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Professore Nicola Perullo

Argomento La nascita dell'estetica


Nicola Perullo

Il gusto come senso minore


Questa lezione è dedicata alla storia e ai problemi del concetto di estetica:
Il corso si chiama «estetica gastronomica» - abbiamo visto l’aggettivo gastronomica,
ora vediamo il sostantivo estetica.
La parola “estetica” è neologismo moderno (compare nel 1735 e
poi dà il titolo al trattato omonimo nel 1750)

Deriva da un aggettivo femminile greco sostantivizzato:


aisthetikè (episteme)

Aisthesis = Sensazione, relativo al sensibile


(aisthanomai =io percepisco, io sento

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Baumgarten, Aesthetica, 1750
L’estetica (teoria delle arti liberali, gnoseologia inferiore,
arte del pensare in modo bello, arte dell’analogo della
ragione) è scienza della conoscenza sensibile
L’estetica (teoria delle arti liberali, gnoseologia inferiore,
arte del pensare in modo bello, arte dell’analogo della
ragione) è scienza della conoscenza sensibile

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Baumgarten, 1714 – 1762

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La conoscenza CHIARA e CONFUSA (= non distinta,
fusa insieme) è il campo della aesthetica

Conoscenza in cui gli elementi sono riconoscibili ma non analizzabili, perché


fusi insieme e impenetrabili a un’analisi razionale.
Esempio: la rappresentazione di una rosa. 2 tipi di rappresentazione (quella
scientifica e quella poetica)
La conoscenza chiara e confusa è quella SENSIBILE (chiara e distinta è quella
razionale: per Cartesio è conoscenza solo quest’ultima!)

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La conoscenza può dunque essere:

l RAZIONALE (=distinta)
l SENSIBILE (=confusa)
l L’estetica – come vuole il suo nome – si occuperà della
conoscenza sensibile.

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L’opera che appare con il titolo di Aesthetica viene


pubblicata nel 1750 (post-mortem).
Baumgarten non la completò mai: quella che scrisse è la
parte teoretica (e neppure tutta questa).
Nel progetto, alla teoretica doveva seguire (come
sappiamo da altre fonti) la parte pratica

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l Per Baumgarten, l’estetica doveva servire alla vita
pratica, innanzitutto, perché conoscere ed educare
bene la sfera del sensibile (quella che occupa la gran
parte del nostra esistenza) avrebbe consentito di
evitare molti errori.
l Educare la sensibilità a scopi pratici: ecco la ragione
ultima dell’opportunità di una “aesthetica”, secondo
il suo fondatore.
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l Dopo Baumgarten:

l “Estetica” viene definitivamente collegata all’arte e alla


bellezza di un certo tipo: quella di alcune arti (“arti
belle”).
(Kant, Critica del giudizio, 1790: “giudizio estetico = riferito
a un sentimento del soggetto = giudizio di gusto;
Giudizio di gusto = quello con cui si valuta qualcosa bello
(natura e arte) tramite i sensi superiori
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l Hegel: autore di una monumentale Estetica (1820), sottolinea che “estetica” e
“gusto” sono espressioni sbagliate. Bisognerebbe usare “filosofia dell’arte bella” e
“genio”.

l Nel Novecento, torna l’idea che “arte bella” è un concetto troppo ristretto; l’arte è
diventata qualcosa di probematico come anche la nozione di bellezza e, più in
generale, l’estetica ha orizzonti di riferimento più vasti. Quelli designati da
Baumgarten e dai quali eravamo partiti:

CORPO – BELLEZZA – ARTE

Intesi come sfera della sensibilità, delle abilità pratiche, dell’esistenza tutta..

L’estetica viene a configurare, ancora, il vasto terreno dove nasce e cresce tutto ciò che
riguarda il materiale, il terreno, il corporale, l’anti- o il non-metafisico

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Dall’estetica alla gastronomia:


Baumgarten non tratta in modo specifico del gusto. Ma il XVIII secolo è
anche “il secolo del gusto”: molte discussioni, dibattiti…
L’estetica nel ‘700 si configura anche nei termini di una enorme
riflessione sul gusto e sul sapore, se si dà a questo termine un
significato ampio: sensibilità, sensi, gusto sono evidentemente sfere
semantiche molto connesse.

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Quanto detto sulla conoscenza chiara e confusa riguarda
evidentemente anche il gusto:

Ricordiamo Hume, The standard of taste (1757)

Il rapporto tra soggettività e oggettività del gusto, tra


naturale e artificiale, tra singolarità e universalità…

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Possiamo comprendere perché la gastronomia, soprattutto


dal suo versante riferito alla sensorialità e al gusto, ha
molto a che vedere con l’estetica….
Tentativi di collegare in modo esplicito i due ambiti ci sono
stati, ma pochi (a causa delle difficoltà causate dai
pregiudizi sul valore del senso del gusto)

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L’estetica “nasce” come concetto e come disciplina moderna nel 1750;
la gastronomia “nasce” (o meglio viene ripreso), come concetto e come
disciplina moderna, nel 1801 (Berchoux).
Quando scompare dall’orizzonte conoscitivo “alto” (riflessione filosofica) il tema
del gusto viene recuperato da una nuova dimensione, marginale e subordinata:
quella di una nuova attività chiamata appunto “gastronomia”, che nulla a più a
che vedere con la Cultura alta…
La MARGINALIZZAZIONE, l’ESCLUSIONE persino, della Gastronomia dalla
cultura diviene, nel XIX secolo,un fatto evidente e pacifico.
Eppure, la Gastronomia avrebbe tutte le caratteristiche per essere una
disciplina “chiara e confusa” nel senso di Leibniz e Baumgarten.

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La lezione è finita!

GRAZIE DELL’ATTENZIONE!

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