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RIFLESSIONE PERSONALE SUL RAPPORTO TRA FELICITA’ , DIRITTI E SOLIDARIETA’

Come possiamo essere felici? La risposta è dentro di noi, ma per essere in grado di ascoltarla è
necessario trasformare gli schemi limitanti a cui siamo abituati e che ci impediscono di raggiungerla. Allo
stesso tempo il rispetto dei diritti interpersonali , tra gli individui, permette a una persona di realizzarsi e
quindi raggiungere la felicità che realmente si aspetta; in questo senso egli è in grado di assicurare il
benessere dell’altro e quindi la felicità sociale . Infatti la felicità non è necessaria solo per i singoli individui. È
un fattore che in qualche modo influenza la società nel suo insieme, e di cui devono esserne analizzate le
conseguenze prodotte su un’intera società e non solo sul singolo individuo. I mezzi adottati dal governo o da
qualsiasi altro ente che gestisce la società , non potrà mai stimare la felicità di una comunità, con alcun
algoritmo! Peraltro il modo in cui si misura la qualità della vita ha forti implicazioni per la determinazione delle
scelte pubbliche, che se compiute da un individuo che beneficia di una condizione di felicità, saranno basate
su concetti giusti e volti al bene comune, visto che la felicità è un fine da raggiungere unicamente per quello
che è , e senza interporre altre finalità secondarie per il raggiungimento di essa . Inoltre essa è una ragione
di vita che deve essere perseguita per quello che è veramente e non per ottenere qualcos’altro. Inseguire i
nostri obiettivi senza smarrire la strada della virtù e con l’abitudine di fare il bene significa raggiungere la vera
felicità. Da ciò ne consegue che la strada della felicità rende le persone ragionevoli e coscienti delle proprie
azioni , compiute sempre in accordo con la virtù della temperanza. In questo senso non si verificano atti
malevoli reciprochi, permettendo il rispetto dei diritti di ciascun individuo.

o L’uomo, tuttavia, spesso si allontana inconsciamente dalla felicità, o per meglio dire non la
percepisce più come prima, soprattutto in situazioni dove potere , e altri piaceri secondari attraggono
l’individuo , che pensa , però , di essere libero. Invece , si può sostenere la speranza di felicità
propria e altrui solo quando nella vita si è incontrato qualcosa in grado di ridestare la nostra
domanda più profonda.

o Nelle sue considerazioni egli, infatti, faceva notare come il pil della nazione in sé contenesse anche
fattori come l’inquinamento, le ambulanze che raccolgono i morti frutto della carneficina del sabato
sera, la pubblicità (allora possibile) delle sigarette, programmi televisivi e giochi violenti per i figli.

o Nelle sue valutazioni faceva notare come Il pil non facesse mai riferimento a ciò che rende felici nel
quotidiano, ai momenti di svago, come non comprendesse la bellezza della poesia e nemmeno
l’intelligenza del dibattere. Il Pil, in breve, non misurava ciò che rendeva la vita degna di essere
vissuta.

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