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PREGHIERE ALLA SS.

VERGINE DELLA CAMPANA COMPATRONA DI CASARANO

I. Affettuosissima Vergine, che dall’alto dei cieli, guardi me, povero


peccatore, trascinato dalle vanità della vita e tormentato dagli affanni del dubbio,
consola il mio povero cuore, scalda alla fede l’anima mia e manda sopra di me un
raggio della Tua grazia divina. Al potente appello del Tuo Nome, s’inchineranno
fedeli ed infedeli, e Te adoreranno in ginocchio, come il mite bove dell’umile
mandriano là, sul quel colle verde di ulivi, che, come è costante tradizione, si
genuflesse dinanzi alla Tua santa immagine. – Ave Maria.

II. Scuoti ancora una volta quel campanello, o Vergine cara, e come sorse, in
alto, sul quel colle, ove preferisti dimorare, il tuo tempio, ne sorgerà un altro qui,
nel fondo dell’anima mia. Fammi sentire ancora quel dolce suono, ed io, povero
naufrago nel mare tempestoso della vita, sarò salvo, come quell’altro sbattuto
dalle infuriate onde dello Jonio. – Ave Maria.

III. A Te, Vergine bella, offro il mio affetto, le mie speranze, il mio avvenire –
Tu sola puoi, con una dolce parola, sollevare il mio spirito e dissipare le
amarezze di cui è afflitto il mio cuore. Basta un tuo sorriso, perché tutti i dolori se
ne fuggano e la gioia ritorni - basta solo un tuo sguardo e non paventerò tutte le
calamità di questa valle di lagrime. Vergine bella, Vergine cara, Vergine santa,
conservami il Tuo amore, perché senza di esso sarò debole ed infelice
– Ave Maria.

IV. O santissima Vergine della Campana, fa che il tuo tempio, eretto su quel
colle per tua volontà, sia faro luminoso che m’illumini e mi guidi tra le tenebre
della vita, come al popolo di Israele la colonna di fuoco che lo condusse
attraverso le sterili sabbie del deserto. Stendi, o Vergine, dispensatrice di grazie, il
Tuo manto glorioso su questa povera terra di Casarano, perché sia protetta dai
flagelli delle infermità e dalle visite della sventura – come Ti scongiuro di
accogliere me, povero peccatore, sotto le grandi ali del Tuo perdono.
- Ave Maria.

V. Tu, Madre amorosissima, che mai nulla sapesti negare e chi, pieno di fede,
ricorse a Te – e che rialzi i caduti e consoli i miseri, abbi pietà di me. Impetrami
dal Tuo divino Figliuolo la grazia che Ti domando (si chiede la grazia) e sorreggimi
dal travaglioso cammino dell’esistenza, affinché possa conservare il mio cuore
sempre salda e viva la fede per Te. - Ave Maria.

VI. Nessuno che ascese l’erta faticosa di quel colle, ove nell’azzurro, sorge
modesto il Tuo tempio, se ne tornò sconsolato – e come sapesti perdonare agli
sconsigliati che abbatterono la Tua soave immagine, perdona a me pure se,
involontariamente, ho potuto cancellare la Tua immagine dal mio cuore. Il Tuo
perdono e la Tua protezione sono per me vita, salute, felicità. – Ave Maria.

VII. Chi più di Te, Madre dei dolori, può comprendere le ansie affannose di
un’anima che continuamente aspira a Te, e n’è sempre distolta dalle insidie del
peccato? Proteggimi nella guerra che si combatte contro la fede; dammi forza e
coraggio per sostenere gli assalti del male, e soprattutto benedicimi, Madre
amorosa, perché le Tue benedizioni faranno prospero e giocondo il mio povero
tetto. – Ave Maria.

VIII. Beatissima Vergine della Campana, per le Tue santissime gioie di Madre;
per l’immenso amore che nutri pel Tuo unico figliuolo, che amorosamente e con
cura affettuosa sostieni sul braccio; per i dolori inenarrabili che soffristi per Lui,
proteggimi tra gli affanni e le sorprese della vita, salvami dalla perdizione;
allontana da me il calice delle amarezze. Con tutta la fede di cui è capace l’anima
mia; con tutto il trasporto di un affetto intenso per Te, prostrato ai tuoi ginocchi,
Ti chiedo aiuto e protezione. – Ave Maria.

IX. Tu sposa, Tu Madre, Tu Vergine adorata, che volesti da quel colle


abbracciare d’un solo sguardo tutta questa terra che sente un culto speciale per
Te – sii sempre la vigile sua Custode; e se per poco possa alcuno di noi obliare i
tuoi benefici, scuoti quel campanello che ad altri Ti rilevò, e noi, pentiti,
torneremo a Te, con quella medesima gioia con la quale il traviato ritorna
all’amplesso tenero e soave della sua cara genitrice. – Ave Maria.

V. Prega per noi, santa Madre di Dio.


R. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
Signore Iddio, concedi a noi tuoi servi, di godere della perpetua salute dell’anima e del
corpo: e, per intercessione della beata sempre Vergine Maria, liberaci dalla presente
tristezza e donaci l’eterna letizia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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