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LA TERZA VISIONE
PLANETARIA
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La rivoluzione interculturale della

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Tradizione Primordiale nella visione
anteposta fra Nuovo Ordine Mondiale e
Nuovo Ordine Multipolare.
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13/05/2020

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Vincenzo Di Maio

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

LA TERZA VISIONE PLANETARIA


La rivoluzione interculturale della Tradizione Primordiale nella
visione anteposta fra Nuovo Ordine Mondiale e Nuovo Ordine
Multipolare

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

SOMMARIO

1. Il conduzionismo delle masse


2. La fine delle ideologie politiche
3. La tradizione imperiale
4. Per un terzo paradigma scientifico
5. La terza via governativa
6. La terza posizione politica
7. Per una rivoluzione interculturale
8. Una visione sociale del mondo
9. L’immaginario collettivo globalista
10. Noi visionari primordiali
11. L’immaginario collettivo continentalista
12. Politica rivoluzionaria primordialista
13. Il primordialismo visionario
14. La terza visione planetaria
15. Apocalisse soffice
16. Il valore universale della vita
17. Il mito politico imperiale
18. La tradizione primordiale e la devianza originaria
19. Fronte di liberazione universale delle nazioni
20. La legittimità politica
21. Per una geopolitica magistrale
22. Per una geoeconomia umanista
23. Per una geocultura tradizionale
24. Il principato di urantia
25. Conclusioni

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

Finché non trovi qualcosa per cui lottare,


ti accontenti di qualcosa contro cui lottare.
Chuck Palahniuk

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

1. IL CONDUZIONISMO DELLE MASSE

In un contesto planetario in cui vessa un multipolarismo geopolitico di imperialismi


morbidi che imitano le stesse strategie dell’atlantismo sionista e angloamericano,
quale è la visione del Nuovo Ordine Mondiale, troviamo un’Europa totalmente
succube di tutte le influenze esterne, delle influenze fortemente ingerenti come
quelle sioniste e angloamericane, legittimate dalla stipula di trattati incatenanti
come quelli dell’Unione Europea (UE) da un lato e quelli del North Atlantic Treaty
Organization (NATO) dall’altro lato, una strutturazione mondiale polarizzante delle
relazioni internazionali in cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) svolge una
funzione puramente palliativa e insolubile, indipendentemente dalle restrizioni
imposte dal diritto di veto.
Questo ambito contestuale si denota per una situazione in cui la corrente
principale dei mass media cerca di manipolare l’immaginario collettivo generando
il “conduzionismo delle masse”, lento e inesorabile, secondo tecniche di
persuasione, di seduzione e di propaganda verso la manipolazione cognitiva delle
menti che connota una deriva antropologica diffusa, una deriva in cui certi
fermenti culturali vengono imposti come normalità di una nuova moda, la lenta
instaurazione di una società aperta a novità che incidono sul modus operandi dei
popoli, portandoli ad accettare nuove forme di socializzazione in cui la mente
umana è distratta totalmente da queste nuove “strategie tecnologiche” che
incidono sulla forma mentis dell’uomo attraverso nuovi affectu animi che
generazionalmente vanno a sostituire i sentimenti classici della spontaneità
disinteressata, semplice e gentile, quali tipici valori classici e sopravvissuti della
Tradizione Primordiale.
In questa fenomenologia influente sui cicli generazionali dei popoli europei e non
solo, entrano in scena altri attori internazionali emergenti che fanno da altra
sponda imperialista al monopolarismo atlantista degli angloamericani attraverso
forme di influenza geoculturale, delle variabili intervenienti come ad esempio sono
i festeggiamenti europei del capodanno cinese tenuti dalla fitta rete universitaria
degli Istituti Confucio o la promozione di scrittori russi come Alexander Dugin, i
quali propongono all’immaginario collettivo europeo le proprie precipue
soggettività radicali di alternativa al Nuovo Ordine Mondiale sionista e
angloamericano, giustamente in funzione di alternativa alla talassocrazia atlantica
dell’ONU la quale, insieme all’UE e alla NATO, svolge la medesima funzione di
depauperare le forze di cooperazione intracontinentali dell’Eurasia, come anche
quelle interne all’Africa, all’Oceania e all’America Latina, ma anche delle forze di
cooperazione intercontinentale come la banca per lo sviluppo economico fondata
dai BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
I tratti generali comuni di queste due forze centrifughe che operano all’interno
dell’Italia e delle altre nazioni dell’Europa sono distintivi tipici del modus operandi
insito nel “conflitto morbido” delle viscere profonde dello Stato-Nazione, una
nuova cortina di ferro che attraversa l’Europa tra i tessuti sociali di ciò che
tecnicamente viene definito oggi come “deep state”, che si intrecciano in aperture
e chiusure attraverso un rapporto onnipresente tra i fautori del Globalismo, come
la Open Society di George Soros e la Gates Foundation di Bill Gates, e i fautori del
Nazionalismo, quale vuoto contenitore dello spettro culturale del sovranismo
endemico nei paesi europei, insomma dei tipici tratti comportamentali della forma
relazionale e politica di un postcolonialismo occidentalista e di un imperialismo
geoculturale, un “soft power” per dirla con i tecnici e gli studiosi di sociologia delle
relazioni internazionali, l’influenza di un potere morbido che gestisce la realtà delle
relazioni diplomatiche bilaterali tra paesi del Nord del Mondo e paesi del Sud del
Mondo, laddove oggi fanno la voce da leone i cosiddetti Paesi Emergenti, una
situazione generale in cui manca totalmente una vera visione universale posta alla
pari tanto quanto quella del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.
Vi sono dei tratti particolari e non comuni che poi mettono in evidenza Paesi
Emergenti come la Russia e la Cina che, nella volontà di arginare la megalomania
talassocratica della visione monopolarista angloamericana di stampo atlantico,
formano un internazionale fronte comune sia direttamente come la Russia che
sfida il liberalismo politico, e indirettamente come la Cina che sfida il liberismo
economico, nei confronti della visione di questo Nuovo Ordine Mondiale sotteso
da tutte le istituzioni delle organizzazioni internazionali costituite dopo la Pace di
Yalta del 1945, attraverso un agenda politica continentalista di tipo eurasiatico, con
vettori economico-diplomatici come la Gazprom russa e la Belt and Road Initiative
cinese, e analogamente a livello areale intracontinentale accade per gli altri paesi
dell’alleanza intercontinentale di sviluppo dei BRICS, come di paesi che a livello
areale e intracontinentale seguono orme analoghe di sviluppo economico tipo ad
esempio il Ghana in Africa e l’Iran in Eurasia, laddove però il Brasile di Bolsonaro
oggi svolge politiche reazionarie e contrarie al beneficio dei popoli brasiliani, con
particolare riferimento allo scempio amazzonico in corso nei confronti degli
indigeni.
Stiamo affrontando una situazione in cui assurge anche un nuovo strumento che
segue le stesse linee di questa nuova “guerra fredda” tra i polarismi economici tra
le aree del pianeta, un nuovo strumento di sfida economica che, attraverso le
politiche di diffusione del vaccino per il virus COVID19, rinforza le tensioni insite
nei rapporti tra la visione geopolitica del Nuovo Ordine Mondiale angloamericano
guidato dallo stato di Israele e la visione geopolitica del Nuovo Ordine Multipolare
sinorusso ancora guidato da rapporti bilaterali particolari, delle spinte che in
Europa si presenta come scontro tra le iniziative di lobbying di Bigpharma, quali

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
grandi aziende multinazionali di produzione dei farmaci che comportano ingerenze
nelle politiche dell’EMA, quale European Agency for the Evaluation of Medicinal
Products, che ufficialmente sta ipoteticamente valutando il vaccino russo SPUTNIK
V per immetterlo sul mercato interno europeo, una situazione generale che vede
nuovamente l’Europa come campo di lotta fondamentale tra queste due visioni
geopolitiche mondiali.
Pertanto siamo di fronte ad una Guerra Morbida Totale che investe l’intero pianeta
in ogni spazio vitale, disponibile ad accrescere il Prodotto Interno Lordo delle
nazioni, dentro e fuori da ogni singola nazione, una guerra morbida in cui spicca
l’arroganza statunitense che cerca di sobbarcare ulteriormente le sue spese militari
agli altri paesi aderenti alla NATO, come è per l’appunto la nostra Italia,
intraprendendo l’iniziativa di fondare un arcipelago di basi militari intorno al
mondo e in molte nazioni, tranne ovviamente negli stati che vengono definiti
canaglia e che vengono “puniti” senza mezzi termini come, a titolo di esempio, è il
finanziamento a rivoltosi come la protesta degli studenti di Hong Kong nei
confronti della Cina, come è stato il finanziamento di guerre di indipendenza sotto
“falsa bandiera” nei confronti della Siria, come è stato l’assassinio chirurgico del
Generale Soleimani nei confronti dell’Iran, come la sanguinolenta guerra
fantomatica sostenuta in Iraq e in Afghanistan, insomma le solite operazioni di
“false flag” che, in particolare dal 1945 a oggi, vogliono incutere timore agli stati
che non sono allineati agli interessi americani guidati da Israele, laddove la reale e
principale motivazione di persecuzione di questi fantomatici stati canaglia sembra
essere la detenzione di una banca centrale nazionalizzata e non sottoposta alle
manovre di esemplari banchieri come le famiglie sioniste dei Rothschild, dei
Warburg e dei Rockefeller, una situazione complessa che vede gli USA in preda a
continue spinte e controspinte che fanno letteralmente danzare il paese fra
posizioni politiche apparentemente antitetiche.
Siamo di fronte ad una Guerra Totale che in alcuni casi non si comprendono le
motivazioni, come nel caso del primo “inside job” americano, quale è quello delle
Torri Gemelle a New York l’11 settembre del 2001, che oggi è stato appurato non
essere stato l’attentato di un dirottamento aereo ma il risultato di una implosione
programmata dei due grattacieli, delle stranezze apparenti che ovunque
conducono le masse attraverso “shock acts”, stranezze scioccanti che arrivano fino
in Antartide, terra attualmente inospitale che sembra apparentemente priva di
interesse, ripartita in aree di influenza più o meno rivendicate da una serie di
nazioni con il Trattato Antartico del 1959 e che ancora oggi è oggetto di interesse
internazionale anche da parte delle nazioni emergenti mediante l’ausilio di Basi
Militari e/o Scientifiche come la Cina e la Russia ma che a ben vedere riguarda un
po’ tutte le nazioni del mondo, compresa l’Italia.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
In questa fitta rete di controversie internazionali a tutto campo tra tendenze sociali
e internazionali di Globalismo e Nazionalismo, vi sono fenomenologie di “guerra
morbida” come la diffusione massmediatica del “terrore cinese” causato dalla fuga
del Coronavirus dai laboratori di Wuhan per finalità di guerra batteriologica da non
precisati agenti diffusori in cui sono chiamati in causa Bill Gates e l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), fenomenologie come l’unilateralità diplomatica che
ha dichiarato Gerusalemme Ovest capitale di Israele che “affligge il mondo arabo”
e in particolare del popolo palestinese, la guerra mediatica di Greta Thunberg e
tutto il suo establishment di finanziatori come il gruppo Blackrock che vuole
speculare finanziariamente sulla “paura climatica” per indurre i mercati ad
investimenti di Green Economy, il finanziamento e la diffusione delle masse di
immigrati africani che arrivano sulle coste meridionali dell’Europa che genera
maggiore “insicurezza sociale” tra i popoli europei, l’oligarchia tecnocratica di una
Unione Europea che attraverso la cosiddetta “Troika” tende ad essere sempre più
esigente e arrogante mediante tecnicismi burocratici come il Meccanismo Europeo
di Stabilità (MES) approvato da governi come quello italiano, od anche come
l’applicazione violenta e preliminare di una propedeutica EUROGENDORF in
Francia nei confronti delle contestazioni dei Gilet Gialli di Parigi verso il governo di
Emmanuel Macron od anche dei dettami della Banca Centrale Europea di Mario
Draghi prima e di Christine Lagarde oggi, i quali innescano e fomentano “incertezza
cognitiva”: insomma una Guerra Morbida Totale dello stato profondo che, oltre ad
influenzare ripercussioni geopolitiche del livello di analisi internazionale, incide
sull’affectu animi dei popoli mediante la diffusione continua e costante di
sentimenti negativi come la paura, il terrore, l’incertezza, la solitudine,
l’abbandono, e che non fanno altro se non alimentare il “conduzionismo delle
masse” che, come pecore, incrementano le fila dei vaccinati per questo
fantomatico virus COVID19, facendo girare l’economia del capitalismo e
legittimando nuove forme di colonialismo politico, un modus operandi che
determina un’aporia politica e una anomia sociale, concausata da una povertà
crescente, nei confronti delle istituzioni dello Stato, la quale si manifesta in
aumenti continui della astensione al voto, lasciando spazio alla casta politica di fare
il loro doppio gioco a favore del Globalismo, una forma mentis delle masse che è
incapace di pensare liberamente perché è oberata dagli impegni e da semplici
preoccupazioni quotidiane come la crescente richiesta di aiuti alimentari.
Tutto sommato una situazione generale in cui le società nazionali non seguono il
corso storico ma ne sono succubi, attraversate come naufraghi trasportati dalle
onde del mare, una situazione in cui tutti i cittadini delle nazioni sono presi a
seguire le attività dei social networks, attratti da internet come se fosse la panacea
di tutti i mali per sfuggire alla noiosa vita di un quotidiano isolamento, una
situazione generale in cui la cultura dell’uomo è vittima di nuove tendenze alla

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
moda, nuove modalità di vita che vengono poste positivamente dal mainstream
massmediatico seppur abbiano tutte le caratteristiche di forme di devianza sociale
assurta a modello sociale, una deriva antropologica in cui la manipolazione
cognitiva delle masse conduce le genti verso nuovi comportamenti sociali che
oltraggiano le tradizioni locali, un’ennesima lotta di infiltrazione, di manomissione
e di intervento della diabolica Devianza Originaria sulla operosa spontaneità della
Tradizione Primordiale insita nei cuori di tutti gli uomini giusti.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

2. LA FINE DELLE IDEOLOGIE POLITICHE

Viviamo una situazione generale in cui la politica, intesa come partecipazione attiva
alla vita pubblica, è scevra dal disincantamento di ogni cosa, a partire dalla
considerazione generale della morte delle ideologie politiche che hanno
attraversato l’età contemporanea dell’Ottocento e in particolare di tutto
Novecento, la vibrazione generale della cultura antropologica di ogni nazione
laddove vige la situazione in cui chi governa realmente sono dei gruppi massonici
deviati che hanno articolato e ancora muovono tutto questo, una moltitudine allo
sbando che nell’opulento Occidente fatica a vivere se non proprio a mangiare e ad
avere un tetto sulla testa, un’operazione che ha oberato le giovani generazioni di
doveri migratori e di modelli devianti, in cui le ideologie fanno poca presa sulle
coscienze delle masse se non per i pochissimi che hanno ancora il cuore aperto ai
sentimenti più alti come la giustizia divina, rimbalzando da una considerazione
politico-ideologica a un’altra, una morte delle ideologie politiche che non ha
risparmiato nessuno, e che non risparmierà neanche il liberalismo globalista, un
tramonto dell’Occidente che tende alla modifica del mondo attraverso la sua
continua trasformazione senza quiete.
Infatti, questa vibrazione oscillante della cultura e dell’immaginario collettivo in
campo politico è atea, relativista e nichilista, e rimbalzando da una citazione a
un’altra senza un filo conduttore univoco, diventa una vibrazione culturale
dissacrante che, come affermava il sociologo del potere Daniel Bell negli anni 70, il
quale si posizionò con largo anticipo sui fatti storici successivi alla caduta del muro
di Berlino nel 1989, mette in evidenza come la fine delle ideologie abbia portato
alla sopravvivenza del solo liberalismo capitalista con sue tendenze tecnocratiche,
che oggi sono sotto gli occhi di tutti, ma senza evidenziare che è proprio il
liberalismo globalista angloamericano ad essere l’ultimo elemento ideologico che
necessariamente deve eseguire la sua disfatta, la disfatta di un globalismo che è
politicamente liberalista, economicamente liberista e culturalmente libertarista,
una disfatta che deve avvenire per un principio di autodistruzione analogo a quello
che fece implodere la Russia di Gorbaciov nel 1991, passando questa volta per la
implosione dei maggiori centri di potere globale che sono dei nazionalismi sionisti
per antonomasia come USA, UK, UE e Israele, una disfatta trasformativa che deve
avvenire seppure e nonostante le élites globaliste, che attanagliano questi centri
internazionali di dominio geopolitico, tendono a voler ricercare una risoluzione di
rinnovamento del loro status di potere attraverso nuovi tecnicismi, stratagemmi e
nuove tecnologie che conformano la complessità della visione globalista, atlantica
e sionista del Nuovo Ordine Mondiale, una rete transazionale di relazioni
lobbistiche presenti un po’ ovunque nelle nazioni del pianeta come anche nella

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Cina di Xi Jinping e nella Russia di Vladimir Putin, al fine di riciclarsi nel mondo del
futuro mantenendo il proprio status sociale.
Pertanto, considerando come prossima ventura una rivoluzione sociale cinese nei
termini di una teocrazia confuciana e, visto che non è rimasta più nessuna ideologia
da abbattere, sembra proprio che il liberalismo deve morire come tutti gli
ideologismi e noi in Europa non possiamo fare altro che aiutarlo ad a disintegrarsi
in autonomia, poiché ognuno e ciascuno è parte integrante del sistema, ognuno di
noi è un microchip emozionale che vive all’interno di un grande computer che dà
forza al sistema vigente continuando ad alimentare la sua legittimazione attraverso
l’accettazione del consumo di alimenti dannosi per l’organismo e di prodotti utili
alla costruzione sociale di realtà artificiali che drogano i cinque sensi umani, una
legittimazione del potere massonico globalista che passa attraverso l’usufrutto di
una cultura manipolata che conduce le masse sociali a generare ipostasi di
demenza diffusa e, attraverso l’usura legale di denaro tipografico creato dal nulla,
diventa una legittimazione che finisce per autorizzare la casta politica asservita alle
lobbies economiche a distogliere l’attenzione pubblica alla partecipazione diretta
della vita politica attraverso la manipolazione delle coscienze che credono di
rendersi partecipi attraverso la falsa coscienza del rito collettivo del voto nella
democrazia rappresentativa, il quale fa delegare ai popoli il proprio potere di libero
arbitrio a tutti i notabili di qualsiasi partito politico inscritto nell’arco parlamentare,
una situazione in cui Rudolf Steiner direbbe in estrema sintesi che “il grande
capitalismo è riuscito a fare della democrazia lo strumento più meraviglioso,
efficace e duttile per lo sfruttamento della collettività.”
Perfino il socialismo nazionale, seppur sembri in apparenza essere l’unica
alternativa al sistema liberale globale, quale contrapposizione al modernismo
globale, nonché della sua socialità inventata ed eurocentrica contrapposta alla
modernità deforme sion-centrica, come del resto alla socializzazione produttiva
come concezione contrapposta alla modernizzazione tecnologica, resta comunque
la visione di una ideologia altrettanto morta che attende una nuova
consapevolezza, altrettanto sconfitta dalla storia seppur sembri sopravvivere
ancora oggi in alcuni casi come la Siria, la Cina, Cuba e il Venezuela, poiché il
socialismo nazionale è sempre e comunque un’articolazione arbitraria di idee
laiche, se non proprio atee, che non collimano con la realtà concreta della storia
da cui trae linfa, come appunto è invece l’applicazione politica del significato
profondo insito nella Tradizione Primordiale, la quale possiede un significato sacro,
divino e organico ad una visione tradizionale della società dei popoli.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

3. LA TRADIZIONE IMPERIALE

Come ho già mostrato nel primo saggio intitolato “Impero”, quando questi
ideologismi finiranno per estinguersi, la Tradizione Primordiale di valori come
l’Imperium Romanorum, a cui nel Novecento si sono ispirati anche gli stessi
esperimenti storico-sociali del socialismo nazionale in ogni angolo del pianeta, tutti
i valori scientifici e assoluti della Tradizione Primordiale come sono la solidarietà,
la sussidiarietà, la semplicità, la nobiltà, l’umiltà, la verità, l’onestà, l’equità,
l’integrità, la giustità, la beltà, la libertà civile e la dignità dei bisogni primari, dei
beni comuni, dei bagliori spirituali di gentilezza in ognuno verso ciascuno,
arriveremo a forme di Nazioni Socializzanti in competizione soltanto per fare del
bene sociale, della giustizia sociale e della bellezza sociale, il triplice baluardo di
una nuova forma di cooperazione internazionale di tipo intracontinentale,
extracontinentale e ultracontinentale, dove le etnie regionali si autogovernano per
partecipazione diretta alla vita pubblica nelle comunità locali, indipendentemente
dalla propria religione di appartenenza, in cui le guide cardinali dei popoli
garantiscono la comunanza di una civiltà continentale e le attività di cooperazione
internazionale, interculturale e interpersonale per il rispetto del rapporto tra il
genere della specie umana con i tre regni biologici del pianeta: animale, vegetale e
minerale.
Una dimensione in cui l’imperatore planetario del futuro, quale Salvatore
Promesso da tutte le profezie planetarie e Avatar di Sintesi relazionato nel saggio
“Impero”, supervisionerà le attività intramondane, extramondane e ultramondane
del pianeta Terra per garantire l’Armonia Cosmica dell’Universo in stretto contatto
con altre autorità intraterrestri, extraterrestri e ultraterrestri, quale mediatore tra
Cielo, Terra e Umanità da quel continente imperiale che oggi è denominato
Antartide.
In tal senso, l’Armonia Cosmica è una concezione importante che proviene dal
mondo confuciano dell’estremo oriente eurasiatico, e grazie ad essa possiamo
definire che, al di là delle limitazioni imposte da certe guide religiose che
pretendono la loro religione come unica o superiore alle altre (quale ideologia di
suprematismo fondamentalista), possiamo comprendere che il Creatore Supremo
con la sua Creazione Continua del Creato Cosmico per mezzo di tutte le sue
Creature Devote, ha inviato sulla Terra, quale pianeta denominato Urantia, delle
emanazioni profetiche che hanno lasciato ai posteri divini insegnamenti maestrali,
che sono stati spesso oggetto di interpretazioni di uso e abuso politico per
sottomettere altri popoli considerati come inferiori, nonché oggetto di studi
accademici fallaci come considerazioni estremiste quali il creazionismo riduttivista,
l’evoluzionismo casualistico e/o per certi ambienti new age il panteismo acefalo,

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
senza mai considerare il ruolo fondamentale di ogni elemento agente delle forze
intervenienti della vita universale del pianeta Terra come dell’intero Cosmo.
Vige infatti ovunque la legge divina dell’organicità gerarchica nella aristocrazia
cosmica di tutte le specie viventi in ognuno dei tre regni biologici (animale-
vegetale-minerale), ivi inclusa la specie umana che appartiene al regno animale.
Ed è per questa ragione che Amore senza Onore è una mancanza fondamentale,
laddove l’Onore è l’ombra dell’Amore, proprio come la concezione dello Yin e dello
Yang cosmico.
Poiché l’Onore è l’energia cosmica yang o Shiva, che condensa la realtà piena
mentre l’Amore è l’energia cosmica yin o Shakti, che la dissolve nel vuoto proprio
come i due lati di una stessa ruota cosmica che da un lato procede centrifugamente
per dissolvere la strada dell’avanzare e dall’altro lato procede centripetamente
intorno al perno assiale che condensa l’avanzamento.
Dio e i suoi angeli esistono, e sono messaggeri ultraterrestri di dimensioni superiori
a quella tridimensionale, ben distinti dagli angeli extraterrestri presenti e da quelli
terrestri, che sono uomini e donne pneumatici che salvaguardano spiritualmente
il mondo intero.
Il tutto sempre secondo un sacro ordine gerarchico, organico e aristocratico, così
in Cielo come in Terra e in mezzo l’Umanità, questo è il principio di Armonia
Cosmica, laddove l’umanità è la specie biologica dominante del pianeta che ha il
compito di salvaguardare tutti gli equilibri ecologici per rendere di nuovo questa
terra un giardino celestiale come era alle sue origini, destinata a sentirsi
cosmicamente unitaria nonostante le differenze etniche, razziali e culturali della
sua realtà antropologica diversificata ma convergente, un’umanità che però sarà
fondata da un’aristocrazia elettiva della spiritualità a funzione gerarchica del sacro
e a struttura organica della società, quale esatta e speculare realtà distinta dalla
attualità di una democrazia rappresentativa della materialità a funzione oligarchica
del profano e a struttura divisoria della società.
Altrettanto importante allo stesso tempo è il valore relativo all’evoluzione
terrestre, la quale segue cicli cosmici minori di un intero Giorno della Creazione, un
completo Manvatara che non segue la misura del più adatto ma bensì del meglio
allineato all’Armonia Cosmica della legge divina, i migliori che vibrano in assonanza
al vuoto cosmico assoluto, una devozione reale composta da una consapevole
coerenza cosciente verso le leggi del Dharma, della Sharìa, del Dao, della Divina
Lex, ossia di tutte le virtù insite nella Tradizione Primordiale tramandate dagli
insegnamenti profetici rilasciati dai risvegliati esseri incarnati inviati dal Creatore
Cosmico sul nostro pianeta: Urantia, comunemente denominato pianeta Terra.
Per superare l’attuale fase di transizione la specie umana deve necessariamente
seguire il Tempo dell’eternità presente, hic et nunc, rilasciando nello Spazio
circostante tutto il superfluo inutile per generare Eventi successivi e susseguenti di

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
allineamento alla Armonia Cosmica dell’Amore promanato dalla matrice divina e
dell’Onore promanato dalla semenza divina, i quali sono ovunque presenti in
ognuno verso ciascuno attraverso il senso di sovranità del libero arbitrio che orbita
intorno alle leggi celesti della Luce in aperto contrasto alle forze delle Tenebre, che
sono rappresentate dalla mafia pedofila dell'alta finanza, dalla magia satanica del
potere politico e dalla mania ossessiva di una certa società.
Infatti Satana va inteso come il soggetto posto al vertice della piramide organizzata
del male diabolico della società globale di oggi, e non si può prescindere che egli
seppur sia un soggetto innominato non esista, poiché detiene in suo credito il
potere supremo di guidare gli scenari della storia verso azioni malvagie nelle
società nazionali attraverso le leve delle diverse forme di potere materiale,
temporale e spirituale che sia, in ambito politico, economico o culturale delle
società nazionali all'interno dei settori primari, secondari e terziari nelle diverse
realtà di scala analitica.
Pertanto Satana come nome va inteso solo e soltanto nel senso biblico della realtà
di “senso ultraterrestre” che, come i divini angeli celesti, appartiene a ben altre
dimensioni del presente.
Lucifero, invece, è un termine che proviene dal latino lucifer ossia portatore di luce
e lo stesso Gesù è stato definito così nei primi secoli dopo Cristo.
Soltanto dopo, con il medioevo, Lucifero diventa il termine di designazione di quel
principe delle tenebre di cui parla Gesù nei vangeli.
Pertanto Lucifero è un nome privo di senso reale ma anzi è stato impiegato dai
dotti della chiesa per definire nel medioevo tutti i nemici del potere temporale del
papato, ossia i ghibellini e il potere temporale dell’imperatore, una situazione
cognitiva in cui l’altro senso plausibile di Lucifero è il senso extraterrestre di nemici
cosmici di tutte le forze della luce.
Altro nome significativo da addurre a questi due nell’ambito delle forze delle
tenebre, e che va a formare il trittico della attuale apocalisse in corso, è l'Anticristo
che oltre a definire una coltre di seguaci umani e terrestri che la gnosi definisce
come “ilici”, i quali sono soggetti vittime continue delle passioni che vengono
inculcate nelle società nazionali dai poteri globalisti attraverso il colonialismo
politico del liberalismo, il capitalismo economico del liberismo e il conduzionismo
culturale del libertarismo e in quanto tale definisce la compagine sociale di questo
fantomatico Nuovo Ordine Mondiale che vuole cancellare millenni di storia
attraverso un solo colpo di spugna, neutralizzando così il potere individuale del
libero arbitrio nello spirito, nell’anima e nella mente di ogni essere umano, un
grande fratello che, come archetipo, costituisce perciò il costume di un panopticon
che si sta costituendo al di sopra degli uomini e il cui volto globalista, come George
Soros, Bill Gates e altri famigerati pseudo-filantropi ancora posti ancora dietro le

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
quinte della storia corrente, sarà il vero volto dell'Anticristo in questione, entità dal
senso terrestre che completa il quadro complessivo delle forze delle Tenebre.
Siccome le ideologie non appartengono più alla mentalità endemica della società
e del suo immaginario collettivo, esse non vibrano più come fondamenti
dell’immaginario collettivo dei popoli e si ritrovano ad essere retaggio del secolo
scorso che oggi sopravvive come ricordo, una sopravvivenza antropologico-sociale
più che altro, che investe soltanto una determinata fascia di età e, investendo sui
più giovani, oggi più che mai diventa il momento giusto per arginare
definitivamente tutto lo scempio intellettuale composto dall’illuminismo europeo
e imposto colonialisticamente al resto del mondo attraverso l’imposizione
progressiva rivolta alla rinuncia dei vettori storici della Tradizione Primordiale, una
Devianza Originaria che si è storicamente manifestata ritrovando radicali stadi di
sradicamento antropologico che non hanno fatto altro che preparare il terreno alla
deriva antropologica che oggi viviamo in tutto il mondo, un illuminismo massonico
che in Europa oggi si è posizionato in un climax di massima distanza dalla
Tradizione Primordiale che risaliva ai tempi medievali e in particolare coincidente
con la data simbolica della morte dell’ultimo grande tradizionalista della civiltà
europea che fu Federico II di Svevia morto nel 1250, un momento storico che in
Occidente ha permesso alla mondanità borghese di assurgere a un ruolo storico
preponderante introducendo il principio di profitto economico e legittimando il
principio di usura bancaria in contemporanea alla scoperta del Nuovo Mondo con
l’ascesa dell’etica protestante, proprio come è stato ampiamente discusso da Max
Weber, e dalla introduzione medievale post-giustiniana della Lex Mercatoria
descritta da Francesco Galgano, la quale si fomenta ed entra in scena come nuovo
strumento della classe borghese diventando ciò che oggi viene definito come
diritto commerciale internazionale dell’economia.
Ufficiosamente parlando sono state ritrovate nelle Biblioteche del Vaticano delle
mappe di un planisfero completo disegnate prima del 1492, ben prima della
apparente e ufficiale scoperta delle Americhe ad opera di Colombo, un mondo già
conosciuto che aveva rapporti e relazioni tra imperi amici e satelliti, non sempre
confliggenti, il quale come nel caso del principio confuciano del Tian Xia (lett.: 天
下, tiānxià) impiegato enormemente durante la dinastia Ming in Cina, permise
delle documentate relazioni commerciali con popoli sempre più lontani, una
concezione cinese laddove il centro era ed è una importante visione di vita
dell’impero di mezzo, che ancora oggi si autodefinisce Zhong Guo (lett.: 中国,
Zhōngguó, impero di mezzo), una terra di mezzo che gli annali cinesi riportano di
aver commerciato anche con le Americhe e l’Africa nera prima di noi europei, un
centro geopolitico mondiale posto proprio come fu l’antica Roma che si

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
autodefiniva la città del centro, la Caput Mundi, città eterna che si situava al centro
del Medi Terraneum, il mar Mediterraneo, quella terra di mezzo che è l’Italia.
Quindi oggi invece, nel nostro presente, ci troviamo di fronte a un nuovo centro
più esteso, un continente quale è l’Eurasia, conformata da due antichi centri
geopolitici importanti di irradiazione culturale lungo le Vie della Seta, prima che in
Europa la scoperta dei nuovi mondi, finanziata da usurai, banchieri e regnanti, non
fosse diventato l’incipit capitalistico di quella che oggi chiamiamo comunemente
processo di globalizzazione tecnoeconomica del pianeta Terra.
Pertanto la cognizione di centro geopolitico è sempre stata una caratteristica di
tutti i grandi imperi della storia in tutti i continenti, l’autocentramento dello
sviluppo di una civiltà che lungo la storia si è relazionata con imperi confinanti in
relazioni sia di cooperazione che di conflitto, dei centri geopolitici che denotano
una civiltà areale all’interno dei continenti, spesso riferita proprio secondo il
principio dei cinque cardini terrestri del Feng Shui (lett.: 风水, fēng shuǐ): Nord,
Sud, Est, Ovest e Centro, di cui ho già ampiamente trattato nel mio precedente
saggio “Impero”.
Questo principio imperiale di centro geopolitico mondiale, che all’ordine del giorno
in cui abbiamo a che fare con un mondo sempre più interconnesso, non può che
riguardare realmente l’intero pianeta e che il Globalismo del Nuovo Ordine
Mondiale identifica non più su un lembo di terra ma bensì su un oceano come
quello Atlantico, una globalizzazione atlantica che ormai appartiene al passato di
ieri, visto che siamo agli albori del risveglio della specie umana di fronte a una vera
Rivoluzione Interculturale Planetaria di una nuova età dell’oro, di un nuovo Satya
Yuga (स युग), di una età cosmica dell’Acquario che nel presente deve smettere
di guardare sempre al passato, una Visione Planetaria quale è appunto la Terza
Visione che deve guardare al presente di un continente quale è Eurasia, in qualità
di nuovo centro geopolitico planetario di irradiazione culturale di un nuovo
modello di sviluppo basato su ciò che Alexander Dugin definisce con l’appellativo
terminologico di Isola-Mondo, termine geopolitico coniato da Sir Halford
Mackinder, una presente centralità del continente eurasiatico che deve guardare
al futuro centro geopolitico planetario che è quel continente misterioso che oggi
identifichiamo con il nome di Antartide, quale territorio non solo da colonizzare
con tutte le Razze Continentali del pianeta, ma con l’obiettivo di liberarlo dal giogo
degli interessi militari degli Stati-Nazione, per determinarsi come Quinto
Continente Planetario insieme a Eurasia, Africa, America e Oceania, quale
continente residenziale e sede del Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e
Ultracontinentale (SOITU) che oggi attende la parusia dell’Avatar di Sintesi per la
sua epifania finale in qualità di Salvatore Promesso, una situazione generale in cui
si inserisce in termini multipolari la trama degli Stati Uniti d’America, con la sua
pulizia interna relativa al presunto fenomeno di “Qanon”, un fantomatico

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
movimento sotterraneo interno al deep state americano che si prefigge la
purificazione continua e costante delle variabili apolidi di una mafia internazionale
globalista che guida verso la realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale atlantista
definito da essi un nemico identificato dalla parola chiave “Qabal” che presenzia
tutte le attività interne ed estere della terra nativa del Potlatch, ossia degli odierni
Stati Uniti d’America, laddove però, almeno per ora, ancora non muta la posizione
di predominio della politica estera in seno alla NATO e che pertanto si rivela essere,
allo stato attuale dei fatti, una posizione non chiara in merito alle controversie
strutturanti del Nuovo Ordine Mondiale ma evidenzia di certo uno sforzo in
direzione di un Nuovo Ordine Multipolare, ostacolato da certe scellerate
dichiarazioni di Joe Biden in politica estera.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

4. PER UN TERZO PARADIGMA SCIENTIFICO

Questi elementi della nostra Terza Visione Planetaria vanno computati a partire
dalla concezione di “paradigma” la quale, nella visione di Thomas Kuhn, non è
semplicemente la teoria corrente, ma l'intera visione del mondo nel quale una
teoria esiste con tutte le implicazioni che ne derivano, una tesi epistemologica che
è stata posta in aperta polemica a Karl Popper, una weltanschauung in cui soltanto
una scienza rivoluzionaria si può porre come cambiamento di paradigma, un
cambiamento radicale insito nelle assunzioni basilari poste all'interno della teoria
scientifica dominante, una modellizzazione fondamentale degli eventi che
definiscono proprio ciò che noi stiamo affermando in questa Terza Visione che si
frappone alla prima visione del Nuovo Ordine Mondiale e alla seconda visione del
Nuovo Ordine Multipolare, una Terza Visione Planetaria di cui bisogna specificare
che non è contro il Nuovo Ordine Multipolare ma ne è anzi una visione
complementare che la integra in un processo di unificazione planetaria, tale che
vuole superare lo stallo temporaneo, che è privato di una finalizzazione chiara e
intellegibile, una visione che guarda in avanti proiettata nel futuro prossimo
all’attuale presente, poiché quando un numero sufficiente di anomalie si sono
accumulate contro un paradigma corrente come il liberalismo e i suoi ideologismi
nati per frapposizione storica, la disciplina scientifica si trova in uno stato di crisi,
che è l’attuale situazione politica internazionale che viviamo oggi, un’anarchia
internazionale che mette apertamente in serio pericolo la stabilità interna agli
Stati-Nazione e della Pace Internazionale tout court.
Quando una disciplina completa il suo mutamento di paradigma, si definisce
l’evento, la conclusione di un lungo processo che porta a un cambiamento, spesso
radicale, nella visione del mondo, uno schema della scienza matura che consiste
nella transizione da un paradigma all’altro tramite una rivoluzione, che nel nostro
caso non può che essere una Rivoluzione Interculturale, un salto di paradigma che
in parte già è avvenuto per le scienze naturali, che sta avvenendo per le scienze
sociali e che avverrà prossimamente nelle scienze umane, il ritorno di un giro di
boa che metterà in discussione ogni preconcetto fomentato dalla falsa coscienza
scientifica.
Restando nel nostro ambito di ricerca, tipico delle scienze sociali, questo
cambiamento di paradigma riguarda la politica, l’economia e la cultura di una
Civiltà, ovvero di un cardine continentale formato da più nazioni, ma riguarda
anche la storia, la geografia e l’antropologia di una Società, ovvero una nazione
socializzante formata da più regioni etnologiche, come anche riguarda la
psicologia, la sociologia e la pneumatologia di una Umanità, ovvero la psiche con
le abitudini sociali e la spiritualità di un essere umano, ed infine riguarda la biologia,

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
la chimica e la fisica dell’Ecosità di un ambiente, ovvero la capacità portante di un
ecosistema insieme alla massima impronta ecologica possibile degli insediamenti
umani, il componimento sistematico di una mente universale capace di mettere in
relazione realtà diverse e differenziate per contesto, situazione e vibrazione di cui
ho trattato nel saggio epistemologico intitolato “Patapamm!!!”.
Quindi questa rivoluzione interculturale determinata dal Terzo Paradigma
Scientifico insito nella Terza Visione Planetaria, nell’ambito delle scienze sociali
parte dai postulati di Alan Caillé e dai membri del MAUSS (Movimento Anti
Utilitarista di Solidarietà Sociale) e fornisce il quadro completo di una riflessione
molto raffinata nel campo della filosofia delle scienze sociali: il paradosso del dono,
come disinteresse proclamato nell’atto del donare che conferma e istituisce il
legame sociale di una comunità locale, in qualità di modalità migliore di garantire
gli interessi individuali e collettivi, un paradigma che si contrappone agli altri due
approcci che si contendono il terreno nelle scienze sociali, ossia l’individualismo
metodologico e l’olismo, poiché mentre per l’individualismo metodologico il
rapporto sociale sarebbe la risultante dei calcoli effettuati da individui interessati
e per l’olismo nelle sue varie forme sarebbe sempre in definitiva il tutto sociale a
determinare i comportamenti individuali, nella diffusione dell’atto di donare, la
relazione sociale si fonda proprio sul rapporto di obbligazione reciproca, ovvero
un’antropologia filosofica del dono, più o meno liberamente consentito tra
individui e gruppi, che istituisce la società, costituendone la base del fondamento,
ossia la generazione delle comunità in seno alla società.
Il Terzo Paradigma Scientifico quindi, proprio come accade in natura, comporta
l’obbligo di donare, l’obbligo della consuetudine del dono e il valore del sacrificio,
la connivenza tra interesse e disinteresse, un rapporto profondo tra dono e
simbolismo, tra dono e associazione cognitiva, il tassello di una visione che si
contrappone in terzis nei confronti dell’immagine individualista di homo
æconomicus, la figura dell’uomo economico quale primo paradigma dominante,
quale principale strumento di creazione del senso nell’analisi sociale e storica,
secondo il quale l’unica possibilità di comprendere l’azione individuale consiste nel
postularla se non necessariamente in modo egoistico, perlomeno in modo
razionale e interessato, e nei confronti dell’immagine olistica di hòlos andrós, la
figura dell’uomo globale che in modo speculare al primo paradigma, riporta tutte
le azioni individuali e collettive a manifestazioni dell’influenza esercitata dalla
totalità sociale sugli individui, due meccanicismi cognitivi che si distinguono dalla
narrazione lacaniana della correlazione legante del dono, il doppio vincolo
antropologico di una situazione vibrazionale che denota il contesto di una
riscoperta dell’opera antropologica di Marcel Mauss, quale fondamento di un
nuovo paradigma, un Terzo Paradigma in grado di scindere il dilemma se sia
l’individuo a preesistere alla totalità sociale o viceversa, poiché l’una e gli altri, e

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
la loro posizione rispettiva, si generano incessantemente attraverso l’insieme delle
interrelazioni e delle interdipendenze che li legano, non potendo una società
essere regolata unicamente dall’alto, dal passato, dall’obbligo o poggiare sulla
meccanica degli interessi dei singoli in mancanza di regole generali, la teoria del
dono di Mauss, in cui obbligo sociale e libertà individuale di dare e darsi genera la
creazione di alleanze e associazioni all’origine delle società arcaiche, otteniamo
una visione molto vicina alla Tradizione Primordiale in cui il nuovo paradigma è
quel dono inerente alla filosofia di transizione rivolta verso una decrescita felice, il
triadico obbligo sociale di donare-ricevere-restituire come fondamento radicale
del politico, del politikòn zôon aristotelico, un obbligo sociale che diventa un
parametro fondamentale per l’implementazione di un’economia del dono e per
una cultura del dono, ossia la diffusione della condivisione come parametro di
impostazione generale nel sistema di rispetto di ognuno verso ciascuno.
Questa rivoluzione epistemologica del Terzo Paradigma necessita quindi una
funzionale aggettivazione di approccio che si bilanci triadicamente con la sua
strutturale oggettivazione di studio e la sua agenziale soggettivazione di
prospettiva, in cui vige la relazione endiatica della sostanza con sé stessa, in quanto
essere (struttura), essenza (agente), esistenza (funzione), in qualità di trittico
epistemologico dell’animale politico che gestisce l’oikos mediante il logoi con cui
gli uomini trovano un terreno di confronto, di dialogo e di scambio, una Rivoluzione
Interculturale che permetterà di riportare il Cosmos sul Caos mediante Cronos, un
Caos che non è altro se non l’ordine che non si riesce ancora a concepire, poiché
ciò che per l’umanità è il Caos spesso non è altro che il Cosmos del mondo divino
che segue la forza del Cronos; detto in parole più semplici il Caos non è altro che
una transizione ad uno status di ordine superiore, una transizione che se è
repentina allora la velocità del tempo nello spazio genera eventi concatenati
sempre più frequenti come un vorticoso riflusso biforcante verso il basso e verso
l’alto dividendo tutto in due durante il presente divenire, laddove in alto va il futuro
e in basso finisce ciò che sarà il passato, una consapevolezza sociale, individuale e
ambientale che segue la stessa legge universale: il nostro passato finisce nell’oblio
delle vibrazioni basse del primo chakra, legato alla morte, mentre il futuro si
determina nelle vibrazioni alte del settimo chakra, legato alla vita, una capacità di
adattamento e di resilienza ai nuovi stimoli che determina se si scende o se si sale,
e chi sale forma psichicamente un immaginario collettivo delle nuove comunità
locali fondate sull’abitudine del dono e sulla spiritualità dell’amore incondizionato.
Il dono, in ultima istanza, è proprio una scommessa sulla possibilità di mantenere
la pace, “l’amicizia”, e di non ricadere nello stato di guerra, ovvero di “inimicizia”,
di fronte alle aporie proprie del contrattualismo liberale come delle scuole di
matrice storicistica incapaci di dar conto in modo adeguato della dialettica tra
individuo e società, tra parti e tutto, e quindi di pensare e fondare con coerenza il

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
“politico”, una dimensione in cui la diversità oltre ad essere una ricchezza in qualità
di legge universale, come per la biodiversità della natura, l’ecodiversità
dell’ambiente, la atmodiversità del cielo, la etnodiversità dei popoli regionali, la
archeodiversità delle civiltà insite nei cardini continentali, la ratiodiversità delle
razze continentali e la antropodiversità degli umani come individui, è una
questione oggi annosa per tutta una serie di vicissitudini legate alla falsificazione
dell’immaginario collettivo ad opera della manipolazione cognitiva emessa dal
mainstream massmediatico nei confronti dei popoli, europei in primis, che
vengono dementizzati da notizie che calcano la mano sull’origine etnica e razziale
dei malesseri sociali come la criminalità e non ultima la diffusione del Coronavirus
che è stato collegato erroneamente ad un allarmismo diffuso nei confronti delle
minoranze cinesi in Europa.
L’interculturalità di questa rivoluzione paradigmatica sta tutta nella
consapevolezza di questi elementi che aborrono qualsiasi riferimento al
multiculturalismo di matrice angloamericana, un termine entrato nell’uso comune
che identifica una società in cui più culture, anche molto differenti l’una dall’altra,
che convivono mantenendo ognuna la propria identità senza avere interscambi,
senza omologarsi o fondersi ad una cultura predominante, diluendo o perdendo
quindi la propria identità, poiché l’intercultura è una concezione che si basa su un
rapporto di equità e di amore incondizionato, una concezione fondata sulla
valorizzazione delle risorse umane all’interno del proprio paese natio, un principio
interculturale di rispetto sociale che vale anche per la più sublime e antica
relazione sociale presente nel mondo: quella tra l’uomo e la donna, tra il maschio
e la femmina, tra le particelle yang e le particelle yin dell’immaginario collettivo
mondiale, la grande Mente Universale del pianeta Terra, il nous dell’intelligenza
suprema.
Nello specifico stiamo parlando di una interculturalità in cui lo jus sanguinis è il
principio fondante di ogni società nazionale, poiché assumere la cittadinanza di un
paese per nascita è una caratteristica scelta politica basata sul fatto che si
accettano altre etnie e culture diverse da quelle nazionali di una specifica società,
l’implicazione di un’alterazione della cultura e dell’identità di una nazione
compromessa da una moltitudine di contaminazioni che fanno disperdere le radici
storico sociali di un paese e della sua civilizzazione.
Questo processo infatti, come dimostrano la diffusione di ghetti etnico razziali
negli Stati Uniti d'America, non produce ricchezza sociale ma bensì instabilità
sociale e malessere diffuso per la mancanza di un comune senso del vivere, dei
rapporti umani che vengono privati di una comunanza di linguaggio, usi, costumi e
cultura in genere che non fanno altro che produrre una società aperta alle
influenze esterne e quindi in ultima analisi una società danneggiata da invasioni

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
pervasive che alterano gli equilibri sociali di una nazione in ogni campo: politico,
economico e culturale.
Oggi, in un contesto politico italiano in cui abbiamo un parlamento formato da
perfetti incompetenti venduti agli interessi stranieri e a una moltitudine di africani
che arrivano sulle coste italiane che non vengono arginate a monte senza neanche
rispedire a casa i nullafacenti tenuti in strutture non inclusive, non si fa altro che
corrodere ulteriormente la stabilità degli equilibri di un paese come l’Italia.
Con l’avvento dei bambini immigrati di seconda generazione non si fa altro che
togliere risorse al vero problema italiano che è il basso livello di natalità che
possiede implicazioni demografiche in molti settori della società.
Quindi queste sono le ragioni fondamentali della generazione di limiti sostenibili al
fenomeno sociologico delle immigrazioni a cui si affianca un altro problema che
sono le emigrazioni degli italiani all’estero, la situazione generale di un discorso
che pone fuori discussione sia i permessi di soggiorno e sia i matrimoni misti di
nativi locali che sposano immigrati, come di italiani che sposano stranieri, una
questione che è l’eccezione posta a difesa della regola.
Così le vere relazioni interculturali sono finalizzate a ravvivare e a mantenere gli
equilibri sociologici di ogni nazione e pertanto bisogna accettare questa
impostazione per generare un reale fermento interculturale che porti ad una
rivoluzione sociale tale che trasformi l’economia capitalista del sistema globalista
in una “economia umanista” di un nuovo sistema planetario fondato sul rispetto
delle tradizioni e delle culture di ogni paese e di ogni civiltà.
Non si tratta di voler prevalere su qualcun’altro ma si tratta di eliminare totalmente
dalla faccia del pianeta terra il fenomeno dell’emigrazione per bisogno e riportare
accolti in casa propria nella propria nazione i rispettivi nativi.
Una questione che implica la fine del liberalismo capitalista e la fine delle sue
nazioni inesistenti su cui si basa la stessa dottrina del liberalismo, come ad esempio
gli USA e Israele, la vera sfida è quindi non lo jus soli come affermano i sostenitori
del liberalismo politico, del liberismo economico e del libertarismo culturale, non
è la sfida di ottenere una cittadinanza utile soltanto per favorire l'incremento dei
votanti e delle forze politiche clientelari della corruzione presente in ogni paese del
globo ma di andare alla radice ponendo la parola fine ad ogni forma di migrazione
per bisogno.
Infatti, non a caso, il termine "Intercultura" sta a significare un rapporto tra due o
più culture che comporta l’arricchimento reciproco, un arricchimento reciproco di
valori, usi, costumi, tradizioni, l’esito di una scelta libera e consapevole, in cui tutti
i soggetti coinvolti si sentono uguali, con gli stessi diritti fondamentali, il primo dei
quali è il diritto ad essere sé stessi ovunque si vada, in modo che non esistano
processi di condizionamento oggettivo e, mentre gli “altri” dovranno fare lo sforzo
d'integrarsi alla nostra cultura, “noi” dovremo fare altrettanto sforzo di integrarci

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
alla cultura altra quando andiamo nella loro nazione, nella loro città, nel loro
villaggio, ovvero un termine che sottintende l’instaurazione e il mantenimento di
rapporti culturali come forme di dialogo, di confronto e di reciproco scambio di
conoscenze tra paesi o istituzioni o movimenti sociali diversi secondo l’ordine di
contenimento territoriale che segue la naturale suddivisione dei rapporti interni ai
continenti, poiché gli scambi commerciali e culturali come anche la migrazione
interna ai continenti è qualcosa di normale e antichissimo, seppur oggi sia molto
più facile spostarsi rispetto al mondo antico, una dimensione in cui le migrazioni di
massa che riguardano in particolare l’Europa, come quella indotta oggi da interessi
e da lobbies internazionali su barconi provenienti dalla tratta di esseri umani
inviata dall’Africa, è qualcosa che esce fuori dai canoni naturali, semplici e
spontanei della Tradizione Primordiale, in cui l’uomo seguiva le conformazioni
terrestri per le migrazioni, e il mare soltanto per i viaggi e le relazioni commerciali.
Questo Terzo Paradigma Scientifico quindi, guarda la realtà in modo triadico senza
farsi sfuggire nessun fondamento euristico né variabile dipendente, indipendente
e interveniente su un evento, né il suo spazio dimensionale, contestuale e
fondamentale in cui avviene e né il suo tempo produttivo, imitativo e generativo
di costruzione sociale nel rapporto triadico tra genotipo, fenotipo e menotipo (da
“Menes”, la radice indoeuropea comune a molte delle lingue moderne del termine
“mestruazione” che significa luna, o mese, ossia la tipologia di cultura che “cola”
dal suo immaginario collettivo), un Terzo Paradigma Scientifico che va ad essere
quel bagaglio culturale utile a una Terza Via Governativa di successo fondata sul
valore preponderante della propagazione e del mantenimento di una Armonia
Sociale fondata su valori etici, morali e spirituali tipici della Tradizione Primordiale.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

5. LA TERZA VIA GOVERNATIVA

Quando parliamo di Terza Via, la specifichiamo con l’aggettivo Governativa per


distinguerla dalla Terza Via modellata da Anthony Giddens negli anni ‘90 ed
eseguita arbitrariamente dalla politica di Bill Clinton negli USA e da Tony Blair nel
Regno Unito (UK), una Terza Via che in realtà ha radici del tutto italiane, relative a
un modello storico-sociale che, nascendo con il corporativismo fascista,
sopravvisse fin nel dopoguerra dando impulso al “miracolo economico” dell’Italia
di personaggi di spicco come Enrico Mattei, una Terza Via Governativa che si
reggeva su princìpi come la collaborazione di classe, la partecipazione dei
lavoratori, l’intervento dello Stato, la spesa pubblica espansiva, il protagonismo
economico, la programmazione politica e la superiorità della politica
sull’economia, l’esatto contrario, del modello anglosassone, fondato sul capitale
speculativo, sugli oligopoli delle multinazionali, sull’onnipotenza del mercato, sullo
Stato ridotto a notaio e su un colonialismo politico ed economico di rapina verso i
paesi del Commonwealth.
Come afferma Francesco Carlesi, l’architettura del corporativismo fascista non fu
affatto una mera “patina propagandistica del regime”, ma accompagnò importanti
mutamenti della società italiana, e fu un modello sociale che pose le basi per il
boom degli anni Sessanta in Italia e, come per la crisi del ’29, la costituzione dell’Iri
farà da volano alla ripresa economica, così lo stesso impianto industriale fu il
modello che venne ricalcato dai governi italiani del secondo dopoguerra, momento
in cui emerge la grande innovazione del modello “semi-corporativo” di Adriano
Olivetti, una “insubordinazione fondante” quale concetto coniato dal politologo
argentino Marcelo Gullo, che indica “il momento storico in cui un Paese si ribella
ai precetti economici liberisti per garantirsi l’unica possibilità di sviluppo
autonomo: intervento statale e nascita di un solido settore industriale basato sulle
[proprie] eccellenze nazionali”, e la terza via italiana fu anche questo in un periodo
storico intenso di sottomissione alla cortina di ferro tra la via governativa
dell’imposizionismo invadente degli angloamericani e la via governativa delle
infiltrazioni sovietiche in seno al Partito Comunista Italiano, una insubordinazione
fondante che ad Aldo Moro costò la vita a causa delle Brigate Rosse eterodirette
dall’esterno e per aver azzardato a sfidare i banchieri italiani emettendo la famosa
500 Lire, quale moneta che fu stampata dal governo in carica, una Terza Via
Governativa che oggi, in un momento storico in cui assistiamo alla
deindustrializzazione degli Stati Nazione come l’Italia, il ritorno di una sovranità
economica e industriale è l’unica Via Governativa possibile e percorribile, per tutte
le Nazioni Socializzanti che vogliono guardare al futuro di una radiosa Rivoluzione
Interculturale, una sovranità industriale, economica e monetaria che il Giappone

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
di oggi, e non solo, dimostra di essere la strada vincente per diffondere ricchezza
nel paese, una Rivoluzione Interculturale di tipo trasversale poiché, perlomeno in
teoria, vi possono essere dei partiti ricettivi che possono accedere alla sapienza di
questa rivolta popolare unitaria e verticale nei confronti delle imposizioni
globaliste esterne, una condizione molto simile alla diffusione del sovranismo
attuale ma che a differenza di esso tiene il fondamento di un Terzo Paradigma
Scientifico, pregnante di energia vibrante per situazioni di eventi a veloce
biforcazione sociale in tutti i contesti nazionali del continente eurasiatico, come
anche all’interno di tutti i continenti del pianeta Terra.
Una Terza Via Governativa in cui i fini degli industriali devono rispettare dei precetti
etici, morali e spirituali di una responsabilità sociale d'impresa, poiché sono il
sistema produttivo di una società che insieme al sistema riproduttivo delle donne,
e al sistema adduttivo delle generazioni sociali, formano la triade di base del
tripode su cui si fonda ogni società nazionale nel corso storico, in qualità di spinta
continua del tempo.
Pertanto un’industria deve darsi degli scopi sociali secondo i valori tradizionali di
una società per affrontare insieme le sfide che si presentano nel divenire, e in tal
senso Adriano Olivetti fu un vero visionario primordiale del suo tempo che si
poneva domande che cercavano simili risposte, in tempi insospettabili dove
l’industria, anche se diversamente da oggi era ancora legata al tessuto sociale,
cercava soltanto il mero profitto a discapito della società e dello stato, mentre lui
invece metteva al centro della visione industriale la comunità di fabbrica, poiché in
un impostazione normativa riteneva saggiamente che “la strada della comunità, il
lavoro delle fabbriche, anziché dura fatica, sarà strumento di riscatto; perché il
lavoro è tormento dello spirito quando non serve a un nobile scopo”: il lavoro in
fabbrica da esperienza alienante e disumana a occasione, intrinsecamente
formativa, di crescita individuale e comunitaria, un autentico laboratorio di
educazione in una visione autenticamente contemporanea e virtuosa del lavoro,
ben oltre il profitto e l’accumulo incessante di capitali da parte dell’impresa, un
modello industriale di impresa “che persegua in modo integrato elevate
performance economiche e sociali, che agisca concretamente per proteggere e
sviluppare l’integrità degli stakeholder e dell’ambiente fisico, economico e sociale,
che abbia condotte eticamente integre”.
Una vocazione intima e profonda di tipo spirituale del nostro Adriano Olivetti, a cui
si accosta un’altra vocazione di tipo mistico inerente a un soggetto come Giorgio
La Pira, un altro visionario primordiale ante litteram, caratterizzato da
un’esperienza politica dotata di un’altra grande nobiltà di animo, radicata nella
cultura religiosa di ciò che fu definito come cristianesimo sociale, un visionario a
cui non mancavano il senso della concretezza e il realismo politico, che traevano
origine dalla sua anima mistica che li integrava con la profondità e la misericordia,

25
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
una profondità rivolta a scorgere nelle culture e nella storia dei popoli una
dimensione essenziale in vista delle loro relazioni internazionali, uno sguardo
eminentemente geopolitico, con la consapevolezza che le tradizioni religiose, nella
loro pluralità, permeano le culture e le storie dei popoli rovesciando ogni
precedente conflittualità in ragione di vie pacifiche di cooperazione, con in più la
misericordia quale altra virtù politica che Giorgio La Pira traeva dalla sua vita unita
a Dio, quale origine, senso e destino di tutta l’umanità, della vita di ognuno verso
ciascuno.
Quindi la vera terza via è la via di una nobiltà d’animo, una Terza Via Governativa
che allo stato attuale nel parlamento nazionale italiano non è rappresentata da
nessuno, ma che fu grandemente rappresentata in passato da personaggi politici
come ad esempio Enrico Mattei, Adriano Olivetti, Aldo Moro e Giorgio La Pira,
giusto per citare gli elementi di maggiore spicco.
Oggi purtroppo il parlamento italiano sembra essere interamente votato a una
vocazione globalista filoatlantica e pro-unionista, una vocazione che fa dell'Europa
un soggetto politico deforme e contrastato dagli egoismi nazionali dei governi
pilotati dalle lobbies economiche multinazionali, un’Europa che governativamente
è succube di qualsiasi spinta esterna in quanto priva di una guida pensante che ne
definisca l'identità sormontando tutte le spinte globaliste e le controspinte
nazionaliste dei vari vacui populismi, un’Europa che può riprendersi soltanto
attraverso una ripresa della propria identità e della propria autonomia rispetto agli
agenti esterni della geopolitica americana in particolare.
Vi è bisogno quindi, in rapporto con gli affari esteri, di una Terza Posizione che non
sia né di destra né di sinistra ma oltre, né globalista né nazionalista ma
primordialista, una posizione di giustizia sociale internazionale che integri tutte le
istanze politiche sotto l’egida di una chiara identità religiosa e laica allo stesso
tempo che, come nel principio indonesiano della Pancasila, riconosce il principio
di uno stesso e unico Dio per tutte le cinque religioni tradizionali e rivelate
autentiche, una posizione di giustizia sociale che attualmente può essere
rappresentata dal pluralismo di tutte quelle vocazioni che possiamo definire come
extra-parlamentari in quanto poste al di fuori del parlamento, ma unificate come
fronte per l’unità della nazione, delle vocazioni plurali che pertanto necessitano di
sostituire letteralmente l’arco del parlamento nazionale con la nuova presenza di
una democrazia guidata dalla saggezza, tale che racchiuda queste istanze
attraverso linee guida finalizzate a un nuovo progetto costituzionale da adottare
attraverso l’istituzione di una nuova Assemblea Costituente rivolta universalmente
alla civiltà umana, impostata sulla base di una nuova inquisizione politica, che
apporti alla organizzazione di un nuovo Processo di Norimberga legittimato prima
dai popoli e poi se necessario dalla corte internazionale del Tribunale

26
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Internazionale e, perché non anche dalla Corte Europea di Giustizia e dalla Corte
Europea dei Diritti dell’Uomo.
Un processo che fa affluire questo “nuovo pluralismo nazionale” in un sistema
politico nuovo rivolto alla unificazione dell’Europa come repubblica confederativa
popolare di tutte le sue repubbliche nazionali, un processo storico che può
assurgere soltanto da una forte contestazione di massa, tale che occupi i principali
palazzi rappresentativi del potere statale nazionale situati nelle capitali europee,
facendo assumere ad interim i pieni poteri ad un governo costituente formato da
un governo parallelo che guidi tutto questo processo attraverso le chiare idee
pluraliste di un nuovo modello politico di ingegneria costituzionale fondato sulle
tesi di una Nuova Terza Posizione, che non sia né filoatlantica né filosionista, una
terza posizione che ripudia in blocco tutte le ideologie e gli ideologismi del passato
per formare un soggetto politico nuovo che ristabilisce l’ordine disperso dal
nemico dei popoli della Terra e del Cielo.
Così questa è una Terza Via Governativa che necessita da corollario una chiara
Terza Posizione Politica, una posizione politica comune a tutte le nazioni aggregate
da ognuno dei Cinque Magisteri Cardinali all’interno dei Cinque Continenti
Tradizionali, ossia venticinque Magisteri Cardinali che servono per semplificare le
relazioni internazionali e le relazioni interpolari di un continente, rendendole
agevoli nel rispetto della sovranità di ogni nazione ivi aggregata, ovviamente
escludendone domani l’uso degli eserciti militari che invece verranno sottoposti
alla giurisdizione monopolistica dell’Imperium Planetarius, una posizione politica
futuribile fondata sull’autodeterminazione irredentista non più delle nazioni ma
del magisterio politico collettivo insito nei cardini continentali, una politica
trasversale dei popoli che per l’Europa si pone come necessità di una posizione
politica superpartes, né filorussa né filoamericana, ma orientata sicuramente verso
la Luce dell’Est e delle Sete d’Oriente, ovvero verso l’identità terrestre che contiene
tutte le civiltà di un isolamento terracqueo, verso l’identità integrale del Bianco
Continente di Eurasia, una Razza Continentale che come per gli altri quattro
continenti è legata da secoli e millenni di storia umana, di guerre e scambi, di
fratellanza e di astio, la tendenza di una Terza Posizione Politica obbligata dai fatti
storici contemporanei, una cronaca internazionale di guerra morbida, occulta e
trasversale fra il Globalismo Atlantico della prima visione insita nelle maglie
inglobanti intessute nelle nazioni dal Nuovo Ordine Mondiale e il resto del mondo,
un mondo che de profundis resiste suo malgrado alle intemperie di imprevisti
apparentemente accidentali, laddove il Nuovo Ordine Multipolare non fa altro che
cercare di arginare certe “Anomalie Internazionali” che dalla Prima Guerra del
Golfo del 1990 fino a oggi, secondo il subcomandante Marcos, apprende tutte le
caratteristiche di una Quarta Guerra Mondiale che attende di dispiegarsi sulle
ceneri della Terza Guerra Mondiale già trascorsa e che è stata denominata

27
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
ufficialmente come “Guerra Fredda”, una Quarta Guerra Mondiale che aspetta di
raggiungere il suo climax che, come al solito “historia magistra vitae”, con qualche
evento pretestuoso ricorrente sul corso storico può generare l’innesco di una
guerra mondiale che può sfociare o in una solita guerra fra nazioni, che dispiegano
gli ordigni più pericolosi della tecnologia ad essi disponibile, oppure in un grande e
caotico collasso globale delle maggiori nazioni mondiali, oppure ancora in una
variante tra i due estremi di questa biforcazione storica, poiché oltre alla volontà
delle nazioni che potrebbero ribellarsi innescando climax di pace civile e/o di
guerra civile, vi sono le solite variabili intervenienti della diabolica Devianza
Originaria, sempre pronta a complicare le cose attraverso variabili intervenienti
multiple in modalità intracontestuale, extracontestuale e ultracontestuale: di certo
da questo diagramma di potenziali biforcazioni non vi sono altre vie di uscita se
non la via irredentista verticale, orizzontale e trasversale di una Terza Posizione
Politica per tutti i magisteri insiti nei cinque cardini di ogni continente del pianeta,
al fine di mettere emarginare qualsiasi vettore interveniente, portatore di squilibri
nazionali e internazionali, al fine di evitare qualsiasi forma di guerra.

28
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

6. LA TERZA POSIZIONE POLITICA

Questa Terza Posizione Politica è focalizzata su una rivolta popolare trasversale,


insita tra un un’ordinata verticale verso queste élites e un’ascissa orizzontale verso
adepti del sistema di ogni ordine e grado, un mutamento in incognito che non
concerne soltanto le nazioni d’Europa ma deve riguardare tutte le nazioni del
pianeta, soprattutto in merito a quelle mal governate da una casta di servi politici
del potere finanziario globale, includendo tutti, anche il malcontento dei popoli di
USA, UK e Israele, in cui il mainstream massmediatico è asservito al potere
finanziario di banchieri, industriali e magnate di ogni genere, la trasformazione
sociale di una Terza Posizione Politica di tipo ultracontinentale che rivolga il popolo
verso il recupero del proprio Libero Arbitrio, la propria primaria Sovranità
Individuale, smettendo di delegare le proprie responsabilità a una casta inetta che
presiede al potere della macchina burocratica dello Stato e riprendendosi la dignità
collettivamente come reazione proficua a qualsiasi evenienza che possa accadere
nel prossimo futuro, una condizione in cui ogni tecnica, strumento e stile può
diventare utile alla transizione mutogena della realtà, che attualmente è a favore
di un mecenatismo ultramiliardario apparentemente filantropo che è colluso con
organizzazioni criminali di ogni sorta, un atto di purificazione planetaria che
attraversa lo spirito dei popoli e le anime dei singoli portandoli verso l’evoluzione
fisica di corpi antropologicamente più resistenti, un atto di fiducia delle diversità
che metta la parola fine a tutti i maggiori vertici criminali di questo globalismo
sempre più complesso.
Una Terza Posizione Politica fondata sulla concezione di un’economia definibile
come “umanista”, in qualità di netto contrasto alla concezione dell’economia
definita come “capitalista”, laddove il capitale è posto al centro delle necessità
normative legate all’esigenza di un’economia fondata sul benessere e gli interessi
del capitale, mentre invece l’economia va fondata sull’interesse e il benessere della
specie umana, quale guardiano del nostro giardino planetario, distinto per
continenti.
Infatti la ricchezza economica è sinonimo di libertà e in un paese realmente libero
non soltanto la povertà non esiste ma l’imprenditoria è aiutata dallo stato sociale
che permette concretamente di mettere in grado di impiegare i propri talenti e le
proprie virtù in attività remunerative che determinano la dignità di ognuno verso
ciascuno all’interno di ogni società nazionale.
Purtroppo viviamo in un mondo che legittima un sistema economico capitalista su
scala globale in cui si determina continuamente lo status quo dei ricchi a discapito
dei meno abbienti e che pertanto oggi ciò che davvero rende felice una persona,
non deve essere più la detenzione di ricchezza ma deve essere la capacità di

29
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
aggregarsi per cambiare lo status quo del capitalismo in un sistema economico
sociale di tipo umanista, che è la teoria di una forma di economia derivata dalle
esperienze storiche di tutti i socialismi nazionali che si sono verificate nelle nazioni
dei continenti di questo pianeta, esperienze novecentesche che hanno tratto linfa
dai modelli economici imperiali di tutte le civiltà del pianeta.
La differenza sostanziale tra un sistema economico umanista e un sistema
economico socialista è il fatto che non ci si basa soltanto su una generica società
collettiva orientata da valori antropologici nazionali ma si fonda sul principio di
incentivazione di tutte le virtù, i talenti e i doni naturali dell'integrità sociale di una
nazione, ossia sulla diffusione di principi etici, morali e spirituali che mantengano
integrata e integrante l’integralità di una nazione che si costituisca sulla
integrazione sociale delle rispettive comunità in rapporto alle ricchezze, alle risorse
e alle rigenerazioni di un territorio a tutti i livelli amministrativi di sicurezza di ogni
nazione.
In una tale società di giustizia sociale, quindi, a differenza di una società socialista,
il capitale non è detenuto soltanto dal sistema pubblico ma anche dal singolo
privato, con la differenza che la produzione della moneta in circolazione è, come
ogni altra risorsa strategica, sottoposta ad un processo di nazionalizzazione
inviolabile mentre allo stesso tempo la finanza è regolata da apposite leggi
nazionali e internazionali, che nel quadro di un Imperium Planetarius, l’economia
umanista diventerebbe un sistema economico mondiale fondato su impalcature di
semi-autarchia continentalista che interagiscono tra loro secondo precisi
parametri dettati dalla corte imperiale.
Quindi, in tal senso, i Cinque Continenti Terrestri sono il riferimento per
riconoscere i propri fratelli di Razza Continentale che, come dimostrato nel
precedente saggio intitolato “Impero”, non ha nulla a che vedere con le concezioni
razziali del Novecento, ma riguarda i Cinque Colori Primari del Wu Xing (lett.: wǔ
xíng, 五行), ossia la Razza Bianca di Eurasia, la Razza Nera dell’Africa, la Razza Rossa
dell’America, la Razza Azzurra di Oceania e la Razza Gialla di Antartide, ovvero
Cinque Colori Primari che segnano i “cinque elementi agenti”, un concetto tipico
della cultura cinese che viene utilizzato in svariati campi, dalla medicina
tradizionale cinese alle arti marziali, laddove si presenta l’elemento Fuoco (rosso)
in alto verso Sud, l’elemento Metallo (bianco) a destra verso Ovest, l'elemento
Acqua (nero) in basso verso Nord, l’elemento Legno (azzurro o verde) a sinistra
verso Est e l’elemento Terra (giallo) al centro verso l’incontro perpendicolare tra
orizzonte e vertice di un territorio, una concezione cinese questa che si interfaccia
al “Modello Intracontinentale” del Feng Shui (lett.: 风水, fēng shuǐ) che, oltre a
riguardare i Cinque Punti Cardinali della tradizione confuciana, riguarda
l’interazione dinamica presente tra i Cinque Animali Guardiani già trattati nel mio

30
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
precedente saggio; abbiamo a che fare con un Modello Intracontinentale che
conforma ogni continente a cinque aree continentali definite come cardini che
vengono marcate dalle “culle di civiltà” della archeodiversità mondiale, che
identificano ognuno dei magisteri politici all’interno di un continente, una penta-
composizione di Magisteri Cardinali disposti a croce all’interno dei continenti che
facilitano e semplificano le relazioni internazionali ordinandole come relazioni
interculturali all’interno dello stesso cardine, come relazioni intercardinali
all’interno dello stesso continente e come relazioni intercontinentali all’interno
dello stesso pianeta terrestre, laddove il quinto continente svolge funzioni
regolatrici generali e ultracontinentali attraverso il possesso esclusivo nel
monopolio dell’uso della forza militare planetaria, in qualità di Imperium
Planetarius.
Così in questo Modello Intracontinentale per ogni continente abbiamo cinque
Magisteri Cardinali che singolarmente assurgono al ruolo di Civiltà Continentale,
secondo l’ordine dei Cinque Animali Guardiani che, aventi ognuno una “funzione
magica” determinata dal Wu Xing, si generano e si controllano tra loro in un
rapporto di costante equilibrio eterno nelle relazioni tra i Magisteri Cardinali, i quali
si distinguono ognuno per Ovest, Est, Nord, Sud e Centro, rispettivamente il
continente bianco dell’Eurasia, ovvero Aurania, con l’Europastan a Ovest, il
Kongfuzistan a Est, il Russistan a Nord, l’Indostan a Sud, il Muslimistan al Centro,
tutti già trattati nel precedente saggio; poi abbiamo il continente nero dell’Africa,
ovvero Alkebulan, con l’Ashantistan a Ovest (Mauritania, Mali, Niger, Ciad, Nigeria,
Benin, Burkina Faso, Togo, Ghana, Costa d'Avorio, Liberia, Sierra Leone, Guinea,
Guinea-Bissau, Gambia, Senegal), l’Axumistan a Est (Sudan, Eritrea, Gibuti, Etiopia,
Somalia, Sud-Sudan), il Maghrebistan a Nord (Egitto, Libia, Tunisia, Algeria,
Marocco), il Zulustan a Sud (Sudafrica, Lesotho, Swatini, Madagascar, Mozambico,
Malawi, Zimbabwe, Botswana, Namibia) e al Centro il Bantustan (Camerun,
Repubblica Centrafricana, Uganda, Kenya, Tanzania, Zambia, Angola, Congo,
Ruanda, Burundi, Repubblica democratica del Congo, Gabon, Guinea Equatoriale);
poi abbiamo il continente rosso dell’America, ovvero Atzlanti, con a Ovest
l’Incasistan (Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia), a Est l’Amazonistan
(Guyana, Suriname, Guyana Francese, Brasile), a Nord l’Eskimistan (Alaska,
Canada, Stati Uniti ovvero Potlatch, Groenlandia), a Sud il Mapuchistan (Cile,
Paraguay, Uruguay, Argentina), e al Centro il Mayastan (Messico, Guatemala,
Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Cuba, Cayman, Giamaica,
Haiti, Repubblica Dominicana, Porto Rico, Calcos, Bahamas, Vergini, Antigua,
Montserrat, Dominica, Santa Lucia, Barbados, Grenada, Curacao, Aruba, Trinidad
e Tobago); poi abbiamo il continente azzurro dell’Oceania, ovvero Altierjinga, con
a Ovest il Tulustan ossia le terre dell’albero (l’attuale Australia), a Est il Polynesistan
(Hawaii, Kiribati, Tokelau, Tonga, Isole Cook, Niue, Tahiti, Tubuai, Tuamotu,

31
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Marchesi, Gambier, Rapa, Bass, Tuvalu, Pasqua, Futuna, Samoa, Pitcairn), a Nord il
Kulastan (Kiriwina, Guam, Marshall, Marianne, Kiribati, Nauru, Palau, Micronesia),
a Sud il Moastan ossia le terre del Moa (Tasmania, Nuova Zelanda), e al Centro il
Melanesistan (Papua, Papua Nuova Guinea, Figi, Salomone, Nuova Caledonia,
Vanuatu); infine abbiamo il continente giallo di Antartide, ovvero Aramu, con al
suo Ovest il Jīnstan (lett.: 金, jīn), ossia le terre dell’elemento Metallo, al suo Est il
Mùstan, ossia le terre dell’elemento Legno (lett.: 木, mù), al suo Nord l’Huǒstan,
ossia le terre dell’elemento Fuoco (lett.: 火, huǒ), al suo Sud lo Shuǐstan, ossia le
terre dell’elemento Acqua (lett.: 水, shuǐ), e infine al suo Centro il Tǔstan, ossia le
terre dell’elemento Terra (lett.: 土, tǔ); abbiamo a che fare con Cinque Continenti
Planetari che simbolicamente dovrebbero possedere tutti un nome che inizia con
la lettera A, la vocale sonora associata al chakra del cuore, e quindi in un prossimo
futuro visionario di questa Terza Visione Planetaria avremmo a che fare
rispettivamente con Aurania, Alkebulan, Atzlanti, Altierjinga e Aramu.
Pertanto l’impostazione di questo Continentalismo Planetario è, insieme al
concetto dell’Economia Umanista, una concezione fondamentale che è parte
integrante di tutta questa nuova Terza Posizione Politica, una posizione rettificata
in cui l’Europa come Magisterio Cardinale disposto, e l’Eurasia come continente di
riferimento, formano un modello da interpretare secondo le specificità cardinali e
continentali di ogni caso nazionale, cardinale e continentale del pianeta Terra, una
struttura amministrativa frattale che rivela la concatenazione verticale di ben otto
livelli i quali, dal basso verso l’alto, vanno dalla comunità locale, alla città
municipale, al biodistretto regionale, alla regione etnica, al parlamento nazionale,
al magisterio cardinale, al coordinamento continentale, fino alla guida della corte
imperiale mondiale, una strutturazione complessiva che comprende l’intero
planisfero centrato sul continente di Antartide, la quale si fonda sulla democrazia
diretta delle comunità locali, un cesarismo localizzato basato sul principio di
unanimità che si radica sul territorio per cerchi concentrici attraverso l’elezione di
una aristocrazia elettiva di professionisti della politica al livello etnoregionale che,
come ho descritto nel saggio “Impero”, è un modello politico a scatole cinesi, che
rappresenta i partiti del Magisterio Cardinale, sincronizzati da un sistema
elettorale univoco che si estende su tutto il cardine continentale, il quale a sua
volta, nomina un rappresentante stabile del magistero al livello del coordinamento
continentale guidato dalle direttive planetarie della corte imperiale che accoglie
dei rappresentanti dei continenti nominati collegialmente dai coordinamenti
continentali.
Stiamo parlando della rettificazione integrante di una Terza Posizione Politica che
anch’essa ha una storia tutta italiana, proveniente da altre esperienze pregresse
come il peronismo argentino e fondata a Roma nel 1978 da Giuseppe Dimitri,
Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi, storicamente rimasto attivo come movimento

32
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
fino al 1982, una posizione politica che, seppur fumosamente con riferimenti ai vari
populismi, come ad esempio il populismo del fu movimento politico del Terzo
Mondo, riguarda anche il suo contraltare sinistroide che fu l’area di Autonomia
Operaia, un movimento politico della sinistra extraparlamentare attivo fra il 1973
e il 1979, un fenomeno politico che non era un vero e proprio partito ma un’area
nella quale confluirono alcuni esponenti dei movimenti della sinistra rivoluzionaria
in opposizione alla sinistra riformista, quale forma di vettore sociale in qualità di
politikòn lógoi altrettanto rimasto attivo in Italia fino al 1982: due vettori narrativi
con storie diverse e antagoniste che nel significato profondo dell’ottica storica
della Tradizione Primordiale provengono inconsciamente entrambi dalle
ripercussioni originarie dei “fatti sociali miracolosi” di Valle Giulia a Roma nel
famoso marzo del 1968: ciò che fu il miracolo italiano dell’unità di un popolo in
lotta.
In termini ideologici comuni alle due sponde extraparlamentari dei fermenti politici
giovanili dell’Italia degli anni ’70, vigevano quindi “idee platoniche” da Terza
Posizione Politica che collegavano, in un arco immaginario collettivo della nazione
italiana, principi come ad esempio l’antisovietismo e l’antiamericanismo, la lotta al
capitalismo, il sostegno alle forze populiste del Terzo Mondo, il valore esemplare
della lotta eroica di Ernesto Guevara de la Serna detto il “Che”, il valore centrale di
Antonio Gramsci, la posizione internazionale filopalestinese, la contrapposizione
alla guerra imperialista nel Vietnam, lo sguardo interessato al fenomeno politico
del Peronismo Argentino, anch’esso poi come gli studenti di Valle Giulia nel ’68
dissoltosi storicamente in due frange opposte di destra e di sinistra, la ricerca di
esperienze psichedeliche, la comunanza di convergenti vedute deviazioniste sui
fatti della morte di Giuseppe Pinelli e della strage di Piazza Fontana, la
persecuzione della magistratura malata che affibbiava a taluni e a talaltri gli omicidi
di Stato e gli attentati di Stato di quegli anni, nonché la comune dissoluzione che,
con le “leggi speciali”, pose fine a un’intera generazione, due “vettori subculturali”
che facevano capo a due movimenti sociali che riecheggiavano parole d’ordine
comuni nell’immaginario collettivo giovanile, la forza Yang di Terza Posizione, la
quale proveniva da Lotta Studentesca, Lotta di Popolo e Ordine Nuovo, e la forza
Yin di Autonomia Operaia, proveniente dallo scioglimento di due movimenti storici
della sinistra parlamentare come Potere Operaio, scioltosi nel 1973, e come Lotta
Continua che dopo il Congresso di Rimini nel 1976 e l’autoscioglimento del gruppo,
videro la migrazione di diversi militanti di queste formazioni che si riunirono in un
movimento autonomo che raccoglieva in sé esperienze delle lotte operaie e
studentesche degli anni settanta, due forze insite nello spontaneismo dello spirito
manifesto della Tradizione Primordiale che, dal ’68 in poi, vivevano su due livelli:
uno di lotte comuni, con posizioni analoghe sui versanti generali, e un altro di lotte
antagoniste e fratricide tra un’identità generale di tipo “comunista” e un’identità

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
generale di tipo “fascista”, un Dao di fermenti sociali legati fra loro da un doppio
vincolo emotivo sia come polemos che come logos, i quali in Italia in particolare,
ma è un impostazione generalizzabile che ha riguardato tutta la gioventù europea
di quegli anni, hanno segnato un’epoca e una precisa generazione sociale, un Dao
che oggi sopravvive come memoria collettiva ma che è ideologicamente morto dal
punto di vista cognitivo, poiché non fa più presa sulle coscienze collettive delle
masse, uno spazio vuoto che oggi, il movimento globalista etero diretto e
identificato con Greta Thunberg, ha recentemente colmato con il sostegno di
massmedia tecnologicamente vecchi e nuovi, un legame intergenerazionale su cui
bisogna intervenire per mettere l’esperienza consapevole alla guida di giovani
generazioni privati di quei riferimenti e di quelle fenomenologie di massa nella
partecipazione politica alla vita pubblica, nell’ottica di rettificare i nomi delle cose
secondo la realtà di un globalismo che favorisce la crescita di un popolo formato
da ignoranti e da stupidi, il Dao di un logos che già allora voleva emergere come
unità di popolo ma che gli interessi dei globalismi ideologici della Guerra Fredda ne
hanno ostacolato i fermenti procedendo a deviarne le tendenze unificatrici, come
fu il caso storico politico di quel capro espiatorio che fu il nazimaoista Franco
Giorgio Freda.
Storicamente però la visione di questa Terza Posizione Politica di tipo storico,
seppur slegata al concretismo insito nella fenomenologia unionista dei dissensi
tipica del nazimaoismo precedente, fu il frutto visionario di una destra sociale che
si poneva “a destra della destra”, un extraparlamentarismo che con chiarezza
identificò tutte le componenti della lotta politica, una lotta psicologica, sociologica
e pneumatologica, a cominciare dalla sua specificità di possedere una visione
esoterica della lotta politica in ambito interiore e spirituale, un’anarchia ispirata
dalle posizioni comuni di numerosi studiosi e pensatori come in particolare fu Ernst
Jünger che richiama l’idea della lotta solitaria dell’anarca nei confronti di un
sistema deprimente, il quale afferma “là dove la macchina fa la sua apparizione, la
lotta dell’uomo contro di essa appare senza speranza”, una visione spirituale di
lotta politica che veniva sintetizzata dal suo Trattato del Ribelle che in quegli anni
ancora non esisteva in traduzione italiana ma che venne ripreso negli anni 90 dal
movimento Meridiano Zero di Rainaldo Graziani, un testo fondamentale che è la
“Magna Charta” della disobbedienza civile in un’epoca di governo parlamentare,
in cui si afferma a chiare lettere che “quando tutte le istituzioni divengono
equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta
voce per i persecutori, anziché per le vittime, la responsabilità morale passa nelle
mani del singolo, o meglio del singolo che non si è ancora piegato”, una
persecuzione dei popoli che oggi con il Globalismo e le nuove informazioni segrete,
diffuse sui nuovi mass-media da eroi contemporanei come Julian Assange, è
sempre più auto evidente il ruolo ostracista dei governi liberali verso il dissenso,

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
delle anomalie di menzogna massmediatica che si ripetono continuamente, delle
dichiarazioni politiche sempre più poste sotto l’ottica dell’inganno mediatico dal
valore simbolico e dalla funzione repressiva delle masse attraverso la diffusione di
sentimenti vibrazionali negativi fondati sul terrore e la paura.
Non stiamo qui a citare i vari veri ispiratori di questo fermento sub-culturale
italiano che fu Terza Posizione, laddove è doveroso segnalare autori preferiti come
a titolo di esempio sono Julius Evola, Pierre Drieu La Rochelle, Renè Guenon, Léon
Degrelle, Jean Thiriart e Martin Heidegger, ma è doveroso sottolineare i principi
fondamentali che hanno ispirato l’azione rivoluzionaria di questo movimento
sociale.
Questa Terza Posizione Politica nacque in Italia dalle ceneri dell'organizzazione
giovanile Lotta Studentesca e si propose come movimento nazional-rivoluzionario
di rottura nei confronti delle logiche dell’estrema destra del periodo, dichiarandosi
equidistante sia dal Comunismo che dai modelli di Fascismo della destra
reazionaria, capitalista e imperialista.
Inquadrati militarmente, Terza Posizione deteneva un apparato ideologico di base
che si discostò da quello delle omologhe organizzazioni neofasciste
extraparlamentari, sia per l’aspetto movimentista che per la rivendicazione di una
posizione di equidistanza dalla sinistra marxista e dalla destra capitalista e
conservatrice: i primi, asserviti all'Unione Sovietica e gli altri, asserviti agli Stati
Uniti, un’impostazione concettuale che andava a scontrarsi, inevitabilmente,
contro la linea del Movimento Sociale Italiano dettata dall’allora segretario Giorgio
Almirante, proprio come furono contrari alle logiche golpiste e stragiste della
“strategia della tensione” collusa con i servizi segreti deviati, un vettore sociale di
visionari spinti dall’idea di un socialismo nazionale che guardava con favore ai
“movimenti di liberazione nazionale” e alla tradizione del fascismo rivoluzionario
delle origini, laddove il culto di un eclissato Julius Evola, permetteva di apprendere
soprattutto insegnamenti che attenevano al piano filosofico e dottrinario mentre
Pierre Drieu La Rochelle e la sua idea di un’Europa socialista, unita, anticapitalista
e antiborghese, una politica di equidistanza da USA e URSS mirata a rilanciare l’idea
della sovranità nazionale e popolare, portando il movimento a schierarsi
apertamente contro alcune dittature sudamericane come quella di Videla in
Argentina e a solidarizzare anche con alcuni movimenti anti-imperialisti e di
liberazione nazionale come quello palestinese, iracheno e per quello sandinista del
Nicaragua.
In questo movimento eversivo della storia italiana, i militanti di Terza Posizione si
ispiravano in particolare alle esperienze storico-sociali del nazionalismo di Juan
Domingo Perón in Argentina e a quella del rumeno Corneliu Zelea Codreanu,
comandante della Guardia di Ferro nel primo dopoguerra, i quali ritenevano che
conservava ancora quella carica rivoluzionaria che invece il fascismo italiano aveva

35
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
perso, uno slancio rivoluzionario che portò al doppio livello di lotta con il passaggio
di alcuni esponenti verso la lotta armata all’interno dei Nuclei Armati Rivoluzionari.
Ora dall’eversione passiamo alla sovversione del movimento politico di Autonomia
Operaia, un movimento politico di avanguardia marxista che sopravvisse fino al
1979, un movimento sociale sviluppato tra un giornale e un partito che avevano
come base teorica il marxismo, adottando il punto di vista del materialismo storico,
opponendosi alle concezioni del mondo insite nell’idealismo, nel soggettivismo e
nel determinismo, le quali secondo loro erano delle manifestazioni dell’ideologia e
dell’interesse di classe borghese, si focalizzavano su una visione del mondo che
riconosceva come fondamento strategico dell’azione rivoluzionaria l’autonomia
della classe operaia contro il modo di produzione capitalista, una finalizzazione
programmatica rivolta al rovesciamento del dominio di classe della borghesia e di
ogni forma di sfruttamento, l’instaurazione della dittatura proletaria, la vittoria del
socialismo sul capitalismo, per l’unità fra operai e studenti, raccogliere sotto la
direzione della classe operaia i lavoratori agricoli, le casalinghe, i disoccupati, gli
emigrati, il lavoro dipendente, l’impiego pubblico, il lavoro intellettuale ed infine
organizzare e unire al movimento popolare la base delle forze armate: un
avamposto politico fortemente ideologizzato che voleva ergersi a riferimento
sociale di tutte le categorie possibili delle masse popolari, Autonomia Operaia
fondava le sue basi ideologiche sul pensiero operaista, ovvero una rilettura in
chiave moderna del pensiero marxista, insistendo sul concetto dell’autonomia di
classe e sull’antiautoritarismo, un’ottica marxista che esclude una generica
borghesia tout court per un vivere all’insegna di essere sempre contro e mai a
favore di qualcosa di concreto se non della teleologica visione di un comunismo dal
futuro improbabile poiché sempre privo della dimensione di futuribilità,
un’esistenza contro i padroni, contro i funzionari, contro il regime democristiano,
contro il fascismo e contro l’imperialismo, un antagonismo privato della capacità
progettuale, sostituita dai dettami marxisti di rivoluzione del proletariato in seno
alle nazioni borghesi, per una grande internazionale socialista contro l’esistente,
delle caratteristiche determinate dalla religiosa devozione verso l’opera filosofica
di Karl Marx e dei suoi presunti successori, in uno spirito critico nei confronti
dell’URSS e del Partito Comunista Italiano, tutti aspetti di avanguardia sociale che
oggi ritrova quelle giovani menti in posti di potere politico, economico e culturale
sia a destra che a sinistra, tranne casi particolari come la persecuzione di Adriano
Sofri processato come mandante dell'omicidio Calabresi, o successivamente la
persecuzione sottile dell’ecologista Alexander Langer morto suicida su un albero in
Toscana, dei fatti inspiegabili che hanno fomentato e buttato benzina sul fuoco per
l’odio diffuso fra giovani destroidi e giovani sinistroidi, quale reale capro espiatorio
di azioni occulte, infiltrate ed eterodirette spiegabili soltanto attraverso la
concezione della guerra nascosta nella cosiddetta “Strategia della Tensione”.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
La Strategia della Tensione è stata la condotta sociale di una o più azioni della
Guerra Fredda, la reale Terza Guerra Mondiale, che ha sortito l’effetto di generare
forme complesse di conduzionismo delle masse mediante la diffusione di paura,
terrore e violenza gratuita che non volevano diffondere la gioia sessantottina e
rendere felice i popoli del mondo come il fu gioioso popolo italiano, una strategia
di reale e invisibile eversione compiuta dai rapporti occulti tra i servizi segreti di
tutto il mondo: CIA, MOSSAD, MI5, KGB e altri, che muovevano personaggi ambigui
dello scenario italiano attraverso il beneplacido e il lasciapassare di servizi segreti
deviati, corrotti e influenti, una strategia basata principalmente su una serie
preordinata e ben congegnata di atti terroristici, volti a creare in Italia uno stato di
tensione e una paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o addirittura
auspicare svolte di tipo autoritario.
L’espressione di Strategia della Tensione fu coniata dal settimanale inglese The
Observer, nel dicembre 1969, all’indomani della strage di piazza Fontana,
generalmente considerata l’avvio della strategia della tensione, sebbene alcuni
studiosi ne retrodatino l’inizio alla strage di Portella della Ginestra (1947) o al
cosiddetto “Piano Solo” del generale De Lorenzo (1964), stragi in cui la bomba di
piazza Fontana costituì la risposta di parte delle forze più reazionarie della società
italiana, ma probabilmente anche di settori deviati degli apparati di sicurezza dello
Stato, non privi di complicità e legami internazionali, a causa della forte ondata di
lotte sociali del 1968-69 e all’avanzata anche elettorale del Partito Comunista
Italiano, un’arma stragista che fu usata ancora nel 1970 alla strage di Gioia Tauro,
nel 1973 con la strage della questura di Milano, nel 1974 all’indomani della vittoria
progressista nel referendum sul divorzio quali la strage dell’Italicus e la strage di
piazza della Loggia, e ancora nel 1980 con la strage di Bologna, ma le stragi non
furono l’unica espressione della Strategia della Tensione, la quale passò anche
attraverso l’organizzazione di strutture segrete, in alcuni casi paramilitari e
realmente eversive come la Rosa dei Venti, i Nuclei di Difesa dello Stato, nonché
organizzazioni massoniche trasversali come la famosa loggia P2 e altri, nonché
collegamenti internazionali come le strutture Gladio, anche detta stay-behind, la
progettazione e la minaccia di colpi di Stato, nonché la sistematica infiltrazione nei
movimenti di massa e nelle organizzazioni extraparlamentari, sia di destra che di
sinistra, al fine di innalzare il livello dello scontro sociale e diffondere sentimenti di
paura, odio e terrore.
Quindi ci troviamo di fronte all’ennesima “anomalia”, tutta italiana, della
dispersione di una vibrazione pregna di significati spesso simbolici e occulti,
nonché votati alla diffusione di un affectu animi deprimente verso la popolazione,
una nazione smarrita dal terrore di qualcosa più grande di loro stessi, proprio come
è avvenuto con le Torri Gemelle negli USA sulla popolazione statunitense o la più
recente “inside operation” della storia avvenuta in Cina con la dispersione del

37
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
batterio Coronavirus da un laboratorio militare nella città di Wuhan controllato
dall’OMS e dalla fondazione Gates, poi ricomprata subito dopo in modo totale dal
magnatismo statista del PCC, una situazione vibrazionale ed emotiva che oggi
l’Italia subisce attraverso la ridicola politica di contenimento della diffusione del
virus Covid-19 da parte del governo che incide sulla diffusione di un allarmismo
continuo attraverso i mass-media.
Pertanto la Strategia della Tensione è quindi una forma di inside operation tipica
della Guerra Fredda, un espediente della Devianza Originaria che si trasforma nel
tempo secondo le vicissitudini e che si ripresenta di volta in volta come il maligno
zampino diabolico che interviene nella storia per arginare qualsiasi fenomenologia
di spontaneismo popolare, laddove può emergere anche come forma
apparentemente liberatoria come fu l’atroce comunismo di Pol Pot per la nazione
cambogiana, che falcidiò tutta l’intellighenzia civile della Cambogia, una nazione
oggi preda di agenzie internazionali ONU e di organizzazioni non governative
globaliste perlopiù angloamericane, una Devianza Originaria che nel caso italiano
ha falcidiato la fenomenologia di un convergente Parallelismo Polarizzante di tipo
Yin-Yang, in cui Autonomia Operaia e Terza Posizione rappresentavano i due bracci
di un unico corpus politicus emergente, per una chiara e netta Terza Posizione
Politica della nazione italiana.
Questa apparentemente bizzarra storia spontaneista di Parallelismi Polarizzanti
nella gioventù degli anni ’70, ha apportato la generazione di due anime sociali che
grosso modo sognavano insieme la fine del sistema internazionale allora vigente,
un desiderio mal realizzato con la caduta dell’URSS e il trionfo temporaneo
dell’ideologia del liberalismo degli USA, un parallelismo che venne disciolto e che
prese provvedimenti verso le nuove generazioni, arrivando anche allo
smantellamento del sistema partecipativo del partito di massa con l’avvento di
Tangentopoli e l’assassinio mafioso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nonché
la teorizzazione del partito a rete che abbandonava il modello partecipativo del
partito di massa, un idealismo spontaneista che visse nonostante i ripetuti attacchi
delle forme storico-sociali di Deviazionismo Originario di quegli anni, degli attacchi
del “deep state” che furono la reazione alla diffusione endemica di uno spirito
rivoluzionario, indipendentemente se era destroide o sinistroide, uno spirito
rivoluzionario pericoloso per l’oligarchia democratica che vigeva in seno al popolo
italiano, un movimento sociale dualista che esercitava potere mediante l’influenza
sociale posseduta sulle masse, influenza che apportò effetti come la nascita di un
fenomeno allora inaudito come fu il famoso “compromesso storico” fra Aldo Moro
ed Enrico Berlinguer, il quale scatenò la placida ira funesta dei poteri sovietici e in
particolare del potere angloamericano sotto l’ingerenza delle lobbies sioniste
internazionali, dei fatti in sé che scatenarono l’attenzione della politica
parlamentare verso queste due organizzazioni politiche extraparlamentari che

38
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
mettevano radicalmente in crisi l’apparato della generazione sociale precedente,
una rottura sociale che fu anche l’esordio della loro fine storica.
Quindi vi sono le conferme sociali che Terza Posizione è uscita sconfitta dalla storia
così proprio come la sua controparte sinistroide Autonomia Operaia che, per la
perdita di alcuni dei loro migliori membri, in ultima istanza possiamo affermare che
sono stati tutti perseguitati, chi in un modo chi in un altro, tanto i destroidi quanto
i sinistroidi, per affermare una oligarchia democratica che irreggimenta ancora
oggi il suo potere attraverso una reiterata e morbida Tirannia Tecnocratica,
laddove sedicenti esperti e opinabili tecnici della politica, dell’economia e della
cultura, guidano il paese senza il reale ausilio di nessun consenso popolare.
Chi è stato realmente sconfitto dalle “leggi speciali” fu tutta la generazione del ‘77
che ha sbagliato nemici, ha sbagliato obiettivi e ha sbagliato strategie per portare
avanti la battaglia per un nuovo ordine economico internazionale, chi in un modo
e chi in un altro, con la strategia di combattere il sistema capitalistico, finendo in
violenza diffusa per sfogarsi invece in rappresaglie di taluni verso talaltri, come
anche fra terzaposizionisti e autonomisti, poiché in realtà il limite imposto dal
sistema statalista e partitocratico di riportare tutto, dal ‘68 in poi, a una visione tra
fascismo e antifascismo è risultata fallimentare, laddove intere generazioni di
giovani portati allo sbando e al sacrificio come capri espiatori di stragi di stato,
come nel caso dell’inquisizione della stazione di Bologna o la manipolazione
eterodiretta delle Brigate Rosse, al fine di uccidere uomini chiave delle governative
forze di cambiamento in atto come fu Aldo Moro, non hanno incentivato la
partecipazione della cittadinanza attiva ma hanno isolato i movimenti rispetto ai
poteri dello stato, uno stesso cliché impiegato negli USA anni prima con l’assassinio
di Jhon Fitzgerald Kennedy orchestrato da ciò che in quegli anni venne definita
“cospirazione conservatrice”, incolpando infine strumentalmente le mafie dei
gangster americani.
Scopo di questa Terza Visione Planetaria è quindi il chiedersi che bisogna iniziare a
riflettere su come ritornare allo spirito selvaggio dello “spontaneismo primordiale”
di Valle Giulia a Roma nel 1968, che vide affiancati dalla parte della stessa barricata
giovani fascisti e giovani comunisti, anarchici e radicali come di chi più ne ha più ne
metta, una rivolta generata in un clima di Amore e di Onore reciproco che stando
ai fatti fu un esperienza storica che durò non più di un mese, riportato al risveglio
da quel sogno idilliaco dalla nomenklatura dei partiti che però diede vita ad effimeri
“fenomeni sociali di sintesi ulteriore” come fu il nazimaoismo di Lotta di Popolo.
Infatti, passando dall’Estremo Occidente di Eurasia verso l’Estremo Oriente di
Eurasia, bisogna chiedersi perché il ‘68 in Giappone fu invece la lunga parentesi di
un movimento unito a livello nazionale al di là degli schemi partitocratici e
ideologici, contro l’occupazione americana del paese, contro la guerra in Vietnam,
contro il capitalismo tout court.

39
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Se ci è riuscito il Giappone ieri in quella fase storica può riuscirci anche oggi l’Italia,
come del resto altri paesi come oggi il Giappone verso i suoi parassiti interni,
recuperando il significato sessantottino di Lotta di Popolo all’insegna di un
movimento popolare unito, guerriero e nonviolento, dove la prerogativa dei
soggetti protagonisti è di possedere un sostrato di base comune, un movimento
sociale pluralista fondato su principi di base che negano la negazione delle
tradizioni popolari, ossia che essi non devono essere degli olocredenti newage, né
europeisti unionisti, né atei, né materialisti, né antifascisti, né anticomunisti, né
antirazzisti, né liberisti, né femministi, né a favore di teorie gender come LGBT+ e
la pedofilia, né liberal, né di destra, né di sinistra, né pro-migrazione, né tolleranti,
né moderati, ovvero stiamo parlando di un minimum di identità che parte
dall’individuazione di ciò che non siamo, quale fondamento alla nascita di una vera
Rivoluzione Interculturale Planetaria unita, felice e inarrestabile, laddove l’Italia, e
in particolare il futuro magisterio politico dell’Europa, si mostrano come modelli di
emulazione politica per il resto del mondo, poiché le differenze di veduta politica
o sono manifestazione di un interesse legato ai poteri dei globalismi oppure sono
divisioni effimere dovute alla presunzione di detenere l’unica verità mentre invece,
come disse Jalāl ad-Dīn detto Rumi, la Verità è sempre come uno specchio caduto
dal Cielo che infrangendosi produsse miriadi di frammenti che singolarmente non
generano la Verità, una situazione in cui soltanto uno “sforzo pluralista
extraparlamentare” può ottemperare al rispetto della diversità di vedute, tale che
può ottenere la visione completa dell’insieme, anche nella partecipazione attiva
alla vita politica di un popolo o di una comunità, in quanto “Dio ha fatto in modo
che l’illusione sembri reale e il reale un’illusione” e oltre a ciò che è giusto e a ciò
che è sbagliato, esiste un campo immenso in cui ci ritroveremo tutti insieme per
affermare la volontà generale del Popolo, del Cielo e di Dio, in aperto contrasto
alle forme della Tirannia Globalista e dei suoi artefatti tecnocratici, ed è lì che ci
incontreremo tutti, alla porta magica della fine dei nostri propri limiti cognitivi.
La Terza Posizione Politica è quindi una lotta di popolo, in quanto l’identità di
popolo nasce dalla stessa praxis della lotta concreta, poiché se il popolo è in rivolta
non rinnega solo una parte del sistema politico ma l’intero arco parlamentare, una
disobbedienza civile che nasce in seno al riconoscimento di un’avanguardia che
guida le masse attraverso una chiara operazione di consapevolezza coerente di una
coscienza coordinata collettivamente da strumenti ideati dall’ingegno
spontaneista dell’essere umano, sarà la carta vincente di una strategia nuova
basata sulla futuribilità di un progetto chiaro e intellegibile.
Un popolo in rivolta è quindi extra-parlamentare per antonomasia e non è né una
forma di extraparlamentarismo di destra né una forma di extraparlamentarismo di
sinistra, ma un vulcanico magma pluralista di tipo politico, economico e culturale,
delle comunità locali organiche a un sistema incipiente che afferma un’alternativa

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
progettuale allo stato di cose vigenti, rivolte verso i principali palazzi del potere
politico situati in tutte le capitali dei paesi europei.
Infatti, se la borghesia attraverso la cultura dell’illuminismo ha scalzato l’intera
oligarchia vigente rappresentata dal potere della monarchia assoluta, quale élite
allora vigente, oggi il nostro nuovo extraparlamentarismo di popolo, inteso in
senso plurale, deve possedere a sua propria disposizione un progetto costituente
comune capace di affrontare il nemico globalista situato all’interno dello stato-
nazione in ogni sua sfaccettatura di influenza sulle masse, e solo allora l’intero arco
parlamentare con le sue rappresentanze e le sue dinastiche pensioni d’oro,
verrebbe scalzato politicamente ed indicato come attuale compagine della
oligarchia vigente attraverso una Rivoluzione Interculturale.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

7. PER UNA RIVOLUZIONE INTERCULTURALE

Questa Rivoluzione Interculturale quindi, non può che essere una rivoluzione non-
violenta e guerriera allo stesso tempo, una rivoluzione di boicottaggio del sistema
di potere e di generazione di un governo parallelo intorno alla nascita di un
“irredentismo costituzionalista”, un governo parallelo fondato sulla formazione di
una Assemblea Costituente che descriva tutti i parametri di riferimento per la
strutturazione di un Magisterio d’Europa e la promozione di movimenti sociali
regionali di irredentismo costituzionale nei quali, secondo una strategia di
plebiscito popolare in ogni regione d’Europa, si vota a unanimità per l’adesione alla
Costituzione Magistrale Europea che delegittima automaticamente di fatto tutte
le istituzioni sociali dell’Unione Europea e legittima la sovranità nazionale in qualità
di aggregato cardinale, un Magisterio d’Europa che ponga a livello regionale sotto
la giurisdizione magistrale tutto il corpo militare delle Nazioni Socializzanti
d’Europa, al fine di unificarlo quale primo passaggio diretto a smantellare
operativamente tutti i trattati UE come se fossero carta straccia, un movimento
irredentista a cui possono rendersi partecipi a livello nazionale anche interi governi
come ad esempio l’Ungheria di Viktor Orban e/o la Polonia di Andrzej Duda che
sono i “paesi sovranisti” più critici dell’UE, i quali recentemente hanno dichiarato
di voler uscire dall’Euro, dei paesi che con un semplice voto parlamentare e una
legge deliberativa di adesione alla Costituzione del Magisterio Cardinale di
Europastan, possono aggregare l’intera nazione per iniziare a formare una vera
Europa dei Popoli.
Però, la Non-Violenza Guerriera non va confusa con il “nonviolentismo gandhiano”
tipico di certi soggetti sinistroidi, ma va intesa come il vero significato profondo
della Ahiṃsā (अिहं सा), il significato profondo citato negli antichi testi delle antiche
Upaniṣad (उपिनषद् ) in cui viene contestualizzato come forma primaria di
comportamento sociale laddove è un termine composto da a (lett.: “non”), e
hiṃsā, forma desiderativa del verbo han “uccidere” o “nuocere”, nell'induismo
“ahiṃsā” indica infatti un concetto più esteso dell’assenza di violenza, ossia un non
nuocere alla propria comunità, alla propria identità di appartenenza, di non
uccidere i propri pari, di mettere fine oggi alle diatribe ideologiche per concentrarsi
sulla veduta di un progetto comune, una concezione fondata sulla lealtà e
sull’assenza di tradimento ai propri pari e che riguarda lo stare in guerra contro un
invasore, o contro un tiranno che non permette la libertà personale altrui, una
concezione che risulta essere ben diversa da quella che molti fraintendono e che
concerne anche l’uso della violenza in casi estremi di un’aperta guerra civile di
contrapposizione fra la Tirannide e la volontà generale del popolo unito.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
In Europa molto si è detto e scritto del praticare la nonviolenza sia come stile di
vita che come strategia politica di potere popolare, arrivando ad estremizzarla ad
una forma di ideologismo politico più o meno coerente o addirittura di un
vittimismo succube e sempre passivo rispetto ai poteri forti dello stato borghese
che, in certi casi, diventa sponda di cooptazione politica, mentre non a caso un
detto del buddhismo zen afferma: “se sei in guerra fai la guerra, se sei in pace fai
la pace”.
Storicamente ciò che serve per dimostrare la nostra tesi in modo esemplare, ci
dobbiamo interessare alle vicissitudini del rapporto alleato tra i due martiri indiani
della Ahiṃsā, i quali furono il famoso Mahatma Gandhi da un lato, morto
assassinato da un presunto fanatico hindù, e il meno famoso generale delle armate
rivoluzionarie indiane Chandra Bose dall’altro lato, morto successivamente in un
controverso incidente aereo sui cieli di Taiwan mentre rientrava da un viaggio di
rapporti politici con esponenti del Giappone.
Pochi sanno che questi due erano d’accordo, fin dagli albori del movimento politico
nazionale che portò ad una vera e propria rivoluzione culturale a partire da forme
di lotta popolare come il boicottaggio dei prodotti colonialisti inglesi, diventando
entrambi le due braccia del movimento politico, uno di nonviolenza civile e l’altro
di nonviolenza militare, una medaglia a due facce di uno stesso “corpus politicus”,
il Dao di un logos coerente, un movimento di nonviolenza guerriera
armonicamente unito dalla suddivisione originaria dei propri reciproci ruoli: il
primo ad animare e guidare il movimento nazionale e il secondo a sorvegliare
l’ordine pubblico delle manifestazioni di massa, un tutto coerente che seguiva una
prima fase politica civile con una seconda fase in extrema ratio di politica militare
al fine di cacciare via l’invasore inglese da tutta la penisola dell’Hindustan ogni
costo, un Hindustan unito e integro.
Purtroppo le trame inglesi della Perfida Albione e degli interessi coloniali delle
compagnie di mercanti e dei banchieri usurai, usualmente sionisti anch’essi, con
l’assassinio ingiusto della grande anima di Gandhi portarono la storia indiana a un
esito ben diverso che è riportato negli annali delle cronache e dei libri di storia, e
la ragione strategica mai chiarita né mai approfondita di questa disfatta politica fu
un mai spiegato litigio tra il Civile Mahatma Gandhi e il Militare Chandra Bose, nel
quale in una determinata fase della situazione politica indiana davanti a evidenti e
palesi ostilità umilianti del potere inglese sul territorio, le incitazioni di Bose per un
passaggio immediato alla lotta armata nel paese, per cacciare via ogni autorità
colonialista, si trovò di fronte ad una caparbia e inspiegabile decisione di Gandhi di
proseguire a oltranza con la via civile della lotta.
Dopo pochi mesi Gandhi morì e da allora la sofferenza dei popoli indiani di
qualsivoglia etnia o religione non è mai terminata ma si trova di fronte ad una
divisione in stati nazionali che non cooperano ancora, vincolati da fantomatiche e

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
subdole lotte intestine tra hindù e musulmani sicuramente fomentate da agenti e
fattori esterni, una nuova cooperazione magistrale tra i paesi della penisola indiana
utile oggi per scacciare via tutti gli interessi postcoloniali del Commonwealth
angloamericano e per generare una riunificazione dell’intero Hindustan, quale
cardine imperiale meridionale dell’Eurasia.
Pertanto questi sono gli elementi fondanti della nostra Terza Posizione Politica, che
va dichiarata dagli esordi come opposizione integrale alla guerra, contro lo
sfruttamento economico, le ingiustizie sociali e l’oppressione politica di ogni forma
di autoritarismo e tirannia, la promozione dello sviluppo della vita associata nel
rispetto di ogni cultura, per l’impiego di essenziali strumenti di lotta come
l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
non-collaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile e la formazione di
organi di governo paralleli e la creazione di organismi civili per la responsabile
gestione del potere, a qualsiasi livello amministrativo, inteso come servizio
comunitario, una Terza Posizione Politica strutturata su fondamenti di un
“pluralismo popolare” che non bada alla provenienza delle precedenti differenze
politiche di origine destroide o sinistroide ma che supera queste divisioni mediante
un atto civile di umiltà, poiché la risposta sta nell’amore incondizionato verso tutte
le cose, un superamento decretabile mediante la rivalutazione della storia recente
non sotto un’ottica ideologica ma sotto un’ottica scientifica, integrata da una
prospettiva postmoderna che vede le cause reali della sofferenza del popolo
nell’arroganza occulta dei forti poteri globali come dei servizi segreti deviati del
deep state, nonché di riconoscimento dell’altro come elemento portante di un
logos unificante che costruisce polemizzando contro gli invasori e i traditori delle
patrie nazionali e delle vocazioni imperiali dei magisteri politici cardinali dei nostri
cinque continenti.
Quindi, questa nuova Terza Posizione Politica va applicata non soltanto alla
politica, ma all’economia e alla cultura, come alla psicologia, alla sociologia e alla
pneumatologia, in un quadro storico, geografico e antropologico laddove contesto,
situazione e vibrazione innescano eventi nello spazio e nel tempo al fine di
ottenere una duplice Europa: la prima sempre più decadente e autodistruttiva, la
seconda sempre più ascendente e autocostruttiva, la costruzione sociale di una
metanarrazione che diventa narrazione sociale collettiva in cui le masse dei popoli
di ogni civiltà magistrale, tornano ad essere protagoniste indiscusse della storia
mondiale, al fine di assicurare un futuro per le prossime generazioni.
Pertanto la Terza Visione Planetaria, è più della somma delle parti fra la terza
posizione politica, la terza via governativa e il terzo paradigma scientifico, una
questione che prima o poi va disposta in ulteriore sviscerazione in modo
sistematico, de profundis, come concezione alternativa e radicale al sistema sociale
vigente, un sistema che fa capolino alla visione globalista del Nuovo Ordine

44
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Mondiale, il quale deve essere un riferimento non soltanto per i popoli di Europa,
spazio geografico e cardine continentale di Eurasia, ma anche per gli altri quattro
cardini imperiali di Eurasia, come stesso discorso è valido anche per i cinque cardini
continentali dell’Africa, dell’America, dell’Oceania e dell’Antartide, e quindi dei
Popoli del Pianeta contro questa perversa e apolide Élite di Illuminati.
Per orientare le abitudini, i pensieri e le scelte dei cittadini, il potere globalista
ricorre alla cosiddetta “manipolazione dolce” rivolta a plasmare l’immaginario
collettivo, un’influenza sociale che anziché utilizzare la coercizione fisica per
ottenere consenso adotta una strategia morbida, sottile e invisibile.
Pertanto per contrapporsi al Nuovo Ordine Mondiale, non serve una lotta tout
court contro il sistema della globalizzazione, come già accaduto con il movimento
No Global nato a Seattle nel dicembre 1999, od anche una visione geopolitica da
semplice Multipolarismo Regionale ideato da Dugin, ma serve una nuova visione
progettuale, realistica e futuribile di integrazione dell’intero pianeta, tale che possa
ristabilire gli equilibri mondiali delle nazioni nelle menti dei popoli, una Terza
Visione Planetaria che non sia né liberal-capitalista né social-comunista ma
Primordialista: l’insiemistica delle Socializzazioni Nazionali di economie miste, al
cui capitale non è concessa l’accumulazione incessante di denaro poiché resta
vincolata ai parametri etici, morali e spirituali della Tradizione Primordiale,
un’Armonia Cosmica in cui l’uomo torna a diventare elemento integrato,
integrante e integro della natura in senso ampio, riconoscendo la sua pochezza di
semplice Creatura Gentile dinanzi all’immensità della Creazione Cosmica a cui
partecipa, all’interno del Creato Universale e davanti alla magnificenza del
Creatore Assoluto.
Una visione questa, che in Italia necessita di essere sviscerata a partire dai
contributi precedenti di autori come Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, come anche
di altri autori della nostra intera “area extraparlamentare”, e che deve prendere
radicalmente le distanze da inquadramenti dello schema illuminista tra destra,
sinistra e centro poiché l’obiettivo di un tale movimento politico non è quello di
ottenere voti né quello di essere spalla a taluno o talaltro partito politico,
rischiando di diventare fazioso come sta diventando la concezione vuota del
sovranismo, quale contenitore senza contenuto che attualmente in Italia è
diventato sinonimo di destra parlamentare.
L’obiettivo principale di questo movimento è una rottura radicale generale con lo
schema globalista del liberalismo politico colonialista, del liberismo economico
capitalista e del libertarismo culturale conduzionista, attraverso una presa di
coscienza collettiva dei popoli in cui la libertà civile non è più una chimera senza
fondamento, una prostituta di Babilonia sulla bocca di tutti e nelle tasche di
nessuno ma una prassi sociale concreta che si realizza facendola costantemente

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
ogni giorno su due piani: il piano della contestazione del sistema attraverso azioni
politiche e il piano della alterazione del sistema in comunità di spirito.
E questa rottura deve scaturire dalla visione chiara di una Proposta Politica che sia
da sponda con l’eurasiatismo russo negli ex-paesi zaristi e l’eurasiatismo cinese di
tutti i paesi del mondo confuciano, nonché delle emergenti vocazioni eurasiatiste
come l’Iran e la Turchia nella comunanza territoriale e religiosa, nonché la
vocazione eurasiatista in India verso la propria cooperazione regionale, il tutto al
fine di favorire l’integrazione politica popolare in funzione antiatlantista e guidare
questa visione imperiale planetaria con un chiara visione che prepari i popoli a un
irredentismo costituzionale imperiale dei cardini continentali, laddove l’Unione
Africana è già molto avanti in tal senso poiché in Eurasia, come in America e in
Oceania, non esiste ancora un organizzazione internazionale pan-continentalista
che possa contenere e coordinare i futuri magisteri politici cardinali in qualità di
loro diretta rappresentanza coordinatrice, la costituzione fondamentale dei cardini
imperiali continentali che in qualità di aggregato magistrale di nazioni sovrane
siano private della sola sovranità militare, la quale si occuperà di disarmare il
mondo con una lotta che mette fuori combattimento l’avversario: ossia il nemico
dell’Umanità, della Terra e del Cielo.
In questi termini il mio precedente saggio intitolato “Impero”, cerca di dare un
contributo a questa direzione cercando di superare con l’immaginazione il
momento presente di globalismo imperante del sionismo trasversale
internazionale, il quale oggi trova come unico rivale la vuota codardia dei
sovranismi nazionali sottomessi al sionismo quale reale soft power di Israele, un
superamento che si può oltrepassare sostenendo un Modello Politico Nuovo che
sa di antico, un ordine nuovo fondato sul mito utopico dell’imperium romanorum
in qualità di baluardo europeo di nazioni sovrane sincronizzate sotto l’egida di un
Fronte Universale di rinnovamento della Tradizione Primordiale e in nome di una
integrità sociale, quale fuoco eterno di speranza in questa epoca di caos calmo in
un Kali Yuga (किलयु ग) oramai alla fine.
È vero che, come afferma il Mahatma Gandhi, Dio non ha religione, ma gli uomini
sono fatti per vivere in comunità religiose proprio per favorire l’applicazione dei
valori etici e morali di un insegnamento apportato da un Figlio del Cielo come il
messia Gesù, il profeta Muhammad, l’avatar Krishna, il buddha Sakyamuni e il
maestro Laozi.
Ogni religione non va presa meccanicamente ma va studiata e vanno distinte le
forme esteriori inventate dagli uomini dalle forme ulteriori tramandate dai maestri
studiando direttamente i testi sacri senza intermediari, poiché il rapporto con Dio
è personale e se è necessario bisogna anche disobbedire a questi presunti
mediatori religiosi come ad esempio il papa gesuita Bergoglio per le comunità
cristiane del cattolicesimo romano, al fine di poter accedere alle forme interiori

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
della spiritualità precipue di ogni tradizione religiosa finalizzate a un rapporto
diretto con la dimensione del divino.
Da questo punto di partenza personale si può avallare l’esordio di un Fronte
Universale della Tradizione in cui Dio Creatore è unico e identico per ogni religione
seppur descritto in modalità differenti, un fronte di lotta unito che è l’anticamera
nella restaurazione della Tradizione Primordiale in cui il divino sovrano imperiale
del pianeta Terra provvederà alla Pace Perpetua dell’Armonia Cosmica.
Abbiamo a che fare con un Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale
del Pianeta Terra che deve riportare all’ordine antico tutto il mondo, mettendo in
discussione tutte le derive antropologiche in atto, dovute alla visione incipiente del
Nuovo Ordine Mondiale delle Élites degli Illuminati che vogliono traghettare il
mondo in una dimensione di schiavitù di tutte le specie viventi del pianeta, un
antico ordine in cui si va a semplificare l’eccesso di organizzazioni internazionali
presenti sulla Terra che abusano dei popoli e delle nazioni per precisi interessi,
bisogna epurare le organizzazioni internazionali inutili come quelle talassocratiche
e quelle finalizzate a favorire forme di sfruttamento post-colonialista di paesi terzi,
un eccesso il quale serve soltanto a generare ulteriore entropia nel sistema
internazionale a favore del caos calmo di questa Guerra Morbida Totale, un
rifacimento dell’ordine internazionale secondo un quadro di analogia feudale di
libere repubbliche popolari, con la funzione chiave di Civitas Nationis in ordine a
livelli di analisi che vanno da quello planetario, regolato dall’Imperium verso i
continenti, fino a quello delle comunità locali in cui vige un rapporto democratico
diretto di partecipazione attiva alla vita pubblica: otto livelli di analisi che dal più
piccolo al più grande sono le comunità locali ovvero i villaggi, le città municipali, i
biodistretti regionali, le regioni etniche, le nazioni socializzanti o Civitas Nationis, i
magisteri cardinali, il continente fondamentale di appartenenza e infine l’impero
planetario, un ordine di Imperium Planetarium in cui le organizzazioni
internazionali vengono sostituite da un sistema a scatole cinesi che comprendono
l’intero pianeta e ci preparano alla fine della storia dell’umanità per prendere parte
attiva alla Creazione Cosmica, una matrioska di ingranaggi funzionali che
descrivono un mondo analogo alla visione del paradiso buddhista, in cui una
burocrazia celeste di preparati funzionari politici professionisti è direttamente
controllata dal basso per un rapporto concatenato di prossimità, ed è
indirettamente controllata dall’alto per un rapporto di sudditanza e fedeltà
all’imperatore planetario che è rappresentato dall’Avatar di Sintesi, il Salvatore
Promesso atteso da tutte le Cinque Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, la
fede spirituale in una Terza Visione Planetaria che trasforma le attività umane
secondo processi in cui lo spontaneismo è sempre il principio fondamentale
dell’Anima Mundi e della Pace Perpetua di tutte le specie viventi del Pianeta Terra.

47
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

8. UNA VISIONE SOCIALE DEL MONDO

Prima di addentrarci ulteriormente nella Terza Visione Planetaria, dobbiamo


chiederci in cosa consiste una visione, cosa è e in cosa consiste la visione applicata
al mondo intero, una percezione di stimoli luminescenti, ovvero chiari e
intellegibili, quale visuale dell’uomo e dei vertebrati superiori in cui si ha l’uso
coordinato, sensoriale e motorio, di due occhi sia destro che sinistro, così da
ottenere un’unica impressione mentale, un’osservazione immaginifica accurata
fatta allo scopo di ricavare utili informazioni nel quadro complessivo di una realtà
complessa, l’apprendimento di un idea, un concetto, un quadro schematico, la
funzione e la capacità di vedere mediante gli occhi che colpiscono l’immaginazione,
il modo di vedere le cose che si posseggono nel proprio bagaglio esperienziale:
l’esatto contrario della allucinazione; una percezione reale in presenza di uno
stimolo esterno reale di cui si prende coscienza, individualmente e
collettivamente, la comprensione immediata, chiara e diretta, sentita come
indubitabile presenza speciale, divina, miracolosa di un soggetto vivente, un’entità
agente che svolge la funzione sociale di realizzazione di un mutamento di struttura
nella società, un elemento tangibile percepito come vivo e presente nei momenti
chiave nel corso storico del tempo presente, una “porta senza porta” che unisce gli
animi di affinità elettive, la porta magica di una costruzione sociale che racconta
l’aneddotica di cause e concause di uno o più eventi, una visione intuitiva del
mondo che diventa concezione della vita, del mondo e della posizione in esso
occupata dall’uomo, il modo in cui singoli individui e gruppi sociali considerano
l’esistenza e i fini del mondo come la posizione dell’uomo in esso, un’immagine
collegata a un simbolo archetipico che diventa strumento di riconoscimento
sociale di una o più comunità, un Simbolo Imperiale Universale qual è la Stella
Ottonaria della Tradizione Primordiale: il Sole Archetipo dell’asse galattico della Via
Lattea passante per le stelle Solaris e Polaris, tale che include il rapporto triadico
tra Cielo, Terra e Umanità, laddove ogni essere veramente umano è parte
integrata, integrante e integra del Popolo del Sole.
Bisogna anticipare il futuro attraverso la tecnica scientifica e per farlo ci vuole una
visione sociale del mondo, una welthanschauung del Primordialismo Visionario che
non è distopica ma utopica come ai loro tempi in Europa furono Tommaso
Campanella e Tommaso Moro, ma anche Al-Farabi per l’Islam medievale e Platone
prima di loro, solo che anziché guardare al futuro la visione utopica deve
“descrivere il futuro guardando al passato”, con precisione all'età dell'oro, all’Eden
biblico, al Satya Yuga, una visione di ingegneria sociale che riporti politicamente
l’umanità agli equilibri dell’Antico Ordine Planetario, quale reale visione da
anteporre fra il Nuovo Ordine Mondiale e il Nuovo Ordine Multipolare, la visione

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
di un ordine sociale che metta al centro l’uomo in qualità di specie imperante degli
ecosistemi mondiali che ha il dovere morale di gestire il proprio habitat nel rispetto
del regno animale della fauna a cui appartiene l’uomo, nel rispetto del regno
vegetale della flora in cui l’uomo vive e nel rispetto del regno minerale della fulva
di cui dispone l’uomo (da fulvus col significato latino di “colore simile all’oro”,
minerale per antonomasia).
Solo con questa impostazione metodologica possiamo uscire dal pantano
visionario della distopia dilagante di cui sono intrise le menti dei popoli del mondo,
poiché soltanto in questo modo possiamo affermare una visione alternativa al
sistema vigente.
Così, questo Agente Fluttuante insito nell’immaginario collettivo di una nazione o
più nazioni del nostro pianeta è ciò che denominiamo visione del mondo, una
visione sociale che oggi, come da sempre, svolge una funzione trasportatrice delle
masse e che le conduce dove vogliono le intenzioni prefissate, che nel nostro caso
è la visione originaria del mondo ancora vergine e che ritornerà tale se vengono
rispettati tutti i parametri fondamentali della Madre Terra e del Padre Cielo, delle
intenzioni insite nell’immaginario collettivo che oggi non sono definite da una
avanguardia aristocratica ma sono ancora definite dagli interessi dell’occulto
potere globale che investe le strutture istituzionali di un paese, le quali
condizionano contestualmente le masse in situazioni che, come abbiamo visto,
riguardano basse vibrazioni emotive che sommuovono il sangue all’interno dei
corpi umani generando energie negative che nello spazio e nel tempo innescano
nei singoli dinamiche di paura, terrore e incertezza che portano eventi di diffusione
della violenza e del panico tra le folle delle genti, le quali chiedono sicurezza e
protezione affidandosi purtroppo alla casta del potere oligarchico neoliberale
insito in ogni nazione ed eseguito da tutti i partiti dell’arco parlamentare di ogni
paese liberale dell’Occidente, indipendentemente da chi è il partito che si colloca
al governo di una nazione, dei partiti che non fanno altro che eseguire le direttive
del Potere Globale innescando un continuo spin off, la rotazione di un giro
vorticoso fomentato dalle notizie distraenti di tutti i mass-media, siano essi
analogici, digitali e satellitari, dei sistemi di informazione acquisiti dai poteri
finanziari che ripetono sempre lo stesso schema, incessantemente finalizzato a
spingere verso il consumismo continuo di massa che permette l’accumulazione
incessante di capitale, ivi compreso il caso recente del Coronavirus che sta
trasformando il popolo italiano in un branco di animali deculturati che, come il
“cane di Pavlov”, sono alla ricerca di un fantomatico vaccino offerto dalle
multinazionali del farmaco e sponsorizzato dalla Bill & Melinda Gates Foundation,
e che quindi permette un maggiore potere di influenza economica che depaupera
i popoli asservendoli sempre di più al paradigma capitalista di stampo marxiano di
conformazione del plus-lavoro e del plus-valore, il quale incrementa le fila del

49
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
disagio sociale e della alienazione attraverso conflitti sociali rivolti dall’impiego
della disoccupazione per lavori in nero e di bassa lega, se non proprio come
manovalanza per le organizzazioni criminali di vario respiro mediante la diffusione
della povertà.
Questa Visione Sociale del Mondo, legittimata e diffusa dai fautori del Nuovo
Ordine Mondiale, genera una vera e propria Eggregora Spirituale nell’immaginario
collettivo, una forma-pensiero che si riferisce a un’entità incorporea emanata da
una o più persone in grado di influenzare i loro stessi pensieri e attitudini che
genera maggiore influenza sociale, ma che, se l’Eggregora Spirituale viene generata
attraverso particolari metodi di meditazione collettiva, di preghiera religiosa e di
concentrazione sull’immagine archetipica di una visione come è la Stella Ottonaria,
questa Eggregora (dal greco antico ἐγρήγορος, il cui significato originario era
“guardiano”) diventa uno strumento di generazione di una “massa critica” che
riesce a sostituire le emozioni negative con emozioni positive attraverso un’opera
di coraggio individuale che apre i polmoni a una visione immaginale superiore, e
infatti non è un caso se la depressione psicologica di una persona, per la Medicina
Tradizionale Cinese, è un malessere di bassa pressione polmonare che viene
sollecitata da emozioni negative come la paura, il terrore e l’incertezza, e può
essere arginata attraverso l’esercizio fisico di una disciplina ginnica, una forma di
depressione endemica insita nelle società nazionali che va combattuta in ogni
momento quotidiano mediante la presenza mentale in consapevolezza, coscienza
e coerenza, al fine di non diventare un seguace passivo e incosciente di questo
Nuovo Ordine Mondiale.
Quindi tutta la Visione Sociale del Mondo è un’entità energetica eterica che si
sviluppa dal raggruppamento di un certo numero di persone che condividono le
stesse idee, l’aggregato sociale conformato da degli insiemi energetici che formano
un serbatoio di energie spirituali frutto della visualizzazione e focalizzazione di un
dato pensiero innescato dalla volontà di più persone, che nel tempo finiscono per
avere vita propria, gestendo ed adoperando tali persone secondo le finalità di
scopo dei questa entità, un’Eggregora Spirituale che col passare del tempo diventa
forte e può crescere ed espandersi fino a fruttare una precisa attività fisica o
psichica, fino a diventare immensa, anche universale, proprio come è il Sacro
Ordine Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale del nostro Pianeta Terra: una
visione immaginifica che risulta essere il vero e reale antagonista storico del Nuovo
Ordine Mondiale, l’impero interiore di quella Tradizione Primordiale che da
sempre ha perpetuato spontaneamente l’atto di difesa dei popoli del pianeta dalle
forme storiche strutturatesi nel tempo dalla Devianza Originaria, che da sempre è
stata in agguato ad ordire trame occulte di congiure, conspirazioni e
confederazioni di interessi comuni che generano alleanze storiche come quella

50
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
esemplare del Patto Eterno Confederale nel 1291, di quell’antico paradiso fiscale
che ancora oggi è la Svizzera.
Questa Eggregora Spirituale si manifesta quindi, anche come una Metanarrazione
del passato e del futuro che influenza la Narrazione Cibernetica socialmente
costruita nel presente secondo schemi mentali che oggi, come dimostrano gli studi
sulla Finestra di Overton, permettono di rendere accettabile un’idea
precedentemente ritenuta inaccettabile, una Metanarrazione di un passato
oscurato o travisato a vantaggio dell’oligarchia di potere globale in una o più
nazioni, come ad esempio certe tematiche ritenute socialmente dei tabù,
tematiche che in Italia riguardano argomenti come le Foibe nei territori di Istria e
Dalmazia ad opera del comunista Tito nella vecchia Yugoslavia, le dissacranti
rappresaglie dei partigiani verso la popolazione italiana, le rappresaglie di guerra
tedesche da un lato e i soprusi angloamericani dall’altro lato verso la popolazione
italiana, ed infine il più grande tabù cognitivo inerente alla messa in discussione di
quello che è un vero e proprio business globale intorno alla Shoah, termine ebraico
con il quale viene indicato lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista, un
olocausto immaginario che vede una branca della storiografia definita
“negazionista” come soggetto continuamente perseguitato da tutti i lati, tacciando
gli studiosi di storia come divulgatori di menzogne, uno stigmatizzato
negazionismo storico continuo, e ancora poco conosciuto, che comunque sta
risvegliando le menti più aperte a dati autoevidenti, studiosi che tra essi variano
molto nelle loro tesi, contestualmente rispetto a determinati dati ufficiali, ma che
tutti convengono sull’idea che la Shoah sia un’impresa di propaganda che vuole far
rendere e visualizzare come perseguitati i veri persecutori del pianeta Terra che
sono proprio i “sionisti”, siano essi occidentalisti propriamente ebrei, od anche
cristiani, musulmani, hindù, buddhisti o taoisti, poiché i tratti caratteristici del
sionismo non sono soltanto di ordine esteriore ma sono di ordine interiore e
spirituale nonché ulteriore e animico, capaci di ogni forma di soggiogamento dei
popoli e di deviazione dei popoli con ogni mezzo di perversione: siamo di fronte ad
un olocausto che, seppur ipoteticamente si volesse ritenere come vero, dovrebbe
essere affiancato a tutti gli altri olocausti della storia dei popoli della specie umana,
come quello dei nativi pellerossa in America che arriva fino a oggi dall’arrivo dei
primi pionieri inglesi, genocidi di intere minoranze come quello armeno in Turchia
a inizio Novecento e alle tratte schiaviste come quella colonialista dei neri d’Africa
fra il XVI e il XIX secolo, o ancora il lento olocausto di guerra vissuto dal popolo di
Palestina dal 1948 ad oggi, degli olocausti della storia dell’umanità che, senza
entrare nel merito specifico, guarda caso, vi sono sempre gli interessi di mercanti
e di banchieri, i quali storicamente, sono sempre stati i lavori prediletti dagli ebrei
facoltosi e usurai.

51
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Infatti la Metanarrazione è la componente fondamentale di una qualsivoglia
visione del mondo, un’opera non essenzialmente letteraria nella quale sono
evidenziate le strutture compositive della narrazione, un’opera che conforma
l’immaginario collettivo di una moltitudine aggregata, l’invenzione di una storia
che mette in risalto determinati aspetti di continuità secondo un arbitrario
aggregato di idee intorno a determinati dati di realtà che, attraverso le emozioni,
questa invenzione immaginifica diventa Metanarrazione, un grande racconto che
si oppone al relativismo postmoderno, il quale nega la possibilità che esista una
spiegazione onnicomprensiva, totalizzante e armonica del procedere storico
umano o della conoscenza, dei particolari avvenimenti storici che vengono nel loro
complesso riportati in un ambito universale in qualità di forze che trascendono la
storia, segnando l'evoluzione dell’umanità: essa può essere sia falsa, come gli
ideologismi che in genere esaltano un aspetto storico per riprenderlo o per
criticarlo, e sia vera come le leggende ancestrali, i miti cosmogonici e i resoconti
storico archeologici che trattano di fatti reali, simbolici e concreti inerenti a
tradizioni particolaristiche relative a determinate etnie, culture e civiltà, le quali
sono proprio l’oggetto scientifico della prospettiva metanarrativa insita negli
archetipi inconsci della nostra Tradizione Primordiale.
Ma al di là delle menzogne potenziali di una qualsivoglia forma di ideologismo
politico, economico o culturale, come ad esempio lo scientismo di fantomatici
esperti nel settore culturale, quale atteggiamento intellettuale riduzionista di chi
ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche, teoriche e sperimentali,
svalutando ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste
scienze, possiamo affermare serenamente che una spiegazione onnicomprensiva,
totalizzante e armonica del procedere storico umano o della conoscenza è quindi
possibile nel concreto, a condizione che si lasci aperto lo spazio al non conosciuto,
dove i dati e le informazioni certificate vanno a rilevare il continuum della
Metastoria, ossia considerare che tutto ciò che non è di questo mondo presente,
vive di una vita incorruttibile fuori dalle forme esterne del processo storico, per
svilupparsi dentro le forme interiori dello spirito immortale, e che prende il nome
di assoluto, proprio come la visione confuciana e taoista della cosmogonia che
segue una precisa logica di semplificazione conoscitiva, riesce a carpire al di là della
storia ciò che segue una continuità storica determinata dal rapporto tra forze
celesti e forze terrestri sulle vicende dell’umanità, la quale è succube di forze
interne quali sono i vettori spirituali della Tradizione Primordiale e i vettori contro-
tradizionali della Devianza Originaria che ha dissoluto l’Armonia Cosmica originaria
nell’Eden della Tradizione Primordiale durante l’antica età dell’oro nel Satya Yuga,
secondo forme interpretative diverse in ogni tradizione culturale e religiosa che
sia, ma tutte accomunate da un unico fattore che ricorda un’epoca arcadica in cui
tutto seguiva un ordine planetario di natura cosmica.

52
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Infatti, il termine Metastoria rintraccia nella storia degli elementi che permangono
costanti nello scorrere del tempo, tali per cui si può superare ogni tipo di
pessimismo storico, individuando una visione ottimista della storia che va a
superare sé stessa, proprio come la visione ayurvedica dei cicli interni a un
Manvantara (in sanskrito: म र), una visione dei tempi ultimi che stiamo vivendo
che definisce il preciso motivo per cui il liberal globalism del Nuovo Ordine
Mondiale è oramai non solo l’ultima vera ideologia superstite, ma è il chiaro
nemico dell’intera umanità destinato a scomparire con tutti i suoi vettori storici
della Deviazione Originaria, quello strumento cibernetico delle élites sioniste degli
occulti Illuminati di Moriah che apparentemente sembrano voler dominare il globo
per rendere schiava l’intera umanità.
La Metastoria è quindi l’ambito dei fenomeni che permangono costanti nel
continuo fluire degli eventi storici, una narrazione impostata e condotta con
ambizioni meta-letterarie che cercano il senso precipuo della vita umana lungo il
corso del tempo che, non è un tempo lineare e progressivo ma ciclico e ritornante,
una forma temporale che riecheggia come la concezione di un progresso in cui
forze storiche disgreganti sono presenti da sempre e riguardano la storia di tutte
le civiltà: ovvero ciò che abbiamo definito con la terminologia di Devianza
Originaria.
Prima di tutto bisogna distinguere il senso del progresso, poiché oggi vige il
Progresso Unilineare che domina nell’immaginario collettivo globale del Nuovo
Ordine Mondiale, ed è il risultato della triade cognitiva di Libertà, composta dal
tripode di liberalismo politico, liberismo economico e libertarismo culturale, di
Modernità, composta dal tripode di modernismo partitico, modernizzazione
tecnologica e modernariato ideologico, e infine del concetto stesso di
Rappresentatività, composto dal tripode di oligarchia di potere, capitalismo della
finanza e democrazia delle istituzioni, che dalla storia moderna a oggi ha investito
i secoli attraverso la cuspide di trivellazione sociale del Globalismo che è stato il
rapporto trainante del colonialismo politico, del capitalismo economico e del
conduzionismo culturale, il quale ha devastato a livelli progressivi e in tempi
diversi, ogni ordine sociale tradizionale del pianeta, arrivando a minare perfino
istituzioni solide come la città di provincia, la comunità locale e la sacralità della
famiglia, una libertà fallace che è sinonimo di fabianismo elitario, di libertà di
mercificare qualsiasi cosa, di essere liberi di limitare l’identità spirituale e collettiva
di una nazione, una modernità dei poteri internazionali introdotta nei costumi
sociali a cui tutti i partiti si sottopongono, una modernità di tecnologie sempre più
invasive che annullano la centralità dell’uomo nel mondo, una modernità che
recupera ideologie all’uopo come maschere di un carnevale in cui muore sempre
l’eroe della civiltà che si espone troppo, una rappresentatività che vige come
sinonimo di oligarchia che spettacolarizza il proprio potere di influenza politica,

53
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
economica o culturale, dove si è più rappresentati dagli squali della finanza
capitalista internazionale che non dalle istituzioni sociali del popolo, in cui la
democrazia rappresentativa è l’illusione di un voto vuoto e senza senso ottenuto
da istituzioni elitarie che svolgono la stessa funzione di una casta politica, una
concezione del Progresso Unilineare che ci porta in “nessun luogo” se non in un
presente senza speranza: consuma, produci, crepa.
La tesi cognitiva del Progresso Civile che dovrebbe invece dominare l’immaginario
collettivo di una nazione e dell’intero pianeta, è una tesi tipica dell’antico ordine
imperiale, è il Progresso Ciclico che, come diceva Giuseppe Verdi, “il vero progresso
è un ritorno all’antico”, un ritorno che è la risultante di una triade cognitiva che
racchiude rispettivamente la struttura triadica della realtà in rapporto fra
Materiale, Temporale e Spirituale, tale che può esercitare oggi le funzioni di un
motore trainante di conduzione culturale delle masse attraverso la Cittadinanza
geografica, la Memoria storica e la Partecipazione attiva a una vita di vera
Democrazia Diretta attraverso l’ausilio di un Modello Politico come il magisterio
cardinale di Europastan, il quale prevede un sistema aristocratico di
rappresentazione politica sincronizzato organicamente con la partecipazione
diretta dei cittadini, al livello di comunità locali, attraverso un sistema elettorale
fondato sulla sincronicità della funzione unificatrice europea del Magister Politicus,
che assolve poteri di controllo sui governi nazionali e di garante dei popoli regionali
europei, per un sistema politico che si ispiri ai fondamenti della Tradizione
Primordiale dell’Imperium Romanorum attraverso una Aristocrazia Politica di
ministri governativi, servitori politici e animatori sociali, mediante un’Organicità
Economica del settore primario, secondario e terziario con una Gerarchia Culturale
dei valori etici, morali e spirituali, applicati alla società.
Infatti il Progresso Ciclico nei tempi remoti era una visione del progresso
considerato moralmente buono quando esso, senza contrastare le leggi naturali,
veniva indirizzato al miglioramento della natura stessa colmandone le lacune
periodiche, una visione temporale del mondo in cui il Progresso Tecnologico non
deborda le sue funzioni sociali, ambientali e individuali ma è anch’esso uno
strumento pienamente sottomesso alle sacre leggi ecologiche della natura
biologica, chimica e fisica del regno minerale, del regno vegetale e del regno
animale a cui appartiene l’uomo.
Una visione di respiro arcaico planetario, comune a tutte le antiche civiltà e culture
di Eurasia e degli altri continenti, il quale rimanda sempre l’immaginario collettivo
ad un ritorno all’età dell’oro che, come diceva Esiodo, era contraddistinta da
“un’aurea stirpe di uomini mortali [che] crearono nei primissimi tempi gli immortali
che hanno la dimora sull’Olimpo. Essi vissero ai tempi di Crono, quando regnava
nel cielo; [gli uomini] come déi passavan la vita con l’animo sgombro da angosce,
lontani, fuori dalle fatiche e dalla miseria; né la misera vecchiaia incombeva su loro

54
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
[…] tutte le cose belle essi avevano”, una età dell’oro che ritorna oggi attraverso la
instaurazione di una vita virtuosamente felice, colma di gioia e amore
incondizionato per tutti e per tutte.
Una concezione del Divenire Ellenico inteso come Progresso Ciclico che Albert
Camus in “L’uomo in rivolta”, definisce come “divenire che non ha nulla in comune
con la nostra idea di evoluzione storica”, una differenza fra le due concezioni che
risulta essere come quella che separa un cerchio da una linea retta, una
rappresentazione del mondo in forma ciclica in cui “Aristotele, per dare un
esempio preciso, non si riteneva posteriore alla guerra di Troia”, un cristianesimo
che è stato costretto ad ellenizzarsi per diffondersi nel mondo mediterraneo ed è
con questo che la sua dottrina si è smussata, ma la sua originalità è stata
nell’introdurre entro il mondo classico due concetti mai congiunti fino a quel
momento, quelli di storia e di castigo, un’idea di mediazione che definisce il
cristianesimo come concezione del mondo greco, ma che “per il concetto di
storicità è giudaico, e lo si ritroverà nell’ideologia tedesca”, una frattura che si
discerne “sottolineando l’ostilità delle concezioni storicistiche verso la natura, da
esse considerata come oggetto non di contemplazione ma di trasformazione”;
infatti “sia per i cristiani che per i marxisti, bisogna signoreggiare la natura”, mentre
per i “Greci [come per i taoisti, i buddhisti, gli hinduisti, i puri musulmani e il resto
del mondo tradizionale] sono del parere che sia meglio obbedirle”, poiché non a
caso “l’amore classico per il cosmo è ignorato dai primi cristiani che, del resto,
attendevano con impazienza una fine del mondo imminente”, i prolegomeni di una
illuministica concezione lineare del tempo finalizzata ad un evento considerato
sempre e in modo ansioso e contingente, al di là della considerazione dei veri segni
di manifestazione dell’impostazione immaginifica dell’Apocalisse, la quale oggi
coincide proprio con la manifestazione sempre più palese del Nuovo Ordine
Mondiale con i suoi satanici adepti, una rivelazione che in questa epoca di
incertezze lo stabilizzarsi è un verbo che va coniugato al plurale poiché il singolo è
preda del sistema fagocitante del Globalismo espresso dalle forze oscure dei poteri
globali, perché il mondo di oggi è il mondo di Satana, il quale ha macchinato tutto
per bene come un lavoratore instancabile.
Oggi per sconfiggere il grande orditore della Devianza Originaria, ovvero colui che
tutte le confessioni del cristianesimo chiamano Satana, bisogna batterlo nella
tempistica prima che si realizzi il Nuovo Ordine Mondiale, ma tuttavia bisogna
restaurare l’Antico Ordine Planetario del sacro impero del Sole e della Luna in Cielo
e in Terra, un ordine planetario antichissimo insito in tutte le Sacre Religioni
Tradizionali Rivelate e Autentiche, compreso l’Islam del profeta Muhammad che
localmente stava per instaurare un ordine imperiale arabo, tradito dai suoi amici
che formarono il califfato, una concezione tipica della fazione Sciita (‫ش عة‬, shiʿa)
basata sul primato ereditario di Alì Ibn Abu Talib ( ‫)ﻃﺎﻟﺐ أ ﺑﻦ ع‬, la quale si può

55
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
riscontrare anche in alcune sette della fazione Sunnita (‫واﻟجﻤﺎعة اﻟسنة أهل‬, ahl al-
sunna wa l-jamāʿa) come certe sette Sufi (‫تصوف‬, ّ tasāwwuf), un primato ereditario
che non può che piangere il sacrificio dell’Imam Hussein ( ‫ﻃﺎﻟﺐ ا ﺑﻦ ع ﺑﻦ اﻟحس‬,
Al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib) avvenuto nel 680 d.C. con il suo martirio a Karbala,
evento storico che sancisce l’inizio della diaspora e della perdizione dell’Islam per
mano di una Devianza Originaria che ha adescato uomini al servizio di Satana, e
ّ
non a caso il Dajjal (‫د ّجﺎل‬, dajjal, lett.: “il mentitore”) ossia l’anticristo islamico, è
composto da “falsi profeti” e da uomini malvagi disposti soprattutto ed anche
internamente all’Islam, e coloro i quali non riconoscono la pace come mezzo
fondamentale del Puro Islam non hanno compreso il reale significato della “Grande
Jihad” (‫جهﺎد عظ م‬, eazim ǧihād), poiché la Piccola Jihad è nient’altro che una forma
di vandalismo barbaro tipicamente espresso dalla Devianza Originaria nella storia,
nella leggenda e nel mito, che caratterizza tutta la vita dell’umanità dalle origini
fino a oggi.
Di fatto quando si rivelerà il nostro Salvatore Promesso, l’atteso Avatar di Sintesi,
ovvero colui che l’escatologia islamica definisce con il nome di Imam Mahdi (‫اﻟﻤهدي‬,
al-Mahdi, lett.: “il ben guidato [da Allah]”), al fianco di Gesù il Messia ritorneranno
sul mondo anche i 144.000 redenti del Cielo e della Terra, e nel mondo arabo-
islamico del Muslimistan ci sarà il Sufyani ( ‫اﻟسف ﺎ‬, alsufyani) un tiranno che non va
confuso con il Dajjal, ma che diffonderà corruzione e malizia sulla terra prima della
completa epifania del Mahdi, un tiranno tale che uccide bambini e strappa le pance
delle donne, e i nemici saranno, come sempre, gli stessi musulmani, una lotta che
parte dal dovere etico, morale e spirituale di intensificare la “Jihad Interiore” di
lotta alle tentazioni del corpo, della mente e dell’anima sullo spirito, affinché esser
pronti e lucidi in questi tempi e in quelli che verranno.
Così, in questa prospettiva complessa, i Tempi Ultimi sono prossimi a venire e
l‘Apocalisse non è un grido fatalista ma la constatazione della conclusione di un
ciclo cosmico e temporale che collima in tutte le sacre scritture, un disvelamento
della realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti, soggettivamente sperimentabile,
poiché oggi tutti nel mondo sono stati sottoposti ad una “rinascita spirituale”
all'interno di una delle cinque tipologie buddhiste fondamentali: la bianca,
l’azzurra, la rossa, la gialla e la nera, una simbologia cromatica che rappresenta
anche la leggendaria “città di Shambala”, una rappresentazione cromatica che è
sempre esistita ma, mentre prima dei nostri tempi ultimi la rinascita non avveniva
per forza poiché era soltanto un orizzonte verso cui si gravitava soggettivamente
come orbitale sociale, nei tempi precedenti alla contemporaneità la rinascita
avveniva per iniziazione diretta oppure come puro spontaneismo; infatti tutta
l’umanità, prima dei tempi postmoderni, dormiva per buona parte perché il
risveglio riguardava solo una parte del popolo, ma contrariamente oggi tutte le
masse sono state risvegliate in uno dei cinque cromatismi spirituali e i bambini

56
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
nascono già risvegliati, e questo è il motivo fondamentale di perché i Tempi Ultimi
sono all’orizzonte reale e non è un panico ansiotico di millenarismi innescati dalla
paura di morire, come è avvenuto con le confessioni del cristianesimo che di volta
in volta ha sempre guardato il mondo con questa ossessione, ma è una realtà
concreta e dimostrabile attraverso i sensi umani e il reciproco riconoscimento, una
rivoluzione spirituale, prima che animica o psichica.
Pertanto in questi tempi di oggi posti oramai alla fine il Progresso Ciclico, fondato
sulla triade di Spirito-Tempo-Materia, a tratti sembra essere la soluzione del
mondo multipolare teorizzata da Alexander Dugin, da contrapporre alla visione del
mondo unipolare applicata dal sionismo angloamericano di Israele, ma che in
realtà la Terza Visione Planetaria cerca anche di superare Dugin attraverso la
progettualità semplice, razionale e condivisibile di un mondo unito e racchiuso in
un mosaico composto da civiltà magistrali e non da polarità nazionaliste su delle
aree regionali dei vari continenti, abbiamo bisogno infatti di una fitta rete di
ricomposizioni metastoriche che parte da una tesi presupposta che il Nuovo
Mondo scoperto da Cristoforo Colombo non era affatto nuovo, ma che tutto il
mondo conosceva qualcosa intorno all’esistenza di altre civiltà e di altri popoli
lontani, una visione metastorica in cui se la Devianza Originaria dell’evento di
menzogna storica di Colombo non fosse avvenuto, tutte le civiltà del pianeta Terra
sarebbero fiorite naturalmente, autonomamente e spontaneamente come un
campo di grano da raccogliere alla fine dei tempi, un ipotetico “errore imprevisto”,
una solita anomalia storica che ha deviato l’ordine naturale delle cose e che, come
usualmente è avvenuto nella storia, questi falsi “errori accidentali” ricorrono
continuamente dalle origini come azioni di divisione e di addizione dei popoli,
proprio come la tradizione cabalista, satanista e massonica si prefigge di
controllare la storia attraverso il “Solve et Coagula”, un’alienazione della vita
semplice degli esseri umani che ancora oggi persiste sotto altre forme
apparentemente più complesse ma ideologicamente individuabili.
Oggi infatti, il Progresso Unilineare propagandato come inarrestabile è in realtà
sempre più fallace e autodistruttivo, e tutto viene divulgato come normalità di
errori su errori, anomalie su anomalie, deviazioni su deviazioni, come
conduzionismo sociale applicato ciberneticamente sulle masse attraverso un
immaginario collettivo triste, sofferente e anomico, attraverso un’assenza di leggi
fisse, in cui vige la carenza dei poteri dello Stato, un’anarchia legalizzata dal laissez-
faire endemico e generalizzato, su cui incombono malattie nuove, depressioni
generali e suicidi anonimi senza ragione, un Pensiero Unico in cui vige la
sopraffazione dell’uomo sull’altro uomo, dove le nuove nascite sono viste come un
problema sociale, dove una precisa generazione di ottuagenari controlla il potere
occulto globale nutrendosi della sofferenza mondiale.

57
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Come abbiamo visto, la Metanarrazione del Nuovo Ordine Mondiale oggi è
l’ideologia liberal del Pensiero Unico, il quale descrive, con accezione negativa,
l’assenza di differenziazione nell’ambito delle concezioni e delle idee politiche,
economiche e sociali, una trasposizione in termini ideologici, pretesi come
universali, degli interessi di un insieme di forze economiche, e specificamente di
quelle del capitale internazionale, un elemento culturale del Globalismo che si
manifesta come ideologia vuota, una pseudoscienza edificata al solo scopo di
difendere gli interessi degli ultramilionari, la vera faccia del Potere Globale che
ovunque, con il suo liberalismo politico, il suo liberismo economico e il suo
libertarismo culturale, paradossalmente si diffonde come qualcosa di positivo nelle
menti degli umani in ogni angolo del pianeta attraverso le patine ovattate dai mass-
media controllati da questi ultramilionari apolidi e multinazionali.
Una Visione Sociale del Mondo fotografato così com’è secondo un processo di
consapevolezza interiore intorno alla tirannide di una postmodernità che definisce
la cornice di un quadro generale dell’Immaginario Collettivo Globalista che è
penetrata nelle menti delle genti persuase e condotte alla stregua di bestiame da
macello, una compiutezza in cui si intravedono i barlumi di un ritorno all’antico
splendore.
Non a caso Werner Sombart diceva “questa autentica compiutezza della modernità
in quanto tirannia mondiale dell’ideologia del denaro, del profitto, del lusso e della
ricchezza, costituendo i contenuti di un autentico Pensiero Unico, che ovviamente
esclude ogni altro pensiero di cui è portatrice, religiosamente vessillifera, una
ristretta casta di dominatori del pianeta è giunta alla fine”.

58
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

9. L’IMMAGINARIO COLLETTIVO GLOBALISTA

L’Immaginario Collettivo è un insieme di simboli e concetti presenti nella memoria


e nell’immaginazione di una molteplicità di individui appartenenti a una certa
comunità, tale che dà forma alla memoria collettiva, delle raffigurazioni di
un’epoca che formano l’immaginario secondo una precisa visione, una definizione
che deve molto alle analisi sull’immaginazione e sull’immaginario sviluppate da
Sartre, Lacan e Bachelard, laddove il campo d’indagine si è concentrato sulle
mitologie e i simboli che sono il patrimonio genetico delle forme di
rappresentazione di un sistema sociale, una visione immaginifica che oggi trova un
suo punto di appoggio materiale, un suo luogo di riferimento, una sua
dimostrazione nei modi stessi di esprimersi dell’industria culturale, subentrando al
termine più autorevolmente filosofico e mitteleuropeo di “spirito del tempo”,
quale tendenza culturale predominante in una determinata epoca, dei materiali
mnemonici e simbolici dell’immaginario provenienti da un retaggio effettivamente
comune all’umanità, il cui significato rientrerebbe in quelli che sono definiti
archetipi (per la loro valenza universale), come in quelli che sono il risultato di
tradizioni specifiche di un determinato luogo (in tal caso occorrerebbe individuarne
i caratteri storici e il modo in cui si sono determinati), o ancora se siano nuove
formazioni culturali prodotte dall’informazione generalizzata, una considerazione
scientifica della nozione di immaginario collettivo che si concentra, in tal senso,
sulle profonde differenze esistenti fra una sua ambigua nozione e quella assai più
impegnativa ed interessante di “mito”, sul cui tema delle importanti ricerche sono
state svolte dallo psicanalista Carl Jung in relazione al tema dell’inconscio
collettivo, che insieme all’ambito del conscio collettivo e del superconscio
collettivo definiamo tre variabili fondamentali dell’Immaginario Collettivo.
Così in tal senso questo immaginario che contraddistingue una collettività locale,
nazionale o addirittura globale che, come nel caso del Nuovo Ordine Mondiale,
tende ad uniformare l’immaginazione delle società secondo precisi processi di
riprogrammazione neurolinguistica, in quanto il linguaggio è il fondamentale
strumento trasmittente che media tra il messaggio emittente e il messaggio
ricevente, i cui mezzi possono essere suoni, parole e simboli che, se portati alla luce
attraverso l’emersione consapevole (inconscio) della descrizione coerente
(conscio), diventano espressione di coscienza collettiva (superconscio) che
trasforma una società per volontà generale di azioni pratiche e concrete, un
processo cibernetico che va cavalcato dall’Avanguardia Aristocratica che,
manifestando tutti i frammenti grammatici di una gamma di valori fondanti della
Tradizione Primordiale, riuscirà a far ritornare nel mondo l’Antico Ordine
Planetario delle origini imperiali, attualizzandolo alle necessità consapevoli di

59
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
partecipazione attiva alla vita pubblica dei tempi contemporanei di questo
processo inevitabile di unificazione del pianeta terrestre che Alexander Dugin non
riesce a prospettarne l’edificazione.
Come diceva Confucio “studia il passato se vuoi prevedere il futuro”, e studiando
il passato abbiamo visto che questo Pensiero Unico domina la memoria del
passato, attraverso tabù cognitivi e sociali ipoteticamente inappellabili, ripetuti e
creati ad arte dal mainstream massmediatico, e per chi conosce un minimo di ciò
che sottende il significato del Nuovo Ordine Mondiale, poiché basta farsi un giro
su internet per documentarsi approfonditamente, le loro previsioni del futuro non
sono affatto rosee poiché allo stato attuale il presente non possiede ancora un
vettore unico antagonista di mutamento radicale, ma la posizione di una
aristocrazia emergente in tutti i paesi del mondo che deve sforzarsi di comporre il
mosaico splendente, come vuole essere il senso implicito alla generazione di un
processo sociale dei popoli verso la fondazione del Sacro Ordine Imperiale
Tradizionale e Ultracontinentale sul pianeta Terra.
“Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il
passato”, diceva George Orwell in 1984, e ciò che riguarda la memoria del passato
è proprio il primo strumento di ciò che conforma l’immaginario collettivo dei popoli
della Terra, un immaginario collettivo che è il complesso del patrimonio collettivo
formato da simboli, miti e rappresentazioni fantastiche, che caratterizzano una
civiltà, un periodo storico, un popolo, un immaginario che è effetto
d’immaginazione, che non esiste se non nell’immaginazione e non ha ancora un
fondamento concreto nella realtà materiale, poiché in realtà il Nuovo Ordine
Mondiale non esiste ancora ma è soltanto il frutto di una proiezione delle tendenze
contemporanee nel presente divenire, l’immagine di una globalizzazione di
interessi economici angloamericani e sionisti che vogliono inglobare il mondo a
partire da un centro geopolitico talassocratico come è la centralità dell’Atlantico
sotto le intenzioni dell’ombrello dell’Organizzazione internazionale del Patto
Atlantico del Nord (NATO), a cui corrisponde anche il suo antagonista nella costa
del Pacifico, delle forze centrifughe e disgreganti frutto della discordanza interna
agli Stati Uniti d’America tra la East Coast e la West Coast, un’imposizione
dell’inglese come prima lingua diplomatica globale, con la sua diffusione di autori
di libri, di registi e attori di film, di cantanti e musicisti e così via per ogni ordine e
grado compositivo della cultura ufficiale mondiale, compresa quella accademico-
scientifica, la quale precedentemente era una guerra accademica alla pari tra gli
anglosassoni isolani e i continentalisti europei, ma che oggi risuona a livello
mondiale grazie all’amplificante potere anglofono degli USA, un’apparente
monopolio culturale a cui certi ambienti nazionali di produzione culturale tendono
a diffondere altre modalità di vedere il mondo, proprio come fa in particolare la
Cina con il mercato narrativo della cinematografia e della fantascienza, laddove

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
convivono visioni regionali del mondo, un regionalismo multipolare blando che
non possiede il senso europeo planetario di visione del mondo, il vuoto di una
planetarizzazione che il Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale
vuole colmare intenzionalmente, in coscienza, consapevolezza e coerenza di una
weltanschauung omnicomprensiva, il risveglio del mondo trapassato attraverso la
riesumazione del senso metastorico della Tradizione Primordiale e
dell’individuazione computistica del suo rivale di sempre che è il Deviazionismo
Originario, poiché il senso di ciò che di costante e duraturo nel tempo, permane
oltre i mutamenti contingenti della storia.
Questa forma di Immaginario Collettivo Globalista che oggi tende a limitare le
libertà personali della società civile è, come ogni altra forma di immaginario
collettivo, un insieme di simboli e concetti presenti nella memoria e
nell’immaginazione di una molteplicità di individui aggregati come parte di una
certa comunità, e che dà forma alla memoria collettiva, alle mitologie e ai simboli
che sono il patrimonio genetico delle forme di rappresentazione di un sistema
sociale, materiali mnemonici e simbolici dell'immaginario provenienti da un
retaggio immemoriale come gli archetipi, risultato di tradizioni specifiche di un
determinato luogo o addirittura universali come il triangolo, il cerchio e il quadrato,
un immaginario collettivo che nel nostro caso ha a che fare con nuove formazioni
culturali prodotte dall’introduzione di una informazione generalizzata del sistema
massmediatico, un Immaginario Collettivo Globalista conformato dal Pensiero
Unico che incide attraverso simboli consumisti di matrice occulta e diabolica,
attraverso un push-marketing martellante sui migliori schermi visivi oramai posti
ovunque come nella visione distopica e immaginifica del film Blade Runner, una
Matrix di informazioni che ci fa credere ciò che vogliamo proprio mentre si ciba
delle nostre disgrazie, sciagure e sfortune, una matrice sociale che tessendo i suoi
significanti tiene in vita automi replicanti che in realtà credono soltanto nel nulla,
il nichilismo anomico di un mondo globalizzato in cui regnano sovrani i centri della
finanza internazionale al di fuori delle leggi umane degli Stati-Nazione, che si
collocano come finanziatori alle spalle di cosiddette Agenzie delle Nazioni Unite
per i loro sporchi interessi, delle multinazionali globali che si insinuano ovunque
distruggendo l’economia locale e nazionale attraverso una cultura consumistica e
priva di genuinità nostrana, un immaginario falsato da menzogna sempre più
evidente nelle masse che stanno per risvegliarsi e che attendono tempi di ribalta
sociale, ma che possono da un momento all’altro risvegliarsi, anche prima della
pubblicazione di questo libro, una rivoluzione interculturale opposta
all’immaginario del Nuovo Ordine Mondiale, ossia alla visione mondiale di un solo
sindacato, di una sola banca, di una sola religione, di una sola moneta, una visione
che sta diventando un’eggregora di terrore e che va sostituita al più presto con il
suo antagonista millenario che è il Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Ultracontinentale a livello planetario, universale e cosmico, in cui avanza la formula
di una nuova Narrazione Cibernetica, una narrazione che costruisce socialmente la
società attraverso il senso più alto della concezione di kyber (dal greco: κυβερ) di
anima che diventa “pilota della propria vita” mediante lo spirito, in cui la nḗtēs (dal
greco: νήτης) è il proprio corpo umano che come una nave naviga nella realtà
concreta insieme a milioni di risvegliati visionari, come cavalieri di un grande sogno
orfico planetario.
Essi infatti, ovvero i multimiliardari globalisti che mettono in scena i fatti storici
devianti, hanno paura del nostro Leone Collettivo che trasforma le pecore al
pascolo in lupi delle montagne, e per questo motivo lo tengono in cattività,
cercando di rinchiuderlo in una prigione senza sbarre né mura, per poi abbatterlo
quando uccide qualche domatore, forti della loro superiorità tecnologica.
Ma se li metti tutti insieme e li privi della tecnologia vedremo come la loro paura
diventerà più grande di prima e scapperanno ovunque a gambe levate, imparando
a non entrare più nei domini felini della giungla, della savana e della tundra.
Il problema del leone è capire come ottenere lo scacco matto abbattendo la
tecnologia e ogni forma di tecnica, e questa è proprio la domanda a cui cercheremo
di rispondere in questo saggio, come anche di utilizzare la tecnica contro i
persecutori, attraverso “umani convertiti” alla causa del nostro simbolico Leone
Collettivo.
Del resto come disse Carl Schmitt il simbolo del Sacro Grifone dei popoli europei,
il signore dei Cieli, il quale ricorda a tutti gli effetti il nostro leone, si impossesserà
della tecnica del sistema mondiale che soggioga il Behemoth terrestre per liberarlo
dalle catene e per uccidere definitivamente il Leviathan marittimo che, ancora fino
ad oggi, cerca di far sprofondare il mondo verso la Quarta Rivoluzione Industriale
meglio conosciuta come Great Reset Project, il passaggio diretto verso un
Transumanesimo Tecnologico che porterà alla sostituzione dell’essere umano con
un sistema di macchine e di coniugazione della vita umana con apparati robotici di
intelligenza artificiale che, se non viene contrastato, altererà tutta la vita dell’uomo
sulla terra, impedendo la normale vita naturale e spontanea delle società umane,
il debordare di una tecnologia asservita agli interessi di pochi che cerca di
distruggere la società attraverso pretestuose politiche di repressione morbida
come sta avvenendo con l’emergenza sanitaria globale introdotta attraverso
l’allarmismo indotto dal fantomatico virus Covid-19, una pericolosa sensazione da
incubo che non possiamo lasciare accadere poiché questa cosiddetta pandemia in
realtà finisce quando spegniamo i loro principali canali mediatici come è la
televisione presente in tutte le case per tutte le coorti generazionali, una
repressione che terminerà quando si tornerà allo spontaneismo umano della
socialità, poiché questi burattinai multimiliardari hanno paura degli
assembramenti, delle riunioni e delle socializzazioni in uno stesso posto in cui le

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
genti si possono confrontarsi con idee, valori e opinioni non allineate alla
narrazione del mainstream massmediatico, un “grande reset” economico sociale a
cui dobbiamo rispondere riappropriandoci della normalità del contatto umano,
che è anche un contatto energetico e vibrazionale, perché non c’è niente di più
pericoloso e destabilizzante per il loro sistema che l’unione di tante anime
consapevoli, direzionate verso la piena realizzazione ed evoluzione dell’essere
umano, dei tempi propedeutici a un Grande Risveglio Planetario che diventerà
occasione di un grande scossone per risvegliare chi è ancora completamente
addormentato e, come disse George Orwell, ”per fermare questo piano diabolico
dobbiamo fare una cosa semplice: non lasciare che accada”, poiché dipende solo
da Noi Visionari Primordiali.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

10. NOI VISIONARI PRIMORDIALI

Così dal nulla, emerge il ruolo della collettiva identità di un Noi, quali Visionari
Primordiali che attraverso una presa di coscienza agiscono localmente nel tempo
presente per riportare il mondo intero all’Antico Ordine Imperiale, un ordine che
di nuovo si ripresenta sulle sponde cicliche del tempo, attraverso la lotta civile della
società umana che si esprime per sovrastare le influenze invasive dell’Alta Finanza
del Globalismo in termini di pressioni costanti e ad oltranza sulle istituzioni
nazionali al fine di riappropriarci della libertà sociale insita istintivamente nel libero
arbitrio dell’uomo, quale sovranità individuale capace di costruire il futuro adesso,
hic et nunc, attraverso la generazione di situazioni vibrazionali capaci di coinvolgere
emotivamente le genti vittime dei loro patimenti indotti dal sistema culturale
conduzionista, spingendo le masse ad imitare, seguire ed emulare specifici
comportamenti di lotta civile, degli atti di coraggio passionale utili a riportare il
mondo entro breve tempo all’ordine prestabilito dal Cielo e dalla Terra attraverso
le forze luminari del Sole e le forze gravitazionali della Luna, poiché sarà questa
nostra generazione di viventi che tutta insieme, intergenerazionalmente, costituirà
il nucleo intorno a cui orbiterà la moltitudine, che cambierà il futuro presente entro
il prossimo 2030, se non anche molto prima, per anticipare e ostacolare i piani di
questa sottile schiavitù cognitiva contenuta sibillinamente proprio nell’Agenda
2030 dell’ONU, una rinascita collettiva del mondo intero in tutte le località di ogni
nazione che apre varchi spaziotemporali di breccia nelle faglie dei cortocircuiti del
nemico globale, poiché come sta dimostrando il popolo tedesco in Germania, unire
le lotte particolari per influire sui governi è la prima fase percorribile della lotta con
la disobbedienza civile, da cui emergeranno per acclamazione le guide di ogni
nazione del pianeta, che stabilizzeranno i movimenti sociali di mutamento
evolutivo e rivoluzionario in ogni paese, un’acclamazione popolare spontanea da
cui sicuramente emergerà lo stesso Avatar di Sintesi che, insieme alla sua corte
pneumatica e spirituale, in virtù di Salvatore Promesso delle escatologie religiose
diventerà il futuro Imperatore Planetario.
Di fatti non a caso, lo statista italiano Benito Mussolini diceva che in futuro, in Italia
“verrà un giovane, un puro un capo sorgerà che dovrà agitare le idee del fascismo”,
un nuovo Cesare che detterà la guida della nazione a tutti i livelli sociali, ma
siccome fortunatamente ci troviamo in una postmodernità definitiva dove gli
ideologismi sono soltanto scorie cognitive del passato Novecento, oggi possiamo
dire che questo atto di “agitare le idee” non significa per forza utilizzare vecchie
categorie ideologiche come il fascismo stesso, in quanto l’ideologia della prassi
fascista è già di per sé una sommatoria di idee che messe insieme con gli
aggiornamenti dovuti, non dovrà per forza chiamarsi nuovamente fascismo ma

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
qualcosa che in questa epoca planetaria richiami l’attenzione non più
sull’esperienza dei fasci littori romani ma alla visione generale di una rivisitazione
della Tradizione Primordiale in chiave planetaria, indipendentemente dalle
simbologie archetipiche di ogni identità nazionale, il quadro di una Tradizione
Primordiale che si presenta come elemento composito presente in tutte le
esperienze storiche e continentali di tutte le civiltà imperiali del nostro pianeta
terrestre, un pianeta denominato Urantia dall’omonimo libro profetico ancora oggi
in divulgazione, e pertanto non dobbiamo farci definire più come politici ideologici
di qualsivoglia retaggio culturale e cognitivo ma come “politici visionari”, la visione
collettiva di noi Visionari Primordiali che supera il concetto stesso di un altro
versante ideologico della grande famiglia novecentesca dei socialismi nazionali,
quale è il comunismo, il quale secondo Karl Marx non era altro che il ritorno al
comunismo primitivo, seppur molte sono state le declinazioni storiche erronee di
queste visioni marxiane, tanto in ambito teorico quanto in ambito pratico, ivi
compreso lo stesso Marx, il quale mentre da un lato rifiutava ogni religione
essoterica ed esoterismo tradizionale definendolo semplicemente oppio dei
popoli, dall’altro lato faceva del marxismo una nuova religione atea, decadente e
disincantata, una visione che per fortuna di cose storiche non ha investito l’opera
di Antonio Gramsci, il quale da buon storicista crociano metteva il valore delle idee
al di sopra dei condizionamenti materiali della modernità, un caso italiano che
secondo alcune fonti, sul letto di morte decise la sua sentita conversione religiosa.
Così, in tal senso, il fascismo italiano non va né rinnegato né inneggiato, proprio
come il comunismo sovietico per i russi e il nazionalsocialismo per i tedeschi,
poiché sono fenomenologie storico-sociali che vanno studiate in tutta la loro
integrità, al di là dei dibattiti storiografici, e vanno valorizzati come esperienze e
patrimoni dell’umanità, storicizzati dal tempo insieme a tutte le ideologie del
Novecento, e quindi da ritenere superati, un’impostazione che allo stesso modo
analogicamente, vale per il comunismo della Cina in un prossimo futuro.
È questa una concezione che esclude a priori qualsiasi riferimento ad antagonismi
anacronistici e strumentali come il fenomeno sociale dell’antifascismo oggi.
La democrazia diretta, intesa come partecipazione attiva alle decisioni della vita
pubblica, va reinserita nella concezione dell’identità comunitaria delle
microsocietà locali, la quale secondo un principio di unanimità, come è il vero
tribalismo imperiale, si autorappresenta per contestualizzazione del cesarismo
secondo impalcature politiche di rappresentanza diretta verso l’alto, in
appartenenze identitarie sempre più complesse e articolate come sono le città
municipali, le provincie biodistrettuali e le regioni etnicamente omogenee che
formano infine le nazioni civili su cui si poggia un Magistero Politico in qualità di
cardine continentale che a sua volta è il pilastro di un intero continente che
rappresenta sé stesso davanti all’imperium planetarius.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Quindi il nostro Primordialismo Visionario, quale Movimento Politico
Internazionale, vuole essere il viatico di questo viaggio collettivo di transizione
verso un mondo senza più poteri occulti e oscuri che negano il valore spirituale
della vita religiosa indipendentemente dal proprio credo di appartenenza.
Pertanto l’antifascismo è morto insieme al fascismo, e chi ancora oggi lo sostiene
non fa altro che impiegare strumenti diabolici per ostacolare il naturale sviluppo
spontaneo dei fenomeni storico-sociali e che pertanto vanno fermati: è tempo di
agire.
Ma bisogna qui in tal senso specificare anche che, ciò che secondo certe titolazioni
giornalistiche di sinistra definiscono l’attuale deriva della UE e della NATO, ossia
delle braccia principali del Nuovo Ordine Mondiale, come forme di “nuovo
fascismo”, esso non è affatto un tipo di fascismo, ma è una Tirannia Tecnocratica,
e quindi in ultima analisi chi crede a queste titolazioni diventa schiavo
dell’immaginario collettivo preposto dalla propaganda di questa Oligarchia
Democratica, perché le parole sono importanti in quanto definiscono il quadro di
un immaginario collettivo che viene deviato dagli strumenti conduzionisti del
sistema manipolatorio dei mezzi di informazione, tale che produce schiavi
immaginali che impiegano categorie politiche in modo erroneo come sinonimi
contraddittori di un sistema politico dispotico e distopico, che nella pratica
definisce il regime in cui viviamo oggi come una negazione dei principi stessi della
concezione ellenica della democrazia ateniese, uno stereotipo comune alla società
contemporanea che inficia ogni possibilità di poter ricucire la distanza tra il sapere
della filosofia politica con le categorie giornalistiche dei mass-media che
pervadono ogni coscienza umana, quale frutto della schiavitù cognitiva endemica
in cui stiamo vivendo e che, in qualità di cittadinanza attiva di una nazione,
abbiamo il dovere di affrontare tutti insieme, indipendentemente dalla ideologia
della propria provenienza sociale, politica e culturale.
Questo è quindi un viaggio di coerenza, coscienza e consapevolezza di non essere
né diventare un burattino del pensiero unico borghese, e così vi è il bisogno di fare
un Unico Fronte Universale della Tradizione Primordiale in tutte le nazioni del
mondo, poiché le ideologie hanno strumentalizzato e strumentalizzano tutti i
rivoluzionari autentici quali visionari desiderosi di un futuro radioso per tutti
costituito dalla edificazione di un modello imperiale, poiché come diceva
l’inventore filosofo Richard Fuller “non cambierai mai le cose combattendo la
realtà esistente [poiché] per cambiare qualcosa [devi costruire] un modello che
renda la realtà obsoleta”.
Detto questo, il sogno orfico di Visionari Primordiali come noi è una visione onirica
di un pianeta già unificato che sta ritornando all’Antico Ordine Planetario, portato
alla sua completa realizzazione di essere un Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e
Ultracontinentale conformato da repubbliche nazionali incastonate in uno dei

66
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Cinque Cardini Magistrali insiti in ogni continente, tali che compongono
distintamente ognuno dei cinque sacri continenti planetari.
Questa nostra visione planetaria è infatti la visione di una vera democrazia diretta
fondata su un cesarismo di guida, di stimolo e di animazione sociale, politica e
culturale delle comunità locali, nonché sul ruolo etnicamente preponderante delle
regioni di ogni nazionalità, quale contesto ecologicamente differenziato per
stratificazioni nel tempo storico dal rapporto genotipico, fenotipico e menotipico
delle etnie regionali con il paesaggio dell’ambiente circostante.
Un ambito geografico etno-regionale che è la testa di ponte dei movimenti sociali,
in cui le capitali nazionali sono il centro nevralgico del potere temporale degli Stati-
Nazione di oggi, su cui far convergere le energie e gli sforzi collettivi di un paese,
un potere regionale che va stimolato a collaborare con le pressioni dal basso
guidate dalle aristocrazie gerarchicamente organiche dell’avanguardia politica di
Noi Visionari Primordiali, che insieme uniti come la mano destra e la mano sinistra
del Dao fatto Logos in un solo corpus politicus, un centro nevralgico di
avvicinamento dei palazzi del potere alla cittadinanza attiva spingendo sul
territorio per ottenere un solido avamposto di collaborazione trasversale oppure
anche di lotta contro i governatori locali, una lotta rivolta verso gli obiettivi
nazionali e cardinali in ogni magisterio politico, tale che contemporaneamente
prepara il terreno regionale come avamposto locale di trasformazione politica per
l’applicazione di un preciso modello amministrativo organicamente disposto
secondo il quadro imperiale planetario.
Abbiamo a che fare con il modello politico di una Regione Etnica che diventa quindi,
la centralina di regìa in tutto il mondo, la quale attraverso la sua autonomia collega
il rapporto democratico diretto delle comunità locali con le nazioni e con i contesti
dei livelli amministrativi superiori mediante la progressiva formazione di politici di
professione iscritti all’albo magistrale, una matrioska conformata da corti di
funzionari governativi, al cui apice si colloca la corte imperiale tradizionale
presieduta dalla venuta dell’Avatar di Sintesi dei tempi ultimi, che segnerà la fine
di questa epoca apocalittica mondiale in qualità di Salvatore Promesso e di futuro
imperatore planetario, un sistema politico imperiale e tradizionale che si imporrà
trasformando il mondo in diretta in ogni luogo attraverso l’istituzione del
Principato di Urantia, la creazione di un avamposto alternativo al sistema
internazionale che sarà il riferimento mondiale di questa lotta trasformatrice,
opponendosi nettamente alla visione del Nuovo Ordine Mondiale delle élites
apolidi internazionali, delle sette sataniche segrete e delle logge massoniche
deviate che si inseriscono nella definizione di coloro i quali sono null’altro che
schiavi collaborazionisti della Cabala degli Illuminati, insiti come una piovra in ogni
nazione del mondo per manovrare e dirigere le politiche nazionali degli stati
nazione, una situazione contestualizzata di vibrazioni anomiche che impone la

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
prospettiva di una politica realmente rivoluzionaria, nel senso più pregnante e
congruente possibile, in quanto le sedi ufficiali di istituzioni internazionali, come
ad esempio la Open Society di George Soros, si trovano in quasi tutti i paesi del
mondo e, come ha dimostrato l’Armenia recentemente nella capitale armena di
Yerevan, possono venire assaltate per scacciare via i parassiti da una nazione.
Non parliamo di teoria strutturale ma prassi concreta di un’agente normativo di
tipo sociale, che trasforma la realtà mediante funzione sostitutiva dell’esistente,
cioè che sostituisce concretamente determinate istituzioni con altre riempendo le
vecchie istituzioni con nuovi contenuti in modo diretto e plebiscitario, senza
interpellare i poteri centrali di uno Stato-Nazione.
Di fatto l’azione della prassi supera la teoria perché la presenza in cui si svolge
permette il vantaggio dell’incertezza che è il risultante della sorpresa in un’ottica
mistica, misterica e miracolosa di un rapporto di forze già schierato a vantaggio del
soggetto agente in una oggettiva struttura facente funzione aggettiva di
qualificazione concreta che supera le potenzialità pratiche e probabilistiche di
qualsiasi meccanica naturale, quantistica e non.
Qualcosa che ricorda come la differenza di tempistica intrinseca tra il tuono che
vibra in ritardo rispetto al lampo repentino della luce, si scaglia in un fulmine
fiammante: il lampo dell’attimo fuggente nel Bushido giapponese, il quale proprio
come dimostra il rapporto dicotomico tra la mente zen e il principio di
indeterminazione di Heisenberg, si dimostra che l’azione partecipante definisce il
risultato di eventi che regolano i rapporti con gli altri osservatori.
Possiamo dire, come afferma un motto latino “acta non verba”, che bisogna agire
senza parlare troppo, poiché il sistema sociale degli stati-nazione si basa su un
discorso trasmesso dai mezzi di informazione e riferire sempre ciò che si vuole fare
alla fine non produce dei risultati sperati poiché sono le azioni dirette prive di
comunicazione a cambiare le sorti di un destino, in quanto la manifestazione del
fenomeno sociale per l’appunto non è verbale ma azionata, in quanto le parole non
fanno altro che legittimare le istituzioni sociali, politiche e culturali di un paese.
Come dice un vecchio proverbio napoletano, vox populi vox deus, “le chiacchiere
servono a poco perché sono i maccheroni che riempiono la pancia”, non fu infatti
l’illuminismo culturale che innescò la rivoluzione francese del 1789 ma fu la Presa
della Bastiglia a determinarne l’esordio, così come non fu infatti il giacobinismo
culturale ad innescare la rivoluzione partenopea del 1799 ma furono i fatti
contingenti delle invasioni e delle razzie dei francesi a fare esordire la Repubblica
Partenopea.
Detto in parole povere e in senso strategico, tutto ciò che è il non scritto è migliore
di un testo composto da osservazioni descriventi, poiché esso è il frutto istantaneo
del vissuto diretto, di gran lunga superiore allo scritto indiretto o al verbalizzato
eterodiretto.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Quindi in qualità di Visionari Primordiali non possiamo fare altro che agire senza
troppo vociare e, seppur per sommi capi, vi è il bisogno di individuare sempre i
mutamenti nell’identità del nemico globalista quale sua reale individuazione
storicamente stratificatasi nel tempo, visto che il capitalismo economico è
nient’altro che una praxis sociale che dall’alto medioevo è giunta fino a noi
adattandosi continuamente alle nuove tendenze sociopolitiche delle realtà
geografiche, trasformandosi mediante un “processo di inglobazione” dell’esistente
che oggi mette in gioco l’intero pianeta.
Questo processo di inglobazione è iniziato nell’alto medioevo quando le signorie
concedevano diritti commerciali ai mercanti e agli usurai in cambio di favori, i quali
si sono accumulati nel tempo fino a diventare ciò che fu il sistema economico della
parte guelfa durante il basso medioevo che si schierò dalla parte del primato del
papato sulla legittimità del sacro romano impero, in quanto il sistema economico
sociale di guelfi era una forma di capitalismo incipiente legittimato da certe leggi e
consuetudini commerciali internazionali, mentre il sistema economico sociale dei
ghibellini invece era una forma di Economia Umanista vigilata dall’imperium
incarnato nella figura dell’imperatore.
Anche nella Cina della dinastia Ming vi fu un capitalismo incipiente portato avanti
dai mercanti e dagli eunuchi ma fu soppresso nel giro di pochi anni, poiché l’impero
cinese a quel tempo era avanti tecnologicamente e la sua ricchezza proveniva da
una buona gestione delle vie della seta, sia marittime che terrestri, e anche quello
fu un “sistema economico umanista” che è durato secoli, fino alla principale
disfatta della dinastia dei Qing che vide la loro sconfitta e sottomissione agli inglesi
dopo le Guerre dell’Oppio, perché la loro etica governativa vietava di sviluppare
tecnologie mortali come i cannoni e i fucili, per non parlare poi della corruzione in
seno alla dinastia dei Qing che fu l’ennesimo elemento di autodistruzione cinese.
Questa tipologia di Economia Umanista viene definita tale in contrasto
all’economia capitalista, poiché ciò che viene posto al centro dell’economia non
sono i bisogni del capitale ma i bisogni degli umani, una forma di economia che va
ben oltre la concezione dell’economia keynesiana in quanto, oltre a prevedere
l’intervento imperiale nel sistema della macroeconomia, riguarda un’economia
realmente posta in “libera concorrenza”, poiché nel circuito del mercato le imprese
che finiscono sotto fallimento vengono acquisite dall’impero, poiché l’impero
detiene il signoraggio esclusivo sul conio di moneta e sul governo delle banche
centrali, lasciando l’opportunità di far rilevare l’impresa ai lavoratori dipendenti
che poi diventa così un’auto che rientra nel circuito di mercato dopo una
bancarotta, un sistema in cui l’imperium detiene il potere di poter porre rimedio
agli squilibri naturali insiti nell’economia vietando assolutamente ai privati forme
di usura e di signoraggio monetario.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Con la decadente disfatta dei Ghibellini in Europa, che inizia dalla morte di Federico
II di Svevia nel 1250 e termina definitivamente con la scoperta del Nuovo Mondo
nel 1492, la mondanità borghese dei mercanti si estende geograficamente come
sistema economico che pone gli interessi del capitale al centro delle regole di
mercato, per poi iniziare il processo storico di finanziamento del colonialismo
politico di tutti i paesi extraeuropei, il fenomeno di un processo di inglobazione del
pianeta che attraversa i secoli trasformandosi sempre più in modelli sempre più
endemici e sofisticati come il cosiddetto imperialismo dell’Ottocento e della
cosiddetta globalizzazione del Novecento, un fenomeno perlopiù politico e
culturale che nella realtà dei fatti storici ha portato progressivamente alla
distruzione di tutte le civiltà extraeuropee di tutti i continenti, contraddistinte da
una forma imperiale, un processo che culmina nel 1946 con la promulgazione della
attuale costituzione del Giappone che ha spodestato l’imperatore rendendola una
figura prettamente rappresentativa e cerimoniale, la dimostrazione concreta che
il valore ancestrale della Tradizione Primordiale insito nella visione mondiale
dell’idea imperiale di noi Primordialisti, quale Antico Ordine Planetario, è il reale
antagonista dei Globalisti, laddove vanno posti per distinzione la posizione dei
Continentalisti alla Alexander Dugin.
Infatti, quando Dugin afferma che il mondo dovrebbe tornare alla “visione
precolombiana del mondo”, cioè quando gli Stati Uniti non esistevano come paese
ma esisteva l’imperio della legge del Potlatch che univa le tribù dei nativi americani,
ha pienamente ragione, in quanto sottintende che vigeva un determinato
equilibrio mondiale in cui le civiltà si esprimevano spontaneamente nel loro
sviluppo autocentrato e negli sviluppi delle relazioni intrattenute con le altre
civiltà.
Secondo Dugin, “se consideriamo la visione precolombiana, scopriamo subito che
c’era un perfetto ordine mondiale dal punto di vista della civiltà, senza colonialismo
o dominazione occidentale. C’erano imperi tradizionali: l’Impero iraniano, l’Impero
ottomano, l’Impero russo, l’Impero Cinese, l’Impero Arabo. […] La separazione tra
America ed Europa che fa parte del mondo multipolare è essa stessa una sorta di
ritorno all'epoca precolombiana.”
Infatti, se in realtà il mondo si è fermato con Federico II di Svevia, e oggi non
facciamo altro che vivere nel mondo globalizzato voluto dalle dinastie secolari dei
Guelfi Neri, allora vuol dire che il nemico dell’Umanità, dei Popoli e di Dio possiede
una chiara identità ancora oggi, ponendo i Guelfi Neri in una concertata condizione
di complessità tale da essere apparentemente irriconoscibili, gli stessi Guelfi Neri
che prima ostacolarono il prode imperador mirabilis Federico II di Svevia detto
stupor mundi, per poi eliminare uno alla volta tutti i suoi discendenti e gli stessi
Guelfi Bianchi che combatterono al fianco dei Ghibellini.

70
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Pertanto l'identità dei Guelfi Neri oggi è mutata nel tempo e si compone di alcune
variazioni avvenute nel tempo della storia, e che oggi sono rappresentati da
qualcosa come il 5% della popolazione mondiale che detiene perlomeno il 90%
delle ricchezze planetarie.
Infatti i Guelfi Neri sono identificabili, in ordine concentrico di importanza, con una
sequenza che va dalla deep church del Vaticano; alla nobiltà nera genovese-
veneziana; l’aristocrazia nera e certe monarchie in Europa; gli ultramiliardari
dell’alta finanza e certe dinastie di banchieri internazionali; una parte dei ricchi del
jet-set mondiale proprietari delle principali multinazionali angloamericane; le
fondazioni fabiane transnazionali e globaliste come il gruppo del club Bilderberg, il
club di Roma, il Bohemian Club, gli Illuminati di Moriah, la commissione Trilateral,
il World Economic Forum, il Council on Foreign Relations, il Congresso Ebraico
Mondiale, eccetera; le organizzazioni internazionali più importanti e influenti come
FMI, WB, ONU, NATO, WHO, WTO, eccetera; il deep state americano che forma un
sostrato di base alla globalizzazione tecnoeconomica; il clientelarismo
partitocratico, la corruzione istituzionale e i servizi deviati presenti nelle
magistrature, nei parlamenti e nei governi nazionali di tutti i 196 paesi del mondo;
il deep state nazionale di ognuno dei paesi del mondo; fino al cosiddetto sionismo
nazionale e internazionale di Israele e dei mondializzati giudei di Shem che ne
sostengono la causa globalista, nonché dei ghiur, ovvero i non-ebrei convertiti, che
scelgono di perseguire tali scopi in tutti i paesi del mondo, nessuno escluso.
Messi in questa disposizione concentrica i nemici dei Popoli, del Cielo e di Dio si
rivelano essere una compagine sociale autoreferenziata e tendenzialmente
endogamica di relazioni sociali che riciclano sempre le stesse persone alle
postazioni di vertice delle loro organizzazioni.
Questa sociologia di un certo potere mondiale, definisce la struttura generale
occulta dei Poteri Globali dei Guelfi Neri di oggi, la cui fenomenologia eventuale si
dipana quindi geograficamente sulla centralizzazione concentrica di Roma, dove
risiede il Vaticano quale sopravvivenza dello Stato Pontificio e del papato, e poi
dell'Italia, dove risiedono la maggior parte delle 300 famiglie della Nobiltà Nera, e
ancora dell'Europa, dove risiedono la maggior parte dei membri della Aristocrazia
Nera, e inoltre dell'Eurasia dove risiedono la buona parte degli ultramiliardari
storicamente strutturatisi dinasticamente ad emulazione della Nobiltà Nera, quali
i soliti Wahrlburg, Rotschild, Dupont, eccetera, quali capostipiti reali nella
massoneria deviata del mondo intero, fondando in tal senso una gerarchia occulta
e diabolica formata da servitori di Satana.
Il limes di guerra, ossia il limine di mutazione del potere, si colloca tra noi, in qualità
di popoli nazionali e la forza pubblica impiegata per soffocare, sopprimere e
soggiogare chi non rispetta la piramide sociale di ogni nazione, al cui vertice si pone
sempre un occulto e diabolico innominato con un alter-ego palese e visibile come

71
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
il premier e/o il presidente della repubblica e/o famiglia monarchica in paesi come
l’Inghilterra, e alla cui base si pongono soprattutto i picchiatori corrotti, collusi e
collegati al crimine come le forze dell’ordine e le forze armate, che sono il braccio
destro dove il braccio sinistro sono i mass-media analogici, digitali e satellitari che
influenzano la coscienza del popolo in ogni nazione.
Queste tecno-tirannie oligarchiche sono state costruite ad hoc come risultato
operoso delle forze derivate dalla Devianza Originaria che ha modificato sempre il
corso naturale della storia nel mondo attraverso stratagemmi meschini che hanno
adulterato lo spontaneismo radiante della Tradizione Primordiale, la quale nei
secoli si è sempre manifestata dalle origini come nuovo cominciamento storico, un
fenomeno di giustizia sociale nei confronti degli abusi subiti in precedenza da un
popolo, avvenendo così una trasformazione che devia lo spirito originario verso
perversioni che ne determinano la strumentalizzazione o la distruzione, o
addirittura l’autodistruzione.
La storia è in tutto il mondo, geograficamente piena di queste fenomenologie
storico-sociali e, in particolare nel vecchio occidente oramai al tramonto, questo è
ciò che è accaduto alle cavallerie fedeli all’imperatore Federico II di Svevia, sia
Ghibelline che Guelfe Bianche, le quali sono state annientate dai Guelfi Neri in tutti
i modi, a cominciare dall’annientamento di tutta la discendenza maschile degli
svevi.
Con l’avvento delle profezie oggi potremmo dire infatti che Federico II di Svevia,
anche detto il dormiente, stia per risvegliarsi con i tempi ultimi e che il nostro
Avatar di Sintesi, che sarà il Salvatore Promesso delle escatologie religiose, o
l'Agnus Déi, ovvero il Mahdi, ossia il Kalki, od anche Maitreya, o ancora Li Hong,
porterà sulla terra la giustizia divina e si risveglierà con le sue gesta, con le sue
forze, una potenza che allora con il Sacro Romano Impero Germanico, generarono
un periodo di pace per l’Europa e il Mediterraneo nel Vicino Oriente.
Quindi, da questa prospettiva, Noi Visionari Primordiali siamo tutti dei Ghibellini
Bianchi che, gradualmente in tutte le nazioni, ci metteremo tutti insieme uniti in
qualità di unico Fronte Universale della Tradizione Primordiale.
Perché è inutile perdersi in discussioni inutili come l’essere fascisti e antifascisti o
comunisti e anticomunisti, e così via dicendo.
In realtà la vera divisione oppositrice è quella tra loro, con i loro seguaci che si
ostinano ad essere Ideologi Illuministi, e noi che siamo la fazione dei Visionari
Primordiali, quale élite aristocratica emergente che è l’avanguardia popolare del
mutamento in atto, poiché il mondo si cambia con nuovi occhi che ti permettono
di individuare la posizione prospettica all’argine adatta a cambiarlo, trasformando
soprattutto la propria vita attraverso l’essere esempio.
Infatti i primi sono demoni miscredenti e infedeli, legati ancora agli schemi mentali
delle ideologie postilluministe del Novecento che, oltre ad osteggiare Noi Visionari

72
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Primordiali, si combattono tra loro a causa di convinzioni che non riescono a
superare, credenze che non riescono a metabolizzare in una visione più ampia e
lungimirante basata sul primato di Dio, un’impostazione cognitiva e spirituale
usualmente irreligiosa basata su un equilibrio psicofisico scadente la cui opera in
un modo o in un altro è succube della visione del Nuovo Ordine Mondiale o
addirittura della sua Variante Multipolare.
I secondi invece siamo Noi, siamo uomini e donne primordiali, dei fedeli credenti
messaggeri di pace che hanno un retaggio politico preciso e differenziato, ma che
fa della diversità culturale una ricchezza comune che, attraverso l’umiltà stoica, si
coniuga in precisi ruoli disposti gerarchicamente come aristocrazia esperienziale di
abilità, capacità e competenze acquisite nel tempo, un superamento della propria
precedente visione politica fondata sul rispetto dei misteri divini attraverso
l’avvicinamento a propri percorsi iniziatici sui sentieri mistico-religiosi della
Tradizione Primordiale, la cui opera è guidata dalla chiara visione di un futuro
radioso radicato sul ritorno all’Antico Ordine Planetario fondato su un Sacro
Impero Tradizionale, quale unico reale e vero antagonista al Nuovo Ordine
Mondiale degli occulti Poteri Globali, un unico Fronte Universale della Tradizione
Primordiale che sta segnando i tempi degli ultimi giorni della fine, in attesa della
discesa del Messia Gesù con le sue schiere di santi immortali, il quale ritornerà
attraverso la fine della parusia dell’agnello di Dio, colui che i musulmani chiamano
Mahdi, che i buddhisti chiamano Maitreya, che gli hinduisti chiamano Kalki e che i
taoisti chiamano Li Hong, due fazioni in gioco che sono la vera divisione oppositrice
di distinzione tra nemico e amico.
E tu che leggi da che parte stai?
Dalla parte degli Ideologi Illuministi o dei Visionari Primordiali?
Dalla parte della menzogna o dalla parte della Verità?

73
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

11. L’IMMAGINARIO COLLETTIVO CONTINENTALISTA

Qui adesso, abbiamo il dovere di affrontare un altro immaginario collettivo che sta
diffondendosi nel mondo ad opera del suo principale autore che è Alexander
Dugin, in qualità di visione antagonista al Nuovo Ordine Mondiale ma che di fatto,
come vedremo, non è una reale soluzione ai problemi del pianeta ma soprattutto
è lo sforzo del riconoscimento di una multipolarità che legittima “nuove
soggettività imperialiste” che vorrebbero mettersi alla pari con il potere attrattivo
del polo geopolitico angloamericano, tale che compone il centro nevralgico
atlantico della visione globalista del Nuovo Ordine Mondiale mediante la potenza
americana da un lato e la potenza anglosassone dall’altro lato, attraverso
strumenti politici influenti come la NATO e il Commonwealth.
In tutti i sensi la parola chiave è multipolarità: geopolitica, culturale, valoriale,
economica, un “nuovo ordine mondiale multipolare” che in risposta al pensiero
unico, all’uniformità globale e all’unipolarismo americanocentrico contrappone
l’idea di un’umanità costituita da diversi poli decisionali sovrani, corrispondenti alle
molte civiltà che la caratterizzano, ciascuno dotato di un peculiare sistema valoriale
conforme alle proprie radici storiche e culturali, quale garante del rispetto delle
identità, delle tradizioni e dell’autodeterminazione dei popoli, nella convinzione a
parere nostro semplicistica che, a ragione la molteplicità e la diversità siano da
intendersi come una ricchezza e un tesoro da preservare e non come un motivo di
inevitabile conflitto da eliminare, una visione in cui l’ipotesi di una pace duratura è
fondata sulla riproduzione a un livello di analisi superiore di ciò che ha definito il
sistema internazionale sorto dalla Pace di Westfalia che ha definito le relazioni
interstatali dal 1648 a oggi, laddove sopravvivono la sovranità, l’equilibrio di
potenza e l’anarchia internazionale, con la possibilità oscillante tra una guerra
conflittuale e una cooperazione pacifica, la concezione generalizzata di intere
civiltà indipendenti che dovrebbero garantire un equilibrio multipolare di questo
nuovo sistema mondiale non garantisce stabilità, perché un mondo policentrico in
cui equiparare soltanto teoricamente queste fantomatiche civiltà in strutture di
politica interna, ci troviamo ad avere a che fare con l’applicazione euristica della
concezione realista della domestic analogy, impiegata non più sul processo di
globalizzazione del Nuovo Ordine Mondiale atlantista ma applicata a un processo
di regionalizzazione e di continentalizzazione delle relazioni inter-areali di
cooperazione e di conflitto eventuale: insomma un sistema mondiale comunque
instabile come oggi ma posto a un livello di analisi superiore, un sistema instabile
poiché la pace non è garantita da nessuno.
Secondo Dugin, per comprendere il multipolarismo, è importante prima di tutto
chiarire il significato di polarismo, il quale implica la descrizione di un processo in

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
cui vige l’esistenza di almeno un polo attraente intorno al quale gravitano particelle
di realtà, una tendenza alla dualità o alla molteplicità di un essere finito che
presume l’esistenza in una sostanza di proprietà fisiche opposte, localizzate in
punti opposti, una concezione che nell’ambito accademico della geopolitica va a
definire i momenti storici degli ultimi decenni: il momento bipolare, il momento
unipolare e il momento multipolare.
Si definisce bipolare un sistema politico che vede la contrapposizione di due blocchi
distinti che si contendono la conquista del potere, una concezione che in campo
internazionale l’esempio tipico di “sistema bipolare” è stato quello prodotto, dopo
la fine della seconda guerra mondiale, dalla cosiddetta Guerra Fredda, cioè la
contrapposizione tra gli stati appartenenti al blocco sovietico e quelli appartenenti
al blocco atlantico, in cui vigeva un terzo blocco non organizzato, comunemente
detto Terzo Mondo che distingueva il blocco dei paesi non allineati, un momento
bipolare che va dalla fondazione dell’ONU nel 1945 alla dissoluzione dell’URSS nel
1991, un bipolarismo che divise l’Europa lungo la famosa cortina di ferro che
attraversava Italia e Germania, quella Guerra Fredda distinta dal polo degli Stati
Uniti e dal polo dell’Unione Sovietica che rappresentavano le due principali
potenze globali che hanno influenzato il mondo politicamente, economicamente e
culturalmente nei propri ambienti geografici di riferimento per quasi mezzo secolo.
Con il 1991 e la prima Guerra del Golfo inizia il momento unipolare egemonizzato
dagli Stati Uniti d’America, ovvero ciò che è accaduto nella storia recente fino ai
famosi fatti epocali dell’11 settembre 2001, un momento storico durato un
decennio che ha affermato un vuoto sistemico dovuto alla parentesi di decadenza
di ciò che fu il blocco sovietico, nel quale avvenne un’estensione dell’egemonia
statunitense su tutto il globo del pianeta formato da un centro di autorità, un
centro di forza, un centro di processo decisionale che possedeva un’influenza
estesa della democrazia come panacea politica per tutti i paesi del mondo, un
sistema unipolare che ha cominciato ad erodersi con gli attacchi dei terroristi
islamici al World Trade Center e con la concomitante ascesa al potere del
presidente russo Vladimir Putin eletto nel 1999, il quale iniziò a riaffermare la
Russia come paese sovrano, una sorta di sfida al sistema unipolare, un modello
ritenuto inaccettabile ma anche impossibile nel mondo di oggi, un modello
destabilizzato da cui emerge un altro attore globale che fu la Cina del presidente
Hu Jintao, eletto nel 2003, e che da allora ad oggi, insieme alla Russia,
rappresentano i principali sfidanti del Nuovo Ordine Mondiale.
Secondo Dugin il mondo è ora in una fase di transizione dall’unipolarismo al
multipolarismo, un momento multipolare che è contro l’unipolarità, un
multipolarismo che è contro l’egemonia americana su tre livelli, l’ambito
strategico, cioè contro il dominio militare americano del mondo che possiede basi
militari quasi ovunque sul pianeta, l’ambito ideologico contro l’egemonia culturale

75
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
inerente alla globalizzazione, al liberalismo e ai diritti umani, cioè contro la cultura
omnipervasiva angloamericana, contro il liberalismo politico rivolto alla diffusione
della democrazia rappresentativa, contro la concezione occidentale dei diritti
umani che afferma la supremazia razzista dell’individuo posto al di sopra delle
identità culturali e collettive della natura umana.
Questo perché l’emersione di un polo non è solo di tipo strategico o politico ma è
legato a una civiltà come cultura, un tipo speciale di società con valori speciali,
valori di specie che ne definiscono le peculiarità, un concetto di polo in cui i
significanti non sono rappresentati soltanto dalle forme del potere ma anche dalla
dimensione platonica delle idee, nella geografia politica e nella geografia culturale
allo stesso tempo, una concezione duginiana che sembra sottintendere la forza
polarizzante insita nella dimensione concreta delle influenze relative alla geografia
economica.
Secondo Dugin, la Russia con la Cina, l’Europa e gli Stati Uniti dovrebbero formare
quattro polarità in un non ben precisato ordine mondiale, un Nuovo Ordine
Multipolare che tenderebbe ad unificare i continenti come l’intera Eurasia, inteso
come “progetto continentalista” che deve tendere a spostare l’Europa verso
un’alleanza con Russia e Cina, attraverso una rottura dei rapporti internazionali
intrattenuti con l’alleanza occidentale degli Stati Uniti, ovvero l’augurio di una
sicurezza nelle relazioni internazionali del futuro che, secondo il filosofo russo,
potrebbe garantire la certezza di una pace mondiale, ma che a nostro avviso non
farebbe altro che spostare le tensioni geopolitiche a un livello superiore che può
ricordare vagamente le guerre inscritte in quel romanzo distopico di George Orwell
intitolato “1984”: un progetto anti-occidentalista rivolto al riposizionamento
geopolitico dell’Europa, un fattore di rischio che come vedremo successivamente
non può essere gestito dai governi, né dalle loro istituzioni sovranazionali previste
nella UE, ma bensì dai popoli europei attraverso stratagemmi come la creazione di
una micronazione come sarà la progettazione del Principato di Urantia.
A ragion veduta, Dugin sottolinea pure che il mondo multipolare è anche mondo
antimoderno perché “la modernità è un concetto occidentale e la teoria del mondo
multipolare rifiuta i principi dell’Illuminismo”.
Infatti, queste idee continentaliste, inscritte nella visione geopolitica di Dugin, per
abduzione da corollario prevederebbe proprio la nostra continentalizzazione del
mondo nei Cinque Sacri Continenti di Eurasia, Africa, America, Oceania e Antartide,
dei continenti che noi suddividiamo ognuno di essi in Cinque Magisteri Politici
seguendo confucianamente i cinque punti cardinali di ogni continente: Nord, Sud,
Est, Ovest e Centro, ma attribuendo ad ognuno di essi delle peculiarità che
definiscono ognuna come civilizzazione storica precolumbiana, una civiltà che,
secondo Samuel Huntington, è una comunità collettiva unita da una stessa
tradizione spirituale, storica, culturale, intellettuale e simbolica, i cui membri sono

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
consapevoli di farne parte e di essere reciprocamente vicini, indipendentemente
dalla loro appartenenza nazionale, di classe, politica e ideologica.
A differenza di Dugin, che prevede il momento multipolare senza che questi abbia
un seguito, un simile “sistema interpolare” sorretto da equilibri di potenza come
fu il sistema internazionale instaurato con il Congresso di Vienna sorto nel 1814,
porterebbe prima o poi a conseguenze comunque inscritte negli annali di storia,
delle conseguenze come l’incombenza di un’ennesima guerra mondiale, mentre
invece noi Visionari Primordiali riteniamo che il momento multipolare sia
temporaneo e che entro il 2030 ci affacceremo su un sistema imperiale sacro,
tradizionale e ultracontinentale, poiché nel frattempo che intercorrerà nel
prossimo decennio, si arriverà per forza di cose, al di là del bene e del male, al
discioglimento della matassa che instaurerà un ordine mondiale su cui noi ci
prepariamo cognitivamente attraverso la consapevolezza coerente di una
coscienza internazionale comune, rispetto a un “progetto primordialista” che
supera il progetto continentalista e lo aiuta immaginificamente a lottare contro le
incombenze del Nuovo Ordine Mondiale, il progetto di un modello imperiale
planetario che prepari il mondo al destino di tutte le profezie religiose del mondo.
Stiamo parlando di un sistema imperiale in cui le comunità locali come i villaggi
agricoli o le circoscrizioni municipali diventano, qui e ora, protagonisti di una
democrazia diretta dove la partecipazione politica alla cittadinanza attiva diventa
il motore di un senso di comunanza sociale, laddove il momento di voto per i propri
rappresentanti etno-regionali rappresenterà un momento di sincronizzazione
elettorale di funzionari politici di professione che a livello magistrale
rappresentano un partito vincitore con il suo Magister Politicus, che nomina tutti i
funzionari per tutti i livelli subalterni, una visione primordialista della politica dove
l’irredentismo locale sarà la forza trainante di coinvolgimento delle attuali
istituzioni politiche per tutti i livelli di amministrazione, attraverso l’adesione
plebiscitaria delle etno-regioni al nuovo sistema imperiale mondiale, un
ultracontinentalismo in cui Antartide vedrà la fondazione della seconda città
capitale dell’impero mondiale che si denominerà Augustalia, dove si assiederà sul
trono il Salvatore Promesso, quell’Avatar di Sintesi che governerà divinamente
attraverso la fondazione della sua corte dinastica, una centralità continentalista di
Antartide che vedrà fondare l’impero attraverso la sua prima capitale nella città
eterna di Roma, una prima fase in cui il primo Magister Politicus di Europastan
decreterà la prima votazione sincronizzata del magistero dei popoli europei,
dettando tutti i parametri di configurazione dell’attuale centralità del processo di
globalizzazione, un temporaneo magisterio centrale del mondo che sfrutta la sua
posizione di centralina della “globalizzazione tecnoeconomica” per superare la
“mondializzazione migratoria” ed innescare una “planetarizzazione totalizzante”
che porti ad una “universalizzazione cosmica” dell’intero pianeta.

77
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Infatti, seppur ritenuti erroneamente come sinonimi, queste terminologie
possiedono differenti significazioni rilevanti che descrivono lo status quo di una
fase storica, tale che porti il mondo a transitare da un momento multipolare a un
Momento Apolare, in cui ogni tendenza di assoggettamento, di qualsivoglia ego
verso alter, cessa nell’attimo stesso dove ogni realtà sociale si autoreferenzia in
nome di un fulgido Amore incondizionato e di un eroico Onore interiettivo verso
sé stesso e verso l’intero cosmo circostante, fino a raggiungere l’infinito del Creato.
Questo Momento Apolare quindi, è un punto di approdo in cui vi sono forze in
campo che muovono le potenze in campo come pedine di uno scacchiere
complesso laddove determinati processi concomitanti vengono scambiati come
sinonimi, ma che in realtà descrivono processi sociali e geopolitici che influiscono
sui comportamenti insiti nelle relazioni internazionali.
Abbiamo la Globalizzazione, che è un processo relativo all’atto di inglobare il resto
del mondo secondo i dettami dell’occidente atlantico attraverso la diffusione di
uno stile di vita omologato dalle multinazionali e dall’alta finanza capitalista.
Abbiamo la Mondializzazione, ovvero un processo relativo di integrazione del
mondo attraverso le azioni dei popoli dal basso che riportano in auge le proprie
culture e mercati locali a livello mondiale per necessità imposte dalle migrazioni.
Abbiamo la Planetarizzazione, quale processo relativo all’inclusione delle parti
componenti del pianeta viste dalla prospettiva di un tutto unico quale
conformazione che è più della sommatoria delle parti, laddove la priorità è il bene
del pianeta che sottopone tutti gli interessi particolari, a partire da una visione
politica e militare unificata qual è l’imperium planetarius per effetto di una
translatio imperii che vede il comando delle forze armate traslato dagli stati-
nazione verso la figura dell’imperatore, che guida un’economia non più capitalista
ma umanista.
E infine abbiamo l’Universalizzazione, che è un processo relativo alla
generalizzazione culturale di principi costanti validi per qualsiasi necessario
contesto spaziotemporale terrestre e non terrestre: la vera fine della storia, la vera
fine della filosofia, la vera fine del mondo.
Quindi, quando parliamo di planetarizzazione non bisogna fare confusione con la
globalizzazione, poiché nella globalizzazione le relazioni internazionali sono
sottomesse dai diktat introdotti dal liberalismo capitalista fondato sull’impiego
dello stato-nazione per soggiogare le masse.
Invece quando parliamo della mondializzazione le relazioni internazionali sono
condotte dalle necessità poste dalle esigenze transnazionali fondate da interessi
migratori, mentre nella planetarizzazione le relazioni internazionali sono
sottoposte a un think-tank di virtuose rappresentanze imperiali che, unificato il
monopolio imperiale dell’uso della forza a livello planetario, si espongono per i
singoli cinque continenti, delle rappresentanze emanate da “impalcature

78
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
politiche” interne ai continenti che annidano le civiltà regionali degli stati in
magisteri politici, una fase transitoria che nella universalizzazione le relazioni
internazionali diventano addirittura inutili, poiché si presume un’apertura verso
realtà cosmiche extraterrestri e verso la leggendaria Terra Cava: il vero nomos della
terra.
Questo nostro Momento Apolare si ritroverà quindi, ad essere la destinazione
verso cui il mondo si dirigerà secondo modalità di sostituzione trasformativa della
realtà politica mondiale, rendendo obsoleti uno ad uno tutti gli apparati burocratici
delle attuali organizzazioni internazionali come l’ONU e sovranazionali come l’UE,
un’obsolescenza programmata che preparerà il terreno alla venuta del Salvatore
Promesso e all’ingabbiamento di tutti i soggetti criminogeni dell’umanità, un
momento fatidico in cui l’apertura profetica dei cieli segnerà la discesa celeste dei
santi immortali e degli angeli divini, portando così a realizzazione le profezie
religiose in un unico setaccio organizzato di questo pianeta terrestre denominato
Urantia.
Una Visione Primordialista che accomunerà gli uomini di buona volontà per fare
insieme un Fronte Unico della Tradizione Primordiale che coinvolga attivamente le
persone nei processi trasformativi di questo destino di avanguardia politica,
portando a consapevolezza tutta la cittadinanza attiva verso una visione non più
distopica, come è la visione del Nuovo Ordine Mondiale, ma attraverso una visione
neanche utopica ma pratica, concreta e progettuale, tale che preleva dall’inconscio
collettivo la summa dei desideri di pace mondiale, poiché come affermava Carl
Jung “non si diventa illuminati immaginando figure di luce, ma rendendo
consapevole l’oscurità”, una Politica Rivoluzionaria Primordialista che inizia
dall’interno di ognuno verso ciascuno, a cominciare dal togliere le mascherine
imbavaglianti di questa falsa emergenza sanitaria, poiché è soltanto con l’esempio
che possiamo cambiare il mondo.
Così in questo modo, superiamo il multipolarismo con il ritorno all’Antico Ordine
Planetario in cui scompaiono le polarità e vige un ordine sincronico dei continenti,
ritenendo però che il multipolarismo geopolitico sia soltanto un momento di
passaggio verso la deposizione delle armi degli eserciti per stabilire una vera Pax
Augustalis mediante l’affermazione dell’imperium planetarius dei popoli, che verrà
impersonato dal futuro escatologico delle Cinque Sacre Religioni Tradizionali
Rivelate e Autentiche, nella venuta del Salvatore Promesso, quell’Avatar di Sintesi
che assiederà sul trono imperiale come fondatore di una nuova dinastia imperiale
planetaria, tale che apporti con sé la pace perpetua sull’intero pianeta.
Quindi tra la prima visione dei Globalisti del Nuovo Ordine Mondiale e la seconda
visione dei Continentalisti del Nuovo Ordine Multipolare si colloca la nostra terza
visione di Primordialisti, ovvero di noi Visionari Primordiali che di fatto superiamo
la seconda visione integrandola come ulteriore momento di passaggio verso la

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
pace perpetua, una Politica Rivoluzionaria Primordialista che si distingue per il
possesso di una progettazione concreta degli assetti interstatali nelle relazioni
internazionali che, ingegneristicamente parlando, propone una soluzione pacifica
al momento transitorio che stiamo vivendo nell’attuale presente, poiché come
vedremo, vi è il bisogno effettivo di intervenire su tutti i livelli di analisi e su tutti i
piani direzionali di mutamento.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

12. POLITICA RIVOLUZIONARIA PRIMORDIALISTA

La politica è una convenzione eventuale che nel tempo struttura un meccanismo


di interrelazione tra gli uomini nel definire decisioni che investono la gestionalità,
la funzionalità e la normatività di uno spazio vitale comune a un aggregato sociale
che è l’ethnos di una nazione, attraverso strumenti burocratici che, nel nostro caso,
riguardano il voto politico alle elezioni regionali sincronizzate da un intero cardine
magistrale e la partecipazione attiva alla vita pubblica di una comunità locale
secondo principi di una democrazia diretta basata sull’unanimità e sulla
stimolazione prossemica dell’animazione sociale, laddove l’imperium planetarium
è il garante della dignità di ogni essere vivente e degli equilibri fondamentali
dell’Armonia Cosmica del pianeta.
Quindi, in qualità di meccanismo politico, lo status quo è come una macchina
automobile guidata da un timoniere nazionale, in quanto lo Stato funziona
secondo precise strutturazioni volute dagli agenti interni che sono guidati da un
pilota per una determinata destinazione definita in precedenza dalla politica dalla
stipula costituzionale concordata dal consenso della volontà generale di un paese.
La politica riformista vuole riforme, ossia vuole formare nuovamente la nostra
automobile già esistente, apportando modifiche alla strutturazione del
preesistente, trasformando quindi ad esempio una Fiat 500 in una Fiat 500 con
motore Abarth, apponendo gli alettoni dietro e la cappotta superiore reclinabile,
attraverso congetture fantasiose di idee campate per aria secondo un discorso
arbitrario di tipo ideologico legato a specifici interessi storici più o meno influenti
sulle decisioni della politica del pilota e della metodologia adottata per definire la
destinazione o le destinazioni successive.
La politica rivoluzionaria invece, per ogni nazione, si disfa totalmente della vecchia
strutturazione politica per costruire e costituire ex-novo un nuovo “meccanismo
automobilistico”, una costituzione che faccia funzionare gli agenti interni di uno
stesso spazio vitale in una strutturazione sociale radicalmente diversa, attraverso
lo scasso della nostra vecchia Fiat 500 per forgiare una nuova lega di metallo,
magari al titanio, e costruire una macchina utile a superare le difficoltà del
presente attraverso una nuova ingegneria politica che definisca un modello di
sistema politico radicalmente nuovo, come il magisterio politico dei cardini
continentali, e istituisca la copertura di tutti i fabbisogni sociali ridimensionando gli
artefatti che precedentemente non permettevano determinate prestazioni,
mediante l’istituzione di nuove forme di socializzazione più umane, più
comunitarie e più ecologiche senza l’ausilio di artefatti tecnologici ma mediante
l’uso di tecniche e tecnologie meno invasive, laddove la dignità civile, la nobiltà

81
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
civile e la libertà civile sono i baluardi di riferimento collettivo della Tradizione
Primordiale per tutti i popoli del pianeta Terra.
Il presente pertanto non va inserito in un programma politico di competenza del
pilota a guida dell’automobile ma è il posizionamento di un lavoro di ingegneria
politica che istituisca un sistema politico magistrale capace di raggiungere le tappe
destinate.
Oggi in Italia in particolare, abbiamo a che fare con un epoca storica in cui l'UE e la
Nato sono dei pesi che imbrigliano il popolo italiano come un somaro alle
dipendenze tecnocratiche dei mecenati miliardari e delle loro lobbies
internazionali e pertanto vanno inizialmente tagliate le briglie, poi va formata una
assemblea costituente di una nuova élite aristocratica, poi va riscritta la
costituzione della repubblica nazionale d’Italia in chiave di una visione di Europa
dei Popoli, poi si potrà ritornare ad una vita salubre, normale e spensierata poiché
se prima non portiamo questa Fiat 500 allo scasso non possiamo passare alla fase
di intervento per la Ferrari da Formula 1 e la definizione di un chiaro modello
ingegneristico di nuovo sistema politico e così entrare davvero in una nuova
repubblica, per un’altra repubblica, poiché come diceva Antonio Gramsci “nella
storia niente vi è di assoluto e di rigido”, neanche la costituzione italiana del 1948.
Ovviamente questo comporterà una polarizzazione sempre più netta tra chi vuol
essere riformista e chi vuol essere rivoluzionario, nonché alle sue conseguenze, e i
riformisti globalisti attualmente “pare” che stanno tutti in parlamento, sprecando
tempo prezioso a una vita felice per il popolo italiano, meritevole di ritornare ai
fasti divini del nostro lucente passato che è stata Roma Imperiale, la quale ha
illuminato tutto il mondo allora conosciuto.
Ma non dimentichiamoci che la lotta politica ha un costo e quindi, historia magistra
vitae, per salvare il mondo ci vogliono anche i soldi: si tratta di concretezza, di
un’etica concreta.
Non si tratta di fare compromessi ma di seguire una chiara linea di demarcazione
che non uccide il toro ma bensì gli mozza soltanto la testa, direbbe il divo solare
Mithra.
In realtà questa è una concezione confuciana secondo la quale per cambiare una
società, rappresentata da un nero dragone decadente, non bisogna uccidere il
dragone nero ma permettere alla Tigre Bianca di prendere il sopravvento
sostituendone la testa, per trasformare il dragone nero in Dragone Bianco,
riportando la società agli antichi splendori degli antenati ossia per riqualificare la
Tradizione Primordiale ai sensi delle innovazioni storiche, geografiche e
antropologiche del tempo presente.
Questo perché si attribuisce alla Tigre Bianca la summa di tutte le virtù celesti,
l’incarnazione della legge divina e la capacità di trasformarsi in qualsiasi animale
totemico stellare, ivi compreso il dragone.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Così l’atto di reperire fondi per sostenere la lotta serve per acciuffare i soggetti
criminali e criminogeni sottintesi alla compagine sociale di una fantomatica
comunità internazionale che compone il vertice del Potere Globalista con i suoi
servitori devoti.
Giusto per essere precisi, come diceva un vecchio proverbio napoletano, bisogna
stare attenti a non finire di dar fuoco alla casa per uccidere il topo.
Ma questo fattore implica anche che la trasformazione delle società nazionali di
una Politica Rivoluzionaria Primordialista che venga sostenuta nei costi dalla
moltitudine di rivoluzionari presenti in ogni settore economico sociale.
Il problema quindi non sono i soldi in sé ma la provenienza degli stessi che
finanziano il mutamento sociale.
Di certo non si può fare come Adolf Hitler che accettò di essere finanziato dagli
stessi banchieri che finanziarono Vladimir Lenin, e allo stesso tempo a titolo di
esempio non puoi fare la guerra ai Rothschild se accetti i loro soldi.
La soluzione sarebbe un’autotassazione tributaria definita da persone fisiche, da
persone giuridiche e da enti pubblici di diverso livello amministrativo che accettano
tutti la nostra precisa linea di demarcazione (Limes), di procedimento penale e
civile (Magister) nonché dei processi di transizione del mutamento sociale
(Agenda).
In questo modo, secondo tale inquadramento confuciano, si arriva alla fondazione
di una nuova dinastia imperiale che nel nostro caso non può che essere planetaria:
la dinastia del Sole e della Luna, la dinastia del destino, la nuova dinastia Ming.
Pertanto, essere veramente rivoluzionari significa riportare la vita umana all’Antico
Ordine Planetario che è l’impero del Sole e della Luna, invece nelle coscienze dei
rivoluzionari di tutti gli ideologismi novecenteschi, vi erano solo frammenti distorti
di questa verità.
Per riportare l’imperium populi sulla terra, ovvero l’imperium planetarius dei
popoli che acclamano le loro guide imperiali e il loro imperatore planetario, vi è
bisogno di uomini e donne consapevoli di questa, e soltanto questa, rivoluzione
imperiale che riporti all’antico splendore tutti i popoli del pianeta Urantia, dove
l’imperatore planetario sarà il re dei re: il nuovo Melchisedek di Salem, ovvero il
Kulika della Shambala del futuro, il vero re del mondo.
Questo perché la vera rivoluzione è dentro di noi, la vera rivoluzione è un motus
planetarius che si distingue per essere una transizione coerente e consciamente
consapevole di imparare ad imperare per imperire, per non morire né dentro né
fuori, ma per soffocare ogni vuoto interiore e contrapporre l’azione diretta al
riportare l’antico ordine sulla terra attraverso l’aggregazione spontanea che
contrasti insieme ogni infima insinuazione del nuovo ordine mondiale in qualsiasi
forma e frangente della vita umana.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Il mutamento è in atto ed è sotto gli occhi di tutti, un continuum di nuove evenienze
che stanno sradicando letteralmente ogni forma di vita borghese imposta dalle
gerarchie occulte dei poteri globali con le loro mafie, magie e manie di nuove
abitudini che cercano di distogliere l’attenzione dei popoli dalla Verità attraverso il
braccio della forza, rappresentato dalle forze dell’ordine, e il braccio della
menzogna, rappresentato da tutti i mass-media vecchi e nuovi, analogici, digitali e
satellitari.
Abbiamo bisogno di rivoluzionari pronti a tutto pur di reagire a quei soprusi che
stiamo già combattendo e che necessitano di nuove aggregazioni per difenderci
dai poteri di questi Globalisti e per attaccarli lì nei luoghi chiave del sistema a tutti
i livelli, proprio dove ancora non hanno pensato di essere, quei punti deboli che
saranno i nostri punti di forza, su cui effettuare l’evacuazione di ogni elemento
contrario alla volontà generale di noi popoli uniti dalla protezione del Cielo, quale
movimento politico internazionale che scuote i palazzi e interviene
chirurgicamente nei punti nodali in qualità di Visionari Primordiali uniti dalla
coscienza universale di un unico intento di costituzione dell’Antico Ordine
Planetario formato da nazioni socializzanti accomunate da un indipendentismo
radicale che scelga di rompere tutti i legami di dipendenza politica economica e
culturale da parte di paesi stranieri, in particolare dal sionismo internazionale
angloamericano, un movimento politico internazionale che riguarda internamente
anche gli stessi paesi di Stati Uniti che diventeranno il paese di Potlatch che
distruggerà organizzazioni internazionali obsolete come la NATO e l’ONU,
dell’Inghilterra che diventerà una nuova repubblica che distruggerà il
Commonwealth e di Israele che tornerà ad essere semplicemente Palestina, una
lotta per l’affermazione dei diritti umani non soltanto in chiave individuale ma
“coniugati in chiave collettiva” delle comunità etniche e religiose, tali che
trasmetteranno la lista di nuovi crimini contro l’umanità come sono ad esempio la
pedofilia mafiosa, il satanismo magico e la ossessività maniacale.
Se non avverrà la rivoluzione interculturale di ogni nazione nell’immaginario
collettivo dei popoli non potremo neanche lamentarci, perché perlomeno noi, e
sottolineo il Noi Primordialisti, un plurale Aristocratico, Gerarchico e Organico di
Visionari Primordiali, ossia il plurale maestatis di una Rivoluzione Interculturale, ci
metteremo tutto il possibile sforzo di non arrenderci ad un sistema che non vuole
la nostra libertà umana, che non apprezza la nostra nobiltà spirituale, che non
valorizza la nostra dignità di esseri divini che meritano di vivere felici per rendere
felici tutti gli altri, in Italia e nell’intero pianeta Terra.
Questa è la nostra visione rivoluzionaria e questa è la nostra rivoluzione
interculturale.
Noi non siamo riformisti ma rivoluzionari, non siamo ideologi ma visionari!

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

13. IL PRIMORDIALISMO VISIONARIO

In questa nostra epoca bisogna essere Visionari Politici con radici profonde fissate
nella Tradizione Primordiale di valori ancestrali come il potere popolare
dell’imperium romanorum, per definirsi di certo Rivoluzionari Primordiali che
riconoscono la differenza delle patrie socioculturali ecologicamente distinte e allo
stesso tempo dell’unità del mondo intero come essere vivente, in quanto la nobile
umanità è il perno neurologico del nous planetarius che regola la vita sulla Terra.
È questo un senso di ritorno ai tempi arcani del mondo antico, nella Creazione
Divina del Creatore Iddio Altissimo e tutto il suo Creato e le sue Creature: una
vocazione che forzatamente possiamo definire Primordialismo, ma noi non
possiamo che definirci Visionari Primordiali senza alcun –ismo che vada a
circoscrivere una setta politica chiusa a forme di inclusioni esclusiviste, ma tutt’al
più che disegni l’articolazione di un movimento sociopolitico aperto e pluralista
con il valore aggiunto di un chiaro progetto futuro e di una chiara identità rispetto
a tutto ciò che non siamo, nonché a ciò che rinneghiamo come contrasto attivo.
Il Primordialismo già esisteva come corrente di filosofia esoterica, nonché come
corrente di ricerca antropologica, spesso inteso anche come sinonimo di
“perennialismo”, ed esso è l’argomento secondo cui le nazioni sono fenomeni
antichi e naturali, ricondotto filosoficamente alle idee del romanticismo tedesco,
in particolare nelle opere di Johann Gottlieb Fichte e Johann Gottfried Herder.
Per Herder, la nazione era sinonimo di gruppo linguistico e la lingua era sinonimo
di pensiero, poiché ogni lingua veniva imparata in una determinata comunità, ogni
comunità deve pensare diversamente, ed essa manterrà pertanto una natura fissa
nel tempo.
Il Primordialismo storico in relazione all’etnia, sostiene invece che i gruppi etnici e
le nazionalità esistono perché esistono tradizioni di credenza e azione verso oggetti
primordiali come i fattori biologici e in particolare la posizione territoriale
dell’ecosistema e il suo insediamento umano, un’argomentazione che si basa su un
concetto di parentela, in cui i membri di un gruppo etnico sentono di condividere
caratteristiche, origini o talvolta persino una relazione di sangue, così in questa
prospettiva il Primordialismo assume l’identità etnica come fissa, una volta
costruita.
Come sostiene lo scienziato politico Khalil F. Osman “il primordialismo, come
approccio [conoscitivo] sottolinea il funzionamento di lealtà e solidarietà
subnazionali operanti nella coscienza collettiva delle comunità, [ed esso] è ancora
in grado di fornire uno strumento epistemologico e concettuale che informa e apre
uno spazio unico per l’indagine e l’azione sociale e politica”.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Come afferma Simona Guglielmi in “L’identità nazionale e i suoi confini”, il dibattito
antropologico sulle origini delle nazioni è caratterizzato dalla contrapposizione tra
“primordialisti” e “strumentalisti”, e in entrambi gli approcci l’identità nazionale è
definita sulla base di una comunanza di tratti oggettivi, soggettivi e [aggettivi],
mentre ciò che differenzia profondamente i due filoni è la definizione della natura
di tali caratteristiche condivise, considerate in un caso naturali e primordiali,
nell’altro socialmente costruite ed eventualmente manipolabili dalle élite
dominanti: per i primordialisti le nazioni possono essere comprese solo in
riferimento a preesistenti legami etnici, mentre per gli strumentalisti esse sono un
fenomeno nuovo prodotto dalla modernità.
Nella tendenza primordialista si possono identificare almeno tre posizioni: la prima
propria del nazionalismo linguistico del diciottesimo secolo (Herder e Fichte), la
quale rivendica l’unità di lingua, sangue e suolo, mentre la seconda fonda la
distintività etnica sulla discendenza biologica e nell’evoluzione genetica, e infine la
terza sulla forza dei legami in parte innati e in parte trasmessi con la socializzazione
primaria.
Questa terza prospettiva, largamente condivisa nel pensiero comune e affermata
con forza dai nazionalisti, è quella che ha assunto maggior rilevanza per gli studi
dell'etnicità e del nazionalismo.
Infatti l’intensità dei legami primordiali e la loro superiorità rispetto ad altri legami
sociali acquisiti deriverebbe proprio dal fatto che essi vengono a rappresentare
l’eredità biologica, storica e culturale del gruppo.
Secondo l’antropologo Clifford Geertz, l’attaccamento che ne deriva sembra
derivare “più da un senso di affinità naturale – qualcuno potrebbe dire spirituale –
che [non] dall’interazione sociale”, una effettiva tangibilità e oggettività degli
attributi etnici che è una questione irrilevante rispetto al fatto che gli individui li
percepiscano come esistenti e primordiali.
Così, seguendo questa prospettiva primordialista, la lingua, la parentela, la razza,
la religione, i costumi sarebbero gli elementi fondanti l’identità “autentica” degli
individui, dei legami che sarebbero precedenti all’interazione sociale e farebbero
scaturire naturalmente e inevitabilmente un forte attaccamento alla comunità
nella quale si è nati e ai suoi simboli.
Diversamente, ma in modo contiguo all’impostazione antropologica del
Primordialismo, il “perennialismo” è una corrente di pensiero, chiamata anche
“tradizionalismo integrale”, che vuole essere la nuova visione del mondo fondata
su una concezione di fine della storia dovuta alla decadenza ineluttabile del mondo
moderno, tale per cui non resta che rivolgersi al passato cercando di rintracciarvi
quella Tradizione Primordiale a cui siamo destinati, nella quale si è sedimentata
una sapienza di provenienza divina e quindi non umana, una sapienza donata in
epoche antichissime agli uomini, da questi distrutta e dimenticata ma della quale

86
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
rimane un’impronta negli esoterismi e nelle tradizioni delle culture storiche giunte
sino a noi.
Il termine “perennialismo” riferito alla filosofia, ricorre nell’espressione
“philosophia perennis” usata per la prima volta nel XVI secolo dal teologo
agostiniano Agostino Steuco, il quale sosteneva l’esistenza di un Principio di Verità
che attraversa tutte le filosofie e le religioni che, a partire dall’ermetismo fino al
platonismo e alla teologia cristiana sono alla ricerca della conoscenza di Dio, e
Leibniz, che conosceva dal 1687 l’opera di Steuco, riprese la stessa frase e la usò
per designare la filosofia, in particolare la sua corrente mistica, come eterno e
comune pensiero sottostante a tutte le religioni.
Caratteristiche del perennialismo sono le scoperte e il diffondersi, nell’Europa della
fine del XIX e gli inizi del XX secolo, di movimenti occultisti e teosofici eredi
dell’esoterismo dei secoli precedenti, che ora si pongono come contrasto alla
prevalente cultura positivistica della moderna età industriale.
Il principale esponente del perennialismo fu René Guénon, che dalla sua giovanile
frequentazione dei circoli occultistici parigini, identifica i travisamenti e gli errori
dello spiritismo che confondeva lo psichico con lo spirituale, e prese il via per
l’elaborazione della sua dottrina.
Nella decadenza dell’Occidente, René Guénon attraverso il sopravvissuto
simbolismo del linguaggio della metafisica, intesa come “conoscenza dei princìpi di
ordine universale” da cui tutto procede, intravedeva l’esistenza di una “Antica
Tradizione” depositaria di una saggezza ormai perduta che, nelle cosiddette
“forme tradizionali” rappresentava diverse manifestazioni del sentimento religioso
utili allo “sviluppo spirituale” dell’essere umano.
Lo Sviluppo Spirituale dell’uomo è un’avventura lunga e ardua, un viaggio
attraverso strani paesi, pieni di meraviglie, ma anche di difficoltà e di pericoli, una
radicale purificazione e trasmutazione che implica il risveglio di una serie di facoltà
prima inattive, l’elevazione della coscienza a livelli prima non toccati e il suo
espandersi lungo una nuova dimensione interna.
Un cambiamento meraviglioso che si svolge attraverso vari stadi critici, non di rado
accompagnati da disturbi neuropsichici e anche fisici psicosomatici, dei disturbi
che, mentre possono apparire all’osservazione clinica ordinaria della psichiatria
come uguali a quelli prodotti da altre cause, in realtà hanno un significato e un
valore del tutto diverso, e devono venir curati in modo ben differente.
Ognuno di noi visionari ha avuto esperienze critiche di fasi esperienziali distinte da
disturbi cognitivi, ma la caparbia nell’affrontarli ci ha portato ad ottenere capacità
precedentemente non comprese che ci hanno posto nel mondo ad avere un
diverso ruolo sociale relativo al mutamento della nostra visione del mondo
circostante.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Quindi, il Visionario è colui che ha delle visioni, ritenute dagli altri come se fossero
null’altro che allucinazioni, un soggetto che crede vere o possibili cose irreali o
irrealizzabili, un creativo e profetico individuo che crede fermamente ai suoi sensi
sviluppati attraverso un progressivo risveglio di facoltà paranormali, che gli
permettono di guardare da angolazioni diverse i comportamenti degli uomini, degli
animali e della natura in genere.
Etimologicamente, il termine Visionario deriva da visione, dal latino visio, da vidère,
vedere, una terminologia intesa sia come aggettivo e sia come sostantivo, una
parola che in precedenza aveva significati strettamente coerenti, e spesso poco
lusinghieri, ma su di esso ha pesato il significato dell’inglese visionary, il quale ha
avuto un esito inatteso.
Innanzitutto si dice Visionario chi ha delle visioni, come apparizioni religiose o
soprannaturali, che è un terreno già molto scivoloso, oppure un significato inteso
come sinonimo di persona disturbata da allucinazioni visive, ma per estensione,
diventa visionario chi ritiene possibili o vere costruzioni della sua fantasia, cose che
sembrano agli altri di tipo non reali oppure che sono irrealizzabili.
Così, può dirsi Visionario chi insegue un progetto rivoluzionario senza capo né
coda, chi vede nell’eternità il senso del tempo presente, un visionario che potrebbe
essere il vicino di casa convinto che il suo giardino sia popolato da folletti oppure
che i suoi alberi siano stati colpiti dal malocchio, oppure che diamo garbatamente
del visionario all’amico sicuro di chissà quale complotto.
In questo tipo di Visionario c'è la virtù del sogno, c'è la follia dell’oltre-uomo, un
artista capace di evocare visioni oniriche, o magari allucinate come certi film di
Federico Fellini o certi cartoni animati di Hayao Miyazaki, ma per la concezione
derivata dall’inglese visionary si propone invece caratteri marcatamente positivi,
che hanno subito attecchito nell’immaginario collettivo, poiché descrive chi ha una
sicura “visione del futuro” quale è la nostra visione del Sacro Ordine Imperiale
Tradizionale e Ultracontinentale Planetario, nonché su come accoglierlo e guidarlo,
con un carattere quasi profetico, una concezione che descrive chi dimostra
un’immaginazione straordinaria, una potente vena creativa che si ripercuote negli
animi degli uomini attraverso ogni forma di condivisione cognitiva e di
socializzazione dell’insieme dei significati racchiusi, ed è proprio così che diventano
Visionari i grandi innovatori e i grandi politici, e gli artisti più estrosi e inventivi:
un’evoluzione sociale non da poco, ma di cui ancora in pochi sono consapevoli.
Il Primordialismo Visionario in tal senso è quindi il fermento coniugante delle genti,
di donne e di uomini di grande volontà, una cornice di significazione in cui inserire
progressivamente tutti i tasselli di un mosaico di diversità planetaria che inizia dal
proprio rapporto di prossimità sociale, all’interno delle comunità locali, dai propri
quartieri comunali, dai propri villaggi agricoli, per continuare a confluire e a
diffondere il verbo della parabola cognitiva insita nella propria appartenenza

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
religiosa, in quanto ogni Sacra Religione Tradizionale Rivelata e Autentica può
rivendicare alla pari questa spinta emotiva di ritorno alle origini in cui il rapporto
tra la divinità e l’uomo viveva in simbiosi, un Primordialismo Visionario della
Tradizione Primordiale che riconosce, anche localmente, e sa riconoscere, le forme
esteriori che assume Devianza Originaria e i suoi adepti che circolano ancora oggi
in mezzo agli umani, un’attività di risveglio spirituale che fa di noi tutti dei Visionari
Primordiali, gli abitanti di un giardino dei semplici, di un contesto di “gentili” che i
sionisti chiamano dispregiativamente con il termine di Goyim.
Il Primordialismo Visionario pertanto è un grande contenitore di nuove parole
d’ordine che, attraverso il pluralismo veramente democratico di noi Visionari
Primordiali, possiamo riempire di ulteriori significazioni non solo postmoderne ma
progenitrici di un futuro primordiale, di una rigenerazione cosmica del pianeta, di
un risveglio planetario dei popoli, di un’evoluzione completa degli esseri umani a
nuovi esseri divini terrestri, proprio come fra gli altri sosteneva il Messia Gesù
quando disse ai giudei “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete
dèi?… Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio…
credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel
Padre”, delle parole insite nel Vangelo di Giovanni (vr.10,31-38) che volevano
specificare che a tutti è concessa la luce cristica di Iddio Altissimo, ovvero che tutti
possono diventare esseri divini dinanzi al Cielo: angeli terrestri o intraterrestri
sintonizzati alla stessa frequenza vibrazionale dell’amore divino degli angeli
extraterrestri e degli angeli ultraterrestri di fronte alla magnificenza dello Pneuma
e della Sophia di Iddio Creatore.
Il Primordialismo Visionario è quindi un movimento politico internazionale, è un
movimento sociale che vige nell’immaginario collettivo mondiale, poiché ciò che
sta accadendo nel mondo come lotta al sistema politico, economico e culturale dei
poteri globalisti è già di per sé di fatto un movimento politico internazionale
formato da una moltitudine di visionari ancora inconsapevoli che cercano la
propria risposta alle domande che pongono le difficoltà presenti nella vita
collettiva, una risposta presente in ogni popolo finalizzata ad un ritorno all'Antico
Ordine Planetario della Tradizione Primordiale, un tempo che per adesso è ancora
acerbo ma è destinato a raggiungere presto il suo apice di transizione ai tempi
maturi, un climax in cui tutti noi cerchiamo un ritorno agli antichi splendori dell’età
dell’oro, indipendentemente dal linguaggio impiegato per descrivere questo
magico sentimento diffuso di attesa per un nuovo ciclo storico sociale planetario.
Quindi tutti noi, siamo già dei visionari primordiali seppur ancora inconsapevoli,
poiché il Primordialismo Visionario non è un’ideologia ma la constatazione di un
dato di fatto che accomuna l’intero genere umano oggi, una constatazione
convergente che si configura come tendenza diretta a realizzare una divergenza
sociale con i poteri forti, indipendentemente dalle caratteristiche precipue

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
nazionali di come questo fermento, nella sua diversità interculturale, si configura
come un movimento di liberazione nazionale dei popoli, una rivoluzione
interculturale che innesca dinamiche convergenti di intesa sociale nelle leggi del
caos sociale, tale che arriverà naturalmente verso una biforcazione ultima di tutte
queste particolarità movimentiste.
Questo Antico Ordine Planetario è quindi l’esatta negazione del Nuovo Ordine
Mondiale, poiché i movimenti politici sociologicamente sono fermenti di
mutazione sociale che oggi, nell’ambito di un’età contraddistinta dalla massiccia
presenza di satelliti orbitanti intorno alla pianeta, riguarda tutti i popoli del mondo
e non soltanto la vecchia Europa, pur essendo essa il centro nevralgico della
globalizzazione tecno-economica, il fulcro di una leva da cui si dispongono i poteri
forti del globalismo per manipolare la storia dell’umanità.
Per tornare all’antico ci vuole quindi, ciò che gli umani definiscono come caos
sociale, e che riguarda qualsiasi cosa che sia di per sé imprevedibile e quindi
mistica, misterica e miracolosa, finalizzata al mutamento previsto da tutte le
profezie delle Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, un ordine sociale
planetario che sia primordiale e non primitivo.
Infatti, l’aggettivo Primitivo implica una visione scientista, materialista e ateista del
mondo, mentre Primordiale è un’aggettivazione che si rifà alle prime orditure della
Creazione Cosmica divina di quel Dio che ogni sacra religione chiama e definisce
con una sua terminologia e che quindi si pone anteriormente a qualsiasi primitività.
Una visualizzazione immaginifica e primordiale che ci chiede oggi di fomentare
nuove forme di militanza politica, una militanza liquida come la società in cui
viviamo, tale che sia il prodotto di un ultimo sforzo di portare ordine al disordine
sociale che stiamo vivendo, seppur in modo morbido come è l’attuale tirannia
sanitaria dell’emergenza Covid-19.
Che poi i cosiddetti ex-militanti, ritiratisi dalla vita politica della cittadinanza attiva,
sono stanchi della concezione classica della politica e che possano sentirsi
demotivati e depressi dall’idea di dover di nuovo partecipare alla vita pubblica, non
vuol dire che essi siano esenti dal dovere morale di assurgere come guide sociali
delle proprie comunità locali e cittadine, poiché il nuovo momento storico di
transizione a cui stiamo assistendo non somiglia affatto a ciò che abbiamo vissuto
nel vecchio XX° secolo, perché è molto di più, una sorpresa che ci auguriamo di
vivere al pieno delle nostre possibilità, una rivoluzione posta al di fuori di ogni
schema mentale.
Infatti, Noi Visionari Primordiali siamo il futuro del pianeta, in qualità di esseri
sempre più pronti ad affrontare le difficoltà che il postmodernismo del Nuovo
Ordine Mondiale ci sta presentando nella storia di tutti noi popoli del pianeta,
purché adatti ai mutamenti in atto che richiedono con sempre maggiore forza di
ritornare a ravvivare le piazze per far sentire che il libero arbitrio donato da Dio agli

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
uomini è una sovranità individuale che non può sempre essere delegata a questa
casta di potere globale presente in tutte le nazioni del mondo, poiché essa può
essere contrastata soltanto da un archetipo potente come il Sacro Ordine
Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale, un modello planetario in cui
l’imperatore planetario è il sovrano assoluto che garantisce la sovranità relativa
degli individui, delle comunità e delle società dei popoli del pianeta all’interno delle
loro precipue identità territoriali.
Quindi in questo mondo globalizzato, l’inconscio individuale e collettivo è
conformato come un linguaggio senza codice che attende di essere codificato di
nuove parole d’ordine congruenti con i tempi che corrono, una dimensione in cui i
traumi politici del passato sono la questione decisiva e paradossale di questa
grande psicoanalisi collettiva, laddove il linguaggio del dialogo diventa legame
sociale, che nel presente taglia il passato come un marchio attraverso la
comunicazione continua che genera nuova narrazione ulteriore, una sovversione
del trauma personale di ogni Ego come trauma dell’Alter, alla condivisione del
trauma linguistico come trauma dell’Uno, dove la consapevolezza dell’Uno
Trascendente diventa l’unico modo per rendere conto del trauma collettivo, un
carattere fondativo del suo statuto contingente, sullo scandalo della sua
ripetizione, che come afferma Jacques Lacan “occorrerebbe che si avesse
nell’analisi il sentimento di un rischio assoluto”, un desiderio di politica, di trovare
delle risorse teoriche, simboliche e pratiche per far fronte a quella “crisi della
politica” che, in ultima analisi, consiste nella difficoltà di trovare una nuova
misura, insieme credibile ed efficace, giusta e praticabile, con cui orientarci
nel passaggio storico in cui ci troviamo.
Vige attualmente una resistenza all’Uno, poiché non c’è ancora un unico sforzo e
tentativo di riportare efficacemente tutto a un’unica visione come stiamo facendo
adesso, una Terza Visione Planetaria che condensi aggregati sociali di
spontaneismo politico che arriverà ad una maturità organizzativa, poiché del resto
non vige attualmente alcuna forma di organizzazione diffusa che metta in campo
tutte le forze convergenti che dimentichino il passato guardando al presente con
un passo al futuro, in cui la triade del Mondo Psichico viene concettualizzato
attraverso la tripartizione dei registri mentali della dimensione reale, la
dimensione simbolica e la dimensione immaginaria, una triade che deve guardare
in faccia alla realtà accettando il suddetto “rischio assoluto”, il rischio di sentirsi
fregati, umiliati e maltrattati da gente che andrà allontanata sicuramente come
soggetto deviazionista.

91
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

14. LA TERZA VISIONE PLANETARIA

Così la Terza Visione Planetaria è un’alternativa di mobilitazione totale rispetto alle


imposizioni doppiogiochiste del sionismo apolide dell’Alta Finanza e dei suoi
tentacoli articolati, una Terza Visione Planetaria che non sia né il nuovo ordine
mondiale del liberalismo capitalista teorizzato da Francis Fukuyama né il nuovo
ordine multipolare del capitalismo nazionalista teorizzato da Alexander Dugin, un
ritorno all’Antico Ordine Planetario fondato su un sacro impero tradizionale
attraverso una strategia di adesionismo plebiscitario mondiale su una
micronazione che farà da perno, per articolare un’alternativa al gioco del veto
imposto dall’ONU da un lato e dalla NATO contro il resto del mondo dall’altro lato.
In questo modo di vedere, la Terza Visione Planetaria è così non soltanto una
visione sociologica ma una visione psicologica, e in particolare pneumatologica,
una visione scientifica della spiritualità che accomuna i visionari di qualsiasi
estrazione politica, sociale, culturale, etnica, religiosa, quale motore centripeto di
energia vibrante che nella Civitas Nationis collabora per la Dignità di Specie,
nell’idea di comunanza di essere parte di uno stesso unico continente, che per gli
europei è l’Eurasia, per i maghrebini è l’Africa, per i mayani è l’America, per i
melanesiani è l’Oceania, e così via per la popolazione di ogni cardine continentale
del pianeta Terra.
La Dignità di Specie è la capacità di essere degno, meritevole di rispetto altrui, una
qualità che condiziona e influenza il concepimento di una persona nel pubblico
sentire comune, un senso di onorabilità di base che è comune a tutti gli esseri
senzienti dei tre regni biologici in quanto elementi del pianeta vivente, il fattore
ascritto alla nascita di ogni essere umano, il rispetto che l’uomo, conscio del
proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di sé stesso e tradurre
in un comportamento e in un contegno adeguati nei confronti degli altri esseri
umani come allo stesso tempo delle altre specie viventi del pianeta Terra, un valore
che come afferma Aristotele “non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza
di meritarli” e noi in quanto specie dobbiamo onorare il nostro operare per
meritare di vivere in una dimensione superiore dell’esistenza, è una condizione di
nobiltà ontologica di tipo etico, morale e spirituale in cui l’uomo è posto dalla sua
natura umana e divina, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e
che egli deve a sé stesso, un senso di reciprocità che si pone come il valore
intrinseco di ogni uomo e di ogni donna che possiede, per il semplice fatto di essere
un umano del regno animale, il valore dell’esistenza individuale che diventa
collettiva, in qualità di persona, qualificato come individuo unico e irripetibile.
Con questa coscienza di consapevole coerenza si ottengono le basi per la Libertà
di Specie, la quale diventa conquista graduale dei propri talenti nell’ordine di

92
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
superare tutti gli ostacoli interiori all’ottenimento di risultati esteriori e di vantaggi
ulteriori vincendo i propri limiti, paure e incertezze secondo le norme sociali
determinate dalla società nazionale vigente, una libertà vera intesa in senso
assoluto, e che in senso relativo è etimologicamente rilevante il significato
risalente al latino di Libertus, ossia i barbari e gli schiavi che venivano inscritti nel
libro dei cittadini romani e che quindi accettavano i diritti e i doveri della
cittadinanza, una concezione di libero cittadino che non prevede altri significati,
poiché non esistono se non frutto di deviazioni perverse rintracciabili nel concetto
satanista di “fa ciò che vuoi” senza né amore né l’accettazione dei condizionamenti
di Dio e di ogni sua manifestazione, una vera libertà che non significa fare ciò che
ti pare ma che significa seguire le norme etiche, morali e spirituali della Tradizione
Primordiale, proprio come delle tradizioni di una comunità locale di qualsiasi
natura, una questione che riguarda la liberazione di un popolo, ossia l’azione
collettiva di rendersi Libertus ad opera della cacciata di un soggetto estraneo
oppressore e di più soggetti tiranni.
In tal senso va inquadrata anche la Nobiltà di Specie, il sentirsi come un ceto
aristocratico, il considerarsi come eccellenza di animo, una superiorità di natura
della specie umana poiché degna e libera di rispettare i tre regni del pianeta
vivente, una elevatezza morale, spirituale e intellettuale, un animo nobile e
cavalleresco, la futura classe dominante che guida le masse nel presente verso la
transizione a un mondo nuovo, gioioso e felice, verso la decrescita mondiale della
produttività del capitalismo, una classe sociale che abbia uno statuto giuridico suo
proprio e che confermi e materializzi la superiorità che ella pretende rispetto agli
attuali dominatori del mondo, rispetto all’usurocrazia sionista della apolide finanza
internazionale e dei suoi gangli collusi di crimine, corruzione e cooptazione, un
senso spirituale collettivo che supera ogni distinzione di classe e di ceto sociale ma
che valorizzi le specificità di ognuno verso ciascuno, che come la dinamica del
Tàijítú(太極圖) promana energia e vigore ovunque in tutte le dimensioni della
realtà sociale comunitaria e planetaria, una qualità positiva di carattere spirituale
propria dell’uomo, estensibile a qualunque altra realtà sociale, diventa pertanto
un sinonimo di aristocrazia incipiente, tale che indica il ceto dominante ristretto
agli àristoi (dal greco: ἄριστοι), i migliori che si contraddistinguono per forza fisica,
per capacità intellettuali, per ricchezze e per attitudine al comando, poiché le
aristocrazie sono i partiti naturali della storia mentre le democrazie moderne
fondate sull’uguaglianza che incasella e livella sono degli aborti, una concezione
che viene determinata dalla sua eccentricità, ecletticità ed elasticità nei confronti
degli uomini e delle donne superiori che sono l’ossatura responsabile di ogni
società, una nobiltà di fraterno rispetto reciproco che genera automaticamente e
in modo spontaneo il posizionamento di ognuno verso ciascuno secondo bisogni e
possibilità.

93
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Questa triade di tre terminologie che sono la Dignità, Libertà e Nobiltà vanno a
sostituire quelli che hanno conformato l’immaginario collettivo di libertè-egalitè-
fraternitè di illuministica memoria, che sono una delle radici principali su cui si
fonda il Nuovo Ordine Mondiale, parole usate e abusate per le finalità più
spregevoli, contro ogni senso aristocratico di guida morale di una collettività,
contro ogni dignità umana nei tre regni biologici della vita sulla Terra, contro ogni
senso di reale libertà civile intesa come riconoscimento di una conquista sociale
che permetta a chiunque di non vivere al di sotto della soglia di dignità umana.
Come diceva il pittore surrealista René Magritte “i sogni non vogliono farvi
dormire, al contrario, vi vogliono svegliare”, e la Terza Visione Planetaria è
l’immaginario collettivo di noi Visionari Primordiali i quali, come cavalieri di un
sogno orfico, siamo i rivoluzionari del terzo millennio, le falangi dell’opera divina a
cui siamo tutti chiamati ad operare, con maschere e senza maschere, in un
carnevale festoso di risveglio collettivo, poiché prevenire è meglio che curare e in
certi casi è molto meglio lavorare in anonimato come al grande Carnevale di
Venezia che con piacere giocondo rileviamo la nostra sfida al presente, perché
sognare è un grande atto creativo e la peculiare struttura narrativa dei sogni, fatta
di salti imprevisti e curiose associazioni di idee, un atto che ha richiamato
l’attenzione degli studiosi sulle possibili correlazioni con i processi creativi ed è
stato dimostrato, infatti, che i sogni avrebbero varie funzioni: dal riorganizzare i
ricordi contribuendo alla loro conservazione, al consolidamento delle nuove
esperienze per poterle integrare con le conoscenze già acquisite, un’operazione
che sembra essere anche l’occasione per mettere in collegamento parti del
cervello che durante la veglia tendono invece a restare separate, un continuo
“creare nuove connessioni” nel cervello noetico della mente universale, una
risposta creativa a qualcosa che la parte razionale non trova soluzione: una risposta
del cuore per camminare con i piedi sulla Terra ma mantenendo ferma la testa nel
Cielo.
Questa Nuova Narrazione Cibernetica insita nella Terza Visione Planetaria è quindi
un atto di pura creatività finalizzata a generare un mondo nuovo, perché la vita è
un sogno e i sogni aiutano a vivere meglio, individualmente e collettivamente, una
narrazione pulsante in cui si è protagonisti del divenire, perché è giunto il tempo
di morire per la Verità, la lotta è caotica eppure non si è soggetti al caos poiché
come afferma il confuciano Sun Zi “conoscere la Verità regala all’uomo la giusta
forza”, poiché la vittoria è l’obiettivo essenziale della guerra, non le operazioni
prolungate, e noi infatti dobbiamo vincere nel più breve tempo possibile, erigendo
governi paralleli che prenderanno il potere nel giusto tempo, in quanto la vera arte
della guerra “consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare”:
evitandolo, ignorandolo, eclissandolo con una mente indifferente che continua ad
operare con il sorriso di chi ha già vinto.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
La Terza Visione Planetaria del Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e
Ultracontinentale, è quindi una visione pneumatologica, la visione di una “dottrina
dello spirito”, quale indagine relativa al “principio vitale” inteso in sé e per sé, o
come di origine o di derivazione divina, una “scienza dello spirito” che si fonda sulla
gnosi, sulla conoscenza comparata del diversi mondi distinti del senso più profondo
della religione, intesa in senso spirituale, etico e morale, a cui appartiene la visione
dell’antico Pneuma (lett.: “soffio”, identico nell’etimologia ad ψυκή, ossia
“anima”), che per lo stoicismo è l’Anima, il soffio vitale informante il mondo,
diviene nel primitivo cristianesimo la più alta e spirituale parte della natura umana:
donde la sopravvalutazione dell'uomo “pneumatico”, l’uomo spirituale, non solo
rispetto all’uomo “ilico”, l’uomo materiale, ma anche rispetto all’uomo “psichico”,
l’uomo della dimensione temporale, l’uomo artefice del potere temporale che fino
al Medioevo apparteneva solo e soltanto all’imperatore e ai suoi cavalieri.
Così gli esseri umani si dividono in Ilici, Psichici e Pneumatici, e la stragrande parte
dell’umanità è costituita dagli Ilici (da Hyle = terra), essi nascono, si riproducono e
muoiono, vivendo come gli animali, vittime delle passioni: sono schiavi dei pensieri
che nascono nella loro mente e degli istinti più bassi: ira, odio, invidia, gelosia,
cattiveria, avidità si alternano nella loro mente e li dominano completamente,
poiché non hanno nessun controllo sui loro istinti come la fame o il desiderio
sessuale e sono freneticamente sempre alla ricerca del loro piacere personale,
vivono come se non esistesse la morte in una affannosa ricerca di piaceri e beni
materiali, sono attaccati al proprio io e vedono “l’altro” quasi sempre come un
nemico, tanto che spesso sono capaci di atrocità e crudeltà verso i loro simili e gli
altri esseri viventi, un soggetto che quando muore, non resta più alcuna traccia di
lui, scompare nel nulla.
Una piccola parte dell’umanità è invece costituita dagli Psichici, esseri umani che
hanno la capacità di dominare le passioni ed i bassi istinti, ma non ne sono
completamente liberi; hanno la possibilità di indagare le leggi della natura e di
comprendere, almeno discorsivamente, le verità superiori; a differenza degli Ilici,
schiavi delle proprie passioni, sono dotati di libero arbitrio: possono scegliere tra il
bene ed il male e quindi hanno la possibilità sia di estinguersi come gli ilici che di
salvarsi come uomini pneumatici: le loro forme religiose tradizionali, qualsiasi esse
siano, sono indirizzate al Demiurgo e, come Lui, non hanno nessuna conoscenza o
intuizione del mondo superiore, poiché dopo la morte, se avranno scelto il bene,
non si estingueranno, e secondo alcune scuole torneranno nel mondo per
continuare il loro perfezionamento spirituale, mentre secondo altre torneranno
nella Sophia e saranno salvi alla fine dei tempi.
In numero ancor più limitato sono gli uomini Pneumatici, spesso definiti
semplicemente Gnostici: in essi fu nascosto, ad insaputa del Demiurgo, il seme

95
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
spirituale della Sophia, per cui sono predestinati, indipendentemente dal loro
comportamento, a ricongiungersi col mondo divino superiore.
Gli uomini Pneumatici non sono di questo mondo, sono stranieri, sono anime
allogene, sono al di sopra della Legge degli Arconti che ne riconoscono la
superiorità, pur non sapendo da dove proviene, sono consapevoli che questo
mondo è il regno del male, lo disprezzano e non si occupano delle sue vicende.
Talvolta assumono le vesti di Maestri che vengono in aiuto di coloro che sono
Pneumatici, ma ne sono inconsapevoli, ed anche di quegli esseri psichici che hanno
scelto la via del bene, un compito celeste che in tempi di Apocalisse Soffice è
destinato a salvaguardare la vita di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona
volontà per il risveglio spirituale dell’intero pianeta.

96
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

15. APOCALISSE SOFFICE

Questa impostazione gnostica e scientifica è il fondamento della Terza Visione


Planetaria, nonché la nuova base della Tradizione Primordiale a cui tutti sono
chiamati a rispondere per formare ovunque il suo unico Fronte di Liberazione
Universale, una Filosofia Perenne che l’uomo non ha generato, ma che ha ricevuto
nei secoli e che passa attraverso il cuore degli uomini giusti, una tradizione che si
è incarnata agli albori della storia umana, in comunità e società tradizionali, dove
ogni uomo si relazionava agli altri in base all’appartenenza a determinate caste,
rappresentative dell’inclinazione o patrimonio spirituale dello stesso.
Infatti le singole tradizioni altro non rappresentano che incarnazioni della
Tradizione Primordiale, Universale e Perenne, ovvero membra disgiunte della
stessa, ciò che il persiano gnostico musulmano Jalāl ad-Dīn Muḥammad Balkhī
detto Rumi definiva come lo specchio della Verità, poiché “la Verità è uno specchio
caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi [dove] ognuno ne raccoglie un
frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la Verità”, la cognizione di un
pluralismo di provenienze sociali, siano esse politiche, economiche e/o culturali,
laddove l’unione deriva da una rivoluzione interiore delle coscienze verso la
consapevolezza del futuro radioso di un Sacro Ordine Imperiale.
Il compito della Terza Visione Planetaria per la Tradizione Primordiale è di
ricercarne i frammenti per ricomporre il mosaico perduto, una tradizione che è
aggredita da agenti e fattori riconducibili oggi alla globalizzazione tecno economica
delle élites degli Illuminati e dei loro sottoposti come la setta occulta insita nei
Gesuiti e nelle loro emanazioni, fattori come la perdita di valori etici, morali e
spirituali, e come a tutti gli agenti corrotti della Devianza Originaria che si
incarnano in una società moderna profondamente antitradizionale, un assunto che
al visionario politico comporta che si senta investito della missione perenne volta
a propagandare questa visione nel tempo presente, un’azione esoterica di lotta
politica che è quanto di più nascosto nelle singole tradizioni che sono le membra
disgiunte della Tradizione Universale, un contorno che cambia di epoca in epoca,
da paese a paese, ma il cui nucleo centrale dell’insegnamento, quello al di là delle
parole e delle rappresentazioni, resta sempre lo stesso in ogni tradizione e in ogni
tempo, poiché al di là delle rappresentazioni, Iddio Altissimo è unico proprio come
lo è anche il Cielo.
La Tradizione Universale ci dice che l’uomo è una divinità decaduta, che dallo stato
di Armonia è caduto nella disarmonia, una impostazione comune alle Cinque
Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche in cui si afferma come gnosis per sommi
capi che la divinità è una scintilla che alberga in ogni essere umano,
differentemente per ogni unicità rappresentata da ogni membro della Specie

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Umana sul pianeta Terra, e il compito della Realizzazione della Divinità è proprio
quello di “reintegrare” l’essere nella sua essenziale natura, in quanto Dio è
onnipresente nell’intero Cosmo attraverso ciò che la fisica sperimentale ha
individuato con il nome di energia oscura e di materia oscura, presente anche
all’interno di ogni essere vivente incluso l’uomo, tale che presiede al di fuori del
Cosmo con la sua incommensurabile dimensione: l’infinito vuoto cosmico relativo,
assoluto e contingente allo stesso tempo, una visione di Dio che, seppur basata su
rilevamenti sperimentali della fisica, è pur sempre una visione riduzionista che
dimostra la sua esistenza e onnipresenza cosmica, mettendo in crisi parametri della
scienza moderna come il cosiddetto “rasoio di Occam”, ma che allo stesso tempo
rende l’idea dell’uomo inteso come essere finito di un pianeta finito rispetto
all’infinito dell’onnipresente onnipotenza onnisciente di Dio Altissimo.
Non si tratta di imparare nuove nozioni, ma di percepire l’esistenza con altre
modalità, di guardare la realtà con occhi nuovi, degli occhi in cui la semplice
erudizione non conduce a niente, poiché la comprensione avviene quando
“viviamo” un particolare stato di coscienza collettiva che permette un salto di
paradigma, una realtà che sfugge al pensiero che oggettivizza attributi, tendenze e
scopi, una idealizzazione dell’Assoluto che non permette di uscire dalla dimensione
del Mondo Relativo.
Purtroppo l’uomo non ama la Verità ma l’erudizione della mente, il proprio io con
i suoi indefiniti contenuti, la vita della forma cangiante e fluttuante, la gloria del
potere materiale e spirituale, una dimensione in cui l’uomo non afferrando l’attimo
sine die, ciò che è senza-tempo, che è Assolutezza, plasma costrutti formali per
compensare la sua incompiutezza.
Infatti il pensiero umano costruisce immagini con cui baloccarsi: l’immagine del
bene, del male, dell’ideale politico, l’immagine della famiglia, del lavoro, ma tutte
queste immagini non hanno niente a che fare con la realtà, poiché la realtà
empirica non è né realtà assoluta né irreale, ma una semplice “apparenza”, un
fenomeno che appunto appare e scompare, il quale come una nuvola in cielo è
vera ma non può considerarsi una costante o un assoluto perché l’universo è
“movimento conformato”, è fenomeno vitale che prende una forma, un miraggio,
una grande nuvola che appare e scompare, un ego che vive di miserie e si costringe
a considerarle verità per non andare verso la sua stessa rovina.
La mente sensoriale vive per il contingente e per l’illusione: da una parte si àncora
disperatamente alle cose e agli eventi, e dall’altra pronostica la sua morte, il suo
annientamento, la sua vacuità.
Ciò che non può essere capito empiricamente, può essere realizzato con la
coscienza, l’individuo può realizzare la sua Essenza Ultima perché in essa affonda
le sue radici, proprio come il fiore è già contenuto nel seme, e che altrimenti non
potrebbe dimostrarsi come fiore, un grande conflitto interiore dell’uomo che non

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
deriva dal fatto che non risolve i suoi problemi sociali, ma dal fatto che vive
nell’ignoranza della sua stessa essenza in una società basata sul consumismo e sulla
dittatura del materialismo, una società che cerca di stordirsi ma non di risolversi e
ritrovarsi, poiché il desiderio non è che un riflesso di una gioia obliata, di un
paradiso perduto e, come afferma Julius Evola, “quando sapremo dirigere le nostre
energie verso il Centro immutabile dell’Essere, allora potremo riavere quello che
abbiamo perso.”
Dice René Guenon: “il periodo attuale, detto Kali-Yuga, è un periodo di
oscuramento e di confusione; per ragioni diverse, ogni legame cosciente col centro
spirituale del mondo si è ormai spezzato; tale è il significato più specifico della
perdita della tradizione. In tutte le tradizioni, si fa allusione a qualcosa che, a
partire da una certa epoca, sarebbe andato perduto o nascosto: il Soma degli Indù,
per esempio, o lo Haoma dei Persiani, la ‘bevanda d’immortalità’ che ha un
rapporto molto diretto col Graal poiché questo, si dice, è il vaso sacro che contiene
il sangue di Cristo, anch’esso ‘bevanda d’immortalità’. […] Si dovrebbe parlare di
qualcosa di nascosto, piuttosto che veramente perduto, perché non per tutti è
perduto e vi è chi lo possiede ancora integralmente; se è così, altri hanno sempre
la possibilità di ritrovarlo, purché sappiano cercarlo come si conviene, qualora cioè
la loro intenzione sia diretta in modo tale che essa possa mettersi in comunicazione
spirituale effettiva con il centro supremo. Tuttavia […] l’unione con questo centro,
sempre più chiuso e nascosto, diviene più difficile e nello stesso tempo divengono
più rari i centri secondari che lo rappresentano esteriormente; sicché quando
questo periodo finirà, la tradizione dovrà essere di nuovo manifestata nella sua
integrità, poiché l’inizio di ogni Manvantara, coincidendo con la fine del
precedente, implica necessariamente, per l’umanità terrestre, il ritorno allo ‘stato
primordiale’.”
Come direbbe Carl Schmitt in merito, il nostro ritorno allo Stato Primordiale passa
per l’impiego della stessa tecnica, tecnologia e “tecno-società” impiegata dalla
Deviazione Originaria, ma finalizzata a liberare il Behemoth dalle grinfie di
Leviathan, finalizzata a liberare i continenti terrestri dalle maglie della talassocrazia
dei Poteri Globali, una devianza contemporanea che cesserà di esistere in questi
giorni di disvelamento che stiamo già vivendo, in questi giorni della apokatástasis
(ἀποκατάστασις), di “ritorno allo stato originario”, di reintegrazione e
rigenerazione del mondo, il ristabilimento dell’Universo nel suo stato originario,
visione escatologica che si collega alla dottrina dell'eterno ritorno, che avverrà
quando gli astri assumeranno la stessa posizione che avevano all’inizio
dell’Universo e avverrà una grande conflagrazione (ἐκπύρωσις, ecpirosi), una
grande catastrofe psico-cosmica per cui tutto ciò che si è generato dal fuoco
tornerà al fuoco, e il tempo e il mondo ricominceranno un nuovo ciclo, una vera e
propria palingenesi (πάλινγένεσις), un mondo “che nasce di nuovo”, mediante il

99
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
ritorno dei singoli enti all’unità originaria, a quell’Uno Trascendente e
indifferenziato da cui l’intera realtà proviene, un ritorno possibile tramite l’ascesi
filosofica delle masse popolari: una apokálypsis (ἀποκάλυψις), che significa un
gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta, disvelamento
delle forze della Tradizione Primordiale e delle forze della Devianza Originaria,
l’apocalisse della fine del mondo conosciuto e della storia umana che diventa
cronaca di virtù, una teocrazia di stile confuciano che prevede anche il
riconoscimento della spiritualità e delle religioni che rientrano nella definizione di
Armonia Cosmica, ovvero una definizione che come direbbe Hans-Georg Gadamer
genera una “fusione senza confusione”, tale che genera ponti di relazione
interculturale nel popolo e tra i popoli senza distruggere nessuna tradizione
localizzata, ma che distingue le religioni autentiche da quelle manichee attraverso
la realizzazione di un nuovo Pántheon Romanorum.
Infatti il primo grande ponte interculturale da issare è quello tra il popolo cinese
dei Qīn (秦), dinastia che regnò in Cina dal 221 a.C. al 206 a.C., e il popolo romano
di Dà Qīn (大秦, ossia Roma), tra le due sponde imperiali maggiori poste alle due
estremità continentali di Eurasia, le due ali di un fatto curioso che definisce la città
di Roma con un antico esonimo cinese indicante l’impero romano, rimasto in uso
a indicare Roma nelle mappe cinesi fino al secolo XVI°.
Il nome ideografico cinese attribuito all’impero di Roma significa letteralmente
“grande Qīn”, cioè “grande Cina”, essendo Qīn (秦) il nome del primo impero
cinese della storia, una storia parallela e contemporanea alla vita di Publio Cornelio
Scipione, un parallelismo che testimonia la presenza di un’antica coscienza
acquisita dai cinesi di non essere l’unica entità dotata di una sofisticata cultura e
civiltà, una visione in cui il carattere ideografico di Qīn possiede la stessa omofonia
di del carattere di qīn (亲) che possiede ben sette significazioni, dei significati come
genitori, ossia l’insieme di padre e madre, una significazione di consanguineo, di
parentela stretta, di parenti, di familiari, nonché di matrimonio, di nozze, di
rapporto stretto, intimo, caro, di significato di persona, di rapporto interpersonale,
nonché infine del significato di baciare, una parentela stretta che con il suffisso Dà
(大), significa invece grande, grosso, di grandezza, di completezza, il maggiore di
età, l’adulto, il maggiorenne, il pieno che si interfaccia con il vuoto, il senso di un
significato simile e analogo a “nobiltà eroica”, una concezione molto vicina al
significato ayurvedico degli “Arya” e quindi una concezione archetipa
dell’immaginario collettivo che probabilmente risale ai tempi postdiluviani che
geologicamente partono dal 10.000 a.C., quando nelle steppe della antica cultura
di Kurgan, nonché di fasi precedenti, convivevano tutte e tre le tribù di Sem, di Cam
e di Jafet.

100
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Lasciando agli archeologi la facoltà di trovare la verità storica attraverso lo scontro
e il riscontro accademico di interessi globalisti e non globalisti interno a tutte le
università del mondo, ciò che conta per noi adesso è la visione non più separata
dell’Europa dal resto dell’Asia, assumendoci la responsabilità di una visione più
ampia che unifica l’Eurasia, prima che sulla carta di nuovi Trattati Intracontinentali
e di Costituzioni Magistrali, sulla praticità concreta di un continente descritto come
territorio circoscritto dal mare, il mettere insieme ciò che Dio Creatore non ha mai
diviso se non l’uomo attraverso visioni distorte e non congruenti alla realtà storica,
geografica e antropologica di questa terra circoscritta dai mari, quale è anche
ognuno dei Cinque Sacri Continenti del Pianeta Urantia, laddove Eurasia è un
continuum di ricca etnodiversità bianca, proprio come l’Africa è un altro continuum
di ricca etnodiversità nera, e così via per gli altri continenti di cui abbiamo già
discusso prima inserendo colori convenzionali della cultura confuciana del Feng
Shui: il contenimento di un territorio unico che le Vie della Seta nei secoli hanno
percorso continuamente in tutte le direzioni, un “disvelamento soffice” che negli
attuali tempi apocalittici, in cui tutte le impurità vengono progressivamente a galla
sotto gli occhi di tutti, mette al suo giusto posto anche il sacro e antico continente
di Eurasia.
Una concezione suprema dei continenti che permette di concepire, non soltanto
le differenze insite nel confronto tra due civiltà, ma di assumere una visione assiale
di tutta la storia delle civiltà di ogni continente, proprio come il filosofo tedesco
Karl Jaspers ha preconizzato attraverso la sua concezione di un “periodo assiale”
della storia dell’umanità, un periodo compreso tra l’800 a.C. e il 200 a.C, “un asse
della Storia universale […] situato nel punto in cui fu generato tutto ciò che, dopo
di allora, l’uomo ha potuto essere, nel punto della più straripante fecondità nel
modellare l’essere umano”, l’appurazione multilaterale dell’esistenza assiale della
storia per ogni civiltà che, perlomeno fino al periodo precolumbiano, ha seguito
parallelismi rivolti verso le altezze dello spirito, in cui si esprime in comune il Valore
Universale della Vita secondo canoni tutt’altro che diversi.

101
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

16. IL VALORE UNIVERSALE DELLA VITA

Prima di tutto bisogna tener presente le differenze nella concezione confuciana del
valore della vita e della solidarietà intesa come obbligo morale sociale, e delle sue
differenze con l’attuale visione dell’immaginario collettivo occidentale.
Come ha più volte ripetuto Xi Jinping negli ultimi mesi del 2020, “la vita umana
viene prima di ogni altra cosa” e da quando è esplosa l'epidemia di Covid-19, il capo
di Stato cinese ha infatti sempre sottolineato che bisogna dare la massima priorità
alla sicurezza e alla salute delle persone che, proprio come dicevano gli antichi
romani “Salus publica suprema lex”, è un fondamento della libertà di cittadinanza.
La posizione ufficialmente assunta dalle più alte cariche cinesi al riguardo è
inequivocabile e non richiede particolari spiegazioni ma, ciononostante, potrebbe
essere interessante approfondire come, più in generale, venga inteso il valore della
vita umana nella cultura cinese.
Quando si ha a che fare con un Paese che presenta una cultura diversa dalla nostra
si può incorrere nell’errore di giudicarne il comportamento a partire da quella che
è la nostra concezione di valori che, per quanto ritenuti presunti e universali, si
esplicano in modalità differenti a causa delle peculiari caratteristiche degli specifici
contesti culturali, e questo è il caso esemplare del valore attribuito alla vita umana.
Per ragioni storiche e culturali, il valore della vita è infatti tradizionalmente
concepito in maniera leggermente diversa nell’attuale Occidente contemporaneo
e in Cina, sebbene per affrontare esaustivamente un tema vasto e complicato
come questo potrebbero non essere sufficienti migliaia di pagine, ma cercando di
esporlo sinteticamente, così da fornirci delle indicazioni di massima al riguardo,
avremo lo scopo di comprendere le diverse peculiarità delle due visioni culturali
del mondo, dedicando maggiore spazio all’esposizione della concezione cinese.
Le radici greco-romane e giudaico-cristiane del pensiero occidentale
contemporaneo hanno portato ad attribuire un valore assoluto alla vita umana,
che trova la sua massima espressione nel primato riconosciuto all’individuo sulla
collettività, un primato che nel mondo occidentale considera ogni uomo nel suo
essere individuo e, solo secondariamente, come membro della società, quello che
afferma anche Dugin contrapposizione tra il valore individualista della vita e dei
diritti umani e il valore universalista.
Infatti, il pensiero tradizionale cinese è stato fortemente influenzato dal
Confucianesimo e ha quindi prodotto un sistema di valori che si basa
essenzialmente sulle “relazioni”, enfatizzando maggiormente il ruolo della
collettività a discapito del singolo individuo in quanto tale, e prima ancora di essere
considerata nella sua individualità, una persona è vista dalla cultura tradizionale
cinese come parte di una collettività (famiglia, società, nazione, impero),

102
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
concezioni comuni alla visione che avevano anche gli antichi greci e gli antichi
romani come valore di “sommo bene”.
Questa visione universalista ha inevitabilmente influenzato anche il valore
attribuito alla vita umana, il quale può essere considerato per certi versi “relativo”
nella cultura cinese, nel senso che è determinato dalla rete di relazioni di cui
l’individuo è parte integrante, e per questo motivo, il sacrificio della propria vita in
nome del bene comune è da sempre culturalmente riconosciuto in Cina come uno
dei più alti esempi di virtù, qualcosa di molto vicino alla concezione romana di
pietās, oggi sostituita dalla concezione cristiana di pietà, una divinità astratta dei
Romani, che esprimeva l’insieme dei doveri che l’uomo ha sia verso gli uomini in
genere e verso i genitori in specie, sia verso gli déi e che in questo caso s'identifica
con Dio Altissimo e sia verso i precetti della propria religione di appartenenza.
Questa odierna differenza di visione sull’importanza attribuita all’individuo e alla
collettività si riflette, ad esempio, nel modo in cui la popolazione ha recepito
l'invito/obbligo di rimanere a casa dei rispettivi governi durante la fantomatica
epidemia: se il popolo cinese lo ha fondamentalmente vissuto come un sacrificio
giusto da compiere per il bene di tutti, in molti nei Paesi occidentali è stato
percepito come una misura eccessiva e illegittima.
Ne è un esempio l’Italia, dove seppur a ragione è stato sollevato da più parti il
problema di una possibile incostituzionalità dei decreti emanati dal primo ministro,
in Cina una simile polemica non solo non c’è stata, ma non avrebbe avuto
nemmeno molto senso.
Con ciò non stiamo affermando che la reclusione eccessiva che stanno
sopportando gli italiani da parte del governo italiano sia giusta, ma al contrario
della Cina essa è stata dilungata oltre misura.
Tuttavia, quanto detto finora non implica, che la cultura cinese non attribuisca un
proprio valore intrinseco alla vita, ma è vero altresì il contrario, e lo si evince, ad
esempio, in un passo del confuciano Mencio dove l’autore, volendo dimostrare
l’innata bontà della natura umana, ci dice che ogni uomo è istintivamente pronto
a soccorrere e a salvare una persona più debole in difficoltà, non perché abbia un
doppio fine, ma semplicemente perché farlo è nella sua natura.
Dice Mencio “Il motivo per cui si può affermare che ogni uomo è dotato di
compassione è che se oggi, improvvisamente, un uomo vedesse un bambino che
sta per cadere in un pozzo, questi proverebbe certamente apprensione e
compassione per lui. Ciò accadrebbe non perché l’uomo abbia intenzione di
stringere una qualche relazione con i genitori, né perché così facendo acquisirebbe
prestigio fra gli abitanti del suo villaggio e tra i suoi amici, e nemmeno perché non
sopporti le urla e il pianto del bambino. Alla luce di ciò, possiamo dire che chi non
prova compassione, semplicemente non è un uomo”, una visione da cui si evince
chiaramente che la concezione di umanità è un fattore che distingue gli umani dai

103
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
dis-umani, ossia i tiranni, i crudeli e gli spietati, e che in termini confuciani e cinesi
in genere sono realmente impensabili.
Infatti, normalmente ogni persona correrebbe in aiuto di chi è in pericolo, perché
la vita umana viene prima di ogni altra cosa, tanto più se si tratta di quella di un
bambino, e chi non si comporta in questo modo, per Mencio, non è nemmeno
degno di essere considerato un essere umano, una posizione categorica assunta
dal filosofo confuciano con cui possiamo trarre un’altra considerazione:
tradizionalmente in Cina si ritiene che l’uomo possieda un’innata tendenza alla
solidarietà, la quale è vista come un dovere morale da cui l’individuo non può
esimersi, se non vuole vedere decadere il suo stesso status di essere umano.
Questo perché uno dei valori cardine di tutto l’impianto filosofico-morale del
Confucianesimo è costituto dal concetto di ren (仁), letteralmente benevolenza,
umanità e compassione che, almeno originariamente, stava ad indicare il
sentimento di “empatico affetto reciproco” che intercorre tra due o più persone
che si riconoscono parte di una stessa comunità.
La Cina ha sicuramente vissuto molti cambiamenti nel corso dei millenni, laddove
i più significativi dei quali sono avvenuti in epoca moderna con l’avvento
contaminante dell’ideologia del comunismo di matrice occidentale, ma
ciononostante si può constatare una continuità culturale di fondo nella sua storia,
continuità che si manifesta in particolare a livello del suo sistema valoriale, la cui
riscoperta delle proprie radici può realmente offrire ai cinesi l’opportunità di una
nuova rivoluzione culturale verso una teocrazia confuciana, una rivoluzione
interculturale che non per forza deve erigersi dal basso ma può anche conformarsi
dall’alto, attraverso forme di autocritica e rivalutazione della propria identità
culturale all’interno del partito comunista cinese e nella assemblea del popolo,
come ha fatto analogamente dall’alto l’imperatore Meiji nel Giappone del XIX
secolo e come ha fatto dal basso l’ayatollah Khomeini in Iran instaurando una vera
e propria teocrazia repubblicana attualmente vigente.
È indubbio che, oggigiorno, la Cina stia rivendicando sempre più apertamente e
assertivamente il proprio ruolo di grande Paese responsabile in seno alla comunità
internazionale e risulta, per questo motivo, quanto mai indispensabile per l’Europa
avere una chiara comprensione di quelle che sono le radici culturali e il modo di
pensare del popolo cinese.
In primis, si dovrebbe tenere conto che in Cina le “relazioni” ― le quali, come
accennato sopra, sono state tradizionalmente assunte come struttura fondante
della società e afferiscono a pieno titolo alla sfera morale ― hanno implicazioni
spesso molto diverse rispetto alla concezione occidentale, motivo per cui un
comportamento che da una prospettiva cinese è ritenuto implicitamente giusto e
doveroso può risultare, apparentemente, contradditorio e sospetto se valutato da
un’ottica occidentale.

104
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Comprendere il retaggio culturale del pensiero tradizionale cinese può
sicuramente aiutare a capire meglio le ragioni del comportamento assunto oggi
dalla Cina sul palcoscenico internazionale nei confronti degli altri Paesi del mondo,
ivi inclusi quelli maggiormente colpiti dall’epidemia di Covid-19, oltre che a
decifrare correttamente la retorica utilizzata dal Paese nella propria strategia
comunicativa verso l’estero.
Di contro, se davvero vuole svolgere un ruolo sempre più attivo a livello
internazionale, alla Cina è richiesto lo sforzo di rendere più accessibile e
comprensibile il messaggio sottostante alla propria narrazione, valorizzando
nuovamente le proprie radici antropologiche millenarie e tenendo anch’essa conto
di quelle differenze culturali che è, invece, ad oggi spesso portata a ignorare.
Un simile ragionamento potrebbe essere applicato al contrario verso l’Eurasia
Occidentale che è l’Europa e il Vicino Oriente e rimanere altrettanto valido, ma il
punto è che occorre sforzarsi di ridurre le distanze il tanto che basta per condurre
una comunicazione effettivamente atta alla comprensione reciproca, al fine di
imparare a conoscersi veramente e generare così un nuovo Mito Politico.

105
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

17. IL MITO POLITICO IMPERIALE

Il Mito Politico è stata un’istanza intellettuale e pratica che il pensiero politico non
è riuscito a delimitare e identificare, sia per la difficoltà di fissarne i rapporti con la
mitologia, che per quella di distinguerlo dal concetto di ideologia, poiché si è
trovata al centro di ogni polemica fra razionalismo e irrazionalismo.
La sua principale teorizzazione è legata al novecentesco Jean Sorel, il quale
definisce lo “sciopero generale proletario” il massimo strumento di lotta della
classe operaia, un mito che secondo l’autore è una “organizzazione di immagini
capaci di evocare istintivamente tutti i sentimenti che corrispondono alle diverse
manifestazioni della guerra intrapresa dal socialismo contro la società moderna”,
un atto della volontà fondato sull’apprendimento intuitivo di una verità legata alle
più forti tendenze di un popolo, e perciò particolarmente adatto a sorreggere
l’azione politica di massa, una conoscenza politica immediatamente vera, che
espliciti in modo diretto la coscienza di classe, l’autocoscienza di un popolo, senza
dover passare per il filtro di forme intellettualizzate, manipolanti e manipolate.
L’attacco di Sorel, seppur in un linguaggio oggi discutibile, è diretto alla società
capitalista, che provoca una conoscenza distorta secondo gli interessi di chi detiene
il potere, tra i quali annovera, oltre ai borghesi, anche i leader di partiti e sindacati
socialisti, che si sono lasciati coinvolgere assieme ai primi nella lotta per la
spartizione del potere e che pertanto desiderano evitare ad ogni costo la
rivoluzione.
Malvisto dai moderati e respinto dalle sinistre che isolano l’anarcosindacalismo di
matrice soreliana, il Mito Politico nel XX° secolo, come categoria di pensiero e
strumento di azione, resta pertanto legato soprattutto ai movimenti politici di
destra e nel secondo dopoguerra esso diventa oggetto di studio di Ernst Cassirer,
il quale non è pregiudizialmente avverso al mito, al quale dà ampio spazio come
forma genuina del conoscere nella sua teoria delle forme simboliche, ma il mito è
infatti per lui, il modo tipico di conoscere primitivo e ne esprime simbolicamente
le emozioni, legate “al profondo desiderio dell’individuo di liberarsi dalle catene
della propria individualità, […] di perdere la propria identità” soggettiva e
personale, a favore di sentimenti superiori come la comunità.
Definito dai politologi come racconto di eventi passati che dà al fermento sociale
un significato speciale per il presente, il Mito Politico viene inteso come fenomeno
collettivo del mutamento sociale, nonché indicatore nelle modalità rivoluzionarie
del verificarsi.
Pertanto, attraverso l’opera di studiosi di sociologia politica, si è potuto individuare
la presenza del Mito Politico in tutte quelle situazioni, soprattutto di rapido
cambiamento e di crisi, in cui gruppi sociali aggregano la domanda politica dei loro

106
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
membri a mezzo di teorie strutturate attorno a simboli e racconti simbolici, ovvero
allo stesso modo in cui intendono esprimere e chiarire le aspettative politiche
fondamentali e non organizzate di una classe, un popolo, una nazione.
La storia e la politica contemporanee forniscono numerosi esempi in materia, di
cui tipici sono i Miti Politici di Liberazione Nazionale riscontrati lungo tutto il
Novecento nei paesi non-allineati del Terzo Mondo, in cui temi religiosi si
sommano a elementi carismatici, vaghe teorie socialiste, visioni di riscatto
culturale e ipotesi efficientistiche e tecnocratiche, creando insiemi
intellettualmente ibridi, ma potenzialmente capaci di sostenere anche a lungo
lotte politiche di massa.
Ciò è servito a mostrare la presenza del Mito Politico anche al di fuori dell’influsso
del romanticismo e del decadentismo europei e a dimostrare che esso non è legato
soltanto alla contrapposizione razionalismo-irrazionalismo e alla situazione storica
che la ha provocata, studi storici che hanno a loro volta contribuito a verificare
l’ampiezza del fenomeno.
Mito Politico per eccellenza nel mondo classico, ad esempio, è quello della
“fondazione di Roma”, studiato fra gli altri da Karl Galinski, attorno a cui si costruì
l’identità del popolo romano e che, nelle sue numerose rielaborazioni, servì a dar
senso alle lotte esterne e intestine fino a divenire con Virgilio, il nucleo della visione
imperiale di Roma.
Dopo la caduta di Roma il mito della sua potenza politica, inteso come espressione
di un ordine metafisico, venne assunto da altri popoli e lo ritroviamo nel Sacro
Romano Impero germanico, nel mito di Bisanzio quale “seconda Roma” e in quello,
tinto di venature escatologiche, dell’Impero Russo di Ivan il Terribile, in cui Mosca
appare come la “terza Roma”, un trittico geografico che misteriosamente se si
interseca Roma con Mosca e Bisanzio con Berlino forma una croce perfetta con al
centro Belgrado, come se Berlino e Belgrado fossero rispettivamente la “quarta
Roma” e la “quinta Roma”, una curiosità non proprio singolare che si ripresenta
all’altra estremità del continente, proprio come misteriosamente all’estremo
oriente di Eurasia troviamo Pechino, ossia Běijīng (北京), che letteralmente
significa “capitale del nord”, poi Nanchino, ossia Nánjīng (南京), che letteralmente
significa “capitale del sud”, poi Sian, ossia Xi'an (西安), che letteralmente significa
“Pace occidentale” nonché attuale capoluogo della provincia dello Shaanxi, la
quale precedentemente si chiamava Chang'an (⾧安) ossia “Pace eterna”, posta in
prossimità della capitale dei Qīn (秦) che era Xian Yang, ossia Xiányáng (咸阳) che
può significare anche “principio solare sotto conservazione”, una capitale
occidentale che nella storia ha cambiato in piccoli spostamenti e piccoli significati
interconnessi, laddove la scoperta misteriosa più sensazionale è la capitale

107
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
giapponese di Tokyo, che in cinese si scrive Dōngjīng (東京) e che letteralmente
significa “capitale dell’est”, un “mistero confuciano” che se intersezionato porta
alla individuazione della città di Jǐníng (济宁) che letteralmente può significare
“soccorso tranquillo”, un mistero diadico di capitali interconnesse posto tra
l’estremo oriente e l’estremo occidente di Eurasia come due croci solari, due
svastiche che ricordano il significato esoterico della nostra stella ottonaria che per
l’appunto equivale anche a due svastiche intersezionate, un mistero irrisolto che
può lasciare interdetti alle numerose interpretazioni che gli antichi custodi della
Tradizione Primordiale vogliono trasmettere ai posteri: un Mito Politico vivente
nascosto sotto gli occhi di tutti.
La ricerca sociologica e storica ha pertanto riproposto il Mito Politico come realtà
da analizzare e non solo da esorcizzare, e contemporaneamente anche la scienza
della politica si è fatta più attenta ai problemi del linguaggio simbolico e della
simbolizzazione, aprendo la strada per una rimeditazione di tutta la materia,
portando ad enunciare una serie di problemi fra cui principali sono quello del
rapporto fra Mito Politico e mitologia generale, nonché fra Mito Politico e Utopia.
Gli studi postbellici, infatti, insistendo soprattutto sulla ‘politicità’ del Mito Politico,
sulle sue conseguenze, cioè sulla distribuzione del potere, ne hanno ristretto
l’applicabilità alle sole società classiche e moderne, limitandone le potenzialità.
Nel secondo rapporto invece, George Gurvitch tratta l’evoluzione della conoscenza
mitica dalle società primitive, poco differenziate, alle società moderne, molto
differenziate: nelle prime la conoscenza mitica è di tipo esistenziale, fondata sulla
partecipazione del gruppo alla vita e all’ordine del cosmo, mentre il passaggio a
società gerarchiche e poi classiste, prometeiche anziché tradizionali nella loro
struttura e finalità, provoca la trasformazione del mito in weltanschauung e
successivamente in ideologia.
Le mitologie comunitarie si spezzano e i loro residui entrano a far parte, come Miti
Politici e sociali, della coscienza dei vari gruppi in lotta fra loro per il potere, proprio
come fu l’antica e leggendaria “guerra di Troia”: una coscienza che rispecchia
l’uomo disintegrato post-comunitario, ne asseconda le aspettative come membro
di un gruppo e non dell’intera comunità, e quindi da visione del mondo si trasforma
in falsa coscienza legata a interessi particolari, ma è in questa situazione di scontro
fra mitologie e ideologie diverse che nascono le utopie, un sincretismo fra mito e
storia, ciò che Virgilio ha incarnato nell’utopia sacra di Roma.
L’Utopia, afferma Gurvitch, trascende la storia per giudicarla in nome degli
archetipi mitici, ma lo fa costruendo dei modelli razionali di comportamento,
proprio come stiamo facendo noi che stiamo ricostruendo il Mito Politico Imperiale
della Tradizione Primordiale inteso come Utopia Prometeica, quale valore diadico

108
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
di una monade unica, un Dao che si autogenera attraverso la nostra coscienza
collettiva.
Quindi l’Utopia è una sperimentazione mentale soggettiva, che si fonda
sull’apporto mitico, non un’astrazione senza senso opposta al mito, come ritiene
Sorel.
Purtroppo la situazione mitica perde il suo ruolo globale nell’età moderna e, in
quanto legata a situazioni sociali parziali, può essere manipolata da uomini di
cattive intenzioni, proprio come già avviene con la metanarrazione globalista oggi,
ma permane come espressione esistenziale sia nella forma di genuino Mito Politico
e sociale, che trasformandosi nel linguaggio razionale dell’Utopia.
Dal Mito Politico si evince così un pensiero politico inteso proprio come narrazione
pluralista, una molteplicità convergente che condivide i parametri fondamentali
della Tradizione Primordiale ma che si coniuga in tutti i tempi e i modi diversi,
generando quindi una ricchezza culturale rilevante in tutte le dimensioni dello
scibile umano, un Mito Utopico che coniuga oggi lo spirito primordiale con la
tecnica prometeica della contemporaneità, attuando all’oggi un senso scientifico e
non più soltanto esoterico della Tradizione Primordiale, in quanto la scienza non è
altro che la designazione convenzionale di una o più discipline affini nell’ambito di
programmi o piani di studio e di ricerca, un linguaggio descrittivo del mondo che
assume funzione di universalità codificata, seppur discutibile, di una conoscenza
ricercata delle leggi che governano la realtà del pianeta, un sistema di conoscenze
ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con
procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con
ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi.
Il pensiero politico di questa Terza Visione Planetaria, si basa così sul Mito Politico
Imperiale attraverso l’approccio scientifico di una visione triadiaca della realtà,
un’ottica sociopolitica non più solo dicotomica ma relativa a concezioni della fisica
in cui tempo, spazio ed evento sono i fondamenti della scienza storico-sociale della
vita politica nel rapporto tra struttura, funzione e agente secondo la suddivisione
degli eventi tra contesto, situazione e vibrazione poiché ogni contesto storico,
geografico e antropologico conforma un sapere epistemologico trasfigurato da una
rete tridimensionale di rapporti abduttivi, deduttivi e induttivi della conoscenza
che potrà permetterci di mappare la realtà che ritorna dall’oggettivo al soggettivo,
e infine all’aggettivo: rispettivamente il rapporto tra struttura, agente e funzione.
Un contesto conoscitivo della costruzione sociale generata dalla situazione politica
economica e culturale di gruppi di élites sociali in rapporti di potere definito dalla
vibrazione della parola che definisce la mente etica, noetica ed estetica delle
collettività rispetto a valori fondamentali che si sintetizzano nella relazione
originaria tra la Tradizione Primordiale, nelle sue storiche variabili dipendenti,
indipendenti e intervenienti, con la sua controparte di Deviazione Originaria

109
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
riportata da tutte le tradizioni culturali e religiose delle civiltà terrestri secondo
linguaggi differenti che riportano la complessità poliedrica, prismatica e
pragmatica di esperienze di vita confutate oggi dalle più recenti e discusse scoperte
scientifiche, esoteriche e archeologiche che incidono sull’immaginario collettivo di
passato, presente e futuro.
Questo pensiero politico è quindi scientifico ma non scientista, una scienza politica
al completo servizio della futuribilità dei valori eterni della Tradizione Primordiale,
un immaginazione al servizio dell’umanità che diventa motore di guida
dell’operato politico di funzionari professionisti e preparati che cercano di
riportare alle origini il significato più arcaico della stessa politica, intesa come vita
sociale e governo collettivo nella polis, ossia in villaggi comunitari in cui il rapporto
con le istituzioni è democraticamente diretto verso la partecipazione alla vita
pubblica locale, che mette la virtù dell’umanità al centro delle attenzioni della
collettività, rendendo l’uomo un animale sociale addetto ad alimentare e
condividere cultura liberamente, proprio come è insito anche nella visione
confuciana della cultura che possiede il valore di una continua riproduzione per la
più capillare diffusione della conoscenza, una impostazione scientifica il cui fine è
ripristinare l’antica praxis della Tradizione Primordiale, ossia riportare la pace
perpetua tra i popoli sulla Terra attraverso l’unificazione del pianeta sotto l’egida
divina di Dio Creatore e dei suoi inviati celesti.
Un Mito è pertanto una visione archetipica complessa di tipo simbolico, ma prima
di instaurare un nuovo mito abbiamo bisogno di questa nuova visione alternativa
al sistema, la visione di un Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale
Planetario, una visione che genera la metanarrazione politica collettiva includendo
i tanti che lottano contro il sistema della globalizzazione tecnoeconomica del
Nuovo Ordine Mondiale, una visione ottenuta su cui si può creativamente divagare
su qualsiasi sponda lasciata alla fantasia degli artisti.
Una metanarrazione politica della Tradizione Primordiale che si oppone alla
Devianza Originaria impersonata oggi da tutta quella compagine sociale che
rappresenta la visione distopica del Nuovo Ordine Mondiale.

110
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

18. LA TRADIZIONE PRIMORDIALE E LA DEVIANZA ORIGINARIA

Questa Terza Visione Planetaria che fonda il Mito Politico del Sacro Ordine
Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale dell’intero pianeta è la base su cui
poggia il Primordialismo Visionario, quale dottrina politica fondata su principi
scientifici e rivoluzionari relativamente inerenti all’assunto di una Apocalisse
Soffice che attutisce il senso dell’immagine stereotipata della fine dei tempi, qui
intesi come successione di avvenimenti correnti di una “giovane purezza
crescente” che emerge dal disvelamento progressivo e circolare dei rapporti
segreti insiti fra le forze onnipresenti nel mistero della Tradizione Primordiale e gli
enigmi posti dalle potenze occulte della Devianza Originaria, la quale di volta in
volta nel tempo “cambia pelle” metastoricamente, attraverso ricatti di
moderazioni che generano compromessi, invalidati questa volta dall’emersione
preponderante dei Tempi Ultimi che il nostro pianeta Urantia sta vivendo oggi.
La Tradizione Primordiale è il complesso delle memorie, delle notizie e delle
testimonianze trasmesse da una generazione all’altra attraverso disparate forme
di iniziazione, che vanno dalla celestiale spontaneità assoluta della luce bianca fino
alla cooptazione formale e relativa della profondità degli abissi neri, delle
informazioni diversificate intorno alla aneddotica narrazione dei tempi primordiali
e delle vicissitudini accadute fra l’origine della vita e il suo rapporto con il tempo
presente, rispetto alla visione futurista ed escatologica dei Tempi Ultimi in cui si
affermano nuovi primordi relativi alla concezione del ritorno ad una età d’oro: i
cinque colori simbolici della bandiera di Shambala quali sono il bianco, l’azzurro, il
rosso, il giallo e il nero, in relazione fra loro attraverso cinque visioni di iniziazione
delle genti dei popoli che confluiscono tutte nella concezione di un tempo di
salvezza per l’umanità e di finale sconfitta dei mali del mondo provenienti dai bassi
istinti degli uomini sollecitati dalla demonologia comparata di creature
leggendarie, mitiche e/o concrete preposte a sfidare il Cielo e Dio Creatore per la
schiavizzazione della gentes nell’Umanità che popola la Terra.
Questa spiritualità comparata, posta dai cinque colori iniziatici presenti in forme
diverse all’interno di tutte le Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche,
oppure come loro emanazioni dirette, indirette ed eterodirette, oltre a descrivere
le forme della luce descrivono in vario modo quelli che nel gergo mondiale
possiamo definire come Demoni Malvagi, dalle sembianze apparentemente
ominidi ma di formazione tale che secondo i loro comportamenti possiamo definire
come de-umani, od anche dis-umani e/o trans-umani, che generazionalmente
protendono a schiavizzare l’umanità attraverso disposizioni del vivere nelle
società, in qualità di estranei alla tradizione dei popoli che propendono alla
diffusione di nuove modalità di vita sociale conducendo le masse come mandrie di

111
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
buoi destinati al soddisfacimento dei loro istinti più bassi e viziosi, degli Arconti che
capitalizzando influenza economica attraverso lo sfruttamento delle masse sociali
del pianeta e colonizzando il potere politico mediante la mediocrità di soggetti
disposti ad esercitare l’uso della forza al loro proprio vantaggio, questi Demoni
Malvagi oggi preferiscono l’anonimato completo per controllare i popoli
dell’umanità in modalità di un Totalitarismo Morbido, ossia che tutte le nazioni del
pianeta sono da loro controllate in qualità di élite globalista praticamente
presente, sotto spoglie differenti, in tutte le nazioni del pianeta ma oggi
accomunate tutte dall’idea di instaurare un Nuovo Ordine Mondiale fondato sulla
deculturazione antropologica dei popoli e al loro assoggettamento, eliminando la
ricchezza naturale e spontanea di ogni diversità genuina dalla faccia della Terra,
attraverso la volontà di condurre ulteriormente i popoli dell’umanità verso il
baratro di un modello monoculturale fondato sulla contaminazione, sulla
corruzione, sulla cooptazione e sulla criminale deviazione della gentes imperium, i
popoli dell’impero da cui decurtare la sovranità individuale del libero arbitrio
attraverso la trasposizione di ogni essere umano alla conformazione di mostri di
ogni sorta, cercando di rendere gli altri quanto più simili a loro stessi, a loro
immagine e somiglianza, ad imitazione della potenza divina del Sommo Creatore e
delle Sue Gerarchie Celesti, degli Arconti demoniaci che svolgono il ruolo di giudici
e di controllori del mondo materiale ma a cui sfugge l’intera realtà pneumatica del
mondo spirituale.
Pertanto abbiamo a che fare con un contesto planetario contemporaneo in cui le
nazioni attraversano fasi di crescente purificazione dalle scorie del passato,
l’incipiente Grande Risveglio dell’umanità planetaria che contrasta nei contesti
nazionali quelle istituzioni sociali che entrano in conflitti sempre più visibili interni
allo stato profondo del cosiddetto deep state, un contesto in cui la situazione si
svolge secondo paramenti di contenimento dello spontaneismo attraverso la
ufficiosa violenza pilotata e le ufficiali forze dell’ordine, nonché da disposizioni
legislative sempre più restrittive rivolte a nascondere la verità mediante la
generazione di una confusione generalizzata in cui celare le reali intenzioni della
funzione degli attori interagenti nella struttura contestuale nazionale, una
situazione complessivamente posta dall’introduzione di sempre nuove e devianti
modalità di socializzazione, dalla pressione sociale continua attraverso le maggiori
correnti dei media filogovernativi che spesso sono la proprietà di ultramilionari
come in Italia sono la potenza mediatica di Silvio Berlusconi e di Carlo De Benedetti,
ex massoni della P2 legati e cooptati dalle élites globaliste di questa entità di
governo occulto, e infine dai legami di ricatto e di corruzione che circolano
nell’entourage di questi aggregati di oligarchi, il contesto organico della visione di
un Nuovo Ordine Mondiale che genera situazioni di disarmonia e di conflitto
sociale innestate dalla diffusione sempre più capillare di vibrazioni negative legate

112
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
dai diversi gradi della disperazione sociale, una realtà complessa in cui la Devianza
Originaria sguazza come un serpente nel fango, poiché ha trovato la disponibilità
di leve dispositive che impiega per accumulare sempre più potere, sempre più
ricchezza e sempre più presenza sulle menti dei popoli, che per fortuna stanno
progressivamente risvegliandosi da questo incubo reagendo ognuno
singolarmente e collettivamente per opporre contrasto alle pressioni sociali subite
mediante il recupero della concezione di “animale politico” che esercita la sua
sovranità individuale mediante l’ausilio del proprio libero arbitrio.
Questi cinque colori di Shambala, una città misteriosa di buddistica memoria
paragonabile alla Gerusalemme Celeste governata dal Melchisedek,
rappresentano quindi “cinque vie di rinascita spirituale” che generano altrettante
strade e sottoproduzioni spirituali varie che si basano su una concezione di quattro
soggettività spirituali, più una che è quella bianca e radicalmente distinta dalle altre
per non appartenere a nessuna tipologia di confraternita o congregazione che
influiscono nella società come il vento sugli alberi, poiché la luce bianca è la luce
degli eletti, dei timorati di Dio, è la luce dei maestri pneumatici che oggi stanno
facendo sì che questa “luce cristica” induca a trasporre la popolazione mondiale su
questo versante spirituale, in attesa dell’epifania del Salvatore Promesso,
quell’Avatar di Sintesi che emergerà insieme all’arrivo finale dei 144.000 angeli
terrestri, extraterrestri e ultraterrestri citati nell’Apocalisse di Giovanni, prima
dell’ingaggio della battaglia finale delle forze della luce contro le forze delle
tenebre, nel cosiddetto Armageddon, ciò che le civiltà norrene definivano
attraverso la denominazione di Ragnarok.
Questo Grande Risveglio in atto, quale divina forza cosmica benedetta e
promanata da Dio Creatore, nonché amplificata e cooprodotta dalle divinità
celesti, è il potenziale “invito alla rivolta” dei popoli contro la invisibile schiavitù
contemporanea per liberare il mondo dalle mani occulte della Cabala sionista,
massonica e satanica che vorrebbe realizzare il completo asservimento del pianeta
e dei suoi popoli mediante la realizzazione della grottesca visione implicita al
Nuovo Ordine Mondiale che, attraverso il potere materiale degli stati-nazione,
vuole dominare sulle persone cercando di proibire quelle attività nefaste per il loro
status quo, che sono definite da tutte le aggregazioni sociali, collettive e
comunitarie dello spontaneismo.
Come afferma Julius Evola in Rivolta contro il mondo moderno, “se vi è mai stata
una civiltà di schiavi in grande, questa è esattamente la civiltà moderna […]
nessuna civiltà vide mai masse così grandi condannate ad un lavoro buio,
disanimato, automatico: schiavitù, che non ha nemmeno per controparte l’alta
statura e la realtà tangibile di figure di signori e di dominatori, ma che viene
imposta attraverso la tirannia del fattore economico e delle strutture di una società
più o meno collettivizzata [e] poiché la visione moderna della vita, nel suo

113
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
materialismo, ha tolto al singolo ogni possibilità di conferire al proprio destino
qualcosa di trasfigurante, di vedervi un segno e un simbolo, così la schiavitù di oggi
è la più tetra e la più disperata di quante mai se ne siano conosciute.”
Quindi, questa schiavitù materiale definita dalla tirannia del denaro e dalle sue
pulsioni di morte, riguarda una schiavitù di ordine spirituale controllata dagli altri
quattro colori in costante guerra tra loro, in qualità di fenomeno millenario che
oggi essendosi massificato ha totalizzato l’intera popolazione mondiale all’interno
di tali solchi imprigionando ogni possibilità di collaborazione sociale e di altre
forme di socializzazione come ai tempi della semplicità spontanea di chi un tempo
viveva nei villaggi lontano dalla modernità delle grandi città, una schiavitù che non
fa aprire Ego verso Alter, che non facilita la vita alla diffusione della spiritualità
bianca, che non permette una forma salubre di socializzazione secondaria nei
confronti degli estranei, come di ognuno verso ciascuno, una schiavitù che oltre ad
essere di ordine materiale e spirituale vorrebbe compiersi nell’ordine temporale
attraverso la compiutezza della realizzazione della giurisdizione domestica del
Nuovo Ordine Mondiale, fondato sulla concezione della città-mondo, un villaggio
globale in cui l’uomo depaupera le risorse, le ricchezze e le riserve di ogni bene
comune a vantaggio esclusivo di una élite di Illuminati che ha previsto una
riduzione della popolazione mondiale a una cifra di sole cinquecentomila unità,
mettendo fuori porta l’assassinio diretto, indiretto e/o eterodiretto di ciò che resta
degli attuali sette miliardi di popolazione mondiale, una vicenda disumana che già
di per sé contraria alla volontà divina, la quale parafrasando il significato profondo
del quadrato del SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, possiamo tradurre questo
mantra latino paleocristiano in “il Creatore di tutte le cose tiene con cura le proprie
opere” e quindi di tutte le Sue Creature indistintamente, e non privilegiando alcune
a discapito di altre, come vorrebbero farci credere gli eletti dell’élite degli Illuminati
con i suoi seguaci, adepti e cooptati.
Questa forza della Luce Cristica è quindi il senso profondo della Tradizione
Primordiale, destinata a salvaguardare i delicati equilibri cosmici del pianeta
Urantia, quale faro di riferimento per tutte le tradizioni spirituali implicite alle Sacre
Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche che oggi per sopravvivenza vivente
sono il Cristianesimo degli insegnamenti di Gesù il Messia, l’Islam degli
insegnamenti coranici del Profeta Muhammad, l’Hindudharma degli insegnamenti
vedici di Avatar come Krishna, il Buddhadhamma degli insegnamenti nirvanici di
Siddharta Gotama detto il Buddha e infine il Daojiao degli antichi insegnamenti
sciamanici del Maestro Laozi e dei suoi successori, in pratica delle Cinque Sacre
Religioni che incorporano ognuna a proprio modo altre tradizioni di minoranza
come ad esempio in Eurasia sono la tradizione norrena di Wotan, il mazdeismo di
Zoroastro, il sikhismo di Nanak, la tradizione Bon del Tibet, lo shintoismo nipponico
del Giappone, e altre tutte gemellate con la tradizione vivente maggiore a cui si

114
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
sentono più vicini, un fascio di luce invertito che prismaticamente da policromatico
si semplifica, diventando luce bianca nella benedizione di Dio Creatore e delle sue
divinità cosmiche lucenti, finalizzata alla purezza degli uomini e delle donne di
buona volontà.
Questo poiché vi sono persone che vivono in emozioni negative emanando basse
frequenze vibrazionali che influiscono sul mondo circostante, e queste basse
frequenze vibrazionali sono il prodotto finale del Nuovo Ordine Mondiale a livello
individuale, delle soggettività che ruotano nelle orbite sociali di ognuno verso
ciascuno ponendo soltanto questioni viziose che non fanno altro che scatenare i
bassi istinti dell’uomo moderno, ostacolando di fatto lo sviluppo delle virtù
dell’Uomo e della Donna Primordiale che diversamente invece sono visionari che
vivono la magia del presente nella benedizione divina avvertendo ogni ostacolo
umano come la missione di coraggio disposta a distruggere ogni barriera nella
certezza, come direbbe Paramansa Yogananda, che ci troviamo sotto l’egida di Dio.
Gli ostacoli sociali non sono altro infatti, che risposte dell’ambiente circostante agli
sforzi di purificazione soggettiva, oggettiva e aggettiva del corpo, della mente e
dello spirito, delle risposte di ordine negativo che vengono attratte per naturale
conformazione della società fin quando l’uomo o la donna primordiale della nostra
contemporaneità non trova il faro di un contesto adatto a sviluppare le proprie
potenzialità dell’anima nella realizzazione del divino insito in noi stessi: da qui la
necessità di trasformare il nostro movimento politico internazionale in una
gemmazione continua di comunità di villaggio, di micronazioni tendenzialmente
autonome e semiautarchiche rispetto alla società nazionale ospitante, delle
enclave di resistenza che fungano da riferimento per la lotta urbana.
Questo dato di fatto infatti, non farà altro che innervare vorticosamente il
mutamento inevitabile in atto rendendo però la crescita spirituale un dato
facoltativo, poiché oltre alle benedizioni celesti abbiamo bisogno di uno sforzo
disciplinare dell’anima per elevare lo spirito a livelli più alti per protendere verso il
Cielo con i piedi per Terra, un processo di purificazione che parte dal presupposto
di un ritorno all’età dell’innocenza, della nostra infanzia più bella,
indipendentemente dai traumi subìti, per ricordare come la meraviglia
apparteneva all’incanto dei tempi primordiali.
L’umano Essere Primordiale, oltre ad essere il riferimento arcano di un tempo
perduto posto all’alba della civiltà originaria di quel divino giardino terrestre che
era il nostro pianeta, è un umano che conosce sé stesso e si distingue
virtuosamente nell’integrità del suo istinto collimato all’orizzonte arcaico
dell’eterno ritorno, tale che vive ancora all’oggi in mezzo al deserto tecnologico
della postmodernità nonostante tutto.
Egli è un umano che riconosce il valore trascendente, immanente e continente
della natura e della sua divinità, poiché essa contiene tutta la realtà del Creato

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Cosmico quale atto di Creazione Cosciente del Creatore Unico il quale, attraverso
le sue Creature Terrestri, ma anche extraterrestri di infiniti mondi e ultraterrestri
di infinite dimensioni, tale che riesce a gestire l’Armonia Cosmica della Vita
attraverso l’Amore e l’Onore di tutto il cosmo, la matrice divina e la semenza divina
di tutte le forze visibili e invisibili che mantengono in piedi la struttura e la funzione
di ogni agente vibrante, di qualsiasi regno biologico esso appartiene, poiché il
rispetto per la vita parte dall’assunto che la vita è un valore sacro in sé stessa.
Il tempo ciclico e ritornante di vorticose convergenze crescenti generano degli
eventi che nello spazio siderale, virtuale e reale, investono l’uomo e la donna
primordiale che riconoscono il valore del limite verso la propria opera accordata
all’Armonia Sociale, all’Armonia Terrestre e all’Armonia Cosmica nel rispetto di
tutte le leggi divine, accostando questo Uomo Primordiale e questa Donna
Primordiale ad una divinità terrena che ha cura di sé, degli altri e del mondo intero,
con ogni mezzo disponibile, riproducibile e realizzabile.
Questa coppia di esseri spirituali vivono qui, ora e in nessun luogo la eterna pace
dei sensi ogni giorno come se fosse l’ultimo, un clima siderale in cui è primavera
tutto l’anno poiché il Cielo disporrà l’ordine cosmico del pianeta rimettendo a suo
posto l’asse terrestre di quei famosi 30° rispetto alla perpendicolare dell’orbita del
pianeta intorno alla stella Solaris, quel nostro Sole che ci illumina ogni giorno, e che
insieme alla stella Polaris segna nel Cielo Cosmico un segmento ideale su cui passa
una retta cosmica che tiene allineata la nostra galassia: la Via Lattea.
Questi uomini e queste donne primordiali vivono pertanto come agli esordi della
vita dell’umanità sul pianeta Urantia, che noi chiamiamo volgarmente Terra, e che
nonostante tutte le difficoltà che riscontrano nella società materialista del
globalismo liberale, oramai posto sul punto di una via di autodistruzione mondiale,
hanno ben chiara la visione di un Sacro Ordine Imperiale quale soluzione sostitutiva
e antagonista alla visione del Nuovo Ordine Mondiale imposto dalle potenze
oscure dei Poteri Globalisti attraverso i mass-media, e che cercano nella resistenza
attiva e passiva al sistema globale, nella resilienza concreta e ideale di fare
comunità, nonché nella residenza locale e nazionale di essere uniti in spirito, il
baluardo di azione concreta alla vita quotidiana mediante forme di aggregazione
sociologica della politica, di aggregazione psicologica della coscienza e di
aggregazione spirituale della religione, accettando ogni tipo di conseguenza che il
sistema globalista pone di fronte all’uomo e alla donna primordiale.
Poiché la transizione in atto permetterà all’uomo primordiale di emergere come
passo successivo di evoluzione sociale, in cui nessuno può rimanere indietro previa
la morte instillata dal sistema mondiale attraverso stratagemmi di guerra morbida
come il recente caso inerente alla diffusione del Covid-19 e dei suoi enigmi politici
internazionali.

116
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
L’Umano Primordiale pertanto è un essere che vive la sua vita biologica e riconosce
nel personale sforzo cosciente, consapevole e coerente di vivere in coppia tra un
uomo e una donna nel rispetto reciproco e nel riguardo accurato dell’altro, e di
formare insieme un elemento cardine dell’uomo presente e futuro: la radice
comunitaria della famiglia, senza dimenticare la prossimità sociale della comunità
locale e senza dimenticare il ruolo della aggregazione sociale politica ed economica
di purezza e di mutuo aiuto, nonché di lotta al sistema della corruzione, del crimine
e della cooptazione che cerca sempre nuove strade di coercizione sociale e di
imposizione metapolitica sui popoli.
Quindi l’Umano Primordiale, non è più soltanto il ricordo di una vita pregressa che
tradizioni etniche, culturali e religiose ci ricordano a loro modo, ma è l’atto
costante della nostra rivoluzionaria evoluzione di sviluppo sociale verso un mondo
diverso e soprattutto umano, che mette Dio Altissimo al centro del proprio cuore
nell’Amore e nell’Onore per compassione verso la vita sul nostro amato pianeta,
dove la Legge Divina di Dio e del Cielo è insita nella coscienza collettiva e,
consapevolmente con cosciente coerenza, la applica soggettivamente alla propria
vita quotidiana in questo sforzo collettivo di un divenire segnato dal destino di
essere angeli terrestri sul nostro pianeta vivente, degli angeli terrestri che sono
tutti i pneumatici definiti dalla gnosis, dei credenti in Dio che seguono le Sue leggi
e che eseguono i Suoi dettami seguendo gli insegnamenti dei profeti e dei maestri
ascesi, facendo ognuno del proprio meglio per migliorarsi costantemente per
seguire la retta via secondo il proprio solco religioso di appartenenza vibrazionale
generale, un angelo terrestre distinto da pratiche come la preghiera, la
meditazione, i digiuni, l’abnegazione, lo spirito di sacrificio, l’umiltà,
l’addestramento e così per tutti gli strumenti utili a migliorare noi stessi e ad
assurgere come angeli della terra, la cui gerarchia aristocratica e organica
emergerà col tempo spontaneamente.
Come afferma il detto latino omnia munda mundis, “tutto è puro per i puri”, la
purezza crescente di un infante, vive come bambino interiore che dobbiamo
riscoprire attraverso la disciplina, non trovando più nulla di marcio, di contaminato
né piaghe interne a noi stessi, poiché come afferma Paracelso “vi è nell’anima
umana una Luce che illumina ogni cosa e con la quale l’uomo può percepire anche
le cose soprannaturali [e] coloro che cercano nella luce della natura esterna,
conoscono le cose della Natura [mentre] coloro che cercano conoscenza nella
natura dell’uomo, conoscono le cose al di sopra della Natura, che appartengono al
Regno di Dio, [ma poiché] l’uomo è un animale, uno spirito e un angelo [allo stesso
tempo] perché ha tutte e tre le qualità,” se ne deduce che a questo processo di
luce interiore gli farà conoscere l’essenza delle cose, con i suoi attributi, attrattive
ed elementi di cui consistono, facendo dell’Umano Primordiale del prossimo
futuro, il reale padrone della natura, degli elementi e degli spiriti.

117
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”, disse Gesù con il suo celebre Discorso
della Montagna, ed è con questa affermazione del Messia che saranno mietute le
anime dei puri per poi trasformarsi come messi raccolte nei tempi ultimi della
epifania del mietitore, quell’Agnus Déi assiso sul trono di Dio che non è Gesù ma il
misterioso Figlio dell’Uomo di cui trattano i vangeli, delle messi mietute che
saranno gli uomini e le donne primordiali che, attraverso il loro sforzo di
purificazione, vedranno il regno di Dio sulla terra.
Secondo la scienza, la purezza è il grado di concentrazione elevata di una sostanza
all’interno di una miscela, intesa come la percentuale in peso o altra unità della
sostanza in esame rispetto al peso-unità totale della miscela, la qualità di una
sostanza che non contenga elementi estranei: una distillazione dell’anima
individuale (anima singula), dell’anima sociale (anima populi) e dell’anima del
mondo intero (anima mundi) fondata sulla esternazione degli elementi estranei
all’anima personale, insabbiati nell’inconscio profondo attraverso scioccanti
esperienze passate sovrapposte da significazioni che hanno svolto funzione di
sigillo mentale e che impediscono ogni integrità morale, nonché sulla esternazione
degli elementi estranei all’anima di una società, nascosti fra le maglie del tessuto
sociale come detentori del potere reale oppure come semplici complici della
negatività del sistema occulto, e infine dell’anima del pianeta terra, quali esistenze
di esseri estranei alla specie umana: dei compiti di cui si fanno carico gli uomini e
le donne primordiali organizzati in gruppi di prossimità e di competenza al fine di
setacciare ogni artificio prodotto dai fautori del sistema oscuro contrario alla
volontà di cambiamento rivolto verso la rigenerazione dell’antico ordine sociale
del Sacro Impero Planetario.
Pertanto il Primordialismo Visionario si pone come sistema vivente disposto
nell’immaginario collettivo e che quindi non ha necessariamente bisogno di una
organizzazione movimentista, seppur può essere anche uno strumento identitario
utile in un momento storico contingente, quanto piuttosto di una “guida per tappe
importanti” da oltrepassare per raggiungere il culmine di una completa
distillazione del pianeta a partire dalle località comunitarie, alla nazionalità sociale
passando per la etnicità regionale propria di ogni popolo etnoregionale, al fine di
costituire una massa critica imponente per imporre assemblee costituenti
attraverso l’occupazione delle istituzioni del potere reale, oppure attraverso
l’incitazione a procedere verso una nuova costituzione fondata sui principi di una
Civitas Nationis, di una Nazione Socializzante capace di innescare un processo
corale e collettivo per instaurare un ordine sociale fondato sul principio di
imperium, un magisterio cardinale che svolga funzioni di coordinamento, di
arrangiamento e di facilitazione delle relazioni interculturali fra i popoli delle sue
nazioni, in qualità di cardine continentale che svolga funzione internazionale di

118
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
infrastruttura alla realizzazione di un soppalco istituzionale di rappresentanza dei
cinque magisteri cardinali per ogni continente.
Poiché tra i principali valori popolari della Tradizione Primordiale, come è
l'imperium romanorum che di fatto è una archetipica concezione imperiale di
sovranità in cui il primo sovrano è l’uomo con il suo libero arbitrio posto alla base
e poi vige l’imperatore di Urantia al vertice planetario, come anche allo stesso
tempo la funzione del Magister Politicus per un cardine continentale, il quale è
l’apice cardinale che rappresenta le istanze dei popoli, questo perché il vero
antagonista del Nuovo Ordine Mondiale è l'Antico Ordine Planetario che consiste
nella generazione di cinque civiltà cardinali all'interno di ognuno dei nostri cinque
singoli continenti, unificati dall’imperium planetarius, attraverso il monopolio
dell’uso della forza in un mondo di Pace Perpetua, dei valori impliciti che segnano
uno o più vettori storico sociali nella direzione in cui lo spontaneismo si dirige
naturalmente, quale sua evoluzione armonica, organica e naturale.
La Tradizione Primordiale pertanto, è la forza spirituale di precisi vettori storico
sociali che dirigono verso l’alto le sfide imposte dalle trame ordite dalla Devianza
Originaria, quali vettori storici di forza completamente opposta che usualmente
tende ad ingaggiare qualsiasi forma di spietatezza diabolica come comportamento
utile all’acquisizione di potere a discapito della Tradizione Primordiale, una
costante metastorica portante che ha sempre posto la Devianza Originaria come
“antitesi” contraria allo spirito del tempo (“tesi”), una lotta continua tra forze di
liberazione delle genti e di interi popoli per il bene comune in nome di valori tipici
della Tradizione Primordiale e le costrizioni opprimenti e distruttive della Devianza
Originaria finalizzata alla disseminazione di panico, paura e incertezza negli animi
della specie umana per allontanarli dalla grazia divina del Creatore che, come un
paziente agricoltore, tiene cura delle proprie opere.
Il nostro sforzo collettivo infatti si basa sulla generazione di una “ultima sintesi”
non più teorica, ma pratica e fattuale, una concretezza che sormonti i limiti imposti
dal sistema vigente per trarne la nostra Terza Visione Planetaria, al fine di
instaurare nuovamente un impero millenario che porti la pace perpetua sulla terra,
una dialettica che termina con il suo riposo finale.
Infatti in effetti il rapporto fra la Tradizione Primordiale e la Devianza Originaria,
prima di essere una costante storica è ciò che alle origini dell’umanità, ricordata
nella memoria storico-antropologica di tutte le culture e civiltà del nostro pianeta,
concerne la fine dell’età d’oro in cui vigeva la Pace tra gli uomini in completa
aderenza all’Armonia Cosmica del Creato, e gli albori di quella che fu l’età
d’argento nella storia dell’umanità, laddove ogni cultura, civiltà e tradizione
ravvede in taluno o in talaltro, col tale nome o con il talaltro nome, l’identità di un
comportamento disumano che è stato capace di deviare letteralmente gli equilibri
armoniosi del pianeta fra uomo e uomo, fra uomo e ambiente e fra uomo e donna,

119
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
un entità complessa che ha sempre mirato a soggiogare gli uomini, le specie viventi
e il ruolo della donna attraverso stratagemmi sempre più complessi e diabolici.
La Devianza Originaria infatti, è individuabile dalla condotta di chi vìola le regole
esoteriche ed essoteriche tradizionali della comunità o della civiltà in cui vive, un
concetto legato a quello di controllo sociale, poiché il suo obiettivo è una lotta
materiale di potere temporale per esercitare influenze spirituali opposte alla
Tradizione Primordiale.
Di fatto la devianza è sempre percepita come una minaccia per la collettività e per
neutralizzarla vengono messi in atto meccanismi di prevenzione, repressione e
punizione, solo che per la Devianza Originaria è sempre importante penetrare nelle
istituzioni sociali di potere coercitivo per ottenere “il coltello dalla parte del
manico” e tendere a distruggere un’espressione storica della Tradizione
Primordiale.
Nel mondo di oggi, ad esempio, in ogni società nazionale esistono complessi di
norme, regole e modelli di condotta imposti dai sistemi del diritto, della religione
e della morale, oppure accettati e riconosciuti come “normali” dalla società, e chi
infrange queste regole, rifiuta questi modelli di condotta o non li adotta viene
etichettato come deviante: proprio ciò che paradossalmente sta avvenendo con la
diffusione globalista della tendenza sociale insita nel politically correct che sta
avviando un’inquisizione culturale che cerca di cancellare le radici storico sociali
della civiltà europea in particolare, uno strumento culturale della Devianza
Originaria che oggi cerca di diffondere una concezione distorta dei diritti umani
individualizzandoli in modo assoluto attraverso la dissoluzione dei parametri
universalistici e facendo riconoscere come legittime le forme di devianza sociale
ritenute precedentemente come illegittime, come ad esempio: la criminalità, la
delinquenza giovanile, la violenza gratuita, il suicidio, la pedofilia, l’eutanasia,
l’abuso di droghe, l’alcolismo, l’entomofagia, la coprofagia, l’omosessualità, le vere
malattie mentali, le torture, il razzismo invertito verso i bianchi, il traffico di droga,
il traffico della prostituzione, il traffico di armi, il traffico di umani, il traffico di
organi, tutte tendenze sociali che attraverso la prospettiva imposta dai sistemi di
comunicazione di massa, come ad esempio un certo cinema nel settore del video
on demand, la onnipresente televisione e la censura dell’informazione digitale
come ad esempio è avvenuto con la chiusura del canale youtube Byoblu in Italia,
stanno diventando un riferimento sociale di diffusione del fenomeni devianti
ritenuti come “normali”, uno stesso meccanismo di imitazione, di plagio e di
emulazione, impiegato per la diffusione di opinabili vaccini non sperimentati per il
Covid-19, per mezzo delle istituzioni politico-governative delle nazioni che
finanziano le reti televisive e i sistemi di informazione.
Pertanto la Tradizione Primordiale, al di là di quanto già scritto in merito nella
prima metà del Novecento, da studiosi esoterici per una scienza dello spirito del

120
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
calibro di Julius Evola, René Guenon e Rudolf Steiner, ma anche di Omraam
Mikhaël Aïvanhov, Paramahansa Yogananda, Morihei Ueshiba, Pavel
Aleksandrovič Florenskij, Georges Ivanovič Gurdjieff e altri illustri pensatori
eurasiatici, risulta essere ciò che si tramandava oralmente agli albori della vita
cosmica univocamente per la specie umana nei loro rapporti con le divinità celesti
che albergavano sul pianeta Urantia, quindi una Tradizione Primordiale originale
che ancora non aveva subìto squilibri di sorta, fino a che un giorno la specie umana
viene deviata su più fronti dall’equilibrio originale e si dà inizio al calvario della
nostra specie sempre più distante dall’Origine Organica e sempre più lontana
dall’Armonia Cosmica, innescando processi di errori sempre più frequenti e
complessi in una vorticosa oscillazione tra la le forze della Luce e le forze delle
Tenebre.
Non a caso il venerabile maestro taoista Laozi (老子) afferma che in origine vi era
il vuoto assoluto, il Wu (无), poi venne l’Uno che fu l’intervento della legge divina,
il Dao (道), poi nacque il Due che fu la risultante di questa opera divina come
reazione di un’altra entità diversa dall’Uno, e da questo Due si generò il Tre che
diede vita ai diecimila esseri, una progressione aritmetica che improvvisamente si
trasforma in una progressione geometrica di complessità sempre più consistente
fino al suo apogeo che coinciderebbe sempre con cataclismi, calamità, guerre e
autodistruzioni di ogni sorta da cui ricominciare da capo la progressione storico
sociale della vita sulla Terra ad opera del Cielo.
Comprendendo questa sintetica visione taoista dell’origine paradisiaca, la
Tradizione Primordiale diventò quindi materia di discussione e di distinzione fra
mistici, saggi, eruditi, filosofi e sofisti di ogni sorta che, come i cinque colori
spirituali di Shambala, non hanno fatto altro che alimentare il Polemos a discapito
dell’ordine disposto dal Logos attraverso il dialogo, fra Cielo e Terra, che
parafrasando il giapponese Morihei Ueshiba possiamo affermare che “il cammino
del Cielo e della Terra è lo spirito della Via Imperiale”, una logica spontanea tra
uomini integri e onesti che riescono a carpire la Verità sublimando le proprie
posizioni personali e soggettive verso la posizione realmente vera e oggettiva da
cui approcciarsi alla prospettiva realmente concreta e aggettiva, cioè funzionale
alla ricerca della congiunzione tra le diversità poste in essere dal dialogo, un Logos
a cui la Tradizione Primordiale è destinata ad addurre a sé per i nuovi primordi della
vita sul pianeta per questo prossimo Ottavo Giorno della Creazione Cosmica, ed in
particolare del ruolo chiave di Guardiano del Giardino, a cui è destinata la specie
umana: un ruolo specificatamente imperiale.
Per diventare Guardiano del Giardino l’intera umanità deve affrontare tutte le
interconnessioni poste fra la Tradizione Primordiale e la Devianza Originaria al fine
di incrementare la purezza della luce cristallina dei primordi dell’umanità, e

121
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
rigettare ognuna delle impurità che non appartengono alla Tradizione Primordiale
attraverso un fare fronte comune tra tutti i cinque colori spirituali di Shambala
contro le forze occulte che tramano per deviare lo spontaneismo purificante di
questi Tempi Ultimi verso forme di trivialità volgare, viziosa e violenta, contro la
barbarie della nostra contemporaneità al fine di preparare il mondo intero alla
completa epifania dell’Avatar di Sintesi nella sua manifestazione, il Salvatore
Promesso dell’umanità che oggi vive ancora nell’occultazione della parusia
spirituale quale “presenza divina” indicante l’essenza ideale della coscienza
cosmica nel mondo materiale, al fine di guidare i popoli verso l’unificazione sotto
l’egida della luce divina, laddove il Primordialismo Visionario vuole essere proprio
lo strumento immaginifico capace di facilitare questo processo di manifestazione
spirituale nel tempo presente, mettendo in chiaro ogni ambiguità potenziale per
rendere agevole il dialogo tra le diversità e formare ponti di comunione per
generare un Fronte di Liberazione Universale delle Nazioni in nome della
Tradizione Primordiale dell’umanità intera, al fine di annientare ogni elemento che
conforma questo Nuovo Ordine Mondiale della Devianza Originaria e iniziare
materialmente ad instaurare per ogni livello di analisi l’Antico Ordine Planetario
fondato sul principio di un Sacro Impero delle Civiltà continentali.
Personalmente, in qualità di autore di questo saggio, mi ritengo nient’altro che un
umile servitore di Iddio Altissimo che, con questo mio contributo, voglio soltanto
rendermi come facilitatore della completa epifania del Salvatore Promesso,
lavorando al fine di realizzare veramente un unico Fronte di Liberazione Universale
delle Nazioni, un unico Fronte Universale della Tradizione Primordiale, mediante la
divulgazione del Primordialismo Visionario come movimento politico
internazionale.

122
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

19. FRONTE DI LIBERAZIONE UNIVERSALE DELLE NAZIONI

In questo frangente, in cui la Tradizione Primordiale si trova da millenni in conflitto


aperto con la Devianza Originaria, ritroviamo che il Cielo ha inviato sulla Terra di
volta in volta delle anime antiche che cercano di riequilibrare i rapporti sociali tra
queste due entità metastoriche nelle religioni, nelle civiltà e nelle società, al fine di
favorire le anime pie che seguono la Tradizione Primordiale o frammenti di essa,
rinnovata di volta in volta con nuovi espedienti e sviluppi culturali che rinfrescano
di nuova vitalità la noosfera dell’anima del mondo, la mente universale quale
riferimento da cui traggono linfa vitale gli sviluppi ulteriori che si spostano su nuovi
versanti, siano essi fronti interiori, esteriori o ulteriori oppure tutte e tre insieme
come un tripode a fortiori ratione, un conflitto psicosociale che confluisce nel
tempo e nello spazio attraverso eventi che cercano di far emergere ora la Verità
Divina ora la Menzogna Umana, a fronte di un continuo do ut des tra la
consapevolezza dei paladini della Tradizione Primordiale e l’ignavia degli adepti
della Devianza Originaria, al cui centro tra i due fronti ha sempre convissuto un
certa placida ignoranza delle greggi di popoli mansueti, che oggi per fortuna sono
chiamati tutti a scegliere definitivamente da che parte stare, di modo che non si
favoriscano più effetti sociali simili alle dinamiche concausali delle palle da biliardo,
in cui a rimetterci sono sempre i semplici ignari della gentes imperium: i popoli.
Questo gioco a somma zero tra i due fronti, tradizionale il primo e antitradizionale
o addirittura controtradizionale il secondo, in cui ogni volta o si vince o si perde,
vengono giocati in tutto il mondo sempre sugli scacchieri delle singole nazioni in
nome di Dio o contro Dio, implicitamente in modo incosciente, esplicitamente in
modo cosciente o ulplicitamente in modo supercosciente, secondo canoni di
spiritualità di alto profilo alchemico oppure canoni di materialità dal basso profilo
alchemico che si dispongono trasversalmente lungo l’asse spaziotemporale,
proprio come abbiamo visto nella esemplificazione storica degli ultimi settanta
anni della repubblica italiana fra interventi diretti, indiretti ed eterodiretti sui
fenomeni sociali spontanei come il caso mondiale della rivolta giovanile negli anni
del boom economico e degli anni di piombo, smorzati in Italia nella loro potenza di
vigore con l’avvento degli anni di fango e delle leggi speciali del 1981-82, anni in
cui tutto il mondo della politica viene ricollocato in un’ottica parlamentare che a
livello internazionale sfocia successivamente nell’evento storico della caduta del
muro di Berlino, e poi nell’implosione dell’URSS e la prima guerra del Golfo che,
secondo il subcomandante Marcos segnano gli esordi della Quarta Guerra
Mondiale, ovvero della seconda guerra fredda tra l’unipolarismo angloamericano
a trazione sionista e il resto del mondo, per l’instaurazione di un Nuovo Ordine
Mondiale, da cui sono emersi regionalismi polarizzanti del mercato mondiale

123
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
decretando, attraverso varie tappe, la fine globale della globalizzazione e un
emergente sistema multipolare, su cui Alexander Dugin ha teorizzato il Nuovo
Ordine Multipolare che purtroppo non è privato dal timore di una Ultima Guerra
Mondiale poiché non ha previsto alcun rimedio politico, come quello che offre
l’Antico Ordine Mondiale del Sacro Impero Celeste, teorizzato da noi attraverso la
definizione di un processo costituente dal basso dell’avanguardia di un’aristocrazia
emergente, che in ogni nazione mette in piedi localmente le direttive progettuali
di un Sacro Ordine Imperiale Tradizionale e Ultracontinentale Planetario, un
progetto che si instaurerà attraverso la fondazione del Principato di Urantia e che
poi si manterrà in piedi attraverso la reggenza di un imperatore planetario con le
sue corti imperiali, il monopolio dell’uso della forza e della ricerca scientifica a
livello mondiale e la disposizione di magisteri politici di civiltà, che conformano i
cinque cardini di ogni continente strutturati secondo impalcature politiche di piani
imperiali a gestione semi-autarchica delle relazioni internazionali a livello
intracontinentale, extracontinentale e ultracontinentale, laddove le nazioni da noi
definite come socializzanti sono predisposte soltanto a gareggiare in buone opere
nel rispetto della diversità culturale di ogni civiltà continentale.
Questo gioco metastorico posto fra la Tradizione Primordiale e la Devianza
Originaria, è il frutto di continui attacchi alle profonde radici antropologiche e
culturali delle civiltà continentali del pianeta realizzate dalla visione del Nuovo
Ordine Mondiale, laddove in risposta di autodifesa assurge il modello geopolitico
di un Nuovo Ordine Multipolare, un campo di battaglia tecno-economica
internazionale in questa insidiosa “guerra morbida” irta di spine e contraddizioni
che non hanno ancora trovato una definitiva àncora di salvezza che metta in chiaro
il ruolo multiforme delle trame del deep state e dello spionaggio internazionale in
qualità di Leviathan, conformato da interessi particolari e marittimi di origine
angloamericana, che venga sottomesso dall’agire storico di definitivi fermenti
politici terrestri che, come il grande Behemoth, si contrappongano a questo
intricato stato di cose mediante l’ausilio tradizionale dell’imperium, una
complessità di rapporti che si conclude nelle condizioni in cui vessa l’Europa, quale
centro planetario di interessi finanziari globalisti che hanno generato il processo di
globalizzazione sotteso al Nuovo Ordine Mondiale, una centralità al cui centro delle
questioni globali si pone proprio la nostra Europa con al suo centro l’Italia, fino ad
oggi imbrigliata ad ovest dagli angloamericani della Nato, a nord dagli interessi
franco-tedeschi dell’Unione Europea, a est dagli investimenti russo-cinesi, a sud
dall’approdo continuo di barconi di africani mandati dalle coste libiche e al centro
dai paradisi fiscali di San Marino e del Vaticano, una situazione complessiva in cui
soltanto una politica trasversale e popolare di pensiero forte e pluralista può
liberare l’Italia unificandola nelle sue parti rispetto ad una prospettiva continentale
che di conseguenza liberi l’Europa e il resto del mondo globalizzato con un grande

124
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
“effetto domino”, un banco di prova importantissimo dal ruolo chiave per
l’instaurazione di un magisterio politico che modelli il nostro Sacro Ordine
Imperiale, attraverso i lustri della potenza tellurica e magnetica della universale
città sacra di Roma, quale antico alveo della formazione di Europastan: la terra del
mito ellenico di Europa.
Secondo tale schema teorico, ci troviamo di fronte alla visione di una realtà
relativista di un Nuovo Ordine Mondiale che basa la sua forza di Devianza
Originaria, come spinta centrifuga globalista sui popoli del pianeta, e una realtà
altrettanto relativista di un Nuovo Ordine Multipolare che non risolve i rischi del
globalismo, il quale allo stato attuale non possiede alcun fondamento di riforma
radicale delle organizzazioni internazionali, ma che è la visione di un relativismo
nazionalista di matrice imperialista che non è altro che una reazione di difesa
centripeta alle forze apolidi della “alta finanza globalista”, la quale supporta e
finanzia operazioni di falsa bandiera, delle vere e proprie false flag operations,
delle operazioni che vanno dalle rivolte pacifiche alle rivolte rabbiose fino ad
arrivare a vere e proprie rivolte armate che mettono in discussione l’autorità di
una nazione non allineata con i dettami del globalismo, sempre se queste nazioni
sono governate da uomini luminari come quelli che rappresentano il cosiddetto
“movimentismo di Qanon” negli USA o Bashar Assad in Siria che combattono
entrambi, a livello nazionale, contro le forze centrifughe antitradizionali, spinte e
volute dalla finanza apolide che fino ad oggi sembra controllare le relazioni
internazionali degli Stati Nazione, mentre in paesi come l’Italia e la Germania, in
qualità di sconfitti della seconda guerra mondiale, per adesso non accade ancora
nulla di organico, se non manifestazioni di spontaneo dissenso verso i governi
centrali, che al contrario sono oggetto sotto controllo degli interessi apolidi
internazionali, i quali cercano di introdursi, deviare se non proprio condurre e
guidare politicamente anche lo stesso dissenso verso i governi generando ulteriore
Caos Sociale, un senso definibile come “leninista” di guida dei popoli che cerca di
sostituire i veri rappresentanti dell’avanguardia politica nazionale per dirottare i
fermenti politici emergenti verso derive inoffensive o autodistruttive, se non
proprio verso derive inserite sempre nell’alveo democratico e rappresentativo di
categorie sociali particolariste.
Ci sono poi casistiche complesse e controverse come il ruolo della Cina in cui il
proprio “comunismo nazionale” si connette nell’ambito delle relazioni
internazionali alla finanza apolide che dall’altro lato cerca di destabilizzare il
governo centrale con la strumentalizzazione delle rivolte di Hong Kong o con le
rivendicazioni scissioniste degli Uiguri, insomma un caso particolareggiato in cui il
governo di Xi Jinping dovrebbe fare ricorso allo stabilire chi sono i veri nemici della
Cina, visibili e invisibili, a partire da una autocritica interna nei confronti del
comunismo e del marxismo stesso il quale, secondo certi analisti, sembra essere la

125
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
sponda ideologica per una nuova globalizzazione tutta cinese e di stampo scientista
e tecnologico, secondo i canoni della concezione insita nella dottrina del Tian Xia (
天下 lett.: sotto il Cielo), che per adesso è in qualche modo collusa con l’alta
finanza sionista che le fa perdere di vista il senso continentale e cardinale della
propria vocazione confuciana, che è stata tutt’altro che mondialista sotto la
vecchia dinastia cinese dei Ming, una situazione complessa dove oggi il comunismo
marxista e l’imperialismo capitalista si coniugano in una Cina che esprime delle
contraddizioni interne, sulle quali non si può fare altro che affrontarle decidendo
da che parte stare, prima che delle forze centrifughe progressivamente compaiano
nel paese, in quanto sono le forze antiche degli antenati che, dinastia dopo
dinastia, decretano la fine o il proseguimento di una forma di potere imperiale,
poiché il comunismo non è altro che una dinastia del Gongchandang, ossia il Partito
Comunista cinese, impostasi dopo la dinastia del Guomindang, ossia il Partito
Nazionalista cinese, venuta in auge grazie a Sun Yat Sen dopo la disfatta della
dinastia dei Qing, di cui tutti sappiamo come andò a finire, ma ciò che i cinesi
devono comprendere è che questo mutamento deve rivolgersi verso una concreta
riscoperta delle proprie radici antropologiche e culturali insite nella dottrina
teocratica del Confucianesimo delle origini, un mutamento politico che, o avviene
dall’alto con un cambio di casacca per purificare il paese dal marxismo capitalista
in nome del confucianesimo dei Ming, oppure avverrà dal basso, attraverso
l’ammutinamento del popolo e degli eserciti che genereranno nuovi leader di una
nuova rivoluzione culturale per la restaurazione rinnovata della gloriosa dinastia
dei Ming, per il completamento dell’unificazione della Cina con Taiwan, Hong Kong
e Singapore, una dinastia Ming che da sempre è ritenuta orizzonte di ritorno alla
verità della nazione cinese, rivolta verso l’inclusione internazionale delle nazioni
nell’alveo del futuro magistero politico dell’intero Kongfuzistan: la terra della
diffusione degli insegnamenti di Confucio.
Sempre in Eurasia vi è poi il caso quieto del ruolo russo di Vladimir Putin che sta
affrontando una alla volta le serpi in seno della finanza apolide, conformata dagli
oligarchi russi collusi con il capitale finanziario apolide dei vari falsi filantropi
sionisti come George Soros, Bill Gates, le famiglie Rothschild, i Warburg, i
Rockfeller, e altri, di cui Putin è ben consapevole dimostrandolo con il suo recente
intervento politico di varie riforme costituzionali atte a non favorire nella politica
della Russia elementi di stabilità interna a discapito delle ingerenze esterne, un
testo costituzionale “riformato” che interviene su punti cruciali, relativi al sistema
politico come competenze e rapporti reciproci dei principali organi costituzionali
con un rafforzamento ulteriore del ruolo del capo dello Stato, al sistema in senso
lato dei contropoteri come giudici, procuratori, poteri regionali e locali, ad
elementi identitari quali la lingua, la cultura, la religione, il ruolo storico del paese
erede dell’URSS, la famiglia e l’infanzia, ad elementi sovrani come il rapporto con

126
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
organizzazioni e diritto internazionale, i requisiti per chi detiene cariche pubbliche
e il divieto di alienazione di parti del territorio, e infine ad elementi sociali come il
salario minimo, l’indicizzazione delle pensioni e il volontariato, ovvero un intero
processo di riforma che si è svolto con i vari comprimari di parlamentari, di esperti,
di poteri locali, cittadini e associazioni, tutti ossequiosi e osannanti nei confronti
del capo che benevolmente accettava le proposte di modifica in direzione ancor
più accentratrice, una forma di consolidamento del paese che riconosce le proprie
radici storiche trapassandole in forma attualizzata in uno spettro di armonia
sociale, a maggior ragione se la Russia oggi si interessi maggiormente a politiche di
riorganizzazione eurasiatica di tutto lo spazio terrestre ex-zarista nella
configurazione internazionale di qualità per la conformazione futura del cardine
continentale del Russistan: la terra originaria dei Russ di Kiev che, attraverso i
secoli, hanno raggiunto l’oceano pacifico fino a Vladivostok, e che vede l’Ucraina
di oggi essere un crocevia di interessi del globalismo sionista e di opposizione alla
Russia e di resistenza alla vocazione conglomerante di riunificazione di tutt l’area
ex-zarista.
Continuando a permanere in Eurasia, la futura Aurania, ovvero il continente del
cielo dorato di Urano, bisogna integrare la visione della posizione centrale della
regione areale del triangolo turco-persiano-arabo, laddove assume il ruolo chiave
dei tutta la Palestina, la quale insieme alle forze ebraiche positive di stampo
antisionista come Neturei Karta, che in aramaico significa “Guardiani della città”, i
quali sono un gruppo di ebrei sefarditi, ben diversi dagli ebrei askhenaziti, che
rifiutano di riconoscere l’autorità e la stessa esistenza dello Stato di Israele, in
nome di una corretta interpretazione dell’ebraismo, della Torah e di determinati
passi del Talmud, devono insieme mirare ad una liberazione dello stato di Palestina
dalle grinfie sioniste di Israele che va incanalata nella visione di un nuovo stato
teocratico generale di convivenza civile delle diverse religioni, in cui non possono
esistere partiti politici su base razziale o religiosa ma identità politico
programmatiche fondate sul principio della pace sociale della nazione Palestinese,
intesa come un tutto equivalente a più della sommatoria delle razze e delle
religioni presenti e non presenti sul territorio, uno sforzo collettivo in cui soltanto
una rivoluzione interculturale può intervenire a livello mondiale per ospitare nella
pace sociale qualsiasi persona avente una sua propria fede religiosa, in cui ogni
parte convive nel tutto attraverso il pieno rispetto delle autonomie locali inerenti
alla conformazione del futuro cardine continentale del Muslimistan: la terra dei
devoti di Dio, che ultimamente sta sperimentando in Yemen una situazione
pericolosa per la stabilità dell’area e la legittima pace territoriale del popolo
yemenita, a causa di ritorsioni volute dai settarismi dei Salafiti e dei Wahabiti.
Permanendo sempre in Eurasia abbiamo il ruolo chiave che svolge l’India, una
nazione che per rinascere deve liberarsi dal giogo del Commonwealth degli inglesi

127
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
e di tutte le organizzazioni internazionali che determinano forme di colonialismo
moderno e postmoderno, su cui Narendra Modi non ha ancora svolto un vero ruolo
forte seppure in passato ha cercato intese con la Cina, che invece di recente sono
state oggetto di tensioni commerciali e di manovre militari sul confine, un ruolo
internazionale e continentale ancora soggetto ad ingerenze esterne che è il vero
problema dell’India, la quale si destreggia in mezzo a rivalità ambigue col Pakistan,
dimenticandosi di migliorare i rapporti interni a tutta la penisola indiana anche con
gli altri paesi dell’area, ma bisogna dare atto in particolare al suo ruolo in ambito
di politica interna come la recente rivoluzione agroalimentare per garantire ai
contadini un adeguato valore all’interno della filiera, la quale ha determinato una
riduzione della povertà generale del paese, in cui ancora imperversa
l’emarginazione sociale verificatasi in particolare con le recenti situazioni di
emergenza fronteggiate relativamente al Covid-19, una potenza emergente in cui
fino ad ora non vige ancora alcuna politica di integrazione regionale che possa
essere propedeutica alla formazione del futuro magistero politico dell’Hindustan:
un antico toponimo che descrive tutta la terra intorno al fiume Indo e oltre, a cui
appartengono anche gli equilibri del Myanmar in particolare, ma anche di Nepal,
Bangladesh, e Sri Lanka.
Dopo questo breve excursus di quadro generico sui centri attrattivi più importanti
dei magisteri cardinali dell’Eurasia, bisogna comprendere lo schema teorico nello
sviluppo storico dei mutamenti che avvengono all’interno delle nazioni, un
mutamento che all’interno di ogni singolo spazio vitale definito dai confini naturali
delle singole nazioni è il frutto di una continua relazione tra Yang e Yin, tra spinte
centripete e spinte centrifughe, i quali si dispiegano combinati negli otto trigrammi
del Bā Guà (八卦), che si coniugano tra loro formando sessantaquattro
permutazioni per ogni coppia di trigrammi, una suddivisione in esagrammi che
costituisce il cosiddetto Libro dei Mutamenti, meglio conosciuto come Yi Jing (易
經), il quale seppur sia uno strumento divinatorio ci offre la possibilità di concepire
tutte le varianti del mutamento storico di un’entità soggettiva rispetto al raggio
delle possibilità che si possono innescare durante le linee di sviluppo delle relazioni
sociali fra contesto, situazione e vibrazione di ogni nazione, e inoltre il Libro dei
Mutamenti è alla pari del Cielo e della Terra, quindi è in grado di valutare
perfettamente la via del Cielo e della Terra, un libro spesso inteso come un
microcosmo che comprende in sé la via imperiale dell’Universo, un mutamento
che allo stesso tempo può essere ascendente, discendente e trascendente in seno
al popolo inteso come corpus unicum al cui vertice della piramide sociale nazionale
si pongono i governanti politici, i quali sono obbligati a mantenere l’Armonia
Sociale attraverso la concezione in cui come dicevano gli antichi romani “salus
publica suprema lex”, ossia che bisogna assicurare la salute pubblica del popolo

128
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
intesa però non dalle considerazioni allopatiche della medicina moderna
occidentale ma bensì della visione ippocratica classica, che è analoga alla Medicina
Tradizionale Cinese, o ancora meglio dalla Medicina Classica Cinese, un’analogia
microcosmica e macrocosmica tra l’armonia fisiologica e l’armonia sociale, poiché
ogni individuo è una creatura a sé, e per questo non possono esistere modelli di
cura standardizzati per malattia, validi per ogni individuo, o confucianamente validi
per ogni nazione, il bisogno di un programma medico tradizionale che nella Cina
comunista oggi è asservito alla Medicina Occidentalista e ne sta seguendo a tratti
l’esempio scientista, una grande differenza fra Medicina Classica Cinese, di marca
squisitamente Taoista, e Medicina Tradizionale Cinese, creata ad hoc a partire dal
1949, per adattarsi ai modelli di trattamento standard propri degli algoritmi
occidentali, e allo stesso modo va intesa una cura politica per ogni caso nazionale
del pianeta, laddove noi concentreremo il nostro focus intorno all’Italia e al
Magisterio Cardinale di Europastan a cui l’Italia appartiene.
Lo Sviluppo Storico di una nazione, secondo tale impostazione confuciano-taoista,
è un susseguirsi di eventi che si scatenano dalle forze sopite e dalle energie
bloccate, che sono ostacolate dal libero flusso lungo le vie meridiane dei canali
energetici di una società, fatto che, di per sé, pone un’ottica che genera un Fronte
di Mutamento storico, geografico e antropologico, proprio dove si individuano
variabili dipendenti, indipendenti e intervenienti sugli ambiti sociali della politica,
dell’economia e della cultura che permettono reazioni in ambiente etnico, civile e
religioso, un Fronte di Mutamento che nella nostra prospettiva è aggettivato dalla
necessità di una Liberazione Universale delle Nazioni ognuna secondo un proprio
procedimento, poiché le vie del potere, siano esse ascendenti, discendenti e
trascendenti, attraversano il paese in ogni settore proprio come la fioritura di un
campo aperto.
Per definire il Fronte di Liberazione di un paese bisogna prima di tutto accostarsi
all’identikit del nemico del Cielo, della Terra e dei Popoli, che in termini di rilievi
costanti presenti in ogni nazione sono tutte quelle attività politiche, economiche e
culturali che appartengono all’individuazione del Globalismo Satanista, in qualità
di agente interno alle nazioni di questa globalizzazione tecno-economica che per il
momento assume il ruolo di cavallo di Troia per l’instaurazione del Nuovo Ordine
Mondiale, quindi del liberalismo politico che determina politiche di assenza dello
stato se non come forma autoritaria di detentore della forza pubblica, del liberismo
economico che definisce un’economia fondata da capitali che transitano
liberamente lungo le vie della finanza da una frontiera a un’altra depauperando
l’economia reale di un paese, e del libertarismo culturale che definisce l’ondata di
un politicamente corretto nei confronti del riconoscimento di perversioni sociali
come lecitamente concesse, non solo in privato ma soprattutto in pubblico.

129
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Inoltre, il Globalismo non solo è una costante presente in ogni nazione ma
materialmente in Italia, come altrove, si manifesta attraverso la presenza di
organizzazioni che mediante finanziamenti, ricevuti o elargiti, impiantano nei
gangli del sistema-paese “uomini chiave” che conformano il deep state nazionale
secondo i dettami di un “doppio stato” sottoposto ad un ancoraggio atlantico, un
pezzo di un altro stato che in Italia è rappresentato soprattutto dagli USA con basi
militari, soldati, missili e bombe, il quale de profundis si lega con i dettami apolidi
delle potenze imperialiste contemporanee che sono quindi non solo gli americani
ma anche gli inglesi, e in altri modi anche il deep state dei francesi e dei tedeschi, i
quali tutti insieme rappresentano in realtà l’onnipresenza degli interessi sionisti
celati dietro il paravento di Israele, interessi sionisti che si esprimono anche
attraverso le loro reti sociali internazionali, come ad esempio le mafie e le
massonerie deviate, i quali oggi gestiscono e controllano i principali canali di
sostegno di una nazione, dei canali politico-sociali che funzionano come i dodici
meridiani della Medicina Tradizionale Cinese su cui essi operano ma che i popoli
sono destinati ad insorgere e a rialzarsi per non sopportare ulteriormente simili
asservimenti.
Per semplificare e modellare in Eurasia questo Caos Sociale, indotto dalla potenza
contro-iniziatica e antitradizionale insita nelle istanze della politica globalista che
cambia “pelle” di volta in volta, nonché “identità” da nazione a nazione, bisogna
agire rimodellando le segmentazioni sociali, come se fosse l’assemblaggio di un
nuovo sistema sociale nazionale che sia autonomamente già diverso da quello
attuale, attraverso il movimentismo sociale della disobbedienza civile, favorendo
politicamente determinate istanze di una nuova Economia Umanista che già è
presente frammentariamente nelle società civili dei popoli nazionali, una
conformazione economica che specifica la nostra visione politica del mondo
attraverso una chiara identità culturale, un sistema parallelo che assurgerà a
modello per un nuovo costituzionalismo, il quale farà riferimento come rete sociale
al progetto politico della fondazione di una micronazione che si chiamerà
Principato di Urantia.
Stiamo parlando di un modello nazionale che opererà di concerto tra i popoli dal
basso a livello magistrale per instaurare un magisterio politico di appartenenza,
quale cardine continentale che nominerà successivamente l’impalcatura politica e
coordinatrice del continente, assumendo così l’esempio dell’Eurasia come criterio
identico e parallelo di unificazione continentale per tutti gli altri continenti, ad
eccezione di Antartide che sarà poi successivamente colonizzato dalle coorti
imperiali di tutti gli altri quattro continenti.
In questo modo, quindi, abbiamo bisogno di una Nuova Europa che può nascere
soltanto da una delegittimazione degli organi dell’Unione Europea attraverso la
concomitante conformazione di “assemblee costituenti”, parlamentari e/o

130
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
extraparlamentari, in tutti i paesi europei, da cui far emergere la costituzione di
una nuova Repubblica Magistrale fondata come una “repubblica delle
repubbliche” guidata da un Magister Politicus eletto con il suo partito vincitore
attraverso un sistema elettorale sincronizzato per tutto il magisterio, capace di
nominare a tutti i livelli amministrativi subalterni, dei politici di professione iscritti
a un albo europeo, tali che rispondano al popolo direttamente attraverso la
stimolazione della democrazia diretta nelle comunità locali dei villaggi agricoli o
delle circoscrizioni municipali.
La rivoluzione di una società nazionale è un momento di cambiamento repentino
che nasce dalla modifica delle principali istituzioni politiche di un paese, attraverso
l’occupazione dei palazzi del potere reale, e può avvenire pacificamente come ha
dimostrato in passato l’ayatollah Khomeini in Iran, oppure conflittualmente come
ha dimostrato il timoniere Mao Zedong in Cina: non ci sono vie di scampo.
Altre ipotesi possono soltanto oscillare tra queste due tendenze, o integrarle come
momenti di un intero processo storico, soprattutto se teniamo in considerazione
la deludente situazione della politica italiana.
L’ideale per noi in Italia sarebbe quello di spingere sia sul campo parlamentare,
attraverso i militanti movimentisti dell’opposizione in parlamento e all’interno dei
palazzi, e sia sul campo extraparlamentare, attraverso la militanza movimentista di
opposizione fuori dal parlamento e fuori dai palazzi, un fronte unito
trasversalmente formato per arrivare insieme all’istituzione di una nuova
Assemblea Costituente posta sulla base di una nuova e chiara inquisizione politica,
tale che apporti l’organizzazione del nuovo modello politico di ingegneria
costituzionale, il modello di una Repubblica Magistrale fondato sul principio del
pluralismo, una repubblica fondata sulla democrazia diretta delle circoscrizioni
municipali, sulla autonomia relativa delle regioni e sul monocameralismo verticale
di tutti i livelli amministrativi, tale che preveda l'istituzione successiva di una
Repubblica delle Repubbliche Nazionali in Europa, un modello politico fondato su
principi economici sacrosanti come la nazionalizzazione delle banche centrali
nazionali e l’autorizzazione alla circolazione di monete nazionali parallele all’Euro,
nonché della statalizzazione congiunta della BCE e di una zecca europea.
Il fulcro del potere di questa Repubblica Magistrale è basato sulla concezione
dell’Imperium Populi che dalla società fa emergere una aristocrazia di avanguardia
politica formando de facto un monocameralismo presidenzialista verticale basato
sull’idea di rifondare l’Europa attraverso la cancellazione dei precedenti Trattati di
Integrazione Europea e l’adesione diretta di tutti gli altri paesi europei.
Se pensiamo all’impero come espressione strutturale di acclamazione storica ed
eventuale di un Magister Politicus, per opera di una volontà generale che fonda la
coorte di una specifica guida sacra, investita ufficialmente dalle cinque religioni
tradizionali rivelate e autentiche, possiamo definire l’impero come potere politico

131
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
di sovranità, come risultato operoso di una categoria politica definibile come
Imperium Populi, ovvero il potere relativo della sovranità popolare delle masse,
che non va in contrasto con il futuro potere assoluto della sovranità imperiale
dell’Imperium Planetarius, ma che invece lo integra completandolo attraverso una
convivenza di specializzazioni indicate dalle mansioni particolari tra le due forme
di sovranità: dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, un circuito conchiuso e
concentrico basato sulla similarità tra l’alto impero, rappresentato dalle insegne
imperiali planetarie, e il basso impero rappresentato dalle insegne imperiali delle
comunità locali, nei villaggi agricoli e/o nelle circoscrizioni municipali che
funzionano come democrazia diretta dal cesarismo del protagonismo politico nella
cittadinanza attiva.
Così abbiamo a che fare con una concezione attualizzabile, alla cui base vi è
disposta la fiducia nell’opera del Cielo, la fede in Dio Altissimo, quale imperatore
cosmico che invia un fidato Imperatore Planetario con la sua corte imperiale per
fondare una nuova dinastia millenaria, per il ritorno a una nuova età dell’oro, una
disposizione naturale che prevede il riconoscimento delle Cinque Sacre Religioni
Tradizionali Rivelate e Autentiche come base su cui collimare la legittimazione
dell’Imperium Sanctus, quale principio fondante di ogni società nazionale e di ogni
attività politica a qualsiasi livello amministrativo del pianeta, basato sul principio
del primato imperiale universale posto al di sopra di ogni religione.
In questo modo quindi, il nostro Fronte di Liberazione Universale delle Nazioni si
manifesta come Fronte Unito della Tradizione Primordiale il quale, attraverso l’atto
universale di liberazione delle nazioni, si definisce come fronte di lotta congiunta
che indica e distingue il male impostandosi come forza del bene universale.
Il male e il bene, infatti, sono concezioni assolute e relative allo stesso tempo,
poiché nella concezione assoluta essi si riconoscono automaticamente sempre nei
secoli come nel divenire presente.
Nella concezione relativa essi sono frutto della socializzazione primaria in famiglia
e della socializzazione secondaria in istituzioni sociali come la scuola e il lavoro.
Comprendere la distinzione in senso assoluto è usualmente il compito di un
percorso iniziatico di tipo esoterico fondato sull’esperienza diretta delle differenze
tra essi, mediante un processo di purificazione continua che confluisce in una
completa catarsi spirituale.
Il concetto del male ha sempre preoccupato, angosciato, lasciato profondamente
perplessi gli uomini di ogni era e civiltà, e a rigore, forse, la morte potrebbe essere
accettata, se indolore, serena, suggello d’una lunga vita, ma sono la sofferenza, lo
strazio, la malvagità umana che lasciano sbigottiti.
Bene e male, come luce e tenebra, sono aspetti contrastanti d’ogni cosa e sono
sempre stati presenti nella vita degli umani dall’origine del mondo quando la
Devianza Originaria ha iniziato ad operare impiantandosi come antagonista della

132
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Tradizione Primordiale, tanto che poi nei secoli essi sono stati anche il risultato del
modo di pensare nello spirito del tempo, una monade dualista che esiste a
prescindere dell’esistenza dell’uomo sul pianeta poiché esse sono forze cosmiche,
una non-dualità che accetta l’esistenza di un essere divino perfettamente buono
ed onnipotente che nella Creazione Cosmica trova resistenze al cambiamento
insite nella natura stessa del libero arbitrio che si trasforma in male nel momento
in cui cerca proseliti per aumentare la resistenza al mutamento in atto.
Ovunque il male rappresenta la trasgressione, il disordine, la separazione, esso è
ciò che distrugge, è il fomentatore del caos, il nemico, il diverso, le forze misteriose
e pericolose della natura, tutto ciò che procura ostacoli e squilibri interni ed
esterni.
Nel Buddhismo, il male è personificato nella figura di del demone “Mara” che
appare come la controparte negativa del “Risvegliato”, cioè di Buddha, egli per
tutta la vita lo seguì come un’ombra e lo perseguitò, poiché Mara appare come il
tentatore, la personificazione del principio che porta alla disarmonia e che
ostacola, o cerca di ostacolare, ogni sviluppo spirituale, diventa un ostacolo al
risveglio planetario degli umani terrestri che paradossalmente è utile al risveglio
stesso, perché sarà solo con la vittoria della santità sul turbinio delle passioni che
nasce la benevolenza e l’Illuminazione.
Secondo le scritture buddhiste si afferma comunemente che il Buddha abbia
definitivamente sconfitto “Mara” al momento del suo “Risveglio” sotto l’albero
della “Bodhi”, ma quell’entità malvagia continuerà ancora ad interagire con il
Buddha fino all’ultimo giorno della sua vita sulla terra: due figure che sembrano
abbracciate in una simbolica danza quasi a rappresentare l’eterno conflitto fra le
forze del bene e della luce, con quelle del male e delle tenebre, del caos e del
disordine spirituale e morale.
Mara (dal sascr. मार , Māra) che ha il significato di “distruttore, uccisore”, quale
personificazione delle forze antagoniste all’illuminazione, nel buddhismo è il nome
del demonio, il nemico del Buddha, che spinge l’uomo a cedere alle passioni, un
tentatore che a tutti gli effetti è come Satana (ebraico: ‫שׂטָ ן‬, ָ Satàn, traslitterazione
del masoretico Śāṭān; greco koinè: Σατανᾶς, Satanâs; latino: Satanas; aramaico:
‫צטנא‬, Ṣaṭana; arabo: ‫ﻥﺎﻄﻴش‬, Šayṭān, che lett. significa l’avversario, l’oppositore), un
termine che nella tradizione religiosa abramitica identifica uno o più esseri dalla
natura maligna, un soggetto impersonato nel buddhismo da tutti i nemici dei Deva
ossia gli Asura, che cerca di cooptare i risvegliati attraverso la seduzione e la paura,
mediante stratagemmi come il piacere sensuale, la frustrazione, la fame e la sete,
il desiderio, la pigrizia, il terrore, il dubbio, la presunzione e l’ingratitudine, il senso
del guadagno e della fama ricevuti ingiustamente, nonché l’esaltazione di sé stessi
a denigrazione del prossimo, un tentatore che distrae gli esseri dalla pratica della
santità rivolta alla Liberazione dell’Umanità nel mondo materiale, permeato di

133
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
dolore e di sofferenza, una vita insustanziale poiché l’esistenza stessa è un
miraggio, un’illusione in cui l’uomo è afflitto da una visione inadeguata della vita
terrena e ultraterrena, un’ignoranza a cui cerchiamo di rimediare attraverso la
non-azione, l’azione parsimoniosa, discreta e latente di chi cerca di realizzare
l’illuminazione e il risveglio dell’umanità intera, una demonologia complessa che
rende la vita mondana seducente, facendo sembrare il negativo come positivo e
viceversa, una confusione mentale che giova al sistema globalista, rappresentata
da una morte spirituale che è tutto ciò che ostacola la vita dell’uomo verso
l’illuminazione.
Così il sommo bene è l’illuminazione, una mente aperta a comportamenti
ammirevoli di amore incondizionato e di onore integrato che permette di vedere il
mondo con occhi differenti, un risveglio della mente precedentemente sopita
attraverso la centralizzazione della coscienza universale del superconscio dove il
bene degli altri rappresenta il nostro bene, poiché la felicità non la troveremo mai
se ognuno cerca soltanto la sua, ma se abbiamo a cuore la felicità degli altri
troveremo anche la nostra, una missione a cui siamo chiamati tutti per liberare gli
umani dell’intero pianeta dallo sfruttamento, dall’oppressione e dalle restrizioni
imposte dal satanismo di una tirannia globalista multiforme, un’illuminazione del
nostro pianeta in cui gli umani, ossia l’antroposfera, sono la parte neurologica della
noosfera universale del pianeta, di cui siamo la parte integrata di un ecosistema a
forma conica, al cui vertice è posta l’umanità quale garante di quel giardino che
diverrà il nuovo Eden, in cui l’uomo raggiungerà di nuovo l’antico culmine evolutivo
delle origini rendendosi un essere compiuto, poiché come afferma Peter D.
Ouspensky la natura sviluppa l’uomo “fino a un certo punto, quindi lo abbandona
a sé stesso e lascia che egli continui a svilupparsi con i suoi propri sforzi e di sua
propria iniziativa”, altrimenti vivrà e morirà “così come è nato, o che degeneri e
perda la sua capacità di sviluppo”, poiché è nostro obiettivo comune portare a
compimento l’essenza spirituale umana oltre ogni limite, l’oltre-uomo diventa così
un modus vivendi che rende l’uomo protagonista della sua liberazione attraverso
l’azione di una catarsi collettiva.
Abbiamo bisogno di questa catarsi perché vi sono Predatori Spirituali che si cibano
delle nostre energie, del nostro tempo, del nostro denaro accumulando
incessantemente ricchezze a discapito dell’umanità, della natura e della terra,
contrari all’unità dei Popoli, alla potenza del Cielo e alla benevolenza di Dio che
renderà la loro vita difficile, poiché il loro destino sarà quello di finire negli inferi di
una gattabuia, giudicati dal mondo per crimini contro l’umanità che ancora devono
essere sanciti come tali ma che vedranno l’aurora attraverso lo sforzo collettivo
della prassi del potere insito nell’Imperium Sanctus, dei Predatori Spirituali che
hanno i giorni contati.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Infatti dice in merito Carlos Castaneda “i predatori hanno preso il sopravvento
perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento […] ecco perché ci
spremono senza pietà, proprio come noi alleviamo i polli nelle stie […] per
mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in
un’operazione terribile: ci hanno dato la loro mente [e] tramite la mente i predatori
instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene [poiché] le nostre
meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale
che affligge tutti noi: si tratta del conflitto delle nostre due menti: una è la nostra
vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado
perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità [mentre] l’altra, quella che usiamo
ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea, [una]
mentalità da schiavi, che nella cultura giudeo-cristiana ci promette consolazione
nell’aldilà, [e che] non porta alcun vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza
estranea, che in cambio della nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di
vedere che limitano le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza [e] non
c’è nulla che tu e io possiamo fare se non esercitare l’autodisciplina fino a renderci
inaccessibili [poiché] nel profondo di ogni essere umano c’è una consapevolezza
ancestrale, viscerale, [primordiale] dell’esistenza dei predatori”, dei Predatori
Spirituali che sono espressione satanica di una tirannia globale nascosta, infiltrata
e trasformata in ogni paese del mondo, una tirannide globalista che opprime le
nazioni oggi vittime di meschinità di ogni tipo, e che pertanto necessitano di essere
affrontate metodicamente attraverso la nostra Terza Visione Planetaria.
Quindi, abbiamo bisogno di un atto di Liberazione Universale delle Nazioni che
genera un fronte in cui le manifestazioni del genere umano si distinguono per
essere riversate come argine di contenimento delle azioni complessive del
globalismo, una convergenza di atti sociali mirati a frenare e ad allontanare le loro
azioni, siano esse apparentemente legali o addirittura illegali, apparentemente
innocenti o addirittura criminali, un processo di marginalizzazione progressiva del
globalismo satanico che deve nascere dentro ognuno di noi e che deve progredire
occupandoci degli altri, del prossimo, a cominciare dalla presa del potere reale che
sarà utile a far giungere all’origine il male dell’umanità, quali azioni collettive che
serviranno a preparare il terreno per la venuta del Salvatore Promesso e della sua
epifania nel mondo, una manifestazione divina che culminerà con la discesa dai
cieli delle nazioni di tutte le schiere angeliche e degli eserciti dei santi immortali
guidati dal messia Gesù, un’operazione che deve sorgere dentro ognuno di noi,
attraverso la coerenza cosciente di una consapevolezza crescente che purifica
l’anima e perfeziona lo spirito automaticamente, poiché se non partiamo dalla
nostra persona, noi stessi potremmo diventare anche vettori del male.
Quindi così il bene e il male sono aspetti inseparabili e connaturati alla vita di
ognuno verso ciascuno, distinti ogni giorno dalle scelte di campo che vengono

135
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
effettuate attraverso la pratica delle virtù tutelari che ci permettono di allontanarci
dal male per mezzo della preghiera, della meditazione e del digiuno, lo sforzo di
una lotta interiore che tiene a bada anche i propri intimi pensieri attraverso la
consapevolezza di essi dentro noi stessi, un percorso iniziatico collettivo che farà
emergere le giuste guide spirituali che influenzeranno positivamente gli altri per
dragare insieme il fiume della realtà che scorre attraverso la costruzione costante
di tutti gli elementi portanti per realizzare un unico governo mondiale presieduto
dal Salvatore Promesso in qualità di imperatore planetario.
Noi siamo quindi a favore di un unico governo mondiale, che non riguarda il Nuovo
Ordine Mondiale ma concerne l’Antico Ordine Planetario, poiché il primo è un
sistema politico che si basa sull’unipolarismo angloamericano che vuole istituirsi
attraverso l’unificazione confederativa di Stati Uniti d’America da un lato con il
cosiddetto federalismo dei fantomatici Stati Uniti d’Europa dall’altro lato, delle
intenzioni finalistiche a cui non arriveranno poiché è un disegno distopico posto
sotto l’ombrello NATO e la riforma dell’ONU, una chiave di potenza unipolare che
centralizza articamente il mondo attraverso l’altantismo egotico, mentre invece
l’Antico Ordine Planetario è quel sistema politico mondiale che si basa
sull’apolarismo imperiale che sottomette tutte le nazioni mediante la confisca del
controllo sugli eserciti nazionali attraverso l’Imperium Populi che si può esprimere
dal basso come una lunga marcia contro il potere del governo nazionale oppure
dall’alto come un’adesione pacifica all’impero da parte di un governo che aderisce
al progetto costituzionale imperiale planetario, un sistema politico incipiente che
centralizza antarticamente il mondo attraverso il Primordialismo Altruistico.
Con questa impostazione arriviamo così al superamento del postmodernismo
attraverso la consapevolezza mentale che esso è un momento di passaggio, in
quanto la dimensione del postmoderno è una dimensione incognita di transizione
tra un momento di certezza modernista e un momento di incertezza
postmodernista, incentrati entrambi sulla centralizzazione concentrica
dell’immaginario collettivo occidentale imposto al resto del mondo, poiché il
postmoderno è un’ulteriore momento di passaggio posto nel mezzo tra due
certezze collettive dove la differenza sostanziale è insita nella seconda che
definiamo Primordialismo Altruistico, un’emergente e nuova Età Primordiale
scandita dalla mistica misterica dei miracoli degli ultimi giorni, la quale non è più
una pretesa universalista dell’occidente ma bensì un’universalizzazione cosmica
concreta del pianeta che si colloca in un sistema più ampio determinato da un
nuovo assolutismo assiale tra le civiltà del pianeta, che convergono nel medesimo
punto rappresentato dalla verifica delle leggi divine determinate dalle alte
spiritualità pneumatiche e religiose del mondo esoterico, tale che rende le religioni
come strade differenti che portano alla stessa meta, cioè all’amore incondizionato
e all’onore integrato di Iddio Altissimo.

136
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Infatti il postmodernismo si rivela essere come l’ennesimo ideologismo di una
posizione intellettuale pessimista e immobilista di un pensiero debole che rifiuta la
possibilità di una conoscenza affidabile, negando l’esistenza di una realtà
universale e stabile, incorniciando l’estetica e la bellezza in modo arbitrario e
soggettivo, descrivibile come una reazione contro i tentativi scientifici di spiegare
la realtà con obiettiva certezza riconoscendo che la realtà è costruita mentre la
mente cerca di comprendere le proprie circostanze personali, un atteggiamento di
scetticismo, ironia e rifiuto nei confronti delle grandi narrazioni e ideologie del
modernismo, che arrivano a negare e sfidare la validità dell’indagine scientifica, o
declamando l’arbitrarietà dell’estetica delle opere artistiche o di altri artefatti della
produzione culturale, mettendo in discussione le ipotesi di razionalità illuminista.
Di fatti, il prolegomeno di una conoscenza affidabile è in fieri e afferma proprio
l’esatta opposizione al postmodernismo attraverso la verifica di una realtà
universale e stabile fondata sul Primordialismo Altruistico, un terzo paradigma
scientifico che abbiamo rappresentato come il ritorno alle origini primordiali in cui
vigeva un naturale senso etico, morale e spirituale di riconoscimento di Alter
nell’Ego proprio di ognuno verso ciascuno, in cui la conoscenza non è derivata dalla
scienza ma da una spiegazione luminare proveniente dal nous della mente
universale supportato dalla coscienza cosmica derivata da Iddio Altissimo, poiché
bisogna riconoscere che le conoscenze antiche dell’universo non provenivano da
una scienza materiale ma bensì da una scienza spirituale, che si afferma come
conoscenza temporale di pubblico dominio, in quanto gli umani non sono esseri
provenienti dalla scimmia, come afferma il lessico di una certa letteratura
darwinista e post-moderna ante litteram, ma sono esseri provenienti da un atto di
“creazione divina” su questo pianeta, un atto che le Cinque Sacre Religioni
Tradizionali Rivelate e Autentiche descrivono in modi diversi ma che tutte ne
affermano la generazione come un atto sacro della divinità.
Pertanto il nostro Primordialismo Visionario è un nuova forma di altruismo fondata
sul riconoscimento della sovranità individuale innata attraverso il libero arbitrio
insito in ogni essere umano, un libero arbitrio che si unisce collettivamente non
per idee astruse e/o nuove ideologie ma attraverso la chiara visione del progetto
di un mondo nuovo riorganizzato secondo il principio di autonomia dei popoli e
delle loro civiltà continentali, una “legittimità sovrana” che si fonda in ognuno
mediante l’indiscutibile sovranità dell’individuo, tale che impiega stratagemmi di
frontiera insiti nei meccanismi del diritto costituzionale di una nazione e negli
artifici del diritto internazionale che, come vedremo, sono insiti nelle consuetudini
tra gli Stati, una leva su cui poggiarsi per poter inarcare il cambiamento totale del
mondo secondo la chiara visione etica, morale e spirituale, che fa da minimo
comune denominatore delle Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e
Autentiche.

137
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Di fatto il nostro Fronte Universale di Liberazione delle Nazioni è multiforme come
molte sono le nazioni del pianeta infestate dai poteri forti del globalismo satanico,
un fronte in cui il singolo individuo è manifestazione diretta di disobbedienza civile
fondata sul principio di una Legittimità Politica che, per quanto si possa ritenere
aleatoria nella lotta, è il fondamento su cui si basa la strategia della nostra
rivoluzione interculturale, una consapevolezza che parte dalla conoscenza di fondo
delle differenze tra legittimità, legalità e liceità di una lotta politica posizionata
apertamente verso l’inquisizione dei mandanti in primis con i loro servitori in
secondis, di tutte le azioni dirette, indirette ed eterodirette che cercano di
controllare le masse attraverso le organizzazioni internazionali, le mafie
transnazionali, i poteri dello Stato e l’ignoranza del popolo.

138
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

20. LA LEGITTIMITÀ POLITICA

Quindi così si pone il problema della Legittimità Politica in qualità di considerazione


del contesto politico su cui intervenire per la legittimazione del movimento politico
internazionale del Primordialismo Visionario, in vista della fondazione del
Principato di Urantia che sarà lo stratagemma di riorganizzazione progressiva delle
relazioni internazionali secondo l’Antico Ordine Planetario, mediante una politica
utile a livello geografico che riassetti l’economia e la cultura di ogni nazione, al fine
di stabilire l’unificazione di una Geopolitica Magistrale che ponga le civiltà cardinali
dei continenti come protagonisti indiscussi del processo di marginalizzazione
progressiva del Globalismo Satanista delle forze angloamericane e sioniste della
visione inscritta nella locuzione del Nuovo Ordine Mondiale.
A tal merito, di realizzare operazioni nazionali per l’affermazione di una Geopolitica
Magistrale guidata da Iddio Altissimo nei cuori dell’intera Umanità, dobbiamo
sapere che ci sono tre parole appartenenti al linguaggio giuridico tradizionale che
appaiono in genere equivalenti senza esserlo: ovvero la legalità, la legittimità e la
liceità.
Tutte e tre si riferiscono ad entità concettuali molto ampie e risultano dotate di
enormi potenzialità espressive, richiamando in modo piuttosto immediato e
generico, l’idea di una relazione con un parametro di comportamenti o di atti, e
sinteticamente con una prescrizione, una norma fissata da una competente
autorità o formulata professionalmente, una norma intesa nel senso di fonte di un
vincolo, di un legame, ma la particolarità è che ciascuna ha contenuti e sfumature
propri.
La legalità sinteticamente, significa soggezione alla legge, o anche rispetto della
legge, un’accezione di cui si è parlato, almeno sin dall’Ottocento, come di un
principio di legalità, per esprimere, nel modello del cosiddetto Stato di Diritto, non
solo il primato del legislatore, ma addirittura una sorta di identificazione tra diritto
e legge, o tra mondo giuridico e mondo legislativo, un positivismo giuridico inteso
come positivismo legale: tutto il diritto nella legge, e cioè nella legge dello Stato,
colui che è riconosciuto oggi dalla giurisprudenza ufficiale come il vero padrone del
diritto.
La legittimità invece significa conformità ad una legge, cioè corrispondenza di un
atto o di un comportamento specifici al modello astratto configurato da una norma
di legge, un’accezione di legittimo nel senso di consentito e di permesso che
deriverebbe solo come conseguenza, un vocabolo che esprime l’idea di un
confronto e di una comparazione, e presuppone che simili operazioni possano
svolgersi sul piano esclusivamente formale, in un certo modo sovrapponendo l’uno
sull’altro i due termini implicati e di valore ovviamente diseguale, quasi a misurare

139
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
la corrispondenza dei perimetri ed aspirando alla maggiore coincidenza delle
superfici lineari, una conformità che indicherebbe identità di forme, in senso
geometrico e nella prospettiva mentale dell’esattezza di corrispondenza.
La liceità, infine, è un’espressione che esprime generalmente l’idea
dell’ammissibilità o della possibilità rispetto a regole e a princìpi di una giuridicità
non necessariamente legislativa o addirittura, in senso stretto, secondo distinzioni
tradizionali, di nessuna giuridicità: le regole morali, quelle cavalleresche, o quelle
della semplice convenienza, o altro, una liceità che richiama a licenza come una
facoltà consentita.
Nella legalità giuridica abbiamo un ambito in cui lo Stato è il soggetto che definisce
la legge ma che determina uno iato in cui le illegalità non accuratamente
regolamentate sono una forma di azione in cui la disobbedienza civile di tipo
politico esprime un dissenso che può essere ritenuto come legittimo anche se non
fosse riconosciuto dalla giurisprudenza in Italia, un caso emblematico in cui ad
esempio oggi le iniziative politiche dei commercianti che si rifiutano di chiudere,
per le ristrettezze dovute all’emergenza sanitaria dichiarata dall’attuale governo
nazionale, possiede pieno compimento poiché la costituzione italiana prevede che
l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e che pertanto non può essere proibito,
un principio di legalità secondo il quale gli organi dello Stato non hanno altri poteri
se non quelli conferiti loro dalla legge e sono tenuti a esercitarli in conformità con
i contenuti prescritti da essa, ivi compreso il conflitto legislativo tra due leggi non
collimanti, o addirittura come nel nostro caso di predominanza del diritto
costituzionale sul diritto giurisdizionale di una nazione in generale.
Nella legittimità giuridica abbiamo un ambito relativo alla corrispondenza di un
comportamento giuridico che va a configurarsi attraverso una norma di legge,
costituzionale e non, come ciò che è consentito dalla legge e che pertanto riguarda
i diritti politici del popolo rispetto al governo che devono essere tutti valorizzati
come riferimento della lotta politica di ogni nazione, sia essa rivolta verso il cambio
di un governo o addirittura verso il mutamento di un regime, sia esso ritenuto
democratico o non democratico, una legittimità che è il fondamento del diritto di
uno Stato inteso come il criterio in base al quale i detentori del potere ne
giustificano l’esercizio concreto.
Nella liceità giuridica invece, essa riguarda la validità giuridica delle norme etiche,
morali e spirituali di un regime rispetto ai comportamenti del potere nei confronti
del suo popolo, una morale sociale che può incidere anche sulle attività di governo
attraverso manifestazioni sociali di dissenso rivolto anche palesemente verso
l’inquisizione politica di un élite, che oltre a verificare la legittimità di un governo
o un regime acquisiscono come valenza il senso della indignazione collettiva come
strumento di delegittimazione politica.

140
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Nel linguaggio politico queste tre accezioni assumono una valenza differente,
poiché per Legalità Politica si intende un attributo e un requisito del potere, per
cui si dice che un potere è legale quando viene esercitato in conformità delle leggi
stabilite e comunque comunemente accettate.
Per quanto non sempre si distingua nell’uso comune tra Legalità Politica e
Legittimità Politica, si suole invocare la legalità a proposito dell’esercizio del potere
mentre la legittimità a proposito della sua titolarità: un potere legittimo è un
potere il cui titolo è giuridicamente fondato, un potere legale è un potere che viene
esercitato secondo le leggi, un’impostazione in cui il contrario di un potere
legittimo è un potere di fatto, laddove il contrario di un potere legale è un potere
arbitrario.
Dall’antichità ad oggi uno dei temi ricorrenti del pensiero politico è la
contrapposizione fra governo delle leggi e governo degli uomini: contrapposizione
accompagnata da un giudizio di valore costante, per cui il governo buono è il primo,
cattivo il secondo, poiché dove governano le leggi tutto segue una logica costante
valida per tutti mentre dove governano gli uomini le leggi sono soltanto
attrezzature strumentali per esercitare un’arbitrarietà.
Come afferma Norberto Bobbio “dove governano le leggi, ivi è il regno della
giustizia, mentre dove governano gli uomini, ivi è il regno dell’arbitrio.”
Uno dei tratti permanenti con cui è bollato il governo tirannico è di essere governo
di un uomo al di sopra delle leggi, e non delle leggi al di sopra degli uomini, una
“isonomia” dei Greci, una “supremazia della legge” di tradizione inglese, uno “stato
di diritto” della dottrina tedesca di diritto pubblico del secolo scorso, che
rispecchiano pur nella diversità delle situazioni storiche la permanenza del
principio di Legalità Politica come idea regolativa del buon governo per eccellenza,
anche se poi la piena attuazione del principio si può riscontrare soltanto, secondo
Max Weber, nello Stato moderno, che si viene organizzando come una grande
impresa attraverso l’espropriazione e l’avocazione dei mezzi di servizio che negli
Stati precedenti appartenevano in proprio a coloro che erano investiti di pubbliche
funzioni, cioè di quella forma di potere che egli chiama “legale o razionale”, e che
a differenza del potere tradizionale e del potere carismatico, riceve la propria
legittimità dall’essere regolato da leggi e dall’essere esercitato secondo le leggi che
lo regolano.
Invece nel linguaggio ordinario il termine Legittimità ha due significati, un
significato generico che è sinonimo di giustizia o di ragionevolezza e un significato
specifico che ricorre nel linguaggio politico, il quale in prima approssimazione, si
può definire come quell’attributo consistente nella presenza di un grado di
consenso tale da assicurare l’obbedienza senza che sia necessario il ricorso alla
forza, sia esso lo Stato oppure un’organizzazione elitistica emergente.

141
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Se si considera lo Stato dal punto di vista sociologico e non giuridico, si constata
che il processo di legittimazione non ha come punto di riferimento lo Stato nel suo
complesso, ma i suoi diversi aspetti: la comunità politica, il regime, il governo e,
nei casi in cui lo Stato non è indipendente come è l’Italia oggi, lo Stato egemonico
al quale è subordinato, pertanto la legittimazione dello Stato è il risultato di una
serie di elementi disposti a livelli crescenti, ciascuno dei quali concorre in modo
relativamente indipendente a determinarla.
La comunità politica è il gruppo sociale a base territoriale che riunisce gli individui
legati dalla divisione del lavoro politico, un aspetto che si verifica quando nella
popolazione sono diffusi sentimenti di identificazione con la comunità politica.
Il regime è l’insieme delle istituzioni che regolano la lotta per il potere e l’esercizio
del potere e dei valori che animano la vita di tali istituzioni, un aggregato
sociologico in cui i principi monarchico, democratico, socialista, fascista, eccetera,
definiscono alcuni tipi di istituzioni, e di valori corrispondenti, sui quali si fonda la
Legittimità del regime, una caratteristica fondamentale di adesione a qualsivoglia
regime che consiste nel fatto che i governanti e la loro politica, ossia i leoni
dell’élite che si espongono direttamente rispetto alle volpi della stessa élite che si
espongono poco o nulla, sono accettati in quanto vengono legittimati gli aspetti
fondamentali del regime, astraendo cioè dalle singole persone e dalle singole
decisioni politiche, una caratteristica da cui consegue che chi legittima il regime
deve accettare anche il governo che si sia formato e che operi in conformità con le
norme e con i valori del regime, pur non approvandolo o addirittura opponendosi
ad esso e alla sua politica, poiché esiste un concreto interesse che accomuna le
forze che accettano il regime, ossia il mantenimento delle istituzioni che regolano
la lotta per il potere, un fondamento di convergenza di interessi che consiste nel
fatto che il regime viene adottato come piattaforma comune di lotta tra i gruppi
politici, perché questi ultimi lo considerano come una situazione che offre
condizioni favorevoli al mantenimento del loro potere, alla conquista del governo
e alla realizzazione parziale o totale dei propri obiettivi politici.
Il governo è l’insieme dei ruoli in cui si concreta l’esercizio del potere politico e,
come si è visto, quando la forza del governo riposa sulla determinazione
istituzionale del potere, perché venga qualificato come legittimo, è sufficiente che
quest’ultimo si sia formato conformemente alle norme del regime e che eserciti il
potere in accordo con tali norme, in modo che vengano rispettati determinati
valori fondamentali della vita politica, ma tuttavia può avvenire che la persona che
è a capo del governo sia direttamente oggetto della credenza nella legittimità.
Nello Stato moderno ciò avviene quando le istituzioni politiche sono in crisi e soli
fondamenti di Legittimità del potere sono l’ascendente, il prestigio e le qualità
personali dell’uomo posto al vertice della gerarchia statale, una certa dose di
personalizzazione del potere, in conseguenza della quale gli uomini non

142
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
dimenticano mai le qualità personali dei capi dietro la funzione che esercitano, è
presente, sebbene in diversa misura, in tutti i regimi, ma ciò che è essenziale per
distinguere il potere legale e quello tradizionale dal potere personale o carismatico
è che la Legittimità del primo tipo si fonda sulla credenza nella legalità delle norme
del regime, statuite di proposito e in modo razionale, e del diritto di comandare di
coloro che detengono il potere in base a tali norme, una Legittimità del secondo
tipo che poggia sull’ossequio alle istituzioni consacrate dalla tradizione e alla
persona o alle persone che detengono il potere, il cui diritto al comando è
attribuito dalla tradizione, una Legittimità che nel terzo tipo si fonda
sostanzialmente sulle qualità personali del capo e in maniera subordinata sulle
istituzioni, un tipo di legittimità legato alla persona del capo.
Rimane il caso dello Stato che non essendo indipendente, come è l’Italia oggi, non
è in grado di assolvere al compito fondamentale di garantire la sicurezza dei
cittadini o addirittura nemmeno lo sviluppo economico, uno Stato assestato nello
Stato conquistato come una colonia, un protettorato o un satellite di una potenza
egemonica che in Italia è rappresentata dal potere angloamericano.
Di fatto una comunità politica che si trovi in tali condizioni incontra molte difficoltà
a suscitare il lealismo dei cittadini, perché non è un centro di decisioni autonome
e di conseguenza la sua Legittimità si fonderà completamente o in parte su quella
del sistema egemonico nel quale è inserito, che per precisione in Italia è
rappresentato dall’egemonia dei vincitori di Yalta e dai firmatari dell’armistizio nel
famoso 8 settembre 1943.
Così i vari livelli del processo di legittimazione, definiscono altrettanti elementi che
rappresentano il punto di riferimento obbligato verso il quale si orientano gli
individui e i gruppi nel contesto politico.
Se analizziamo l’azione di questi ultimi da questo punto di vista, possiamo
individuare due tipi fondamentali di comportamento, che se determinati individui
o gruppi percepiscono il fondamento e i fini del potere come compatibili o in
armonia con il proprio sistema di credenze e operano per la conservazione degli
aspetti di fondo della vita politica, il loro comportamento si potrà definire come
“legittimazione”, ma se invece lo Stato viene percepito nella sua struttura e nei
suoi fini come contraddittorio con il proprio sistema di credenze e questo giudizio
negativo si traduce in un’azione volta a trasformare gli aspetti di fondo della vita
politica, questo comportamento potrà essere definito come contestazione della
legittimità.
Il comportamento di legittimazione non caratterizza soltanto le forze che
sostengono il governo, ma anche quelle che si oppongono ad esso, in quanto non
abbiano l’obiettivo di cambiare anche il regime o la comunità politica, in particolar
modo se l’accettazione delle regole del gioco, cioè delle norme sulle quali si fonda
il regime, non comporta soltanto l’accettazione del governo e dei suoi comandi, in

143
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
quanto siano conformi al regime ma anche la legittima aspettativa per
l’opposizione di trasformarsi in governo.
La differenza tra opposizione di governo e contestazione della Legittimità
corrisponde a quella tra la politica riformistica e la politica rivoluzionaria, laddove
il primo tipo di lotta tende a ottenere le innovazioni, mantenendo le strutture
politiche esistenti, combatte il governo ma non le strutture che ne condizionano
l’azione e propone un modo diverso di gestire il sistema costituito, mentre il
secondo tipo di lotta invece, è rivolto contro l’ordine costituito e ha aspetti
fondamentali, poiché non combatte soltanto il governo ma anche il sistema di
governo, cioè le strutture di cui esso è espressione, una situazione che ci interessa
da vicino visto che non vogliamo costituire una democrazia rappresentativa ma
bensì la teocrazia aristocratica del Primordialismo Visionario.
Con ciò siamo già passati a esaminare il comportamento di contestazione della
legittimità e in questo settore bisogna distinguere due atteggiamenti: quello di
rivolta e quello propriamente detto rivoluzionario, in quanto l’atteggiamento di
rivolta si limita alla semplice negazione, all’astratto rifiuto della realtà sociale,
senza determinare storicamente la propria negazione e il proprio rifiuto, poiché di
conseguenza non sa riconoscere il movimento storico della società, né individuare
obiettivi di lotta concreti e finisce con l’essere prigioniero della realtà che non
riesce a cambiare.
L’atteggiamento rivoluzionario invece, opera una negazione storicamente
determinata dalla realtà sociale, poiché il suo problema è sempre di scoprire la
lotta concreta messa in luce dal movimento storico reale, che consenta di
realizzare le trasformazioni possibili della società, ciò significa che l’azione
rivoluzionaria non ha mai l’obiettivo di mutare radicalmente la società, ma di
abbattere soltanto le istituzioni politiche che ne ostacolano lo sviluppo e di crearne
delle nuove, capaci di liberare le tendenze maturate nella società verso forme di
convivenza più elevate e, per quanto riguarda poi la scelta del metodo legale o di
quello illegale per realizzare gli obiettivi rivoluzionari, si tratta di un problema che
viene risolto nelle varie fasi della lotta in funzione dell’utilità e dell’efficacia di ogni
singola azione in rapporto al fine, in quanto la strategia deve infatti adeguarsi alle
circostanze storiche nelle quali si svolge la lotta, che non possono essere scelte.
Quando il potere è in crisi, come oggi in Italia, perché la sua struttura è entrata in
contraddizione con lo sviluppo della società, in quanto le innovazioni dell’agenda
globalista iniettate nel sistema sociale sono in aperta contraddizione con le
tradizioni nazionali, entra anche in crisi il principio di Legittimità che lo giustifica,
un processo che avviene perché nelle fasi apertamente rivoluzionarie, cioè quando
l’apparato del potere si disfa in un collasso istituzionale, cadono anche i veli
ideologici che nascondevano il potere reale alla popolazione e si rivela in piena luce
la sua inadeguatezza a risolvere i problemi che maturano nella società, un

144
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
momento in cui allora la coscienza delle masse entra in contraddizione con la
struttura politica della società e tutti diventano politicamente attivi, perché le
scelte sono semplici e coinvolgono direttamente l’uomo comune, in quanto il
potere di decisione è davvero nelle mani di tutti, ma naturalmente questi fenomeni
accadono finché non si sia formato un altro potere e, di conseguenza, un nuovo
principio di Legittimità Politica fondato sul Primordialismo Visionario.
L’esperienza storica mostra infatti che a ogni tipo di Stato corrisponde un diverso
tipo di principio di Legittimità Politica, cioè che a ogni forma di lotta per il potere
corrisponde una diversa ideologia dominante, o come nel nostro caso di una nuova
visione del mondo, in quanto non tutti i tipi di consenso sono uguali e sarà più
legittimo lo Stato nel quale, come nel nostro caso, il consenso potrà essere
espresso più liberamente e direttamente nel coinvolgimento della partecipazione
alla vita pubblica, nel quale cioè minore sarà l’intervento del potere e della
manipolazione e quindi minore il grado di deformazione ideologica della realtà
sociale nella mente degli individui, poiché quanto più il consenso è forzato e ha
carattere ideologico, tanto più sarà soltanto apparente.
Su questa base si può formulare una nuova definizione di Legittimità Politica che ci
consenta di superare i limiti e le incongruenze, integrando nella definizione della
legittimità l’aspetto del valore della Speranza nella Parusia, distinguendo i credenti
in Iddio Altissimo dei Primordialisti, i quali vengono separati dal dio satanico dei
Globalisti, la fede nella vittoria che è determinata dalla “presenza avvertita”
attraverso la realizzazione progressiva dell’idea primordialista nella realtà
sensibile, la Legittimazione di un giuramento sottile che premunirà la comparsa del
Salvatore Promesso dall’escatologia religiosa: il futuro imperatore planetario.
Oltre alla Legittimità Politica, nel panorama generale del una capacità di legittimo
esercizio di un’azione, ossia rispondente alla situazione sociale funzionale per
l’esercizio e il riconoscimento di un diritto, conforme a una norma consuetudinaria
giustificata da ragioni o motivi pienamente accettabili, abbiamo un termine affine
molto importante che rimanda alla concezione della Legittimazione come processo
di riconoscimento di un diritto, che nel nostro caso si rapporta al principio di
autodeterminazione dei popoli universalmente riconosciuto come sacrosanto
principio che evoca non soltanto o per forza di cose ad una forma di relazione
conflittuale, ma anche ad una convergenza dei popoli che si autodeterminano
come civiltà.
La categoria politica di Legittimazione, rimanda direttamente alla distinzione
weberiana tra potenza e potere, poiché se infatti la potenza designa la possibilità
di un soggetto politico di fare valere la propria volontà all’interno di una relazione
sociale anche di fronte ad un’opposizione, il potere indica invece la possibilità di
trovare obbedienza a un comando e non può prescindere dall’autogiustificazione
attraverso l’appello ai principi della propria Legittimazione.

145
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Da queste premesse Max Weber sviluppa una tipologia delle forme di
Legittimazione, distinguendo tra potere tradizionale, potere carismatico e potere
burocratico che, se da un lato costituisce una esposizione sistematica ed evolutiva
dei tipi di potere, dall’altro lato si pone anche come presupposto della sua teoria
politica.
Infatti, il carattere acefalo della dinamica della razionalizzazione-
burocratizzazione, che rappresenta l’elemento tragico della sociologia weberiana,
secondo il nostro Weber non può essere sanato dal ricorso alla tradizione, per la
quale non vi è posto nello spazio metaforico della “gabbia di acciaio” del sistema,
in quanto la soluzione prospettata è costituita da una proposta istituzionale che
compone, sia pure in modo aporetico, il carisma e la disciplina, esprimendo la
radicale difficoltà di rispondere al quesito di quale sia la forza in grado di
contrastare l’entropia del processo innovativo che si origina dalla
autonomizzazione burocratica delle funzioni statuali.
Detto in parole povere, secondo Weber la burocratizzazione del potere si esprime
come una gabbia imposta dallo Stato-nazione che non può essere oltrepassata, se
non proprio da una nuova proposta istituzionale, una proposta rivoluzionaria de
facto capace di affrontare il collasso sociale prodotto dall’entropia determinata
dall’autonomia delle funzioni burocratiche dello Stato, ossia la capacità di offrire
una soluzione ai problemi sociali che contraddistinguono lo spirito del tempo.
La formulazione weberiana del problema della legittimità rappresenta anche il
punto di partenza della riflessione di Carl Schmitt, per il quale però la legalità
espressa dal potere burocratico non può costituire una specificazione interna della
legittimità, poiché mentre la legalità è l’elemento caratterizzante di uno Stato
concepito come sistema di norme astratte e generali che ne regolano il
funzionamento secondo un modello di razionalità formale, la legittimità è invece
l’elemento autentico di una formazione politica la quale si specifica come capacità
costante di distinguere tra amico e nemico, tra primordialisti da un lato e i globalisti
dall’altro lato in ogni contesto nazionale.
Questa polarizzazione sociale posta tra la legittimazione politica del
Primordialismo Visionario e la delegittimazione politica del Globalismo Satanico, è
una situazione in cui già stiamo osservando formarsi tutti i giorni davanti ai nostri
occhi, poiché tutti sono chiamati a prendere posizione netta nei confronti delle
istituzioni dello Stato, perché per combattere questa tirannia globalista non basta
più un cambiamento di governo ma abbiamo bisogno di un mutamento
rivoluzionario del sistema paese, al fine di salvare il salvabile, l’adunata popolare
di un richiamo all’ordine sociale che necessita una diffusione endemica nel popolo,
in quanto come afferma Victor Hugo “l’oppresso che accetta l’oppressione finisce
per farsene complice”.

146
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Polarizzando socialmente il popolo come essere cosciente, consapevole di
diventare moltitudine pluralista di un Primordialismo Visionario, coerentemente
l’immaginario collettivo si espande con forza trainante diventando il segno
tangibile di un movimento politico sociale, il quale come collettività diventa
l’ameba nebulosa di un motore guidato da una élite emergente di temerari che
hanno divulgato e stanno divulgando consapevolezza sacra della vita divina sulla
terra in tutti gli ambiti dello scibile umano, riprendendo il percorso interrotto e
dirottato del 1968 romano a Valle Giulia della parentesi nazimaoista e del 1977
italiano dell’esperienza nazionale di Terza Posizione e dell’Autonomia, per
riportare in auge lo spontaneismo politico, con la differenza che questa volta non
solo soltanto considerazioni di sorta, oppure vuoti slogan d’oltralpe, oppure di una
semplice critica al sistema capitalista, ma la chiara immaginazione di una Terza
Visione Planetaria che opera una Geopolitica Magistrale in ogni civiltà continentale
del nostro pianeta Urantia, in attesa del Salvatore Promesso.
Una Legittimità Politica che non proviene da norme sociali comuni ma che proviene
da una ortodossa morale religiosa che richiama all’unità primordiale delle sacre
religioni tradizionali, poiché è una legittimità che attraverso la devozione religiosa
proviene direttamente da Iddio Altissimo.

147
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

21. PER UNA GEOPOLITICA MAGISTRALE

In questo frangente di Legittimazione Politica in divenire, la lotta si manifesta oggi


come caotica rappresentazione della realtà manipolata dai mass-media, i quali
filtrano le notizie generando ulteriore confusione utile a dividere il popolo per
dominarlo e riottenere così la legittimazione del potere costituito con il
mantenimento generale dello status quo, un contesto politico nebuloso in cui si
manifestano istanze politiche particolariste che non possiedono ancora un nerbo
organico e articolato, tale che faccia espandere la consapevolezza della coscienza
insita nella mente universale che, in qualità di spontaneismo si manifesterà
successivamente in fieri come espressione del Primordialismo Visionario,
permettendo a tutti i movimenti politici trasversali di strutturarsi poliedricamente
secondo i dettami di coerenza della Terza Visione Planetaria, un movimento
politico internazionale che in tutti i paesi si può stabilire con la chiara identità di un
sacro e uniforme dissenso nei confronti del Globalismo Satanico a tutti i livelli
amministrativi, un amore incondizionato e un onore integrato verso Iddio Altissimo
che permetta all’umanità di unirsi in un’unica Rivoluzione Interculturale per tutti i
paesi del mondo, con la capacità di unire i popoli religiosi nonostante le differenze
tra essi, in quanto questo processo mondiale di unificazione porterà ad eventi
susseguenti che si manifesteranno in tutte le nazioni per generare un fermento
etico, morale e spirituale tale che favorisca la venuta del nostro Salvatore
Promesso, il nostro famoso Avatar di Sintesi che dimostrerà l’unicità di Dio
Creatore nei confronti del Creato cosmico, il quale attraverso le sue Creature
sempre più consapevoli, realizza la sua Creazione divina come fa il Sole del nostro
sistema stellare che, con i suoi raggi, irradia e nutre i suoi pianeti con le loro lune,
una dinamica di consapevolezza del nous che, innalzando i livelli di vibrazione
cognitiva, apporta la purificazione crescente del pianeta con i suoi esseri viventi,
umani inclusi.
Questa poliedrica consapevolezza crescente è quindi il contesto di una situazione
che va disciplinata con la vibrazione positiva e propositiva della Terza Visione
Planetaria, la quale nell’ambito personale dell’individuo è una lotta contro il
satanismo globalista, un continuo richiamo a tentazioni fuorvianti di pensieri fuori
luogo che distraggono la mente dalla vera essenza di una vita fatta di preghiere,
meditazioni e digiuni che rinforzano lo spirito e rinvigoriscono l’anima,
alimentando l’innalzamento delle vibrazioni interiori per collimarle al nous della
mente universale insita nella coscienza cosmica divina di Iddio Altissimo.
Con questa consapevolezza interiore, quale arma spirituale di uno sforzo collettivo
atto ad allontanare il canto delle “sirene globaliste” come Big Tech, Big Pharma,
Big Food, Big Bank, Big Finance, e tutti i grandi multinational trusts, che attraverso

148
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
il materialismo di simboli dissonanti, dissacranti e distorcenti pietrificano l’anima
di fronte al satanismo di questa nuova gorgone, una consapevolezza interiore di
cui bisogna prendere atto attraverso l’unificazione delle lotte particolari in nome
di Dio, del Cielo e del Popolo, per poi sfociare come un fiume in piena nel mare
aperto dal Primordialismo Visionario, lo sforzo interiore di una lotta politica
rivoluzionaria riferita a un cambiamento sostanziale dell’essenza politica delle
istituzioni sociali, al fine di ottenere un grado superiore di civilizzazione in cui
emerge una geopolitica popolare internazionale, rivolta a unificare il quadro della
civiltà magistrale di un cardine continentale.
Infatti, la Geopolitica Magistrale è una politica consapevole del ruolo geografico
nelle relazioni sociali di un livello intrastatale, interstatale e superstatale, anche
quando a relazionarsi sono i popoli uniti da una visione uniformata dalla
realizzazione di un progetto di Repubblica Magistrale che comprenda più paesi
trasversalmente, siano essi interi parlamenti allineati, come ad esempio il caso
potenziale del tradizionalista governo ungherese di Viktor Orban o del
conservatore governo polacco di Andrzej Duda, i quali potrebbero far aderire il
popolo attraverso azioni governative come un disegno di legge costituzionale,
oppure di popoli interi che uniti nella lotta del Primordialismo Visionario,
impongono un processo di irredentismo europeo rivolto a realizzare forme di
adesione plebiscitaria alla Repubblica Magistrale da un livello regionale, quale
identità etnica stratificata e maggiormente riconosciuta oggi dai popoli di una
stessa regione nazionale, nonché quale realtà politico amministrativa più vicina al
senso di autonomia etnica, una Geopolitica Magistrale che a livello interno
produce un movimento politico unificante in nome di un’altra repubblica,
centralizzata a livello europeo da un sistema elettorale sincronizzato, che a livello
esterno produce un ruolo interpolare che tende a stimolare l’unificazione
continentale, di Eurasia così come in tutti gli altri continenti, poiché l’unificazione
magistrale del cardine continentale di Europastan provvederà in automatico alla
cancellazione del debito estero dei paesi poveri del mondo, all’abbattimento di
sistemi come il CFA della Francia, il Commonwealth inglese, il ripudio della NATO e
il riconoscimento della fallacia del sistema ONU, nonché all’innesco di un analogo
processo di mutamento sociologico in tutti i cardini continentali dei cinque
continenti, i quali seguiranno per emulazione un analogo processo di sviluppo
autocentrato sull’unificazione della propria civiltà di appartenenza, riconosciuta
come Repubblica Magistrale di Nord, Sud, Centro, Est o Ovest in ogni continente.
Individuato che il termine Geopolitica si rivolge all’interno e all’esterno di un
Magistero Politico, cerchiamo di individuare meglio l’aggettivazione di Magistrale,
ossia relativo a un maestro, o a più maestri, intesi come educatori e insegnanti
della polis, un’attività culturale esplicata soprattutto attraverso l’insegnamento e
l’educazione alla vita pubblica, dei politici di professione che educano le masse

149
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
segnando dentro i singoli individui mediante il loro esempio, tale che produce
politiche fatte con singolare maestria incoronata dai popoli attraverso l’investitura
del voto sincronizzato, decretato come valore aggiunto della propria sovranità
individuale, una legittimazione politica che definisce un’abilità posta sotto lo
sguardo critico dei popoli, i quali dopo cinque anni possono riconfermare il partito
con il suo migliore elemento carismatico, oppure sostituirlo con la bravura di un
nuovo Magister Politicus e il suo partito politico di appartenenza, un pluralismo in
cui si concorre non per il potere ma per il bene del popolo sovrano, un principio di
Imperium Populi fondato sul valore imperiale del prestarsi nel dare l’esempio di
virtù in seno al suo popolo magistrale, un circuito virtuoso di valore etico, morale
e spirituale che si fonda su un titolo formale assunto per apportare benessere alla
volontà generale, mediante un metodo progettuale chiaro e intellegibile, una
progettazione che investe tutti i magisteri di una civiltà continentale che fungono
da supervisione degli affari interni e da direzione degli affari esterni del proprio
cardine continentale, nonché in rappresentanza dell’attività di coordinamento
delle civiltà di ogni singolo continente.
La Geopolitica Magistrale è così in questo modo l’internazionalismo di una politica
contestualmente sia interna che esterna, una politica situazionalmente sia
precedente al momento fondativo del cardine continentale e sia susseguente al
momento fondativo dello stesso, una politica vibrazionalmente sia impegnativa
nello sforzo collettivo e sia agevole nel convivio collettivo, la volontà di potenza di
una Geopolitica Collettiva che costruisce ciberneticamente il sentiero della propria
realizzazione in nome di Iddio Altissimo, una Geopolitica che si definisce Magistrale
poiché il processo costruttivista genera autonomamente per acclamazione sul
campo i suoi eroi, i suoi santi e le sue guide, un processo storico sociale pluralista
che sfoglia ogni patina di sovrastruttura cognitiva per arrivare al nocciolo
dell’essenza oltre la sostanza e la forma, un amore incondizionato e un onore
integrato posto al di là del bene e del male, il cui primo passo è proprio il rigetto di
ogni proprio ideologismo occidentalista attraverso il miglioramento del proprio
linguaggio, in qualità di strumenti funzionali al controllo sociale delle Masse
Primordialiste che visionariamente hanno chiara la bandiera imperiale da issare in
ogni luogo al fianco delle proprie bandiere nazionali e particolari, ovvero la
bandiera del Principato di Urantia che funzionerà come quartier generale del
mutamento politico planetario all’interno di ogni nazione del globo terracqueo,
una Geopolitica Magistrale che si esprimerà pluralisticamente all’atto di
fondazione in senso statico, plastico, meccanico, dinamico e quantistico
contemporaneamente, ossia che segue il senso di una logica polivalente: la fuzzy
logic, una logica sfumata che, a differenza di quella classica, è in grado di trattare
contesti ambigui, imprecisi e non esattamente definiti, una logica a più livelli e a

150
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
diverse velocità, come il processo di transizione che stiamo cercando di forgiare
con la disciplina costante di noi stessi e delle masse che ci circondano.
Stiamo parlando di una Geopolitica fondata sull’esempio che diventa caso
endemico di una emulazione continua e autorigenerante, che si attribuisce l’onere
e l’onore di affiancare i tanti piccoli e particolari movimenti per disciplinarli, in una
visione fondamentale che favorisce l’inclusione delle persone come comunità
politica, di lotta unita a livello nazionale come a livello cardinale e a livello
continentale, uno sviluppo politico autocentrato delle civiltà determinato dalla
consapevolezza di essere un’identità precisa e unita, seppur sfumata ed
eterogenea allo stesso tempo, una magistrale opera di coproduzione condizionata
che definisce l’impianto di un’impalcatura politica che si rivolge verso l’alto del
Cielo fino ad Antartide e oltre, per non cadere nelle basse grinfie infere
dell’atlantico globalismo satanico.
Così in senso statico la nostra Geopolitica Magistrale si distingue per un momento
prima e un momento dopo rispetto all’atto di fondazione, un momento prima che
oggi è in balia di un’emergenza sanitaria farlocca, che sta occupando tutti gli spazi
mediatici che influiscono sull’immaginario collettivo rispetto a un senso di pericolo
inesistente, visto che come hanno dimostrato molti esperti non pagati dalle
multinazionali del Big Pharma, il cosiddetto Covid-19 non è altro che una forma di
polmonite interstiziale tipica delle influenze stagionali di ogni anno, una situazione
contro cui fino ad oggi tutto il mondo sta lottando in fieri per riottenere i diritti
inalienabili della libertà civile, in quanto la reclusione imposta politicamente a ogni
nazione che ha voluto accogliere senza remore le disposizioni internazionali
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), ha dimostrato che l’inefficacia
ingiustificata della reclusione forzata nei confronti della popolazione sana, non è
altro che una forma di politica tirannica giustificata anche dalle istituzioni
sovranazionali dell’Unione Europea (UE), una situazione generale non facile a cui il
popolo si sta opponendo con fermezza per la necessità di bisogni primari non
soddisfatti, senza possedere ancora un nerbo visionario unificante delle diverse
lotte contro il governo, e prima ancora contro le istituzioni europee che avallano e
legittimano tali disposizioni internazionali, il contesto sociale di una situazione
politica la cui vibrazione è negativa poiché snervante e depressiva allo stesso
tempo, imponendo uno stato di fatto tirannico ideologicamente giustificato da
allarmismi privi di fondamento e privazioni ingiustificate a livello costituzionale che
mirano all’introduzione dell’obbligatorietà vaccinale, per munire tutta la
popolazione sana di vaccini utili soltanto ad incrementare il fatturato delle
multinazionali del farmaco, una geopolitica europea dei vaccini che diventa anche
terreno di scontro economico multipolare tra i due schieramenti internazionali
emergenti di paesi allineati ai dettami filo-globalisti e paesi allineati a dettami
fondati sul diritto di autodeterminazione del farmaco come i filo-multipolaristi,

151
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Cina e Russia in primis, nonché di diversi paesi che stanno orbitando ora nell’uno
ora nell’altro versante di questa nuova guerra fredda, una situazione storica di
Geopolitica Magistrale che ancora vede Europastan in balia delle istituzioni
sovranazionali dell’UE e delle istituzioni internazionali del WHO, nonché dei
governi apertamente filo-NATO, quale organizzazione internazionale che sta a
dominare sui paesi dello scenario politico europeo, ormai in crisi per i giochi della
NATO posti al confine con la Russia di un’Ucraina dilaniata dal globalismo
endemico e dalla guerra fino ad oggi in atto con la emergente repubblica del
Donbass.
Questo tempo presente che avversa come divenire sulle strade europee dei popoli
in lotta, manca quindi della Terza Visione Planetaria che permetta alle nazioni di
non allinearsi né al Globalismo Satanico insito nel Nuovo Ordine Mondiale
dell’Occidentalismo atlantico, né all’accettazione di un sistema anarchico delle
relazioni internazionali di forma multipolare, in cui l’ultima guerra mondiale è
sempre all’orizzonte a causa dell’invadenza interventista internazionale degli
angloamericani e dei sionisti, tali che cercano di infiltrarsi ovunque per cercare di
soggiogare tutte le reticenze diplomatiche, le quali cercano soltanto di evitare una
guerra utile a far lievitare nuovamente un capitalismo auto-cannibalista che, in
termini globali, non trova sbocchi di investimento per incrementare
l’accumulazione incessante di capitali, e che pertanto o finisce per portare al
collasso socioeconomico i maggiori paesi capitalisti del mondo oppure finisce nel
trovare una messa in scena utile a legittimare un’ennesima guerra mondiale o
ancora per legittimare uno status quo funzionale al recupero del potere capitalista
mondiale.
Quindi abbiamo a che fare con l’opportunità storica di favorire il collasso sociale
dei maggiori paesi capitalisti del mondo situati nella vecchia Europa istituendo una
ristrutturazione organica della politica, dell’economia e della cultura, che
sostituisca geograficamente in ogni paese l’istituzione sociale di un modello
politico alternativo a quello vigente, una trasformazione a cui determinare un
fronte unito di mutamento sociopolitico di una rinata sovranità, passante per il
contenimento della moneta unica dell’Euro mediante l’evocazione divina
dell’Imperium Populi, quale metodo utile ad affrontare coerentemente la crisi
endemica in atto, mediante l’Altruismo Primordialista che riorganizza
coscientemente le istituzioni di ogni nazione, nella consapevolezza che viviamo
tutti in un momento di passaggio, non superiore ai 5 anni dalla data di fondazione
del futuro Principato di Urantia, possibilmente entro il fatidico anno mondiale del
2030, anno in cui si chiuderà il ciclo storico attuale.
Come diceva Antoine-Laurent de Lavoisier in natura “nulla si crea [e] nulla si
distrugge [ma] tutto si trasforma”, poiché la natura è “un grande laboratorio
chimico nel quale avviene ogni tipo di composizione e decomposizione”, in quanto

152
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
la vita che vegeta sulla terra “è [uno] strumento di base che il Creatore usa per
configurare tutta la natura in movimento”, un’impostazione scientifica che nel
divenire del tempo presente ci permette di prendere coscienza del mutamento
storico sociale in atto e di trovare così un metodo consapevole per gestire la
trasformazione in atto del mondo, per orientarla fino a piegarla verso la Tradizione
Primordiale delle origini e riportare così all’eterno ordine millenario tutta la
Creazione Cosmica, in vista della venuta del Salvatore Promesso dall’escatologia
delle Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, uno sforzo collettivo
che chiama gli europei a determinare l’esempio a cui fare riferimento nel mondo
per collimare, con sistemi analoghi e autoreferenziali di Imperium Populi, tutti i
cardini magistrali di ogni continente del pianeta, al fine di acciuffare tutti i colpevoli
dei sotterranei crimini contro l’umanità, contro il Cielo e contro Dio, i quali ancora
imperversano sul mondo, accogliendo così la mietitura delle anime pie dei campi
elisi di Dio Creatore, quali divine messi arate da Iddio Altissimo e pronte per la
discesa dal Cielo degli angeli celesti e dei santi immortali che, come Gesù,
interverranno per giudicare i vivi e i morti in ogni angolo del pianeta Urantia con la
presenza di Dio, preparando così il mondo de facto al famoso scontro finale
dell’Armageddon tra le forze della luce e le forze delle tenebre.
Pertanto gestire il mutamento in atto per orientare la trasformazione sociale dei
popoli del pianeta verso i sani principi virtuosi della Tradizione Primordiale, insita
in tutte le Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, diventa il reale
obiettivo della Terza Visione Planetaria che, in nome di Iddio Altissimo, diverrà la
chiara visione che i popoli delle nazioni tradurranno in azione, una progettazione
cibernetica adattata all’autosviluppo di tutte le civiltà continentali del pianeta, che
sboccerà come un fiore in tutti i cuori delle persone di buona volontà, i quali
coscienti delle difficoltà settoriali di altri soggetti sociali meno fortunati, si
prodigheranno nella costruzione sociale di una Geoeconomia Umanista che sarà la
tomba su cui decadrà il sistema economico capitalista globale, diventato ormai
come un automa che si ciba delle disgrazie altrui per incrementare il numero delle
speculazioni finanziarie, che depauperano le ricchezze dell’economia reale
prodotta dai popoli in termini di energie, tempo e risorse, siano esse fisiche,
psichiche e spirituali della natura sul nostro pianeta.
Non avranno vita facile i persecutori dei popoli con il loro atlantico Globalismo
Satanico, avranno i giorni contati, a cominciare dai regnanti nazionali d’Europa che
diventeranno semplici cittadini espropriati del loro potere temporale e delle loro
insegne nobiliari, poiché la Divina Nemesi si abbatterà su di essi quali dinastie
politiche che, in combutta con altre dinastie di tipo economico come i Rothschild,
i Warburg e i Rockefeller e di tipo culturale come la deep church del papato
romano, hanno bloccato il naturale corso di sviluppo storico autocentrato delle
civiltà continentali del pianeta terrestre, le quali sono state inglobate dai poteri

153
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
occulti mondiali troncando la crescita di differenti forme tradizionali di imperium
populi attraverso il colonialismo politico che ha represso le istituzioni
sociopolitiche locali, attraverso il capitalismo economico che ha smantellato i
mercati socioeconomici territoriali e il conduzionismo culturale che ha cancellato
le memorie socioculturali collettive, delle differenti civiltà che erano e sono la
ricchezza della archeodiversità di continenti ancora oggi dominati letteralmente
dai poteri satanici di inglobamento sociale, tale che hanno generato la
speculazione finanziaria degli usurai legalizzati dell’Occidentalismo sulle spalle di
interi popoli sottomessi, come i popoli di America e di Oceania, se non proprio
schiavizzati e deportati, come i popoli dell’Africa, e tutto questo senza scomodare
ciò che è stato fatto alle civiltà dei popoli del resto di Eurasia, che ha visto come
ultimo smantellamento delle civiltà il potere imperiale nipponico, con un paese
come il Giappone in cui l’imperatore è stato relegato ad un semplice ruolo
cerimoniale di rappresentanza del popolo giapponese, l’ultimo impero tradizionale
del pianeta disgregato dall’umiliazione subita dalla bomba atomica di Hiroshima e
Nagasaki, una Divina Nemesi che si abbatterà sulla fonte di questi disastri
geoculturali, sempre se essi non rimedieranno agli errori delle generazioni del
passato, ossia sugli USA e su tutti i casati nobiliari dell’estremo occidente di
Eurasia: l’Europastan.
Di fatti la Geocultura Tradizionale dei commerci insiti sulle antiche vie della seta,
che a quanto pare secondo fonti cinesi hanno raggiunto via mare anche l’Africa e
l’America, per opera delle politiche mercantili confuciane della dinastia Ming
(1368-1644) in particolare, era stabilita su un equilibrio armonioso di rispetto delle
aree regionali e delle civiltà che vivevano sostanzialmente in pace, tranne che in
un Europa medievale che vide cadere, nel sangue di continue lotte intestine per le
investiture e per le crociate, la progressiva dissoluzione concreta del Sacro Romano
Impero di Federico II di Svevia, a causa della sua morte avvenuta nel 1250, anni in
cui mentre l’antica Cina fioriva con la dinastia Song (960-1279) e le armate mongole
si preparavano al di là della Grande Muraglia per costituire l’impero eurasiatico
della dinastia Yuan (1261-1368), le trame della Lega anseatica nordeuropea e degli
usurai giudei legalizzati dai regni e dalle signorie dei principati, formavano il
substrato economico da cui traeva linfa l’incipiente economia capitalista
legittimata dal papato romano, l’economia dei guelfi neri che, fino ad allora
vacillava in ricerca di nuovi territori da depauperare, finché l’investitura di
Cristoforo Colombo ad opera del regno di Spagna, con i finanziamenti degli usurai
giudei e sotto la benedizione papalina, mette in scena quello che è passato alla
storia come scoperta del Nuovo Mondo (1492), il quale fu l’inizio di una grande
speculazione politica, economica e culturale a discapito di tutti i popoli e di tutte
le civiltà imperiali degli altri continenti, una speculazione durata ben oltre cinque
secoli di storia dell’umanità fino ad oggi, un processo di inglobamento che ha

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
fagocitato l’intero globo terracqueo, e che ha messo fine a quel mondo che
Alexander Dugin definisce precolumbiano, l’equilibrato ordine mondiale naturale
che era vigente sul pianeta precedentemente alla pseudo-scoperta di Cristoforo
Colombo, in cui tutte le civiltà vivevano di una autonoma storia imperiale, infine
falcidiata definitivamente dalla terra con la conclusione della seconda guerra
mondiale (1945) e l’imposizione americana della costituzione all’imperatore
giapponese Hirohito, il quale fu declassato a semplice rappresentante del popolo
nipponico.
Determinato ciò, la Geopolitica Magistrale individua i suoi nemici globalisti e tende
a tagliare progressivamente ogni correlazione con essi, attraverso la fondazione
del Principato di Urantia che diventerà il riferimento politico, economico e
culturale mondiale di una cittadinanza alternativa e parallela, uno strumento
politico che finalmente determina le radici delle civiltà sancite da un governo
imperiale parallelo che coordina l’esistente attraverso relazioni transnazionali con
i popoli e/o con i governi di qualsiasi livello amministrativo, tale che si riproduca
una simile micronazione in ogni nazione ospitante, quale semenza divina che
germoglia nella terra di tutti i territori nazionali per facilitare la formazione di ogni
civiltà continentale, una trasformazione che seguirà e plasmerà il modello di
ingegneria politica che verrà diffuso e accettato da tutti i popoli d’Europa per
rivoluzionare le istituzioni europee, sostituendone alcune e chiudendone altre, un
processo ben descritto nel saggio “Impero” che porterà alla conformazione di un
costituzionalismo popolare ad opera di una élite composta dai migliori professori
e ricercatori che seguiranno le linee generali sotto la nostra supervisione, al fine di
attivare un’assemblea costituente dei popoli d’Europa, che in tempi rapidi inscriva
la Costituzione Europea e riformi le costituzioni delle Nazioni Socializzanti per
armonizzazione legislativa.
Pertanto la Geopolitica Magistrale si rivolge a tutti i popoli di ogni civiltà
continentale, che come singole radici rappresenteranno ramificazioni di
inarcamento del Cardine Magistrale, arrivando a coincidere tutti insieme nel
Magistero Politico della civiltà di riferimento, una strategia modulare che mette in
risalto le comunanze culturali di una civiltà che mette Dio al primo posto, forgiando
così una Teocrazia Complessa aggiornata alla realtà complessiva della
contemporaneità che vede nelle Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e
Autentiche, il riconoscimento di una legge etica, morale e spirituale che si pone
come corollario alle leggi vigenti di ogni Nazione Socializzante, un riguardo che trae
riferimenti virtuosi dal Cristianesimo, come anche dall’Islam, dall’Induismo, dal
Buddhismo e dal Taoismo, in visione della compresenza di migranti
intracontinentali che in Eurasia in particolare, i popoli devono sentire la loro
appartenenza continentale come un fondamento razziale, poiché come vedremo
esiste la negritude alkebulanica dell’Africa, come esiste la blanchitude auranica di

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Eurasia, la rougetude atzlantica dell’America, la bleutude altierjingaica dell’Oceania
e la jaunetude aramuica di Antartide.
Queste terminologie specificano pertanto l’appartenenza alla concezione di razza
ma di tipo continentale, seguendo ciò che il poeta martinicano Aimé Césaire aveva
coniato francofonamente come terminologia identitaria del continente africano la
negritude, l’abitudine consuetudinaria dell’identità propria dei popoli dell’Africa,
un continente che detiene una sua propria autodefinizione antropologica
denominata Alkebulan, la quale proviene dai nativi prima della presenza europea
e della divulgazione del termine Africa, un nome che è citato da diversi autori
contemporanei, dal significato etimologico incerto ma che, secondo lo studioso
senegalese Cheikh Anta Diop, lo fa significare come “madre dell’umanità”, a cui va
accostata anche la significazione arabeggiante che significherebbe “terra dei neri”.
Seguendo tale impostazione antropologica alternativa, e quindi non eurocentrica,
possiamo altrettanto concepire con lo stesso criterio e allo stesso modo l’Eurasia
come blanchitude, la consuetudine dell’identità bianca, anche perché come esiste
la diversità psicosomatica dei popoli africani, nonché delle varianze di colore
pigmentale insite nel continente africano, così esiste una diversità psicosomatica
dei popoli eurasiatici, una concezione che contrasta con certe visioni illuministe ma
che rende bene l’idea di questo continente che, anziché essere denominato come
associazione di due termini geografici con Eur- come prefisso e -asia come suffisso,
assume la sua precipua significazione di Aurania, intesa come terra dell’aurora del
cielo di Urano, quale padre dell’umanità da cui proviene la semenza divina dei
principali ceppi sopravvissuti al diluvio universale, determinato scientificamente
dai geologi come evento realmente accaduto e databile intorno al 10.000 a.C., che
hanno poi effettuato migrazioni verso tutti i continenti, poiché le tribù di Noé
capeggiate dai suoi tre figli Sem, Cam e Jafet, non erano altro che tre tribù
totemiche che si rifacevano all’archetipo ancestrale di un predatore rettile come il
drago, di un predatore mammifero come il leone e di un predatore uccello come
l’aquila, tre simboli totemici che guardacaso possiamo riscontrare in tutto il
pianeta e in ogni continente, come archetipi antichissimi appartenenti alla
Tradizione Primordiale della genesi terrestre dell’Eden Biblico, quando la terra
formava la Pangea e la Pantalassa e il pianeta era allineato all’asse terrestre,
generando così un clima sempre mite e primaverile, in cui le piante fiorivano e
fruttificavano in assenza di lavoro umano, dove il Sole e la Luna erano anche i
simboli del maschile e del femminile insito in ogni cosa, uno Yang e uno Yin che
permeava l’universo in un tempo in cui il Cielo Padre era davvero sulla Terra Madre
poiché allora le divinità celesti convivevano insieme agli umani.
Così, seguendo questo criterio logico, possiamo altrettanto disporre degli altri
colori fondamentali del Feng Shui, in cui individuare il rosso della pelle dei nativi
americani, diffuso su tutto il continente con le sue proprie varianti olivastre, come

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
rougetude in qualità di consuetudine identitaria tipica di tutti i popoli nativi
originari di un continente che possiamo definire secondo le memorie storiche degli
aztechi, che furono i primi popoli che ebbero contatti coloniali con i bianchi europei
che, a causa dell’errore storico del colonialismo postcolumbiano, essi videro come
salvatori poiché anziché attaccarli, accondiscendevano alle loro continue richieste
di oro, in quanto essi provenivano da una terra continentale che definivano con il
nome Atzlan, dove vivevano popoli di pelle chiara come noi popoli auranici, una
terra che richiama alla memoria l’antica civiltà di Atlantide descritta da Platone,
anche perché Aztēcah in lingua nahuatl, significa proprio “gente di Aztlán”, e non
può che ricordare la mitologica Atlantide, pertanto tutti i popoli delle americhe
sono popoli di un continente che possiamo definire con il termine nativo Atzlanti,
ossia la terra derivata dagli atlantidei, in qualità di pantheon ancestrale
precolumbiano.
Inseguendo questa modalità antropologica e ancestrale di reperimento delle
tracce fondamentali delle principali culture per definire un continente, passiamo
al continente azzurro di Oceania, una bluetude quale identità marittima
dell’azzurro mare dell’oceano Pacifico che rivela l’appartenenza razziale comune a
tutti popoli dell’Australasia come della Polinesia fino alle Hawaii, un continente
azzurro denominato Altierjinga che prende il nome dalla cultura aborigena, un
appellativo che va a significare letteralmente il misterioso “tempo del sogno” della
origine primordiale nei miti insiti nella tradizione aborigena, un luogo misterioso
che esiste fisicamente su questa terra ma che nessuno, esclusi gli Aborigeni
australiani e altri pochi eletti, è in grado di vedere.
Nella nostra Terza Visione Planetaria, il sogno archetipico del mito utopico
dell’Imperium, quale strumento attuale di ricostruzione e di resistenza alle
oppressioni del Globalismo Satanico Atlantista, è proprio ciò che stiamo per
definire impiegandolo come ausilio di trasformazione del nostro pianeta Urantia,
in cui spiccherà la centralità terrestre del continente di Antartide, una jaunetude
ancestrale che rimanda alla posizione centrale della geografia sacra del Feng Shui
taoista appartenente alla cultura cinese, un continente giallo che denomineremo
Aramu per ricordare i fasti immemori della terra del Sole, il continente perduto di
Mu dominato dall’imperatore del sole Ra, la parola che i Naacal usavano allo stesso
tempo per denominare il Sole così come per il loro Dio e l’imperatore planetario,
una composizione in cui si inserisce l’alfa privativo per denotare l’assenza ancora
oggi inspiegabile di dove sia finito questo antico continente.
Negli anni venti e trenta del passato Novecento James Churchward, uno scrittore
e viaggiatore britannico, suffragò l’ipotesi dell’esistenza dell’antico continente di
Mu, credendo che esso fosse stato sommerso dalle acque diluviane insieme alla
mitica Atlantide, una tesi che le attuali conoscenze archeologiche, storiche e
geologiche di stampo accademico ufficiale tuttavia, ne smentiscono l’ipotesi,

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
seppur in parte conserva una certa fortuna nella letteratura definita come pseudo-
scientifica e di stampo occultista.
La scoperta di formazioni rocciose presso l’isola di Yonaguni nel mare del
Giappone, ribattezzate Yonaguni Monument, ha riportato in auge il continente
misterioso di Mu presso gli ambienti pseudo-scientifici.
Ciò che emerge dagli studi posti su queste considerazioni è che il continente di
Aramu, che oggi denominiamo con il termine di Antartide, non è altro che il
continente di Mu che è stato ritenuto sommerso, poiché la nostra tesi invece è che
esso, insieme ad Atlantide, si sia spostato e frammentato nel percorso geologico in
altre piccole isole.
Quindi se Aramu, ovvero Antartide, è l’antico continente perduto di Mu, di ciò che
James Churchward ha riportato essere la civiltà di Naacal, madre prediluviana di
tutte le civiltà planetarie, allora vuol dire che è altrettanto possibile che la
Groenlandia potrebbe essere il pezzo più grande che rimane di ciò che era la
distesa terra continentale di Atlantide.
Ipotesi a parte, Aramu in tal senso, diventa un continente centrale anche per
questa ragione storica, poiché non possediamo nessuna memoria ancestrale che
ci parli di Antartide se non il riferimento all’antico continente di Ra Mu, il regno del
Sole e della Luna, di cui le sacre religioni tradizionali ci riportano vari frammenti
contestuali in merito alla simbologia della nostra stella solare e del nostro satellite
lunare.
Con questa geografia sacralizzata e da noi rinnovata nei tempi contemporanei,
possiamo definire una geopolitica precipua della Tradizione Primordiale attraverso
il battesimo dei continenti con una nomenklatura basata sulla lettera A che
secondo la medicina ayurvedica indiana è il suono vocale del cuore, una strategia
che incasella ogni civiltà cardinale nelle cinque direzioni del Feng Shui di ogni
continente, tale che riporta alla mente questa croce ordinata tra un lato est, un
lato ovest, un’asse nord, un’asse sud e un’intersecazione al centro, una croce che
si riproduce anche a livello intercontinentale con Aramu al suo centro, Alkebulan
a lato sinistro, Altierjinga a lato destro, Atzlanti sull’asse inferiore e Aurania
sull’asse superiore, una croce semovibile secondo le necessità geologiche del
nostro pianeta vivente, una configurazione di Urantia che stabilisce una fotografia
crociata dello stato attuale rispetto a possibilissimi sommovimenti tellurici futuri, i
quali potrebbero rimodellare la stessa configurazione terrestre dei continenti, una
croce in movimento che ricorda un altro archetipo ancestrale presente in tutti i
continenti: la croce Svastica, un archetipo ancestrale che è stato dilaniato dalla
propaganda dei vincitori dell’ultima guerra, poiché fu anche il simbolo adottato
dalla parentesi storica insita nella Germania del regime nazionalsocialista.
Il nazional-socialismo tedesco ha perso nel 1945 e ciò ha rivelato che, nonostante
la propaganda occidentale e sovietica, e nonostante le tesi di difesa del

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
nazionalsocialismo tedesco e del fascismo italiano, ciò che conta è l’essenza non
ideologica che si perde nel tempo immemore della Tradizione Primordiale, di cui
tutte le ideologie dell’ottocento e del novecento hanno cercato di deformarne i
fondamenti.
Questa essenza non ideologica della Tradizione Primordiale, quindi non afferma la
supremazia di un’ideologia rispetto ad altre, ma nega la validità di qualsiasi
ideologia in merito al valore della vita, ivi compresa quella liberalista e quella
comunista che sono ancora oggi sopravvissute al passaggio di millennio, un essenza
non ideologica che ha il suo riferimento nella concezione sacra della socializzazione
come processo storico sociale votato alla diffusione della ricchezza e alla
cancellazione della povertà, mediante la rigenerazione continua della popolazione
demografica, in quanto l’ancestrale Tradizione Primordiale assume la virtù
dell’integrità come fondamento di una qualsiasi società nazionale.
Per queste ragioni attraverso l’idea concreta e ancestrale della socializzazione
primaria e secondaria, quale fondamento intergenerazionale di vita sociale,
diventa un fondamento della Tradizione Primordiale che prende a modello
progettuale le Nazioni Socializzanti del pianeta terrestre, in qualità di primo piano
di un’impalcatura planetaria della politica, quale esatta opposizione alla condizione
disumanizzante in cui viviamo sempre più spinti dal sistema internazionale vigente
verso l’apatia, l’anomia e l’aporia sociale di noi popoli.
Un’impalcatura politica che si fonda su tre Piani Direzionati sul centro nevralgico
planetario rappresentato dal continente antartico di Aramu, una scala di livelli che
parte dalla comunità locale quale primo livello politico-amministrativo, per
arrivare all’ottavo livello politico-amministrativo della corte imperiale planetaria,
su cui si innestano i tre Piani Direzionali delle Nazioni Socializzanti al primo piano,
dei Magisteri Cardinali al secondo piano e dei Coordinamenti Continentali al terzo
piano, che fungono da piani radicali che convergono verso l’attico tettonico della
Corte Imperiale situato nel continente antartico, una dimensione politico-
amministrativa che è ascendente per i livelli ma discendente per i piani, poiché il
potere coercitivo appartiene sia all’Imperium Populi dalla base verso l’alto e
all’Imperium Planetarius dal vertice verso il basso, laddove invece il potere militare
appartiene soltanto al vertice di questa nostra piramide conica.
Adesso quindi, focalizziamoci sull’aspetto micro della Geopolitica Magistrale,
andando ad indagare l’articolazione statica dell’impianto geopolitico di un
Magistero Cardinale come Europastan, in cui verterà il senso di una qualsiasi
Nazione Socializzante suddivisa autonomamente per regioni che stabiliscono
un’appartenenza etnica, proprio come se fossero le stanze di una casa, in cui vige
da un lato il potere nazionale parlamentare nel soggiorno d’ingresso e dall’altro
lato la cucina della micronazione di riferimento, che in Italia sarà il Principato di
Urantia, la quale si occuperà direttamente di coordinare il mutamento e la

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
trasformazione del paese ospitante, attraverso un governo parallelo che guidi la
Transizione Costituzionale del paese nell’ottica cardinale del magisterio politico,
una casa che come tutte detiene anche i servizi del bagno e di ripostiglio,
rappresentato dalle carceri e dai sistemi punitivi che un popolo vuole
autonomamente munirsi, in cui si manderanno a lavare tutti i colpevoli delle azioni
malefatte e dei crimini commessi, per scontare le pene umane in attesa delle pene
divine che infliggerà il Salvatore Promesso, il quale mieterà le anime candide
separandole da quelle putride, nello stesso momento della discesa del Messia Gesù
che, insieme agli angeli celesti e ai santi immortali, determinerà gli esordi
dell’ultima battaglia sul piano cosmico, arrivando così a sancire il germoglio di una
nuova età dell’oro, e in tal senso bisogna sempre tener presente che il Salvatore
Promesso, quale mietitore di anime, non è la stessa persona del Messia Gesù,
poiché il primo è un’incarnazione divina sulla terra, un Avatar di Sintesi che
riporterà l’ordine sul nostro pianeta attraverso il suo risveglio cosmico che lo farà
ascendere al Cielo, mentre il secondo è il raccoglitore delle messi animiche, il
Messia Gesù che discenderà dal Cielo per incontrarsi con il Salvatore Promesso,
poiché Gesù già si è incarnato su questo pianeta oltre duemila anni fa ed è asceso
al Cielo in carne e ossa proprio come hanno fatto i santi immortali taoisti, il Buddha
Sakyamuni, i Mahavishnu dell’induismo e tanti altri maestri ascesi di altre religioni
tradizionali.
Assumendo quindi che ogni Nazione Socializzante è e sarà paragonabile alla dimora
di un popolo, assumiamo anche che il Magistero Politico diventa un condominio
unificato da un sistema elettorale sincronizzato per tutti i livelli amministrativi, un
condominio inserito in un parco abitativo di cinque scale condominiali che
rappresenta il continente di appartenenza: il Continente Dominante che si
coordina autonomamente inviando mensilmente dei delegati dei cinque Magisteri
Politici direzionali che nominano una Guida Imperiale, un Dux Imperialis che a sua
volta si presenta al cospetto dell’Imperatore Planetario per la regolazione di
imprevisti ed emergenze locali di interesse mondiale e intercontinentale, laddove
il mondiale esperimento in fieri della lingua Esperanto diventerà successivamente
il linguaggio e la scrittura universale del pianeta Urantia.
Quindi questa Geopolitica Magistrale diventa la chiave di volta per realizzare oggi
il mondo di domani attraverso lo sforzo di ognuno nei propri movimenti sociali di
appartenenza, mediante la volontà indomita insita nello strumento di una
Geoeconomia Umanista che si dispone come alternativa reale al sistema
capitalistico ancora per poco dominante, una Geoeconomia che partirà dal basso
per ogni livello politico amministrativo fino all’apice, e viceversa mediante la
tessitura di reti sociali, il quale fiorisce lentamente distruggendo per
contraddizione le ultime sopravvivenze ideologiche del mondo, attraverso azioni

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
trasformative, come il regime comunista di alcuni paesi e l’endemico regime
liberalista delle democrazie occidentali e filo-occidentali.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

22. PER UNA GEOECONOMIA UMANISTA

Definita per grandi linee la Geopolitica Magistrale entriamo nel merito di un


parallelo con la Geoeconomia Umanista, la quale è sempre un rapporto geografico
dell’uomo con la sua economia ma differenziata per approccio dalla Geoeconomia
Capitalista che attualmente ha pervaso il globo in tutte le nazioni, nonostante le
diatribe insite tra il monopolarismo angloamericano e il multipolarismo
russocinese, delle diatribe inerenti alla diffusione geoeconomica della propria
produzione interna lorda (PIL) rivolta verso paesi terzi, una lotta di spartizione del
mondo tra aree di influenza e ricerca di mercati utili alla distribuzione delle
esportazioni, che rende il multipolarismo come un momento concretamente vivo
nella fase attuale, nonostante le critiche polemiche degli angloamericani su
fantomatici diritti umani, impiegati soltanto per attaccare verbalmente altri centri
emergenti e polarizzanti del globo terracqueo, se non proprio per sottometterli
nell’ordine della gerarchia economica che afferma lo status quo del capitalismo
globale, finora uscito vittorioso su tutti i fronti economici, in qualità di forma
economica che annebbia le menti di chi crede ancora che il comunismo cinese sia
una forma di socializzazione, una forma di socialismo soltanto politico che accetta
i dogmi del capitalismo globale, seppur ne guidi politicamente gli indirizzi per
ragioni di controllo sociale, un multipolarismo che in Russia potremmo definire
patriottismo capitalista, ma che non nega di fatto i principi economici su cui si
fonda il capitalismo, preferendo come la Cina di lottare soprattutto sul campo
politico e culturale, laddove il primo è un ambito in cui il giusto senso verticalista
della gestione politica si fonda sulla compattazione della società introducendo,
seppur nei limiti, delle forme di socializzazione migliori del sistema americano, che
invece produce molte forme di marginalizzazione sociale e politica, un ambito
politico in cui il senso di unità dei popoli russo e cinese tende a rafforzare il tessuto
sociale attraverso politiche risolutive di smussamento dei danni sociali apportati
dal capitalismo imperante ma senza minarne le fondamenta, una dimensione a cui
si associa l’ambito culturale che rafforza lo spirito umano dell’unità sociale del
popolo, degli esempi sicuramente migliori rispetto alla diffusione delle aporie
psicologiche, delle anomie sociali e delle apatie politiche tipiche dei progressisti
paesi occidentali, ivi inclusa la fortunata Inghilterra che in realtà si rivela essere
l’apice mondiale della finanza globalista che, attraverso la mano invisibile del
mercato finanziario, cerca di penetrare in tutti i paesi del mondo attraverso le basi
imperialiste disposte nel mondo secondo il nuovo Commonwealth postcoloniale e
secondo la strutturazione globale delle basi NATO, e tutto questo senza entrare nel
merito della povertà diffusa e della emarginazione endemica del sistema
americano.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
La Geoeconomia è un termine che designa una disciplina che studia le politiche e
le strategie da adottare per accrescere la competitività degli Stati, un termine
introdotto alla fine degli anni ottanta dall’economista Edward Luttwak, secondo il
quale, dopo la fine della guerra fredda, la forza militare di uno stato non è più il
principale parametro che determina la graduatoria di importanza di questo sulla
scena internazionale, che quindi viene sostituita in questo ruolo di parametro di
valutazione, dalla capacità e forza economica, delle strategie d’ordine economico
e commerciale, decise dagli stati nel quadro di politiche che mirano a proteggere
la loro economia nazionale o alcuni lati ben identificati di questa, ad acquisire il
controllo di tecnologie chiave e di conquistare alcuni settori del mercato mondiale
relativi alla produzione o la distribuzione di un prodotto o di una gamma di prodotti
sensibili, il cui possesso o il cui controllo conferisce al suo detentore un elemento
di potenza e d’irradiazione internazionale, un’influenza estera che contribuisce al
rafforzamento economico e sociale, laddove ogni Stato viene considerato come
Sistema Paese in competizione con gli altri sistemi, in uno scenario globale che è
caratterizzato dall'esistenza di regole oggettive, cioè derivate dai meccanismi
propri dell’economia, ma anche soggettive derivanti cioè da specifici accordi
stipulati fra i vari stati in merito alla modalità di commercio delle merci, che devono
essere rispettate pena l’applicazione di ritorsioni o sanzioni da parte degli altri Stati
che operano nel sistema internazionale.
Quindi di base abbiamo che geograficamente i traffici economici si spostano sul
pianeta da una nazione all’altra secondo accordi bilaterali e multilaterali, senza
seguire alcun criterio territoriale ma seguendo soltanto l’ordine della bilancia dei
pagamenti tra due o più stati, che definiscono il prodotto interno lordo (PIL) come
indice statistico di rilevamento della ricchezza nello sviluppo economico di un
sistema paese, un indice fallace che non tiene conto di parametri importanti come
il tenore di vita e la felicità diffusa tra il popolo di un paese, un’economia di sviluppo
di tipo capitalistico che non tiene conto della redistribuzione della ricchezza e della
dissoluzione della povertà, poiché il PIL misura come indice negativo ogni
investimento rivolto a servizi sociali e infrastrutturali di miglioramento della qualità
della vita di un popolo, una decrescita del prodotto interno lordo che da capovolto
può diventare anche il nostro riferimento statistico per rilevare gli investimenti
della Nazione Socializzante che tiene in considerazione il tenore di vita in una
società nazionale, un indice statistico che purtroppo è nato per assurgere alla
misurazione della produzione industriale e finanziaria della ricchezza che è sempre
concentrata nelle mani di pochi, un’impostazione economica di tipo liberista
accettata da tutti che vede nel capitale l’interesse di un paese, una nazione in cui
la finanza con il bene placido della politica gestisce i movimenti di capitali
influenzando l’economia reale per proprio tornaconto, in qualità di realtà
superiore all’economia di un paese poiché sfugge ad una regolamentazione

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
normativa delle relazioni finanziarie transnazionali, poiché manca un soggetto che
si ponga al di sopra della finanza come sarà in un prossimo futuro il ruolo
dell’Imperium Planetarius, il quale prima di tutto soggiogherà la finanza
radicandola territorialmente a livello continentale e imponendone la tassazione a
tutti i Piani Direzionali per le esigenze e le necessità concrete di ogni livello
amministrativo planetario, allo scopo di mettere al bando ogni forma di
speculazione finanziaria e per eliminare definitivamente la povertà da ogni angolo
del pianeta.
Abbiamo bisogno di una Economia Radicata che si fonda sulla territorializzazione
continentale dell’e-commerce e delle multinazionali, economico e finanziario,
nonché su principi fondamentali come la valorizzazione semi-autarchica delle
risorse nazionali, come relativamente ostenta il Giappone di oggi, il quale non
importa nessuno di quei prodotti che già sono reperibili sul mercato interno
mettendo al primo posto l’economia nazionale, delle forme di politiche
economiche che appartengono alla Terza Via Governativa che abbiamo già
ampiamente trattato, dei principi di responsabilità sociale e ambientale di impresa
che ricordano sia Olivetti che il modo di produzione della Toyota, dei principi
fondamentali che si basano su una rivalutazione delle esportazioni in chiave
continentale, laddove gli investimenti mirano non a vendere in paesi terzi extra-
continentali ma semmai ad investire in altri continenti per valorizzare la
produzione a livello locale e formare così una logica di valorizzazione delle facoltà
produttive di un altro continente.
Questa visione di Economia Radicata a livello continentale diventa così uno dei
parametri di riferimento di politiche governative semi-autarchiche per livelli
amministrativi e per piani direzionali che radicano l’economia e la finanza in cupole
planetarie disposte a matrioska, un primato della politica tale che valorizza i cardini
continentali e gli interi continenti nel senso di favorire l’autonomia gestionale dei
popoli nazionali, una concezione radicale che è uno dei parametri di riferimento di
un’Economia Umanista, una prospettiva economica che si fonda come
accumulazione del soddisfacimento dei bisogni della dignità umana, in aperto
contrasto netto all’economia capitalista, nella quale è l’incessante accumulazione
di capitale ad essere il principio su cui si basa la norma di un ambito regionale che
da europeo è diventato oggi globale, abbiamo bisogno di questo radicamento per
definire quindi il secondo parametro di un’Economia Strutturata a partire dalla
demolizione del concetto di stato-nazione per edificare la categoria di Nazioni
Socializzanti che incentra l’economia sulla autonoma concezione nazionale di
forme di socializzazione produttiva in cui ogni lavoratore è padrone del proprio
lavoro come un tempo erano gli artigiani e le loro corporazioni, un’Economia
Diversificata quale terzo parametro che a livello magistrale si distingue per sistemi
monetari a doppia moneta circolante, basata sul valore reale delle riserve aurifere

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
e la possibilità di introdurre altrettante monete locali, una tipologia di Economia
Mista quale quarto parametro di riferimento, che si basa sulla disponibilità di una
banca centrale magistrale e nazionale statalizzata, un’economia fondata sul salario
minimo garantito e l’equivalenza del lavoro in tutti i paesi, basata sulla
cancellazione totale della povertà e dell’esclusione sociale, per un sistema di
tassazione unico regionale proporzionale ai redditi effettivi dove l’Integrità
Economica diventa il quinto e ulteriore parametro di riferimento, nonché di altre
cose già proposte nel saggio “Impero”, il soggetto politico forte delle Nazioni
Socializzanti capace di gestire l’economia nazionale come un gioco in cui le imprese
possano competere alla pari in un circuito di mercato a concorrenza perfetta, la
visione in cui la Nazione investe in imprese pilota come concorrente alla pari con
le imprese private.
Abbiamo quindi a che fare con un’Economia Umanista che si stabilisce per essere
radicata, diversificata e strutturata come riferimento generale di base per tutti gli
operatori governativi di qualsiasi livello amministrativo, libero di intervenire
nell’economia da qualsiasi livello di analisi, una forma di economia mista che
definiamo Umanista per affermare la centralità dell’uomo e dell’umanità intera
rispetto a quella dei capitali e dei capitalisti, un’umanità che si distingue come
finalità nella regolamentazione dell’ambiente circostante, che in termini economici
è il mercato ma in termini di responsabilizzazione sociale riguarda anche
l’ecosistema a cui è integrata l’attività umana, per l’impronta ecologica che
promana dai lavori di trasformazione della materia, un’umanità che si auto
attribuisce una connotazione divina in qualità di essere che si distingue dalle altre
creature del pianeta per la sua divina missione antropologica, rivolta a riportare
all’ordine originario la realtà del mondo circostante, al fine di innalzare la
frequenza delle vibrazioni positive nell’ordine più vicino al suono cosmico, per
essere in grado di accogliere il ritorno in massa delle angeliche divinità celesti sul
nostro pianeta.
Pertanto, il significato aggettivo di Umanista concerne una centralità dell’uomo
come essere compiuto, come essere che, come direbbe Arnold Gehlen, viene
considerato come “progetto della natura”, o progetto naturale in cui il momento
etico diventa centrale per definire la sua vita in relazione al contesto che vive, in
relazione alla situazione che genera e in relazione alle vibrazioni che emana
rispetto all’ambito circostante in cui è inserito insieme ai suoi simili, quale
destinatario dell’appellativo pneumatico di angelo terrestre che tiene uniti i popoli
in fratellanza, una umanità propriamente detta come virtù intrinseca che è attenta
ai cicli virtuosi dell’uomo fisico, dell’ambiente circostante e della società ospitante
attraverso l’ausilio del tramandare conoscenza virtuosa alle nuove generazioni, un
significato che delinea un’economia composita distinta da un Cooperazionismo
diffuso, quale forma microeconomica di organizzazione sociale del lavoro, una

165
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
divisione sociale del lavoro di tipo orizzontale in cui tutti i lavoratori sono soci e
padroni del loro proprio lavoro, una organizzazione di lavoro in comune finalizzata
al conseguimento, senza intermediari, di un dato fine di produzione, di consumo o
di credito, tale che genera spontaneamente una redistribuzione della ricchezza in
seno al popolo, una forma di socializzazione in cui il lavoratore è parte attiva in
tutti i settori produttivi, una sperimentazione continua di saperi tradizionali
tramandati attraverso nuove idee che generano nuove imprese e nuovi progetti
imprenditoriali per effetto di gemmazione e di incubazione di nuove attività
imprenditoriali, una forma di lavoro in cui bisogna decretare la fine del lavoro
inteso come dipendenza da un datore di lavoro, una responsabilizzazione di
impresa a partecipazione diretta da un senso etico di fondo che può essere
rappresentato oggi anche da quel segmento mondiale che è il terzo settore, che
comprende anche forme di attività etiche come il commercio equo e solidale e la
produzione biologica, nonché attività di impresa terziaria come le banche etiche e
popolari e la finanza etica in genere, guidata così dai valori etici della Tradizione
Primordiale.
Altra espressione dell’economia Umanista è il Condivisionismo, un approccio
conviviale finalizzato alla condivisione sociale attraverso lo scambio di
informazioni, di beni e di servizi come è la concezione del copyleft per le produzioni
di concetto, lo scambio in rete paritaria oppure della regolamentazione pratica del
baratto o addirittura di servizi come è il funzionamento della banca del tempo, in
cui le prestazioni d’opera vengono calcolate in ore di lavoro e/o in materiali
impiegati per facilitare gli scambi anche a strati meno abbienti, di una società in
cui si presume che la povertà sia finita come pratica sociale storicizzata dalla fine
della storia, una diffusione capillare delle reti sociali in cui vige la responsabilità del
capitale rispetto all’uomo, all’ambiente e alla società, una società in cui emerge il
capitalista illuminato che difende per principio gli equilibri dei tre regni biologici
del pianeta: il regno animale, il regno vegetale e il regno minerale.
Adesso è il turno di un’altra branca dell’Economia Umanista, un trigemino
fondamentale che riguarda la politica, l’economia e la cultura, rispettivamente ciò
che oggi definiamo come Keynesismo, come Corporativismo e come Mutualismo,
un trigemino che va sotto l’egida aggregante della terminologia di Cardiolismo.
Se l’economia del dono è la vera ed esatta antitesi del capitalismo, allora in un
singolo neologismo possiamo definire il Cardiolismo, un’economia di stampo
primordiale che si basa sulla contemplazione di norme etiche finalizzate
all'istituzione del rapporto do-ut-des di donare-ricevere-restituire rappresentata
dall’amore incondizionato e dall’onore integrato, una parola composta da due
termini greci: kardia e holos, ossia da cuore e da totale, tutto intero, globale.
Come abbiamo già visto, l’olismo è una posizione teorica in ambito filosofico e
scientifico, contrapposta al riduzionismo, secondo la quale le proprietà di un

166
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue singole
componenti, poiché la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore, o
comunque differente, delle medesime parti prese singolarmente.
Pertanto il Cardiolismo è una concezione in cui il cuore degli uomini determina le
norme dell’oikos, le leggi dell’ambiente sociale in cui si relazionano gli esseri
viventi, ovvero la caratteristica forma di economia integrata e indipendente,
ovvero un’Economia Umanista, in cui vige una presenza forte che è l’impero quale
investitore finanziario, e gli agenti finanziari ed economici privati che si vedono
garantire in questa economia mista la mutualità imperiale per la libera
concorrenza.
Per semplificare, questa visione del Cardiolismo è una tesi di corollario
dell’economia del dono fondata su tre aspetti importanti che riguardano la politica,
come è stato il Keynesismo nel Novecento, che interveniva nell’economia per
sorreggerla negli errori sistemici di generazione della marginalità sociale attraverso
finanziamenti di opere pubbliche di diretto interesse della nazione,
un’impostazione che noi vogliamo rinnovare non soltanto per le Nazioni
Socializzanti ma per tutte i livelli di autonomia amministrativa del pianeta Urantia,
ivi comprese le comunità locali e le città municipali, che sono i livelli di
amministrazione più bassi del nostro sistema mondiale di stampo imperiale, un
aspetto che riguarda anche l’economia come è il Mutualismo, quale particolare
relazione tra realtà sociali diverse che traggono reciprocamente vantaggio dalla
convivenza e non sono in grado di vivere isolati, una teoria economica inizialmente
definita da Pierre-Joseph Proudhon, che idealizzò una società egualitaria in cui i
prezzi, sul libero mercato, corrispondessero alfine alla quantità di lavoro necessaria
per l’ottenimento della merce stessa, un progetto che vede nell’istituzione di una
banca di credito imperiale che concede prestiti ai produttori a tassi di interesse
sufficienti a coprire appena le spese di amministrazione, una teoria economica che
stabilisce l’obbligo di ricevere in cambio della vendita di lavoro o di un prodotto del
proprio lavoro, l’esatto ammontare del valore venduto in beni o servizi, poiché
ricevere meno dell’esatto dovuto è considerato uno sfruttamento, degli aspetti
economico sociali a cui coniugare il terzo aspetto che riguarda la cultura in senso
lato come è l’impostazione del Corporativismo, quale elemento utile a cercare di
superare i conflitti tra capitale e lavoro tramite l’intervento autoritario della
Nazione Socializzante e la costituzione di corporazioni a base economica e di
mestiere, sul modello di quelle medievali, una forma di organizzazione
sociopolitica della società sotto forma di gruppi di interesse noti come corporazioni
distinti per settore economico, fondato perlomeno in teoria sulla interpretazione
organicistica della società, un sistema di organizzazione sociale che ha come
fondamento il raggruppamento degli uomini in comunità fondate sui loro interessi

167
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
e sulle loro funzioni sociali, dei gruppi che dirigono e coordinano il lavoro e il
capitale per quanto riguarda l’interesse collettivo.
Abbiamo così il quadro completo entro cui si sviluppa economicamente una
possibile Geoeconomia Umanista che mette al centro la Nazione Socializzante, ciò
che fino ad oggi ha esercitato il solido Stato-Nazione destinato ad estinguersi per
la perdita del monopolio dell’uso della forza e dell’impostazione illuminista dello
Stato, una centralità economica su cui si fonda la supervisione politica del Magister
Politicus, il quale orchestra il modo di produzione a livello cardinale secondo i punti
deboli e i punti di forza di ogni Nazione Socializzante, un’organicità di livello
superiore che si distingue per affrontare il principio di semi-autarchia rispetto agli
altri cardini continentali, i quali a loro volta esprimono su un secondo piano
direzionale il coordinatore imperiale, il Dux Imperialis, che applica lo stesso
principio nelle relazioni intercontinentali e nelle relazioni ultracontinentali del
terzo piano direzionale al cospetto della corte imperiale.
In questo modo la competizione si trasforma in cooperazione in modo ordinato,
organico e ortocentrato, senza per forza andare altrove a ricercare ciò che il
proprio territorio di competenza può offrire, poiché attraverso i vari livelli di
amministrazione e i tre Piani Direzionali si spinge a determinare un ordine
imprescindibile della cooperazione a livello mondiale e la fine di ogni forma di
speculazione insita nell’attuale capitalismo nonché di ogni forma di sfruttamento
del lavoro, senza pretendere di imporre minimamente la propria superiorità
relativa tra un paese e l’altro, o tra un magistero e un altro, e così via.
A questa impostazione politica ed economica va determinato l’ordine visionario
della Tradizione Primordiale attraverso la cultura, o per meglio dire, la Geocultura
Tradizionale.

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

23. PER UNA GEOCULTURA TRADIZIONALE

La Geocultura è una geografia culturale che si distingue per essere una disciplina
che studia le manifestazioni geografiche della cultura, ovvero si occupa dello studio
dei simboli che sono attribuiti a luoghi e a spazi, e si concentra sulla descrizione e
l’analisi della lingua, la religione, l’economia, il governo e gli altri fenomeni culturali
che variano o rimangono costanti, da un luogo ad un altro, il che spiega come
funzionano gli esseri umani nello spazio, poiché la cultura non è una materia inerte,
ma ciò su cui si basa la convivenza sociale perché comunicare significa mettere in
comune, e ogni sistema paese del mondo, ogni Nazione Socializzante, ha il dovere
di esprimere la propria identità culturale generale con tutte le sue poliedriche
sfaccettature frattali definite dai dialetti e dalle culture locali, una visione
antropologica complessa in cui convivono pacificamente stereotipi e
riconoscimenti fondati sulla reciprocità, tale che fa di una nazione una realtà
complessa in cui le comunità locali si rivelano essere il nucleo radicale di snodi
diversi che si inalberano tutte come radici di un’identità culturale nazionale,
conformata soprattutto dalla visione storica della propria memoria che va dalle
origini più remote fino al presente, e che si distingue per la capacità di comunicare
cultura in una realtà localizzata, tale che conforma una visione complessiva che
incide sul futuro prossimo di questa determinata società nazionale.
Pertanto la Geocultura è distinta da un linguaggio, ed è definita soprattutto da una
precisa visione storica della realtà originaria che si tramanda tra le generazioni
generando un clima pacifico di convivenza all’interno di una normale Nazione
Socializzante, e si contraddistingue per i retaggi tradizionali riportati dalle memorie
collettive e dai simboli archetipi insiti ai vari livelli di analisi della nostra
amministrazione imperiale.
Per Tradizione infatti facciamo riferimento alla rappresentazione più generale del
concetto, tale che converge tutta come un mosaico di incastonature nel quadro
generale della Tradizione Primordiale, rappresentazione che definisce come
tradizionale tutto ciò che non riguarda il mondo antitradizionale e controiniziatico,
che è quella demonologia complessa riportata nell’alveo di ognuna delle Cinque
Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, tale che in continuità riconosce
le tradizioni popolari come il corollario profano della tradizione sacra di una
Nazione Socializzante, in quanto a differenza del mondo antitradizionale non ha
alcuna finalità controiniziatica ma riconosce il valore della tradizione sacra come
intoccabile e inviolabile, una continuità chiaramente presente nel mondo asiatico
dove il mondo profano popolare è una chiara emanazione folkloristica relativa del
mondo sacro religioso, una visione poliedrica della Tradizione Primordiale che si
distingue in tutti i suoi aspetti dalla Devianza Originaria per il rifiuto di ogni pratica

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA
magico-alchemica di tipo deviante come la magia nera propriamente detta, la
quale come abbiamo visto si basa su emozioni negative, su pensieri perversi e su
comportamenti devianti.
Di fatto, come affermava René Guenon, “un potere occulto di ordine politico e
finanziario non dovrà essere confuso con un potere occulto di ordine puramente
iniziatico [in quanto] i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque
sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei “movimenti”,
[poiché] essi creano solo degli stati d’animo, ciò che è molto più efficace, ma forse,
un poco meno alla portata di chiunque, [infatti] è incontestabile che la mentalità
degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico
di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e
non c’è qui nessun occultismo, [perché] uno stato d’animo determinato richiede,
per stabilirsi, condizioni favorevoli, e occorre o approfittare di queste condizioni se
esistono, o provocarne la realizzazione.”
Nessuna società contemporanea insita nel processo di globalizzazione vuole che gli
umani diventino saggi, poiché è contro l’investimento di tutte le società
postmoderne, in quanto se le persone sono sagge non possono essere sfruttate, e
se sono intelligenti, non possono essere sottomesse, poiché non possono essere
costrette ad una vita meccanica, a vivere come robot.
La cultura infatti, è un campo di battaglia di tipo ideologico dell’attuale sistema
mondiale, uno scontro che riguarda in primis il rapporto tra il globalismo e il
nazionalismo, due tendenze storiche che oggi si manifestano sempre più come
rapporto tra la cultura di cancellazione del passato e la cultura di una memoria
collettiva delle società nazionali, come strategie di imposizione del politicamente
corretto e strategie di resistenza spontanea a tali assurdità, un pensiero unico
globale che pretende di schiavizzare i popoli attraverso la manipolazione degli
strumenti di informazione sociale, di impiego dei mass-media come canalizzazioni
di pensieri utili e funzionali alla Egemonia Culturale del potere occulto globale, che
si manifesta in tutta la sua chiarezza quando afferma determinate bolle di
speculazione finanziaria che va ad accrescere il fatturato di determinati soggetti
come le multinazionali, e che implicano l’incremento di accumulazione incessante
di capitale, ne è un esempio attuale il comparto delle multinazionali globaliste
definite come Big Tech e Big Pharma, le quali attraverso la riproduzione genica e
sperimentale del vaccino impiegato per il Covid19, tutti questi vaccini si rivelano
essere non soltanto un farmaco a rischio di diffusione di morte per gli esiti
imprevisti, ma un’ennesima grande speculazione globale imposta sulle teste dei
contribuenti attraverso le tasse dello stato e sulla compromissione della salute
degli stessi cittadini, in quanto tutti i vaccini, nessuno escluso, sono delle terapie
geniche sperimentali e non dei normali vaccini antinfluenzali.

170
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Un interessante studio pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI),
dedicato alla notevole crescita del potere sui mercati delle grandi multinazionali,
offre molti spunti di riflessione a chi voglia comprendere come funzioni oggi
l’economia internazionale, dove coabitano, più o meno pacificamente,
organizzazioni sempre più mastodontiche e burocratizzate: le corporation delle
multinazionali, appunto, ma anche i governi, due entità che sono come i grandi vasi
di ferro in mezzo ai quali si trovano i vasi di coccio dei mercati, che giocoforza
finiscono con l’essere definiti dal loro combinato disposto, e che perciò fanno
somigliare a nostalgiche rievocazioni le discussioni sui mercati veramente liberi,
poiché questi ultimi, per dirla brevemente, lo sono nella misura in cui viene loro
consentito, in quanto l’invadenza di governi e grandi imprese aumenta di anno in
anno, ne deriva che tale libertà diminuisca proporzionalmente.
Allo stesso modo, possiamo individuare anche altri due importanti questioni che
sono oggetto di questa speculazione finanziaria, come gli investimenti in
criptovalute e gli investimenti in armamenti, ossia la tendenza verso la
soppressione della libertà monetaria degli individui che si manifesta attraverso
elementi culturali monetari pagabili a vista dal portatore e la tendenza verso la
soppressione dell’autonomia delle civiltà continentali come il Russistan incentrato
sulla Russia e il Kongfuzistan incentrato sulla Cina che vorrebbero accorpare
maggiormente attraverso vie di pace tutta l’area territoriale del proprio cardine
continentale, una politica aggressiva e infondata dell’Occidente che cerca di poter
agire come poliziotti globali mentre trova una Russia e una Cina unite
geopoliticamente da interessi comuni, una sfida enorme per Usa, Nato e Ue che
comporta una ulteriore spesa nel contenerle, in quanto Russia e Cina hanno un
enorme potenziale in diversi campi e la loro cooperazione economica, tecnologica
e militare è la dimostrazione di questo potenziale a livello mondiale.
Tutto questo dimostra la forte decadenza generale di un sistema basato sul
capitalismo che è già ben avviato ad un collasso sociale che verte su tutto
l’Occidente, che include non solo i poteri statali e sovrastatali di Usa, Nato e Ue ma
anche di stati come l’Inghilterra e Israele, un satanico atlantismo dei poteri occulti
globali che cerca di destabilizzare il resto del mondo per tenerlo sotto scacco
attraverso l’antico motto romano di Divide et Impera per rinnovare tutte le forme
di speculazione finanziaria, facendo recuperare ai banchieri il potere economico
eroso dalle attuali tendenze economiche mondiali.
Noi Rivoluzionari, in qualità di Visionari Primordiali, invece non vogliamo dividere
il mondo ma vogliamo unire il pianeta con le sue tante sfaccettature poliedriche,
eccentriche ed eclettiche in nome della Tradizione Primordiale, quale vettore
unificante del nostro pianeta Urantia, attraverso impalcature politiche capaci di
vincolare le Civiltà come centri operativi di Politiche Magistrali nei cardini
continentali e portando la Pace fra i popoli attraverso la resa incondizionata degli

171
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
eserciti militari di fronte alla venuta del Salvatore Promesso, una Geocultura
Tradizionale capace di valorizzare tutta la diversità naturale dei continenti del
pianeta, come la biodiversità, la etnodiversità, la antropodiversità, la
archeodiversità e così, via dicendo, lungo l’asse delle vere ricchezze culturali
tradizionali dei popoli benedetti dal Cielo e da Dio, che sono ricchezze culturali ben
diverse da quelle disposte dall’immaginario culturale collettivo della
globalizzazione angloamericana basata su propulsori culturali come ad esempio è
oggi il traffico di sogni preconfezionati da Hollywood.
Poiché la nostra Rivoluzione Interculturale è fondata su una impostazione
geoculturale che lascia ad ogni popolo di ritrovare nella Tradizione Primordiale, i
suoi propri simboli di riconoscimento attraverso una rinascita dell’arte, un Nuovo
Rinascimento delle Civiltà che possa far ritrovare la via maestra per una fraternità
generalizzata senza invasioni migratorie, ma al contrario richiamando nelle proprie
Nazioni Socializzanti di origine tutti i migranti precedentemente fuggiti dai propri
paesi, tale che rilasci a tutti i veri autoctoni la capacità di autogovernarsi in
autonomia per la realizzazione di una vera autodeterminazione pacifica di tutti i
popoli del pianeta Urantia.

172
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

24. IL PRINCIPATO DI URANTIA

Per costituire un Nuovo Rinascimento delle Civiltà bisogna accertarsi di possedere


solide basi su cui poggiare un vincolo di riferimento ad hoc, tale che permetta di
orientare la fruizione di informazioni e il continuo scambio di flusso in input, output
e feedback di socializzazione antropologica geograficamente disposta sia a livello
regionale, sia a livello nazionale e sia a livello internazionale per incentivare la
fruizione e la diffusione di cultura non conforme al sistema vigente, come vuole
essere questo nostro pamphlet politico, questo saggio che possiede l’obiettivo di
convogliare, semplificare e agevolare le relazioni sociali nazionali e internazionali
al fine di superare l’attuale momento multipolare della postmodernità generando
tutti i presupposti per accedere al prossimo momento apolare della primordialità,
ossia la capacità di far ritornare il pianeta ai primordi della vita terrestre attraverso
un processo storico di superamento pacifico della attuale transizione in atto.
Pertanto il Primordialismo Visionario è un movimento politico internazionale che
vuole crescere a partire dai cuori di ognuno per unificare i popoli in nome della
verità e della fede in Dio e nella provvidenza del Cielo, un movimento politico
internazionale che seppur “senza nome” già vive adesso come una scintilla nella
mente universale che guida gli uomini verso la ribellione alle imposizioni di
ingiustizia in ogni luogo del mondo, un movimento sociopolitico che vuole
innescare un Nuovo Rinascimento Mondiale di tipo rivoluzionario e radicale, tale
che per ogni civiltà, partirà non soltanto dalla riscoperta della precipua identità
complessa articolata lungo la storia umana, ma inizierà dalla riscoperta arcana
dell’innocenza primordiale nella vita divinamente disposta dal Creatore e dai suoi
messaggeri fin dai tempi remoti della Genesi biblica, la quale come abbiamo visto,
corrisponde all’età d’oro descritta secondo un’impostazione sacra e divina in modi
diversi da tutte le culture tradizionali del pianeta e da tutte le sacre religioni
tradizionali rivelate autentiche.
Così, questa vibrazione culturale insita nel pensiero immaginifico di questa nostra
Terza Visione Planetaria, si innesta nei contesti geografici nazionali di ogni località
all’interno dei flussi storico-spirituali di una situazione mondiale che vede come
protagonisti ancora fino ad oggi gli stati-nazione e non i popoli in lotta, poiché essi
sono coinvolti tutti, chi più e chi meno, in un grande fronte internazionale di
resistenza ai soprusi delle imposizioni di questo Satanico Globalismo Atlantico che
vuole realizzare la visione del Nuovo Ordine Mondiale, al fine di schiavizzare
l’uomo e la natura planetaria per i bisogni sistemici e transumani del capitalismo
globale.
Abbiamo a che fare con una situazione mondiale complessa in cui vige la
consuetudine di trattati internazionali che vorrebbero pretendere di essere un

173
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
fantomatico “diritto internazionale”, una logica giuridica fondata a Westfalia dagli
stati-nazione nel 1648 a discapito del potere temporale dell’imperatore prima e
del papato dopo, una logica temporale basata sulla creazione di senso attraverso
l’uso di norme regolatorie che usualmente non prevedevano alcuna sanzione,
motivo per cui i trattati potevano essere vigenti oppure a lettera morta, una prassi
esistita fino all’introduzione del sistema generato dall’introduzione del Protocollo
di Kyoto nel 1997 ma entrato in vigore dal 2005, il quale per primo introduce la
ratifica di un sistema normativo di sanzioni internazionali multilaterali a livello
mondiale per chi non rispetta i parametri di riferimento del trattato, un sistema
originato dalla globalizzazione in un periodo florido in cui vigeva ancora l’egemonia
politica del fantomatico unipolarismo americano, ma che oggi nel momento
multipolare che stiamo ancora vivendo sembra un sistema che scricchiola di anno
in anno a causa della mancanza di una visione di insieme che sia a beneficio di tutta
la comunità internazionale, un fatto che nel tempo ha fatto assurgere proprio per
queste ragioni, il cosiddetto Gruppo dei 20 (G20) nel 1999, dopo una successione
di crisi finanziarie per favorire l’internazionalità economica e la concertazione
tenendo conto delle nuove economie in sviluppo.
Questa tendenza internazionale si basa sulle considerazioni giuridiche di Hans
Kelsen, il quale stabilisce che il diritto è un insieme di norme, un insieme di norme
che ha carattere sistematico (sistema normativo), un ordinamento normativo
coattivo (sistema coercitivo) e un sistema normativo che regola la sua propria
produzione (autoproduce sé stesso), un diritto puro che, come applicato nel nostro
ambito internazionale, è un ordinamento normativo coattivo che regola la sua
propria produzione, laddove però gli attori non sono gli uomini o le istituzioni
sociali ma bensì ad oggi sono ancora gli stati-nazione e i trattati internazionali.
Il normativismo internazionale quindi è un principio che si è fatto spazio nel tempo
e che oggi è alla base di certe ispirazioni filosofiche dei trattati internazionali al fine
di costituire il nerbo del processo di globalizzazione del Nuovo Ordine Mondiale,
momentaneamente tenuto a bada dalle polarità autorevoli dell’emergente Nuovo
Ordine Multipolare, il quale contrasta in particolare l’egemonia predatrice degli
angloamericani attraverso lo scudo della NATO.
Parallelamente alla fenomenologia internazionale degli stati-nazione come attori
principali di produzione di senso giuridico attraverso i trattati, i protocolli e i forum
internazionali con cui si cercano soluzioni collegiali alle sfide problematiche del
sistema di relazioni internazionali, vige un altro fenomeno internazionale ancora
molto sottovalutato che è quello delle Micronazioni.
Una Micronazione è un’entità creata da una persona, o da un piccolo numero di
persone, che pretende di essere considerata come nazione, o Stato Indipendente,
ma che tuttavia usualmente non è riconosciuta dai governi e dalle maggiori
organizzazioni internazionali, un termine che è nato negli anni settanta del XX°

174
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
secolo per descrivere le tantissime “entità autodichiarate” che nascevano in quel
periodo, in genere di piccole dimensioni e di esistenza effimera, delle Micronazioni
che recentemente si sono definite quinto mondo, probabilmente in senso
polemico in relazione alla nota scala economica che classifica le nazioni del mondo
in primo, secondo, terzo e quarto mondo.
Mentre un microstato è uno stato reale a tutti gli effetti, spesso e volentieri
coincidente con un Paradiso Fiscale, una Micronazione è un fenomeno effimero
che ne imita esteriormente alcuni aspetti formali, un’inconsistenza e un carattere
velleitario, che come un gioco sociale si distingue nettamente come
fenomenologia di nuove forme di attori che vogliono entrare in scena nelle
relazioni internazionali, un fenomeno sociologico che non rappresenta tentativi di
secessione o di autodeterminazione ma la generazione di attori internazionali che
vogliono assolvere un ruolo specifico a tutt’oggi esclusivo appannaggio degli stati-
nazione e dei microstati, una tendenza storica che nel nostro prossimo futuro
assumerà un ruolo preponderante nella definizione delle comunità locali come
attori principali di democrazia diretta per la tutela delle tradizioni locali, in nome
della Tradizione Primordiale.
Pertanto i microstati, quali sono le forme precipue di stati-nazione di piccole e
piccolissime dimensioni dei Paradisi Fiscali del pianeta, non vanno confusi con le
Micronazioni, in quanto indica comunemente uno Stato che garantisce un prelievo
fiscale basso o addirittura nullo in termini di tasse sui depositi bancari, una scelta
che attrae molto capitale dai paesi esteri in cambio di una tassazione
estremamente ridotta ma che dal punto di vista del contribuente il cosiddetto
paradiso fiscale è un rifugio dalla tassazione sui redditi, annoverabile talvolta come
tecnica di elusione fiscale, uno dei meccanismi impiegati dalla élite occulta dei
Poteri Globali, per trasferire la ricchezza ad un’altra élite transnazionale, un’entità
non solo ben diversa dalle Micronazioni ma un’istituzione internazionale
deprecabile che mina la purezza delle relazioni internazionali e che è alla base del
potere economico mondiale dell’Atlantico Globalismo Satanico dei Poteri Occulti,
una lista che nonostante una maggiore permeabilità di cooperazione bancaria,
supera anche quelle ufficiali in quanto riguarda anche realtà microgeografiche
come la Città del Vaticano.
Appurato che i Paradisi Fiscali verranno soppressi dall’incipiente montare
dell’Imperium Populi e dell’Imperium Planetarius, ciò che a noi interessa è che
l’impiego di questo stratagemma ludico e giocoso della Micronazione è il
fenomeno che verrà adottato per la fondazione del Principato di Urantia, una
Micronazione Centralizzante che la cui fondazione avverrà come l’organizzazione
di un ecovillaggio semiautarchico in cui verrà allocata la sede dell’organizzazione
non governativa planetaria del Primordialismo Visionario, quale movimento
politico internazionale che riunisce tutte le istanze politiche non conformi al

175
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
sistema mondiale vigente sotto un’unica bandiera, una fondazione del Principato
di Urantia che sceglie le porte di Roma al di fuori del grande raccordo anulare per
ragioni di rinascimento imperiale, come area laziale in cui individuare un sito
disponibile a realizzare un “borgo angelico” di famiglie che convivono
collettivamente nell’interesse di mantenere l’organizzazione di un’ecovillaggio
sostenibile, al fine di realizzare un riferimento centrale mondiale di tutti i processi
nazionali di adesione all’Antico Ordine Planetario, attraverso una riorganizzazione
strutturata a rete di tutti gli attori potenziali dell’Economia Umanista per ogni
livello di analisi.
Questo Stratagemma Patafisico di ricostruzione certosina di tutto ciò che servirà
come punto di appoggio all’epifania del Salvatore Promesso dall’escatologia
profetica delle Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, favorendo
così la fine della parusia del nostro Avatar di Sintesi che comunque resta ignota ad
ogni possibile referenza su dove terminerà la sua occultazione, è uno stratagemma
che sarà ciò che servirà anche per diffondere una nuova cittadinanza a tutti i
richiedenti di asilo politico rispetto all’endemico Nuovo Ordine Mondiale, senza
per questo emigrare ma restando dove si risiede, generando continuamente per
gemmazione un nuovo avamposto imperiale in qualità di imperium soli, attraverso
l’erogazione di una vera e propria carta di identità del Principato di Urantia, il quale
provvederà alla ulteriore gemmazione di nuove micronazioni che aderiscono
all’imperium populi in ogni nazione del pianeta, nonché la affiliazione di tutte le
micronazioni già esistenti sul globo terracqueo al fine di intelaiare un vero e grande
movimento politico internazionale con solide basi di avamposti politici, al fine di
costituire dieci, cento, mille realtà di disobbedienza civile coordinata e realmente
sostenuta sia da finanziamenti pubblici e sia da un vero e proprio sistema tributario
proporzionale al reddito e al contesto nazionale in cui operano i fiduciari.
Questa costituzione progettuale, realistica e futuribile, nonché patafisica nel vero
senso della parola, si basa sulla fondazione cesarista del Principato inteso come
reggenza analoga alla prima forma di governo dell’Impero dall’avvento di Augusto
fino a quello di Diocleziano e del suo dominato (27 a.C. - 285 d.C.), che segnò il
passaggio dalla forma repubblicana a quella autocratica dell’Impero senza abolire
formalmente le istituzioni repubblicane, in quanto il principe di Urantia che verrà
acclamato assumerà la guida planetaria ad interim fino alla epifania del Salvatore
Promesso e ne costituirà il perno politico di rappresentanza del Principato di
Urantia nel mondo, al fine esclusivo di diffondere ed estendere a livello planetario
e trasversale l’adesione dei popoli al movimento politico internazionale del
Primordialismo Visionario, tendendo progressivamente ad isolare de facto tutte le
Oligarchie Democratiche nazionali, ovvero le nuove caste dominanti dei regimi
democratici che sono nemici e detrattori del Salvatore Promesso, i quali secondo
Vilfredo Pareto vengono distinte sia come élites leoni e sia come élites volpi.

176
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Queste élites nazionali, internazionali e transnazionali come già esposto in
precedenza, riguardano in particolare ma non solo il sionismo di Israele, e
concernono al sionismo in tutte le forme che esso si manifesta, ivi incluse delle
mentite spoglie, che da ovunque nel mondo diramano accordi per concertare la
messa in scena di fatti sociali che vorrebbero direzionare la storia dei popoli
attraverso il loro potere finanziario che immette denaro continuamente per
generare operazioni sociali conformi ai loro dettami rivolti tutti verso lo
stravolgimento antropologico delle tradizioni, attraverso il controllo dei maggiori
mass-media nazionali.
Il sionismo è una forma ideologica di giudaismo che si basa sulla falsa credenza che
deve essere creato uno stato di Israele, che il mondo deve essere unito sotto
l’egida di Israele e che i giudei domineranno il mondo del futuro in cui i “non giudei”
saranno i servitori di tutti gli ebrei, una base etnica su cui si fonda questa ideologia
sciovinista che è quella askhenazita, un sionismo diretto indiretto ed eterodiretto
che, per l’occhio sopraffino, possiamo vedere come oggi esso sia ovunque.
Pertanto il principale obiettivo del Principato di Urantia è di disporre un avamposto
funzionale sia all’Autodeterminazione dei Popoli in lotta contro tutte le forme di
sionismo e sia a ciò che Confucio definiva come la Rettificazione dei Nomi, ovvero
un lavoro di concetto fondamentale legato al governare, poiché il rapporto tra il
nome e la realtà è molto importante, in quanto a un nome che esplica una funzione
deve corrispondere il comportamento al quale quel nome obbliga chi lo riveste, e
in termini geopolitici la nostra specificazione dei nomi dei continenti, come anche
dei paesi occupati dal “colonialismo bianco”, serve a diffondere idee immediate e
intellegibili sulla chiara visione di contrasto tra il presente errante e il futuro
radioso che si prospetta nel divenire.
Come affermava Xun Zi nel paragrafo 22 dell’Arte della Guerra, “allorchè i saggi re
instaurarono i nomi, i nomi furono fissati e le realtà distinte. Il loro Dao era
praticato e il loro intento era ben compreso: il popolo era allora rigorosamente
guidato ed unificato. Poi si prese a tagliare le parole in quattro e ad inventarne a
vanvera, al fine di spargere il disordine nella rettificazione dei nomi e seminare così
il dubbio negli animi, suscitando liti e controversie: questa fu la grande
perversione...”, cioè che la Rettificazione dei Nomi implica la forza generatrice di
imporre un ordine intellegibile che unifica i popoli del pianeta, proprio come era
all’origine della Genesi Biblica, la realtà della Tradizione Primordiale che viene
scardinata dalla Devianza Originaria e che ancora oggi possiamo riscontrare nei
fatti attuali del caos calmo che il pianeta sta vivendo in seno al processo di
decadenza progressiva dell’Occidente, una constatazione secolare che vede ancora
oggi l’emersione di ogni forma di perversione, un vero e proprio “perversionismo”
fomentato da finanziamenti occulti del sionismo endemico mondiale, e a cui
bisogna porre rimedio attraverso la generazione di un nuovo lessico di

177
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
significazione che faccia tabula rasa attraverso una Rettificazione dei Nomi
disposta dal vincolo del nostro Principato di Urantia e dalla sua organizzazione non
governativa che è il Primordialismo Visionario.
Nomen omen, dicevano i Romani, ovvero “un nome, un destino”, un motto che dal
punto di vista simbolico, genera l’associazione transculturale di idee tra nome e
percorso di vita individuale, un nome che panorama filosofico cinese è associato al
“mandato”, ovvero a ciò che il Cielo riflette nella vita individuale di ciò che porta
quel nome.
In effetti noi stessi diciamo che il nome “si porta”, è qualcosa che traghetta l’uomo
dalla nascita fino alla morte e l’assegnazione di un nome a un neonato è stato
spesso associato all’uso di rituali, veniva deciso dal padre e quindi è collegato alla
realizzazione di un percorso che segue le generazioni, che genera una tradizione
genealogica, una parola “nome” che è etimologicamente associata alla parola
“gnosi”, ossia conoscenza, ciò che d’altra parte, dice la Bibbia: “All’inizio fu il
Verbo”, ovvero la parola è creazione.
In questo modo, dei nomi continentali come sono Aurania, Alkebulan, Altierjinga,
Atzlanti e Aramu, rappresentano i vincoli su cui poggia la retta visione planetaria,
e serviranno da esempio per definire il criterio della creazione di una conoscenza
tradizionale applicata al presente, al fine di determinare la giustizia divina anche
per quei popoli che sono stati assoggettati qualche secolo fa dal colonialismo
europeo, per dare dignità anche all’autonomia regionale di certe etnie nazionali
che vedono lesi i loro diritti di identità culturale, nonché del governare la loro terra
natìa senza alcuna interferenza da parte di tutte le forme di sionismo perverso che
oggi si identifica come una nuova forma di Devianza Originaria.
Allo stesso modo è stato scelto il nome del pianeta Urantia, perché la sua
etimologia deriva dal greco e significa “il nostro luogo celeste nel cosmo”, un
nomen che stabilisce la sua genealogia cosmica di pianeta, ossia di globo planetario
allocato nel sistema stellare del nostro sole “Solaris”, e che non fa confusione con
il significato piatto di terra quale elemento fondante dei continenti distinti dalle
acque e trainati dal magmatico elemento del fuoco, posti all’interno di atmosfere
dell’elemento aria, e che con l’elemento cosmico dell’etere determinano
l’appartenenza organica di tipo galattico alla Via Lattea.
Urantia è quindi soltanto un nomen che ci permette di definire il nostro pianeta
rispetto agli altri pianeti con uno stesso criterio di Rettificazione dei Nomi, un
criterio che definisce il significato precipuo del soggetto rispetto alla realtà
concreta, che nel nostro caso è il nostro globo terracqueo, un mondo che è
illuminato costantemente dal Sole insieme a pianeti che la scienza contemporanea,
basata fino ad oggi su logiche europee, ha definito inseguendo astronomicamente
la tradizione ellenica.

178
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
Così Urantia diventa il primo pianeta del nostro sistema stellare che assume un
nomen attraverso l’attribuzione di significato aderente alla realtà concreta, un
nome impiegato in una rivelazione del 1911, ad opera di un certo William Sadler
con sua moglie, medici a Chicago e ben noti nella comunità, che vennero avvicinati
da una signora che era preoccupata perché occasionalmente trovava suo marito in
stato di sonno profondo che, respirando anormalmente, arrivava al punto che non
era in grado di svegliarlo in questi momenti.
Una situazione in cui i coniugi Sadler vennero ad osservare gli episodi e, nel tempo,
l’individuo produsse comunicazioni verbali che affermavano di provenire da esseri
spirituali “visitatori”, una raccolta di informazioni che all’inizio del 1925
rappresentava già un “documento manoscritto voluminoso”, un momento in cui
da allora in poi divenne il metodo regolare di questa presunta comunicazione, una
raccolta di informazioni che poi successivamente venne operata da un forum di
operatori che formulavano domande sempre più addentrate nelle risposte curiose
che venivano fornite da questi in uno stato di sonno profondo, una raccolta che ha
avuto un suo seguito per anni, da cui è scaturita una rivelazione contemporanea e
inedita sulla vita di Gesù e molto altro, un libro che vale la pena di leggere per farsi
un idea, anche perché la Fratellanza di Urantia è un gruppo attivo di lettori in tutto
il pianeta, il quale non si pone come un nuovo dogmatismo religioso o come una
nuova religione, quanto piuttosto pone continue domande personali traendo
ispirazione dal cosiddetto Libro di Urantia, una fratellanza di lettura e commento a
cui partecipano persone di diversa estrazione religiosa senza mai rinnegare la
propria religione di provenienza.
Quindi Urantia è anche il titolo di un libro rivelatore che assume l’idea di una
“apocalisse” in cui un gruppo di luminari riesce a governare la transizione verso
una vera sovranità delle nazioni di Urantia, le quali come afferma il libro “non
hanno posseduto una sovranità reale; [poiché] non hanno mai avuto una sovranità
che le proteggesse dalle rovine e dalle devastazioni delle guerre mondiali [in
quanto] nella creazione del governo globale dell’umanità le nazioni non dovranno
abbandonare la loro sovranità, ma creare effettivamente una sovranità mondiale,
reale, sincera e duratura che sarà da allora pienamente capace di proteggerle da
tutte le guerre, [laddove] gli affari locali saranno trattati dai governi locali, gli affari
nazionali dai governi nazionali, gli affari internazionali saranno amministrati dal
governo globale”.
Abbiamo quindi a che fare con la necessità di realizzare l’aggregazione planetaria
di tutti i più grandi luminari non conformi al sistema vigente, al fine di realizzare un
Governo Parallelo Planetario che riesca a traghettare il mondo verso la
primordialità del radioso futuro che ci aspetta, attraverso una via irredentista
verticale che indurrà i popoli, e in particolare gli uomini e le donne di buona
volontà, per condurre i deboli attraverso questa valle delle tenebre, poiché

179
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
diverranno pastori dei suoi fratelli e ricercatori degli smarriti, al fine di realizzare la
chiamata totale dei popoli verso un irredentismo costituzionalista, in quanto il
Principato di Urantia e il Governo Parallelo Planetario provvederà a scrivere una
costituzione imperiale mondiale attraverso l’istituzione ufficiale di una assemblea
costituente, sempre per agevolare la venuta del Salvatore Promesso sulla terra e
la discesa delle Divinità Celesti dal cielo.
Questo perché questo Nuovo Rinascimento Planetario innescherà i primordi di una
Nuova Genesi della Tradizione Primordiale, che nascerà dalle ceneri del passato
fumoso insito nella Devianza Originaria del “perversionismo endemico”, una nuova
cartografia mondiale e una nuova toponomastica mondiale che servirà a chiarire
le idee in condivisione tra le genti dei popoli, nonché una strategia che affronti il
vuoto legislativo dell’Anarchia Internazionale vigente tra gli stati-nazione, una
fallacia del Sistema ONU che dispone una disuguaglianza tra le nazioni e il veto
unilaterale delle cinque nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale, una
Democrazia Oligarchica che come si manifesta all’interno del polo atlantico
dell’Occidente, così si traspone anche all’interno delle istituzioni internazionali, un
sistema che va sradicato in nome del Salvatore Promesso, una sostituzione
dell’ONU per cercare di evitare ogni conflitto, facendo leva sulle nazioni che
maggiormente sentono di dover affrontare al più presto le questioni urgenti del
pianeta, le nostre istanze primordialiste che si insediano su una Piattaforma delle
Nazioni Eguali, l’uguaglianza dei popoli e delle nazioni davanti a Dio Creatore,
disposto attraverso il mutuo riconoscimento tra il Principato di Urantia e i governi
di tutti i livelli amministrativi del pianeta.
In tale frangente, si innesta la centralità di costituzione della sovranità mondiale
dell’Imperium Planetarius mediante la costruzione del terzo dei tre Piani
Direzionali, quel piano dei Coordinamenti Continentali che fungono da piani radice
che si direzionano verso l’attico tettonico della Corte Imperiale che verrà a
costituirsi mediante i luminari non conformi al sistema vigente del Governo
Parallelo Planetario, l’ingaggio di esperti eticamente orientati dalla spiritualità
morale planetaria delle Cinque Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche, i quali
costituiranno un’Assemblea Costituente ad interim per definire i caratteri peculiari
di costituzione imperiale, al fine di transitare il mondo verso un futuro radioso che
eviti ogni conflitto mediante risoluzioni continue di cooperazione e attraverso la
definizione del monopolio mondiale di ogni potere militare interno alle nazioni.
Quindi abbiamo urgente bisogno di costituire il Principato di Urantia come
strumento ineccepibile di transizione verso l’edificazione costante di un nuovo
presente, un Principato di Urantia che assolva il ruolo di motore primo di un Nuovo
Rinascimento della Civiltà e delle Civiltà, una civiltà a sovranità mondiale sorretta
dall’Imperium Planetarius che istituisce il nuovo Momento Apolare che si realizza
nella transizione di una Rivoluzione Interculturale a carattere conservatore, in

180
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
difesa della Tradizione Primordiale e di tutti i tasselli mondiali di questo mosaico
tradizionale, una scelta che non può che nascere come scelta radicale e alternativa
tra Civiltà e Barbarie, poiché l’alternativa alla realizzazione del Principato di Urantia
è il rischio di una Guerra Globale, un’ultima guerra mondiale dagli esiti incerti che
posiziona il conflitto a più livelli di analisi contemporaneamente, come il livello
locale, il livello nazionale e il livello internazionale o interpolare, la scelta eroica di
una transizione posta come periodo di ricostruzione mondiale delle relazioni
internazionali attraverso una Autotassazione Tributaria che sostenga il confine
posto a margine della lotta di tutti i parametri politici di riferimento (Limes), che
identifichi delle guide che possano rappresentare tutte le istanze di lotta a livello
cardinale (Magister), che definisca degli obiettivi concreti da raggiungere nel
processo concreto di definizione di assemblee costituenti a livello magistrale per
ogni cardine continetale (Agenda).
Questa urgenza si pone per il fatto che la Tradizione Primordiale riceve
continuamente attacchi attraverso il Globalismo Atlantico, il Perversionismo
Satanico e il Sionismo Diabolico della Devianza Originaria, rispettivamente contro
la sovranità delle nazioni integre, contro la socializzazione secondaria delle giovani
generazioni e contro la legittima autodeterminazione dei popoli nella edificazione
storica del senso comune, una sovranità lesa da pseudo-istituzioni internazionali e
sovranazionali illegittime rispetto alla volontà generale dei popoli, incitando
desideri personali come se fossero diritti umani, dei desideri che vorrebbero
ergersi a guida delle future generazioni attraverso l’istituzione di insegnamenti
nelle scuole della subcultura dei movimenti arcobaleno istigati dal sionismo,
usualmente denominati con l’acronimo LGBT (Lesbo, Gay, Bisex, Trans) che, come
nel caso dell’attuale lotta interna al parlamento italiano sul famoso “disegno di
legge Zan”, vuole far passare come innocue le relazioni sessuali con i minori, una
pedofilia legalizzata che è l’asse portante di questo perversionismo
contemporaneo, quale testa di ponte utile a irrompere negli schemi sociologici di
ogni tradizione nazionale, al fine di legittimare ogni depravazione come
comportamento normale di una società definita “aperta”, per far sì che il dominio
del Sionismo Diabolico esulti nella realizzazione di un mondo fatto a proprio uso e
consumo, una legittimazione del sionismo che in qualità di motore capitalista delle
Oligarchie Democratiche, svolge un ruolo chiave a livello planetario nei confronti
della diffusione della Devianza Originaria.
Pertanto visto che le forze della Tradizione Primordiale stanno ogni giorno sempre
più emergendo come reazione sociale ai soprusi vigenti, possiamo dire che nel caso
in cui la scelta dell’umanità non cada sulla ripresa della decadenza diffusa per
transitare il mondo da questo momento multipolare a un momento apolare di un
Nuovo Rinascimento della Civiltà a livello planetario, la scelta dovrà tendere verso
la barbarie e alla qualificazione di una situazione di instabilità generale della

181
LA TERZA VISIONE PLANETARIA
multipolarità poiché l’alternativa a livello internazionale è che tutto decada
nell’ordine di riconoscere lo strapotere del Satanico Globalismo Atlantico del
sionismo endemico e quindi della definizione di uno status quo che non metta in
discussione i timori dei popoli rispetto alle pressioni ricevute dalla “società aperta”
dal perversionismo satanista, poiché l’alternativa sarebbe l’ennesimo conflitto
mondiale dagli esiti incerti ma dalla certezza concreta della diffusione di implosioni
sociali nei principali centri della Globalizzazione Atlantista, ossia negli Stati Uniti
d’America, nell’Unione Europea, nel Regno Unito e infine in Israele, una diffusione
che va di pari passo con lo strapotere che le Oligarchie Democratiche stanno
riscuotendo attraverso l’eccezionalità congiunturale della pseudo-pandemia
diffusa dalle organizzazioni internazionali dell’ONU come l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (WHO).
Questo saggio non vuole essere esaustivo nell’analisi ma incidente come
inquadramento chiaro delle forze in campo, rispetto a una Terza Visione Planetaria
pensata progettualmente non come teoria filosofica ma come proposta concreta
di rimedio alla deriva generale in cui versa l’Italia, l’Europa e il mondo intero, una
proposta che comunque resta come bussola di orientamento generale dei popoli
per continuare a navigare nel mare dell’incertezza sociale attraverso la fede in Dio
Creatore.

182
LA TERZA VISIONE PLANETARIA

25. CONCLUSIONI

Questo pamphlet politique è quindi un valido elemento di facilitazione per


l’emersione di un Fronte Universale di Liberazione Nazionale dei popoli e che
attraverso i contatti transnazionali dei popoli, vuole concretamente realizzare una
organizzazione non governativa che diffonda questo verbo attraverso la parola
chiave del Primordialismo Visionario quale movimento politico internazionale, al
fine di attraversare i confini nazionali per realizzare un prolegomeno di sovranità
mondiale: l’Imperium Planetarius.
Quindi la Devianza Originaria è in questo modo un soggetto che è destinato ad
estinguersi per non far estinguere la specie umana con le sue razze, una devianza
che si basa sul Perversionismo, sul Sionismo e sul Globalismo di una casta mondiale
organica che attraversa i confini delle nazioni in qualità di Oligarchia Planetaria che
domina gli scenari nazionali definiti da un liberalismo diffuso da una Democrazia
Oligarchica, un impero del male o Imperium Malus, a cui abbiamo il dovere morale
di reagire opponendo un impero del bene o Imperium Bonus.
Nonostante tutto siamo sotto al Cielo e tante possono essere le meraviglie che al
di là del bene e del male, ancora ci attendono e che pertanto vanno accolte con il
giusto spirito e con la fede nella Creazione Divina di Dio Creatore, quale attesa della
manifestazione del Salvatore Promesso.
Del resto, come diceva Eraclito “chi non si aspetta l’inatteso non lo troverà, perché
resterà per lui introvabile e inaccessibile”.
La lotta continua!

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LA TERZA VISIONE PLANETARIA

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