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CUMA

La città di Cuma si suddivide in: Parte alta e parte bassa. La parte alta sorge su una
collina dove è possibile ammirare lo splendido paesaggio del mare cristallino e
anche una parte della macchia mediterranea. Qui possiamo visitare i tre templi;
Quello di Apollo, di Diana e di Giove. Il tempio di Apollo venne costruito (V-Vl secolo
a.C) sulle fondamenta di un altro tempio dedicato ad Era. Successivamente Augusto
ordinò la ristrutturazione di ogni templio che avesse qualche legame con l’Eneide.
Secondo la legenda questo tempio venne fatto costruire ad opera del padre di
Apollo cioè Dedalo, lui lo costruì in onore di suo figlio perché quando Apollo si
ritrovò nel labirinto di Cnosso per sfuggire alla morte costruì delle ali di cera,
purtroppo si avvicinò troppo al sole e le ali si sciolsero e lui morì. Nel V secolo
invece il tempio venne convertito da tempio pagano a basilica cristiana proprio in
questo periodo venne costruita una fonte battesimale a tre scalini ricoperta di
tasselli marmorei e vennero poste alcune tombe nel pavimento. Entrambi visibili
ancora oggi. A partire dal 1204 il tempio venne abbandonato, solo nel 1912 venne
riscoperto. Tutt’oggi nel tempio sono presenti alcune delle 15 colonne , invece nella
cella vi si trovava una statua in legno raffigurante la Sibilla e un altare marmoreo
dedicato ad Apollo. Proseguendo, possiamo vistare un altro tempio, quello di Diana,
non ci sono molte informazioni relative ad esso ma si è scoperto che ogni ventimila
anni capita che la luna sia perfettamente perpendicolare alla cella del tempi.
Continuando il nostro cammino troviamo un altro tempio cioè quello di Giove.
Quest’ultimo quando era ancora un tempio pagano venne consacrato a Demetra ma
successivamente nel V-Vl secolo a.C venne convertito in basilica cristiana e quindi
accolse i resti di S. Massimo Martire e S. Giuliana. Sempre nel V secolo venne
costruita una fonte battesimale e vennero scavate altre fosse per i morti. L’intero
edificio venne anche ricoperto di stucco, questo materiale dava l’impressione alle
navi che giungevano nei porti che tutto il tempio fosse fatto d’oro. Oggi nel tempio si
accede dal lato destro ma l’entrata originale è posta a sinistra, dopodichè si giunge
alla platea qui è possibile ammirare alcuni resti del muro romano in opus
reticolatum. Recandosi al centro della platea si raggiunge la cella le cui pareti sono
costellate da semicolonne.
Questi sono i vari monumenti di epoca greco-romana della parte alta della città ma
c’è altro da visitare, cioè la parte bassa. Lì si trova la struttura che ha reso celebre
Cuma cioè “L’antro della Sibilla”. Non si sa quale funzione avesse, alcuni ritengono
che fosse stata una stalla, altri ritengono che fosse stata una catacomba e altri
ancora dicono che era stata costruita a scopo militare. Lungo le pareti dell’ Antro
possiamo ammirare dei simboli cristiani e questo ci porta a dire che poteva essere
veramente una catacomba. Lungo le mura vi sono anche aperture, oggi sono utili
per arieggiare l’ ambiente ma in antichità erano utili per giungere sulla terrazza dove
poi erano poste le macchine da guerra. Chi saprà mai la verità! Nessuno potrà capire
veramente quale scopo avesse. L’Antro della Sibilla è un luogo affascinante, pieno di
mistero e di leggende. Una di queste è la leggenda della Sibilla Cumana:
Anticamente l’Antro era la sede di una indovina che offriva responsi ai pellegrini;
Apollo se ne innamorò e voleva che lei diventasse la sua sacerdotessa, la Sibilla non
era affatto innamorata di lui allora fece uno “scambio” cioè lei sarebbe diventata la
sua sacerdotessa solo se Apollo la avesse resa immortale. La Sibilla però si dimenticò
di dire la parola “giovinezza”, ed allora si consumò finchè di lei rimase solo la voce.
Questa è solo una leggenda e non si sa c’è qualcosa di vero, ma una cosa è certa,
che la Sibilla è esistita veramente. Al giorno d’oggi l’Antro è una galleria lunga 180m
alla fine di questo lungo corridoio ci sono due cisterne ed al lato sinistro troviamo la
sala dove risiedeva la Sibilla. Al di fuori l’ingresso è di forma trapezoidale ed è
scavata nel tufo. La galleria venne scoperta solo nel 1932 da Amedeo Maiuri. Come
altra struttura scoperta da Amedeo Maiuri nel 1925-1931 c’è la Crypta Romana, una
galleria che collega la parte alta con la parte bassa della città. Anticamente collegava
il porto di Pozzuoli con quello di Cuma. In età Paleocristiana invece venne adibita a
Crypta. Usciti da queste due strutture si giunge nella città bassa, ancora in via di
riesumazione da parte di alcuni archeologi delle università di Napoli, come quella di
Federico ll.

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