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Perché dire NO alla “lotta” alle zanzare

Book · November 2016

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4 authors, including:

Roberto Ronchetti Pietro Massimiliano Bianco


Sapienza University of Rome Institute for Environmental Protection and Research (ISPRA)
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SEE PROFILE SEE PROFILE

Jacomini Carlo
Institute for Environmental Protection and Research (ISPRA)
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Progetto Frutti dimenticati e biodiversità recuperata View project

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ISDE - International Society of Doctors for the Environment
Medici per l’ambiente – Sezione Lazio

Perché dire NO alla “lotta” alle zanzare

Difendiamoci dall’inquinamento causato dagli insetticidi

Roberto Ronchetti, Pietro Massimiliano Bianco, M. Grazia Forti, Carlo Jacomini

Firma la petizione su

https://www.change.org/p/sindaco-di-roma-la-lotta-alle-zanzare-%C3%A8-inutile-
controproducente-inquinante-e-costosa
1. Richiesta di sottoscrivere la petizione per discutere il tema con il Sindaco di Roma
“La lotta alle zanzare è inutile, controproducente, inquinante e costosa”
proposta da ISDE (Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente) - Sezione Laziale

L’Italia è il più grande consumatore di insetticidi in Europa.


Uno dei motivi principali di questo massiccio uso di sostanze particolarmente tossiche è la “lotta contro le
zanzare” che da vari anni si va conducendo in Italia con una intensità che non trova riscontro negli altri
Paesi Europei simili al nostro.
Questo stato di cose viene surrettiziamente giustificato affermando che le zanzare sono possibili vettori di
malattie epidemiche di origine tropicale, affermazione nei fatti smentita dalla constatazione che, dopo la
scomparsa della malaria, tali malattie, poiché non ci sono da noi le condizioni per lo sviluppo di epidemie
“tropicali”, sono sostanzialmente assenti in Italia e in Europa.
È peraltro ben noto che i tentativi di sterminare le zanzare, provocano anche una significativa distruzione di
molti predatori di insetti e fatalmente inducono la comparsa di ceppi resistenti a qualsiasi insetticida e
finiscono così per favorire gli insetti contro cui erano rivolti.
Sono ben noti i gravi danni ambientali e di salute pubblica che tali insetticidi provocano.
Il fatto che, nonostante queste evidenze, sia così diffusa la pratica della disinfestazione antizanzare dipende
a nostro avviso da due principali fattori:
1) insistenti campagne, condotte con interventi quasi giornalieri dai media, ma anche da molta
letteratura “scientifica”, tengono alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema riportando
notizie e dati su epidemie lontane, sul bisogno di condurre già da ora guerre chimiche contro gli insetti
che in futuro, forse, trasmetteranno terribili virosi, l’urgenza, fin da ora , di “essere preparati” a livello
nazionale, ecc... Tutto ciò non ha basi scientifiche e deriva da esagerazioni di paventati pericoli tuttora
astratti: tutto ciò suggerisce fortemente che tali campagne supportano e/o sono supportate da
interessi che si giovano di questo tipo di “allarmismo”
2) in tema di lotta alle zanzare, una miriade di Ordinanze Comunali viene emessa in tutta Italia all’inizio
della primavera, “ordinando” a una vasta platea di “esecutori”, pubblici e privati, di compiere azioni
spesso banali (ad es. cambiare spesso l’acqua nelle fioriere dei cimiteri!), ma infine negativamente
significative quando, con disposizioni variamente interpretabili, si allude alla disinfestazione
“adulticida” contrapposta a quella “larvicida”, da attuarsi in mal definiti “casi speciali” con procedure
che sono normalmente vietate, minacciando genericamente pesanti sanzioni per gli “inadempienti”,
ecc. Risulta francamente difficile giustificare questo zelo delle Amministrazioni Comunali sul tema in
questione.
Questi motivi, e molti altri, generano una situazione in cui cittadini che sono stati allarmati o che in buona
fede si sono convinti che sia un loro diritto “non essere punti” dalle zanzare (insetti presenti da sempre e
dovunque sul pianeta), accettano passivamente o addirittura sono favorevoli a che scuole, stadi, giardini
pubblici, bordi stradali, luoghi affollati o di ritrovo vengano “disinfestati”.
La procedura di disinfestazione, sia quella condotta da Autorità comunali che quella eseguita da ditte
private “autorizzate”, hanno un costo di entità impossibile da definire o conoscere, ma che
complessivamente riteniamo essere assai consistente. Questo reddito è, a nostro avviso, il motore primo
della anomala situazione che abbiamo brevemente descritto.
Per tutti questi motivi, riteniamo che la pratica della “lotta” alle zanzare dovrebbe essere, nella nostra Città
e in Italia, abolita o fortemente ridimensionata.
Riteniamo inutile, in questa sede, riportare i dati della immensa letteratura sul tema degli effetti deleteri
che sulla salute esercitano i prodotti eventualmente impiegati nella lotta alle zanzare, sia essa “adulticida”
o “larvicida”. Noi stessi, come soci ISDE e ricercatori ISPRA, ripetutamente abbiamo elaborato su tale
argomento varie pubblicazioni.
Il presente documento è stato redatto per richiedere urgentemente alle Autorità Comunali di Roma un
incontro operativo per discutere sulla situazione attuale e delineare gli interventi concreti che si riterranno
opportuni.

1
2. Oggetto: “lotta” alle zanzare: analisi critica delle pratiche attualmente in essere nella città di Roma
(Ordinanza del Commissario straordinario n. 80 del 15 aprile 20161) e pericoli da esse derivanti

A Roma, gli insetticidi continuano a essere impiegati diffusamente, contrariamente all’impegno del
Comune, dichiarato nell’Ordinanza in oggetto, di evitare la “lotta” alle zanzare per mezzo di
insetticidi. Inoltre, appare prassi consolidata che, in caso di abusi, il Comune si limiti al solo
recepimento della segnalazione, nonostante le numerose denunce riguardanti l’utilizzo improprio
di insetticidi da parte di condomini e comprensori. Tale denuncia deve essere inoltrata tramite
apposito modulo al “Dipartimento Tutela Ambientale”, finora apparso poco incline ad interventi
sanzionatori.
Ciò dipende dal fatto che, alla pag. 3 dell’Ordinanza, viene citata (o immaginata) l’esistenza in città
di casi “speciali”, caratterizzati dall’esistenza di “infestazioni localizzate di particolare densità di
popolazioni di zanzare”, dove sarà consentito di “eccezionalmente intervenire con trattamenti
adulticidi” (sic), cioè con le sostanze precedentemente vietate.
Il fatto grave nell’ordinanza è che tali ipotetici “casi speciali“ non vengono affatto definiti, così da
consentire frequentissimi abusi, spesso dovuti a ignoranza o interessi. È utile qui citare le
numerose segnalazioni, da parte di condomini e comprensori, di interventi effettuati a base di
piretroidi, a insaputa e senza che siano efficacemente informati i cittadini che in quei luoghi vivono
e lasciano giocare i loro figli e animali domestici. Ad esempio, in fig. 1 viene riportato il prodotto
usato in un condominio dopo l’approvazione a maggioranza, da parte del consiglio di condominio,
di “una pratica innocua ed efficiente per eliminare le zanzare”. Il prodotto impiegato dalla ditta
disinfestatrice è risultato essere a base di Piretroidi. Si tratta di sostanze tossiche per l’uomo
(specialmente per i bambini e il feto), ma anche per “altre specie animali non bersaglio”, in
particolare gli impollinatori.

Fig. 1: Esempi di prodotto a base di piretroidi impiegato nella disinfestazione di


un condominio

Spesso, a condomini e comprensori sono proposti “interventi di lotta biologica” consistenti


sostanzialmente nell’uso intensivo di trattamenti a base di Bacillus thuringiensis israelensis, che
aumentano il rischio di selezionare resistenza nelle zanzare e di contaminare l’ambiente con
microrganismi “mutati” e dal comportamento nocivo. Riteniamo che, per lo più, basterebbero, e
sarebbero più efficienti per allontanare gli insetti molesti, interventi per il controllo delle caditoie e
l’utilizzo di dispositivi antizanzare nei tombini.
Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, inoltre, si considera inopportuno il richiamarsi a
malattie tropicali che attualmente non sono diffuse nel territorio europeo, come fa la citata

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2. Oggetto: “lotta” alle zanzare: analisi critica delle pratiche attualmente in essere nella città di Roma
(Ordinanza del Commissario straordinario n. 80 del 15 aprile 20161) e pericoli da esse derivanti

Ordinanza. In particolare, il richiamo a virus tropicali contribuisce a generare panico ingiustificato.


Il virus “Zika” e altre patologie esotiche risultano, di fatto, assenti nelle nostre regioni, nonostante
la ripetuta esposizione della popolazione a patogeni locali nei sempre maggiori viaggi nelle zone
infette e la conseguente continua importazione degli stessi.

L’ordinanza inoltre, pone l’accento sul “pericolo” rappresentato dalla presenza di “erbe alte e
sterpaglie”: ciò costituirebbe un habitat favorevole per le zanzare adulte (pag. 3 dell’ordinanza). È
vero che questi ambiti rappresentano stazioni di rifugio, sia per le zanzare che come è noto nelle
ore più calde si annidano ovunque vi siano zone ombrose, ma altresì per numerosi organismi
(insetti, piccoli rettili, uccelli e piccoli mammiferi) che, in quanto componenti della biodiversità
urbana, vanno protetti, in particolare nelle “aree aperte”.
È possibile notare come, da questo passo dell’ordinanza, di per sé poco importante, emerga la
tendenza a porre sullo stesso piano e anzi a privilegiare una pretesa “minaccia alla salute
pubblica”, simbolicamente rappresentata dalla zanzare tigre, rispetto a zone d‘interesse
naturalistico, che in ambito urbano sono essenziali e, ovviamente, da preservare. In questo modo,
si contribuisce a creare nei cittadini una scala di valori che esalta l’edonismo personale,
disdegnando l’impellente bisogno che la società ha di salvare quello che resta della biodiversità
nella città. Notiamo inoltre che in questo punto l’Ordinanza non fa alcun riferimento alle aree
protette da “Roma Natura”, dove tali interventi sono esplicitamente da escludere.
Si ricorda che diverse Organizzazioni ecologiste, in data 28 gennaio 2016, hanno inviato
all'Amministrazione di Roma Capitale (Ricevuta Automatica di Protocollo Numero
RC/2016/0002790), un invito con diffida ad adempiere a quanto previsto dalle vigenti normative in
relazione all'impiego di biocidi in area urbana. Questo atto è conseguente all'esposto depositato il
23 ottobre 2015 presso la Procura della Repubblica del Tribunale Ordinario di Roma, in cui si
ribadiva la responsabilità del persistente mancato controllo da parte degli Enti che hanno il
compito di vigilare sulla legittimità dell’impiego dei pesticidi e dei prodotti dannosi per l’ambiente.
L’atto prelude a un piano per raccogliere e convogliare alle Autorità tutte le segnalazioni
circostanziate in cui si ravvisi violazione del succitato Decreto Legislativo o di qualsivoglia
normativa in essere per la tutela della salute pubblica e dell’integrità dell’ambiente.
Ricordiamo che esistono numerosi mezzi di prevenzione del problema e che la lotta alle zanzare
deve essere indirizzata all’identificazione dei focolai di riproduzione con interventi per quanto
possibile locali ed ecocompatibili.
Tutte queste iniziative, già attuate o in via di progettazione, hanno lo scopo di richiamare
l’attenzione e sostenere l’azione dei Sindaci, nel loro ruolo di principali ed insostituibili tutori della
salute dei cittadini da loro amministrati.
Nello specifico, considerata l’enorme e grave diffusione attuale dell’uso di insetticidi nelle città
italiane, noi riteniamo che i Sindaci debbano assumere ogni misura volta ad eliminare
l'inquinamento da sostanze chimiche vietando a chiunque, con specifiche ordinanze urgenti, la
vendita e/o l’utilizzo sull’intero territorio comunale di insetticidi.
Sarebbe conseguentemente necessario adeguare i capitolati per attività di controllo degli animali
molesti e abolire le Ordinanze che in qualsiasi modo dispongono irrorazioni in area urbana o
antropizzata.

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2. Oggetto: “lotta” alle zanzare: analisi critica delle pratiche attualmente in essere nella città di Roma
(Ordinanza del Commissario straordinario n. 80 del 15 aprile 20161) e pericoli da esse derivanti

Al momento attuale, in un’ottica di opportuna politica di trasparenza, dovrebbero essere resi


pubblici i dati sulle sostanze fino ad ora utilizzate nella lotta contro le zanzare. Tali dati devono
essere resi pubblici anche ai sensi all’Articolo 7 della Direttiva del Parlamento Europeo
2009/128/CE1 e all’Articolo 3-sexies del Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152,
Norme in materia ambientale2).
Occorrerebbe anche intensificare le sanzioni e i controlli di pratiche scorrette: si considerano ad
esempio irrisorie le sanzioni (50-500 Euro) per chiunque causi molestie ad altre persone favorendo
con il proprio comportamento la riproduzione delle zanzare.
Sarebbe bene, inoltre, orientare l’attività per l’eliminazione del “fastidio da zanzare” da parte di
enti pubblici, condomini e cittadini esclusivamente verso l’eliminazione e la prevenzione alla
creazione di focolai, la creazione di nidi e aree rifugio per pipistrelli, uccelli e altri organismi
predatori di insetti, ecc...
Dovrebbe essere chiaramente stabilito che la difesa dal “fastidio delle zanzare” è compito del
singolo cittadino il quale, nel rispetto delle disposizioni stabilite dalle autorità, informato dei
pericoli che certi comportamenti possono provocare a lui, ai suoi familiari ed alle persone
confinanti con la sua dimora, è libero di assumere i comportamenti di difesa dall’insetto molesto
che riterrà opportuni.
Va ribadito che di tali comportamenti ne esistono moltissimi che sono di gran lunga più efficaci,
più innocui per tutti e di costo assai inferiore rispetto a quelli proposti e spesso imposti dai
mercanti di insetticidi. Facciamo riferimento alla necessità di propagandare e diffondere pratiche
personali quali l’uso di abbigliamento idoneo, di sostanze repellenti non tossiche e di zanzariere, la
coltivazione di piante repellenti nelle aree private e nel decoro urbano, tutte misure efficienti nel
ridurre i fastidi provocati da tali insetti.
Prendiamo atto che tutt'oggi, nel territorio di Roma Capitale si persevera a violare costantemente
le disposizioni del citato D.Lgs. 150/2012 attuativo della direttiva 2009/28/CE, che istituisce un
quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, cosa che sta portando a
una situazione irreversibile e che sta causando notevoli danni alla salute umana e agli ecosistemi.
Il Sindaco di Roma, nella Sua veste di autorità sanitaria locale, in ossequio all’art. 32 della
Costituzione e al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D.Lgs.
152/2006, dovrebbe adeguatamente e tempestivamente fronteggiare la minaccia di danni gravi e
irreversibili per i cittadini e per l’ambiente, recependo quanto sopra nell’ordinamento della sua
Amministrazione attraverso gli strumenti normativi ritenuti più idonei.
Per gli approfondimenti relativi alle problematiche sopra trattate, si rimanda al documento
allegato.

1
“Gli Stati membri adottano misure volte a informare la popolazione e a promuovere e agevolare i programmi di informazione e di
sensibilizzazione e la disponibilità di un’informazione accurata ed equilibrata sui pesticidi per la popolazione, in particolare sui rischi
e i potenziali effetti acuti e cronici per la salute umana, gli organismi non bersaglio e l’ambiente che comporta il loro impiego, e
sull’utilizzo di alternative non chimiche”.
2
“In attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e delle previsioni della Convenzione di Aarhus,
ratificata dall´Italia con la legge 16 marzo 2001, n. 108, e ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195, chiunque, senza
essere tenuto a dimostrare la sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante, può accedere alle informazioni concernenti lo
stato dell´ambiente e del paesaggio nel territorio nazionale”.

4
3. La lotta alle zanzare è inutile, controproducente, inquinante e costosa.
Roberto Ronchetti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Presidente Sezione di Roma,
Professore Emerito di Pediatria - Sapienza Università di Roma
Pietro Massimiliano Bianco, tecnologo-ricercatore ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura
Maria Grazia Forti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Segretaria Sezione di Roma

Le malattie virali trasmesse dalle zanzare:i segnali di pericolo

La catena di eventi che consente la trasmissione all‘uomo di malattie virali da parte delle zanzare
comprende la biologia del patogeno (virus), le sue relazioni con l’insetto (vettore) e con esseri
umani e animali (gli ospiti).
In generale, la capacità infettante di un vettore è profondamente modulata dalle condizioni
ambientali. Di recente è avvenuta la colonizzazione del territorio europeo da parte di specie di
zanzare in grado di veicolare molti patogeni del tipo flavivirus (ad esempio: West Nile Virus,
Dengue- DENV), alfavirus (ad esempio: Chikungunya - CIKV) e la filariasi.
Nel nostro Paese, l’arrivo della zanzara tigre (Aedes albopictus) è avvenuta nella seconda metà
degli anni '90. Nel 2007 in Romagna è comparsa una malattia a diffusione epidemica, il
Chikungunya, veicolata dalla zanzara tigre, che ha colpito 217 persone. Nei successivi cinque anni
si sono verificati in Europa (Francia, Croazia) solo alcuni casi autoctoni sia di Dengue che di febbre
Chikungunya).
Esiste un importante fattore di rischio per l’Europa rappresentato dai circa venti milioni di
viaggiatori che arrivano ogni anno da Paesi con endemia: almeno 200.000 di questi potrebbero
essere “viremici” (presenza di virus nel sangue circolante) per il CIKV o per il DENV. L’Italia, ponte
naturale per questi viaggiatori, è forse ancora più esposta.
Tra le cause di questi fatti, occorre pensare in primo luogo ai cambiamenti della temperatura e
degli eventi climatici generati dall’aumento nell’atmosfera della concentrazione di gas serra.
Questa progressiva “tropicalizzazione” delle nostre aree geografiche sarebbe la causa di
“condizioni ambientali“ favorevoli a queste malattie.
Pertanto, al momento attuale, pur in presenza di una stabile popolazione di zanzare in grado di
trasmettere virus e pur essendo i virus importati in quantità massiccia da turisti con viremia,manca
nelle nostre aree geografiche la terza delle tre componenti necessarie per l’emergenza di malattie
trasmesse da insetti e cioè le “condizioni ambientali” che consentano ad un agente patogeno
virale di diffondersi e di infettare efficacemente l’ospite-uomo come. Ne consegue che si debba
chiaramente affermare che le Aedes, presenti ormai da decenni in molte zone europee,
rappresentano un pericolo solo potenziale e che nel presente non c’è in Italia e in Europa un
nemico contro cui combattere.

Organizzazione sanitaria

Il più importante pilastro della “prevenzione primaria” in tema di malattie trasmesse da zanzare è
un efficiente servizio sanitario in grado di segnalare tempestivamente casi o focolai di infezione. Al
corpo sanitario si richiede competenza, allestimento di metodi diagnostici efficienti e disponibili,
razionale organizzazione della piramide decisionale ed adeguate risorse sul territorio, tutte cose
che debbono concretizzarsi in una attenta sorveglianza Occorre riconoscere che le misure
igieniche e preventive di salute pubblica esistenti attualmente in Italia e in Europa sono nel
complesso efficienti e certamente esse contribuiscono alla nostra attuale incolumità. Tuttavia,
l'esempio del “Western Equine Encephalitis Virus”, che nel 5% dei casi determina la morte di

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bambini e anziani e del “Jamestown Canyon Virus”, che può causare gravi encefaliti, provocate da
virus diventati endemici nel Nord America, dove la sorveglianza sanitaria pubblica non è di certo
meno elevata, suggeriscono che anche un’efficiente sistema sanitario non è sinonimo di sicurezza.

Il “controllo” delle zanzare

A prima vista il “controllo del vettore” rappresenta l’obiettivo più logico e realizzabile per evitare il
“ritorno” nelle zone del sud Europa delle malattie trasmesse da zanzare: in realtà, le straordinarie
capacità di adattamento di questo insetto alle più diverse condizioni ambientali ed i meccanismi
incredibili della sua biologia riproduttiva, hanno reso ovunque il “controllo” delle zanzare (loro
scomparsa o riduzione stabile della loro densità) assai difficile. Di fatto, una concorde letteratura
dimostra che quando una delle diverse specie di zanzara si è stabilita in una certa area geografica,
essa entra a far parte del sistema ecologico locale ed è di fatto inamovibile
Ne consegue che scopo della lotta alla zanzara può soltanto essere il suo allontanamento dalle
aree antropizzate: ciò si persegue eliminando o coprendo i luoghi adatti alla deposizione delle
uova, fondamentalmente le raccolte di acqua stagnante nelle abitazioni, terrazze, giardini privati e
pubblici, sifoni di fogne, sistemi di drenaggio, tombini stradali, grondaie otturate, vasche, piscine,
etc. Una vasta pubblicistica (articoli, depliant, relazioni di enti pubblici o di congressi) descrive una
miriade di rimedi “naturali” che sfruttando le preferenze o le repulsioni delle zanzare, le attirano in
trappole o le tengono lontane: si tratta di rimedi empirici variamente efficaci, ma che nel
complesso rappresentano una difesa importante. Ma essenziale è il fatto che se non si vuole
essere punti per motivi sanitari (la puntura delle persone è il passo indispensabile per la
trasmissione di malattie) o per semplici motivi edonistici (evitare un grosso fastidio), è
fondamentale un pertinente comportamento personale: abbigliamento, uso di opportune essenze,
protezione delle finestre e delle terrazze, del letto, eccetera, in funzione delle proprie esigenze e
delle caratteristiche della zona di residenza.

La lotta chimica e biologica alle zanzare: Il consumo di insetticidi in Italia

Nel nostro Paese è diffusa la pratica della “lotta alle zanzare” mediante “disinfestazione”. Tale
pratica è spesso condotta dalle autorità comunali e/o da privati che offrono tale servizio a enti,
condomini o singoli cittadini che ne facciano richiesta, mediante l’irrorazione di sostanza chimiche
(adulticide o larvicide) o di prodotti biologici. Da ciò, almeno in larga misura, deriva che nel nostro
Paese si consumava alcuni anni addietro tra il 38 ed il 58% per cento del consumo totale di
insetticidi chimici in Europa. Negli anni più recenti la “disinfestazione” è stata condotta anche
mediante insetticidi “biologici” sulla diffusione dei quali non è facile avere dati certi. Questo
enorme impiego di insetticidi, pone l’Italia in uno sfavorevole confronto con il resto dell’Europa:
questa anomalia non appare più razionalmente giustificabile.

Disinfestazione: inefficacia nel prevenire le virosi

Ovviamente la presenza di un insetto vettore non ha rilevanza patogenetica se non c’è, nella
stessa area geografica, la concomitante presenza del patogeno virale in grado di essere trasmesso.

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3. La lotta alle zanzare è inutile, controproducente, inquinante e costosa.
Roberto Ronchetti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Presidente Sezione di Roma,
Professore Emerito di Pediatria - Sapienza Università di Roma
Pietro Massimiliano Bianco, tecnologo-ricercatore ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura
Maria Grazia Forti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Segretaria Sezione di Roma

Poiché questa è la situazione attuale in Italia, le misure di disinfestazione con insetticidi, non
essendo finalizzate a prevenire le malattie virali, sono sul piano teorico assolutamente superflue.
Sul piano pratico, l’esame dell’abbondante letteratura non permette di rilevare un solo caso in cui
la “lotta” alla zanzara con mezzi chimici o biologici abbia portato alla scomparsa o almeno ad uno
stabile sfoltimento del numero di insetti. I risultati raggiungibili sono sempre parziali e temporanei.
Inoltre, come dimostrato in varie località, la variazione del numero di insetti presenti non è
correlabile alla comparsa di casi singoli di malattia o di epidemie.
Molto istruttiva a tale proposito è l’esperienza dell’isola di Madeira dove, dopo una “lotta” alla
Aedes aegypti condotta in modo integrale per vari anni, nel 2007 le Autorità locali ammettevano
che è “praticamente impossível erradicar da Região a proliferação de Mosquitos Aedes aegypti”.
Nel 2012 e senza variazioni del numero di zanzare nel territorio si verificò la già citata epidemia di
Dengue con circa 1000 casi. Dal maggio 2013 non si hanno più notizie di nuovi casi di Dengue a
Madeira.
Sono viceversa noti parecchi casi in cui una significativa diminuzione di insetti vettori è stata
ottenuta con il cambiamento di uso del territorio.
È evidente pertanto che la “lotta” non è efficace né nel diminuire significativamente i vettori né
nel prevenire le epidemie

La disinfestazione: danni biologici: e il problema delle resistenze

Molti esempi riportati in letteratura, dimostrano che le zanzare immancabilmente e rapidamente


diventano resistenti alle sostanze chimiche e biologiche con cui le si vorrebbe combattere .

Si tratta di un fenomeno biologicamente noto e prevedibile, comunque assai diffuso, tanto che nei
paesi colpiti da epidemie virali causate da zanzare la loro diffusa resistenza agli insetticidi
rappresenta un problema scientifico e sanitario che assorbe risorse immense ma che sempre più
appare di difficile soluzione: si è giunti persino ad elaborare il concetto di “trattamento integrato”
impiegando simultaneamente insetticidi biologici e chimici in popolazioni di zanzare resistenti ad
uno dei due tipi di insetticidi. Tale strategia appare sotto il profilo biologico quanto mai fragile
perché studi recenti hanno dimostrato che nelle zanzare i meccanismi metabolici che conferiscono
resistenza ai due tipi di insetticidi, pur essendo completamente diversi (produzione di
“endopeptidasi” per la resistenza al B. thuringensis ed “enzimi detossificanti” per la resistenza agli
insetticidi chimici) sono entrambi sotto il controllo di geni recessivi che divengono intensamente
attivi quando l’insetto incontra nell’ambiente un agente tossico. È pertanto facile supporre che di
fronte alla simultanea somministrazione di insetticidi chimici e biologici o alla ipotetica immissione
nell’ambiente di un terzo o quarto tipo di insetticidi, le zanzare (come hanno già fatto)
attiverebbero nuovi meccanismi di resistenza contro tutti loro. È da ritenere che senza questi
meccanismi la zanzara, come tutti gli esseri al momento attuale viventi, non esisterebbe.
In generale condurre una lotta chimica o biologica alle zanzare in assenza di malattie significa
addestrare e rendere immune alle nostre armi il servitore (la zanzara) del nostro vero nemico (il
virus): contro di esso, quando tornerà, non potremo opporre resistenza.

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Fuori di metafora si può concludere che la disinfestazione provoca resistenza ed è quindi
controproducente e pericolosa.

Il Wolbachia

Un metodo “biologico“di lotta alla zanzara si basa sull‘impiego del germe Wolbachia: se si infetta
una zanzara (femmina) con un germe Wolbachia l’insetto vive di meno, produce prole e uova
meno vitali e diventa, per questi e molti altri motivi, meno capace di far sviluppare i virus al
proprio interno e quindi di trasmetterli con la puntura. Per ora gli studi sul Wolbachia hanno
prevalentemente riguardato la interazione fra la Aedes aegypti e il virus Dengue in villaggi
australiani dove la malattia è fortemente endemica. Ci vorrà tempo prima che si realizzi una
affidabile tecnologia per usare tale risorsa nella pratica.
Ma anche sul piano teorico il panorama non è affatto definito: ancora oggi si propongono
complessi modelli matematici per spiegare come e perché il germe modifichi i processi infettivi
nella zanzara e nell’essere umano .
Ma più inquietante è il problema della sicurezza: in alcune circostanze sperimentali il germe
anziché rallentare la capacità della zanzare di trasmettere l’agente infettivo, l’aumenta; oppure,
pur rallentando un agente infettivo, stimola la diffusione di un altro . Inoltre è stata dimostrata la
capacita del Wolbachia di trasmettersi in modo orizzontale dalla zanzara ad altri insetti e ciò
potrebbe avere effetti non prevedibili su organismi diversi dalla zanzara . Infine gli effetti biologici
del Wolbachia possono essere modificati dalla temperatura ambiente . Inoltre, Wolbachia può
promuovere la nascita di nuove “specie” (incompatibili tra loro) di insetti, cosicché nuove specie di
zanzare diffondono se stesse e il batterio fatto molti Autori, anche quelli impegnati in ricerche
internazionali (Vietnam, Thailandia, Australia) sul Wolbachia, si domandano se l’uso di questo
germe non sia dannoso per l’ambente, gli altri animali e l’essere umano. Si sottolinea di fatto che
un giudizio sull’efficacia-sicurezza del Wolbachia si potrà avere solo fra qualche anno.

Disinfestazione: danni provocati all’ambiente e alla salute

Purtroppo, il prezzo da pagare per la disinfestazione contro le zanzare è molto alto in termini di
contaminazione dell’ambiente. Accenniamo solo sinteticamente a questo argomento assai
ampiamente trattato nella letteratura scientifica pertinente. Nel nostro Paese, gli insetticidi negli
ultimi anni hanno provocato la contaminazione delle acque superficiali e profonde e danneggiato
la biodiversità colpendo insetti essenziali, come le api e le farfalle, e piccoli animali, che essendo
predatori di zanzare contribuirebbero ad un naturale equilibrio. Gli insetticidi chimici ed i loro
prodotti di scissione o derivati dal metabolismo batterico costituiscono un insieme di esposizioni il
cui effetto complessivo è solo in parte conosciuto: sono in grado di provocare danni embrionali,
fetali e nei primi anni di vita che si concretizzano in malattie tumorali, endocrinologiche e
neurologiche anche molti anni più tardi.

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3. La lotta alle zanzare è inutile, controproducente, inquinante e costosa.
Roberto Ronchetti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Presidente Sezione di Roma,
Professore Emerito di Pediatria - Sapienza Università di Roma
Pietro Massimiliano Bianco, tecnologo-ricercatore ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura
Maria Grazia Forti, ISDE Italia - Medici per l’Ambiente, Segretaria Sezione di Roma

Disinfestazione: i suoi costi sono giustificati dall’impatto negativo che la zanzara tigre ha sulle
abitudini di vita dei cittadini?

Esistono persone che sono preferenzialmente bersaglio dell'attività dell'insetto ma, proprio per
questo, saranno sempre punte se non si ottiene lo sterminio totale. Risulta peraltro da diligenti
indagini compiute in Romagna che in piena stagione in media una persona riceve giornalmente
una puntura di zanzara. Sarebbe impossibile, anche se lo volessimo, evitare questa fastidiosa
puntura giornaliera. Ma è proprio quello che molti si aspettano dalle autorità pubbliche, non
tenendo conto dell’elevato prezzo in termini di contaminazione dell’ambiente e di possibili
conseguenze sanitarie. In termini puramente economici, si può stimare che la spesa complessiva
per la lotta alle zanzare sia assai rilevante: questo può spiegare l’interesse di alcuni a che la
disinfestazione sia attivamente praticata nel nostro Paese.
La disinfestazione è pertanto una procedura che non evita il fastidio ed è molto costosa.

Conclusioni

Si può concludere che la cosiddetta “lotta” alle zanzare è inutile dal punto di vista della
prevenzione sanitaria,crea insetti resistenti,è fortemente contaminante, è dannosa per la salute
ed è assai costosa. Pertanto va ribadito che essa sarà necessaria soltanto in presenza di casi
autoctoni di malattia trasmessa dalle zanzare. In tali casi la lotta dovrà essere integrale, cioè con la
collaborazione tra autorità e popolazione civile, con interventi di bonifica ambientale radicale e
con l’uso di insetticidi chimici o biologici scelti sia per qualità che per quantità fra quelli a cui gli
insetti da combattere sono sensibili: si tratterebbe di emergenza.
Poiché non esistono divieti legislativi, non si può togliere a privati o autorità locali la facoltà di
attuare cosiddetti interventi di “bonifica” per far fronte a “condizioni particolari” o a “casi
speciali”. È perciò necessario che ciascun “caso speciale” sia chiaramente definito affinché sia
evidente il motivo per cui esso è tale. Non ci sono trattamenti chimici o biologici che non
provochino inquinamento o non creino resistenze: essi inoltre sono sempre costosi. Per tali motivi
chi, privato o ente pubblico, ritiene di dover affrontare un “caso speciale” deve spiegare quali
obiettivi si propone, con quali mezzi li otterrà e deve assumersi la responsabilità delle
conseguenze di fronte ai cittadini coinvolti che debbono essere chiaramente informati e
preliminarmente consenzienti.

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Società Internazionale Medici per l’Ambiente- ISDE Italia - Sezione Laziale

Martedì 8 novembre p.v., alle ore 17.30,


nei locali del Circolo Antico Tiro a Volo,
via Vajna 21, (nei pressi di Piazzale delle Muse ai Parioli)
avrà luogo un “Incontro Culturale” sul tema:

LA REALTÀ NON È COME CI SEMBRA


Programma

Moderatore : Prof Ennio Zuccaro, Professore di Economia Politica – Sapienza Università di Roma

 INTRODUZIONE
Prof Renato Guarini, Rettore Emerito e Professore Emerito - Sapienza Università di Roma

 LE CAUSE DELLE MALFORMAZIONI CONGENITE:


GENETICA O AMBIENTE?
Dottor Andrea Dotta, Neonatologo, Responsabile del Servizio “Cure Intensive Neonatali” -
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma

 LA VERITÀ SCIENTIFICA (E LA VICENDA ”ZIKA


VIRUS –MICROCEFALIA”)
Prof Roberto Ronchetti, Prof. Emerito di Pediatria – Sapienza Università di Roma,
Presidente Sezione Laziale Medici per l’Ambiente – ISDE

 DISCUSSIONE GENERALE

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