’ordi-
ta in analogia con la definizione classica, e quindi
ne <0 canonicamente indotto su di esso dall’ordine
compare come primitiva, perché la MQ compie ora
<, la struttura d’ordine (Φ(x)/ ≡, <0 ) è un reticolo
un passo epistemologico fondamentale: la negazio-
Booleano, matematicamente equivalente a un’ alge-
ne del principio di oggettività O. Questa negazione
bra di Boole (Φ(x)/ ≡, ¬0 , ∧0 , ∨0 ) (dove ¬0 , ∧0 , ∨0
è introdotta nel corso della costruzione e interpreta-
rappresentano le operazioni indotte canonicamente
zione della teoria (Bohr: inseparabilità del sistema
su Φ(x)/ ≡ dai connettivi ¬, ∧, ∨, rispettivamente).
fisico microscopico dall’apparato di misura [9]; Hei-
Questa algebra è detta algebra delle proposizioni (o
senberg: le proprietà dei sistemi microscopici prima
algebra di Lindenbaum-Tarski) di L(x).
di una misura sono potenziali e divengono attuali
Concludiamo questa sezione osservando che in MC
solo dopo una misura [10]). In questa fase, tuttavia,
tutte le proprietà sono compatibili, nel senso che esse
la negazione del principio O appare come una scelta
possono essere misurate congiuntamente, e quindi i
decisiva ma non ha una giustificazione che la ren-
valori di verità degli enunciati osservativi in cui esse
da inevitabile (l’argomentazione basata sull’analisi
compaiono possono essere controllati congiuntamen-
dell’esperimento delle due fenditure, che si ritrova
te. Ne segue che il valore di verità di ogni enunciato
ancora oggi nei manuali di MQ elementare, è discuti-
molecolare è empiricamente controllabile, poiché un
bile da vari punti di vista [11]). Per avere un supporto
controllo congiunto dei valori di verità degli enunciati
(apparentemente) definitivo alla negazione del prin-
osservativi che lo compongono permette di control-
cipio O occorre attendere fino agli anni sessanta del
lare il valore di verità dell’enunciato stesso. Inoltre,
secolo scorso, quando un primo lavoro di Bell, nel
si può dimostrare che ogni enunciato molecolare è
1964 [12], un secondo lavoro di Bell, nel 1966 [13], e
logicamente equivalente, in MC, a un enunciato osser-
un lavoro di Kochen e Specker, nel 1967 [14], dimo-
vativo, e in questo senso può essere ritenuto anch’esso
strano che l’introduzione nella MQ del principio di
osservativo.
oggettività implicherebbe contraddizioni con le leggi
della MQ. Più precisamente, il lavoro di Bell del 1966

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e quello di Kochen e Specker del 1967 dimostrano ze in logica. Infatti enunciati osservativi della forma
che il valore di verità di un enunciato che attribuisce P (a) non sono dotati di valore di verit à, e lo acquista-
una proprietà a un sistema fisico dato non può sus- no solo quando si effettua una misura della proprietà
sistere a priori rispetto a una misura della proprietà, P . In questo senso la nozione di verità si identifica
perché dipende dal contesto adottato per controllare con la nozione di verificazione: l’enunciato P (a) è
se il sistema possiede la proprietà in questione. In vero se e solo se (sse) è verificato da una misura,
altre parole, essi dimostrano che la MQ è una teoria falso se e solo se è falsificato. Un linguaggio con con-
contestuale (teorema di Bell-Kochen-Specker). Il la- nettivi classici costruito a partire da enunciati elemen-
voro di Bell del 1964 considera invece sistemi fisici tari di questo tipo non ammette un’interpretazione
composti da sottosistemi e dimostra che misure diver- semantica che attribuisca ad ogni enunciato (atomico
se di proprietà effettuate su un sottosistema possono o molecolare) un valore di verità : sono possibili solo
attualizzare proprietà diverse sull’altro sottosistema, assegnazioni parziali dipendenti dai processi di misu-
indipendentemente dalla distanza fra i due sottosiste- ra effettuati. Da queste considerazioni nasce la logica
mi. In altre parole, esso dimostra la contestualità a quantistica, di cui tratteremo nella prossima sezione.
distanza, o nonlocalit à, della MQ (teorema di Bell). Infine, la negazione del principio O ha conseguen-
A causa di questi teoremi si ritiene comunemente che ze in teoria della probabilità. Essa implica infatti
l’impossibilità di assumere il principio O in MQ non che sia impossibile un’interpretazione epistemica (o
possa essere messa in discussione, perché “matemati- di ignoranza) delle probabilità quantistiche: la pro-
camente dimostrata” come conseguenza ovvia della babilità non pu ò essere una misura (indiretta) della
contestualità.. nostra ignoranza dei valori di verità degli enunciati
Le implicazioni della negazione del principio O so- considerati, poiché tali valori non preesistono all’os-
no in genere controintuitive. È da questa negazione, servazione. La probabilità quantistica sarebbe quindi
infatti, che seguono famosi paradossi (cioè contraddi- ontica. Inoltre essa non soddisfa gli assiomi della
zioni con le aspettative intuitive, da non confondere probabilità classica, come vedremo nella Sezione 7.
con antinomie della teoria), come quelli di Einstein Le conseguenze della negazione del principio O
Podolski-Rosen, del gatto di Schrödinger e dell’a- considerate sopra sono sconcertanti e contrastano for-
mico di Wigner. Il primo di essi consiste nel fatto temente con la concezione classica del mondo. Sorge
che la scelta e l’effettuazione di una misura da par- quindi spontanea la domanda: la negazione di questo
te dell’osservatore può selezionare istantaneamente principio è effettivamente inevitabile? Oppure è pos-
a distanza le propriet à che vengono attualizzate (la sibile trovare un’interpretazione della MQ che, senza
“spooky action at a distance”, criticata da Einstein). ritornare necessariamente a una visione tradizionale,
Gli altri mettono in evidenza il fatto che l’ipotesi che ci fornisca una descrizione del mondo più vicina alla
le MQ sia una teoria universale (quindi applicabile nostra intuizione recuperando il principio di oggetti-
anche agli apparati di misura) implica l’intervento vità? Come si è visto, si ritiene comunemente che i
della coscienza dell’osservatore nell’attualizzazione teoremi di Bell e Bell-Kochen-Specker (e numerosi
delle proprietà del sistema osservato. teoremi “no-go” successivi) mostrino rigorosamente
Più in generale, la negazione del principio O im- che non è possibile mantenere un principio di ogget-
pedisce la costruzione di un’interpretazione intesa tività in MQ, e che quindi la risposta alle domande
della MQ su un modello M che sia diretta e comple- precedenti sia necessariamente negativa. Tuttavia
ta, al contrario di quanto accade in MC (cfr. Sezione un’analisi approfondita mostra che i teoremi in que-
4), poiché un’interpretazione di questo tipo assegne- stione dipendono da un’assunzione epistemologica
rebbe, tramite l’interpretazione di M sul dominio implicita. Se tale assunzione non è accettata, la di-
fisico (cfr. Sezione 3) un valore di verità ad ogni mostrazione dei teoremi non può essere completata.
enunciato osservativo, indipendentemente dall’osser- Non si può quindi escludere, almeno da un punto
vazione. Viene meno cos ì un importante supporto di vista logico, che un’interpretazione della MQ che
all’intuizione fisica. Se “capire” significa costruire mantenga il principio O (un’interpretazione, quindi,
un modello, ed eventualmente ipostatizzarlo, allora “realistica”, almeno in senso semantico) sia in linea
si spiega l’asserzione di Feynmann citata all’inizio di di principio possibile. La comunità dei fisici è spesso
questa sezione. ostile a processi critici di questo tipo. Ne daremo
La negazione del principio O ha inoltre conseguen- tuttavia un breve rendiconto nella Sezione 8.

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6. Il linguaggio della meccanica gica, è infatti parzialmente ordinato dalla relazione
quantistica e la logica quantistica di inclusione ⊂, e la struttura d’ordine (L(H), ⊂) è
notoriamente equivalente a una struttura algebrica di
Sia nel linguaggio della MC che in quello della MQ reticolo ortomodulare (L(H),⊥ , e, d) (dove ⊥ , e e
si considerano solo proprietà atte a formare enunciati d rappresentano operazioni di ortocomplementazio-
osservativi. Tuttavia in MC tutte le proprietà sono ne, intersezione e unione, rispettivamente, su L(H)).
fra loro compatibili nel senso specificato al termine L’insieme delle proposizioni P è allora dotato di un
della Sezione 4. In MQ, invece, esistono proprietà ordine ≺ indotto da ⊂ e di operazioni indotte da ⊥ , e
incompatibili , nel senso che esse non possono essere e d (che denoteremo ancora, per brevità, con ⊥ , e e
misurate congiuntamente, e quindi i valori di vertà d). Pertanto (P,⊥ , e, d) è un reticolo ortomodulare.
degli enunciati osservativi in cui esse compaiono non Se l’ordine ≺ è interpretato come ordine logico (im-
possono essere controllati congiuntamente. A cau- plicazione) in logica quantistica, questo reticolo può
sa di questo fatto e della negazione del principio O, essere confrontato con l’algebra delle proposizioni
non è possibile adottare le procedure utilizzate in MC della MC introdotta in Sezione 4. È immediato verifi-
per costruire un sottolinguaggio elementare del lin- care che le due strutture non sono isomorfe (tranne in
guaggio della MQ. Si possono infatti introdurre gli casi molto particolari) e che i connettivi quantistici ⊥ ,
stessi simboli per i connettivi e le stesse regole forma- e e d hanno interpretazioni che non coincidono con
li per la formazione di formule ben formate (fbf), ma quelle dei connettivi classici ¬, ∧ e ∨. Il linguaggio
la negazione del principio O impedisce di assegnare della MQ sarebbe quindi profondamente diverso da
alle fbf valori di verità a priori rispetto all’osserva- quello della MC.
zione, contrariamente a quanto avviene in MC, e le Secondo alcuni autori (e.g., [16], [17]) la logica
fbf molecolari non sono in genere osservative se con- quantistica formalizzerebbe le proprietà di una nozio-
tengono proprietà incompatibili. L’individuazione di ne non classica di verità (che chiameremo Q-verità
un linguaggio di base per la MQ è perciò effettuata nel seguito) implicita nella MQ, e quest’ultima richie-
in letteratura in modo diverso, facendo ricorso alla derebbe nuove modalità di ragionamento, inconcilia-
rappresentazione matematica di sistemi fisici, stati e bili con le modalità classiche. Questa posizione si
proprietà in MQ. presta facilmente a una generalizzazione. Infatti, i
Nelle presentazioni elementari della MQ (quindi, sostenitori del pluralismo locale ritengono che ogni
in particolare, in assenza di regole di superselezio- teoria scientifica si costruisca una propria logica, che
ne), ogni sistema fisico è associato a uno spazio di deve essere utilizzata nei ragionamenti interni alla
Hilbert H sui complessi, i cui vettori rappresentano teoria, e rifiutano l’idea che esista un’unica logica
gli stati (puri) del sistema. I sottospazi chiusi di H o, che presiede ai ragionamenti matematici e scientifici.
equivalentemente, i proiettori ortogonali su H, rap- Il pluralismo locale, tuttavia, pu ò essere criticato da
presentano le proprietà del sistema. Ogni esemplare diversi punti di vista. Innanzitutto, infatti, esso rende
individuale a del sistema fisico considerato si trova in difficile capire come sia possibile assegnare criteri di
uno stato S rappresentato da un vettore unitario | ψ > razionalità indipendenti dalle teorie specifiche, distin-
di H, e un enunciato elementare della forma P (a), guendo teorie scientifiche e teorie non scientifiche
dove P è una proprietà del sistema rappresentata da (affrontando cioè il problema della demarcazione).
un proiettore P, è associato dalla regola di Born a In secondo luogo, resta da spiegare il rapporto fra il
un numero reale | P | ψ >|2 ∈ [0, 1] rappresentante metalinguaggio in cui sono costruite le teorie, che è
la probabilità che P sia attualizzata in una misura un frammento del linguaggio naturale che sottende
di P su a. Nasce così la proposta di Birkhoff e von la nozione classica di verità, e i linguaggi specifici di
Neumann [15]: quella di considerare le proprietà co- singole teorie che sottendono nozioni di verità non
me proposizioni di una logica non classica, la logica classiche.
quantistica, che costituirebbe così il linguaggio di Al punto di vista del pluralismo locale si contrap-
base della MQ. pone il pluralismo globale [18]. Secondo questa po-
Da un punto di vista matematico, la logica quanti- sizione, strutture logiche non classiche formalizzano
stica si differenzia dalla logica classica per la sua strut- le proprietà di nozioni metalinguistiche diverse dal-
tura algebrica. L’insieme L(H) dei sottospazi chiusi la nozione di verità, eventualmente dipendenti dalla
di H, che rappresentano le proposizioni di questa lo- teoria a cui ci si riferisce, non le proprietà di una

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nozione di verità alternativa alla nozione classica. di questo tipo è considerata (empiricamente) giusti-
Aderendo a questa prospettiva, il gruppo di ricerca ficata quando l’enunciato risulta (certo) vero in MQ.
sui fondamenti della MQ di Lecce ha dimostrato che La logica quantistica può quindi essere considerata
è possibile individuare una struttura isomorfa alla lo- come una struttura che formalizza le proprietà della
gica quantistica immersa nel linguaggio L(x) della nozione metalinguistica di giustificazione in MQ, con-
MC introdotto nella Sezione 4 [19], [20]. La proce- formemente al punto di vista del pluralismo globale,
dura seguita è complessa, ma i passi che conducono e non come il linguaggio di base della MQ.
al risultato finale sono facili da descrivere. Infatti,
si introduce innanzitutto su L(x) una nozione (me-
talinguistica) di verità certa (brevemente, C-verità),
7. La probabilità quantistica
definita a partire dalla nozione classica di verità ma
La probabilità classica possiede una struttura matema-
tale da assegnare ad ogni fbf di L(x) uno di tre possibi-
tica ben definita, determinata dal sistema di assiomi
li valori C − vero, C − f also e C − indeterminato.
enunciati da Kolmogorov [23], ma ne sono state pro-
Si introduce poi sull’insieme Φ(x) di tutte le fbf di
poste molte “interpretazioni” (matematica, frequen-
L(x) un ordine fisico ≺, più forte dell’ordine logico
tista, soggettivista). La maggioranza degli studiosi,
e indotto dalla C-verità, e si seleziona un sottoinsie-
comunque, concorda nel considerarla come una mi-
me ΦV (x) ⊂ Φ(x) di fbf verificabili di Φ(x). Se la
sura (indiretta) della nostra incompleta conoscenza di
selezione di ΦV (x) è effettuata tenendo conto delle
tutte le condizioni che determinano l’accadere di un
proprietà della nozione di verificazione in MQ, la
evento fisico: essa è cioè epistemica.
struttura d’ordine (ΦV (x), ⊂) ammette un’operazio-
Da un punto di vista classico, la probabilità che
ne (unaria) di ortocomplementazione ed è isomorfa
un dato evento fisico accada equivale alla probabilità
alla logica quantistica.
che l’enunciato che asserisce l’accadere dell’even-
Il risultato descritto sopra è interessante per due to abbia valore di verità V (vero). Le distribuzioni
motivi. Innanzitutto, esso mostra che la logica quan- di probabilità della MC si possono quindi tradurre
tistica non è caratteristica della MQ, poiché una strut- immediatamente in distribuzioni di probabilità sul lin-
tura isomorfa ad essa può essere ritrovata all’interno guaggio della MC. In modo analogo le distribuzioni
di un linguaggio classico la cui semantica, come si è di probabilità della MQ si possono tradurre in distri-
visto all’inizio di questa sezione, non è compatibile buzioni di probabilità sul linguaggio della MQ, che
con la MQ (esempi di strutture isomorfe ad una logica è costituito, secondo il punto di vista standard, dalla
quantistica nel caso di sistemi macroscopici cui si ap- logica quantistica. Ma questa logica non ha, come
plica la MC sono stati infatti proposti ripetutamente si è visto, la struttura della logica classica: in parti-
da vari autori della scuola di Bruxelles (e.g., [21]). colare, la probabilità classica è definita sull’algebra
In secondo luogo, esso suggerisce di identificare la di Lindenbaum-Tarski, che è un reticolo Booleano
nozione di Q-verità con la nozione di C-verità su fbf (cfr Sezione 4), mentre la probabilità quantistica è
verificabili, che è derivata dalla nozione classica di definita sulla logica quantistica, che ha struttura di
verità e non si oppone ad essa, anche se ha caratteri- reticolo ortomodulare, generalmente non distributivo
stiche diverse (in particolare, come si è visto, ha tre (cfr. Sezione 6). Conseguentemente la probabilità
possibili valori). Questa identificazione è confermata quantistica non soddisfa gli assiomi di Kolmogorov.
dai risultati ottenuti in un successivo lavoro [22], in Inoltre essa non può costituire una misura (indiretta)
cui una logica classica, generalizzata introducendo della nostra ignoranza di valori di verit à preesistenti
una semantica solo parzialmente definita per renderla a una misura, a causa della negazione del principio di
compatibile con la MQ (cfr. Sezione 5), è estesa in oggettività: essa infatti si riferisce a valori di verità
senso pragmatico, considerando, oltre agli enunciati successivi a una misura, e quindi a un processo di at-
della logica classica, asserzioni (cioè enunciati sul cui tualizzazione determinato dall’osservatore. Secondo
valore di verità il parlante è impegnato, e che possono molti studiosi, la probabilità quantistica costituisce
quindi essere giustificate o ingiustificate, ma non vere allora un elemento primario della nostra descrizione
o false) e connettivi pragmatici che collegano asser- del mondo, e in questo senso essa è considerata ontica
zioni. Infatti si può provare che questa estensione (cfr. Sezione 5).
include la logica quantistica se si considerano solo La tesi che precede, comunque, è criticabile a causa
enunciati verificabili e se l’asserzione di un enunciato della scelta della logica quantistica come linguaggio

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fondamentale della MQ. Infatti, abbiamo visto nella Queste probabilità costituiscono tuttavia nozioni pu-
Sezione 6 che tale logica non è caratteristica della ramente teoriche e non sono empiricamente control-
MQ. Inoltre, essa può essere intesa come formaliz- labili. Ma se si introduce una relazione binaria di
zazione matematica delle proprietà di una nozione misurabilità congiunta sull’insieme delle fbf si pos-
di giustificazione empirica piuttosto che di quelle di sono definire probabilità quantistiche empiricamente
una nozione di verità. Si potrebbe tentare di superare controllabili come medie delle probabilità condizio-
quest’ultima obiezione accettando una teoria verifi- nali µ-contestuali su sottoinsiemi di µ -contesti. Il
cazionista della verit à, secondo cui vero significa procedimento è complesso e non è possibile descri-
verificato, e falso significa falsificato. Ma l’identi- verlo nei dettagli in questa sede: ma quanto precede
ficazione di verità e verificabilità confonde la verità è sufficiente per comprendere che esso permette di
con la conoscenza (empirica) della verità, e non tiene considerare le probabilità quantistiche come proba-
conto del fatto che la nozione di verificazione presup- bilità derivate a partire da probabilità classiche, e
pone la nozione di verità (la verifica di un enunciato quindi di considerarle come epistemiche (con riferi-
osservativo si effettua infatti determinando empirica- mento ai valori di verit à assegnati a enunciati ove
mente il suo valore di verità). Inoltre, come abbiamo compaiono proprietà contestuali invece che sempli-
già osservato nella Sezione 2, in una teoria scientifica ci proprietà). Anche questo risultato è innovativo e
possono esistere enunciati il cui valore di verità è mette in discussione convinzioni largamente diffuse.
definito ma non empiricamente controllabile. Infine,
non è chiaro come la logica quantistica possa tener
conto della caratteristica fondamentale del linguaggio 8. Il realismo delle proprietà e i
della MQ secondo l’interpretazione standard di que- teoremi di Bell e di BKS:
sta teoria: la negazione del principio di oggettività, o,
un’analisi critica
equivalentemente, la contestualità (cfr. Sezione 5).
Tenendo conto delle obiezioni esposte sopra è stato Nelle Sezioni 6 e 7 le considerazioni sul linguaggio
introdotto in un recente lavoro [24] un nuovo linguag- della MQ, sulla logica quantistica e sulla probabilità
gio per l’interpretazione standard della MQ che tiene quantistica fanno riferimento all’interpretazione stan-
conto fin dall’inizio della contestualità, in modo tale dard della MQ, in cui la contestualità di questa teoria
che su di esso si possano definire assegnazioni clas- (e quindi la negazione del principio O) è accettata
siche di verità, distribuzioni di probabilità classiche, come un dato di fatto. Tuttavia si è osservato nella
e, come probabilità derivate, probabilità quantisti- Sezione 4 che le “prove matematiche” della conte-
che. L’idea centrale di questa proposta consiste nel stualit à possono essere sottoposte a un’analisi critica
considerare un linguaggio simile al linguaggio L(x) che ne rivela la dipendenza da un’ipotesi epistemo-
introdotto in Sezione 4, associando ad ogni proprie- logica implicita senza la quale le prove stesse non
tà P una famiglia di possibili procedure di misura possono essere completate [25]. Questa osservazione
macroscopiche. Ogni procedura associata a P è poi è particolarmente importante perché suggerisce che
a sua volta associata a una famiglia di µ-contesti , sia possibile, adottando una diversa prospettiva epi-
ognuno dei quali rappresenta una possibile configu- stemologica, elaborare un’interpretazione della MQ
razione microscopica della procedura. Gli enunciati che non implichi la contestualità e le sue conseguen-
elementari della forma P (x) sono allora sostituiti da ze controintuitive. Dedicheremo perciò la presente
enunciati della forma PC (x), dove PC rappresenta sezione ad approfondire questo argomento, evitando
una proprietà contestuale e PC (x) rappresenta for- per quanto possibile di entrare in dettagli tecnici.
malmente l’espressione “il sistema fisico x possiede Come punto di partenza della nostra analisi, consi-
la propriet à P nel µ-contesto C”, o, brevemente, “il deriamo le dimostrazioni dei teoremi di Bell e Bell-
sistema fisico x possiede la proprietà contestuale PC ”. Kochen-Specker. Esse sono costruite secondo lo
Utilizzando come elementari questi nuovi enuncia- schema seguente.
ti, si costruisce un linguaggio dotato di semantica e (i) Sia L una legge teorica della MQ.
connettivi classici, associato quindi a una nozione (ii) Siano L1 , L2 , ... leggi della MQ relative a un
classica di verità. Su questo linguaggio è allora pos- sistema fisico a dedotte da L ed empiricamente con-
sibile assegnare distribuzioni classiche di probabilità trollabili (brevemente, testabili) perché in ognuna di
subordinata (probabilità condizionali µ-contestuali). esse compaiono solo osservabili fra loro compatibili,

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ma non congiuntamente testabili perché in alcune di una posizione classica per quanto riguarda le assegna-
esse compaiono osservabili non compatibili con le zioni di verità, ma non ipostatizza l’apparato delle
osservabili che compaiono nelle altre. leggi teoriche e si limita ad assumere che tale apparato
(iii) Si supponga che tutte le osservabili che com- produca leggi testabili valide nei contesti in cui esse
paiono in L1 , L2 , ... abbiano valore predeterminato possono essere controllate empiricamente, ma non
su a. necessariamente valide in altri contesti. Essa sembra
(iv) Si dimostra, scegliendo esempi opportuni, che quindi più coerente con l’ispirazione originaria della
qualunque scelta di valori delle osservabili falsifica MQ, che considerava “metafisica” ogni asserzione
qualcuna delle leggi. che non potesse essere empiricamente controllata.
La falsificazione ottenuta in (iv) può essere Entrambe le prospettive incontrano comunque
interpretata in due modi. qualche difficoltà concettuale.
Secondo l’interpretazione standard essa dimostra Nel caso dell’interpretazione standard la difficoltà
che l’ipotesi in (iii) è incompatibile con la MQ, e principale è costituita dalla non-località (teorema di
che i valori delle osservabili non sono predeterminati. Bell, cfr. Sezione 5).
Scegliendo di controllare L1 su a si determina un con- Nel caso dell’interpretazione alternativa si introdu-
testo di misura che per ogni osservabile che compare ce una contestualità delle leggi testabili della MQ che
in L1 attualizza uno dei valori potenziali che l’os- si contrappone alla contestualità dei valori delle pro-
servabile può assumere, in modo tale che L1 risulta prietà ipotizzata dall’interpretazione standard e che
verificata se è dedotta correttamente da L. Analoga- attribuisce un ruolo controintuitivo all’apparato teori-
mente se si sceglie L2 , ecc. Ma se un’osservabile co da cui le leggi stesse sono dedotte. Si deve notare,
compare in più di una legge, il valore attualizzato di- tuttavia, che questo tipo di contestualità apre nuove
pende dalla legge scelta, perché il contesto di misura prospettive di sviluppo della teoria, suggerendo che
richiesto per il controllo dipende da tale legge. possa esistere uno schema più ampio di leggi teori-
Alternativamente, si può spiegare la falsificazione che che fornisce leggi valide indipendentemente dal
accettando che i valori delle osservabili siano prede- contesto di misura: la MQ sarebbe allora una teoria
terminati (ipotesi (iii)) e mettendo invece in discus- incompleta, come sosteneva Einstein. Inoltre l’in-
sione la generalità dell’apparato delle leggi teoriche, terpretazione alternativa conserva le predizioni della
senza tuttavia rinunciare alla correttezza delle previ- MQ, poiché ogni predizione prende necessariamente
sioni quantistiche. Si può ritenere infatti che la legge la forma di una legge particolare testabile.
L faccia parte di un calcolo da cui sono deducibili leg- Tenendo conto di quanto precede, il gruppo di ri-
gi derivate. Se queste sono testabili, esistono contesti cerca sui fondamenti della MQ di Lecce ha proposto
di misura atti a controllarle empiricamente, e i valori in alcuni lavori uno schema teorico in cui le leggi
delle osservabili che in esse appaiono sono vincola- della MQ sono spiegate come casi particolari di leggi
ti a soddisfarle in tali contesti. Se le leggi derivate più generali [25], [26], [27]. In questi lavori si accetta
non sono testabili (come, ad esempio, la congiunta il principio O di Sezione 2, assumendo che tutte le
di L1 , L2 , ... o, necessariamente, la L stessa), non proprietà predicabili per un dato sistema fisico siano,
esiste alcun contesto in cui esse siano empiricamente in ogni situazione fisica, possedute o non possedute
controllabili e i valori delle osservabili che in esse dal sistema, nel senso che tutti gli enunciati osservati-
compaiono non sono tenuti a soddisfarle. vi della forma P (x) (cfr. Sezione 5)) hanno valore di
L’interpretazione standard sottende una posizio- verità, indipendentemente da ogni controllo empiri-
ne di tipo classico per quanto riguarda le leggi della co (realismo semantico). Si introduce poi, per ogni
teoria, che sono considerate comunque valide (per misura di una proprietà del sistema, una probabilità
alcuni esprimono verità ontologiche, come la conce- di non-rivelazione dipendente dalla propriet à stes-
zione ontica della probabilità) anche quando non sono sa e dallo stato del sistema (cioè dall’insieme delle
empiricamente controllabili, e un punto di vista non propriet à possedute dal sistema). La probabilità quan-
classico per quanto riguarda le assegnazioni di verit à tistica è allora reinterpretata assumendo che essa si
agli enunciati elementari della forma “l’osservabile A riferisca solo al sottoinsieme di sistemi microscopici
ha valore in ∆ su a”, che non hanno valore di verità rivelabili dalla misura (supposta “esatta”, e quindi con
predeterminato. efficienza pari ad uno) e non all’insieme di sistemi
Inversamente, l’interpretazione alternativa esprime che sono stati preparati e su cui si effettua la misura.

Ithaca: Viaggio nella Scienza XIII, 2019 • Problemi epistemologici in meccanica quantistica 30
Questa ipotesi permette, da un lato, di recuperare il [19] C. Garola: Physical propositions and quantum languages,
formalismo della MQ, e dall’altro di reinterpretare Int. J. Theor. Phys. 47 (2008), 90-103.
tale formalismo evitando la contestualità. Si deve [20] C. Garola e S. Sozzo: Recovering quantum logic within
notare, tuttavia, che i fisici sperimentali sostengono an extended classical framework, Erkenntnis 78 (2013),
399-419.
attualmente di fare osservazioni in cui sono rivelati
[21] D. Aerts: Foundations of quantum physics: a general reali-
tutti i sistemi preparati. Se tale rivendicazione fos-
stic and operational approach, Int. J. Theor. Phys. 38 (1999),
se corretta, la proposta del gruppo di Lecce, che è 289-358.
falsificabile, sarebbe messa in discussione (ma non [22] C. Garola: Interpreting quantum logic as a pragmatic
necessariamente falsificata). structure, Int. J. Theor. Phys. 56 (2017), 3770-3782.
[23] A. N. Kolmogorov: Foundations of the Theory of
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tuzioni di Fisica Teorica e professore ordinario di
[8] R. P. Feynmann: The Messenger Lecture Series at Cornell,
Logica e Filosofia della Scienza presso il Dipartimeto
Lecture 6. In The Character of Physical Laws. The MIT
Press, 1967/1917 (1964). di Fisica dell’Università del Salento, ed è attualmente
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in pensione. Durante il periodo di servizio ha tenuto
Wiley and Sons, London (1958). corsi di Fisica Generale, Algebra, Istituzioni di Fisi-
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Physics 1 (1964), 195–200.
sintattiche e le proprietà semantiche dei linguaggi del-
[13] J. S. Bell: On the Problem of Hidden Variables in Quantum le teorie fisiche per individuare i punti problematici e
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le assunzioni implicite che ne condizionano lo svilup-
[14] S. Kochen e E. P. Specker: The Problem of Hidden Va-
po. Dopo il pensionamento, nel 2011, ha continuato a
riables in Quantum Mechanics, J. Math. Mech. 17 (1967),
59–87. collaborare con riviste internazionali e ha proseguito
[15] G. Birkhoff and J. von Neumann: The Logic of Quantum le ricerche iniziate nel periodo in cui era in servizio.
Mechanics, Ann. Math. 37 (1936), 823–843. I suoi lavori più recenti riguardano la logica quanti-
[16] N. Rédei: Quantum Logic in Algebraic Approach. Kluwer, stica, la probabilità quantistica e (in collaborazione)
Dordrecht (1998). una generalizzazione della meccanica quantistica che
[17] M. L. Dalla Chiara, R. Giuntini e R. Greechie: Reasoning ne modifica l’interpretazione standard, evitando noti
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[18] S. Haack: Philosophy of Logic. Cambridge University
Press, Cambridge (1978).

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