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Lise Bourbeau

Ascolta il tuo corpo

Edizioni AMRITA

s.r.l. / Sede legale: Via S. Quintino, 36 - 10121 Torino / P. IVA:


05390990017 /

Prefazione
PARTE PRIMA
Le leggi fondamentali della vita
1. Lo scopo principale dell'essere umano
2. Conscio/subconscio/superconscio
3. Impegno e responsabilità
4. Amore e possesso
5. La legge di causa-effetto
6. Tagliare i cordoni — il perdono
7. La fede e la preghiera
8. L'energia
PARTE SECONDA
Ascolta il tuo corpo fisico
9. Malattie e incidenti
10. Mangiamo come viviamo
11 Problemi di peso
12. La sessualità
13. I bisogni del corpo fisico
PARTE TERZA
Ascolta il tuo corpo mentale
14. Il bene e il male
15. L'orgoglio
16. I falsi padroni
17. I bisogni del corpo mentale

PARTE QUARTA Ascolta il tuo corpo emozionale


18. Saper esprimere le emozioni
19. Paure e sensi di colpa
20. I bisogni del corpo emozionale
PARTE QUINTA
La spiritualità
21. Spiritualità e meditazione
Conclusione
Dedico in modo particolare questo libro ai miei genitori, fratelli e sorelle,
i quali, per primi, mi hanno insegnato l'amore accettandomi sempre così
come sono.
Ringraziamenti
Ringrazio, dal più profondo del cuore, tutti coloro che mi hanno dato
fiducia e mi hanno incoraggiata a scrivere questo libro.

Un grazie particolare a chi mi ha aiutata a realizzarlo: Denise


Trepanier, Pierre Nadeau, Odette Pelletier, Liza Klimusko, Danielle Turcotte
e Lise Fauteux.
Un altro grazie a tutti i lettori che vorranno servirsene per diffondere
l'amore ovunque sulla Terra.

Prefazione
Il libro che hai in mano è stato scritto proprio per te. Inconsciamente, hai
appena fatto un gesto che trasformerà la qualità della tua vita.
Qualunque sia la ragione per la quale hai aperto questo libro, sappi che
attraverso le sue pagine io diventerò una tua grande amica, e sarò sempre lì
con te, ora che mi hai scelta.
Mi sono permessa di darti del "tu" perché voglio sentirmi più vicina a te,
e perché come amica, il mio più profondo desiderio è quello di aiutarti.
Tenterò di dare una risposta alle tue domande, di guidarti e di farti scoprire
tutta la ricchezza che c'è in te.
Tuttavia, non posso far nulla senza la tua collaborazione: se pensi di
leggere questo libro per poi arricchire la tua biblioteca, ciò significa che
rinunci a voler aiutare te stesso. La tua decisione, la devi prendere adesso.
Il mio metodo è semplice. Basta leggere ogni capitolo con attenzione e
applicare alla vita, se necessario, le informazioni ricevute. Dopo ogni
capitolo, avrai alcuni esercizi da fare: se seguirai i suggerimenti così come ti
vengono presentati, farai molto per te stesso.
Il contenuto di questo libro è il frutto di ricerche, studi e osservazioni
personali effettuati negli ultimi diciannove anni: ho io stessa sperimentato
tutto ciò di cui scrivo, e la felicità che ne ho tratto è stata così grande da
indurmi ad insegnare le grandi leggi della vita e a consegnare questa
esperienza in un libro.
Sono già migliaia le persone che hanno trasformato la loro vita imparando
a scoprire se stesse, e ora sentono sempre più quella pace interiore che si
crede molto spesso irraggiungibile.
Ti auguro una buona permanenza dentro di te: prenditi il tempo
necessario, non saltare nessuna tappa e vedrai quante scoperte ti aspettano.
PARTE PRIMA LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA VITA

Lo scopo principale dell'essere umano

Ti sei mai chiesto che ci fai sulla Terra? Qual è il tuo scopo come essere
umano? Quante persone lo ignorano!
Eppure la risposta è semplice: abbiamo tutti lo stesso scopo, quello di
evolverci.
Tutto ciò che si chiama vita deve crescere. Guardati un po' intorno.
Quando un fiore o un albero cessano di crescere, è perché stanno morendo.
Accade la stessa cosa per l'essere umano, a cui tocca crescere e proseguire
nella sua evoluzione. Crescere per l'essere umano significa "crescere
interiormente": come a dire che è la tua anima a crescere durante la vita, e
non il tuo corpo fisico.
Ma come si fa a crescere? Gesù ce l'ha insegnato molto semplicemente
affermando che le due principali verità dell'essere umano sono l'amore e la
fede. Sembra che non ci sia niente di complicato in questo, ma finché l'essere
umano continuerà a crearsi dei problemi di ogni genere, queste due leggi
rimarranno incomprese.
Si dice che quando l'essere umano avrà imparato ad amare se stesso e gli
altri in modo totale, avrà dominato la materia, e la sua esistenza sulla Terra
non sarà più necessaria.
Dobbiamo considerare la Terra come un'entità a sé stante, cioè un'anima,
una persona, con la stessa responsabilità di evolversi.
Ogni essere umano va visto come una cellula della Terra, così come il tuo
corpo ha miliardi di cellule: se ogni tua cellula è sana, avrai un corpo sano col
quale la vita sarà piacevole, il che vale anche per la Terra.
Ad ogni essere umano spetta il compito di purificarsi, di mantenersi in
buona salute fisica, mentale ed emotiva. Così, l'armonia regnerà e la Terra
diventerà un luogo di prosperità.
Sei qui sulla Terra per badare alla tua evoluzione, non a quella altrui: è
inutile utilizzare tutte le energie per giudicare, dirigere e condurre gli altri.
Sei sulla Terra esclusivamente per te.
Nel libro troverai indicazioni, mezzi e strumenti che ti permetteranno di
diventare padrone della tua vita. Man mano che svilupperai questa grande
fede e questo grande amore dentro di te, sprigionerai
una tale energia che le tue reazioni verso il prossimo e quelle del tuo
prossimo verso di te saranno completamente trasformate.

La Terra o la società sono forti quanto il loro individuo più debole, così
come una catena è forte quanto il suo anello più debole.
Alcuni affermano che sia in corso un'evoluzione notevole sulla Terra, che
la Terra nel suo insieme si stia evolvendo, ma basta guardarci intorno per
accorgerci del contrario. Farmacie, ospedali, prigioni e manicomi si
moltiplicano; le persone sono sempre più malate; hanno reali problemi fisici;
i mezzi di comunicazione ci rivelano ogni giorno delle atrocità... sarebbe
questo, il frutto dell'evoluzione? L'essere umano ha ragione di sentirsi
insoddisfatto.
Un'insoddisfazione che forse stai vivendo proprio in questo momento, ed
è probabilmente la ragione per cui leggi questo libro: sei consapevole di una
specie di vuoto in te che cerchi costantemente di colmare; ma hai cercato nel
posto giusto? Non si tratta di guardarti intorno, bensì dentro. Il tuo migliore
amico è qui ed è divino: è il tuo Dio interiore che è qui solamente per te, per
guidarti, per aiutarti.
Spero che da qui alla fine del libro tu lo scopra veramente e che possa
percepirne la manifestazione in tutto quello che fai; saprai allora che grazie al
Suo Eterno Potere potrai compiere tutto quello che vorrai nella vita.
A questo punto, però, ti chiederai sicuramente: «Com'è possibile che ciò
sia nello stesso tempo così semplice e così irraggiungibile? Sapendo che
l'uomo può fare tutto, perché sono così poche le persone che ci riescono?»
Hai ragione. Ora come ora sulla Terra, solo cinque persone su cento sono
completamente padrone della loro vita... Ma abbi fiducia, perché stiamo
cominciando a svegliarci. Ci poniamo sempre più domande e vogliamo
andare sempre più lontano poiché ora siamo coscienti che esiste dell'altro.
Questa è l'era della spiritualità. Tuttavia non è facile per l'essere umano
andare in profondità, perché da un lato c'è il suo enorme orgoglio e dall'altro
la sua paura... La paura di scoprire un mostro dentro di sé.
Se questa paura venga dall'educazione ricevuta o da qualcos'altro, perfino
da una vita precedente, poco importa: lasciamoci alle spalle il passato. Il
passato è finito, e non può essere cambiato. Il momento più prezioso al
mondo è quello che tu vivi ora, e il futuro dipende solo da te, da quello che
pensi in questo momento.
Se sei ai tuoi primi passi nella crescita personale, voglio avvisarti che
sperimenterai un certo sconvolgimento. È possibile che tu abbia l'impressione
di un terremoto interiore, che tutto possa crollare. Ma non ti preoccupare: è
solo un'illusione. Questa scossa è la prova che sta succedendo qualcosa
dentro di te, nell'intimo del tuo cuore, e che hai deciso di "fare pulizia".
Che si tratti di prestare attenzione ai tuoi pensieri, di seguire dei percorsi,
di ascoltare delle conferenze o leggere dei libri, tu cresci e nello stesso tempo
ti purifichi. E perché ti purifichi ancora di più, bisogna che tu ripeta certe
azioni. Quanto più le ripeti, tanto più accentui la tua purificazione. Prenderò
come esempio un bicchiere d'acqua sporca in cui tu stia versando molto
molto lentamente dell'acqua limpida e pura. Se continui così l'acqua sporca si
purifica e ottieni un bel bicchiere d'acqua trasparente. È quello che succede
dentro di te quando cresci interiormente. Può darsi che i tuoi problemi ti
sembrino troppo numerosi, che ti senta tartassato, ma è solo una tua
impressione; pensa che i tuoi sforzi saranno largamente ricompensati.
L'essere umano cresce, proprio come tutto ciò che esiste sulla Terra. Un
albero mette radici grazie ad un piccolo seme sepolto, che vive al buio,
nell'umidità, al freddo, circondato da una moltitudine di forme viventi
sotterranee. Ciò nonostante e suo malgrado, senza sapere perché, viene
attratto in modo irresistibile dal sole, dalla luce, e invece di sprofondare
ancora di più nel terreno, sale, si libera dal suo involucro, attraversa lo strato
di terra per emergere. Raggiunta la luce, comincia a crescere per diventare un
albero. Per l'essere umano è la stessa cosa: ci sono uomini sulla Terra che
sono ancora al buio, e ignorano che esiste dell'altro. Non vedono. Che si parli
loro di luce, che si mostri loro la luce, per costoro nulla di tutto ciò esiste.

Invece l'essere mano che decide di dedicarsi alla sua crescita personale si
trova al livello in cui il seme emerge dalla terra: comincia a vedere la luce,
s'incammina verso di essa. Più sale, più ne sente il calore, e più salirà, più
sarà riscaldato e illuminato.

Come ogni persona che cresce interiormente, vivrai dei momenti difficili.
Quando si è colmi di orgoglio, non è facile ammettere che altre persone
abbiano ragione, e che possano avere la risposta giusta! Troppo spesso
vorremmo cambiare gli altri per dare ragione a noi stessi: è una prova da
superare, e ne vale la pena. Più si riesce a vincere questo orgoglio, meglio si
gestiscono le situazioni esterne; è uno sforzo che ci farà salire verso la luce,
verso la felicità.

La crescita personale è paragonabile ad una ferita fisica: per accelerarne


la guarigione, si applica un medicamento che provoca in genere un dolore
ancora più forte di quello della ferita stessa. Ma si tratta di un dolore
necessario, e si sa che dopo alcuni minuti avrà inizio la cicatrizzazione. La
stessa cosa si verifica quando ci si incammina dentro di sé, quando ci
impegnamo a crescere, a purificarci, a scoprire chi siamo. Il dolore è reale ma
temporaneo, e ne seguirà solo un beneficio.

Se provi dolore, è segno che stai opponendo resistenza, che esiti ad


abbandonarti. Se mi dici che le tue relazioni non ti soddisfano, che non hai
tutto l'amore e la salute che vorresti, né tutto il denaro di cui pensi di aver
bisogno, ti risponderò in questo modo: «Se ci sono così tante cose che non
vanno nella tua vita, cos'hai da perdere?» Allora smetti di opporre resistenza
e lasciati andare. Convinciti che hai tutto da guadagnare nel tentare qualcosa
di nuovo. La tua evoluzione ne trarrà giovamento e il tuo male sarà molto
meno doloroso. È sempre chi oppone resistenza a soffrire di più: più ti opponi
e più il male persiste. Più opponi resistenza a qualcosa, più si ripete la stessa
situazione.

E un dato di fatto che la resistenza è più accentuata nelle persone dal


carattere più forte. Dovranno lavorare il doppio. Ma quello che importa ora,
sei tu: continua la tua strada, sii costante e otterrai piccole vittorie ogni giorno
fino ad ottenere, a poco a poco, tutto quello che vuoi nella vita.

Spesso si parlerà di Dio in questo libro, e citerò alcuni passi


dell'insegnamento di Gesù: ma stai tranquillo, non è un libro sulla religione!
C'è una sola religione nel mondo intero: quella dell'amore per sé e per il
prossimo, quella dell'accettare le persone così come sono. Non puoi rinnegare
Dio, dal momento che sei una sua manifestazione come tutto quello che esiste
sulla Terra.

Per riuscire a prendere le redini della tua vita, devi diventare più
cosciente. Il livello di coscienza dell'uomo è così basso che il più delle volte
non sa quello che dice, fa o pensa; lo fa in modo automatico. Quante volte al
giorno rifletti prima di agire o di parlare? È proprio il momento di diventare
più consapevole.

Tutto quello che percepisci con i sensi, tutto quello che vedi con i tuoi
occhi, tutto quello che senti con le tue orecchie è solo un'illusione: la realtà è
ciò che succede nel mondo invisibile. Prima che sia visibile, tutto deve
passare per il mondo invisibile, e non c'è nulla sulla Terra che prima non sia
stato immaginato, pensato o sognato. È il grande potere dell'essere umano. Le
entità del regno minerale (le rocce), del regno vegetale (piante e alberi) e del
regno animale non possono creare: l'unica entità sulla Terra che può creare è
l'essere umano. Ha raggiunto un grado di coscienza più elevato degli altri tre
regni: ciò vuol dire che è cosciente di Dio, e sa da dove viene e dove va: la
sua destinazione è il quinto regno, ossia il regno divino.

Quando si dice che l'uomo è stato creato ad immagine di Dio, significa


proprio questo: Dio ha creato la Terra e tutto quello che esiste nel cosmo, ed
essendo tu stesso una manifestazione di Dio, sei Dio dentro di te, quindi puoi
compiere tutto quello che compie Lui, e puoi creare tutto quello che vuoi in
questo mondo. Perché non l'hai ancora fatto finora? Perché non ci credevi. Il
grande errore dell'essere umano è non accettare questa potenza.

Man mano che farai degli atti di fede, che comincerai a realizzare delle
cose straordinarie, capirai che cosa significa tutto questo. Afferrerai anche il
senso di quest'altra affermazione: l'essere umano diventa quello che pensa.

Il pensiero è un'immagine che mandiamo nel mondo invisibile, e


creandola, nutrendola con la nostra potenza, noi le diamo vita. Questo
pensiero si nutre dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni, fino a che lo
esprimiamo, rendendolo visibile, sul piano materiale. Il cosmo ha le sue
leggi, e seguendo queste tappe puoi far accadere ciò che vuoi. Comincia dal
piano mentale, poi passa al piano emozionale e infine al piano fisico. Ma
prima di impegnarti in questo procedimento è necessario che diventi
cosciente, poiché nel novanta per cento dei casi ignori ciò che pensi. I tuoi
pensieri sono talmente inconsci che provochi un mucchio di cose indesiderate
o spiacevoli. Oltretutto non risolverai nulla dando la colpa agli altri: non
c'entrano affatto; l'unico responsabile di quello che ti succede sei tu.

Accettando l'idea che proprio tu hai materializzato queste cose, buone o


cattive che siano, e che possiedi un'enorme potenza, non è meraviglioso
accorgerti che, di conseguenza, puoi utilizzare la tua energia per fare in modo
che ti accadano solo cose gradevoli?

Sarebbe davvero sconfortante pensare che tutto quello che ti succede è


causato da un'influenza esterna. Se sei infelice e pensi che gli altri ne siano
responsabili, dovrai portare pazienza finché non cambie-ranno idea, per poter
essere felice! Se sei ammalato e ne dai la colpa agli altri (ereditarietà, clima,
ecc.) dovrai ancora avere pazienza e aspettare che tutto quello che è fuori di
te cambi, per poterti rimettere in salute. Quanto dovrai aspettare così? Non
sarebbe meglio che ti creassi tu stesso la tua vita?

Pensaci: basta appena un minuto per visualizzare la felicità! Il tuo corpo


ne trarrà subito beneficio. Basta solo un minuto anche per recitare la parte del
«povero me, nessuno mi ama», ed ecco la tua felicità svanire già al comparire
di questo pensiero. E' sufficiente un istante per cessare di ridere, per criticare
o per amare. Come vedi, da un momento all'altro sei tu che cambi la tua vita,
che la crei a seconda di quello che decidi di vedere con gli occhi fisici,
mentre potresti cercare di vedere con l'occhio interiore. Cerca la bellezza
dietro la bruttezza,
l'amore dietro la critica, e avrai fatto un buon passo nell'apprendimento.
Evolversi è diventare un essere spirituale, ed essere spirituali significa vedere
l'amore (Dio) ovunque.

Fermati per qualche istante; guarda un po' dentro di te: quali sono i tuoi
pensieri più frequenti della giornata? Ti capita spesso di dire «il mio mal di
schiena», «la mia emicrania», «il mio problema»? Vedi, dai così tanta
importanza a tutto ciò, ci metti così tanta energia, che i tuoi dolori perdurano.
Si diventa quello che si pensa!

In compagnia di amici o dei tuoi cari, di che parli? Non fai che sciorinare
i tuoi problemi o tenti di trovarvi una soluzione? E come impieghi il tuo
tempo libero? Ti piace seguire alla televisione programmi costruttivi, quelli
che ti arricchiscono, oppure scegli dei film che ti fanno vivere momenti
d'angoscia o d'invidia? Ricordati che la vita sullo schermo falsa la realtà. E
cosa leggi? Articoli che rafforzano o arricchiscono la tua coscienza o le brutte
notizie? Diventi tutto quello che lasci entrare nel tuo conscio e nel tuo
subconscio.

Non sei sulla Terra per vivere nella ricchezza o nella povertà, nella
popolarità o nell'anonimato, nel lavoro o nella disoccupazione: sei sulla Terra
per "essere", cioè per sviluppare la tua individualità, il tuo "Sé superiore".

La maggior parte della gente si preoccupa della propria personalità. La


personalità è ciò che si vede, è ciò che si percepisce dall'esterno di una
persona, ed è esattamente ciò di cui bisogna liberarsi per raggiungere la
propria individualità.
***

Ecco uno degli esercizi di cui si parla nella prefazione: ne troverai uno
alla fine di ogni capitolo. Se vuoi veramente aiutare te stesso, ti consiglio
vivamente di dedicare ad essi un'attenzione particolare.

Prendi un foglio, scrivi tutto quello che ricordi di aver fatto in


quest'ultima settimana: 1. le cose che sei consapevole di aver fatto, quello che
hai fatto per te e ciò che ti ha aiutato a sentirti bene, contribuendo in qualche
modo alla tua felicità;
2. le cose che hai fatto per gli altri, annotando se le hai fatte di tua
volontà, e cosa ti ha indotto a farle;
3. elenca tutte le persone che hai criticato o giudicato durante la
settimana, quelle che secondo te hanno fatto o detto delle cose spiacevoli, e
ciò che invece avresti preferito che dicessero o facessero. Può trattarsi di
situazioni che hai criticato con parole o pensieri;
4. scrivi tutto quello che ti ricordi.
Ti suggerisco vivamente di ripetere l'affermazione seguente ogni volta
che sarai solo con i tuoi pensieri e finché non ti sentirai pronto per il secondo
capitolo.
Sono una manifestazione di Dio, sono divino, posso dunque creare quello
che desidero e raggiungere una immensa pace ed una grande forza interiore.
Conscio / subconscio / superconscio

Ora che hai terminato l'esercizio del Capitolo 1, sono convinta che questo
primo esame di coscienza ti abbia fatto scoprire qualcosa su di te.
Ti sei sicuramente reso conto, e questo più d'una volta, di aver agito tanto
inconsapevolmente da non riuscire, nel corso della stessa giornata, a
ricordarti le tue azioni, parole o pensieri. Hai senz'altro fatto delle cose per
altri senza chiederti se ciò ti faceva veramente piacere. Non preoccuparti.
In media, nel mondo intero, l'essere umano è cosciente solo al dieci per
cento di ciò che fa, dice, pensa e prova. Sorprendente, vero? Ciò significa che
adoperi il novanta per cento del tuo tempo per agire, parlare e pensare
meccanicamente. Tenteremo insieme di modificare questo tuo stato
d'incoscienza poiché è di primaria importanza che tu sia cosciente di ciò che
pensi, fai, dici o senti per far sì che si realizzi quello che desideri avere o
essere.
La parte della mente che chiameremo "inconscio" o "subconscio"
corrisponde al plesso solare, tra l'ombelico e la zona del cuore. Agisce sulle
tue emozioni che a loro volta influenzano il tuo stato d'animo e il tuo
comportamento.
Il subconscio può registrare fino a diecimila messaggi al giorno in una
persona attiva che vive in una grande città: è una sorta di computer interno al
corpo, e registra tutto quello che accade nella vita fin dal concepimento, tutto
quanto è stato percepito dai sensi.
Ecco un esempio di quello che il tuo subconscio può compiere: quando ti
rechi al lavoro, percepisci tutti i segnali stradali, i cartelloni pubblicitari, i
passanti, i nomi delle vie, i colori, i suoni... insomma tutto quello che vedi e
senti. È il tuo subconscio che raccoglie questi dati, poiché il tuo grado di
consapevolezza non è ancora abbastanza elevato per cogliere tutto, e sarebbe
davvero troppo per il conscio... Il subconscio è dunque presente per venirti in
aiuto e conservarti sano di mente!
Tuttavia questa parte di te non ragiona: accetta tutto, proprio come un
computer accetta dei dati. Lo stesso vale per una calcolatrice: se tu

le chiedi di risolvere l'operazione 3x4 mentre il tuo intento era di


chiederle di eseguire 4x4, risponderà inevitabilmente 12 in quanto non sa
intuire i tuoi errori. Accetta gli ordini come le vengono dati. Il tuo subconscio
agisce allo stesso modo: registra tutto quello che gli entra dentro e ti fa agire
di conseguenza, perché ha molta influenza sul tuo modo di essere, di agire, di
pensare e di sentire. Quante volte sei passato davanti al cartellone che
pubblicizza una nuova marca di sigarette e poi, senza rendertene conto, sei
corso a comprarla? Ti sei lasciato ipnotizzare... Il tuo subconscio ha afferrato
il messaggio e poi d'un tratto si è manifestata la voglia di provare una nuova
marca di sigarette. Sulla Terra c'è un'infinità di ipnotizzatori di questo genere:
e la televisione è il loro campo di esercizio preferito.

La gente non si rende conto di tutto quello che percepisce e di quante


cose fa in seguito a questi messaggi. Perciò è importante fare attenzione a
tutto quello che lasci entrare nel tuo subconscio, ricordando che esso è al tuo
servizio, ma non conosce né il bene né il male. Per lui non c'è differenza fra
ciò che è benefico per te e ciò che non lo è. Ti dà i risultati in base a quello
che riceve.

Se quindi non fai che alimentare le paure o ti circondi di persone che


parlano solo di paure o di cose negative, reagirai conformemente: i tuoi
pensieri negativi sono registrati dal tuo subconscio che te li ritrasmette, ed
eccoti alle prese con nuovi pensieri negativi, che il tuo subconscio coglie
ancora, per poi rimandarteli... in un circolo vizioso.

Può accadere che tu ti riempia di dubbi e di inquietudini tenendo la radio


accesa in macchina o in casa: mentre sei impegnato nelle tue occupazioni,
credi di non fare attenzione a quello che dicono alla radio, ma in realtà tutto
penetra sottilmente nel subconscio.

Il tuo subconscio lavora sempre sull'ultimo messaggio che gli hai passato.
Ecco un esempio: supponiamo che il tuo subconscio sia un tassista e che il
tuo pensiero sia il passeggero; tu chiedi al tassista di condurti al numero 8662
di via Papineau e lui si dirige verso l'indirizzo indicatogli, facendo di tutto per
adempiere all'ordine ricevuto. Ma qualche minuto più tardi ti rendi conto che
c'è un errore nell'indirizzo: il nome della via è "St. Denis" e non "Papineau".
Il tassista cambia strada per recarsi al nuovo indirizzo. Il subconscio esegue
l'ordine ricevuto così come fa il tassista.
Questo esempio vuol farti capire che se passi la vita a cambiare modo di
pensare, il tuo subconscio si confonderà e non saprà più chi o cosa ascoltare;
esattamente come il tassista, che dopo dieci cambiamenti d'indirizzo perderà
la pazienza e griderà: «Senta, decida una buona volta dove vuole andare!» Se
invece gli trasmetti regolarmente lo stesso messaggio, il tuo subconscio farà
sì che si verifichino delle
situazioni, degli incontri, degli eventi che ti guideranno verso la realiz
zazione dei tuoi desideri.

Altro esempio: hai deciso di traslocare l'anno prossimo in una bella casa
vicino al mare. Bene. Mettiti a pensare a quella casa: immaginala,
visualizzala. È importante sapere che il tuo subconscio è molto più efficiente
e capisce più rapidamente attraverso le immagini. Allora immaginala, pensaci
continuamente ogni giorno e agisci di conseguenza! Stai certo che l'anno
prossimo l'avrai. Come? Con quale denaro? Non ha importanza.

È come per il tassista: dagli un indirizzo, non cambiare idea, siediti in


macchina e lasciati condurre a destinazione. Ci arriverai. Qualunque sia la
strada presa e la ragione della tua scelta, il tassista ti condurrà là dove volevi
andare. Fai la stessa cosa col tuo subconscio: dagli un ordine, lasciati guidare
e aspetta che ti conduca dove vuoi.

L'importante è ricordarsi di non cambiare idea. Non lasciarti influenzare


dalle opinioni altrui: appena riveli le tue intenzioni, le reazioni esterne si
accaniscono contro di te: «Ma come pensi di ottenere una casa simile?»,
«Pensi di avere abbastanza denaro?» Nascono allora i dubbi e cominci a
riflettere: «Forse vado troppo in fretta», «Forse è meglio aspettare ancora un
anno». Ecco! Cambiando idea, hai cambiato l'ordine impartito al tuo
subconscio, il quale registra l'ultimo pensiero: non vuoi la casa. Il giorno
dopo, però, ti metti a pensare di nuovo a tutti i tuoi progetti e ti accorgi che la
desideri veramente, sicché il subconscio riprende a lavorarci su.

L'essere umano cambia idea in continuazione. Concentrarsi è una abilità


da acquisire e da imparare. Il tuo subconscio non sa ragionare, non discrimina
tra bene e male ma è una grande forza interiore: allora, perché non usarla a
tuo vantaggio? Ogni mente umana ha i suoi tre livelli: conscio, subconscio e
superconscio. Sta a te usarli come meglio credi.

Comincia fin d'ora a visualizzare come vorresti diventare nella vita. Ti


piacerebbe essere circondato da amore? Vorresti avere un rapporto migliore
con i figli? Vorresti ottenere l'impiego che hai sempre sognato? Il tuo
subconscio può farti realizzare tutto. Sta a te usarlo. Se Il tuo lavoro non ti
piace, siediti e visualizzati mentre stai annunciando
una novità fantastica ai tuoi amici: «Ho appena trovato un lavoro
straordinario; è fantastico, non avrei mai pensato di trovarne uno così
bello!» Sentilo bene dentro di te!

Se fai intervenire nella faccenda la ragione, e comunichi al tuo subconscio


che ti piacerebbe un tale lavoro con tale compenso, tale datore di lavoro, nel
tal luogo... riduci di molto le tue possibilità. Diventa tutto molto più difficile.
Quando dai indicazioni così particolareggiate su ciò che vuoi, è come se
dicessi al tassista quali vie prendere per arrivare a destinazione: è molto
probabile che il percorso risulti più lungo e ti costi il doppio.

Basta invece semplicemente dare fiducia al subconscio, che è in contatto


con il tuo superconscio il quale, a sua volta, possiede grandi poteri. Basta che
tu dica al subconscio esattamente cosa vuoi come prodotto finito, e non i
particolari per arrivarci.

Desideri un compagno di vita? Inutile indicare l'altezza, il colore degli


occhi, la professione, se russa o se porta la dentiera... Anche qui restringeresti
le tue possibilità, perché ce ne sarà forse uno su diverse migliaia che
corrisponde al modello indicato. Potresti invece visualizzarti a fianco di una
persona senza vederla nei particolari; desiderala fantastica, una persona con
cui tu possa imparare molto, che vada bene per te. Incontrerai forse qualcuno
al quale non avresti mai pensato, ma di cui hai veramente bisogno.

Secondo una certa teoria, in una grande città, per esempio una capitale,
per ogni abitante ci sono almeno tremilacinquecento persone del sesso
opposto potenzialmente compatibili. Come vedi non c'è da preoccuparsi.
E' anche molto importante non dimenticare quella parte di te detta
"superconscio", quella in contatto con il tuo aspetto divino: conosce tutte le
tue vite anteriori e future, ed essendo divina conosce esattamente la strada
che devi seguire per raggiungere, per conseguire la tua perfezione divina.

Per questo quando chiedi, desideri qualcosa o pensi di avere un bisogno


reale e dai l'ordine relativo al subconscio, è importante che tu gli dica di
consultare il tuo superconscio per accertarsi che quello che vuoi sia
veramente benefico per te. Se non lo è, riceverai un messaggio che te lo farà
capire, dirottando altrove il tuo desiderio.

Forse la casa sul mare non è la cosa migliore per te, forse esiste
qualcos'altro di molto più salutare: in tal caso, nel mese che seguirà la tua
richiesta, ti succederà senz'altro qualcosa che ti farà capire che cosa desideri
veramente, e il tuo cambiamento sarà radicale: «Ecco cosa voglio, non era la
casa». Da ciò che ti si presenterà, ti accorgerai di aver ricevuto il messaggio.

E' così rassicurante sapere che dentro di noi c'è una forza straordinaria
che è collegata direttamente all'immenso Potere universale, all'intero cosmo,
al superconscio di cui ognuno di noi dispone sulla Terra, così come tutte le
cellule del corpo umano sono collegate tra loro.

Il superconscio è sempre presente, ventiquattr'ore su ventiquattro, pronto


a guidarti e sostenerti. Sarebbe una bella idea dargli un nome, così quando
imparerai a parlare a te stesso, al tuo superconscio, avrai l'impressione di
rivolgerti ad un caro amico. A te la scelta del nome; tuttavia suggerisco
spesso di trovare una parola che non possa essere confusa con un'altra,
oppure che non sia collegata ad alcun ricordo, qualcosa come "Eroma",
anagramma di "Amore". Parlagli: ora hai qualcuno con cui confidarti.

Ti accorgerai di non essere più solo. Quella grande potenza nascosta


dentro di te sa esattamente cosa è bene per te, e se pensi, dici o fai qualcosa
che la contrasta, il tuo superconscio provvederà ad inviarti Un messaggio
tramite il subconscio; questo messaggio ti farà prendere coscienza che stai
facendo qualcosa che non è bene per te.
Non è meraviglioso? Sei tu il tuo terapeuta personale! Puoi condurre la
tua vita a modo tuo e, per ogni passo falso, ti saranno inviati dei segnali. Non
c'è di che preoccuparsi, basta pensare e ripensare, analizzare tutto prima di
prendere una decisione: il tuo immenso potere interiore, il tuo essere divino è
sempre presente per farlo al posto tuo. E un mezzo fantastico per mettere da
parte la mente ordinaria e accettare la guida di questo nostro aspetto superiore
nelle nostre decisioni.

Ecco diversi possibili messaggi del superconscio per informarti che in


questo momento qualcosa non è veramente bene per te: emozioni che non
riesci a dominare, malesseri, malattie, assenza di energia, problemi di peso,
incidenti, desiderio di assumere alcool o droghe, carenza o eccesso di sonno o
di appetito, eccetera.

Hai ricevuto migliaia di messaggi da quando sei nato: poiché non sapevi
decodificarli, hai attribuito fin qui i tuoi malesseri o le tue angosce a cause
esterne, ed è per questo che siamo sempre così reattivi nella nostra vita
personale: è perché cerchiamo nel posto sbagliato.

Se ti capita un incidente, se sei sopraffatto da un malore o un'emozione,


invece di arrabbiarti, accetta la situazione e ringrazia Eroma per il messaggio.
Ribellarti aggraverà solo la situazione, quindi cerca di afferrare quello che
Eroma tenta di farti capire. Ti sentirai più libero e più in armonia con te
stesso, e otterrai una maggiore pace interiore.

Sai che sei stato creato a immagine di Dio, cioè perfetto, tant'è che
quando ti succede qualcosa apparentemente non in linea con la legge della
perfezione, ciò è voluto dalla divinità interiore, e sta ad indicarti che non sei
sulla buona strada, cioè quella dell'amore.
Dio ci ha dato il libero arbitrio, lasciandoci liberi di commettere i nostri
errori, di vivere le nostre esperienze come meglio ci pare. E anche per questo
che ci capitano così tanti eventi spiacevoli.

Dio ti ama come un genitore ama il proprio figlio. Quando questo


giovanotto vuole lasciare i genitori per vivere le sue esperienze, accade
spesso che essi si oppongano, ricordandogli le esperienze che a loro volta
hanno vissuto quando avevano la sua età; ma quando c'è amore vero, quello
stesso grande amore li convincerà a lasciarlo andare per la sua strada,
affinché possa fare le sue esperienze.

Ed è esattamente ciò che Dio fa con te: Egli è sempre presente dentro di
te, vede tutto quello che accade, ma ti lascia libero di scegliere secondo la tua
volontà. Se tu vai contro le Sue leggi naturali fondamentali, Egli ti manda
immediatamente un messaggio tramite il tuo superconscio: sta a te decidere
cosa farne.

So che da oggi in poi vorrai aumentare la tua consapevolezza e imparare a


prendere in mano le redini della tua vita. Si tratta quindi di capire i messaggi
e fare qualcosa per te.
***

Prima di passare al capitolo seguente, prendi un foglio e scrivi tutto


quello che ricordi ti sia successo grazie alla potenza del tuo subconscio:
ignoravi sicuramente che era così che facevi accadere gli eventi della tua vita.
Cerca di ricordartene diversi, che siano stati piacevoli o meno.

Puoi aver temuto che ti succedesse qualcosa che poi ti è regolarmente


successo; puoi aver desiderato ardentemente una certa cosa e averla ottenuta:
senza rendertene conto, avevi programmato il tuo subconscio. Scrivi tutto
quello che hai fatto accadere e di cui puoi ricordarti. D'ora in poi comincerai
a prendere coscienza della forza che hai sempre avuto e che ignoravi di
possedere.

Ora cerca di visualizzare, di immaginare qualcosa che vorresti veder


accadere nei prossimi giorni: può essere una cosa piccolissima, niente di
complesso. Pensa a qualcosa che ti sta a cuore e desideralo per te nel
prossimo futuro. Dedica diversi momenti nella giornata a pensarlo,
visualizzarlo, vederlo come se fosse già accaduto. Fa' questa prova con te
stesso e comprenderai come puoi provocare qualcosa che vuoi veramente.

E' molto importante sapere che il subconscio non comprende né passato


né futuro. Se tu gli dici: «Un giorno avrò quella tal cosa», non capisce. Può
capire solo l'immagine del già compiuto: «Ho» oppure «Sono». Bisogna
vedersi già in possesso della cosa che si desidera.
Prima di passare al prossimo capitolo, ecco l'affermazione che bisognerà
ripetere il più spesso possibile, ogni giorno:
Considero ora il mio corpo come il mio migliore amico e la mia più
grande guida sulla Terra e imparo nuovamente a rispettarlo, ad accettarlo e ad
amarlo adeguatamente.
Puoi rileggere questo capitolo fino a quando non avrai visto realizzata la
cosa che desideri.
Impegno e responsabilità

E' essenziale distinguere fra l'"impegno" e la "responsabilità", definita dal


dizionario come l'obbligo morale di subire le conseguenze delle proprie
scelte.
Sei certamente d'accordo con me se ti dico che in varie occasioni subiamo
le conseguenze delle scelte altrui: se un nostro familiare si sente infelice per
qualsiasi ragione, noi ci sentiamo colpevoli, desideriamo fare qualcosa per
aiutarlo e tentiamo di cambiarlo. Questo non rientra nella responsabilità
dell'essere umano, in quanto la nostra unica responsabilità su questa Terra è
di evolverci, ovvero operare delle scelte, prendere le nostre decisioni e
accettarne le conseguenze.
Fin dalla nascita sei responsabile della tua vita, sebbene possa sembrarti
inverosimile: sei tu, comunque, ad aver scelto i tuoi genitori, la tua famiglia e
persino il paese in cui sei nato; sarà forse difficile da accettare, ma anche
questo fa parte della nozione di responsabilità.
Finché ti rimarrà anche un solo piccolo dubbio sulla responsabilità, non
riuscirai a cambiare gli eventi della tua vita; è necessario accettare e
comprendere che ne siamo completamente responsabili, e se le conseguenze
delle nostre decisioni non ci piacciono, non abbiamo che da cambiare le
nostre scelte e, in ultimo, le nostre decisioni. Solo tu puoi creare la tua vita; la
tua grande responsabilità, sei tu stesso. Così, accettare che gli altri siano
responsabili della "loro" vita diventa una logica conseguenza.
Il più bel regalo che un genitore possa fare ai propri figli è quello di
insegnar loro il senso di responsabilità. Ad esempio, se un bel giorno un
ragazzo decide di non andare a scuola perché non ne ha voglia e chiede a sua
madre di fargli una giustificazione per malattia, di fatto egli prende una
decisione senza volerne subire le conseguenze. In tal caso, sarebbe bene che
la madre scrivesse nella giustificazione: «Mio figlio non vuole andare a
scuola per pigrizia». Il figlio certamente andrebbe in collera, ma la madre
potrebbe sempre rispondere:
«Sei tu che hai preso questa decisione; perché mai io dovrei mentire?
Perché dovrei scrivere qualcosa che mi metterebbe a disagio? Fa'
fronte alle tue decisioni e accettane le conseguenze!»

Un bimbo vuole andar fuori a giocare senza coprirsi come dovrebbe; sua
madre, sapendo che fuori fa freddo, gli suggerisce di vestirsi di più. Il
bambino si rifiuta. Meglio lasciarlo fare come crede, che esca pure vestito
così! Si tratta in fin dei conti del suo corpo, e sta a lui decidere. Se la madre
insiste dicendo che prenderà freddo, il bambino penserà alla malattia e
inevitabilmente si buscherà un raffreddore o l'influenza; se invece la madre
accetta che il piccolo si assuma la sua responsabilità e gli dice: «Se pensi di
non aver freddo va bene, ma se poi hai freddo torna subito a vestirti», il
bambino cambierà completamente atteggiamento. Rimanendo fuori per sua
scelta, non si ammalerà perché non avrà pensato alla malattia; quando poi si
accorgerà che fa veramente freddo, tornerà in casa e si coprirà
spontaneamente di più. Quante volte i bambini fanno proprio il contrario di
ciò che essi stessi vorrebbero, all'unico scopo di lanciare una sfida ai genitori!

Quanti genitori si lamentano di non aver vissuto appieno la propria vita!


Perché? Perché i loro figli non hanno continuato gli studi, o sono diventati
dei ladri, o sono finiti in prigione, o si drogano. Questi genitori hanno ben
ragione d'essere infelici, giacché si assumono la responsabilità di decisioni e
scelte altrui. Significa proprio andare contro le leggi fondamentali della
natura.

Appena ci muoviamo contro di esse, provochiamo reazioni che si


manifestano con indisposizioni, malattie ed emozioni. La Terra è governata
da leggi fisiche, cosmiche, psichiche e spirituali, e se uno decide di bersi un
bicchiere di veleno che, ai suoi occhi, ha tutta l'apparenza di un bicchier
d'acqua, costui avrà una reazione fisica violenta in quanto avrà infranto la
legge fisica.
La legge fondamentale della responsabilità è parte della legge dell'amore;
è una legge spirituale che coinvolge l'anima nel suo intimo. Ogni essere
umano è responsabile di sé sulla Terra, del proprio modo d'essere e del
proprio avere; sappiamo che sentirsi responsabili della gioia o dell'infelicità
altrui comporta un senso di colpa, e se ti riconosci in queste righe, se sei quel
tipo di persona ipersensibile che si crede responsabile di tutto ciò che accade
agli altri, sai bene quanto tutto ciò ti renda la vita difficile. Inoltre, così
facendo, ti crei nei confronti degli altri delle aspettative, perché quando
facciamo per loro tutto il possibile, ci aspettiamo che essi facciano altrettanto
per noi; se invece scelgono di agire altrimenti, la delusione è grande, seguita
da collera e frustrazione.

I genitori che ti sei scelto hanno qualcosa da insegnarti e finché non


accetti quest'idea, lasci la porta aperta a una quantità di situazioni spiacevoli.
Se hai dei figli, è perché li hai scelti coscientemente o inconsciamente; non li
hai scelti per dirigere la loro vita, ma per guidarli e per imparare tu stesso
attraverso di loro. Ogni incontro, ogni situazione è fatta per darti qualcosa: ti
consente di evolvere.

Se sei un genitore è molto importante che insegni ai tuoi figli, il più


presto possibile, che essi sono responsabili delle loro scelte. Se tuo figlio ti
annuncia di voler lasciare la scuola perché non ha più voglia di studiare o non
riesce, ti suggerisco di dirgli: «Bene, sai a cosa vai incontro se abbandoni la
scuola? Sei pronto ad accettare di lavorare dove potrai, e non necessariamente
dove vorrai, dal momento che non avrai un diploma? Te la senti di affrontare
questa situazione?»

Se ti risponde di sì, e quella rimane la sua scelta, meglio lasciarlo libero,


consentirgli di vivere la sua esperienza: altrimenti farà il possibile per sfidarti
solo per farti arrabbiare. I genitori possono guidare o consigliare un figlio, ma
devono poi lasciarlo libero di seguire o meno i loro consigli.

Se hai bambini piccoli, o se sei in procinto di diventare genitore, forse ti


senti un po' allarmato davanti a questi discorsi sul senso di responsabilità, che
presuppone che ognuno sia responsabile di se stesso; sarai forse tentato di
controbattere: «È molto interessante, questa nozione di responsabilità, ma
non vorrai mica che lasci i miei figli a se stessi? Sono responsabile di loro».

Ebbene, la tua unica responsabilità quale genitore, è di amarli e guidarli.


Cerca di ricordarti di quando eri piccolo: non avevi certo tutti i giocattoli che
volevi, tutto l'"avere" che desideravi, ma sapevi che i tuoi genitori ti amavano
profondamente, e che in casa tua regnava l'amore: non pensavi forse che
fosse questa, la cosa più importante per te? Tutto ciò che vuole ogni essere
umano sulla Terra è vivere l'amore. È ciò che ognuno di noi desidera, in
questo povero mondo. Nel prossimo capitolo, troverete una definizione di ciò
che è l'amore autentico.

Decidere di avere un figlio implica necessariamente un impegno, così


come il vivere con un'altra persona.
Non vi è un solo essere umano che sia stato posto sulla Terra per essere
responsabile della felicità o dell'infelicità altrui; non sei responsabile della
felicità o dell'infelicità di tuo padre, di tua madre, dei tuoi figli, del tuo
coniuge, dei tuoi amici, dei tuoi familiari... Sei invece responsabile del
comportamento che la gente ha nei tuoi confronti: sei tu a far sì che una
persona sia dolce, violenta, affettuosa con te, o che ti critichi. Pensaci: l'avrai
sicuramente già sperimentato.
Ecco un esempio. Un tale è sempre piuttosto critico quando si trova in tua
presenza; non gli va mai bene niente e qualsiasi cosa tu dica o faccia, non è
mai d'accordo. Se lo giudichi un criticone, a sua volta egli ti giudicherà e ti
criticherà, perché hai deciso che questa persona è così. Qualcun altro, magari,
può volere molto bene a costui, e vedere in lui solo lealtà e onestà, sicché
quella stessa persona che secondo te è solo capace a criticare, sarà tutta miele
con chi la vede in modo diverso. Certo non si esimerà dall'esprimere la
propria opinione, ma il suo giudizio sarà molto meno severo.
Avrai l'impressione che, cambiando il tuo modo di pensare, anche le
persone che ti circondano siano diverse; invece, sono sempre uguali! Ma
cambiando il tuo modo di pensare consenti ad altri loro aspetti di
manifestarsi.
Guarda come può spingersi lontano la nozione di responsabilità! Prendi
dunque coscienza di ciò che sei, dici e fai; comincia fin d'ora a mettere in
pratica tutto questo nella tua vita.
Ed ora passiamo al concetto di impegno. Un impegno significa essere
legati adaltre persone da una promessa o da un contratto, come per esempio
l'impiegato che si impegna a rispettare il tal orario, a svolgere una data
funzione in base a un certo compenso. Questo è un impegno.
Per i genitori, i figli sono un impegno. Quando decido di averne, mi
impegno in quanto genitore a mantenerli finché non saranno in grado di
guadagnarsi da vivere da sé; fa parte del nostro impegno dare loro un tetto,
cibo e vestiti; il che non significa dar loro tutto ciò che vogliono! Ci si
impegna a dare il necessario e se desideri dar loro di più, questa sarà una tua
scelta e non un obbligo. Il "di più" non fa parte dell'impegno. Lo stesso vale
per l'impiegato che si impegna a svolgere una certa mansione per il suo
datore di lavoro; se poi vuol fare di più, andrà benissimo, ma sarà una sua
scelta. L'importante è dunque rispettare l'impegno di base.
Quando mi impegno ad incontrare una persona alla tal ora, nel tal posto, è
importante che poi rispetti questo impegno; perché nella vita esiste un'altra
legge naturale fondamentale, secondo la quale raccogliamo ciò che abbiamo
seminato. Se quindi non rispettiamo i nostri impegni con gli altri, possiamo
aspettarci altrettanto da loro.
Non puoi rinunciare all'assunzione della tua responsabilità, perché ti
appartiene; ma puoi liberarti da un impegno preso precedentemente. Tuttavia
ti consiglio ardentemente di valutare bene le conseguenze del tuo atto, in tal
caso.
Molti disdicono continuamente i loro impegni; altri se ne dimenticano,
senza preoccuparsi delle conseguenze. Se ti comporti così, crei molti
problemi nelle tue relazioni con gli altri: non dimenticare che raccogli ciò che
semini, sicché, prima di prendere una decisione, fermati e chiediti: «Quanto
potrà costarmi in termini di relazioni, di salute, di felicità, di amore...?» Se la
cosa non sembra grave, se non ti costa troppo e se sei pronto a far fronte alle
conseguenze, ci sarà, un prezzo relativamente basso da pagare.
Ti sei impegnato ad uscire con qualcuno, ma ecco che nel frattempo ti è
capitata un'occasione più interessante; non osi tuttavia disdire l'impegno per
paura di causare dolore, per timore di quello che diranno, di essere criticato o
giudicato; ti ritrovi ancora una volta a fare qualcosa che non ti piace; talvolta
ti impegni troppo presto, senza riflettere, per poi rimpiangere di averlo fatto...
se questo è il tuo caso, non esitare a disdire i tuoi impegni. Non è difficile
telefonare alla persona in questione, per farle sapere che hai cambiato idea.
Sii onesto e leale: «So di aver detto che l'avrei fatto, ma sarebbe possibile
rivedere la cosa? Ho detto di sì troppo in fretta».
La stessa cosa vale anche per te stesso. Un bel giorno decidi di fare
ginnastica quotidianamente; ti sei appena impegnato con te stesso a fare una
certa cosa, ti sei appena fatto una promessa... Per i primi giorni, tutto bene,
ma poi, un po' alla volta, cominci a tralasciare il tuo impegno. Non ne hai più
il tempo, te ne dimentichi... E poi, alla fine, arriva inevitabilmente il
momento in cui lasci perdere tutto. Da questo momento in poi ti sentirai
colpevole e insoddisfatto. Ti accuserai di cominciare continuamente cose
nuove senza portarne mai a termine nessuna, e poi ti chiederai se riuscirai
mai, un giorno, a cambiare atteggiamento. Se non vuoi sentirti sempre
peggio, prova a ripeterti questo: «Va bene, avevo preso un impegno; mi ero
ripromesso di fare ginnastica, ma adesso ho cambiato idea. Mi sono
impegnato troppo presto. A dire il vero, non ho abbastanza tempo; ci
ripenserò un po' più avanti». In questo modo, liberandoti dall' impegno con te
stesso, allontani l'eventualità di sentirti in colpa; fai comunque attenzione: se
ti diverti a disdire continuamente i tuoi impegni, ricorda che raccoglierai ciò
che semini. Gli altri saranno pronti a liberarsi dagli impegni presi nei tuoi
confronti. Accetti di pagarne il prezzo?
Se hai deciso di vivere con una persona, è fondamentale che tu sappia
assumerti i tuoi impegni. Se vi accingete a vivere in due, tre o più persone
sotto lo stesso tetto, sarebbe bene che vi sedeste insieme attorno a un tavolo,
impegnandovi individualmente per stabilire come gestire questa vita in
comune. Che farà ognuno di voi? Si può facilmente immaginare una giovane
coppia che decida di convivere o di sposarsi: tutto andrà magnificamente
finché non ci si rende conto che non si è stabilito chi andrà a fare la spesa, chi
pulirà il bagno, chi laverà i piatti,

chi porterà fuori l'immondizia, chi farà le pulizie, chi si occuperà della
contabilità, eccetera. Nella vita in comune è importante sapersi assumere i
propri impegni perché in casa, come sul lavoro, ciascuno ha le proprie
mansioni. Dunque, se in quattro si contribuisce a sporcare la casa, in quattro
bisognerebbe adoprarsi per pulirla. Suggerisco di riunire tutti intorno a un
tavolo, elencando per iscritto le mansioni che riguardano la casa; quando non
si riesce a mantenere il proprio impegno, è bene prevedere un sostituto, o fare
uno scambio: questo è un modo per migliorare l'efficienza della vita
comunitaria: bisogna sapersi prendere degli impegni e sapersene liberare, se
necessario.
Questo vale anche per una coppia con uno o più figli: i genitori si
suddivideranno gli impegni per la loro educazione e la loro crescita.

L'esercizio che proponiamo in questo capitolo è di trovare una situazione


nella quale, al momento presente, ritieni che qualcun altro sia responsabile di
quanto ti accade. Cerca di discernere la tua responsabilità e, eventualmente,
prova a parlare con l'altro per chiarire la situazione. Trova poi una seconda
situazione in cui pensi d'essere responsabile per un'altra persona; accetta
l'idea che sia l'altro ad essere responsabile della propria vita, delle proprie
scelte e delle proprie decisioni. Anche qui, chiarisci la situazione direttamente
con l'interessato.

Ora prendi un foglio ed elenca tutti gli impegni presi fino ad oggi: riesci a
mantenerli? Riesci a liberartene, se occorre? Capirai rapidamente che ci sono
cose che ti sforzi di fare per gli altri, che altrimenti non faresti. Scrivi gli
impegni che hai preso nella vita: verso te stesso, verso gli altri; e cerca ancora
una volta di chiarire ogni situazione direttamente con gli interessati.
Ecco l'affermazione che ti consiglio di ripetere ogni volta che puoi, prima
di passare al prossimo capitolo:
Sono l'unico responsabile della mia vita e perciò consento ai miei cari di
essere responsabili della loro.
Amore e possesso

Amore! Che parola altisonante! In questi ultimi diciannove anni ho


lavorato con migliaia di persone, ognuna delle quali era certa di saper
amare... Erano sempre gli altri a non saperlo fare...
Che cosa pensi, a questo proposito? Secondo te, ami i tuoi figli? Ami tuo
marito? E i tuoi genitori? Sono certa che risponderai di sì. Non avverti però in
te una certa insoddisfazione? Non saresti tentata di dire: «Sì, li amo, ma...
direi che le mie relazioni con loro non sono proprio come le vorrei; mi
piacerebbe molto cambiare certe cose».
Questo è quanto dicono quasi tutti gli esseri umani: la gente comincia a
rendersi conto di essere insoddisfatta già da un pezzo, e sente che dev'esserci
qualcosa di molto meglio da qualche altra parte. La legge dell'amore è la più
grande legge naturale e spirituale, e può indurre cose straordinarie: basta solo
metterla in pratica nella nostra vita.
Ma cos'è l'amore? L'amore autentico, quello che viene dal cuore, l'amore
totale, incondizionato?
È lasciare agli altri tutto lo spazio, tutta la libertà, ma è anche concedersi
il proprio spazio e la propria libertà. Amare è rispettare e accettare quello che
gli altri desiderano compiere nella loro vita, amare è imparare a rispettare e
ad accettare il desiderio o l'opinione altrui, anche quando non sei d'accordo,
anche se non capisci. Amare, è dare e guidare senza aspettative.
Da questo momento in poi, avrai nella vita il compito di imparare ad
amare con il cuore, mentre, fin qui, ci siamo tutti specializzati ad amare con
la testa. Sono certa che lo sai bene, giacché tutti facciamo così: crediamo che
amare significhi dire all'altro cosa dovrebbe fare, cerchiamo di cambiarlo per
evitare che commetta i nostri stessi errori, pensiamo che qualora cambiasse il
suo modo di essere, di agire, di pensare, di parlare, la sua vita migliorerebbe.
Ma, attenzione: ciò che succede nella vita altrui non ci riguarda. Siamo sulla
Terra per la nostra evoluzione personale, non per quella altrui.
Analizziamo e giudichiamo in continuazione il comportamento altrui, dal
momento che ci aspettiamo qualcosa da loro: tutto questo non è altro che
possesso, è amare con la testa. L'amore vero è dare o guidare senza
aspettative. Quante volte non abbiamo saputo amare! E quante volte ci siamo
chiesti cos'era che non andava nella nostra vita!
Una signora, una volta, mi confidò che una sera suo marito era arrivato a
casa e le aveva annunciato che avrebbe coltivato un orticello; il dialogo andò
più o meno così:
«Cara, mi piacerebbe farmi un orticello».
«Ma non ha senso! Lavori già troppo, non arrivi mai prima delle otto o
delle nove di sera. Dove troveresti il tempo per occupartene?»
«Ma mi piacerebbe davvero tantissimo! Se poi non avrò il tempo,
chiederò a nostro figlio di darmi una mano».
«Figuriamoci! Quello là [il figlio aveva diciotto anni], quando ne hai
bisogno, non c'è mai! Come farai, allora? Non hai abbastanza tempo, sarebbe
solo del lavoro in più».
A forza di discussioni, l'uomo finì per cedere, e decise di rinunciare
all'orto. La signora si sentì insoddisfatta per tutta la sera, mentre il marito, per
parte sua, se ne stava immobile e silenzioso davanti alla televisione. La
signora si mise a mangiare... spinta dallo stato emotivo! Sentiva che il marito
era di cattivo umore perché era riuscita a fargli cambiare idea.
Se la donna si era comportata in quel modo, lo aveva fatto prima di tutto
perché gli voleva bene e per evitargli un sacco di lavoro inutile. Questo è
giust'appunto quello che si chiama "amare con la testa". La donna non lo
aveva amato con il cuore, perché in tal caso gli avrebbe detto: «Se ti fa
piacere, tesoro, l'orto è benvenuto».
Se poi l'uomo non avesse avuto il tempo di dedicarvisi, che mai sarebbe
cambiato nella vita della moglie? Come vedi, amare è accettare i desideri
altrui, anche quando non li comprendiamo o non siamo d'accordo. Sono certa
che quell'uomo si sarebbe organizzato per rientrare prima a casa solo per
godersi il suo orto. E se mai lo avesse trascurato perché deluso dai risultati o
per mancanza di tempo, se non altro si sarebbe tolto la soddisfazione di fare
per un po' qualcosa di piacevole.
Potrei citare migliaia di esempi di questo genere. Amare è rispettare lo
spazio altrui: ogni volta che tentiamo di dirigere la vita di una persona, di
cambiare o manipolare le sue azioni, le sue parole o i suoi pensieri,
penetriamo nel suo spazio, e quando ci si ritrova nello spazio altrui, perdiamo
il nostro, proprio come l'altro perde il suo. È come se i due spazi si
sovrapponessero, sicché ognuna delle due persone si sente soffocata dall'altra.
Tutto ciò che esiste sulla Terra ha bisogno del suo spazio per crescere e
trasformarsi: se proviamo a far crescere cinque o sei alberi nello stesso posto
e nello stesso spazio, la cosa non può funzionare, vero? Per l'essere umano è
lo stesso: lo spazio vitale è importantissimo; alcuni hanno bisogno di uno
spazio maggiore di altri, come può accadere, ad esempio, a una persona
molto autonoma, dal carattere forte, bambino o adulto che sia.
Hai mai notato che i bambini hanno bisogno di molto spazio? I bambini
della nuova generazione sono molto evoluti, e sanno amare: siamo noi ad
insegnar loro il possesso. Sarebbe bene, invece, che li osservassimo meglio...
Cominci a capire cosa significa amare! Comunque bisogna che ti sia ben
chiara la differenza fra l'essere d'accordo e l'accettazione: accettare significa
constatare l'esistenza di qualcosa, mentre essere d'accordo significa avere la
stessa opinione. Amare veramente è essere capaci di accettare anche quando
non siamo d'accordo, ed è la cosa più difficile per un essere umano. È sempre
l'orgoglio a impedirci di vedere le cose in questo modo.
È chiaro che non è facile per un genitore trovarsi con un figlio che è alle
prese con la droga: «Non posso accettare che si droghi, gli fa male. Non sono
d'accordo, è una cosa priva di senso». Vorremmo che tutti fossero felici in
base al nostro concetto di felicità, ma se questo figlio sente il bisogno di
drogarsi significa che deve vivere una certa esperienza che passa per la droga,
e non spetta né ai genitori né a nessun altro giudicarlo, criticarlo o tentare di
manipolare la sua vita. Questa responsabilità è sua soltanto: spetta a lui
decidere quando ne avrà abbastanza, e smetterà soltanto quando avrà
imparato ciò che doveva imparare. Lui solo dovrà subire le conseguenze della
sua scelta.
Il pericolo, per questo ragazzo, sta nell'essere circondato da persone che si
ostinano a ripetergli che il suo comportamento è sbagliato, e che vogliono
impedirgli di drogarsi: egli continuerà per puro spirito di vendetta, per sfidare
l'autorità.
La più grande prova d'amore sarebbe invece dirgli:
«Personalmente, non sono d'accordo. So che è pericoloso drogarsi, ma si
tratta della tua vita, della tua responsabilità, e se questo ti rende felice, non
posso farci nulla: è una tua scelta. È tuttavia fondamentale che tu sappia che
in seguito a questa scelta vi saranno delle conseguenze, e che dovrai
affrontarle. Ci hai pensato?»
Questo atteggiamento rinforzerà nel giovane il rispetto per i suoi genitori;
dare spazio agli altri significa rispettare le loro scelte di vita, significa
rispettare il loro modo di essere.
È importante operare una distinzione fra essere e avere. Amare significa
lasciare che gli altri siano come vogliono, e non dare loro tutti gli averi che
desiderano. Se i nostri figli desiderano portare i capelli lunghi, smettere di
studiare, mangiare in modo diverso, pensare a modo loro, è una loro scelta.
Sono anni che lavoro su questo concetto d'amore, e continuo a veder
compiersi dei miracoli ogni settimana. È fantastico! Non appena la gente
comincia a mettere in pratica questo concetto nella propria vita, con il
coniuge, i genitori, i figli, gli amici, i dipendenti o i datori di lavoro, i risultati
sono straordinari: l'amore ha il potere di compiere cambiamenti che poi si
rivelano un beneficio per tutti.
Vi raccomando di insegnare questo concetto d'amore ai vostri figli fin
dall'infanzia, fin dalla nascita, addirittura durante i nove mesi della
gravidanza; la madre può spiegare al figlio che lo rispetterà, e che sarà lui a
decidere della propria vita; il bambino crescerà molto più aperto. Alla nascita,
l'insegnamento potrà continuare spiegandogli che tutto ciò che gli succede, è
lui a farlo accadere.
Ogni persona sceglie sempre pensando che quella scelta sia la migliore
per sé, ed è per questo che è importante accettare la sua decisione. Se uno dei
tuoi ti dicesse: «Mi piacerebbe fare questo o quest'altro» e la sua decisione
dovesse dispiacerti, non cercare di fargli cambiare idea; digli piuttosto: «Se
pensi che questo ti renda felice, fallo. Ti voglio bene, e l'unica cosa che
importa per me è di saperti felice. Ma sei proprio sicuro di ciò che vuoi fare?
Hai pensato alle conseguenze? Allora va bene così».
«Se questo ti rende felice, allora fallo». Riesci ad immaginarti quale
influenza questo abbia in una relazione? Ti ricordi se te l'hanno mai detto
quand'eri più giovane? Ti sarebbe piaciuto che te lo dicessero? Che domanda!
Quando un bambino dice qualcosa di veramente insensato ai suoi
genitori, o un marito a sua moglie, o viceversa, senza che questo corrisponda
veramente alle sue intenzioni, allora lo fa soltanto per manipolarla/lo. Quando
si sente rispondere qualcosa del tipo: «Senti, se è proprio ciò che vuoi fare, e
pensi che possa renderti felice, allora fallo», ti garantisco che incomincia a
riflettere, ed è davvero possibile che torni sui suoi passi un attimo più tardi,
dicendo: «Sai, ho cambiato idea; non è proprio quello che volevo fare». Ecco
uno dei poteri dell'amore.
E' essenziale comprendere bene il concetto di spazio. Vi sono persone
che, per essere felici, dipendono dagli altri: in tal caso sta a te fare chiarezza,
e affermarti per evitare che altri invadano il tuo spazio.
Ecco un esempio. Arriva un tale e ti dice: «Mi farebbe piacere che venissi
al cinema con me, stasera». Peccato per lui, perché avevi già programmato la
serata. Se non vuoi andare al cinema, non farlo. Ecco cosa potresti
rispondere: «Scusami, non me ne hai parlato per tempo e io avevo già
programmato la serata diversamente». Non sei affatto responsabile della
felicità altrui. Tuttavia, se ti fa piacere uscire con questa persona e se hai
davvero voglia di andare al cinema (rendendola felice nel contempo), allora
vacci, ma senza aspettarti nulla! La maggior parte delle persone che agiscono
per far piacere agli altri, si aspettano poi a loro volta la stessa cosa, il che
provoca in seguito un sacco di delusioni.
È il caso del marito che telefona alla moglie: «Cara, stasera mi sento in
forma, il lavoro questa settimana mi è andato benissimo e ho deciso di
portarti fuori: preparati, passo a prenderti. Ti porto in un bel ristorante». La
serata trascorre nel migliore dei modi e il marito non bada a spese; la moglie,
però, non si è nemmeno fermata a riflettere se voleva davvero andare al
ristorante quella sera. E' uscita per fargli piacere. In conclusione della bella
serata, il signor marito si aspetta di fare l'amore in cambio! Ma la signora non
ne ha affatto voglia e... a buon diritto. Vedi, le aspettative portano quasi
sempre a una delusione.
Ecco adesso l'altra versione di questa storia, vissuta amando con il cuore.
«Cara, mi piace vederti felice; cosa ti piacerebbe fare questa sera?»
Forse la moglie avrebbe preferito una serata tranquilla, piena di tenerezza
e di carezze; e se il marito voleva proprio festeggiare, avrebbe potuto dirle:
«Cara, vorrei festeggiare; mi accompagneresti fuori, stasera?» La moglie
avrebbe riflettuto e scelto: «Sì, ti accompagnerò volentieri» e lui, dal canto
suo, non avrebbe coltivato nessuna aspettativa. Come vedi, quando c'è
maggiore chiarezza nella comunicazione, si evitano tanti malintesi.
È per questo che ci sono così tanti problemi nelle relazioni coniugali, o
tra genitori e figli, o tra figli e genitori. Manca la chiarezza, e la
comunicazione è inesistente. Regnano il possesso e la manipolazione. Accetta
l'idea che nessuno al mondo sia responsabile della gioia altrui, e quando
qualcuno vuole farti un piacere, o se tu vuoi fare un piacere a qualcuno, di' a
te stesso che è solo la ciliegina sulla torta: la torta, devi fartela da te, e
accettare che se qualcuno manifesta l'intenzione di condividere la tua gioia,
altro non è che la ciliegina! Se continui a mescolare le ciliegine alla pasta
della torta, non puoi pretendere che riesca bene.
È essenziale non aspettarsi mai che altri sentano il dovere di renderci
felici.
Ci sono molti aspetti, del tuo coniuge, che ti piacerebbe cambiare? Il
compagno che ti sei scelto (perché l'hai scelto!) ha qualcosa da insegnarti, e
se lo lasciassi senza aver concluso la sua relazione con lui, o sé ti rifiutassi di
completarla in seguito, la stessa situazione si ripeterebbe con un altro.
Indubbiamente dovresti completare la tua relazione con un'altra persona, e
purtroppo, ogni volta, per te sarebbe un po' più difficile.
Sarebbe molto meglio se imparassi ad amare questa persona così com'è,
accettando il suo modo d'essere. Se il caso vuole che tu viva una separazione
perché ognuno vuole andare per la sua strada, essa dovrebbe essere
armoniosa, ovvero consensuale, dove le due persone sono convinte che sia
stata la scelta migliore. Se una coppia si lascia nel disaccordo, perché queste
due persone non riescono ad accettarsi o a sopportarsi, questa separazione
non sarà altro che una fuga, ed entrambi, prima o poi, dovranno far fronte ad
una situazione analoga. Nella vita, non si sfugge a nulla: fintantoché si
trascurerà di amare, si ripeteranno sempre le medesime situazioni.
Ecco l'esempio di un tale che crede di dare per amore, con il cuore, ma
dal cui comportamento si evince che sta dando solo "con la testa", e che per
questo si crea delle aspettative. È la festa di una persona che gli sta molto a
cuore; passa in rivista cento negozi per comperarle qualcosa che a lui sarebbe
sempre piaciuto avere, e compra questa cosa decidendo già che all'altra
persona farà piacere. Le dà il regalo, ma ecco che la persona non sembra
tanto entusiasta quanto avrebbe sperato; il nostro amico è deluso, frustrato,
perché ha investito tanto tempo e tanti soldi nei negozi. Questo, è amare con
la testa!
Se vuoi veramente far piacere a qualcuno che festeggia il suo
compleanno, chiedigli che cosa desidera: «Vorrei farti un regalo; cosa ti
farebbe piacere? Non posso spendere più di questo!»
Anche se il denaro è poco, ciò che conta è il pensiero. Chiedi a questa
persona di darti qualche idea o consiglio, così non coltiverai né aspettative né
delusioni.
Può darsi che questa persona preferisca non ricevere regali: «Non voglio
nessun regalo; non comprarmi niente, mi basta la tua presenza». Devi allora
rispettare la sua scelta: «Benissimo; ciò che voglio è vederti felice. Se non
desideri un regalo, non te lo farò».
Se poi, nel suo intimo, questa persona desiderava invece ricevere un
regalo ma non ha osato dirtelo, e capisce che la stai prendendo sul serio,
approfitterà della lezione e imparerà ad imporsi alla prossima occasione.
Se invece hai piacere di fare una sorpresa a qualcuno comprandogli
qualcosa, renditi conto, prima di tutto, che fai un piacere a te stesso. Sei tu
che provi piacere a fare compere, a scegliere il regalo, a confezionarlo. Sii
onesto: il piacere lo fai prima di tutto <a te! «Ti ho comprato un regalo e ho
pensato che ti poteva piacere, ma non ne sono sicuro. Comunque non ti
preoccupare, ho conservato lo scontrino e potrai cambiarlo con qualcos'altro.
Avevo piacere di farti una sorpresa».
La situazione, allora, è chiarissima, senza aspettative e quindi, in ultimo,
senza delusioni.
Quando una persona ti mette a parte dei suoi progetti, significa che ha
fatto una scelta, e quindi vivrà le sue esperienze. Non ti resta che accettare la
situazione così com'è, soprattutto quando nessuno ha chiesto il tuo parere. Se
ti accorgi che non fa nulla per sollecitarlo, ma muori dalla voglia di darglielo,
allora puoi chiedere:
«Posso dirti cosa penso della tua scelta?» Se non vuole, non dire nulla,
perché la cosa non ti riguarda. Dopotutto si tratta della sua vita.
L'unico caso in cui la faccenda potrebbe riguardarti, è se la scelta altrui
interferisce con il tuo spazio. Se sei un genitore e tuo figlio decide di invitare
a casa i suoi amici alle due di notte per ascoltare musica a tutto volume, allora
la prospettiva è diversa, perché la sua scelta Invade il tuo spazio. Hai tutti i
diritti di farti valere e di dirgli: «Ehi, mi spiace ma io a quest'ora dormo. La
casa è di tutti e ci vuole un minimo di rispetto». Ciò non gli impedirà di
ascoltare musica quando sei assente.
Se però tuo figlio decide di tornare a casa tardi mentre tu avresti preferito
che tornasse presto, ti stai creando inutili aspettative perché la cosa non ti
riguarda. Si tratta del suo corpo, della sua vita. Se poi il mattino dopo crollerà
di stanchezza, ne subirà le conseguenze.
Quando vuoi cambiare una persona o comandarla, chiediti:
«Se questa persona cambiasse, che cosa cambierebbe nella mia vita, nel
mio essere? Che cosa cambia nella mia vita se mio figlio va a dormire tardi e
l'indomani è stanco?» Niente. Continueresti a fare le stesse cose di sempre e
inoltre il tuo spazio non verrebbe intaccato.
Perché complicarsi la vita se qualcuno si pettina in modo strano, si veste
in modo diverso e non ha lo stesso concetto di felicità che abbiamo noi? Ci
occupiamo talmente degli affari altrui che non ci resta né spazio né energia
per noi stessi.
Il tuo rapporto con gli altri sarà molto più facile quando avrai imparato ad
amare te stesso. Non soltanto è necessario che tu accetti gli altri, ma anche
che accetti te stesso così come sei, senza volerti cambiare, a meno che questo
non ti sia di beneficio. Se vedi che certe cose ti costano troppo e non vuoi
pagarne il prezzo, allora è necessario che tu decida come sarà il tuo nuovo
modo di essere. Come ognuno di noi anche tu vivrai le tue esperienze, e le
conseguenze risulteranno dalle tue decisioni, dalle tue scelte. Se vuoi
imparare, basta che tu lo decida.
L'importante è amare te stesso e amare gli altri; rispettare te stesso e gli
altri. Non consentire che gli altri ti facciano sentire in colpa (i sensi di colpa
verranno esaminati in modo più dettagliato in un altro capitolo).
Giacché tutti raccolgono quello che hanno seminato, perché non seminare
amore e poi raccoglierne a volontà? Sicuramente ribatterai che non è giusto
che sia sempre tu a fare lo sforzo. Pensi forse che se gli altri fossero più
buoni, più pazienti e più gentili con te, ti sarebbe più facile cambiare
atteggiamento? Come a dire che quando gli altri si decideranno a seminare
carote, potrai mangiarne! Decidi quello che vuoi! Ma cosa raccoglierai, se
non hai seminato niente? Se vuoi carote, seminatele! Questo è un modo per
garantirti il raccolto. Dunque, se vuoi ricevere amore, bisognerà che prima tu
lo semini onde poterne godere in seguito.
L'amore ha un grande potere terapeutico; l'amore vibra. Quando sei colmo
d'amore, queste vibrazioni emanano da te al punto che le persone, con te, si
sentono bene. E' in questo preciso istante che cambia il loro atteggiamento
nei tuoi confronti: ti sembrerà che tutti, intorno a te, stiano cambiando, ma
sarà solo il risultato delle tue vibrazioni.
Il "mollare la presa", la "resa" consistono nello smettere di voler cambiare
gli altri e se stessi; quando avrai mollato definitivamente la presa su tutto,
inizierà la trasformazione e vedrai da te quali miracoli fa l'amore.
Più ti impratichisci nell'amare, più aumenta il numero delle tue piccole
vittorie, più tutto diventa facile. Non dimenticare che quando giudichi o
critichi qualcuno, dai ad intendere che tu sei divino mentre l'altro non lo è,
invece ognuno di noi, anche il più grande criminale, è nato per amare ed
essere amato.
Nella vita non ci sono persone cattive, solo persone sofferenti.
Accettando la sofferenza propria o altrui, è molto più facile accettare le
cose che possono sembrarci troppo violente o troppo cattive; se vedo nel
criminale la sofferenza, mi è più facile accettarlo, anche se non sono
d'accordo con il suo modo di comportarsi. Accetta che anche lui raccolga ciò
che avrà seminato, e quando avrà sofferto abbastanza si trasformerà e
scoprirà che è lui solo a dirigere la propria vita. Quando si accorgerà a
proprie spese quanto gli costi essere così, deciderà di cambiare atteggiamento
al momento opportuno.
Raccoglierai tanto amore nell'imparare ad amare e ad amarti; è come
imparare a ballare: più aumenta la disciplina, la pratica, più il successo si
avvicina.
***
L'esercizio a conclusione di questo capitolo consiste nel trovare una
situazione in cui ti rivolgerai questo interrogativo: «Cosa mi farebbe felice?»
Trova il modo di farti contento, fai qualcosa che ti renderebbe davvero
felice. Poi cerca una situazione simile che coinvolga questa volta un'altra
persona, e chiedile: «Cosa ti farebbe felice?» Se la persona menziona
qualcosa che riguarda il suo "essere" va bene, ma se sceglie qualcosa che ha a
che fare con il suo "avere" allora sarà bene precisare la somma e il tempo di
cui puoi disporre per accontentarla. Dunque, riassumendo, cerca una
situazione che riguardi te soltanto, e un'altra che coinvolga un'altra persona.
Ecco la tua affermazione:
Rispetto e accetto i desideri e le opinioni altrui, anche se non sono
d'accordo o se non li capisco. Di conseguenza riceverò sempre più amore.
La legge di causa-effetto

La legge di causa-effetto è una legge di azione e reazione, ovvero:


raccogli ciò che semini. E' detta anche legge del boomerang, in quanto tutto
ciò che lanci ti ritorna; è una legge fondamentale che non va ignorata e che ti
consentirà di prendere in mano le redini del tuo destino.

Non vi è causa senza effetto, giacché indubbiamente ad ogni causa


corrisponde un effetto: è una legge fondamentale del mondo fisico, psichico,
mentale, cosmico e spirituale, ed è immutabile.
Non crederci è insensato quanto lo sarebbe negare l'esistenza della legge
di gravità e buttarsi giù dal sessantesimo piano di un grattacielo, o bere un
bicchiere di veleno pensando che non potrà farci male solo perché sembra un
liquido innocuo.
La legge di causa-effetto è irreversibile: riconosciamo facilmente che chi
semina carote raccoglierà carote, e non patate, e questo vale anche per la tua
vita. Raccogli ciò che semini, e tutti gli effetti sono presenti; tutto quanto stai
raccogliendo è stato seminato dai tuoi pensieri consci e inconsci.
Potrei citarti più di mille esempi calzanti; ora come ora, potresti vivere in
una casa da un miliardo? Certo che no. Non è roba per te, è roba da ricchi,
vero? Ecco: basta questo per raccogliere quello che pensi. E allora come mai
tante persone abitano in quei lussuosi palazzi? I miliardari sono migliaia;
perché loro sì e tu no? Semplicemente perché loro ci credono.
Che ne diresti di fare un viaggio della durata di un anno? «Ah, no! Non è
possibile! Non ho né il tempo né i soldi!» Bene: allora tutto quello che
raccoglierai sarà di restare dove sei.
Credi di avere una malattia ereditaria? Sì? Ah, capisco! Non hai scelta.
Hai il diabete come tutti i membri della tua famiglia... Non potrai mai
raccogliere nient'altro, giacché hai accettato, in modo assolutamente
inconscio, l'idea che sia ereditaria. Sai che è stato provato che esistono ben
poche, pochissime, malattie ereditarie? L'unica che per me è davvero tale, è
quella del "modo di pensare", che si trasmette da una generazione all'altra...
«Non posso. Non sono capace»: ecco il mezzo migliore per evitare il
successo!

La legge fondamentale di causa-effetto vale per tutti gli esseri di questa


Terra; che tu sia povero, ricco, papa, mendicante, uomo, donna, bambino, si
tratta di una legge che vale per tutti. Ogni volta che la infrangi, ne subisci le
conseguenze.
Dà prova di grande saggezza chi è in grado di conoscere quale effetto
provocherà una data causa. Se passi la vita a poltrire, in attesa che tutto ti
cada dal cielo, non raccoglierai mai quanto chi si

impegna con regolarità, mettendoci farina del suo sacco. C'è un mucchio
di gente dedita ad invidiare gli altri, ad osservarne il successo, e che si limita
a pensare che "quella fortuna" non potrà mai capitarle! Costoro
raccoglieranno quanto stanno seminando, ovvero niente.

Se nella vita non raccogli abbastanza amore, chi ha dimenticato di


seminarne? Se non ottieni tutto l'affetto che desideri nella vita, chi ha
dimenticato di seminarne? Dimostrare affetto non ti darà automaticamente un
raccolto abbondante: dipenderà se, mentre lo fai, ti sei creato o no delle
aspettative. Le aspettative sono tutte nella testa, mentre qui stiamo parlando
dell'affetto autentico, dell'amore autentico, quello che viene dal cuore senza
alcuna aspettativa. Non si può raccogliere niente dal cuore degli altri se ci
arrocchiamo nella nostra testa.

Se vuoi cambiare gli effetti, le reazioni presenti nella tua vita, non ti resta
che cambiarne la causa. Osserva cosa raccogli, e cerca che cos'hai seminato:
inevitabilmente troverai la causa.
Puoi verificare la legge di causa-effetto con alcuni semplici test: se ti
avvicini troppo al fuoco, ti bruci, se tocchi a mani nude un pezzo di ghiaccio,
ti bruci le dita. Troppo semplice? Eppure questa legge fondamentale non è
per niente complicata.
Qualsiasi cosa tu faccia, la reazione corrisponde all'azione, così come
l'effetto corrisponde alla causa, e il raccolto alla semina. L'essere umano
spesso si complica la vita quando si trova di fronte alla semplicità: dubita, ha
paura, si preoccupa, rimane sconcertato, per poi tornare al punto di partenza;
e durante tutto questo processo, avrà vissuto un sacco di cose sgradevoli che
avrebbe potuto evitarsi se solo avesse prima cercato dentro di sé. La risposta
è sempre lì.
Se alcune situazioni tendono a ripetersi continuamente, senza che tu
riesca a capirne il perché, accetta l'idea che si tratta di un raccolto seminato
da te, molto probabilmente, durante la prima infanzia. In età precoce avrai
senz'altro deciso di commiserarti, ed è ciò che oggi vai raccogliendo: questo
raccolto può manifestarsi con una salute cagionevole, una malattia, situazioni
di violenza, eccetera. Si tratta di decisioni passate che non ricordi, perché le
hai praticamente sempre prese inconsciamente.
Tuttavia, non è necessario regredire nel tempo per tentare di capire; non è
neppure necessario tentare di capire. Possiamo voltar pagina sul nostro
passato, e ricominciare una nuova vita già da oggi. Puoi cambiare l'effetto
che è presente nella tua vita, se vuoi, cambiando la causa in questo stesso
istante: sta a te decidere. Se decidi che d'ora in poi vuoi raccogliere amore,
puoi incominciare a seminarne quando e dove desideri. Non ti preoccupare
più del passato e delle cause che hai messo in movimento; smetti di cercare la
situazione che sarebbe stata la causa di questo o di quell'altro: hai appena
cambiato pelle. Dimentica il passato, ricordandoti che si tratta solo di
esperienze vissute.
Semina dunque ciò che desideri raccogliere, e se vuoi vivere nella
abbondanza, comincia a pensare in termini di abbondanza. Incomincia a
pretendere di essere ricco, e di avere tutto il denaro che ti serve. Che farai,
ora? Andrai a mangiare in un ristorantino di terza categoria, o ne sceglierai
uno a cinque stelle? Se scegli un ristorante di prima categoria, hai scelto
giusto! E adesso sicuramente ribatterai che non hai i soldi, e che se lo facessi
davvero non avresti di che pagare l'affitto. Ti accorgi ora, di quale causa stai
mettendo in movimento con queste tue parole? Hai appena detto che non
avrai i soldi per l'affitto, ed è esattamente ciò che accadrà. È necessario
riprogrammarsi di continuo, affermando qualcosa del tipo: «Sono ricco, sono
circondato dall'abbondanza, sebbene non sappia da dove viene questa grande
ricchezza universale, so che è per me».
Non è necessario spingersi agli estremi: incomincia con piccoli progetti,
essendo precisamente consapevole di ciò che desideri raccogliere. Ora sei
pronto a passare all'azione.
È essenziale passare all'azione se si vuole ottenere la reazione desiderata;
se ce ne stiamo a casa nostra, e manteniamo tutto questo a livello di semplice
pensiero, i risultati saranno lentissimi. Devi metterci la tua energia, e darti da
fare.
Se desideri un nuovo guardaroba, comincia con lo sbarazzarti dei vestiti
che non ti servono più, come se stessi facendo posto a tutto ciò che hai
comprato. Poi, gradualmente, procurati le cose che vuoi davvero.
Presumo che tu stia pensando: «È troppo bello per essere vero, è quasi
impossibile che accada proprio a me». Vedi la natura della causa che metti in
azione con questo pensiero? Sii dunque cosciente di ogni tuo pensiero.
Mentre mi leggi, cosa pensi? Ci credi? Sei pronto a vivere tutto questo, o
dubiti ancora? Continua a dubitare e non otterrai mai ciò che desideri.
Se quello che vuoi raccogliere è avere un numero più consistente di
amici, sentirti maggiormente circondato dalle loro attenzioni, vivere una vita
più attiva, allora comincia a fare un'azione in questo senso. Trovati degli
amici, prendi tu l'iniziativa di avvicinarti alle persone, parla con i passanti per
strada, qui e là, dove ti pare, e fallo tutti i giorni: così metterai in moto una
causa nuova.
Visualizza quindi ciò che desideri ottenere, comincia a mettere in moto la
tua azione, e vedrai che in seguito raccoglierai esattamente ciò che volevi.
Non sempre il raccolto avviene istantaneamente, sicché la perseveranza resta
una qualità indispensabile all'essere umano.
Questa legge fondamentale di causa-effetto vale per tutti: è nella sua
natura far sì che si raccolga quanto si è seminato. Di conseguenza, perché mai
cercare di vendicarsi di qualcuno, o di punirlo? Ce la prendiamo gli uni con
gli altri, ci togliamo il saluto, teniamo il muso, ci urtiamo, andiamo in collera,
ci diciamo cose spiacevoli; si vuole cambiare l'altro, insegnargli che...,
eccetera. Ma tutto questo vuol dire "io sono divino e tu no, per cui ti faccio
vedere io come lo si diventa!"
Bene, se tu sei divino, lo è anche l'altro. Se qualcuno ti ha fatto del male,
non sta a te punirlo; non rientra nei compiti dell'essere umano: se ne occuperà
la legge di causa-effetto, secondo le intenzioni che l'altra persona nutriva nei
tuoi riguardi. Ed essa raccoglierà ciò che avrà seminato. Da qui, l'importanza
di farsi gli affari propri, e di imparare ad accettare le persone come sono. * *
*

L'esercizio conclusivo di questo capitolo consiste nell'elencare ciò che


vorresti raccogliere domani stesso, la prossima settimana o magari il
prossimo anno. Nulla è troppo bello per non essere incluso nella lista: non hai
limiti, perché tutto ciò che esiste sulla Terra è stato creato per ognuno di noi;
dunque, scrivi ciò che vuoi raccogliere e incomincia fin d'ora a metterti
all'opera.

Nei prossimi tre giorni sii anche più consapevole dei tuoi atteggiamenti
negativi che potrebbero impedire o ritardare l'ambito raccolto. Trasformali in
pensieri positivi.
L'affermazione da ripetere il più spesso possibile è la seguente:
D'ora in poi, semino e raccolgo con il pensiero, le parole e le azioni
soltanto ciò che è benefico per me.
Il perdono
Tagliare i cordoni —

Per "cordoni" intendo i legami invisibili che si sono formati a partire dalla
tua nascita, causati dalle tue reazioni nei confronti di una qualsiasi autorità: il
padre, la madre, il fratello, la sorella maggiore, il nonno, la nonna, lo zio, la
zia, il custode, un vicino, un professore, eccetera. E' bastato un dettaglio del
loro modo di essere non accettato per dar luogo a un legame invisibile con
ognuna di queste figure. Chi, secondo te, ti è stato molto vicino nei primi
sette anni di vita, comportandosi come un genitore e, di conseguenza,
influenzandoti moltissimo?

Nei primi sette anni di vita, il bambino possiede un istinto animale; non
ragiona, accetta le cose come gli vengono presentate, proprio come farebbe
un animale. Tuttavia, anche se l'istinto in lui è prioritario, il suo conscio gli
consente di prendere delle decisioni.
La prima decisione della tua vita è stata quella di sceglierti i genitori; così
facendo hai accettato di amarli come sono. Tuttavia, dopo la nascita, avresti
cambiato volentieri certi tratti del loro carattere, perché una parte del loro
modo di essere ti disturbava. Ogni loro atteggiamento che non hai accettato
ha dato luogo ad un legame, un legame invisibile, che è nettamente presente
fra voi e dà origine a un senso di irritazione interiore; sta a dirti, giust'
appunto, che tu sei precisamente come quella cosa che non ti piace nei tuoi
genitori.

Qualsiasi atteggiamento non accettato continua poi a ripetersi nella tua


vita, ad esempio: se tuo padre era una persona chiusa, che non esprimeva mai
i propri sentimenti, che si ritirava nel suo angolino e preferiva non parlare con
nessuno, se le conversazioni erano quasi inesistenti e non è mai riuscito a
dirti che ti amava, non accettando questo suo atteggiamento permettevi alla
frustrazione di prendere il sopravvento dentro di te. E adesso guardati: forse
che ti sveli agli altri? Dici davvero esattamente ciò che pensi, quando parli?
Oppure dici ciò che gli altri vogliono sentire? Come vedi, sei diventato
proprio come tuo padre!

Tua madre si impicciava degli affari tuoi? Ti limitava nel tuo spazio? Era
iperprotettiva e ti diceva sempre cosa fare? Secondo te era esagerata, era
inaccettabile... E allora guarda cosa fai adesso: la stessa cosa. Se non ci credi,
chiedi ai tuoi cari come ti percepiscono; non potranno fare a meno di
risponderti che sei il ritratto di tua madre...
Se rifiutavi l'autorità paterna, ormai l'hai acquisita: forse ti esprimi
altrimenti, ma è presente in te.

Non accettavi la sottomissione dell'uno o dell'altro dei tuoi genitori?


Guarda bene cosa fai nella vita: quando fai qualcosa, lo fai spinto dalla tua
volontà o perché vieni obbligato?
Tua madre aveva la mania della pulizia? E tu, ti lasci disturbare dal
disordine, dalla sporcizia? Se non è zuppa è pan bagnato.
In seguito a questa riflessione forse ti verrà in mente qualcosa che non hai
accettato in tua madre e di cui non trovi traccia nel tuo comportamento
attuale: «Anzi, proprio il contrario», ti affretterai a sottolineare. Ti risponderò
allora che tu ti sforzi di agire in modo opposto proprio per non assomigliarle,
ed è questo che ti impedisce d'essere te stesso.
Riesci soltanto ad essere reattivo rispetto a ciò che non hai accettato; in
tal caso, il legame sarà ancora più difficile da spezzare.
Comportarsi in questo modo significa andare contro la legge
fondamentale dell'amore: fintantoché cercherai consapevolmente o no di
essere una persona diversa per sfuggire alla somiglianza con le persone che ti
hanno influenzato, non raggiungerai mai la pace interiore; i tuoi scopi
personali saranno solo un ammasso di progetti confusi, e la tua presenza sulla
Terra si riassumerà in uno stato di smarrimento.
La situazione più difficile da accettare è quella che comporta la violenza.
Se non hai accettato di aver subito delle percosse, pensando che è stata
un'ingiustizia, o che sei stato oggetto di violenza, è assolutamente necessario
che tu rompa questo legame prima di venire travolto dal "veleno". Forse hai
ancora sentito il bisogno di esprimerti in termini violenti, ma se cerchi
attentamente dentro di te probabilmente scoverai una violenza pronta a
scoppiare alla prima occasione: uno di questi giorni ti farà fare qualcosa che
poi rimpiangerai. Forse cerchi di tenerti tutto dentro, ma questa lotta interiore
continuerà in eterno, facendo di te una vittima. L'unica soluzione per uscirne
vincitore è spezzare questo legame.
Nota bene che tutto ciò che non hai accettato continuerà a ripetersi nella
tua vita; così farai in modo di incrociare persone (datore di lavoro, coniuge,
figlio, amico, eccetera) che ti disturberanno continuamente con il loro modo
di fare; e questo succederà finché non capirai che, da qualche parte, c'è un
legame da spezzare. Ricordati che tutto ti accade appositamente per
insegnarti qualcosa.
Bisogna che impari ad amare nonostante l'indifferenza, la violenza,
l'iperprotezione e il rifiuto; se ti sei sentito rifiutato quand'eri più giovane, se
sentivi che avrebbero fatto volentieri a meno di te, che non eri ben accetto,
che non ti amavano, passerai la vita con questo senso di rifiuto, ti sentirai
costantemente respinto dalle persone che ti circondano. È per questo che i
cordoni vanno tagliati: così ti permetterai di progredire nel tuo cammino.
Se oggi sei un genitore, come ti comporti con i figli? Litighi con loro, li
riprendi, li metti in castigo e dici loro parole sgradevoli! Lo fai per amore,
vero? Tu li ami, ma loro devono capire.
Accade spesso che i genitori perdano la pazienza con i figli, e questo
avviene semplicemente perché non sanno come comportarsi; non amano con
il cuore, proprio come i loro genitori, a loro volta, non hanno saputo amarli
con il cuore. Per riuscire a rompere questo tipo di legame con i tuoi genitori e
diventare finalmente te stesso, devi accettare il fatto che i tuoi genitori, o le
autorità parentali che li rappresentavano, abbiano fatto del loro meglio, in
base alle loro conoscenze. Ti hanno amato meglio che sapevano, e non
potevano darti di più perché quella era l'unica forma d'amore che era stata
insegnata loro.
L'indifferenza espressa dai genitori può essere sinonimo di fiducia, non
credi? Amiamo tanto nostro figlio da lasciarlo libero di vivere la sua vita;
abbiamo tanta fiducia in lui da lasciargli prendere da solo le sue decisioni.
Questa forma d'indifferenza può essere una grande prova d'amore! E allora,
perché mettersi in testa che ci hanno abbandonato? Guardiamo con più
attenzione al nostro modo di interpretare i fatti, perché forse non è una buona
chiave di lettura.
I genitori-giudici sono quelli che vedono troppo in grande il futuro dei
loro figli; il figlio è qualcosa di superiore rispetto a loro stessi, sicché non
possono tollerare che faccia qualcosa a metà. Nutrono speranze esagerate,
troppe aspettative. Ciò non toglie che dietro le loro critiche si nasconda
l'amore, in quanto considerano il figlio come una persona capace di fare le
cose per bene.
Sono in molti i genitori che fanno tutto il possibile perché i propri figli
non subiscano la loro stessa sorte: un uomo sottomesso, debole davanti alle
avversità, farà persino ricorso alla violenza nei confronti dei suoi figli
affinché diventino forti e insensibili come lui stesso avrebbe voluto essere.
Lo fa per amore, vero? Spesso ricorre alla violenza semplicemente perché
non gli piace la sua vita di uomo rassegnato. La madre esigentissima nei
confronti della figlia illustra bene questa stessa situazione: pretenderà il
successo totale in tutto ciò che la figlia intraprenderà, pur di assicurarle una
vita migliore della sua.
Quasi tutti i genitori desiderano che i loro figli abbiano più di loro, o
diventino migliori di loro: è da qui che nascono aspettative insensate. Una
protezione fuori misura, un eccesso di severità nei confronti dei figli sono la
manifestazione di un grande amore possessivo: più temiamo, più amiamo con
la testa.
Ricordati la definizione di amore: amare è accettare anche se non capisci,
anche se non sei d'accordo. Non c'è un solo figlio, sulla Terra, che sia
completamente d'accordo con il concetto di amore dei suoi genitori, perché
ognuno di noi è unico nel suo genere. Tutti i figli avrebbero preferito essere
amati in modo diverso, quale che sia il loro livello sociale: avrebbero
preferito ricevere un po' più d'affetto o un po' meno, un po' più di attenzioni o
un po' meno, eccetera, ma nessuno può cambiare gli altri e ogni genitore ha il
suo modo d'essere. I genitori sono ciò che sono in base a ciò che hanno
imparato.
Tu hai l'opportunità di imparare che esiste una forma d'amore molto più
elevata dell'amore possessivo; l'essere umano ha ignorato per anni l'esistenza
del suo potenziale interiore, ed il suo amore dipendeva essenzialmente dalle
persone che lo circondavano; come vuoi che insegnasse ciò che a sua volta
non conosceva?
Se metti insieme tutto quello che ti sarebbe piaciuto cambiare nei tuoi
genitori, se ti ricordi di tutti i litigi, di tutti i rimproveri ricevuti, noterai che,
anno dopo anno, il tuo cordone è diventato enorme. A mano a mano che
constaterai come l'amore abbia motivato ogni loro gesto, ogni loro parola, di
fatto taglierai un po' alla volta il cordone, finché un giorno ti sentirai
traboccare d'amore nei loro confronti: li vedrai allora sotto un'altra luce e
capirai quanto ti hanno amato.
Ogni pensiero di rancore che nutrì nei confronti delle persone che ti
hanno segnato con la loro influenza forma un legame di cui sei prigioniero: è
una delle probabili cause della tua insoddisfazione interiore. Ora che sai
dell'esistenza di qualcosa di molto più fantastico, su questa Terra, rispetto a
ciò che fin qui hai vissuto davanti a queste persone, non pensi che,
liberandoti, permetteresti al tuo cuore di crescere?
Spezzare quel legame non significa capire il genitore: sarebbe di nuovo
un lavoro "di testa". È sufficiente, invece, vivere l'amore che questa persona
nutriva per te in quel preciso momento; è nel tuo cuore che quel sentimento è
racchiuso, non nella tua testa! Metti da parte il raziocinio, e serviti del cuore.
Vai al di là di questa riflessione: «È vero, non hanno avuto una vita facile.
Avevano una famiglia numerosa da mantenere, erano poveri. La mamma ha
passato dei brutti momenti»: all'essere umano piace così tanto servirsi della
testa, che si dimentica del cuore. Quando davvero accetterai d'essere stato
amato, e molto, dai tuoi genitori (anche se hanno saputo amarti solo "di
testa"), sentirai nei loro confronti un grande slancio d'amore.
È possibile che tu abbia costituito dei legami con i tuoi insegnanti fin
dalla scuola elementare: forse sei esattamente come uno di loro! Esamina che
cosa avrebbe potuto disturbarti in quel periodo.
Fin da giovane sei stato così reattivo nei confronti di queste persone, così
timoroso di assomigliare a loro che hai finito con il trascurare d'essere te
stesso. L'essere straordinario che è dentro di te si manifesta, grida per essere
scoperto. Non senti i richiami della tua anima? Tu solo puoi liberarla dalla
sue catene, dal suo isolamento: ha bisogno di muoversi, di respirare e di avere
il suo spazio come le altre.
Un'altra spiegazione del fatto che stai diventando come quest'altra
persona, è che, inconsciamente, le consentivi di dominarti con il suo
atteggiamento: se non accettavi la sua autorità, è perché ti dominava.
Sviluppando il rancore nei confronti del suo modo d'essere hai deciso, senza
rendertene conto, che per sopravvivere e uscire vincente dal confronto con gli
altri, bisognava comportarsi allo stesso modo. Una decisione che di fatto ti ha
poi reso prigioniero.
Se continui a serbare rancore nei confronti dei tuoi genitori o di altri,
significa che il tuo orgoglio sta guadagnando terreno; ti rifiuti di accettare,
probabilmente pensi che tutto sia ingiusto e privo di senso... Ma vedi, il
prezzo da pagare è altissimo, perché di fatto continui a far sì che ti accadano
le stesse situazioni. Questo ti costa molto in termini di relazioni, di amore che
ricevi, di felicità e di salute... Il tuo corpo e il superconscio continueranno a
inviarti altri segnali per farti capire che stai agendo contro la legge
dell'amore: non puoi scappare, non pensarci neppure!
L'unica soluzione è il perdono. Comincia col perdonarti di aver giudicato
la persona di cui parliamo, poi perdonale ciò che le rimproveravi. Chiedile
perdono per essertela presa con lei, e per non esserti accorto di quanto ti
abbia amato. Tutto ciò avverrà interiormente, nel tuo cuore: quando sei certo
di averlo fatto davvero, allora vai da questa persona e diglielo. Condividi con
lei tutto quello che hai vissuto, senza necessariamente entrare nei particolari:
«Ti chiedo perdono per non essermi accorto di quanto tu mi abbia amato. Ti
trovavo troppo... (dille ciò che non ti piaceva di lei)».
Se la persona in questione non è più di questo mondo, allora ritirati in un
posto tranquillo e sistemati in modo da poterti rilassare. Rilassa ogni parte del
corpo, fino a sentire una distensione profonda, completa. Immagina di
trovarti in una stanza, seduto vicino a questa persona: parlale, dille quello che
senti, chiedile perdono. Anche se il suo corpo non è percettibile fisicamente,
la sua anima è comunque presente.
Ogni rancore che ti imprigiona e ti lega a questa persona, a sua volta la
lega a te: è un legame che richiede energia da entrambe le parti, e liberando te
stesso libererai automaticamente anche l'altro. Darai a costui più energia, più
spazio per la sua stessa evoluzione, il che vale anche per te. In questo modo
aiuterai la persona a seguire la sua strada, anche se è deceduta.
Se ti rivolgi a questa persona pensando che proverà compassione per te,
spezzerai il legame solo a metà; se speri di sentirti dire «poverino, non mi ero
accorto di averti fatto così tanto male», in cuor tuo non sei sincero: vorresti
che l'altro si assumesse la responsabilità delle tue emozioni, mentre sei stato
tu a decidere che costui non ti ha amato.
Esamina ciò che vivi, ciò che senti quando parli all'altra persona: ti stai
manifestando allo scopo di imparare ad amarla o per ottenerne la
comprensione? Manifestarsi significa esprimere ciò che sentiamo, ciò che
viene da noi. Il fatto che l'altro capisca o no, il fatto che sia d'accordo o no,
non ha davvero alcuna importanza. Tu lo stai facendo per te, per liberare te
stesso, non per l'altro. Quando esiti per paura di far soffrire, oppure d'essere
preso in giro, di non venire compreso, è segno che il tuo orgoglio prende il
sopravvento. Vedi, sei ancora tu a punirti in questa storia: allora, vuoi
liberarti o no?
Se sei il primogenito, avrai probabilmente più cordoni con i tuoi genitori
di quanti ne abbiano i tuoi fratelli o le tue sorelle. Il primogenito è sempre
quello che ha meno spazio, perché lo si vuole perfetto. A lui si chiede di più.
Se l'uno o l'altro dei genitori, inoltre, preferiva avere un maschio piuttosto che
una femmina, o viceversa, significa che non è riuscito a sentirsi realizzato
nella sua vita in quanto uomo o donna; in tal caso può accadere che tu ti sia
sentito rifiutato, ma non perché il tuo genitore non ti voglia bene, bensì
perché egli non ama la propria vita.
Prendi il coraggio a quattro mani, ed esamina una situazione alla volta, un
giorno alla volta, e alla fine riuscirai a spezzare tutti i cordoni.
Un cordone molto comune riguarda il denaro: per i nostri genitori aveva
grandissima importanza, e dovevano "risparmiare"; la loro felicità dipendeva
solo dai beni materiali, perché il denaro era sinonimo di sicurezza. Dunque,
perché tu potessi essere felice dovevi risparmiare. Volevano che avessi dei
soldi perché volevano vederti felice, in quanto questa era la loro nozione
d'amore. Se sei diventato un gran risparmiatore o uno spendaccione,
probabilmente si tratta solo di un atteggiamento reattivo nei loro confronti.
Come vedi, quale che sia la situazione, c'è sempre un modo per accorgerti
che in fondo i tuoi genitori ti amavano. Secondo le leggi fondamentali della
natura è impossibile che i genitori non amino i loro figli, proprio come è
impossibile che i figli non amino i genitori; questo amore è un bene così
prezioso! I tuoi genitori sono stati la prima grande scelta della tua anima,
prima ancora che tu venissi sulla Terra; la tua anima già sapeva che cosa
avresti imparato da loro, e il benessere che sentirai non appena riuscirai a
spezzare tutti i legami, quando avrai imparato ad amare e rispettare i tuoi
genitori, a perdonare te stesso e a chiedere loro perdono, sarà meraviglioso.
Ti sentirai così libero da aver l'impressione di esserti sgravato di un grosso
fardello, ti sentirai leggero come un uccello, pronto a spiccare il volo nel
cielo.
Se invece il tuo rancore si è trasformato in odio, urge prendere
provvedimenti: l'odio è la cosa più distruttiva nell'essere umano, e produce
tanta energia quanta ne produce l'amore. L'amore però guarisce, mentre l'odio
distrugge. Provare odio causa malattie molto virulente, che distruggono chi lo
produce. È stato provato in laboratorio che un umano carico d'odio, alitando
dentro il corpo di un topo, lo uccide all'istante. Ogni pensiero di odio è come
un sorso di veleno, e il cordone o legame che ne risulta è così grosso che i
tuoi sforzi per spezzarlo dovranno essere molto più intensi e sostenuti.
***

Prima di passare al capitolo seguente, prendi un foglio e scrivi tutto ciò


che, da zero a sette anni, ha potuto darti fastidio nei tuoi genitori o in una
qualsiasi altra persona influente. Prendi in esame una di queste situazioni che
costituisce per te un cordone, e segui tutto il procedimento, dall'accettazione
della tua responsabilità al vedere l'amore nel gesto dell'altro, fino ad
esprimere il tutto alla persona interessata.

Se hai pochi ricordi dei tuoi primi sette anni di vita, allora elenca le
persone che avevano una funzione educativa nei tuoi confronti in quel
periodo, ed esamina che cosa in loro ti disturbava durante l'adolescenza:
troverai esattamente le stesse cose che ti avrebbero disturbato nei primi sette
anni.
È importante fare questo esercizio prima di passare al capitolo seguente;
non per me, ma per te.

L'affermazione da ripetere il più spesso possibile è la seguente:


Perdono tutti coloro che ho giudicato, mi libero dai legami che mi
impediscono di vivere in armonia. Amo sempre di più con il cuore.
Se c'è una persona con cui hai una difficoltà particolare a riconoscere che
ha agito per amore, eccoti un'affermazione che ti aiuterà ad aprire di più il
cuore:

Perdono completamente... di... (inserire l'atteggiamento in questione) e


gli/le voglio bene. Di conseguenza, perdono anche me per aver avuto lo
stesso atteggiamento (perché sono diventato ciò che ho giudicato).
La fede e la preghiera

Cos'è la fede? Molti confondono fede e credenza: credere significa


riconoscere qualcosa come vero; se pensi di conoscere la verità è che questa
ti sia benefica, allora vivila e diffondila. Chi l'accetta, l’adotti; chi la rifiuta la
ignori. Verità e credenze cambiano e ognuno ha le sue verità e le sue
credenze.

La fede, invece, è qualcosa di molto più profondo: le scritture la


definiscono come “la certezza di ciò che si spera e la prova di ciò che non si
vede.” Quando sei motivato dalla fede, hai la certezza che otterrai ciò che
desideri, e questo distingue la fede dalla credenza.

Gesù è venuto sulla terra per insegnare l'amore e la fede: è ora di mettere
in pratica il suo insegnamento!
Sono passati circa 2000 anni prima che le persone cominciassero a capirlo
e a credere nella sua forza; avere fede significa credere con una fiducia
incrollabile nella presenza di Dio dentro di noi. Ci hanno insegnato a pregare
dicendo “mio Dio, aiutami” ed è una formula rivolta al Dio interiore. Se si
pensa a Dio come a un'entità lontana, che deve badare a tutta la Terra, sarà
difficile credere che le nostre preghiere possano essere esaudite. Quando
riconosci l'esistenza di Dio dentro di te, l'esistenza di Dio padre nel tuo cuore
e nel cuore di tutte le persone che ti circondano, quando vedi te stesso come
manifestazione vivente di Dio, e credi in questo immenso potere dentro di te,
puoi fare in modo che accada tutto ciò che desideri. Questa è fede.
C'è una storia che mi piace moltissimo e che descrive bene cosa sia la
fede. Un piccolo villaggio subiva da tempo una grande siccità e i contadini
erano preoccupati per il raccolto; dopo la messa della domenica, chiesero
consiglio al parroco: “Bisogna fare qualcosa la situazione è drammatica: non
piove da più di un mese e stiamo perdendo il raccolto. Che possiamo fare?”
Il parroco rispose: "dovete solo pregare con fede. Non dimenticate che
una preghiera senza fede non è una vera preghiera".
I contadini si riunivano più di due volte al giorno per pregare e chiedere
la pioggia; la domenica seguente tornarono a trovare il parroco: “Signor
curato, non ha funzionato. Ci siamo incontrati ogni giorno e abbiamo pregato,
ma niente pioggia! "
Allora il parroco disse loro: “Ma avete davvero pregato con fede?” Tutti
risposero di sì; il parroco aggiunse: “So che invece non avete pregato davvero
con fede, perché stamattina nessuno è uscito con l'ombrello.”
Questa storia spiega bene cosa significa pregare con fede e agire animati
dalla fede. Se abbiamo fede, siamo certi che otterremo ciò che desideriamo:
spesso facciamo atti di fede senza esserne coscienti, come quando premiamo
l'interruttore per accendere la luce. Sappiamo, senza dubbio alcuno, che la
luce si accenderà.
Quando ordini un'auto nuova, scegliendo il modello, il colore degli
accessori e firmando il contratto d'acquisto con il venditore, ti senti dire:
"Non si preoccupi, la sua auto sarà qui fra sei settimane. Appena la
riceveremo glielo faremo sapere”. Ecco un altro atto di fede! Sei certo che,
entro sei settimane, riceverai esattamente l'auto che hai richiesto e, nel
frattempo, non potrai fare a meno di notare tutte le auto uguali, commentando
tra te e te: “Questa è proprio come la mia”. Riesci addirittura vedertici già
seduto dentro.
Trascorso il periodo stabilito, il concessionario ti telefonerà per
consegnarti l’auto: non credi di aver fatto un atto di fede?
Puoi far sì che ti capiti ciò che desideri esattamente nello stesso modo:
chiedi una volta soltanto, sapendo che il risultato è già qui. Quando chiedi la
stessa cosa più di una volta, è perché in realtà dubiti di ottenerla. Il grande
potere che è racchiuso dentro di te può darti tutto ciò che desideri, basta
lasciargli il tempo necessario per renderlo manifesto.
Se formuli un'affermazione generale senza metterci energia, preghi; se
inoltre visualizzi preghi con fede. Immagina il risultato che vuoi ottenere,
vedi davanti a te ciò che desideri, e l'otterrai.

Nel Vangelo di San Marco, Gesù ha detto: “Tutto ciò che chiederete
pregando, credete di averlo ricevuto e lo vedrete compiersi”. Bisogna cioè
vedere i propri desideri come già compiuti: Tutto è possibile a colui che a
fede”. La fede può spostare le montagne.

Questa nostra divinità interiore è connessa al grande potere universale che


veglia su tutto ciò che esiste sulla terra, su tutti i pianeti, in tutto il cosmo.
Guardati attorno: se osservi l'armonia della natura ancora intatta, non puoi
che sviluppare la fede; ti stupisci davanti alla bellezza di un tramonto, davanti
all'immensità dell'oceano, alla pace di un cielo stellato. L'universo è in
armonia: il sole sorge ogni giorno, la luna compare ogni sera, i pianeti si
muovono nello spazio, salgono e scendono le maree. Un grande piano divino
regola tutta questa armonia: perché mai dovresti non farne parte?

Tutto è già qui: è questo il nostro divino retaggio! Non abbiamo che da
chiedere! Dio ti ha dato il libero arbitrio, ossia ti lascia libero di condurre la
tua vita come ti pare; puoi chiedere tutto quello che vuoi alla vita, tranne ciò
che appartiene da altri; in tal caso potrà chiedere qualcosa di simile e
l’universo è abbastanza generoso da esaudire i desideri di ognuno.

Siamo milioni a beneficiare del sole, dell'aria, dell'elettricità e ce n'è in


abbondanza per tutti. Questa legge fondamentale dell'abbondanza riguarda
tutto ciò che esiste: perché mai dunque dovrebbero essere riservate a pochi e
ricchezze della Terra (tessuti, gioielli, case elegantemente arredate) o le
buone qualità dell'essere umano (come la pazienza, la bellezza interiore,
l'amore). Tutto ciò che riempie le categorie dell’avere o dell'essere è nostro:
basta chiederlo. Non temere, non toglierai nulla gli altri perché il divino
retaggio e universale.

L'unica differenza tra te e un altro, tra le belle cose che quest'altro fa o


possiede e quelli che tu ritieni impossibili da realizzare, è il tuo livello di
fede. Non anche da decidere: “Sì, posso; dentro di me c'è tutto ciò che serve
per riuscire”.

Vi sono cose che non ti interessano e che sono destinate ad altri; ma tutto
ciò che ti piacerebbe fare è tuo e puoi ottenerlo. La fede non nasce dalla
mente ordinaria bensì dal superconscio che ti collega a Dio. Puoi immaginarti
Dio come un grande sole e la fede come il raggio che adesso ci unisce.
Diversamente dalla mente raziocinante, la fede accetta senza chiedere come o
perché. Quando c'è fede, c'è certezza; sappiamo che i nostri desideri sono già
realizzati e che possiamo far sì che ciò accada quanto vogliamo. Tutte le
creazioni, tutte le grandi opere sono state generate dalla fede. Chi vuole
vedere per credere, non ha fede e se l'intera umanità avesse pensato secondo
questo schema, ben poco esisterebbe sulla terra.

Ogni volta che dici: “Quando avrò questo o quello sarò felice, potrò
agire,” ti manca la fede. Con la fede, l'essere viene prima dell’avere: decidi
cosa ti farebbe felice (essere), agisci di conseguenza e puoi star certo che lo
vedrai realizzato (avere).

Se pensi che il fatto di andare in vacanza con i tuoi ti renderebbe davvero


felice, l'atto di fede consiste nell'andare a prenotare i posti anche se non sei
certo di avere i soldi necessari. Una volta presa la decisione, dato un piccolo
conto di prenotazione, hai fatto il primo passo verso la realizzazione delle tue
vacanze: questo è un atto di fede. Forse pensi che sia facile credere che al tuo
risveglio il sole sorga, che seminando fagioli si raccolgono fagioli; credi che
siano eventi naturali, vero? Far sì che ti accada ciò che desideri nella vita è
altrettanto naturale: hai la stessa potenza divina perché sei una manifestazione
di Dio e se Dio può far sorgere il sole ogni giorno e far crescere un seme
anche tu puoi avere una vita piena di meraviglie.

Dio è un grande potere universale mi piace paragonare all'elettricità: non


la vedi, non sai da dove viene, ma sai che esiste. Se entro in una stanza buia,
vuol dire forse che l'elettricità non esiste? No, solo che ti sei dimenticato di
premere l'interruttore. Ogni tuo atto di fede è un po' come l'atto di premere
l'interruttore per ottenere la luce. Ogni atto di fede, è come accendere una
luce in più; più agisci in base alla fede, più intensa diventa la luce, e tutto si
fa ogni volta più chiaro, più facile.

È semplice, vero? Schiacci l'interruttore e ottieni la luce. Questa luce può


venire da te. No, non si sa da dove venga. La stessa cosa vale per la tua vita:
ogni volta che ti servi della fede, è Dio che si serve di un canale per creare;
tutti gli essere umani hanno la stessa possibilità, e accettando Dio dentro di
noi accettiamo che Dio si serva di noi per manifestarsi. Se, tuttavia, usiamo
questa grande forza per nuocere a qualcuno, dovremo pagarne il prezzo,
esattamente come se usassimo l'elettricità o il fuoco per distruggere. Dio ci ha
dato libero arbitrio affinché è scegliamo come usare la sua potenza.

Tutto ciò che esiste nel mondo visibile è stato prima creato nel mondo
invisibile, che si tratti di un grande albergo di un aereo o dei vestiti che
indossi. Tutto ha preso forma nei pensieri di qualcuno prima di diventare
realtà.

La potenza dell'essere umano consiste nella possibilità di impiegare a fini


creativi il grande potere universale. È impossibile pensare a qualcosa che non
esiste, giacché il pensiero è connesso con il grande pensiero universale,
proprio come le cellule del corpo umano fra loro.

Se chiudi gli occhi e immagini una bella spiaggia, questa esiste già o
esisterà un giorno sulla terra: non si può immaginare qualcosa che non sia già
presente nel mondo visibile o almeno già previsto nel mondo invisibile; si
tratta ora di far sì che esso si manifesti attraverso i tuoi pensieri e le tue
azioni. Ogni pensiero prende forma nel mondo invisibile, e più ci pensi e più
infondi energia, più lo nutri e più riesce a concretizzarsi nell'universo
materiale è visibile: è così che creiamo un elemento. A forza di nutrire ciò
che hai creato con il pensiero, incontrerai le persone giuste, sceglierai il
giusto modo di agire, troverai il luogo più appropriato perché questo pensiero
si materializzi. Come vedi, se hai fatto sì che ti capitassero cose non
benefiche per te, è perché le avevi già create nel mondo invisibile. Usa
dunque la fede per suscitare cose benefiche: la riserva di fede è inesauribile, e
basta per tutti: sta a te andare a prendere la tua parte. Immagina che nel tuo
paese ci siano incredibili riserve di grano: che la gente vada o non vada a
chiedere la sua parte non cambia nulla nella quantità di grano disponibile.
Non appena formuli un desiderio, crei contemporaneamente tutto ciò che
occorre per materializzarlo: basta che tu attinga a quell'enorme riserva!

Non perdere neppure un istante, e utilizza fin d'ora questo grande potere
che è dentro di te; sviluppa la fede. Se cominci a creare cose gradevoli, la tua
vita cambierà aspetto, sarai più felice e potrai condividere la tua felicità con
altri. Non possiamo dare ciò che non abbiamo. Se sei pieno di dubbi, di paure
e di inquietudini, non sarai in grado di dare felicità a nessuno: comincia a
pensare a te stesso e fai sì che ti accadano cose gradevoli, dopo di che,
automaticamente, le seminerai intorno a te.

Quando decidi di fare un viaggio, sai dove vuoi andare, e non hai dubbi
circa la destinazione. Che poi tu scelga come mezzo di trasporto l'automobile,
il treno o l'aereo, ti lascerai comunque trasportare. Sai di certo che l'auto
viaggerà, che il treno o l'aereo conoscono l'itinerario e arriveranno a
destinazione-la felicità, l'amore, la pace interiore-e ti lascerai guidare.
Lasciati guidare, abbandonati completamente: sii convinto di avere in te tutto
l'occorrente per far sì che ti accadano cose piacevoli; chiedendo, riceverai.

Se avrai fede in te stesso, riuscirai ad averne ancora più negli altri e sarà
meraviglioso. Non ti lascerai più influenzare dalle persone che pensano che la
vita sia insopportabile, e capirai che tutto avviene dentro di te. Tutti coloro
che hanno fede possono attraversare momenti difficili, ma conosceranno l’era
d’amore che ogni giorno si avvicina.

Gesù ci descrisse la fede in questi termini: “Non siate inquieti per la


vostra vita, non preoccupatevi di trovare cibo, da bere o di che coprirvi. La
vita non è forse più importante del cibo, il corpo del vestito? Guardate gli
uccelli del campo: non seminano e non raccolgono, non hanno né cantina nè
granaio, e tuttavia il padre celeste li nutre. Non valete almeno quanto loro?
Chi fra di voi, preoccupandosi tanto può aggiungere alla sua statura
l’equivalente di un cubito? Perché affannarvi per le vostre vesti? Guardate i
gigli dei campi come crescono. Non lavorano e non filano. Eppure anche
Salomone in tutta la sua gloria non è mai stato così riccamente vestito. Se Dio
ha cura di un fiore di campo che verrà tagliato il giorno dopo, come non
potrebbe avere cura di vestire voi, uomini di così poca fede? Non chiedetevi
più: “Che mangeremo, che berremo, con cosa ci vestiremo?” Solo i pagani
hanno di queste preoccupazioni. Il vostro padre celeste conosce i vostri
bisogni. Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in
sovrappiù. Non preoccupatevi del domani, perché il domani provvederà da sé
a quelle cose. Vivete giorno per giorno”. Quest'insegnamento di Gesù ci
invita a vivere il momento presente. Non serve a niente preoccuparsi per il
domani; accettando il fatto che possiedi il potere di far sì che ti capiti tutto ciò
di cui hai via via bisogno, vedrai che sarà così sempre.

Non hai bisogno di accumulare ricchezze per la vecchiaia, né di


sottoscrivere tante assicurazioni: quando ti comporti così ritieni di aver
abbastanza potere in questo momento per far sì che ti arrivino i soldi ma
pensi che ciò non ti sarà più possibile quando avrai 60 o 70 anni. Accetti di
avere questo potere divino in te, ma credi che non sarà sempre così. Potresti
credere, invece, che quando sarai più vecchio, la tua esperienza e la tua
saggezza ti permetteranno di ottenere ancora più facilmente tutto ciò che
desideri; per quale ragione accumulare eccessivamente? Ciò che importa è
avere oggi tutto quanto ti serve; se avessi anche quattro frigoriferi colmi di
cibo, forse che mangeresti tutto in un sol giorno? Certo che no!

L'importante è vivere bene, circondarsi di bellezza e avere l'occorrente


per soddisfare i bisogni oggi; grato per ciò che ogni giorno ricevi, vivendo
giorno per giorno, continuerai a procurarti tutto ciò che ti serve. Il domani
dipende dall’oggi; se ti preoccupi per il domani non farai altro che favorire la
manifestazione di cose sgradevoli. Se invece nutri esclusivamente pensieri
gradevoli, la tua vita diventerà gradevole.
***

Per concludere il capitolo, passa all'azione: fa un atto di fede, quale che


sia. Scegli qualcosa che hai sempre voluto ottenere, qualcosa che ti farebbe
felice, e prendi questa decisione: hai tutto il potere necessario per far sì che ti
capiti. Trasforma il pensiero in azione fin d'ora.

Se è il caso di fare prenotazioni o contattare qualcuno, agisci senza


esitare. Nella vita, la realtà è: essere prima di avere; se pensi: quando vincerò
una bella somma alla lotteria acquisterò la casa dei miei sogni e lì sarò
felice”, stai andando contro le leggi naturali. Bisogna che prima tu sia felice,
che poi tu faccia un'azione in tal senso e in ultimo avrai ciò che desideri.
Passando all'azione, ripeti molto spesso questa affermazione, prima di
inoltrarti nel capitolo seguente:
Credo nell'immensa ricchezza divina che c’è in me e ne traggo tutto ciò
che mi serve in ogni istante e in ogni luogo.
L'energia

Credi di avere molta energia? Vorresti averne ancora di più? Uno


specialista californiano che effettua ricerche in questo campo da diversi anni,
sostiene che il corpo umano possiede abbastanza energia per alimentare una
città come Montreal o New York per un mese intero. Impressionante, vero?

Presumo tu sia d'accordo con me quando ti dico che la motivazione e la


soddisfazione di fare quello che ci piace genera automaticamente un aumento
di energia in noi, energia che favorisce la realizzazione e il compimento di
qualsiasi progetto.

Ad esempio: una giovane donna torna a casa dopo una giornata di lavoro;
è stanca, sfinita, al punto da lasciar la cena a metà. Sta per andare a letto
quando squilla il telefono: un amico che stima molto le annuncia che sarà da
lei fra mezz'ora. E' facile immaginare la giovane donna darsi da fare per
nascondere le stoviglie sporche, rifare il letto, riordinare l'appartamento e
correre a comprare una bottiglia nel negozio giù all'angolo. All'ora prevista
sente suonare alla porta: lei è perfettamente in forma e tutto è
miracolosamente pronto e in ordine per ricevere il suo amico. Dove ha
trovato tutta quell'energia? Senza ombra di dubbio, la fonte sta tutta nella sua
motivazione.

La mancanza di energia è un segnale del corpo e del superconscio che ti


avverte che, in questo periodo, stai agendo, pensando e vivendo in modo non
buono per te, e che di conseguenza manchi di vitalità e di motivazione.

Anche l'uso inadeguato della propria energia può causare scarsa vitalità. Il
corpo fisico è infatti circondato da un altro corpo più sottile, invisibile, detto
"corpo energetico" o "corpo vitale", formato da un fitto reticolo; in sette punti
precisi del corpo, il reticolo consente l'intersezione di ventun linee, le quali
formano così un centro energetico. In quei punti, l'energia è molto più
concentrata. Questi centri energetici del corpo umano sono detti in sanscrito
chakra e si trovano disseminati fra la base della colonna vertebrale e la
sommità del capo.
Lo schema seguente mostra bene la loro localizzazione.
CENTRI ENERGETICI

- Centro coronale
- Centro frontale
- Centro laringeo
- Centro cardiaco " Centro solare
- Centro sacrale
Centro coccigeo

Il primo centro, detto "coccigeo", è situato alla base della colonna


vertebrale ed è la sede della forza fisica e di sopravvivenza. Attingi a questa
energia quando provi rabbia, dolore, irritazione e paura. Se ti senti insicuro
riguardo alla tua sopravvivenza, rappresentata dal cibo , dal fatto di avere un
tetto sopra la testa, questa è l'energia chiamata In causa. Se in questo punto va
a concentrarsi un eccesso di energia, potrai avere mal di schiena e disturbi
nella zona bassa; a causa della sua dislocazione, il centro coccigeo influenza
direttamente le ghiando le surrenali che producono il cortisone e l'adrenalina
necessari al corpo. Vivendo sempre nell'insicurezza, nella paura, nella rabbia
e nell'irritazione, esaurisci la tua carica energetica a quel livello, mentre
potresti utilizzarla per tanti altri scopi più costruttivi.

Il secondo centro, detto "sacrale" è situato dietro gli organi sessuali, fra il
pube e l'ombelico. Il punto di intersezione delle ventuno linee del reticolo si
trova proprio dietro la colonna vertebrale, lungo la schiena. Questa zona è il
centro in cui generi il potere di creare la tua vita come la desideri, ed è la
stessa energia che viene usata nelle attività sessuali. La riproduzione è lo
scopo primo degli organi sessuali, che sono lì per creare. Questo centro
influenza anche il centro della gola che, a sua volta, rappresenta il centro
della creatività. Se il chakra sacrale è iperattivo (l'energia è troppo
concentrata in esso) oppure ipoattivo (energia insufficientemente
concentrata), sia le ghiandole sessuali sia la gola possono venirne influenzate.
Questa energia è utilizzata nell'intera attività sessuale come pure nella
passione, nell'odio, nella collera, nell'orgoglio, nella gelosia, nell'egoismo e
nel possesso. Se momenti di possesso, gelosia, collera e odio prendono il
sopravvento nella tua vita, significa che vuoi avere troppo potere sugli altri;
in tal modo sottrai parte dell'energia che ti è necessaria per la vita sessuale e
per la tua creatività. Ciò provoca molti problemi agli organi sessuali, tanto
nell'uomo quanto nella donna; può manifestarsi un gonfiore nel basso ventre.
Quando avrai imparato a liberarti da queste emozioni distruttive, a cambiare
il tuo modo di essere e a dominare l'orgoglio, salirà una grande energia fino al
centro della gola aiutando ti a creare a profusione, sviluppando i doni e i
talenti di cui sei dotato.

Il terzo centro è detto "solare". Si trova appena sopra l'ombelico, prima


del cuore. E il centro delle emozioni e dei desideri: quando vivi emozioni
forti o forti desideri e consenti che essi ti disturbino, senza peraltro riuscire ad
esprimerli, di fatto blocchi questo centro energetico. In questo modo la tua
energia si concentra in un solo punto e non può circolare in te, e ne deriva
quella spossatezza che senti tutte le volte che provi sensi di colpa,
disappunto, aggressività, dolore e lutto
la gamma delle emozioni menzionate prima. Questo centro energetico
agisce direttamente sul pancreas e su tutti gli organi digestivi.

Questi primi tre centri (coccigeo, sacrale e solare) sono quelli in cui,
nell'essere umano, predomina l'attività. Se una persona vive con un senso di
insicurezza o se si fa trascinare dalle emozioni, ecco che la sua energia viene
canalizzata nella parte bassa del corpo, sede di questi tre primi centri.

Lo scopo dell'essere umano è di riuscire a far risalire l'energia verso la


parte più spirituale del suo essere.
I primi due centri rappresentano l'istinto animale dell'uomo e il centro
solare si trova a metà strada tra questa parte istintuale e l'aspetto più
spirituale. I primi tre centri hanno a che vedere con l’avere, mentre gli altri
quattro hanno a che fare con l’essere.
Il quarto centro, detto "cardiaco", si trova nella regione del cuore. È un
centro molto importante: è la fonte dell'amore e della compassione. Influisce
sulla ghiandola del timo che contribuisce a creare il sistema immunitario.
Purtroppo si può constatare che è ancora alta la percentuale delle persone che
hanno l'energia del cuore bloccata: un eccesso di energia convogliata a livello
emozionale e intellettuale finisce per creare una sorta di congestione, sicché
all'altezza del cuore tutto rimane come bloccato; c'è una chiusura. A mano a
mano che impari ad accettare il senso di responsabilità, a dominare le
emozioni e ad amare le persone, l'energia del centro emotivo si dirige verso il
cuore. Maggiore è l'energia che circola liberamente dal basso verso l'alto e
viceversa, più potrai utilizzarla per compiere ciò che desideri fare nella vita.
Ogni tuo atto d'amore provoca una piccola apertura che lascia circolare
l'energia all'altezza del centro cardiaco.
Il quinto centro, detto "laringeo", si trova all'altezza della gola. Influisce
direttamente sulla tiroide che a sua volta influisce sull'intero sistema nervoso,
sul metabolismo, sul controllo muscolare e sulla produzione del calore
corporeo. Il centro laringeo è il centro della creatività e dell'espressione. Esso
è collegato al centro sacrale, là dove si situa l'energia sessuale, ovvero la
massima energia disponibile nell'essere umano. Vi è quindi sempre un po' di
energia sessuale che sale verso la gola, e se le tue capacità creative non sono
sufficientemente sfruttate nella vita quotidiana, se quando ti esprimi non sei
autentico, vuol dire che stai usando in modo inadeguato la tua energia.
Questa carenza si manifesta all'altezza della gola sotto forma di mal di gola,
problemi di voce e laringite. Anche la tiroide può esserne colpita. Per
armonizzare questo centro, è bene che tu esprima il tuo lato creativo; può
trattarsi di una creazione artistica, letteraria, musicale o magari floreale; può
anche esprimersi sul lavoro, o attraverso un passatempo o, soprattutto,
quando crei la tua vita così come la vuoi. Per rendere quest'armonia più
profon da bisogna essere autentici nel proprio modo di esprimersi, in pensieri,
parole o azioni. Sforzati ogni giorno e sarai ricompensato. E' raro incontrare
persone autentiche al cento per cento, ma la cosa è possibile e realizzabile:
basta metterci l'impegno necessario. Il pensiero, l'interpreta zione e
l'esecuzione di qualcosa dev'essere coerente dall'inizio alla fine. Questo
centro viene anche chiamato "la porta della liberazione", e una volta che avrai
imparato ad amare con il cuore, ad essere davvero te stesso, la tua energia
potrà superarla, salendo verso la parte più spirituale rappresentata dai due
ultimi centri.
Il sesto centro, o "frontale", si trova proprio sopra il naso, fra le arcate
sopraccigliari, e contribuisce allo sviluppo del terzo occhio. E' la fonte delle
doti, dei poteri paranormali, delle grandi intuizioni, della chiaroveggenza e
della chiarudienza. La sua funzione prima è di sviluppare la vera individualità
dell'uomo, la quale prende forma nel centro laringeo.
I tre ultimi centri di cui abbiamo parlato (il centro solare, quello cardiaco
e quello laringeo) rappresentano l'individualità dell'essere umano.
Se l'uomo resta all'altezza dei centri inferiori, svilupperà soltanto la
propria personalità; se cerchi sempre di copiare gli altri, vuol dire che non
possiedi ancora la tua individualità. Dovrai acquisirla per diventare te stesso e
signore di te stesso.
Ilsettimo centro, o "coronale", è situato sulla sommità del capo. È il
centro della grande illuminazione, caratterizzato da un'alta frequenza che
produce un alone, la cosiddetta aureola che circonda la testa dei santi e
degli esseri altamente spirituali. Spesso la vediamo in certe immagini a
carattere religioso. Quando il centro è massimamente sviluppato, allora
l'essere umano può vivere l'esperienza dell'Io sono, ovvero dell'unione
totale con Dio. Si tratta dell'unione raggiunta da Gesù.
Gli ultimi due centri, ovvero quello frontale e quello coronale, ti
consentono l'accesso ad un livello superiore tramite la pratica della
meditazione e il servizio reso agli altri. Si tratterà, ovviamente, di un servizio
privo di aspettative, motivato solo da un amore impersonale, quel grande
amore per l'umanità che ti consente di trasformarti in un essere spirituale.
Come vedi, l'energia del corpo umano ha diverse fonti: l'acqua che
beviamo, l'aria che respiriamo, quello che mangiamo, i pensieri che creiamo e
l'attività del corpo energetico (da cui viene la parte più consistente).
Le generazioni passate non erano abbastanza coscientiper rendersi conto
che potevano procurarsi energia per mezzo del pensiero; il loro bisogno di
cibo, d'altronde, era molto forte. Più una persona si eleva con il pensiero, più
si purifica e minore sarà il suo bisogno di cibo. Quando disponiamo di un
corpo energetico in armonia, l'energia può circolare liberamente
soddisfacendo quasi del tutto il nostro fabbisogno energetico, senza contare le
razioni di energia che traiamo dall'aria e dall'acqua.
Tutto ciò che esiste è energia. È molto importante che quest'energia sia
equamente suddivisa, ovvero che sia rispettato il giusto mezzo: darne e
riceverne.
Se continui a dare la tua energia agli altri e rifiuti di riceverne a tua volta,
l'armonia interiore sarà per te una meta difficilmente raggiungibile. Se la
circolazione energetica è corretta, meglio è per l'essere umano. Più investi
energia nel conseguimento dei tuoi desideri, più in fretta si realizzeranno. Le
persone che vogliono ottenere qualcosa senza far fatica, ignorano di fatto
l'esistenza della legge dell'energia e la potenza di quest'ultima: lo scambio di
energia dev'esserci sempre. Una vita di coppia dove questo scambio di
energia non sia equo, non durerà a lungo; bisogna che i due si completino,
senza che uno abbia bisogno dell'altro. Si trovano insieme per aiutarsi
reciprocamente e crescere, e questo vale anche nel rapporto fra genitori e
figli. Anche qui, dev'esserci uno scambio energetico equilibrato e le tue
esperienze personali te lo avranno sicuramente insegnato.
Vivere in una casa che ti è stata regalata non sarà mai soddisfacente
quanto se l'avessi comprata o costruita tu. Più investiamo energia per
conquistare qualcosa, più questa cosa avrà valore per noi.
E un peccato constatare che ci sono persone fermamente convinte che
tutto sia loro dovuto e che tutto si possa ottenere senza muovere un dito. E' la
ragione per cui, d'altronde, esiste tanto squilibrio. Eccovi l'esempio di una
ragazza disabile, che vive sulla sedia a rotelle. Ce l'ha con la società intera
per tutte le cose a cui deve rinunciare nella vita. Vorrebbe avere tutto,
vorrebbe che tutta la società e il governo si occupassero di lei. Si isola sulla
sua sedia a rotelle perché non sa fare altro e non si accorge che, se ci mettesse
dell'energia, quella stessa situazione si trasformerebbe in una ricchezza
interiore. È troppo occupata ad alimentare odio e rancori nei confronti della
società e del piano divino, sicché si sente sempre più infelice, si fa venire un
mucchio di malanni e, di conseguenza, non fa che aggravare ogni giorno il
suo problema.
Per concludere il capitolo, ti consiglio di sederti e di procedere a un po' di
introspezione, ovvero di esaminare la tua vita quotidiana, la vita affettiva, la
vita lavorativa e la vita interiore. Hai l'impressione di svuotarti della tua
energia per gli altri? Accetti di fare per loro qualsia si cosa, al punto che non
ti resta energia sufficiente per te stesso/a? hi tal caso vuol dire che ti stai
creando delle aspettative, e che hai difficoltà a ricevere; questo causa
automaticamente uno stress interiore da cui nasce un'insoddisfazione cronica.
Se ciò si verifica con i tuoi figli, perché ti dai interamente a loro senza
chiedere nulla per te, per paura di ferirli o di disturbarli, questo rapporto va
cambiato immediatamente: di sicuro non è benefico per te. Prima di tutto
spiega loro da dove viene questa tua nuova decisione; comunica loro che
dovrebbe esserci fra voi uno scambio di energia. Se questa situazione si
verifica invece con il tuo partner o sul lavoro, sta a te decidere di mettere in
atto un cambiamento prendendoti cura di te stessa, senza paura di ciò che gli
altri penseranno. Lo fai per te e tu sola ne trarrai un beneficio.
Quando avrai deciso di riequilibrare un po' la tua energia nei vari aspetti
della vita, potrai passare al capitolo seguente. Ecco l'affermazione che va
ripetuta il più spesso possibile:
Sono più cosciente della mia nuouva energia e tornerò nuovamente a
servirmene.
PARTE SECONDA ASCOLTA IL TUO CORPO FISICO
Malattie e incidenti

Non so che cosa vogliano dire, per te, una malattia o un incidente, ma la
realtà spesso è diversa da come la pensiamo. Quasi tutti spiegano la malattia
come una disgrazia che ti capita addosso, un'ingiustizia, soprattutto quando si
tratta di una malattia ereditaria o contratta per mezzo di un'altra persona.
Questo modo di pensare significa non tener conto della legge fondamentale
della responsabilità.
Ogni malattia o incidente della tua vita è stato provocato da te.
«E chi mai vorrebbe procurarsi un malanno?», mi dirai.

Lo facciamo inconsciamente: la malattia è semplicemente un segnale del


corpo. Il superconscio, il tuo lato divino, il tuo Dio interiore, ti manda un
messaggio perché c'è qualcosa nelle tue azioni, nei pensieri e nelle parole che
non rispetta le leggi fondamentali dell'amore, della responsabilità. Non serve
a nulla prendersela con la natura oppure impermalirsi a causa di una malattia:
è meglio invece captarne il messaggio, e ringraziare Eroma per avercelo
mandato. Quando non ti riesce di afferrarlo, basta che ti interroghi: «Eroma,
aiutami a percepire il messaggio, non lo capisco».
Accettando di aprire gli occhi, fai un atto d'amore per te stesso.
«Com'è che mi sono buscato un'altra influenza? Basta con queste
influenze! Sono stufo!»; «Ecco di nuovo l'emicrania!» oppure: «Il mal di
schiena non se ne vuole proprio andare!»
Con esclamazioni come queste, accetti o rifiuti la tua responsabilità: fai le
domande giuste, e il superconscio ti risponderà; altrimenti la frequenza dei
malanni o degli incidenti non farà che aumentare.
Una volta che si è capito, bisogna agire di conseguenza, ovvero passare
all'azione. Ecco una situazione che spiega bene che cosa intendo. È notte, e il
tuo vicino di casa ti suona il campanello per avvertirti che hai dimenticato di
spegnere i fari della macchina. Se non rispondi, il tuo vicino farà il possibile
per attrarre la tua attenzione, tornerà a suonare alla porta, non per disturbarti,
ma perché ti vuole bene e intende aiutarti. Se dopo diversi avvertimenti
ancora ti rifiuti di agire, la mattina seguente sarai tu a trovare la batteria
scarica.

Il superconscio agisce con te allo stesso modo: se non dai retta al primo
messaggio o non lo comprendi, te ne manderà un altro e un altro ancora,
finché un giorno farà sì che ti capiti qualcosa di molto intenso per scuoterti e
indurti a reagire: un bel cancro e una fantastica crisi cardiaca. E se continui a
rifiutarti di reagire, morirai, proprio come la batteria della tua macchina!

Non sarebbe dunque preferibile fare più attenzione, essere più pronti ad
ascoltare i messaggi prima che debbano aumentare di intensità?
Se ringrazi il vicino dell'avvertimento e gli dici che ti occuperai della
cosa, deve seguirne un'azione immediata: ti infili il cappotto, esci e spegni i
fari. Se invece fai finta di occupartene ma poi non fai nulla, tornerà alla
carica: «Hai capito cosa ti ho detto prima?»
Il tuo superconscio si comporta allo stesso modo; con i suoi continui
messaggi sta a indicarti come tornare sulla strada giusta.
Non è forse straordinario questo grande amico interiore che ti guida nel
momento in cui sbagli strada, e che è lì solo per te?
Ogni malessere, ogni malattia è un messaggio: ma non si tratta soltanto di
male fisico, e la prova sta nella metafisica, ovvero in ciò che va oltre la
dimensione fisica. Te lo spiegherò con degli esempi. All'inizio, forse, sarai
scettico: ma cos'hai da perdere se ti apri un po' di più e verifichi tu stesso?
Una malattia è tanto grave quanto è pressante il messaggio di cui è
portatrice; se la malattia persiste, significa che è proprio ora di vederci chiaro.
Se resiste, è perché è un pezzo che ha costruito la sua forza. E come se la tua
anima gridasse "aiuto!", per cui è ora di tornare sulla strada dell'amore.
Ecco le cause probabili di alcuni malesseri o malattie: l'artrite corrisponde
alla convinzione che qualcuno si approfitti di te, ma le critiche interiori non
vengono mai divulgate apertamente; questa malattia colpisce le persone che
non sanno dire di no, ed è quanto emettono con le loro vibrazioni.
Di conseguenza, con costoro la gente agisce in base a cosa ha percepito:
approfittandone. Il messaggio dell'artrite può essere inteso così: «Smetti di
credere che tutti si approfittino di te... sei tu che ti sottometti... Afferma te
stesso, impara a dire di no quando è il momento. Se decidi di aiutare
qualcuno, fallo ma senza aspettative. Smetti di criticare e di voler cambiare
gli altri».
Un dolore al ginocchio significa che si è troppo inflessibili, troppo
testardi. Molto spesso è un segno di orgoglio dominante nei nostri pensieri.
Una persona troppo autoritaria, che si rifiuta di modificare la propria
opinione, ha paura di quello che possono pensare gli altri di lei; è legata alle
sue idee con grande ostinazione. Se hai male a un ginocchio, questo segnale
del corpo sta a dirti di essere più flessibile, di smettere di aver paura dei "cosa
diranno" e che bisogna aprirsi all'opinione altrui. C'è forse qualcuno, nella tua
vita, che vorresti identico a te nel modo di pensare? Il tuo corpo ti sta dicendo
che questo atteggiamento non ti fa bene, e stai andando contro l'amore.
Anche la bocca ti parla: ogni disturbo in questa zona sta a dire che le tue
opinioni sono troppo radicate, che hai la mente troppo chiusa. Rifiuti di
riconoscere un messaggio contenuto nell'opinione altrui. Se hai male ai denti,
allora è tempo di prendere una decisione; se temporeggi, significa che hai
paura dei risultati. Dev'esserci nella tua vita attualmente una situazione che
richiede da parte tua una decisione, e il tuo corpo ti sta dicendo: «Non
temere: qualunque sia la scelta, essa viene da te. Sei in grado di operarla, e
puoi provocare gli eventi capaci di aiutarti». Se hai male alle gengive
significa che la tua decisione va rafforzata: «Non temere — dice il messaggio
— hai preso una decisione, ed ora devi agire di conseguenza».
Se hai l'impressione di non essere abbastanza sostenuto nella vita, se
questo ti disturba, il corpo ti avviserà con un dolore alla schiena. La colonna
vertebrale è il sostegno del corpo, e sei probabilmente il tipo di individuo che
si carica sulle spalle la responsabilità di tutti, che si sente responsabile della
felicità e dell'infelicità altrui. Ma questa responsabilità è così pesante che ti ci
vorrebbe un sostegno supplementare, e questo è ciò che non riesci ad
ottenere. Il tuo superconscio ti manda allora il seguente messaggio: «Smetti
di crederti responsabile della gioia e delle disgrazie altrui; se vuoi sostenere
qualcuno, fallo: ma fallo di tua spontanea volontà, per amore, e non perché ti
senti obbligato. Tu sei l'unico sostegno della tua decisione». Se il fatto di
assumerti delle responsabilità ti fa sentire realizzato, significa che sei in grado
di farlo, sia sul lavoro che negli altri campi della vita: in tal caso, non hai
bisogno di alcun sostegno. Se non fossi in grado di farlo, allora non
penseresti mai di occuparti di tante cose.
Quando una persona non è abbastanza sostenuta significa che è
"insostenibile", ovvero da un lato vorrebbe che tutti la sostenessero, ma non
appena gli altri le offrono appoggio, questo sostegno non è mai di suo
gradimento. Alla fine i suoi amici si scoraggiano e non offrono nemmeno più
assistenza o sostegno.
Se avverti dolore nella parte alta della schiena, significa che il tuo lato
affettivo è scosso, mentre la parte bassa della schiena ha a che vedere con un
sostegno materiale e finanziario.
Avere la febbre è spesso segno di collera interiore pronta ad esplodere;
l'unico modo che ha di riuscirci, è un picco di febbre. Ci sono troppi desideri
repressi, che finiscono per scoppiare: il corpo sta segnalandoti che bisogna
"dire quello che hai da dire", e questo a mano a mano che si presentano le
varie situazioni. Smetti di tenerti tutto dentro; la collera non ti fa bene, e ti
stai punendo da solo.
Quando sopraggiungono problemi alle braccia, significa che non sei
consapevole della tua utilità e del tuo valore. Ti immagini spesso di non
essere apprezzato, e credi di valere meno degli altri. Il tuo corpo ha un
messaggio per te: «Guarda come sei utile, lì dove sei. Hanno davvero bisogno
di te. Ti apprezzano». Questa manifestazione può rivelare anche la presenza,
in questo momento, di una situazione benefica per te nella tua vita, ma che
non osi cogliere al volo; può anche trattarsi del modo in cui usi mani e
braccia, che non ti soddisfa più: preferiresti fare altro. Questo succede
frequentemente nel lavoro. Stai davvero svolgendo la professione che
risponde alle tue aspirazioni? Fai attenzione al momento in cui insorge il
dolore. Sta cercando di dirti: «Su, agisci secondo i tuoi desideri interiori,
smetti di aver paura».
Hai bisogno delle tue gambe per andare dove vuoi, per avanzare. Un
problema o un dolore alle gambe sta a significare che hai paura di andare
avanti, hai paura del futuro. Il superconscio è però sempre presente, e ti fa
capire che non hai niente da temere. Hai le capacità per fare quello che vuoi.
Vai, lanciati! Puoi far accadere tutto ciò che desideri nel momento in cui ne
hai bisogno, e se pensi di cambiare lavoro ma temi per la tua sicurezza
finanziaria, il mal di gambe ti dice che è il momento favorevole per la tua
decisione, che non devi temere.
Sono tante le persone che attribuiscono il mal di gola a un colpo di freddo
o a un cattivo uso delle corde vocali; la gola è la via dell'espressione e il
superconscio ti consiglia di esprimerti nei confronti di qualcuno. In questo
momento hai paura di farlo. Nascondi un sentimento di collera: sei stato
certamente ferito da frasi offensive che ti hanno colto di sorpresa al punto che
non sei riuscito a rispondere per le rime. Hai ingoiato il rospo, senza riuscire
a vedere l'amore in quelle parole. Spesso non siamo consapevoli d'essere stati
feriti da certe espressioni, e preferiamo credere che la cosa ci abbia lasciato
indifferenti: così non ci sentiamo minacciati, ma dentro (nell'anima) lo
sappiamo. Ed ecco che il tutto si trasforma in mal di gola. L'azione da
compiere è andare a parlare con quella persona, mettendola al corrente di ciò
che hai vissuto nel momento in cui le sue parole ti hanno ferito. Se si tratta di
una laringite, non solo hai paura di esprimerti, ma anche di far sapere la tua
opinione. Hai certamente represso un'obiezione mentre ti trovavi di fronte ad
una persona autorevole; per evitarne la reazione, hai preferito tacere. Non
lasciarti impressionare, esprimi il tuo parere e il tuo Interlocutore sarà felice
di notare il tuo interesse e l'onestà dei tuoi discorsi.
Se la laringite nasconde collera o rancore, bisogna liberarsene ed
esprimere questi sentimenti alla persona in questione; ecco cosa ti suggerisco
di dire: «In questo momento ho paura della tua reazione, ho paura anche che
le mie parole ti feriscano, ma devo parlarti. Lo faccio per me: ho bisogno che
tu conosca la mia opinione». Se rimandi sempre il momento di esprimerti,
accumulerai altra collera e altro rancore; inoltre sai che così facendo non ti
farai del bene. Se la laringite persiste, significa che non ascolti il tuo corpo.
L’incontinenza urinaria nel bambino (bagnare il letto) significa che egli
prova un intenso timore nei confronti di un genitore: il padre, la madre, o
qualsiasi altra figura genitoriale, che rappresenti l'autorità. Non si tratta
necessariamente di una paura fisica: il bambino ama tanto questo genitore che
teme di dispiacergli, e ha sempre paura di contrastarne i desideri. Un tale
atteggiamento non gli fa bene, in quanto priva il bambino della possibilità di
essere se stesso, e del conseguente benessere. È molto importante riconoscere
questo fenomeno quando si presenta, e cercare di tagliare il "cordone" con il
genitore di cui si tratta. Se tuo figlio ha questo problema, spiegagli che non
deve sentirsi obbligato a compiacere proprio nessuno, né suo padre, né sua
madre. Le sue esperienze sono sue, e qualsiasi cosa faccia non c'è ragione
perché debba temere di dispiacere a qualcuno. Incoraggialo invece di
rimproverarlo, e il piccolo sarà molto più aperto.
Se una persona ha una tosse ricorrente, quotidiana, è perché si sente
soffocare dalla vita. Sperimenta uno stato di grande nervosismo, e qualsiasi
situazione le risulta oppressiva. Se invece si tratta di una tosse temporanea o
occasionale, sta a sottolineare una seccatura o una critica. La tosse compare
nel momento in cui la persona si sente infastidita e muove critiche a se stessa
oppure a qualcun altro interiormente. Il corpo tenta di dirle: «Vuoi smetterla
di criticare o di sentirti infastidito? Cerca piuttosto di capire il messaggio che
ti è riservato, o di accettare ciò che sta accadendo».
L'intestino è il luogo del corpo in cui assimiliamo gli alimenti per
trasformarli in elementi nutritivi. Il percorso delle idee è lo stesso: quando si
soffre di stitichezza, significa che siamo troppo aggrappati a allenostre
vecchie idee, e non facciamo posto a quelle nuove. Può essere anche un
segno di grettezza, di qualcuno che trattiene le cose che possie de, i suoi beni
materiali, e il cui superconscio sta suggerendo che è tempo di mollare, di
lasciar andare, di lasciare le cose del passato. La diarrea, invece, significa
l'opposto: lasciamo scorrere le idee troppo in fretta, rifiutiamo di accettare
quelle nuove temendo ciò che possono portare. Vorremmo che tutto
avvenisse più rapidamente, che tutto fosse già fatto, vissuto. Spesso la diarrea
indica un rifiuto, talvolta il rifiuto di se stessi o la paura di essere rifiutati
dagli altri. Il corpo sta dicendo che è inutile aver paura, e che le tue paure
sono il frutto dell'immaginazione.
A volte ci sono paure benefiche, nella vita, come ad esempio se ti appresti
ad attraversare la strada mentre sopraggiunge un camion. In questo caso, è
bene aver paura! Infatti è la paura che ti frena, e che ti fa fare un salto indietro
per evitare d'essere investito. I segnali del corpo ti vengono inviati soltanto se
si tratta di una paura non benefica.
I problemi di reni colpiscono le persone ipercritiche, e che sono spesso
deluse o frustrate. Sono le persone che pensano di non riuscire a combinare
nulla, e che si autocompatiscono. Questi pensieri non sono benefici, ed è
quello che sta dicendo il superconscio. Essi sono infatti alla radice della loro
malattia, ed è quindi tempo di diventarne consapevoli, assumendosene la
responsabilità.
I dolori al seno sono dovuti a un atteggiamento troppo autoritario, troppo
tagliente nei confronti di qualcuno. Questo non fa bene né all'uno né all'altro.
Un disturbo oculare indica che ti lasci disturbare da ciò che vedi intorno a
te. Il corpo ti sta dicendo che non sono affari tuoi; se poi la cosa invece ti
riguarda e coinvolge il tuo spazio, prendi le misure necessarie per cambiare la
situazione.
Questo vale anche per le orecchie: ti lasci disturbare da ciò che senti.
Altrettanto vale per il naso, perché significa che ti lasci disturbare da
qualcosa o qualcuno che non puoi "soffrire. Sono tutti segnali del corpo che ti
dicono che così non va e che non è bene lasciarsi disturbare. Se ti facesse
bene, non riceveresti questi messaggi.
Un incidente è indice di sensi di colpa. Un esempio: batti un braccio... «E
stato un caso!» dirai. Ti fa male, certo, ma il fatto di esserti provocato questo
incidente è rivelatore quanto alla presenza di sensi di colpa. L'essere umano
mette sempre meccanicamente in moto l'auto-punizione per cercare di
liberarsi dai sensi di colpa. Ad esempio, stai pelando le patate e così facendo
cominci a pensare ad altro, accorgendoti all'improvviso di aver dimenticato di
fare una certa cosa. «Che stupido che sono!» pensi. E te la prendi così tanto
con te stesso da tagliarti un dito.

* N.d.T.: Il gioco di parole regge bene in francese, dove il verbo sentir


significa sia "odorare", "annusare", sia "sopportare".
Non appena provi un senso di colpa, il corpo te lo segnala con un
incidente di qualche genere. Quest'ultimo è un avvertimento affinché tu
diventi consapevole dell'inutilità dei sensi di colpa;
passi la vita a sentirti colpevole di queSto e di quello, mentre non lo sei
affatto. Se esamini i vari
incidenti che hai avuto nella vita, te ne renderai conto.
Quanto hai appena letto è un piccolo assaggio di un approccio metafisico,
ovvero "al di là della
dimensione fisica". Non appena compare un malessere o una malattia,
passa dunque in rassegna
tutte le possibilità per cercare di capire non solo la causa fisica, ma anche
quella metafisica. In un prossimo libro potrai leggere la descrizione completa
di tutti i disturbi e di tutte le malattie
conosciute.
Per concludere bene questo capitolo, siediti ed elenca tutti i tuoi disturbi;
in seguito ringrazia Eroma per i messaggi e chiedi al super-conscio di
spiegartene il significato.
Come vedi, ogni malessere, incidente o malattia non è altro che un
avvertimento, e smette non appena il messaggio è compreso. Serve tanta
energia per farli cessare quanto per farli iniziare, sicché si tratta soltanto di
energie mal utilizzate. Una volta scomparsa la malattia o il disturbo potrai
osservare quanta energia in più ti ritornerà: ci vuole infatti molta energia per
essere malati...
Una malattia che non finisce più significa desiderare, con essa, di
esercitare il potere su qualcuno. Se è il tuo caso, allora chiediti su chi vuoi
esercitare il potere. Non è una buona idea esercitare il potere con una
malattia. Il vero potere è quello dell'amore!
Prima di passare al capitolo seguente, dedicati a risolvere almeno uno dei
tuoi disturbi: se occorre, scegli quello più piccolo, scoprine il significato e
fallo sparire. Così ci crederai di più.
Ecco l'affermazione da ripetere il più spesso possibile, fino a quando non
comincerai il prossimo capitolo.
Ho sempre più fiducia nel mio corpo, questa grande guida, e in cambio
esso smette di ribellarsi di reagire, aiutandomi a ritrovare la pace, la salute,
l'amore e l'armonia.
Mangiamo come viviamo

Il tuo corpo fisico è la macchina più straordinaria che esista sulla Terra;
nessun essere umano è mai riuscito a progettare o a costruire qualcosa di
vagamente simile a questa meraviglia, e si dice che, teoricamente, se
cercassimo di costruire un computer con le stesse funzioni di un cervello
umano, dovrebbe essere grande come l'intero pianeta. Attualmente, l'uomo
usa solo il cinque-dieci per cento delle facoltà del cervello, una piccolissima
parte del suo corpo fisico.

Fin dalla nascita il corpo conosce il suo mestiere: non è necessario


insegnargli a dormire, ad avere sete, a piangere, a starnutire, a sudare, ad aver
caldo o freddo, ad eliminare, a digerire, a sbadigliare, a vomitare, ad ingoiare,
a ridere, a muoversi, a sanguinare, a cicatrizzarsi, eccetera. Lo sa già
istintivamente. Conosce anche le sue vere necessità: il sonno, il cibo, gli
elementi nutritivi. Ma noi dimentichiamo semplicemente di fidarci di questa
sua capacità.

La mamma si fida del piccolo appena nato: aspetta che chieda da


mangiare, ne riconosce il pianto, aspetta che si svegli. E tuttavia, non appena
compare il primo dentino, incomincia a decidere per il figlio quale sia la
giusta frequenza dei pasti: non meno di tre al giorno.

Così, dopo pochi mesi di vita, non consentiamo più al bambino di fidarsi
del suo corpo fisico; e tuttavia egli sa benissimo ciò di cui ha bisogno
davvero. Sebbene nei primi sette anni di vita non ragioni, il bambino
accumula tutto ciò che gli viene insegnato: impara quindi a nutrire il corpo
secondo quello che hanno deciso i suoi genitori. Non dandogli fiducia, gli
impediamo di scoprire ciò di cui ha davvero bisogno nel momento in cui gli
serve. Una volta adulto, quel bambino non sarà in grado di riconoscere i veri
bisogni del suo corpo.

Per questo motivo è interessante constatare subito che il nostro modo di


alimentarci corrisponde al nostro modo di vivere.
Come ti alimenti? Lo fai in modo abitudinario, ovvero facendo colazione,
pranzo e cena ad ore fisse? Mangi senza pensarci, perché sei convinto che
vada fatto così? Allora, è così che agisci nella vita; In molte situazioni, non
sei tu che la dirigi, e fai un sacco di cose
perché credi che si debbano fare. Non sai perché, ma supponi che debba
essere così.
A questo proposito, c'è una storia che mi piace raccontare: è quella di una
giovane sposa che tagliava sempre le due estremità del prosciutto prima di
metterlo a cuocere nella pentola. Il marito, incuriosito, un giorno le chiese il
motivo di questa sua abitudine e lei rispose: «Non lo so, ma mia madre
faceva sempre così».
Sempre più incuriosito, il giovane chiese un giorno alla suocera per quale
motivo lei tagliasse le due estremità del prosciutto, e la donna rispose: «Non
lo so, mia madre lo faceva cuocere in questo modo».
Così, approfittando di una riunione di famiglia, l'uomo chiese la stessa
cosa alla nonna, la quale rispose: «Figliolo, quand'ero giovane la mia famiglia
era molto povera, avevamo un'unica pentola, ed era troppo piccola per farci
cuocere l'intero prosciutto, così se ne tagliavano le estremità».
Questa storia ci fa capire come spesso, nella vita, facciamo delle cose
senza saperne esattamente il perché, ripetendo gli stessi gesti per abitudine.
Dai molta importanza ai princìpi e alle tradizioni? Se sì, allora esamina la
tua alimentazione; probabilmente mangi sempre alla stessa ora. Mangi per
principio, perché pensi lo si debba fare, e hai paura che ti venga fame se non
lo fai. Quando ti accingi a passare una serata fuori casa, ti senti in dovere di
mangiare prima di uscire per paura di aver fame più tardi? Allora significa
che ti comporti così anche nella vita: fai le cose "per paura di...", agisci in
base al timore di ciò che gli altri potrebbero dire o pensare di te, e quindi non
sei mai te stesso. Decidi anticipatamente che cosa bisognerebbe fare, proprio
come con il cibo.
Il tuo corpo sa benissimo quando ha fame, ed è capace di stare per
settimane a digiuno, senza che questo ti faccia ammalare. Se hai fame due o
tre ore prima di poter mangiare, di' al tuo corpo: «Aspetta, Eroma, non ci
vorrà molto. Ti nutrirò più tardi». Non preoccuparti neppure di mangiar
troppo: quando dai al corpo ciò di cui ha bisogno al momento opportuno, lui
sa anche decidere quando ne ha abbastanza.
Se scopri di essere molto abitudinario nell'alimentazione, ti accorgerai
anche di quanto siano importanti per te i "che cosa penseranno?", "che cosa
diranno?", "che faranno?". Allora, invece di pensare, agire e vestirti a modo
tuo come vorresti, magari in modo insolito, spesso temi la reazione altrui e
non sei più te stesso. Tutti questi piccoli particolari ti rendono insoddisfatto,
ma ora la causa ti è chiara: impara a conoscere i tuoi veri bisogni.
Mangiare per abitudine rivela anche che, per te, è eccessivamente
importante la nozione di bene e di male. Certamente sei troppo categorico,
decidi che una cosa è bene e un'altra è male mentre in realtà, nella vita, non
c'è né il male né il bene, in quanto ciò che e "bene" per uno, può essere
"male" per l'altro. È per questo che ti consiglio di usare i termini "benefico" o
"non benefico", invece che "bene" e "male". Osserva che cosa è o non è
benefico per te. Ciò che fa male agli altri è affar loro, e impareranno da soli.
Anche se il loro modo di comportarsi o di agire corrisponde alla tua nozione
di "male", quel modo può consentir loro di raccogliere qualcosa di fantastico.
Puoi mangiare per abitudine e agire per abitudine, il che appartiene alla
dimensione mentale. Osservando il modo in cui ti nutri, forse potrai anche
scoprire di essere particolarmente coinvolto sul piano emotivo. Quand'eri
piccolo, mangiavi e bevevi spinto dall'emozione, perché spesso il cibo aveva
un valore di compensazione. Osserva oggi il tuo comportamento... Quando
un bambino si fa male, si ferisce, gli diamo una caramella o un biscotto per
consolarlo; quando ha bisogno di attenzione, gli diamo qualcosa da mangiare.
Se è di cattivo umore, se è arrabbiato o se ha litigato con un amico, di nuovo
lo manipoliamo con il cibo, dicendo: «Se fai il bravo ti porterò in pizzeria»
oppure «ti comprerò un gelato». Oppure lo puniamo privandolo del dolce, o
della merenda. Quasi tutte le madri agiscono in questo modo, e queste
abitudini assumono grande importanza nella vita dei loro figli anche in età
adulta. Ciò che maggiormente ti ha impressionato nei primi sette anni di vita,
ha lasciato il segno in quella che è oggi la tua sfera mentale, fisica o
emozionale. Le reazioni del passato, nei primi sette anni, sono indizi in base
ai quali ricostruire l'origine del tuo attuale modo di vivere.
Come ti comporti, oggi? Bevi o mangi in base alle emozioni, per passare
il tempo, per consolarti o ricompensarti? Se è così, consenti che sia la tua
dimensione emozionale a tenere le redini della tua vita, mentre dovresti farlo
tu. In un prossimo capitolo ti spiegherò come riuscire a governare le tue
emozioni.
Se mangi o bevi spinto dall'appetito, significa che la tua dimensione fisica
è preponderante: cosa vuol dire mangiare per appetito? Vuol dire desiderare
qualcosa per soddisfare i propri sensi. Ad esempio, non hai affatto fame, ma
passando davanti alla vetrina del pasticciere noti certi cannoli... Li trovi molto
appetitosi, non sai resistere e decidi di comprartene uno; pochi minuti prima
non ci pensavi nemmeno. Il semplice fatto di vedere i cannoli ti ha fatto
venire voglia di mangiarne uno! Quando uno dei tuoi sensi ti fa venire voglia
di mangiare
bere qualcosa a cui non pensavi prima di vederlo, sentirne l'odore
anche solo sentirne parlare, prima di assaggiarlo o toccarlo, allora
significa che i tuoi sensi hanno il sopravvento in quel momento e in altri
momenti della tua vita.
Altro esempio: dopo aver mangiato a sazietà vai al cinema. Tuttavia, il
profumo dei pop-corn stuzzica i tuoi sensi, e ne compri subito un sacchetto.
Ecco cosa vuol dire mangiare per appetito. Se, invece, alle undici del mattino,
mentre sei al lavoro, ti viene voglia di pasticcini e te li vai a comprare nella
pausa del pranzo, questo non è appetito: infatti non sono stati i tuoi sensi a
fartene venire voglia. Hai desiderato i pasticcini ben prima di vederli, di
sentirne il profumo o di sentirne parlare; ci hai pensato prima che i tuoi sensi
ti spingessero a quella scelta. Verifica allora se hai fame davvero e se la
risposta è "no" può essere che il desiderio dei pasticcini sia provocato
dall'emozione.
Ci sono molte altre cose che puoi fare per appetito: puoi andare in giro
per negozi per appetito, dormire per appetito, fare l'amore per appetito.
Osservati: cosa fai per appetito? Ti è difficile governare i sensi? Se sì vuol
dire che la tua dimensione fisica ti sfugge, non è in armonia.
Quando ti accorgi di agire abbastanza spesso spinto dall'appetito,
significa che stai ricevendo un messaggio dal superconscio: Eroma sta
dicendoti che uno o diversi tuoi sensi non sono psicologicamente soddisfatti:
può trattarsi della vista, dell'udito, dell'odorato, del gusto o del tatto.
La vista: ti lasci disturbare da ciò che stai vedendo; il corpo ti dice: «Ciò
che ti disturba in quello che vedi non ti riguarda; non sono affari tuoi»
oppure: «Fai qualcosa in merito a questa situazione piuttosto che continuare a
lasciarti disturbare».
L'udito: ti lasci disturbare da ciò che senti a casa o fuori. È davvero ora di
vederci chiaro.
L'odorato: c'è qualcuno o qualcosa che non puoi "soffrire"? La tua vicina,
il principale o magari i mobili del salotto?
il tatto: la tua vita affettiva ti soddisfa? Se non hai abbastanza affetto, chi
ha dimenticato di seminarlo? Se vuoi raccoglierlo, seminalo! I segni di affetto
sono semplici e molteplici: uno sguardo, una cartolina, un fiore, una parola
d'amore, un gesto affettuoso. Non dimenticare che puoi fare un gesto d'affetto
anche nei confronti di te stesso! Incomincia a seminarlo intorno a te, e lo
riceverai.
Il gusto: se mangi spinto dall'appetito e dal bisogno di soddisfare il

* N.d.T.: ricordiamo il gioco di parole, in francese, dove sentir significa


sia "puzzare" che "non poter soffrire qualcuno", nell'espressione "je ne peux
pas le sentir".
gusto, significa che la tua vita sessuale è insoddisfacente. Sta a te
apportarvi i cambiamenti necessari.

Ogni volta che uno dei tuoi sensi non è soddisfatto, ogni volta che questo
ti tocca personalmente, agisci: se riguarda qualcun altro che vorresti cambiare
per essere tu stesso più felice, il tuo corpo ti dice di farti gli affari tuoi e di
lasciare che l'altro viva come gli pare. E molto pericoloso far dipendere la
propria felicità dagli altri!

Quale che sia la dimensione che ha maggiore presa su di te, è necessario


che sia tu a governarla. Se è la dimensione mentale, allora prova a farti più
domande. È presumibile che tu faccia troppe cose per abitudine, sicché
sarebbe bene che ti soffermassi a riflettere prima di parlare o di agire.
Chiediti: «E davvero questo, quello che voglio fare? È davvero questo, che
mi renderebbe felice? Ne ho davvero bisogno?» Dedica qualche minuto a
questo genere di interrogativi.

Se si tratta invece della dimensione emozionale, impara ad esprimere le


tue emozioni (ne riparleremo più avanti).
Se si tratta della dimensione fisica, fermati e chiediti: «Quale dei miei
sensi non è soddisfatto?» Passali tutti in rivista, uno dopo l'altro, e identifica
quello che non viene appagato. Può trattarsi di ciò che vedi, di ciò che senti,
di ciò che percepisci, della tua vita affettiva o della tua vita sessuale. Scruta
attentamente dentro te stesso e avrai la risposta.
Seguendo questo metodo, scoprirai tante cose di te; ti renderai conto che
vai e vieni da una dimensione all'altra, ma che una di queste è sempre meno
in armonia o più carente.
Quando infine noterai che i tuoi impulsi alimentari saranno provocati
dalla fame, saprai che avranno avuto luogo in te dei cambiamenti; anche i
tuoi gusti si trasformeranno a mano a mano che cambierai il tuo modo di
pensare.
Hai un corpo così straordinario che sa esattamente di cosa ha bisogno, e
in quale istante manifestare la sua necessità. Il corpo è costituito da sei
elementi essenziali, i cosiddetti sei elementi nutritivi. E fatto di acqua,
proteine, vitamine, glucidi (zuccheri e carboidrati), lipidi (grassi essenziali) e
minerali. Accade che ogni volta che il corpo e carente di uno o più di questi
elementi, mandi un messaggio al cervello per informarlo. Il cervello trasmette
allora il desiderio di mangiare qualcosa che serve a colmare quella tua
carenza.
Come vedi, non è il caso di preoccuparsi tanto della scelta del periodo o
del momento giusto in cui mangiarlo: abbi fiducia nel tuo corpo e saprai
esattamente quando avrai davvero fame e di quanto cibo avrai bisogno. È
inutile nutrire il corpo in previsione del fatto che puoi avere fame in seguito,
se attualmente non gli serve nulla. Se avrà una carenza (di ferro, calcio,
proteine, grasso o zuccheri), si incaricherà lui stesso di fornirti l'impulso di
mangiare ciò che gli manca. Quel gran computer che è il cervello ha
registrato tutto quanto il tuo corpo ha assaggiato dalla nascita in poi, e sa
esattamente ciò che contiene ogni alimento; appena il corpo ha bisogno di
qualcosa, manda subito un messaggio al cervello.
Non tocca a te prendere decisioni per il tuo corpo: sta a lui avvertire il
cervello dei propri bisogni. Una persona che sia in dieta ordina al suo corpo
cosa mangiare e quando, e così facendo va contro le leggi di natura.
Seguendo una dieta, trasmetti al corpo un messaggio del tipo: «Da oggi in
poi, scelgo io quello che ti occorre, nel momento e con la frequenza che ho
stabilito». Sarebbe invece così semplice avere fiducia in quel grande amico
che è in te!
Ci sono persone che fanno un solo pasto al giorno, altre che saltano la
prima colazione, altre ancora che preferiscono fare colazione e cena, saltando
il pranzo. C'è chi ha bisogno di cinque pasti leggeri al giorno, o di
sbocconcellare piccole quantità di cibo seguendo il manifestarsi della fame.
Sta a te scoprire quello che ti si addice perché ogni persona è unica. Ciò che è
benefico per uno, non lo è necessariamente per un altro.
Il tuo corpo può assimilare bene il calcio o eliminarne una parte; può
avere difficoltà a eliminare il colesterolo. Sono solo due esempi per
dimostrarti che non sei consapevole di tutte le sue funzioni, giacché non hai
ancora raggiunto un livello di coscienza così elevato da accorgerti di tutto ciò
che accade dentro di te. Per esempio, non spetta a te dare indicazioni al tuo
corpo per quanto riguarda la digestione: non devi dirgli di far scendere il cibo
dallo stomaco all'intestino, né di mettere in azione prima il fegato poi il
pancreas... Questo è il compito riservato al superconscio: provvede alla
digestione, all'assimilazione e all'eliminazione.
E' invece unicamente responsabilità tua il fatto di aiutare il corpo in tutto
ciò che puoi fare consapevolmente. Sei tu l'unico responsabile del tuo corpo.
A mano a mano che si eleverà il tuo stato di coscienza, ti sarà molto più facile
riconoscere i suoi messaggi e agire di conseguenza. Fai la tua parte, e il corpo
farà la sua; così, l'energia verrà distribuita equamente e l'armonia ti manterrà
in salute.
Molti usano regolarmente per la loro alimentazione certi ingredienti che
non fanno parte degli elementi nutritivi di cui ha bisogno il corpo; vengono
chiamati "veleni del corpo", e sottraggono energia al corpo umano invece di
fornirgliene. Fra questi veleni abbiamo l'alcool, lo zucchero bianco (e tutti i
prodotti raffinati come la farina bianca, il riso bianco e il pane bianco), la
caffeina, il sale, il tabacco, i grassi non essenziali e tutti i prodotti chimici
come le medicine e le sostanze con servanti o coloranti.
Dal momento che questo libro non ha lo scopo di inoltrarsi
nell'argomento del valore nutritivo dell'alimentazione, ti suggerisco, se
l'argomento ti interessa, di consultare altri libri più adatti, che potranno
fornirti maggiori indicazioni.
Come ti alimenti? Dai al tuo corpo ingredienti compresi fra i sei elementi
nutritivi? Se sì, allora ami il tuo corpo fisico. Può darsi che l'equilibrio non
sia ancora stato raggiunto sul piano mentale ed emozionale, ma se non altro
rispetti l'aspetto fisico del corpo, e questo è un passo nella direzione giusta.
Ci sono vegetariani che, essendo tali, credono di aver appianato la loro
vita, e sono convinti di aver raggiunto una grande pace e armonia... Ma
l'alimentazione è solo una dimensione dell'essere umano.
Certo è già bene poter disporre di una buona alimentazione fisica, in
quanto si tratta di un sostegno per mantenere le cellule in buona salute;
consente anche di aprirsi di più e migliorare la propria dimensione
emozionale e mentale.
Tutto quanto è stato menzionato in questo libro, fin dalla prima pagina, ha
un'influenza sulle cellule.
Un pasto del tipo "carne affumicata e patatine, sale e cetrioli sott'aceto"
procura al tuo corpo un sovraccarico di lavoro; la digestione sarà più
laboriosa, perché gli avrai proposto soltanto "veleni". Fargli assimilare una
bibita, un liquore dolce, alimenti che contengono una quantità impressionante
di zucchero e prodotti chimici è segno che in te c'è qualcosa che certamente
non ti piace; manchi infatti di rispetto per il tuo corpo, sovraccaricandolo di
lavoro. Non sorprenderti se poi si ribella invece di rispondere alle tue
richieste; anche il corpo sa ribellarsi: «Che fai per me? Perché dovrei sempre
fare io qualche cosa per te?»; se invece prendi coscienza di ciò che sei in
grado di fare, puoi aiutare te stesso e il tuo corpo.
Se mangi troppi zuccheri, significa che nella tua vita manca la dolcezza;
non ti permetti certe cose che ti farebbero piacere! Se invece mangi troppo
salato, sei una persona che è incline a criticare se stessa. Se mangi troppo
speziato, vuol dire che non è speziata abbastanza la tua vita, manca "quel
certo non so che". Troppo caffè, vuol dire che mancano gli stimoli nella tua
vita!
Prima di passare al capitolo seguente, ti consiglio caldamente di aspettare
una settimana. Invece di proseguire, rileggi attentamente questo capitolo da
cima a fondo, annotando tutto ciò che mangi e bevi per una settimana.
Interrogati ogni giorno, chiediti se hai davvero fame prima di mangiare o di
bere, e se è di questo che hai bisogno. Tutto ciò per cominciare a conoscerti
meglio. Alla fine della giornata, annota tutto e scrivi se hai agito per fame,
spinto dalle emozioni, dall'abitudine o dall'appetito. Non trasformare tutto
questo in una dieta perché non lo è: è solo un esercizio di autoosservazione.
Ti permette di capire che cosa domina la tua vita, quale parte o quale ambito
di essa richieda lavoro da parte tua, che si tratti della dimensione mentale,
fisica o emozionale. E' un mezzo supplementare per conoscerti meglio.
In certi miei corsi chiedo ai partecipanti di fare questo esame; ne ricavano
molto, e i risultati lo confermano. Ecco la tua affermazione:
Sono sempre più sveglio e consapevole di ciò che motiva la mia
alimentazione e aspetto che il mio corpo mi comunichi le sue necessità nel
momento in cui ha fame.
11
Problemi di peso

Quando si parla di problemi di peso, ci si riferisce non solo al peso in


eccesso, ma anche all'eccessiva magrezza. Se sei eccezionalmente magro,
significa che la tua vita materiale non è abbastanza soddisfacente, sicché
l'insufficienza di peso indica la presenza di un senso di colpa dominante che
si presenta tutte le volte che ammiri qualcosa di materiale o provi il bisogno
di concederti un bisogno materiale.

Questo fatto potrebbe anche rivelare un'eccessiva inquietudine per i


problemi del mondo intero: incominci inizialmente a preoccuparti di tutto ciò
che ti circonda e il tuo corpo, con la sua magrezza, sta a segnalarti questo
fatto. Invia il messaggio che questo modo di essere non è ciò che ti ha
chiesto; i problemi altrui devono essere vissuti dagli altri, e non tocca a te
caricartene.

Una possibilità potrebbe essere che probabilmente dai più di quanto


ricevi. Bisogna allora che impari a ricevere un po' di più nella tua vita. A
mano a mano che trasformerai il tuo modo di essere, il corpo riprenderà il
peso ideale. E' importante procedere al suo ritmo: resta in ascolto.

Il problema opposto, ovvero quello del peso in eccesso o di prendere peso


troppo facilmente, ha per parte sua diversi significati. Chi decide di seguire
una dieta, facendo così rifiuta di assumersi la responsabilità della sua vita:
vuole guarire l'effetto senza cercarne la causa, e sebbene possa seguire una o
più diete, probabilmente alla fine il suo corpo si ribellerà e tutto il peso perso
verrà riacquistato. Secondo le statistiche, il novantotto per cento delle persone
che perdono peso in seguito a una dieta, lo riprende nel corso di un anno,
interamente e talvolta anche di più. Il successo temporaneo è solo illusione.

Ogni volta che dimagrisci per poi ingrassare nuovamente, aggiungi


qualche chilo in più. Questo è il modo in cui il tuo corpo si ribella per tutto
quello che gli fai subire. Il tuo corpo è il tuo migliore amico, e attraverso
questi messaggi il tuo superconscio parla con te. Ma tu, invece di
ringraziarlo, ti rivolti, cerchi di cambiarlo, ti arrabbi e riesci a detestarne
l'immagine. Fargli subire una dieta è l'opposto di ciò che andrebbe fatto.
Cerca piuttosto di identificare la causa del tuo sovrappeso, e un po' alla volta
il messaggio verrà percepito più chiaramente e il tuo peso diminuirà secondo
il ritmo ideale per il tuo corpo. Questo ritmo può variare da una persona
all'altra; c'è chi può perdere da dieci a dodici chili nello stesso tempo che altri
impiegano per perderne uno soltanto; ma questo ha poca importanza:
innanzitutto devi scoprire la causa. Per accumulare dieci chili ci sono voluti
diversi anni: perché dovremmo cercare di perderli in un paio di mesi
soltanto? Dai al tuo corpo il tempo necessario per adattarsi ai tuoi
cambiamenti interiori; da questa trasformazione dipenderà il risultato.
Appena cambierà il tuo modo di pensare, il resto verrà da sé.

I messaggi variano da una persona all'altra, a seconda della causa:


l'eccesso di peso può derivare dal fatto che mangi per abitudine, per
emozione o per appetito, come ho spiegato nel capitolo precedente. È
normale che un'alimentazione troppo abbondante rispetto ai reali bisogni del
tuo corpo si trasformi in grasso, tuttavia questa manifestazione non ha lo
stesso valore per tutti, perché è un modo per comunicarti un messaggio.

C'è qualcosa che hai bisogno di capire. Se conosci una persona che
eccede nell'alimentazione senza prendere peso, significa che ha un
metabolismo molto veloce, sicché brucia tutte le calorie a mano a mano che
le ingerisce. Il corpo lavora in continuazione e velocemente, il sistema
digestivo è sempre in funzione, e questa persona si consuma e invecchia
troppo rapidamente. Ognuno ha il suo messaggio. Il corpo, quest'ottimo
amico, trova sempre il modo per parlarci quando non rispettiamo le nostre
necessità.

La soluzione migliore sarebbe di mangiare per fame, pur riflettendo:


potrebbe bastare per cominciare a perdere il peso in eccesso. Non ti servirà a
nulla coltivare delle aspettative, giacché la tua sola guida è il superconscio.
Non ti resta che assumerti la responsabilità di te stesso.

Ilsovrappeso potrebbe indicare la presenza di un'accumulazione: non


soltanto in termini di beni materiali, ma anche in termini di pensiero. Chi
pensa spesso ad ammassare, ha paura che qualcosa possa venirgli a man
care; desidera avere sempre di più. Può trattarsi di qualcuno che attual
mente non manca di nulla, ma che teme che qualcosa possa mancargli in
futuro. Fra queste persone troviamo i grandi consumatori annuali di assi
curazioni: può anche essere che tu sia una di quelle persone che hanno
una, due o tre case, che ammassano una gran quantità di beni materiali...
Se questo è benefico per te, non riceverai nessun messaggio. Se invece i
beni materiali, le assicurazioni e il denaro hanno troppa presa su di te, ciò
significa che questa forma di insicurezza nuoce alla tua evoluzione.

Vorresti forse possedere molte cose ma non te le concedi; fingi di credere


che i beni materiali abbiano poca importanza ai tuoi occhi, ma in realtà ti
piace ciò che può darti il denaro. In tal caso, il tuo messaggio è: «Puoi avere
tutte queste belle cose; la materialità fa parte della spiritualità».

Un eccesso di peso può designare anche il fatto di non accettarsi di non


amarsi; significa essere alla ricerca dell'amore degli altri, avete sempre paura
di essere rifiutati, credere che gli altri siano amati più di noi e che noi non
valiamo granché. Questo rifiuto è tutto nella tua mente: riceverai amore
quanto ne darai. Guardati bene attorno; sei più amato di quanto credi.

L'eccesso di peso può essere provocato da frustrazioni sessuali; ad


esempio, se non si accetta il proprio sesso. La causa può risalire alla nascita,
quando i tuoi genitori avrebbero preferito un bambino del sesso opposto. Ciò
può avere abbastanza influenza da farci credere che per questo ci amino di
meno. Credi che, se fossi appartenuto all'altro sesso, la tua vita sarebbe stata
migliore? Hai mai sentito i tuoi genitori dire che avrebbero preferito un
maschio invece di una femmina o viceversa? Si sono già lamentati della loro
vita in quanto uomo o donna? Queste frustrazioni sessuali hanno spesso
ripercussioni nel periodo adolescenziale, dove il ragazzo o la ragazza sono
intimiditi dal sesso opposto. Si sentono entrambi insicuri di fronte ad
un'autorità del sesso opposto al loro, e trascurano il proprio aspetto fisico
(schiena curva, eccesso di peso) per evitare l'interesse dell'altro sesso.

In questo caso, il tuo superconscio ti dice di accettare il tuo sesso: se hai


scelto di venire a questo mondo come donna o come uomo, significa che è
necessario per te vivere qualcosa dal punto di vista del sesso che hai scelto.
Se da giovane pensavi spesso che essere dell'altro sesso ti avrebbe reso felice,
questo atteggiamento non è benefico per te, e ora ne subisci le conseguenze.
È venuto il momento di accettare il tuo sesso.

L'eccesso di peso può indicare un cordone da tagliare: può trattarsi


dell'influenza di una persona che non accettavi (padre, madre, nonno,
eccetera) la quale era a sua volta in sovrappeso. Hai talmente alimentato la
paura di assomigliarle che è proprio ciò che sei riuscito a fare. In questo caso,
il tuo sovrappeso indica che bisogna accettare quella persona così com'è,
fisicamente e mentalmente.

Puoi anche desiderare di assomigliare a una persona grassa che ha avuto


molta influenza su di te quand'eri più giovane. Se ne ammiri le qualità puoi
farle tue senza accettarne la corporatura!
Se vivi il problema dell'obesità fin dalla nascita, la causa potrebbe
facilmente risalire a una vita anteriore. Questo vale anche per una persona
che nasca con un qualsiasi handicap, e in tal caso questo handicap è
necessario alla sua evoluzione. Bisogna che impari ad amarti e accettarti così
come sei. Bisognerà che tu viva così tutta la vita, finché comprenderai che
quell'handicap fisico, mentale o emozionale è un messaggio per te. In
quell'istante, tutto può finire; la persona che soffre di un handicap fisico può
produrre un miracolo e guarire completamente. La stessa cosa può avvenire
per i problemi di peso; non siamo obbligati a vivere tutta la vita secondo il
cosiddetto "karma", o in base a un destino deciso in una vita anteriore: tu solo
puoi decidere quando fermarlo.
Ci sono persone profondamente credenti, molto spirituali, che possono
avere un problema di peso perché la loro anima, avendo un vago ricordo di
una dimensione precedente a questa vita sulla Terra, vorrebbe trovarsi
altrove, ovvero non qui. Tali persone di solito si chiedono: «Cosa faccio qui,
su questa Terra?» Di loro si dice spesso che sono "fra le nuvole"; pregano
spesso, perché sono naturalmente religiose. Le riconosciamo da questi loro
pensieri: «Se fossi morto, mi sembra che sarebbe più piacevole che essere
vivo». Non pensano necessariamente in termini di suicidio, ma sanno che
esiste un posto molto più bello della Terra.
Il peso in più, dunque, le obbliga a restare ben ancorate alla Terra, e le
trattiene qui. Il messaggio del superconscio è il seguente: «Accetta una volta
per tutte di stare sulla Terra; qui hai un compito da svolgere. Hai bisogno di
imparare ad amarti e ad amare gli altri».
Se questo è il tuo caso, soffermati ad osservare la bellezza della Terra,
della natura; incomincia ad amare te stesso e ciò che ti circonda.
Ecco un'altra possibilità: sei più incline a ricevere che a dare. Hai paura di
rivelarti? Hai paura quando è il momento di condividere ciò che sai con gli
altri? Sei il genere di persona che dice: «Se vogliono saperlo, che se lo
imparino da soli! Io non glielo dirò perché...» Qual è la ragione per cui ti tieni
tutto dentro? Hai paura di ferire? Di non essere accettato o di non essere
amato? Sei il tipo di persona che riceve le confidenze e i problemi di tutti, ma
poi non osa condividere i suoi? Troppa accumulazione significa che ricevi
troppo rispetto a quanto dai. Il tuo corpo, sarà dunque incline anch'esso ad
accumulare.
Quale che sia il significato, il corpo possiede mille modi di parlarti per
farti prendere coscienza delle tue azioni, dei tuoi pensieri e delle tue parole. Il
superconscio può utilizzare altri messaggi come l'acne, gli arrossamenti,
malattie interne visibili o no a occhio nudo. Ci sono tanti modi di ricevere
messaggi, e sta a te captarli.
E' importante che ti soffermi per scoprire cos'è che scuote il tuo mondo
interiore, piuttosto che provare a guarire l'effetto seguendo una dieta. Ci
guadagnerai di più se andrai dritto alla causa. Agire sull'effetto non risolve la
situazione; ad esempio, può esserci un individuo con un grave problema e
che, per dimenticarlo, decide di bere un bicchiere.
finisce la serata ubriaco e il giorno dopo, al risveglio, il grave problema è
sempre presente e spesso sembra più grosso di prima.
Seguire una dieta porta allo stesso risultato: anche se temporaneamente
guarissi gli effetti, la causa sarebbe sempre presente e ti darebbe un senso di
insoddisfazione interiore costante. Allora, perché non mirare direttamente alla
causa, alla fonte del messaggio?
Non ti preoccupare del tempo che impiegherà il corpo per perdere peso;
segui il tuo ritmo. Ciò che importa di più è imparare ad essere padroni di sé,
per conoscere la vera felicità.
Il lavoro da compiere per questo capitolo consiste in primo luogo nel
dimenticare due parole: diete e barare. Nessuno riesce a barare nella propria
vita; se credi di poter barare, è perché, di fatto, interiormente, sei ancora in
dieta. Questo modo di comportarti non è benefico per te; chiedi scusa al tuo
corpo se gli hai dato ciò di cui non aveva bisogno: «Scusa, Eroma. In questo
periodo compio degli abusi. Ti ho dato troppo cibo e non ti ho ascoltato.
Scusa. Farò ciò che è necessario, vedrai, finirò per riuscirci, e andremo
d'accordo io e te».
Così eviterai di sentirti in colpa; il senso di colpa, infatti, ci riporta
daccapo. Prenditi il tempo per riflettere e fare la lista di tutti gli alimenti di
cui attualmente ti privi. Questa lista deve contenere tutto ciò che ti piacerebbe
mangiare o bere ma di cui non osi alimentarti, per paura di barare o di
ingrassare. C'è una parte di te che è sempre a dieta. Bisogna accettare l'idea
che puoi mangiare ciò che vuoi e quando vuoi. Questo è il tuo corpo, e non
hai da render conto a nessuno se non a te stesso. Puoi dirti: «Sì, posso
mangiare quello che voglio e quando voglio. Ma ho davvero bisogno di
mangiare? Sono pronto a pagarne il prezzo?» Poi, fai la tua scelta. Sarà un
metodo molto più efficace che dirti: «Non devo... non devo... non devo!»
Questa frase diventa ossessiva, e ci fa agire nel senso opposto a quello che
vorremmo. La cosa più saggia è risolversi a dimenticare la parola "dieta", e la
parola "barare": da questo momento in poi, non fanno più parte del tuo
vocabolario. L'affermazione è:
Mi accetto quale sono ora. Il mio grande potere Interiore mi aiuta a
raggiungere e mantenere il mio peso ideale.
La sessualità

La sessualità è sempre un argomento delicato. Benché la cosa possa


sembrare sorprendente, ancora oggi ben pochi accettano la sessualità. Ci sono
paure e sensi di colpa al solo sentir parlare di sesso che sono stati trasmessi di
generazione in generazione. La parola stessa era di per sé peccaminosa
ancora poco tempo fa. Il confessionale era aperto per confessare i propri
peccati, ma i pensieri o gli atti sessuali, pur considerati un peccato, non
venivano confessati, e si viveva con il senso di colpa di non essere stati
capaci di farlo.

Da dove viene tanta importanza del sesso nella vita di un essere umano?
Non ci stancheremo mai di ripetere che tutto ciò che esiste nel mondo visibile
esiste sul piano invisibile, tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e
ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto.

L'atto sessuale è l'espressione fisica della massima fusione possibile,


ovvero quella tra anima e spirito. Lo scopo principale dell'essere umano è la
fusione del corpo inferiore con il corpo superiore, ed è per questo che l'atto
sessuale è tanto importante. L'anima mira a questa fusione, e si eleva verso la
felicità assoluta rappresentata da questo suo fondersi con lo spirito.

Ecco perché vi sono così tante aspettative nell'ambito sessuale, e quasi


sempre rimangono deluse. Fin dalla nostra prima giovinezza, abbiamo udito
gli adulti — comprèsi i nostri genitori — parlare di delusioni e frustrazioni
sessuali. Per risparmiare queste frustrazioni ai loro figli, hanno tentato di
frenarne lo sviluppo sessuale. A loro volta questi bambini, diventati adulti,
reagiscono esattamente nello stesso modo con i loro figli. Privandosi essi
stessi del sesso e privandone i loro figli, di fatto ne sono sempre più
ossessionati, e si sentono sempre più colpevoli. Il comportamento si arrocca
sugli estremi opposti: O troppa attività sessuale, o niente.
L'atto sessuale non è un modo per avvicinarsi a qualcuno, o per
impegnarsi con questa persona. Una relazione che sia fondata solo sulla
sessualità non ha una base solida, e più a lungo una coppia avrà sviluppato
l'amicizia prima di giungere a una relazione sessuale, più
la base di quel rapporto sarà solida.

I problemi sessuali sono tanto numerosi quanto le malattie relative agli


organi genitali dell'uomo o della donna. I problemi relativi al mestruo
indicano un qualche rifiuto a livello della sessualità, dal momento che si tratta
di una funzione naturale del corpo femminile, di per sé non patologica.

Come abbiamo detto all'inizio del libro, l'essere umano dispone di


un'enorme energia sessuale che non può essere continuamente utilizzata in
prestazioni sessuali; questa energia, quindi, sale fino alla gola dove attiva gli
impulsi creativi. Creare è importante; le generazioni passate erano
relativamente poco creative, e vivevano in base a una routine quotidiana,
usando poco la loro energia sessuale sia nel fare l'amore sia in attività
creative.

Per questa ragione avevano così tanti pensieri di ordine sessuale. Oggi la
vita ci offre ampie possibilità creative, perché c'è un grado maggiore di
accettazione: i giovani sfruttano molto la loro creatività nell'abbigliamento,
nella pettinatura, eccetera.

Notiamo che esistono più sensi di colpa di tipo sessuale nelle ragazze che
nei ragazzi; durante la fanciullezza la bambina viene tenuta molto più sotto
controllo: ad esempio, non le si consente di girare nuda, mentre il ragazzino
lo può fare. I genitori temono che le possa succedere qualcosa, mentre per il
ragazzo la gravità è minore... Lei può rimanere incinta...

Tanti tabù sessuali esistono a livello inconscio. È assolutamente


necessario liberarsene perché ci impediscono di raggiungere la pace interiore
che andiamo cercando. L'adulto ha preso delle decisioni importanti riguardo
al sesso quand'era bambino: se ha scoperto i suoi genitori intenti in un
rapporto sessuale, ed essi hanno cercato di punirlo o di nascondersi, è bastato
questo perché il bambino ne abbia concluso di aver assistito a qualcosa di
"male". Da quel momento in poi, ecco sfalsate le sue nozioni di bene e di
male.

Il complesso di Edipo è normale nei bambini dai tre ai sei anni: a


quell'età l'energia sessuale si sviluppa, e il maschietto si innamora
della madre, mentre la femminuccia del padre; si tratta di un innamo
ramento totale, che include l'amore fisico. Il bambino diventa geloso
del padre, e se una parte di lui lo ammira, un'altra parte vorrebbe
poterlo sostituire. Il bambino è come intrappolato fra questi due aspet
ti. Non bisogna fomentare questo complesso consentendo al bambino
di dormire sempre con la mamma, perché in questo modo non si fa
altro che obbedire al suo desiderio. È meglio spiegargli con delicatez
za che ha la sua camera, proprio come i genitori hanno la loro.

La bambina, invece, si mostra molto sensuale nei confronti del padre: lo


bacia e lo accarezza spesso, e può anche interferire se il padre riserva le sue
attenzioni alla mamma. Anche questo atteggiamento non va incoraggiato;
senza sgridare la piccola, è necessario farle capire che non c'è nulla di male,
ma che ognuno ha il suo ruolo Spingo spesso i genitori a parlare con i loro
figli come se fossero adul ti, spiegando tutto ciò che accade. D'altronde
comprendono molto più di quanto non si pensi.

Il complesso di Edipo scompare a poco a poco intorno ai sei anni; il


bambino e la bambina rispetteranno di più il padre o la madre, e
l'ammirazione nei confronti del genitore dello stesso sesso sostituirà la
gelosia. Il bambino si identificherà con il genitore dello stesso sesso, cercherà
di amarlo e di imitarlo invece di respingerlo.

Molti problemi sessuali dipendono dal fatto che il complesso di Edipo


persiste anche in età adulta. La giovane donna cerca allora il padre in modo
sensuale, così come l'uomo cerca la madre. Se ti identifichi in questo genere
di situazione, è inutile pensare che sia negativa; è meglio invece che tu
prenda la decisione di tagliare questo legame, accettando il fatto che un
genitore non può essere anche un amante. L'amore paterno-materno e l'amore
intimo sono due cose diverse; il fatto che ci siano stati fino a oggi tanti casi di
incesto, è dovuto a questa confusione di ruoli; ti confesso che mi stupisce
sempre constatare che, fra le persone che frequentano il Centro Ascolta il tuo
corpo, una su cinque confessa di aver subito in gioventù un'esperienza
incestuosa. È una percentuale elevatissima, che ne fa un trauma comune.
Oggi, però, le persone si aprono di più e riescono a parlarne.

Da dove provengono le esperienze incestuose? La bambina non è


consapevole della propria sensualità, ma provoca nel padre una reazione. Non
sto cercando una giustificazione per l'esperienza incestuosa, ma troppo
spesso, nell'anali zzare queste esperienze, si mette sotto accusa soltanto il
padre. Il padre che vive un'esperienza di questo genere con la figlia non è più
in grado di controllarsi, ed è un uomo che soffre, un uomo infelice, che fa una
cosa che va contro una legge naturale. Traumatizza sua figlia. Perché vive
questa esperienza con la figlia, invece che con un'altra persona? Il fatto è che,
fra i due, esiste una vibrazione. Spesso si tratta anche di un uomo che ha
paura di essere rifiutato, ed è sessualmente immaturo; la vita sessuale con La
moglie è insoddisfacente, ed è più facile trovare soddisfazioni- a casa che
altrove. Ci sono meno rischi d'essere rifiutati. Paradossalmente è un uomo
che dà molta importanza alla vita in famiglia. Con il lavoro che faccio,
incontro molte persone e quasi tutte quel le che hanno avuto esperienze
incestuose puntano l'indice accusatore sul padre. Attenzione, però, prima di
accusare altri! Ricordiamoci sempre che raccogliamo ciò che seminiamo!

Ho conosciuto casi in cui l'incesto è iniziato in età molto precoce, ma è


poi continuato fino ai diciotto anni! Una ragazza ormai adolescente mi ha
rivelato che aveva molta paura del padre, e che l'unico modo di uscire e
incontrare nuovi amici consisteva nel sottostare al suo volere. Pensate forse
che a diciotto anni una ragazza non possa dire di no a una situazione simile?
C'è qualcosa che avviene a livello inconscio. Di solito il problema sta in un
bisogno d'amore fondamentalmente legittimo da parte della bambina, ma
siccome questo bisogno d'amore non viene soddisfatto, si allarga a dismisura.
La piccola adora il padre, ma non si sente riamata da lui. Questo spiega il
fatto che, all'inizio, quando l'amore del padre si manifesta attraverso l'incesto,
la figlia sia contenta.

Poi, però, la bambina si sente interiormente colpevole di amare questa


forma d'amore, perché la sua nozione del bene e del male le dice che è male.
Inoltre, si sente colpevole per aver preso il posto della madre. D'altro canto la
moglie del padre incestuoso preferisce non vedere, per paura di scoprire la
verità. Questo fa sì che spesso la bambina detesti la madre, la quale non ha
voluto vedere la situazione e non ha fatto quindi in modo di mutarla, aiutando
la figlia.

Il caso del maschietto che ha una relazione incestuosa con la madre è


molto più raro; tuttavia l'esperienza in questo caso è ancora più
traumatizzante, perché viene distrutto il legame "madrefiglio". Il principio
materno, come sai, simboleggia la fonte stessa di ogni vita, e perdendo questa
fonte, il bambino si sente completamente solo.

Se hai vissuto un'esperienza simile con tuo padre o tua madre, con un
fratello o una sorella maggiore, un nonno, uno zio, è molto importante che tu
riesca a perdonare questa persona, accettando il fatto che si tratta di una
persona sofferente. È anche importante che tu perdoni te stesso, concedendoti
di aver amato l'unica forma d'amore — quella — che ricevevi da questa
figura parentale.

L'odio che si è sviluppato in seguito ti avvelena la vita, e non è benefico


per nessuno. Ecco il punto in cui il perdono diventa essenziale (Capitolo 6); è
importantissimo tagliare questo cordone, questo legame, per porre fine al
circolo vizioso. La purificazione deve pur cominciare da qualche parte, e tu
hai il potere di dare l'avvio a questa trasformazione. Non bisogna giudicare le
persone coinvolte: è molto più saggio accettare l'idea che nella vita non ci
sono né violenti né cattivi, ma solo persone che soffrono.

L'atto sessuale dovrebbe essere motivato unicamente dall'amore Amare


qualcuno significa desiderare di fondersi con questa persona per sentire di più
la sua presenza. L'atto sessuale non dovrebbe mai essere oggetto di una
negoziazione mercantile: le donne, a migliaia, si sottomettono a questo atto,
credendo di poter ottenere in seguito una ricompensa. Quanto alle
aspettative... Quanti uomini si credono anormali se non hanno un aspetto
virile, e si costringono a fare il primo passo nei confronti di una donna solo
perché credono che questo sia ciò che le donne desiderano!
Quindi, quando inizi una nuova relazione con qualcuno, è importante
cominciarla con il piede giusto. Non usare il sesso come un mezzo di
abbordaggio; non sarà questo che terrà una persona accanto a te. Se si tratta
di una relazione che esiste già da alcuni anni, sarebbe bene sviluppare un
dialogo a proposito dei vostri gusti sessuali: ditevi esattamente che cosa
sentite ora di fronte al sesso, e che cosa avete sentito quand'eravate più
giovani.

È importante imparare a svelarsi su questo punto: ti sei mai preso il tempo


di sederti con il tuo coniuge per svelargli/le i dettagli del tuo primo rapporto
sessuale o dei tuoi gusti sessuali? Ti ricordi dove, quando e con chi hai fatto
l'amore per la prima volta? Se non hai accesso a questo ricordo, può essere
segno di un blocco a questo livello. È altrettanto importante accettare il fatto
che fare l'amore sia uno dei più grandi piaceri sulla Terra; è infatti il simbolo
materiale della fusione spirituale con Dio.

Il desiderio di fare l'amore non è soltanto il frutto della nostra natura


animale, ma lo diventa se l'atto è unicamente motivato da semplice piacere
sessuale, senza condivisione di sentimenti con l'altra persona. In quel
momento, allora, agisce solo il tuo corpo inferiore, mentre fare l'amore per
amore consente al corpo superiore di procurarti una grande gioia interiore
anche dopo l'atto sessuale.

Per alcuni, soprattutto per le donne molto spirituali, fare l'amore è


sinonimo di abbassamento. Ricorda che sei nata sulla Terra e fare l'amore è
un piacere della Terra. Non c'è di che sentirsi colpevoli, perché nell'amore
non c'è né bene né male.

È anche molto importante poter fare l'amore con un partner che ci siamo
scelti. La donna riceve molto dall'atto sessuale, proprio come l'uomo riceve
molto dalla donna. Non si tratta di ricevere solo fisica mente, ma anche
emotivamente, attraverso il corpo astrale (ovvero attraverso il corpo
emozionale).

È per questo che è essenziale conoscere la persona con cui fai


l'amore; se questa persona vive di rancori, odio o paura, puoi venire
influenzato. L'uomo e la donna ricevono infatti le loro vibrazioni
reciproche attraverso l'unione dei loro corpi sottili, invisibili.

E facile constatare che sulla Terra circola molta insoddisfazione sessuale:


la gente continua a cercare nel sesso una compensazione per qualcosa di cui
sente la mancanza. Nel mondo materiale, la fusione sessuale è un anticipo
della fusione spirituale fra anima e spirito.

Quanto all'omosessualità, questa scelta viene generalmente da un


complesso di Edipo non completato. Infatti il bambino (maschio o femmina)
oltre a essere innamorato del genitore del sesso opposto (tappa normale nel
suo sviluppo), si è identificato con esso, invece di identificarsi con il genitore
del suo stesso sesso.

L'uomo omosessuale, invece di amare come suo padre, vuole essere


amato da lui comportandosi come la madre. Le esperienze omosessuali
comportano generalmente molti disturbi a livello emozionale; l'omosessualità
è un'esperienza come tante altre per riuscire, alfine, a ritrovare
completamente se stessi, e raggiungere la grande pace interiore. Si tratta
spesso di un'esperienza che serve per superare il rifiuto: se per caso sei fra i
molti che la stanno vivendo, approfittane per imparare l'accettazione al posto
del giudizio.

Se ti riconosci fra coloro che giudicano la vita sessuale altrui, sappi che le
persone che si danno alla prostituzione, che vivono esperienze incestuose od
omosessuali, hanno qualcosa da imparare da quella loro scelta; ed essa
riguarda soltanto loro. Se giudichi qualcuno con severità, guarda bene che
cosa il suo comportamento ha risvegliato in te: che cosa stai cercando di
nascondere a te stesso? È meglio per te scoprirlo immediatamente, perché nel
caso in cui non ti sia di beneficio se non altro sarà più facile cambiarlo.

E' indubbio che queste esperienze creano momenti difficili per la persona
che le vive, ma essa ne uscirà ancora più forte. La cosa migliore per te, invece
di giudicare gli altri, è guardarti, esaminare come ti comporti nella tua vita
sessuale; sei il solo a decidere di essa.
Per concludere questo capitolo, l'ideale sarebbe che facessi un bell'esame
di coscienza, esaminando la tua vita sessuale presente prendendone le
distanze. Se anche questo procedimento si rivela insoddisfacente, allora
bisogna che tu ti affermi di più. Si tratta di una delle esperienze più
importanti della tua vita, e può segnarti moltissimo. Nel momento in cui
riuscirai ad affermarti nella vita sessuale, è molto probabile che cambieranno
molti altri aspetti della tua vita personale. Fai dunque l'esame di coscienza
subito dopo il tuo prossimo rapporto sessuale, o il giorno seguente. L'hai
accettato? L'hai fatto per amore Le tue nozioni di bene e male ti impediscono
forse di vivere pienamente questo rapporto?
Eccoti l'affermazione:
Sono una manifestazione di Dio sulla Terra, quindi la mia sessualità è a
sua volta una manifestazione di Dio. La uso per elevarmi.
I bisogni del corpo fisico

I bisogni fondamentali del corpo fisico sono l'argomento conclusivo della


parte di questo libro che è dedicata alla dimensione fisica. Non prestare
ascolto ai propri bisogni significa andare contro le leggi fisiche naturali, e il
corpo può ribellarsi attraverso un disturbo o, peggio, attraverso la malattia. Il
primo bisogno, in ordine di importanza, è il respiro.

Se smetti di respirare per qualche istante, per qualche minuto, sai ciò che
accadrà. Il corpo fisico ha bisogno d'aria, e non ci sono dubbi a questo
proposito. L'aria contiene tutti gli elementi nutritivi che servono al corpo, e
quando respiri bene, di fatto vai in cerca della vita che si trova nell'aria.
Questa vita si chiama prana, ed è fatta apposta per il corpo fisico. Saper
respirare bene può risparmiarti un pasto al giorno, tanto l'aria è nutriente: si
tratta solo di prenderne coscienza mentre respiri.

Respirare consiste nel fare una buona inspirazione, nel trattenere l'aria, e
nell'espirare per un tempo doppio di quello dell'inspirazione. Se l'inspirazione
dura due secondi, l'espirazione ne durerà quattro. La durata potrà aumentare,
in seguito, con esercizi regolari e assidui. Respira profondamente fino a far
arrivare l'aria nel ventre, ripetendo nella mente questa affermazione: « faccio
penetrare tutta questa vita in me». Ogni ciclo respiratorio porterà dei
cambiamenti nel tuo stato d'animo.

Non basta respirare per soddisfare le necessità fisiche, bisogna anche


respirare la vita. Se ti senti soffocato dagli eventi, se hai problemi di polmoni
e di respirazione, significa che non respiri la vita. Se poi la rifiuti ancora di
più, finisci con il provocarti problemi di cuore, un po' come chi prende la vita
troppo sul serio e la vede solo come un faticoso lavoro. Quando il cuore o i
polmoni ti parlano è segno che non respiri abbastanza la vita, mentre si tratta
di un bisogno fisico inderogabile. Il secondo bisogno è quello dell''ingestione.
Ingerire significa far entrare acqua e cibo nel corpo, e una carenza

d'acqua provoca la morte proprio come un'eccessiva mancanza di cibo,


per cui non credo di doverti convincere che il bisogno d'acqua è uno dei
bisogni fisici principali. Ma quale tipo d'acqua somministri al tuo corpo?
Purtroppo, quella di rubinetto è di scarsa qualità in molte città... La quantità
d'acqua ha inoltre altrettanta importanza della qualità. Bisognerebbe bere da
due a tre litri d'acqua al giorno, e dal momento che esistono diversi tipi di
acqua sul mercato, sarebbe bene scoprire qual è quella più adatta per ognuno
di noi.

Abbiamo già parlato del cibo in un altro capitolo, per cui aggiungerò
soltanto che persino gli animali d'allevamento mangiano meglio di noi: se li
nutrissimo con farina bianca, zucchero bianco e pane bianco, non
durerebbero tanto a lungo.
Avrai notato che la carne che consumi proviene da animali erbivori.
Mangiare carne, significa nutrirsi di un cadavere. L'animale, prima di morire,
ha avuto paura: l'odore del sangue del mattatoio gli ha provocato delle
reazioni di paura, le quali a loro volta hanno prodotto molta adrenalina.
L'adrenalina rimane nel suo corpo per mesi, diventando un veleno per l'essere
umano che se ne ciba. Insieme alla carne, mangi anche le emozioni
dell'animale: paura, collera, aggressività. Per questo le persone che fanno un
grande consumo di carne sono molto aggressive.

Prima di metterti in bocca qualcosa, prenditi un po' di tempo per ascoltare


davvero quali sono i bisogni del tuo corpo. Non ti sto dicendo di diventare
vegetariano dall'oggi al domani, e di abbandonare per sempre l'acqua del
rubinetto. Non ho intenzione di farti paura, con questi discorsi, ma di farti
invece diventare più consapevole. Procedi gradualmente: a mano a mano che
purificherai il tuo essere interiore e imparerai ad amarti di più, cambieranno i
tuoi gusti, le tue porzioni di carne diminuiranno e alla fine non ne vorrai più
sapere. Anche l'acqua inquinata non ti andrà più bene. Ascolta il tuo corpo
con attenzione, prenditi tutto il tempo che ti ci vuole e non aver paura di
interrogarti ulteriormente se la tua risposta è vaga. Quando ti viene la voglia
improvvisa di mangiare qualcosa, chiediti se si tratta di un bisogno reale o se
è dovuto ad un'influenza esterna. Se, dopo averci riflettuto, vuoi ancora
mangiare quell'alimento, allora fallo, e segui il tuo ritmo! Anche le idee che
mandiamo giù hanno un'influenza sul corpo, proprio come il cibo o l'acqua.
Se trovi difficile accettare le idee nuove (quelle che possono anche rivelarsi
benefiche per te), che siano tue o di qualcun altro, potresti causarti dei
disturbi alla bocca.

Eccoti come esempio la situazione in cui mi sono trovata qualche tempo


fa: ero in riunione con alcune persone, e c'erano decisioni importanti da
prendere; una di queste riguardava il futuro di questo stesso libro. Qualcuno
si presentò con un'idea nuova, e io mi sorpresi a pensare: «Ma che idea è mai
questa? Non ha senso! Pazienza, tanto alla fine sono io che decido!»

Non volevo davvero mandar giù quell'idea. In quell'istante cominciai a


sentire una piccola ulcera in bocca, e subito pensai: «Toh! Improvvisamente
mi fa male in bocca». Nel giro di qualche minuto l'ulcera si era ingrandita:
capii che l'idea che mi rifiutavo di accettare poteva essere benefica per me. Se
abbiamo l'abitudine di restare in ascolto, ci accorgiamo di tutti i segnali: è
straordinario. Il mio migliore amico, interiormente, mi stava suggerendo di
non trascurare quell'idea. La esaminai dunque a fondo, divenni più ricettiva, e
mi accorsi delle possibilità che conteneva. Nel giro di mezz'ora, l'ulcera era
scomparsa...

Il corpo ti parla, stai all'erta fin dai primi segnali: così saprai ritrovare la
strada giusta. Il terzo bisogno: la digestione.
E' essenziale per il tuo corpo poter digerire il cibo; oltre al cibo, bisogna
digerire anche le idee nuove. Se hai accettato un'idea altrui, l'hai mandata
giù... Ma ecco che, in seconda battuta, decidi di opporti: «No, non ha davvero
senso».
Rifiutando di digerire il nuovo, rischi di provocarti un'indigestione,
ovvero il rifiuto di questa idea. Il corpo ti segnala allora che il rifiuto dell'idea
non ti fa bene, e questo atteggiamento può causare dei disturbi digestivi che,
se non vi poni rimedio, possono allargarsi a tutto il sistema digerente, ovvero
allo stomaco, al fegato e al pancreas.
Il fegato è il focolaio della collera repressa; arrabbiarsi significa andare
contro la legge fondamentale dell'amore, e ti è necessario imparare che le
persone sono, in ogni istante, tanto perfette quanto sono in grado di esserlo.
Ogni loro parola, ogni loro gesto, esprime il loro modo d'amare. Se accetterai
la presenza di amore in ogni parola e in ogni azione, non vivrai più alcuna
collera, e spariranno i tuoi disturbi digestivi. La digestione di idee nuove non
presenterà più alcun ostacolo.
Quanto ai disturbi al pancreas, sono rappresentati dal diabete o
dall'ipoglicemia, due disturbi che riguardano quelle persone che ritengono di
non meritare alcun piacere. Costoro amano far piacere agli altri, ma non a se
stessi e la loro vita è piuttosto spenta. Provano una grande tristezza interiore
che nascondono mostrandosi buffi e divertenti; non accettano e non
digeriscono le situazioni piacevoli che nascono intorno a loro, e pur
aspirando alla felicità, non credono in realtà di poterla mai raggiungere.
Da alcuni anni a questa parte mi è accaduto di vedere centinaia di persone
liberarsi dall'ipoglicemia semplicemente facendo qualcosa di bello e
piacevole per se stesse; liberarsi dal diabete è più lungo, si tratta di una
malattia più grave, quindi di un messaggio più forte; ma nulla è impossibile, e
sono stata personalmente testimone di diverse guarigioni.
La masticazione favorisce la digestione; si consiglia di masticare il cibo
fino a renderlo liquido e non sentirne più il sapore. Sarà quindi necessario un
minimo sforzo per inghiottirlo, un'abitudine particolarmente apprezzata dal
corpo.
La saliva, infatti, contiene enzimi di cui il corpo ha bisogno per favorire
la digestione del cibo (soprattutto i carboidrati) e una lunga masticazione,
rendendo liquidi gli alimenti, favorisce la digestione nello stomaco.
Tutte le volte che ingoi qualcosa senza masticare, anche certi alimenti che
non richiedono una lunga masticazione come per esempio la pasta, le gelatine
e i budini, rendi più difficile la digestione. È importante masticare o
mescolare molta saliva al cibo, il più a lungo possibile, prima di inghiottirlo.
Il quarto bisogno: l'eliminazione.
Una buona masticazione e una buona digestione sono essenziali per
eliminare bene. Anche le fibre giocano in questo un ruolo importante, giacché
sono quella parte del cibo che non viene digerita dal corpo; formano dei
piccoli peli che favoriscono la pulizia intestinale.
È importante saper eliminare le idee, lasciarle andare; oggi, la rapidità
evolutiva causa molti problemi a chi rimane troppo legato alle proprie
vecchie idee, problemi che si manifestano con stitichezza, emorroidi, disturbi
alla vescica, gonfiore e ritenzione idrica, dal momento che il processo di
eliminazione passa non soltanto attraverso la massa intestinale e il retto ma
anche attraverso i reni. Tutti questi disturbi indicano un blocco a livello dei
pensieri o delle idee; in particolare, i disturbi renali, la ritenzione idrica, il
gonfiore e la stitichezza possono rivelare la paura di perdere qualcuno dei
tuoi beni materiali, ai quali sei troppo attaccato; possono anche essere segno
di idee meschine.
Tutti questi inconvenienti sono un messaggio di Eroma, il tuo
superconscio, che ti dice: «Non temere di perdere qualcosa; ciò che possiedi
ora puoi averlo in qualsiasi momento».
Nella vita, più si dà e più si riceve: lo scambio di energia dovrebbe andare
così. Sei troppo attaccato ai tuoi beni materiali, ai tuoi pensieri, e non hai il
coraggio di far posto a qualcosa di nuovo. Se soffri di emorroidi, anche
questo è un messaggio del corpo che ti comunica che hai paura di "mollare" e
ti senti sotto pressione a causa di ciò che avviene in questo periodo nella tua
vita. C'è molto risentimento. Se hai La diarrea, significa che temi di essere
rifiutato: il tuo superconscio ti suggerisce di mollare la presa, di
abbandonarti, consentendo agli altri di avere le loro idee; accetta il loro aiuto
e liberati da ogni opposizione non benefica, Il quinto bisogno: L'esplorazione.
Esplorare è un bisogno essenziale per l'essere umano; chi non si muove,
chi non usa i propri sensi per andare avanti, è una persona indubbiamente
malata. Se ti è capitato di rimanere a letto per diverse settimane, sai cosa
voglio dire. L'essere umano ha bisogno di muoversi, di usare la sua grande
energia, ed è molto salutare praticare un'attività fisica regolare tutte le
settimane.
L'esercizio fisico ideale è camminare; è il più semplice, il più economico
e il meno violento. Restituisce l'equilibrio al corpo, e non è soltanto un
esercizio fisico: è anche un'attività riposante e rilassante. Consente di far
lavorare i muscoli delle gambe, del ventre e del torace, ci ossigena e fa bene
al cuore. Le vibrazioni prodotte a ogni passo sono una sorta di massaggio per
il fegato, il pancreas, la milza e l'intestino, il che favorisce tutto il processo
digestivo. Camminare accelera il metabolismo e attiva la circolazione, ed è
un'attività indispensabile per il buon funzionamento delle articolazioni. È
qualcosa che possiamo praticare senza difficoltà e che possiamo interrompere
al minimo segno di fatica; combatte con efficacia l'appesantirsi del corpo e
della mente, e migliora le difese naturali dell'organismo riducendone
sensibilmente l'invecchiamento. Aiuta a mantenersi in forma e riduce i rischi
di infarto e di arteriosclerosi. Sono movimenti automatici che consentono
all'uomo di sentirsi libero, senza necessariamente fare uso della mente.
Quale che sia l'attività fisica che hai scelto, andrebbe esercitata
mediamente quattro volte la settimana o secondo le necessità del tuo corpo.
L'esplorazione psichica è altrettanto importante per il corpo fisico: se le
tue azioni, i pensieri, le parole, ti impediscono di progredire nella vita,
insorgeranno disturbi alle gambe, alle braccia, agli occhi, alle orecchie o al
naso. Un disturbo alle anche segnala che qualcosa non va nell'esplorazione, e
il corpo ti dice che hai paura di procedere a seguito di decisioni importanti.
Sei consapevole di ciò che andrebbe fatto, ma un timore, dentro di te, ti frena.
Eppure non hai nulla da temere, il tuo superconscio è alla base di ogni
decisione. Se si tratta di un dolore persistente alle gambe, significa che il
futuro ti fa paura: probabilmente ti trovi di fronte a un mutamento che
potrebbe modificare il tuo avvenire, e che potrebbe per esempio riguardare il
lavoro. Ti trovi davanti a una nuova responsabilità, ed è probabilmente questa
la fonte del tuo male: esiti ad andare avanti.
Gambe e piedi hanno lo stesso significato: le dita dei piedi riguardano i
piccoli particolari del futuro... Sono tutte preoccupazioni che non ti fanno
bene. Se poi hai i calli, significa che il tuo modo di agire e di pensare non è
benefico per te.
Ogni disturbo sta a dire che il tuo modo di agire e di pensare non è
benefico per te.
Un dolore alle braccia indica che non accogli (non abbracci) le tue
esperienze attuali con gioia. Cosa vorresti fare veramente? Sarebbe ora di
soddisfare le tue necessità! Un dolore al gomito ti indica che non sei
abbastanza flessibile per accettare una nuova esperienza: smetti di temere di
trovarti in trappola, e tutto andrà a posto.
L'artrite rivela che la tua esplorazione non è armoniosa: se si tratta di
artrite delle mani, delle gambe, delle braccia e delle anche, credi davvero che
le persone si approfittino di te; in realtà, non esprimi ciò che vuoi e accetti
sempre di sacrificarti per gli altri per poi lamentarti. Il corpo ti segnala che è
ora di affermare te stesso.
Ti rendi conto di quanto il corpo sia straordinario e meraviglioso? Dal
momento che non c'è né bene né male, non è necessario lambiccarsi il
cervello: qualsiasi cosa facciamo, diciamo, pensiamo o sentiamo, se per caso
non va bene per noi ci verrà segnalato. L'unica tua responsabilità è di restare
in ascolto: sorvegliare i tuoi disturbi, le malattie, gli indebolimenti, le
emozioni e il cibo che consumi. Appena un segnale si presenta, sai che sta
succedendo qualcosa; va accolto come l'indicazione di aver sbagliato strada,
un richiamo alla retta via, quella dell'amore! E noto che su quella via sarai più
felice.
Sono convinta che questa teoria sulle necessità fisiche tu già la conosca,
almeno in parte; anzi, avresti quasi voglia di dire: «Tutti sanno di che cosa ha
bisogno il corpo».
Sono d'accordo con te, ma all'atto pratico, a che ci servono tutte queste
conoscenze se non le applichiamo?
Tanta gente sa un sacco di cose, ma il tutto resta a livello di informazione:
sapere tutto non cambia assolutamente niente nella vita. È solo con la pratica
che tutte queste "conoscenze" si trasformano in conoscenza. Molte persone
hanno un sacco di diplomi, accumulati in anni di corsi, e pur disponendo di
una vasta gamma di teorie, non per questo hanno cambiato la loro vita.
Perché? Perché non mettono in pratica nulla; usano le loro conoscenze per
cercare di impressionare gli altri o per cambiarli.
A questo punto, devi aver ormai cominciato a vivere alcuni cambiamenti,
alcune trasformazioni: a poco a poco prendi coscienza della tua grande forza
interiore.
Prima di terminare il capitolo e passare al seguente, elenca i cinque
bisogni fondamentali del corpo fisico e, sotto ad ognuno, indica i segnali che
hai rintracciato. Tocca a te, ora, prendere le decisioni appropriate, e dare al
tuo corpo ciò di cui ha davvero bisogno. Solo tu ne trarrai profitto, e non hai
nulla da perdere. Curandoti di te stesso, concedendoti ciò che ti fa piacere,
ascoltando il tuo corpo, trasformerai la tua vita.
Le grandi pulizie sono appena iniziate: ci aspetta ancora la parte mentale
e quella emozionale. Resta in ascolto: è l'augurio migliore che io possa farti.
L'affermazione è la seguente:
Decido ora di rispettare i bisogni del mio corpo Fisico, ritrovando così la
salute fisica. PARTE TERZA ASCOLTA IL TUO CORPO MENTALE
Il bene e il male

Il bene e il male hanno diretto il mondo fin dall'inizio dei tempi, ma


purtroppo dobbiamo constatare che questa creazione è dovuta all'aspetto
umano dell'uomo, non all'aspetto divino. Il male è una creazione della paura.
Il tutto avviene nella nostra testa: se identifichiamo una cosa come "male",
ecco che, automaticamente, essa diventa "male", da cui deriva il detto
"diventi ciò che pensi". Resta il fatto che un'altra persona potrebbe
interpretare quel "male" come un "bene": una cosa, può dunque essere "bene"
o "male" a seconda della percezione individuale.

In realtà, tutto ciò che è considerato "male" fa parte dell'immenso piano


divino, ed è consentito sulla Terra per aiutare l'uomo ad evolversi.
Ecco l'esempio di un tale che fa la sua corsa mattutina sotto i caldi raggi
del sole invernale: corre a torso nudo, e per lui va bene così. Malgrado il
freddo si sente tonificato, gli piace sentire la carezza del sole sulla pelle e,
mentre corre, non sente freddo. Si rianima, si riempie di energia per il resto
della giornata. Ma ecco che incrocia un pedone, il quale si stupisce della sua
nudità, ed esclama a gran voce: «Dio mio, che matto! Si buscherà un
accidente». Tale reazione indica che questa persona, se facesse la stessa cosa
dell'altra anche solo per pochi minuti, si ammalerebbe; infatti, mentalmente,
ha deciso che quel comportamento è un male.
Gli esempi in tal campo sono numerosi: sappiamo che mangiare è un
bene, che bisogna farlo per nutrirsi, per fornire energia al corpo fisico; sicché,
se è bene mangiare, mangiare di più sarà ancor meglio... No!
Un'alimentazione eccessiva non fa bene a nessuno, perché aumenta il lavoro
del corpo.
Il concetto di bene e di male è un prodotto dell'essere umano. Quante ore
dedichi ogni giorno a gestirti la vita secondo lo schema di bene/male? Quante
volte ti impedisci di fare ciò che vorresti solo per che pensi sia male, o hai
paura di ciò che gli altri direbbero o non direbbero di te? Rifiutarsi di fare ciò
che ci piacerebbe fa sì che ricadremo nelle nostre abitudini, e reagendo in
questo modo accettiamo un concetto di bene o di male proveniente
dall'esterno!

Prendiamo la questione della prima colazione: "dicono" che farne una


abbondante sia la cosa migliore. Ma da cosa deriva questo principio? Era
certamente ottimo per le generazioni che ci hanno preceduto, perché i nostri
nonni, i nostri bisnonni vivevano in campagna e si alzavano prestissimo,
verso le tre o le quattro del mattino; ovviamente alle otto sentivano il bisogno
di fare una robusta colazione. Bisogna ricordare che costoro traevano tutta la
loro energia dal cibo, e ignoravano che l'energia poteva essere acquisita con il
pensiero; le loro facoltà mentali erano meno sviluppate. Questa nozione,
però, è rimasta immutata, accettata dai nostri genitori e poi anche da noi.
Eppure, se per alcuni può essere essenziale fare colazione al mattino appena
alzati, per altri può essere vero l'opposto; mangiare appena alzati, se il corpo
non ha completato l'assimilazione della cena precedente, equivale a dargli
troppo lavoro: lo obblighiamo a digerire, assimilare ed eliminare qualcosa
che non ci ha neppure chiesto di ingerire.

Ti lasci disturbare molto da tutte quelle cose che provocano in te


emozioni, paure e sensi di colpa? Allora significa che, mentalmente,
consideri queste cose negative. Se ti capita di avere pensieri o di compiere
azioni che consideri "male" vuol dire che sei interiormente tormentato.
Le parole peccato, Satana, diavolo, demonio sono credenze del piano
mentale dell'uomo, perché Dio è amore, è perfetto, è onnipresente. E se è
onnipresente, dov'è mai Satana? È mai possibile che la metà del cosmo abbia
un Dio, e l'altra metà sia governata da Satana? Come puoi accettare
l'onnipresenza di Dio e poi credere contemporaneamente nell'esistenza di
Satana? Diffida di chi ti parla del diavolo e del peccato: sono modi per
inculcarti nozioni di paura. Forse che Dio cerca di farti paura? No, Dio è
giusto, e ama tutti.

Tutti noi dobbiamo e vogliamo vivere in armonia e in pace, liberi da


paure. Le uniche volte in cui l'essere umano deve pagare per qualcosa, è
quando infrange le leggi naturali, le leggi che governano il cosmo: ma
l'effetto causato dai nostri pensieri non è di per sé né "male" né "peccato", è
semplicemente la manifestazione della legge di causa-effetto, la quale ci
insegna e ci aiuta a diventare più coscienti. Non ci sono errori, ma solo
esperienze.

La parola stessa "errore" è un'altra invenzione dell'essere umano: se


parole come Satana, peccato, male, errore, inganno e tante altre non
esistessero, le penseresti? Tutto questo vocabolario è stato inventato e
accettato ormai da lunga data; certi esseri umani, credendo di conoscere le
leggi naturali fondamentali meglio di Dio stesso, hanno cominciato a
legiferare a loro volta, e la sete di potere ha preso il sopravvento; gli uomini
si sono lasciati influenzare e attualmente sono in una fase in cui sentono il
bisogno di tornare alla perfezione che I era all'inizio dei tempi. Una
perfezione che corrispondeva alla grande armonia naturale, l'unica che
dovrebbe esistere.
I valori, i metodi, le abitudini e i princìpi sono talmente potenti nell'uomo
che finiscono con il governarne la vita.

È venuto il momento di soffermarti a guardare te stesso, attraverso i tuoi


valori. Questi ultimi, rispondono alle tue ambizioni? Ci credi davvero? Ti
rendono felice? La presenza di valori, metodi, abitudini e princìpi indica che
la nozione di bene/male è ancora troppo forte, limita i tuoi desideri e genera
lotte interiori frequenti. Ci impediamo in tal modo anche il desiderio: «Non
bisogna, non è bene». Questa è la sindrome principale delle forti personalità,
quelle che non si abbandonano mai al desiderio, al loro lato infantile.

Le forti personalità hanno un punto principale in comune: sono molto


presuntuose. Tra l'altro si credono molto superiori agli altri, che considerano
poco o nulla; vogliono sempre cambiare il prossimo e la loro nozione di bene
e di male è talmente radicata in loro che non riescono ad accettare gli altri
così come sono.

La verità è una faccenda molto relativa, un altro concetto umano: essa è


proporzionale al grado di sviluppo di ogni persona, e tutti sono convinti di
esserne i detentori. Ognuno di noi ha raggiunto un certo livello evolutivo,
sicché non si può dire che la verità di uno sia peggiore di quella di un altro;
essa segue lo sviluppo della persona che l'ha fatta propria. Dunque, invece di
cercare di cambiare tutti quanti, accettiamoli come sono, nella loro verità.
Ogni nuova esperienza diventerà allora occasione di apprendimento, e quindi
di modificazione, di evoluzione. Anche tu sperimenterai i cambiamenti a
mano a mano che avanzerai nella vita.

Quando la nozione di bene e di male è troppo spiccata, diventi


eccessivamente rigido con te stesso e con gli altri; ti perdi occasioni
fantastiche che ti farebbero vivere momenti felici, e sei talmente impegnato a
giudicare e a criticare gli altri che non ti accorgi più di quello che accade
nella tua vita, di quello che potresti fare per te stesso. Cosa succede a chi si
trova in questa situazione? Non prova più alcuna sensazione di benessere, ma
frequenti e continue emozioni.

Se ti capita di giudicare buona una cosa, mentre vicino a te qualcuno


esprime il parere opposto, ti senti forse frustrato, deluso, mortificato? Ti senti
in collera? Cerchi di cambiare l'altra persona? Ricorda che ciò che cerchi di
fare agli altri, stai cercando di farlo a te stesso. Quali sono le tue reazioni
quando fai qualcosa di male? Non l'accetti, sei arrabbiato con te stesso, non te
lo perdoni... Se è così, stai andando contro la legge dell'amore, che dice che
bisogna accettarsi.

Hai scelto il tuo modo di vita e le tue attuali abitudini perché hai pensato
che fossero una buona cosa per te; ma sei stato tu, davvero, l'autore di quella
decisione? Oppure, quando l'hai presa, eri già influenzato dall'esterno?

Facciamo l'esempio del sonno. Dicono che si dovrebbe dormire otto ore
per notte. Ma chi ha deciso così? Di quante ore di sonno hai bisogno per ogni
notte? Il tuo corpo dovrebbe dormire quando ha sonno, e non quando lo dice
l'orologio. Molti vanno a dormire ogni sera alla stessa ora, convinti di aver
bisogno di un certo numero d'ore di sonno ogni notte. Nella vita odierna non
dovrebbe più essere così, perché ogni giorno è diverso. Il bisogno di sonno,
quindi, varia a seconda dell'attività e dell'energia impiegata.

Presso le generazioni precedenti, quando per la maggior parte gli uomini


vivevano in campagna, si sapeva con un anno d'anticipo ciò che si sarebbe
fatto; era una vita regolare, come un orologio. La gente andava a dormire
molto presto e aveva bisogno di una bella notte di sonno. Quanti ancora
vivono secondo questo modello, inculcato loro dai nonni, senza peraltro voler
tornare nel passato? Ecco perché persistono tanti conflitti; è importante vivere
nel presente, non nel passato.

Prima di andare a letto, dovresti chiederti se hai davvero sonno, se ti senti


stanco; forse non hai bisogno di sonno ma di riposo. Scegli allora un'attività
che è riposante per te, come ad esempio ascoltare musica, fare un bagno
caldo a lume di candela, rilassarti, fare una passeggiata, risolvere un
rompicapo o magari andare a ballare. Che cosa è maggiormente distensivo
per te, sei tu che lo sai.

Quando sei stanco, riposati. Quando hai bisogno di sonno (ovvero quando
gli occhi ti si chiudono da soli), vai a dormire. Quando hai fame, mangia. È
questo, ascoltare il proprio corpo. Resta in all'erta, presta ascolto ai tuoi
bisogni personali e non ai "si dice".

Lo stesso fenomeno avviene al risveglio: quando il corpo si sveglia alle


sei del mattino, e pensi che sia ancora troppo presto per alzarti, vuol dire che
non gli dai ascolto: se ti sveglia, è perché è ora di alzarti. In tal caso, sarebbe
preferibile svolgere attività interessanti per te; puoi sempre tornare a letto un
po' più tardi, nel corso della giornata, o anche solo concederti un momento di
rilassamento. Se dormi più ore di quante siano necessarie al tuo corpo, ti
sentirai anchilosato, appesantito, e magari ti verrà mal di schiena. Se ti alzi
troppo tardi, avrai difficoltà ad affrontare la giornata.

Avrai notato che ci conformiamo a un sacco di abitudini, senza neppure


chiederci se le vogliamo davvero. Eccotene una lista: sedersi
a tavola sempre allo stesso posto, dormire sempre dalla stessa parte del
letto, andare in vacanza sempre nello stesso luogo, fare le pulizie nello stesso
giorno della settimana, fare le compere nello stesso negozio sempre lo stesso
giorno, mangiare alla stessa ora, andare a trovare la suocera tutte le
domeniche, telefonare alla mamma una volta al giorno... Senza contare quelli
che hanno l'abitudine di lamentarsi tutte le volte che chiedete loro come
stanno.

Hai l'abitudine di dire sempre ai tuoi figli cosa fare, quando farlo o perché
non farlo? Hai l'abitudine di lamentarti con tuo marito o tua moglie ogni volta
che torna dal lavoro? Guardati, osservati: quali sono le tue abitudini?

Più sei abitudinario, più il tuo concetto di bene/male è ancorato dentro di


te. Se imparerai a diventare più flessibile, accettando l'idea che non vi sia né
bene né male, ti riempirai la vita di esperienze attraverso le quali apprendere.

Commettere un omicidio, essere omosessuali o essere violenti può, ai tuoi


occhi, essere male; ma non giudicare mai nessuno. Anche queste persone
hanno qualcosa da imparare nelle loro esperienze, e non tocca né a te né a
nessun altro decidere al loro posto. Loro soltanto sanno che cosa vivono
interiormente e coloro che vanno contro le leggi naturali fondamentali, come
la legge dell'amore, della responsabilità... raccoglieranno ciò che seminano.

Raccogliamo ciò che sta dietro alle nostre azioni, ciò che le motiva, e non
soltanto i frutti dell'azione stessa.
Se il raccolto è piacevole, questo è dovuto alla tua semina. E lo sai. Il
modo migliore per imparare, per smetterla di prendertela con te stesso, sta
nell'accettare che sei, in ogni istante della tua vita, il più perfetto possibile.
C'è chi crede che il perfezionismo sia una virtù; se sei un perfezionista,
significa che non hai accettato la tua perfezione. Il perfezionista non è mai
soddisfatto e ha enormi difficoltà ad accettarsi. Non c'è mai nulla di
abbastanza perfetto. Prendi un po' di distanza, e osserva quelli che chiami i
tuoi "errori". Nel momento in cui facevi questi "errori", ne eri consapevole?
O ti sei accorto solo in seconda battuta che se avessi agito diversamente
avresti ottenuto risultati migliori? Al momento dell'azione, eri certo che
quello fosse il modo di agire giusto... Allora, perché avercela con te stesso? E
questo vale per ogni altro essere umano: in ogni istante della vita tutti agiamo
al meglio secondo i dati che abbiamo. Questo significa veder Dio in ognuno.
Dio uguale perfezione.
È possibile che alcuni perdano il controllo di sé, come ossessionati
da qualcosa, da qualcuno che li spinge a commettere azioni abominevoli,
come un omicidio. Ma nel momento in cui compie quest'azione la persona
non è se stessa, è sotto l'influsso di una forza invisibile. L'essere umano deve
combattere queste forze che lo circondano sempre, perché questo fa parte di
ciò che deve imparare sulla Terra.
Più impari a tenere le redini della tua vita, meno accadrà che persone,
eventi o vibrazioni esterne possano influenzarti. Hai probabilmente
sperimentato una situazione in cui hai detto qualcosa come: «Non so cosa mi
sia successo, era più forte di me». Sappi che non sei l'unico: ma alla fine, la
padronanza di sé farà scomparire a poco a poco questo genere di esperienze.
Le persone che si trovano invischiate in eventi di questo genere non vanno
giudicate. È molto più piacevole accettare il fatto che ogni persona, in ogni
istante della sua vita, è il più possibile perfetta, per quanto può.
Ogni volta che te la prendi con te stesso per non aver agito bene come
avresti voluto, ti comporti come un bambino di sei anni che è arrabbiato
perché non sa scrivere bene come sua sorella che fa l'università! Lo scolaro di
prima elementare scrive al meglio delle sue conoscenze, e il maestro gli darà
un voto in base al livello di apprendimento. Non si può paragonare il suo
lavoro a quello della studentessa universitaria per valutarlo. Può ottenere un
"ottimo" anche se la sua scrittura è a malapena leggibile! Ciò non toglie che
se questo bambino, arrivato all'università, scriverà ancora come alle
elementari, non sarà più la stessa cosa.
Possiamo paragonare questo esempio a una persona che è diventata
consapevole che certe cose vanno contro le leggi naturali, e che tuttavia si
ostina a comportarsi in quel modo. È ovvio che dovrà pagare molto di più.
Quando fai qualcosa al meglio delle tue conoscenze, accetta di essere
perfetto per quanto lo puoi essere. Dovrai pagare soltanto se persisterai
consapevolmente a rifare azioni che non sono benefiche per te. E questo, in
barba al risultato delle tue precedenti esperienze.
E' raro che una persona cosciente ripeta azioni che non sono benefiche,
sia per lei stessa che per gli altri.
Ogni giorno della vita ti offre nuove esperienze affinché tu possa
eccellere ancor più nella tua perfezione; e quando accetterai questo concetto
per te stesso, lo accetterai anche per gli altri. Cesserai allora di condannare,
giudicare, criticare o portare rancore nei confronti di chicchessia. Che
immensa pace interiore, conoscerai allora! Vedi, tutto è stato concepito per
trasformare in meglio la tua vita.
Il pessimista può facilmente paragonarsi al perfezionista: vede sempre
arrivare il lato peggiore delle cose, non accetta né la sua perfezione né quella
altrui; il fatto di essere pessimista o perfezionista è solo un frutto della mente,
dovuto al proprio concetto di bene/male.La Terra è una grande scuola nella
quale passiamo continuamente da una classe a quella superiore. Accetta che
ogni persona si trovi a un grado diverso, e che ognuna sia perfetta,
relativamente al grado raggiunto, Ci sono persone che vanno ancora all'asilo,
mentre altre non vi hanno ancora messo piede; c'è chi invece è già
all'università, ma nessuno, sulla Terra, è migliore degli altri.
Il bambino delle elementari che fa del suo meglio, è bravo quanto lo
studente universitario che lavora di buona lena; anzi: un bambino dotato di
coscienza e conoscenze inferiori allo studente universitario, spesso si sforza
molto di più di quelli che sono arrivati a un livello alquanto superiore.
Dunque, chi sei tu per giudicare gli altri?
Siamo tutti tanto perfetti quanto possiamo esserlo, in ogni istante della
nostra vita.
Dovere: ecco un termine che sta a indicare chiaramente come la nozione
di bene/male sia ancora molto radicata in te. Di solito, questo termine non
proviene da te, bensì dalla tua nozione di bene/male: «devo» oppure «non
devo». Esempio: lavori tutta la settimana e il mattino del sabato ti dici: «Oggi
devo fare le pulizie». Ecco che questo compito diventa una corvè. Sarebbe
meglio sostituire "devo" con interrogativi del tipo: «Ho davvero voglia di fare
le pulizie oggi? Se non le facessi, quanto mi costerebbe?»
Se il prezzo da pagare è troppo alto, perché da qui alla prossima settimana
non hai altro tempo per le pulizie, il bucato e la stiratura, allora puoi fare
un'affermazione di questo genere: «Beh, in fondo mi sembra di non avere
alcun altro giorno per farlo, e so che mi sentirò meglio facendolo oggi».
Hai fatto la tua scelta; anche se non si può dire che sia ciò che preferisci
fare, resta il fatto che è una scelta tua. Non è più la stessa cosa, e vedrai che
l'esecuzione di questi compiti ti richiederà molta meno energia.
Ti accade forse di dire: «Devo di nuovo andare a lavorare stamattina»?
Ricorda che non devi fare mai niente nella vita... L'intera vita è una scelta.
Puoi dunque scegliere di non andare a lavorare; ma ti senti pronto a pagarne
il prezzo? Se credi che la scelta ti costerebbe troppo perché rischieresti di
perdere il posto, allora prendi una decisione che diventa una scelta: «Scelgo
di andare a lavorare».
Ogni volta che ti accorgi di dire o pensare "devo", fermati e afferma tutto
l'opposto: «No, non devo. Posso sempre scegliere nella vita Non ho da render
conto a nessuno, quaggiù, tranne a me stesso».
Dopo averci riflettuto, se constaterai che il prezzo da pagare e troppo
elevato e non sei pronto ad affrontare le conseguenze di questa decisione,
agisci secondo questa consapevolezza! Questo vale per tutto, anche per le
leggi umane. Ad esempio, i semafori. Puoi scegliere di non rispettare i
semafori, se così ti piace... ma sei pronto a pagarne il prezzo? Sei pronto a
rischiare un incidente o a pagare una multa?
Vedi, non devi mai nulla, è sempre una tua scelta; tutto viene da te.
L'unica cosa che devi fare, per quel che ti riguarda, è evolvere, ossia amare e
procedere secondo le leggi naturali e spirituali fondamentali. Così è tutto
molto più facile. Occupati soltanto del tuo "essere", e il resto verrà da sé; è
l'unica cosa che abbia importanza sulla Terra. Il tuo intelletto non serve a
capire, analizzare o giudicare gli altri, ma a farti comprendere che la
perfezione è un tuo diritto di nascita.
Prima di passare al capitolo seguente fai un elenco di tutto ciò che
consideri bene o male nella tua vita; il tuo concetto di bene/male è uguale a
quello degli altri? I tuoi valori sono identici a quelli che attribuisci agli altri?
E' importante verificarlo. Se perdi delle cose o ti vengono rubate, questo
indica che i valori non sono gli stessi per te e per gli altri.
Nel fare la lista, guarda se il bene è davvero bene, e se il male è davvero
male. Alcune cose che consideri male potrebbero essere buone per te.
Osserva che tutte le cose scritte sulla tua lista sono talvolta bene, talvolta
male; ovvero talvolta benefiche e talvolta non benefiche a seconda della
persona, dell'evento, della circostanza e del momento. Non c'è niente che sia
veramente "bene" o veramente "male".
Fai una seconda lista con tutte le tue abitudini dopodiché, nel giro di tre
giorni, cambia almeno un'abitudine! Per cambiarne una di quelle che non
sono benefiche per te (fumare, per esempio), sostituiscila con una che sia
benefica per te. Ma il tutto non può che essere il frutto di una tua decisione: le
tue abitudini non benefiche provengono perlopiù dall'esterno, dalla tua
educazione, dalla tua cultura e dalle decisioni prese quand'eri giovane; una
buona abitudine è tonificante, vivificante. Ciò che importa è che sia frutto di
una decisione consapevole.
Ecco l'affermazione:
Osservo tutte le mie abitudini per essere in grado di sapere quali sono
benefiche per la mia evoluzione e la mia armonia. Accetto l'idea che vivere è
una scelta.
L'orgoglio

Quasi a nessuno piace sentir parlare di orgoglio; non ho ancora incontrato


una sola persona che sia riuscita a vincerlo completamente. L'orgoglio è una
delle tante manifestazioni della paura, ma viene anche dalla parte perfetta
dell'essere umano: infatti, siamo consapevoli di possedere questa perfezione
divina dentro di noi, ma poi la sfruttiamo in modo inadeguato, volendo
sempre aver ragione a spese altrui. L'orgoglio è un altro difetto del piano
mentale, dell'intelletto.

Si riconosce la persona orgogliosa dal fatto che vuol sempre aver ragione,
dando torto a chi la circonda; dà l'impressione d'essere l'unica vincitrice, ma
la forza e il potere che sembrano derivare dall'orgoglio sono soltanto illusori:
l'orgoglioso, in realtà, è sempre un perdente.

Si dice che l'orgoglio sia il massimo flagello dell'umanità, e la causa di


grandi tensioni nella vita sociale, di rivalità fra i popoli, di guerre, intrighi,
odio e rancore nei confronti del prossimo; l'orgoglio porta ambizioni di
potere, e indurisce il cuore impedendoci di amare i nostri simili. L'orgoglioso
si crede sempre corretto, mentre crede che gli altri non lo siano; anche tentare
di cambiare gli altri è una forma di orgoglio e quando, dentro di te, credi di
essere una persona corretta, che ha ragione, e ti paragoni a un altro che non
solo ha torto, ma è completamente fuori strada, allora sappi che sei l'unico
perdente.

Se lasci che l'orgoglio prenda il sopravvento, perdi tante cose: ti costerà


molto in amore, nelle relazioni, nella salute, nella felicitai Ne vale davvero la
pena?
L'orgoglioso è colui che conosce meno se stesso; è talmente infatuato di
se stesso che ogni tentativo di renderlo più consapevole si rivela inutile. Non
vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione. Gli piace la
compagnia degli adulatori, ma il bene motivato dal segreto desiderio di venire
applauditi o glorificati, si ritorce sempre contro chi l'ha fatto.
È la ragione per cui tanta gente prende delle iniziative in base alle
migliori intenzioni, per poi vedersele ritorcere contro, perchè l'orgoglio,
strada facendo, è riuscito a prendere il sopravvento.

Esistono due forme di orgoglio: l'orgoglio mentale e l'orgoglio spirituale.


L'orgoglio mentale caratterizza chi pensa di conoscere tutto; non appena
mettiamo in dubbio le conoscenze di questa persona, ecco che il suo orgoglio
viene a galla, la persona si ostina a lungo per farci capire il suo punto di vista.
L'orgoglioso si riconosce dal suo comportamento: parla forte, in fretta, e in
modo incalzante; vuole assolutamente avere ragione, e farà tutto il possibile
per farsi intendere, finché il suo interlocutore dirà: «Ah! Sì, ho capito». Ciò
equivale, tutto sommato, a dargli ragione.
Un'altra sua tipica caratteristica è l'uso frequente di questa frase: «Lo
sapevo». Sa sempre tutto; ma se sa davvero tutto, perché mai si sente in
dovere di dirlo? A te capita spesso di dire questa frase? In tal caso,
l'importante è che tu, tu solo sappia di saperlo.
Se qualcuno ti chiedesse «Lo sapevi?», allora sarebbe diverso: in tal caso
risponderesti a una domanda. Invece, il bisogno di dire "lo sapevo" senza che
ci venga chiesto niente, è motivato dall'orgoglio.
L'orgoglio fa sì che tu ti opponga a ogni trasformazione interiore; fa tutto
il possibile perché tu non veda Dio nell'altro, perché tu non perdoni, non
esprima i tuoi sentimenti o le tue emozioni, non sia autentico, non ti iscriva a
un seminario di crescita personale o legga dei buoni libri sull'argomento. Se
in questo periodo provi rancore per qualcuno e non riesci a chiedergli
perdono di avercela con lui, se non riesci ad ammettere di aver omesso di
riconoscere l'amore nei suoi gesti o nelle sue parole, allora vuol dire che
permetti all'orgoglio di agire. I tuoi pensieri sono, allora, probabilmente del
tipo: «Figurati, se gli chiedessi scusa sarebbe più o meno come dargli ragione
e ammettere che ho torto!»
Considera l'orgoglio come un'entità esterna, il cui unico scopo è di
influire su di te. L'orgoglio è una vocina mentale che continua a disturbarti,
ma puoi decidere fin d'ora di prendere tu stesso in mano le redini della tua
vita, non consentendo a questa entità, che non è te, di farlo in vece tua.
Proprio come abbiamo fatto per il superconscio, vorrei suggerirti un nome
adatto a questa vocina che ti parla di continuo, facendo sì che tu opponga
resistenza alla vita; chiamala "Sciò". Ogni volta che senti la sua presenza
dentro di te, pronta a disturbarti, dille: «Sciò! Vattene, non ti ho invitato,
fuori dai piedi!»
Vedrai quant'è efficace. Quando l'orgoglio prende il sopravvento non sei
più lo stesso, non esprimi il tuo Dio interiore, ti lasci influenzare.
Il tuo orgoglio farà di tutto per sopravvivere, e ti tormenterà nonapppena
avrai preso la decisione di vincerlo. I suoi attacchi saranno ancora più duri
nelle settimane che seguiranno quella tua decisione secondo la mia esperienza
e le mie osservazioni personali, se cominci oggi a domarlo, le prime tre
settimane saranno le peggiori; in seguito, la tua resistenza incomincerà ad
attenuarsi e tutto diventerà più facile, L'orgoglio ha paura: puoi paragonarlo a
una vicina di casa che viene sempre a raccontarti storie spaventose, alla quale
consenti di entrare in casa tua ad ogni ora della giornata. Quando decidi di
dirle: ?? Basta, vai via, non ho più voglia di sentire queste storie», il panico si
impadronisce di lei; sta perdendo il suo territorio, quel bel posto dove le
piaceva tanto sfogarsi. Tornerà dunque alla carica per verificare se hai deciso
veramente di non darle più retta. Questo vale anche per l'orgoglio: per un
certo tempo farà tutto il possibile per sopravvivere, ma in ultimo finirà per
scomparire. se vuoi avere il sopravvento, resta in campana.
E meglio essere più consapevoli, perché gli umani sono estremamente
orgogliosi. Non è possibile liberarsi da un giorno all'altro di un orgoglio che
si è radicato per intere generazioni, per molte vite; ci si arriva lentamente, con
piccole vittorie quotidiane, compiendo atti d'amore.
L'orgoglio è l'esaltazione del tuo sé inferiore, quello della tua personalità,
diverso dal tuo Sé superiore, quello della tua individualità. A mano a mano
che svilupperai l'individualità, l'orgoglio avrà sempre meno presa su di te.
Attenzione all'orgoglio spirituale: più una persona cresce spiritualmente,
più diventa consapevole e maggiore è il pericolo che si lasci dominare
dall'orgoglio spirituale. Questa persona, in generale, si sentirà superiore alle
altre: «Io sono meglio di te, lui non è evoluto quanto me»... pensieri che sono
frutto dell'orgoglio spirituale.
Ho conosciuto molti individui che avevano raggiunto un buon livello
evolutivo, ma proprio nel momento in cui cominciavano a mettersi al servizio
degli altri, l'orgoglio spirituale ha preso il sopravvento e tutto si è rivoltato
contro di loro.
E' importante che tu stia attento, soprattutto quando diventi più cosciente.
Il fatto di trovarsi a un livello superiore rispetto a un'altra persona non
significa necessariamente che l'essere dell'altro sia inferiore al tuo: è solo il
suo grado di coscienza ad essere inferiore, perché la purezza della sua anima
è perfetta quanto la tua. Soltanto l'espressione è diversa.
Se guardi gli altri come esseri inferiori a te, è come credersi un elefante e
prendere gli altri per topi. Ma forse che un elefante ha più valore di un topo,
quale animale? È una posizione molto pericolosa, perché sarebbe come dire
che tu sei Dio, e l'altro invece non lo è. La legge spirituale fondamentale è
vedere Dio in ogni persona.
Ciò che rende difficile il compito di domare l'orgoglio è il fatto che non
appena lo lasciamo agire esso tende a far risaltare anche l'orgoglio altrui.
Quando due orgogliosi si affrontano, il risultato sarà inevitabilmente che i
perdenti saranno due.
Il metodo migliore per domare il tuo stesso orgoglio quando ti trovi
davanti qualcuno che vuole aver ragione, è quello di non ostinarti; accetta
l'idea che, per il momento, l'altro detiene una verità importante per lui, e che
la sua verità è vera per lui quanto la tua lo è per te. Chi dei due ha ragione?
Senz'altro entrambi.
Dunque, nel tuo intimo, accetti che l'altro abbia ragione, ma che anche la
tua verità sia vera quanto la sua. Ecco cosa ti suggerisco di dire: «Accetto il
tuo punto di vista anche se è diverso dal mio, e anche se non lo capisco.
Accetto che, per te, questo punto di vista sia importante».
L'altro ne rimarrà totalmente sbalordito. L'orgoglioso vuole vincere
sempre, vuole aver ragione e avere l'impressione che sia l'altro a perdere, ma
con queste parole si troverà davanti a una situazione in cui la sua verità viene
accettata, pur rendendosi conto che l'altro non è perdente. Agendo in questo
modo, eviti la sottomissione.
Se invece cambi il tuo punto di vista solo per evitare discussioni, questo è
un atto di sottomissione e anche qui i perdenti sono due: tu, con la tua
sottomissione, che ti senti come se ti avessero privato di ogni energia; e
l'altro, che si crede vincente (mentre è perdente), ma si è procurato il potere
nel modo peggiore. Dovrebbe infatti trarre il proprio potere dall'intimo e non
dagli altri... chiunque vinca per mezzo dell'orgoglio è automaticamente un
perdente.
Dalla parte opposta all'orgoglio, troviamo l'umiltà: ma fai attenzione,
perché molti si credono umili ma in realtà sono dei deboli, che camuffano la
loro paura. Hanno talmente paura di sbagliare che preferiscono sottomettersi.
Dai potere a una persona di questo genere, e la vedrai cambiare in fretta:
come per miracolo, l'umiltà scomparirà... è ciò che chiamiamo "falsa umiltà".
Ci sono anche persone che si sottovalutano sempre, e che non sono capaci
di accettare i loro talenti e le loro virtù. Sono persone che provano imbarazzo
quando qualcuno fa loro un complimento. Agiscono in modo umile... ma
anche questa è falsa umiltà, ed è di nuovo una forma di orgoglio.
L'ideale sarebbe di paragonarsi sempre con chi è più in alto di noi,
prendendo atto che costui sa esprimere meglio la sua divinità. Ci renderemmo
conto, allora, che c'è ancora molto da imparare, e più facilmente
accetteremmo che gli altri siano perfetti quanto noi.
L'orgoglio spesso genera ipocrisia, vanità, bisogno di potere e molti altri
stati d'animo che non sono benefici per te. Vi sono due forme di ipocrisia:
quella del grand'uomo che si fa passare per uomo comune, e quella dell'uomo
comune che si fa passare per un grand'uomo. Entrambi ci confondono, uno
con la sua falsa umiltà, l'altro con la vanità.
Se soltanto l'orgoglioso sapesse cosa l'attende dopo la morte... cosa dovrà
vivere fra una vita e l'altra... e che cosa egli sta creando per la sua prossima
vita! Parlare dell'aldilà non è certo lo scopo di questo libro, ma non si può
fare a meno di riflettere sull'argomento. Ecco perché è importante domare
l'orgoglio a cominciare da subito, divenendo più coscienti delle nostre
motivazioni. Aspiriamo alla gloria e alle lusinghe? Se è così, tutto ci si
rivolterà contro. È così importante voler avere sempre ragione? Guarda
quanto ti costa!
Aiuti qualcuno con la speranza di sentirti dire che sei bravo e fantastico?
Speri che l'aiuto che hai fornito venga divulgato ai quattro venti? Osservati!
Facciamo il caso che tu abbia aiutato qualcuno: questa persona ti è poi
sembrata ingrata e non riconoscente, non ti ha neppure ringraziato e ha
raccontato a tutti di aver infine preso in mano la propria vita, di essere
cambiata tantissimo... E tutto questo, senza mai far parola del tuo aiuto!
Sconfortante, vero? Avresti preferito che dicesse che questo era avvenuto per
merito tuo? Aspettarsi riconoscenza, è una forma di orgoglio.
Forse sarai scombussolato nel leggere queste righe, nel prendere
coscienza di quanto tu sia orgoglioso! Lo scopo, però, non è sconvolgerti, ma
farti diventare più consapevole. Se prima avevi il sentore di essere una
persona orgogliosa, adesso è il momento di prenderne atto davvero, perché
era proprio ciò che ti impediva di amare.
I risultati fisici dell'indurimento del cuore sono le numerose sclerosi,
disturbo che colpisce sempre più persone. L'orgoglio fa molti danni... L'ideale
sarebbe che queste persone lasciassero esprimere il proprio cuore e
cominciassero ad amare, essendo meno dure con se stesse e con gli altri.
L'aspetto mentale del nostro essere va impiegato per innalzarci, non per
abbassarci o considerare gli altri più bassi di noi. Gli alti di semplicità e di
sincerità ti fanno vivere una felicità molto maggiore di quella che provi
avendo sempre ragione.
Se ti rendessi conto, dopo aver letto il capitolo relativo, che alcuni
"cordoni" con i tuoi genitori non sono stati tagliati, e che ancora esiti a farlo,
anche questo è un segno d'orgoglio; chiedere scusa e compiere un atto
d'amore non comporta né di perdere né di vincere. Le due persone che si
trovano all'estremità di questo cordone sono perfette in base ai dati che
hanno, e hanno fatto del loro meglio in base alla loro conoscenza; soltanto
che l'amore era espresso male. Per ricominciare nel modo giusto, uno dei due
deve aprire il cuore e abbandonare il proprio orgoglio. Questo è il massimo
bene che una persona possa fare all'altra. Pensare o parlare "di testa", ovvero
in base all'intelletto, è una forma d'orgoglio, e non può che chiamare in gioco
una risposta "di testa", ossia intellettuale, da parte dell'altro. Certo non fa
appello al suo cuore.
Torniamo sempre alla stessa cosa: l'amore. Ogni atto d'amore finisce per
risolvere tutti i problemi, e trasforma ogni cosa nella vita. L'amore ha un
grande potere terapeutico: guarigione del corpo, della mente, emozionale e
spirituale.
E' ora di capire che dietro l'orgoglio si nasconde sempre la paura, la paura
di non essere amati, di essere rifiutati, giudicati, criticati; la paura di non
essere all'altezza della situazione, la paura di perdere qualcosa o qualcuno: se
ti trovi davanti a una persona orgogliosa, cerca di vedere tutta la sofferenza e
la paura alla base del suo comportamento. Può darsi che questa persona
cerchi di cambiarti, di spaventarti con i suoi atteggiamenti categorici e
autoritari, ma non lasciarti impressionare: in realtà, probabilmente è più
spaventata di te. Non cercare di rispondere sullo stesso piano, sul piano
mentale: se vedi in lei la sofferenza, potrai toccarle il cuore.

Per terminare questo capitolo, ti consiglio fermamente di analizzare gli


ultimi due giorni: scrivi tutto ciò che ti ricordi rispetto ai contatti che hai
avuto, con i tuoi familiari o con altri, pensieri, parole o azioni che siano.

Sii onesto con te stesso: il tuo foglio, non lo vedrà nessuno; se necessario,
brucialo dopo aver fatto la lista. Guarda quante volte il tuo orgoglio ha preso
il sopravvento! Può essersi trattato di orgoglio mentale («Io so di più») o di
orgoglio spirituale («Io sono migliore»).

Questo esercizio non è stato concepito per farti sentire in colpa, ma per
farti prendere coscienza del livello a cui sei arrivato, e della decisione da
prendere. Guarda che cosa ti è costato in termini di salute, di pace interiore,
di rapporti, di felicità e di amore: sei pronto a continuare a pagare questo
prezzo?

Credo che, se sei riuscito a leggere questo libro fin qui, è perché hai
decisamente intenzione di prendere le redini della tua vita, e prestare ascolto
ai tuoi veri bisogni; occuparsi del proprio orgoglio è un bisogno
fondamentale, per cui guarda bene tutto quello che questi mutamenti
porteranno nella tua vita.

Una volta terminato l'elenco, prendi una situazione alla volta e vai dalla
persona interessata: se è il caso di chiederle perdono, fallo; spiegale che hai
capito di esserti lasciato dominare dall'orgoglio, dille che non eri veramente
tu a parlare, non tu con il tuo cuore, ma il tuo orgoglio che aveva preso il
sopravvento. Confessale che hai infine deciso di prendere tu stesso le redini,
ma che dovrà avere pazienza con te perché nulla può essere fatto da un giorno
all'altro. Questo bell'atto (l'amore ti aiuterà, credimi.
L'affermazione da ripetere il più spesso possibile è la seguente:
Mi accetto con il mio orgoglio e me ne libero sempre più ogni giorno,
vedendo Dio in tutti quelli che mi circondano.
I falsi padroni

Cos'è un padrone? È qualcuno o qualcosa che dirige la tua vita e davanti a


cui ti inchini per timore o per adorazione*. Conosci i padroni, i maestri che
dirigono la tua vita? Ti accorgerai presto che sono non soltanto molti, ma
anche tutti falsi! L'unico vero maestro, su questa Terra, è il tuo Dio interiore,
e questo vale per tutti gli esseri umani; ognuno ha il suo maestro.
Ecco i falsi padroni più comuni.

C'è forse qualcuno, nella tua vita, in questo momento, che ti è vicino (un
congiunto, un figlio, un genitore, un datore di lavoro) e che temi? Che dirige
la tua vita? Davanti al quale sempre ti sottometti?

I nostri corsi, qui al Centro Ascolta il tuo corpo terminano sempre fra le
ventidue e trenta e le ventitre, a seconda del programma; mi è accaduto più
volte di vedere alcune partecipanti diventare nervose all'avvicinarsi delle
ventidue e trenta... Temono di far aspettare il marito che è venuto a prenderle.
A un certo punto cominciano ad agitarsi sulla sedia, ad alzarsi per andare alla
finestra... Appena il marito si presenta, ecco che la signora si affretta ad
andarsene, perdendosi la fine del corso.

Una donna che agisce in questo modo teme il marito, teme di dispiacergli.
C'è sempre modo di comunicare senza temersi a vicenda, e se quest'uomo è
troppo impaziente per attendere anche pochi minuti, la signora potrebbe
suggerirgli di arrivare più tardi; altrimenti, potrebbe organizzare i suoi
spostamenti da sola, con i trasporti pubblici o mettendosi d'accordo con un
altro partecipante per farsi riaccompagnare a casa.

Una persona che ne teme un'altra non è padrona di sé: infatti, appena temi
qualcuno, ne fai il tuo padrone, ed egli ti manipola continuamente. Sa
benissimo quale tasto premere per farti reagire, ed essere sempre in fase
reattiva non può farti bene, perché causa troppe emozioni.
* N.d.T.: il termine maitre si presta in francese a un gioco di parole che è
imposshibile in italiano; in francese, infatti, esso significa sia "maestro" che
"padrone".

Un altro falso padrone è rappresentato dalle notizie. Quale che sia il


mezzo di informazione utilizzato, c'è chi ascolta le notizie per poi basarsi su
di esse nel prendere le proprie decisioni; sicché, se è previsto maltempo,
molti cambieranno programma. Eppure, quante volte le previsioni
meteorologiche si rivelano inesatte! Sono gli umani che decidono quale sarà
la temperatura: ad esempio, se in un dato posto la maggior parte della gente
cambia idea repentinamente, anche la temperatura subirà un mutamento
altrettanto radicale. La Terra è un'entità vivente, e le sue cellule sono gli
stessi esseri umani.

Una persona che si lascia influenzare dalle notizie, molto spesso vivrà
nella paura, tormentata da ciò che ha udito. Se si annunciano problemi
finanziari nel paese, nasconderà i soldi o li trasferirà all'estero... Oppure,
quando viene a sapere che è stato trovato il corpo di un giovane mutilato dal
suo aggressore, vivrà una violenta emozione che potrà durare diversi giorni,
sebbene quel fatto non la riguardi direttamente.

Quello che accade agli altri, riguarda solo gli altri: si tratta della loro vita,
della loro responsabilità, e non c'è né da capire né da essere d'accordo o no.
Basta accettare il fatto che l'uno e l'altro abbiano vissuto l'evento, e provare
compassione senza tormentarsi. Questa è la vita.

Gli onori e il potere fanno parte anch'essi dei falsi padroni: se fai qualcosa
per venire onorato o per acquisire potere, significa che sei motivato da ciò
che è al di fuori di te, e non dal tuo Dio interiore; lasci che il desiderio degli
onori e del potere diriga la tua vita.

I beni materiali sono talvolta anch'essi dei falsi padroni: che rapporto hai
con essi? Tieni ad essi moltissimo? Se qualcuno danneggiasse il tuo bene più
prezioso, come reagiresti? Ti arrabbieresti? Se la risposta è "sì", vuol dire che
i beni materiali, a casa tua, la fanno da padroni. Cosa cambierebbe nella tua
prossima vita, se dovessi morire con un bicchiere di cristallo in meno o con
un graffio sul mobile del soggiorno, o una bruciatura sul tappeto? E' normale
che ogni essere umano voglia essere circondato da cose belle. La bellezza per
noi è importantissima, ma non ci fa bene essere schiavi dei nostri beni
materiali. Questi ultimi servono a renderci la vita più piacevole, non a
dirigerla: chi dirige, sei tu.

Un altro falso padrone è l'oroscopo. In molti si fanno fare la carta del


cielo, e poi seguono l'oroscopo letteralmente; conducono la vita secondo
quello che è scritto nei libri, o secondo le rivelazioni dell'astrologo. Sono le
decisioni che prendi, le azioni che intraprendi, a condurre la tua vita; sei tu
che ti sei scelto il tuo segno astrologico, soltanto per imparare ad evolverti, ad
amare, malgrado alcune influenze astrali. Gli astri avranno minor presa su di
te non appena sarai tu a tener le redini della tua vita. La carta del cielo è solo
uno strumento per farti conoscere gli influssi astrali allo scopo di imparare a
vincerli.

Potremmo paragonare la faccenda a una situazione di questo tipo: ti viene


assegnato, per un anno, un lavoro da svolgere con una persona molto
negativa; non puoi scegliere, devi proprio starle accanto per un anno. Decidi
di accettare e, da quel momento, stai in guardia; ti proteggi dagli effetti
negativi. È ovvio che bisognerà fornire uno sforzo supplementare, ti ci vorrà
un gran dispendio di energie, ma essendo consapevole dell'influenza non
benefica, sarai in grado di proteggerti. Questo vale anche per gli astri: gli astri
propongono, e l'uomo dispone.

I veggenti e i medium possono essere anch'essi dei falsi padroni per


diverse persone. Essi sono sempre più numerosi, e ancor più lo saranno in
futuro perché la nostra coscienza si eleva, consentendo in tal modo lo
sviluppo delle nostre qualità sensitive. Che accade, durante una seduta?
Queste persone captano tutte le vibrazioni provenienti dai tuoi corpi sottili, ti
captano nello stato in cui sei, nel momento in cui ti presenti. Ti trovi su una
certa linea di vita, ed essi sono in grado di dirti ciò che ti accadrà se resti in
quella linea di vita. Nessuno può conoscere il futuro di un altro, perché il
futuro dipende dal presente. Il veggente predice il tuo futuro in base al tuo
presente, alle tue vibrazioni del momento, ma se per una ragione o per
un'altra cambi il tuo modo d'essere il giorno dopo, in seguito a ciò che
qualcuno ha potuto dirti o in seguito a ciò che hai letto o pensato, cambi
anche il tuo presente nella sua totalità. Cambiando il tuo modo di pensare
cambi linea di vita, e tutto ciò che ti è stato predetto il giorno prima, per te
non esiste più.

Se invece consenti a queste persone di influenzarti, resterai in quella


stessa linea di vita e farai in modo che accadano esattamente gli eventi
predetti.
Quando ti trovi con qualcuno che ti parla del tuo futuro, serviti pure delle
sue capacità di discernimento, ma accetta soltanto ciò che ti fa star bene e
vedrai che lo farai accadere.
Puoi cambiare la linea di vita continuamente, in una stessa vita: puoi
vivere più vite in una sola.
Un cambiamento radicale ti darà l'impressione di rinascere, d'essere una
persona nuova; i tuoi cari saranno sorpresi del mutamento e li diranno: «Dio
mio, non ti riconosciamo più. In te qualcosa è cambiato, non sei più lo
stesso».
Questa trasformazione è stata provocata dal cambiamento di linei di vita.
Un'evoluzione rapida fa diminuire i tuoi ritorni sulla Terra
Un altro falso padrone: le religioni istituzionalizzate, ovvero quelli
che dicono: «Se non fai quello che ti viene detto, non andrai in cielo; noi
soli siamo i detentori della verità».
Se la religione dirige la tua vita, se tu ne accetti il concetto di bene o di
male o se ti lasci influenzare da un culto o da una setta, non sei più il padrone
della tua vita. Le religioni si sono formate, molto tempo fa, per essere d'aiuto
nel guidare persone che non erano abbastanza coscienti per orientarsi da sole.
Ma come tutto ciò che esiste sulla Terra, anche qui ci sono aspetti buoni e
altri meno buoni. In ogni religione c'è chi ha abusato del proprio potere,
spaventando il popolo. Vivere di paure non rende la vita né gioiosa né serena,
e se una religione ti mette paura vuol dire che manca d'amore. Dio è amore, e
non ha mai voluto mettere paura a nessuno; sono gli uomini ad essere esperti
nel crearsi paure. Colui che ama cercherà invece di guidare, acquietare,
aiutare.
Le religioni, oggi, sono sempre più consapevoli di questo fenomeno
d'amore; si sono accorte che l'essere umano ne ha abbastanza di vivere di
paure! Spesso non è la religione in sé a non essere ben strutturata, ma sono le
persone che la rappresentano a non essere sufficientemente sensibili: sta a te
avere un buon discernimento e scegliere bene le persone che possono
guidarti.
Se ti senti più turbato del solito in seguito a quello che qualcuno ti dice,
se si accentua la tua paura, vuol dire che, per il momento, quella cosa non è
benefica per te. Ciò che ti viene detto da quella persona non è
necessariamente cattivo, ma semplicemente non sei pronto ad affrontarlo in
questo momento. Metti la faccenda da parte e capirai da solo quando sarà il
momento giusto per poter affrontare l'argomento.
Anche i medici possono essere falsi padroni; i medici sono qui per aiutare
ogni essere umano, non per dominarne la vita. Conosco" alcune persone che
consultano il medico prima di prendere qualsiasi decisione, sia per andare in
vacanza che per traslocare, per cambiare lavoro o quant'altro. Certo il medico
può sconsigliare di intraprendere qualsiasi cosa a un paziente pauroso: se
costui avesse fiducia nel suo Dio interiore, infatti, non avrebbe bisogno di
sollecitare il parere del medico e saprebbe decidere da sé.
I medici hanno studiato come guarire i disturbi e le malattie, ma non
come prendere decisioni per gli altri; cominciano a rendersi conto che il lato
mentale dell'essere umano è molto più forte di quello fisico, e che la gente
può liberarsi dalle proprie malattie senza necessariamente ricorrere
all'intervento del medico. È rassicurante vedere che sempre più medici
sconsigliano ai loro pazienti l'uso dei farmaci: «Sei abbastanza forte per
cavartela da solo, senza medicine», è diventata la "ricetta" medica più usata
di questi tempi.
Alcune persone hanno talmente bisogno del loro medico da correre a farsi
visitare al minimo sintomo. Costoro non vogliono assumersi la propria
responsabilità, e vogliono sempre che sia qualcun altro a "sistemare la loro
vita". Se il medico dice che non hanno niente, lo accusano di incompetenza e
continuano la ricerca fino a trovarne uno che dia loro una cura. «Lo sapevo,
io, che ero malato! Guarda qui, questo medico mi ha fatto una ricetta».
Queste persone, d'altronde, tornano a casa molto soddisfatte e meno malate di
prima.
Un altro falso padrone sono i medicinali. Appena qualcosa va storto, si
prende una compressa: una pillola per il mal di testa, per i nervi, per dormire,
per svegliarsi, per darsi la carica, per digerire, per purificare il fegato, per
urinare, per liberare l'intestino, eccetera.
Agire in questo modo significa andare contro la legge dell'amore per il
proprio corpo, perché ogni medicinale ha il suo effetto collaterale. Il corpo si
ribella tutte le volte che gli somministri qualcosa che non sia un elemento
nutritivo naturale; lo sovraccarichi di lavoro, e tutte le volte che prendi una
qualsiasi pillola accetti l'idea che quest'ultima sia il tuo falso padrone. Lasci
che siano i medicamenti a dirigerti la vita... Se ne sei proprio soddisfatto,
allora continua così, ma se vuoi trasformare la tua vita, è ora che diventi
padrone di te stesso. Nessuno può trasformare la tua vita... tranne tu.
La malattia è anch'essa un falso padrone. Una persona continuamente
malata è governata dalla propria malattia, e non si accorge che potrebbe
tenere personalmente le redini della propria vita. Molti danno per scontato
che essere malati sia un fatto normale! No, la malattia è un'abitudine
acquisita; lo stato normale del corpo è la salute.
Un altro falso padrone: la moda. Quante volte hai sacrificato la tua
comodità nell'abbigliamento solo per seguire la moda o per essere
considerato "alla moda"? Hai paura di ciò che gli altri potrebbero pensare di
te?
Il lavoro può rivelarsi un altro falso padrone. Molte persone non sanno
rilassarsi, e tutta la loro vita è puntata sul lavoro. E dunque il lavoro a
dirigerle costantemente, e anche durante i momenti di libertà, pensano solo al
lavoro. Queste persone non sono mai capaci di "mollare", di rilassarsi e di
divertirsi facendo qualcos'altro, sicché lavorano sette giorni su sette.
Il tuo lavoro, ti aiuta ad elevarti? Ti consente di diventare più puro, più
perfetto interiormente? Usi il tuo lavoro per insegnare a te stesso ad amare di
più gli altri? Se la risposta è "sì", significa che fai un lavo ro che ti valorizza,
che ti permette di imparare ad amarti e ad amare sempre di più il prossimo;
sai allora di essere sulla buona strada. Un lavoro che, invece, condiziona o
dirige la nostra vita, ovvero un lavoro fatto solo per lo stipendio o il potere,
non aiuta di certo l'elevazione dello spirito.
Un altro falso padrone: la superstizione. Il numero tredici, un gatto nero...
ti fanno venire in mente qualcosa? La superstizione può provocare
cambiamenti nelle tue decisioni? In tal caso è un falso padrone. Se metti
insieme tutti i falsi padroni in un sol giorno, ti renderai conto che, tutto
sommato, non sei più tu a governare la tua vita.
I falsi padroni più potenti nell'essere umano sono l'orgoglio, le paure, i
sensi di colpa e IL denaro.
Dell'orgoglio abbiamo parlato nel capitolo precedente, le paure e i sensi
di colpa saranno trattati in seguito, nel Capitolo 19, ed ora concluderò il
capitolo parlando del denaro, un falso padrone che dirige la vita di una
quantità di esseri umani. E' evidente che i soldi hanno la loro importanza nel
mondo materiale attuale, ma i soldi sono un mezzo di scambio, non un bene
materiale o un tesoro. Volerne accumulare spinti dalla paura ci porta sulla
strada sbagliata: accumuliamo forse l'aria, nel caso in cui venisse a mancare?
Che senso ha? Questo vale anche per i soldi: i soldi sono una forma di
energia, proprio come l'elettricità, l'acqua e il vento, queste grandi forze
create contemporaneamente alla Terra. I soldi sono sia una forza che
un'energia, sono ovunque e per tutti. Sono sempre esistiti, benché sotto forme
diverse; attualmente, sono fatti di carta e di monete.
I mezzi di scambio sono sempre esistiti per procurarsi beni materiali.
Accumulare soldi per paura di restarne senza è segno di una ben scarsa fede,
di mancanza di fiducia nel grande potere divino che fornisce
abbondantemente tutta l'energia necessaria.
Il denaro può essere paragonato al sole, altra grande forza, altra
grande energia. Se ci sono tre o trecento persone su una spiaggia ad
abbronzarsi, il sole verrà a mancare? No, ce ne sarà per tutti. E' dunque
importante prendere coscienza del fatto che il denaro è un'energia, e
come ogni altra energia, più si muove, più ha potere, più si moltiplica.
Questo vale per molti elementi in natura: ogni chicco di mais, ogni seme
di pomodoro, se utilizzato e seminato produrrà decine di altri pomodori o di
pannocchie. Se questi semi non vengono seminati e restano in un cassetto,
non potranno moltiplicarsi.
Sbarazzarci dell'insicurezza economica è un processo lungo. Quando
desideri qualcosa, il tuo primo pensiero potrebbe essere letto così: «Quanto
mi costerà?»
Soddisferai il tuo desiderio soltanto se hai abbastanza soldi; vedi, allora,
com'è che i soldi governano la tua vita? Chi prende le decisioni al tuo posto, è
il tuo conto in banca. Nella vita bisogna invece fare proprio il contrario:
prendi la tua decisione, e i soldi verranno di con seguenza.
Guardati un po' indietro: di certo hai già comprato qualcosa
impulsivamente; ti è già capitato di acquistare a credito, perché non avevi
abbastanza soldi; hai sicuramente sborsato del denaro per comprarti qualcosa
che ritenevi troppo caro, ma che era proprio quello che desideravi. Malgrado
queste spese, sei ancora vivo, no? Sei riuscito a pagare l'affitto e non sei
rimasto senza cibo, vero? Come vedi, sei riuscito a pagare proprio tutto.
Basta che ti guardi intorno: quando vai a comprare il cibo, lo scegli in
base alle offerte speciali? È il prezzo a determinare ciò che comperi da
mangiare per la settimana? Non dico di evitare le offerte speciali... Se avevi
in mente di comprare qualcosa e poi scopri che è in offerta, è bene comprarne
in abbondanza, soprattutto se è proprio ciò di cui avevi bisogno. Mi riferisco
piuttosto a chi si priva di ciò che vorrebbe perché una marca del tutto diversa
è in offerta speciale; queste persone comprano prodotti che non fanno
neppure al caso loro, e si limitano a comprare ciò di cui hanno davvero
bisogno solo se è in offerta speciale. Sei uno di quelli che corrono dietro alle
offerte, anche quando la qualità è molto bassa? Non credi di meritarti tutto
ciò che è di qualità migliore? Questa immagine di te, così come l'hai
concepita, non incoraggerà mai gli altri a trattarti in modo speciale.
Con questo non voglio dire che devi andarti a comprare un castello in riva
al mare o una Mercedes; comincia con piccole vittorie quotidiane. Se desideri
comprarti della frutta di buona qualità, ma esiti a farlo visto il prezzo elevato,
guarda bene quanto hai in tasca... Vedrai, poco per volta farai sì che tutto
accada. Più fai circolare l'energia del tuo denaro, più te ne arriverà. Il denaro
è fatto per circolare, non per essere accumulato. Se preferisci tenertelo in caso
di sfortuna, invece di andare in vacanza, indovina cosa ti accadrà: una
sfortuna! L'essere umano vuol sempre aver ragione, quindi fa di tutto per
provocare quanto gli darà ragione. Nel momento della sfortuna, siamo
d'altronde tentati di dire: «Ah! Ho fatto proprio bene! Sapevo che mi sarebbe
successo qualcosa».
Allora metti da parte tutti i tuoi "nel caso in cui", e prenditi una vacanza!
Dimentica la frase: «Che farò se mi succede qualcosa?» e di' questo, al posto:
«Sì, mi prenderò una vacanza e poi, se succederà qualcosa, me ne occuperò a
tempo debito». E' proprio quanto accadrà I guasti alla macchina sono
imprevedibili, non è vero? E tuttavia vieni a farla riparare senza aver messo
da parte dei soldi per questo.

Riesci lo stesso ad arrivare a fine mese, no? Quasi tutti danno priorità alle
cose sbagliate: se si sentono dire che la loro televisione è troppo malandata
per essere riparata, corrono a comprarsene un'altra, e troveranno il mezzo per
pagarla. Ma avere un televisore è un bisogno? Tutti sappiamo che non si
tratta di un bisogno, ma quando un essere umano decide che vuole davvero
qualcosa, fa sì che accada.

Molti si dicono interessati alle lezioni del nostro Centro, ma appena


vengono a sapere il prezzo esclamano: «Ah! E' molto più caro di quanto
pensassi!»
Queste persone sono le prime a sborsare migliaia di dollari per aiutare gli
altri che ne hanno bisogno, ma quando è il momento di pensare a se stesse
non credono di valere la spesa di poche centinaia di dollari... che potrebbero
forse aiutarle a trasformare la propria vita, a disfarsi delle paure, delle
malattie, dello stress, per conoscere finalmente la felicità!
Pensare di non meritare ciò equivale ad attirarsi dei guai; eccoti un altro
esempio: quando compri un regalo per qualcuno, forse che non ne scegli uno
che ti piacerebbe a tua volta ricevere? Gli altri sono dunque più importanti, e
meritano di ricevere più di te? Guarda bene quale influenza esercitano i soldi
sulla tua vita; fintantoché verrai padroneggiato dal denaro, non sarà possibile
che tu conosca una grande felicità, una grande pace interiore. Non appena
avrai dominato il denaro, i cambiamenti saranno evidenti.
Se credi nella legge fondamentale secondo la quale "raccogliamo ciò che
seminiamo" eccoti un piccolo segreto. Comincia fin d'ora a inviare pensieri di
prosperità a tutte le persone che conosci; augura loro di avere tutto il denaro
che desiderano. Farai muovere così tanta energia che ti tornerà indietro molto
prima che se avessi pensato ai soldi soltanto per te.
È evidente che la società attuale non favorisce il pensiero positivo; questo
libro non intende cambiare le persone che ti circondano, ma trasformare il tuo
modo di pensare. Non lasciarti influenzare dagli altri, non parlare neppure di
questa tua nuova decisione in merito al denaro. Comincia ad agire dal di
dentro, mettila in pratica nella tua vita e gradualmente le persone ne verranno
a conoscenza. Non è necessario che tu riveli ad altri le tue decisioni; la tua
forza interiore, la tua fede, forse non basterebbe a far fronte alle critiche
negative. Accetta però che tutti possano esprimere la loro verità, anche
mediante una critica; ci credono quanto tu credi nella tua.
Se hai deciso di avere un atteggiamento positivo nei confronti del denaro
e vuoi dominarlo, fallo senza il pensiero nascosto di voler
influenzare chi ti sta attorno. Non hai bisogno del consenso di tutti; anche
gli altri cambieranno atteggiamento a tempo debito, quando saranno pronti.
Ognuno ha la sua evoluzione. Quando siamo felici, quando conosciamo la
pace interiore, non è necessario gridarlo ai quattro venti: è una cosa che si
sente, che la gente vede e percepisce.

Quando sarai diventato padrone del denaro ne avrai sempre in


abbondanza, pur sovvenendo alle tue necessità istante per istante. Il tuo
risparmio non sarà più motivato dalla paura, e metterai da parte solo il denaro
che "ti cresce".
Come hai potuto notare, molti sono i falsi padroni: sono sicura che puoi
trovarne altri! * * *

Per terminare il capitolo, ti consiglio di fare l'elenco di tutti i falsi padroni


della tua vita e di guardare quale di questi esercita su di te l'influenza
maggiore. Nei prossimi tre giorni, prendi la ferma decisione di scrivere ogni
sera chi ha condizionato la tua vita; non passare al prossimo capitolo se
questa tappa non è stata compiuta. Stai all'erta nei confronti del denaro, della
paura, dell'oroscopo, delle medicine, eccetera. Chi dirige la tua vita? Il tuo
livello di coscienza si eleverà e trasformerai in meglio il tuo futuro.
L'affermazione da fare nei giorni seguenti è:
Sono l'unico padrone della mia vita. Mi rendo conto che, quando penso,
creo. Divento ciò che penso. Allora la mia felicità, la mia prosperità, l'amore
e l'armonia dipendono dai miei pensieri.

I bisogni del corpo mentale Ecco i sette bisogni fondamentali ai quali


ogni essere umano deve provvedere nei confronti del suo corpo mentale. Se
trascuri di rispondere a queste istanze, la tua negligenza avrà degli effetti
sulla tua vita fisica, mentale o emozionale.
In ordine di importanza, il primo bisogno è la verità.

Non è sconfortante vedere gli altri che, con la menzogna, si approfittano


di te? Il tuo superconscio, il tuo Sé interiore, reagisce allo stesso modo
quando sei tu che menti a te stesso. La sensazione non è meno sgradevole.
Ascoltati parlare quando ti rivolgi agli altri: quando dici «la cosa non mi
disturba» indichi tutto il contrario. Se non fossi disturbato da questa cosa, non
penseresti neppure di doverlo dire. Il pensiero che quella tal cosa possa essere
di disturbo non esisterebbe neppure. Il fatto stesso di dire che la tal cosa non
ti disturba, significa che ti disturba davvero, altrimenti semplicemente non ci
faresti caso. Sii dunque autentico con te stesso!

La verità, come si è detto all'inizio del libro, è il cammino della


liberazione; ti aiuta ad elevarti nel tuo corpo superiore. Essere autentici
significa pensare, dire e agire coerentemente. Ti accade forse di pensare a
qualcuno senza potergli rivelare i tuoi pensieri? Anche qui bisogna
distinguere: non si tratta di dire tutto ciò che ti passa per la testa a tutti quanti,
ma se qualcuno ti chiede la tua opinione su un dato argomento, di' la verità.
Le tue parole devono essere coerenti con i tuoi pensieri; quando poi ne deriva
un'azione, agisci in funzione di ciò che hai pensato e di ciò che hai detto.

Anche la giustizia fa parte della verità. Un'azione ingiusta ti fa fremere,


non è vero? Ti mette a disagio. Se ti accade di vedere una madre che agisce
ingiustamente nei confronti del figlio, relegandolo sempre all'ultimo posto,
questo ti suscita un gran senso di pietà. Ebbene, è esattamente la stessa cosa
che provochi quando agisci ingiustamente nei confronti di te stesso. In tal
caso sarà il tuo superconscio, la tua anima, a sentirsi a disagio perché avrai
creato un grosso problema interiore, e il corpo parlerà e manderà messaggi
per mezzo di disturbi
alla gola e al sistema respiratorio. Il secondo bisogno è l'individualità.

L'individualità significa essere te stesso, e non ciò che pensi che gli altri
si aspettino da te. Smetti di pensare ai "che cosa diranno", "che cosa faranno",
"che cosa penseranno"! Un bell'esempio di individualità, è il modo di vestirsi
dei giovani: sembra che gridino «Aiuto, lasciatemi essere me stesso!» Questi
giovani hanno bisogno di molto più spazio di quanto sia mai stato necessario
prima, e soffocano all'idea che i loro genitori cerchino di modellarli in base al
loro stampo, o in base a ciò che avrebbero voluto fare e che non hanno fatto
per mancanza di coraggio.

I giovani conoscono e sentono molto più profondamente le leggi naturali


fondamentali. Hanno un modo tutto loro di affermare la propria individualità:
chi ne è sprovvisto, chi agisce secondo i desideri altrui, soffrirà di disturbi
respiratori e allergie.
Il terzo bisogno è il rispetto.
È molto importante rispettare gli altri e rispettare se stessi. Sai quanto sia
irritante se un individuo (un poliziotto, un insegnante, un datore di lavoro, un
genitore) abusa della propria autorità. Siamo contrariati se ci troviamo a
dover rispettare qualcuno senza che la cosa sia reciproca, e avere una
posizione autorevole non significa poter mancare automaticamente di rispetto
nei confronti degli altri. Il rispetto è fondamentale per l'essere umano: se
qualcuno non ti rispetta, verifica che cosa hai seminato. Rispetti veramente le
opinioni, le idee e il modo di vedere altrui? Vorresti cambiare alcune persone
intorno a te? Voler cambiare qualcuno è una mancanza di rispetto nei suoi
confronti.

Questi tre bisogni sono tanto importanti quanto l'aria per il tuo corpo
fisico; è quindi indispensabile saperli riconoscere per evitare allergie, disturbi
respiratori e problemi di gola. Il quarto bisogno è la sicurezza.

Molte persone pensano che la sicurezza sia avere un bel conto in banca,
un lavoro che offre molti vantaggi sociali, una bella casa, abbondanti beni
materiali e magari anche un compagno. Tutto questo, però, è soltanto falsa
sicurezza; è ciò che si dice adagiarsi nell'insicurezza. La vera sicurezza è la
tranquillità mentale frutto del pensiero che non vi è alcun pericolo da temere.
È sapere che, fondamentalmente, qualsiasi cosa accada, dentro di te hai tutto
l'occorrente per veder realizzare quello che desideri e cambiare quello che
non desideri. C'è una soluzione a tutto perché, in realtà, nella vita non si
vivono problemi ma piuttosto esperienze. Sappi che sei in grado di superare
qualsiasi situazione; hai tutto quello che ti occorre, proprio come tutti gli altri.
L'unica eventuale differenza sta nel modo che hai di esprimerlo.

L'insicurezza è causa di molti problemi fisici e si manifesta con un dolore


al basso ventre e alla parte inferiore della schiena. La paura del futuro
colpisce occhi, braccia, gambe nonché il sistema nervoso. Temere di non aver
abbastanza denaro, dargli troppa importanza, colpisce il nervo sciatico; il tuo
corpo invia questo messaggio per avvertirti che questa paura è infondata. È
anche frequente che la gente insicura si morda l'interno della bocca.
Il quinto bisogno è l'integrità.

Integrità significa onestà assoluta. Come ti senti di fronte a un disonesto,


che non assolve i suoi doveri, che non risponde ai suoi impegni, che non
mantiene le promesse? La stessa cosa vale per te: non dimenticare che questi
bisogni sono validi sia per te che per gli altri. Una persona che è disonesta nei
pensieri o nelle azioni, ha disturbi all'apparato digerente: indigestione, diarrea
e problemi di fegato. Chi vive sensi di colpa in seguito alla propria disonestà,
si provocherà degli incidenti.

L'alito cattivo è spesso causato da pensieri vergognosi e inconsci che non


si vogliono assolutamente rivelare a nessuno. Questa persona può sentirsi
interiormente sporca e il suo alito cattivo è un segnale del superconscio per
suggerirle che l'immagine che ha di sé non è benefica. Il sesto bisogno è
guidare gli altri.

Abbiamo bisogno di sentirci necessari, di sentire che siamo in grado di


guidare e aiutare qualcun altro nella vita. Si tratta di un bisogno tipico di ogni
essere umano: è legato al ritorno alla perfezione divina, quella di mettersi al
servizio degli altri. Sentiamo questo gran bisogno di aiutare e di guidare, ma
molto spesso non lo facciamo nel modo giusto. Prendere decisioni al posto
degli altri non è guidarli; guidare è dare un consiglio senza aspettative. L'altro
ha il libero arbitrio e può accettare o rifiutare il tuo consiglio. È un bisogno
fondamentale della tua dimensione mentale, questo, ma ricordati che un
consiglio non richiesto non è mai apprezzato. È sempre molto difficile
occuparsi solo dei propri affari!

Se muori dalla voglia di dare un consiglio al tuo interlocutore, accertati,


prima, che voglia starti a sentire. Se non desidera alcuna opinione, alcun
consiglio, non ti resta che prenderne atto. Se, invece, è contento di ricevere il
tuo aiuto, daglielo senza alcuna aspettativa: la persona in questione farà del
tuo consiglio ciò che vorrà. È un regalo che tu le fai, dopodiché sta a lei
decidere come usarlo. Dare un consiglio non richiesto oppure darlo
caricandosi di aspettative è solo un inutile dispendio energetico: ti svuoti
della tua energia per ricevere
che cosa in cambio? Se poi le tue aspettative non sono soddisfatte, ti
riempirai di frustrazione, delusione e collera. Se invece verranno soddisfatte,
questo servirà solo ad alimentare il tuo orgoglio.
Una persona che si ritiene senza valore, che pensa che nessuno abbia
bisogno di lei né dei suoi consigli, avrà disturbi di evacuazione renale o
intestinale; soffrirà anche di artrite se penserà che approfittino troppo di lei.
Molto spesso si tratta di una persona che vorrebbe guidare tutti, ma che ha
ancora moltissime aspettative dalle quali deriva l'impressione che si approfitti
di lei. Molto spesso le persone che si credono prive di valore soffrono di
solitudine.
Il settimo bisogno è la ragion d'essere.

Al mattino ti alzi subito per sbrigare le tue faccende? Ti senti molto fiero
di raccontare agli altri in cosa consiste il tuo lavoro, quali sono le tue
occupazioni quotidiane? Lo fai con entusiasmo? Sei felice di condividere
quello che fai? Hai una ragion d'essere?

Se la ragion d'essere viene a mancare, compaiono gli stessi sintomi che


abbiamo trovato per l'esplorazione, quando i bisogni del corpo fisico non
trovano risposta. Tutto ciò che riguarda l'ambito sensoriale può venirne
colpito, e un segno altrettanto rivelatore è rappresentato da una grave
mancanza di energia o dall'anemia.
***

Ti suggerisco di concludere il capitolo con un esame di coscienza. Scrivi


su un foglio quali sono i bisogni del tuo corpo mentale e guarda fra tutto
questo "cibo" quale hai trascurato. Ciò ti aiuterà a comprendere la natura
della tua insoddisfazione interiore. Sta a te soltanto decidere di nutrire il tuo
corpo mentale come si deve, ricordando che questi bisogni sono fondamentali
per ogni essere umano e che tu non fai eccezione alla regola. Annota la tua
decisione e controlla se, nei giorni seguenti, ti comporti in modo coerente con
essa. Prendere coscienza di qualcosa equivale ad essere soltanto a metà
strada: sarà l'azione che ne seguirà a condurti certamente in porto.
L'affermazione da ripetere è la seguente:
ora sono deciso a rispettare ì bisogni del mio corpo mentale e in questo
modo ritrovo la salute mentale.
Saper esprimere le emozioni

Ecco un capitolo che aspettavi con impazienza, ne sono certa. Dal


momento che hai messo in pratica parecchie cose dall'inizio di questo libro,
ora ti sarà facile imparare ad esprimere un'emozione nel modo più giusto.

Innanzi tutto, cos'è un'emozione? Un'emozione è un turbamento,


un'agitazione passeggera provocata da un elemento esterno. È un effetto
dovuto a una causa esterna. La maggioranza delle nostre emozioni sono
dovute alle nostre aspettative, le quali esistono perché non sappiamo amare.
L'emozione esaurisce in fretta la nostra scorta di energia, perché a sua volta è
alimentata dall'esterno.

L'amore guarisce e l'odio distrugge! Dunque, più un'emozione viene


dall'odio, più violentemente distrugge chi la vive.
Che cosa vuol dire esprimere un'emozione? Ecco un interrogativo
importante. Più di una volta la gente si è rivolta a me per darvi risposta:
«Sono in terapia da anni, mi dicono di esprimere le mie emozioni, senza però
spiegarmi in che cosa questo consista. Non sono riusciti a spiegarmelo. Che
cosa devo fare? Piangere, gridare, rompere le stoviglie?»
Questa è la ragione per cui ho creato un metodo concreto e molto efficace
per esprimere un'emozione: è un sistema che dà buoni risultati. Un'emozione
non domata si ripeterà costantemente ogni volta che incorrerai in una
situazione simile. Facciamo l'esempio del marito che ha l'abitudine di
umiliare la moglie davanti a tutta la famiglia: se qualcosa non va, aspetta per
dirglielo che tutti siano riuniti. La moglie vive un'emozione: interiormente
entra in collera, e si chiede perché mai il marito non gliene abbia parlato a
quattr'occhi. Fargli una sfuriata quando si troveranno a tu per tu non cambierà
nulla, perché il marito si comporterà allo stesso modo alla prima occasione, e
la stessa scena emotiva continuerà a riprodursi. Quante emozioni continuano
a ripresentarsi fin dall'infanzia solo perché non hai saputo esprimerle
correttamente?
Ecco alcuni modi comuni di esprimere le proprie emozioni, nei quali
forse ti potrai riconoscere. Il modo più corrente consiste nel mangiare o nel
bere spinti dall'emozione. Pensiamo che uno spuntino
ci tirerà su. Prendere pillole per i nervi, drogarsi, rimbambirsi davanti alla
televisione, andare a vedere un bel film, andare a dormire, farsi un bel bagno
caldo, eccetera.
Ecco diverse manifestazioni o reazioni causate dalla collera: possiamo
sederci a riflettere aspettando il momento opportuno per chiarire il tutto con
la persona in questione; molti fumano, altri ignorano e reprimono la collera
come se non fosse accaduto nulla; altri ancora si buttano nel lavoro, oppure
piangono, fanno le pulizie, si tuffano nel fai-da-te o semplicemente tengono il
muso. C'è chi si lancia in uno sport magari violento, e chi accusa la persona
in questione direttamente o magari al telefono.
C'è chi fa vedere che ride, fingendo che la cosa non lo tocchi; c'è chi dirà:
«Lo perdono, non è colpa sua, non sa cosa sta facendo», rifiutando nel
contempo la sua stessa responsabilità.

Una delle reazioni più comuni alla collera consiste nel vuotare il sacco
con un'altra persona... ci sono persone specializzate nello sputare il rospo!
Un esempio è quello della moglie che torna dal lavoro raccontando al
marito tutto ciò che è andato storto nel corso della giornata, esprimendo il
malumore causatole da una collega o dal capo. Queste lamentazioni sono il
modo più sicuro per mandare all'aria una relazione: nessuno ci guadagna, né a
farle, né ad ascoltarle, né a sopportarle. La donna che impone queste
lamentazioni al marito naturalmente nutre nei suoi confronti delle aspettative,
perché desidererebbe essere consolata, sentirsi dire che ha ragione. Se il
marito lo fa, allora la signora esclamerà soddisfatta: «Ah! Mi fa talmente
bene parlarne con te. Hai sempre una buona parola!»
Ma in realtà, che cosa si è sistemato nella sua vita? La signora ha davvero
fatto qualcosa? Si è servita dell'energia del marito. Nei mesi, negli anni,
costui si sentirà sempre più svuotato, finché il suo rapporto con lei verrà
distrutto. Si sentirà sempre meno felice in sua compagnia, avrà sempre meno
voglia di parlare con lei, perché non vi sarà più scambio di energia. La stessa
situazione può prodursi fra amici: il piagnisteo riempie di energia chi lo fa,
ma si tratta di una dose solo temporanea; il giorno dopo quella stessa persona
ricomincerà la lagna, e così via. Quanto alla vittima che tollera o sopporta
questi sfoghi, non avrà nulla da guadagnarci perché si lascerà semplicemente
svuotare della propria energia. C'è una soluzione a questo problema. Prima,
ascoltare educatamente e con pazienza la persona in questione, e dopo che
avrà "vuotato il sacco", dirle: «Ora dimmi cosa conti di fare per uscire da
questo problema».
Sicuramente ti risponderà: «Cosa vuoi che faccia? Non ho scelta, è tutta
colpa degli altri, non posso farci nulla». Allora potrai dirle con molta
delicatezza che non ti interessa sentirla parlare dei suoi problemi perché
evidentemente ci è affezionata; se non vuole far nulla per risolverli, significa
che non ne ha ancora abbastanza. Ama i suoi problemi, ovvero li nutre con i
suoi pensieri, dà loro energia ed essi automaticamente si amplificano.
Questo la metterà probabilmente di cattivo umore; ti giudicherà ingiusto e
duro di cuore ma può darsi che, in compenso, tu l'abbia toccata abbastanza
per farle capire che è venuto il momento di agire nella sua vita. Se a questo
punto non si servirà più della tua spalla per piangere, ne troverà un'altra e tu
non avrai perso granché. Avrai semplicemente conservato la tua energia:
questa è la differenza fra la condivisione e il piagnisteo.
Cercare di sentirsi meglio vuotando il sacco, è il piagnisteo; condividere
qualcosa di sgradevole consiste invece nel raccontare ciò che abbiamo
vissuto o stiamo vivendo in questo istante allo scopo di porvi rimedio, di
provocare un cambiamento. La condivisione non ha aspettative ed è per
questo che è importante, per una coppia, imparare a condividere ogni grande
gioia, ogni momento spiacevole della vita come farebbero due amici.
Condividere significa assumersi la propria responsabilità in tutto ciò che
accade.
Come puoi constatare ci sono molti modi di esprimere un'emozione; i
peggiori sono quelli in cui non fai nulla, o fai finta che la cosa non ti riguardi.
Questo modo di agire è come "mandar giù" le emozioni.
Spesso sentiamo dire: «Non mi abbasserò mai a dirgli/le che mi ha fatto
arrabbiare, che ci sono rimasto male». Mandar giù le proprie emozioni spesso
è causa di peso eccessivo e, automaticamente, di molti altri problemi fisici.
Si dice che la malattia per eccellenza delle emozioni represse, quindi non
espresse, sia il cancro. Si tratta di emozioni che prima o poi finiscono per
scoppiare, e così facendo, fanno "scoppiare" le cellule.
Esprimersi piangendo, gridando, camminando o facendo sport è certo
meno nocivo che reprimere il tutto, giacché si tratta semplicemente di una
qualsiasi forma di espressione.
Ecco, però, il modo che ti suggerisco. Una volta compiuto questo
esercizio, se l'avrai fatto davvero con tutto il cuore, non sarai più travolto
dalle emozioni neppure se, nella tua vita, ti si presenterà una situazione
identica. Constaterai che la situazione è presente, ma che le tue emozioni di
prima non ci sono più; meraviglioso, vero? Puoi liberarti di tutte le emozioni
che ti perseguitano dall'infanzia.
In primo luogo, è essenziale identificare l'emozione, sapere cosa sta
accadendo. Si tratta di dolore, collera, disappunto, frustrazione, paura, ansia,
rancore, aggressività, eccetera? Quale che sia, basta identificarla.
La seconda tappa è un po' più difficile: bisogna accettare la responsabilità
dell' emozione. Accettare che sei tu a crearla. Sei tu che ti lasci influenzare
dall'esterno, da ciò che hai visto o sentito, mentre avresti potuto avere un
atteggiamento del tutto diverso.
Un esempio: una delle tue migliori amiche viene a trovarti con un vestito
nuovo; guardandola, non puoi fare a meno di pensare che il colore del vestito
non le dona; secondo te la invecchia e la rende opaca. Dentro di te pensi:
«Dovrei dirle che quel colore non le sta per niente bene, che dovrebbe evitare
di comprarsi dei vestiti così. Bisogna pur che qualcuno glielo dica, perché a
quanto pare non se ne accorge». Decidi quindi di fare quest'azione
caritatevole, per aiutarla.
La tua amica ha tre scelte. Nel primo caso ti ringrazia: «Santo cielo, sei
molto gentile a dirmelo. E' la prima volta che compro una stoffa di questo
colore. Grazie per aver avuto il coraggio di dirmelo». Si sente felice che tu le
abbia espresso il tuo parere.
Una seconda reazione può essere priva di emozioni, e quindi neutra:
«Bah! A lei non piace, ma sono affari suoi» e non ci penserà più. Nel terzo
caso, la tua amica può davvero arrabbiarsi e pensare: «Ma guarda un po', non
ho mica chiesto il suo parere! Che gliene frega del mio vestito? Aspetta che
mi venga a tiro... Mi rifarò! Le dirò tutto ciò che non mi piace di lei».
Osserviamo questo terzo caso, e cerchiamo la causa della sua collera,
indipendentemente dal fatto che l'abbia espressa o meno. Cosa avrà provocato
questa emozione? Il commento in sé oppure il modo in cui l'ha interpretato?
Tutte le emozioni umane vengono dalla stessa fonte: il pensiero. Non è
mai colpa degli altri. Mai. Senza eccezione. Secondo la legge fondamentale
della responsabilità, tu sei il solo responsabile delle tue emozioni.
Torniamo all'esempio del marito che umilia la moglie davanti a tutto il
parentado. L'atteggiamento di costei sarebbe diverso se si assumesse la
responsabilità delle sue emozioni, perché allora guarderebbe il marito in
modo molto diverso: «Poveretto, se non riesce a dirmi queste cose quando
siamo da soli, deve aver paura di me. Cosa sto facendo? Quale, fra i miei
atteggiamenti, lo impaurisce al punto da non rivelarmi la sua opinione? Sono
forse troppo autoritaria? Lo ascolto davvero quando mi esprime il suo punto
di vista, oppure mi affretto a convincerlo del mio?»
Se accetti la responsabilità secondo la quale raccogli sempre quello che
semini, vedrai la situazione in un'ottica completamente diversa. Se questa
situazione si ripete di continuo nella tua vita, allora chiediti se nel tuo
comportamento, c'è qualcosa che provoca questa reazione In tuo marito.
Invece di arrabbiarti per il suo modo di agire, accetta la tua responsabilità; ti
accorgerai che molto spesso cerchi di cambiarlo, che ti accade anche di
criticarlo in pubblico, magari anche in sua assenza. Il suo atteggiamento è il
suo modo di rivendicare il suo spazio. Si sente soffocato dai tuoi modi
autoritari. Tuttavia non ne è veramente cosciente, ed è il suo istinto di
sopravvivenza a prendere il sopravvento. Ogni volta che qualcuno preme un
tasto che scatena una reazione, significa che cerca di dirti: «Voglio soltanto
riprendere il mio spazio. Mi sento soffocare!» In questa situazione non vi è
alcuna cattiveria; è solo un segnale per avvertirti che stai invadendo il suo
spazio; l'altro cerca soltanto di recuperarlo.
Nel momento in cui accetti la tua responsabilità, la tua emozione si
dissipa a poco a poco, la collera nei confronti di tuo marito comincia a
diminuire e, a ben guardarlo, lo vedrai sotto un profilo migliore.
La terza fase consiste nell' esprimersi direttamente con la persona in
questione. È una tappa non necessaria se hai accettato la tua responsabilità
con tutto il cuore, ma ti consiglio caldamente di metterla in pratica, proprio
per vedere se hai agito di cuore e non "di testa". Ben pochi esseri umani
hanno questa nozione di responsabilità al cento per cento, ed è per questo
che, in prima battuta, la tentazione è di dire che abbiamo agito davvero con il
cuore, mentre la faccenda, in realtà, è stata diretta "dalla testa". Non serve a
niente prendere in giro se stessi.
Rimanendo sempre nella situazione menzionata prima, ecco un modo di
esprimersi; eccoti dunque da sola con tuo marito, gli spieghi quello che hai
vissuto, quello che hai provato mentre ti ha umiliata, e il momento di collera
che hai sentito nei suoi confronti. Ti sei accorta, dopo una riflessione matura,
di aver davvero invaso il suo territorio, e di aver voluto spesso cambiarlo. Ora
hai capito che il suo atteggiamento è stato un suo modo per tornare alla
carica, e che per la prima volta tutto questo ti è chiaro.
Non fai altro che esprimergli quello che hai vissuto: è importante
esprimere questo solo dopo aver accettato tutta la tua responsabilità, perché
se credi di non essere responsabile della tua collera, farai un atto d'accusa più
che di condivisione. Se nell'intimo delle pareti domestiche gli dici: «Voglio
che tu sappia che mi sono sentita frustrata e che mi sono molto arrabbiata
quando mi hai umiliata davanti a tutti», ciò che lui percepirà sarà l'atto
d'accusa; se invece si sentisse dire: «Cercherò di far sì che queste cose non mi
feriscano; hai certamente le tue ragioni» penserebbe che è colpa sua se tu sei
in collera. Se soltanto potesse cambiare e smettere di umiliarti davanti al
parentado! Se cambiasse, saresti più felice e non dovresti affrontare tutte
queste emozioni... Dice un vecchio adagio: «Più tocchi, peggio è»... Più vuoi
cambiarlo, più la situazione si riproduce.
Tuo marito certamente ti prometterà di non farlo mai più, ma la cosa
accadrà di nuovo. Il mezzo più efficace, per quanto ne so, è parlargli con il
cuore, dopo aver vissuto il processo necessario ad accettare che è stato il tuo
atteggiamento a provocare il suo. La nozione fondamentale di responsabilità
consiste nell'accettare che tutto ciò che ci accade è sempre il frutto di quello
che abbiamo seminato prima; se continui a mettere in pratica i tuoi esercizi
ogni giorno, riuscirai ad accettare questa responsabilità.
Domare le proprie emozioni richiede grande esercizio. Non conosco quasi
nessuno che non abbia vissuto un'emozione almeno una volta nella vita.
Cerca ora di immaginare una situazione in cui qualcuno viene a
condividere le sue emozioni a proposito di qualcosa che tu gli hai detto;
immagina anche che questa persona si sia accorta di essere lei stessa
responsabile. Proverai un immediato benessere e questo colloquio non farà
che riavvicinarvi. Ecco perché è così importante esprimere ogni emozione!
Provare collera, liberartene assumendoti la tua responsabilità va bene, ma
se poi non la esprimi alla persona interessata perdi un'ottima occasione per
manifestarle amore, creando un riavvicinamento di grande beneficio per la
coppia, fra amici o fra genitori e figli. Andare dalla persona interessata e
raccontarle ciò che hai vissuto è un segno di fiducia in te e negli altri.
Se una situazione simile dovesse ripresentarsi, una volta accettato il
processo di responsabilità, non sentirai mai più quell'emozione di collera: non
tornerà più. Ti accorgerai gradatamente che, liberandoti dalle emozioni, ti
liberi da vecchi rancori. Forse hai vissuto certe emozioni con i tuoi fratelli,
sorelle, amici, moltissimi anni fa, e non hai mai osato esprimerle. Ti sei
tenuto tutto dentro da allora, credendo che loro soltanto ne fossero
responsabili. Ora puoi decidere univocamente di non reprimere più le tue
emozioni, assumertene la responsabilità e andarle ad esprimere a chi di
dovere. Sperimenterai non soltanto un mutamento interiore ma anche un
cambiamento fisico: il giro-vita comincerà a calare, anche se sei già snello.
Il centro d'energia delle emozioni è situato fra l'ombelico e La zona del
cuore: ecco perché il girovita aumenta con l'età, sia nelle donne che negli
uomini. Notiamo tuttavia che il fenomeno è più accentuato in questi ultimi,
che certamente esprimono di meno le loro emozioni.
Tra le migliaia di persone che hanno imparato a domare le emozioni, ho
visto verificarsi cambiamenti radicali: c'è chi ha perso fino a quindici
centimetri di giro-vita in due-tre mesi, altri che non perdono peso ma
riescono a scendere di circonferenza nelle sette settimane del corso Ascolta il
tuo corpo.
Dopodiché facilmente queste persone riescono a liberarsi da emozioni
represse da lunga data, aiutandosi in tal modo a sbarazzarsi anche di diversi
disturbi causati dalle troppe emozioni represse. Hanno trovato l'antidoto al
cancro.
Quando imparerai ad esprimere le tue emozioni a mano a mano che ti si
presenteranno, ti garantisco che non avrai più di che preoccuparti; ma fai
attenzione, accertati di fare tutto con il cuore e non con la testa. Non hai
niente da guadagnare dal prendere in giro te stesso. Saprai se hai agito
davvero con il cuore nel momento in cui ti esprimerai con la persona
interessata.
Se speri che quest'ultima cambi il suo modo di fare dopo la tua
condivisione, vuol dire che hai agito "di testa", e che non accetti interamente
la responsabilità delle tue emozioni. Accettare significa smettere di avercela
con l'altra persona; anche se l'azione si ripete di nuovo, non c'è più nulla che
ti disturbi, sebbene tu continui a non essere d'accordo. Che sollievo!
Altro esempio: supponiamo che ti dia fastidio vedere gli armadi con le
porte aperte. Ti spazientisci e talvolta ti arrabbi quando qualcuno, in casa, le
lascia aperte. Mettiamo che, a un certo punto, tu ti accorga che si tratta di un
particolare molto banale nella vita quotidiana, e che, in fondo, il fatto che le
porte siano aperte o chiuse non ti cambia la vita, non influisce né sul tuo
pensiero né sul tuo "essere", e che tu dica a te stesso: «È a me che piacciono
chiuse. Tocca a me dunque chiuderle». Da quel momento, smetti di provare
emozioni, e le porte aperte non ti disturbano più. Con gran sorpresa
constaterai che, proprio da quel momento, i tuoi familiari cominceranno a
chiuderle senza neppure rendersene conto. Non hanno più l'impressione che
tu voglia cambiarli. Una volta che, nel cuore, tutto è stato accettato, non c'è
più nulla di grave, più nulla che ti disturbi: che sollievo!
***

Prima di passare al capitolo seguente, è essenziale riuscire ad esprimere


almeno un'emozione a qualcuno. Può trattarsi di un'emozione passata, ancora
presente dentro di te, e mai espressa; può trattarsi di un'emozione che vivrai
oggi o domani, di fronte a un dato evento. E' importante che tu la esprima
solo dopo esserti reso conto della tua responsabilità, accorgendoti che non sei
stato capace di amare.

Metti in pratica le tre tappe descritte in questo capitolo, e vedrai quanto


benessere interiore te ne deriverà. Come vedi, torniamo sempre allo stesso
punto: accettare l'amore in ogni parola, in ogni gesto e in ogni pensiero.
Vivere un'emozione equivale a sentirsi minacciati, mentre, in realtà, siamo
solo di fronte a qualcuno che si esprime in modo diverso da noi, o che non
ama la sua stessa vita. L'affermazione da ripetere nei giorni seguenti è:
Accetto tutte le mie emozioni e so di essere in grado di domarle
accettando la mia responsabilità ed esprimendole alla persona interessata.
Paure e sensi di colpa

Le paure e i sensi di colpa sono i due tipi di emozione più diffusi e più
sviluppati nell'essere umano; non conosco nessuno che non abbia avuto paura
in vita sua e che non provi ancora oggi un certo timore.

La paura, come ogni altra emozione, viene dal pensiero. Quello che a te fa
paura, può lasciare un altro indifferente. È evidente che alcune persone sono
più coraggiose di altre, e che molte riescono a dominare le loro paure. Se un
cane di grossa taglia ti saltasse addosso, certamente avresti paura perché
riconosceresti il pericolo: si tratterebbe di una paura reale per te. Altre
persone, nella stessa situazione, reagirebbero invece in modo diverso, perché
sono in costante armonia con gli animali. Fin dal primo balzo, sono già
convinte che il cane non voglia far loro del male, che sia il suo modo di
giocare, proprio come gli esseri umani hanno impulsi diversi per esprimere la
gioia e l'amore.
La cosa più importante è che tu prenda coscienza della tua paura per
capire se è reale o no. Se c'è un reale pericolo per il tuo corpo fisico, nel
momento in cui hai paura, allora è umanissimo provare timore in
quell'istante; il corpo sa precisamente quanta adrenalina fornirti per
fronteggiare la situazione.
Attualmente, in questo nostro mondo, ci sono molte più paure irreali che
paure reali.

Torna indietro di qualche mese: quante volte, negli ultimi tre mesi, ti è
capitata una paura reale, in cui sei stato davvero in pericolo di vita?
Tutto il resto delle paure è semplicemente il frutto del pensiero. Se una
paura è frequente, significa che ci è stata inculcata dai genitori fin dalla più
tenera infanzia, e forse persino prima di nascere; il bambino riceve e accetta
le emozioni di paura conseguenti all'eccesso di protezione dei genitori (paura
che il bambino cada, che prenda freddo, che si ammali). Costoro credono che
aver paura sia un comportamento normale, ma si tratta ancora una volta di un
comportamento abituale (non normale) per l'essere umano. Come già
abbiamo avuto occasione di dire, l'essere umano, per mezzo del pensiero,
forma un'immagine nel mondo invisibile, che possiamo definire
"elementale"; più diamo
energia a questo elementale, più lo alimentiamo; alla fine riesce a
materializzarsi, diventando realtà nel mondo visibile.

Questo ti aiuterà sicuramente a capire come una persona che ha paura di


essere derubata venga poi di fatto derubata, e perché la persona che ha paura
di essere violentata finisca con l'essere violentata. Tutto questo processo di
concretizzazione avviene a livello inconscio. Più abbiamo paura, più finiamo
con il dar vita a questa paura. Essere più consapevoli certamente può aiutarci
a sbarazzarcene, ma il compito diventa più arduo quando si tratta di paure
inconsce. Imparando a diventare più consapevoli, moltiplicando gli esercizi
d'amore, di presa di coscienza, molte di queste paure inconsce saliranno in
superficie e, riconoscendole, riusciremo a domarle meglio.

Un altro esempio: da bambino, i genitori ti hanno lasciato per un mese in


un posto che non conoscevi. Allora hai reagito violentemente, pensando
d'essere stato rifiutato, credendo di aver perso i tuoi genitori. Già allora puoi
aver deciso che il rifiuto è qualcosa di intollerabile, e lo temi da allora. Ne hai
una tale paura, che lo provochi in continuazione: appena ti avvicini a
qualcuno che ti è caro, provochi inconsciamente delle circostanze in cui
queste persone ti rifiutano.

Il bambino che ha paura di essere rifiutato si fa bocciare a scuola, si fa


rifiutare in casa e, più tardi, dal suo coniuge. La decisione che ha preso da
giovane continuerà a tormentarlo finché non riuscirà a scoprirla e a domarla.
Le paure sono talmente sottili da generare, a loro volta, nuove paure, le quali,
pian piano, si infiltrano nelle persone e diventano fobie.

Vi è una gran quantità di paure: paura del buio, dell'acqua, dei tunnel, dei
ponti, degli ascensori, paura di ritrovarsi chiusi in un locale stretto, paura di
arrossire, di ingrassare, di rimanere senza soldi, paura degli animali, del
traffico, dell'altezza, dei microbi, della folla, della morte, paura di essere
malati, paura degli incidenti, del fuoco, dell'aereo, delle iniezioni, e chi più ne
ha più ne metta!

Vi sono paure ancora più sottili: quella di non essere all'altezza della
situazione, paura che gli altri ridano di noi, paura di non essere accettati, di
venire rifiutati, umiliati, paura di essere criticati, messi sotto accusa, paura di
ferire. Vedi quante paure dominano l'essere umano.

Le persone che più facilmente vivono di paure sono quelle che hanno
avuto genitori ansiosi e insicuri, incapaci di far fronte ai propri problemi
emotivi, i quali li hanno indotti a dedicare un'attenzione eccessiva alle paure
dei propri figli.

Secondo le ricerche effettuate in questo campo, pare che le donne siano


più afflitte da paure e fobie degli uomini.
Una paura diventa fobia (ovvero si cronicizza) nel momento in cui
avvengono cambiamenti importanti nella nostra vita. Questi cambiamenti,
nell'ordine sono rappresentati dall'inizio della scuola, dall'adolescenza,
dall'età adulta, dal matrimonio, dalla nascita dei figli, dalla morte del coniuge
o dal divorzio, oppure dalla morte di una persona cara. Sono momenti critici
in cui le paure di una persona possono accentuarsi e trasformarsi in fobie.
Ecco, secondo dati recenti, la proporzione delle fobie più frequenti negli
Stati Uniti: 60% dei luoghi pubblici 22% della malattia o d'essere feriti 8%
della morte e della folla 4% degli animali 2% del buio 2% dell'altezza 2%
d'altro genere.
Come puoi constatare, la fobia dei luoghi pubblici è una delle più
Correnti; ho avuto l'opportunità di lavorare da vicino con molte persone
afflitte da questa fobia, e devo confessarvi che, all'inizio, questo disturbo
sembra impossibile da domare, e fa molta paura a chi ne soffre. Ma anche
queste persone possono continuare a sperare, perché non è una paura
invincibile: in molti se ne sono liberati.
Per costoro, il punto più arduo è che vivono contemporaneamente due
affanni: prima di tutto la situazione stessa che fa loro paura, e inoltre il fatto
di sapere che gli altri, privi di timore, li prendono per matti, per stupidi o per
persone deboli. Per questo una persona che soffra di paure intense cercherà
sempre di nasconderle. La cosa si fa complicata in famiglia; ma quel che è
peggio, è quando uno dei familiari accetta le paure dell'altro e comincia a
diventare iperprotettivo nei suoi confronti.
Chi ha la fobia dei luoghi pubblici ha paura di trovarsi lontano da un
luogo conosciuto o da una persona che gli dà sicurezza, che sia il marito, la
moglie, il padre, la madre o anche i suoi figli. Il luogo che dà sicurezza, di
solito, è casa sua. Quando gli viene a mancare questa sicurezza, ecco che la
paura l'invade: avrà timore di trovarsi da solo in luoghi pubblici, di perdere
conoscenza, di cadere, di avere un attacco di cuore, di avere un aspetto
ridicolo agli occhi degli altri, e di ritrovarsi da solo in mezzo alla folla.
Questa persona pensa di essere sola.
In realtà, praticamente non le accade mai nulla: la si riconosce dalle sue
reazioni fisiche (capogiri, grande tensione o intensa debolezza muscolare,
eccesso di traspirazione, difficoltà respiratorie, nausee, incontinenza urinaria,
palpitazioni cardiache). Se, a volte, questi sintomi sembrano manifestarsi
quando sei da solo, forse sono indice di questo disturbo. Le persone che ne
soffrono da anni arrivano al punto di non voler più uscire di casa da sole,
neppure per andare nel negozio giù all'angolo; tipico di chi soffre di questa
fobia è il timore di perdere il controllo: ma in realtà, non lo perde
praticamente mai.
È essenziale accettare che si tratta di una fobia semplicemente creata da
paure spinte all'estremo, in quanto supernutrite da una feconda
immaginazione mal utilizzata. L'elementale corrispondente ha dunque
ricevuto troppa energia, ma basterà tagliare il rifornimento per far scomparire
tutto, sfruttando quella fertile immaginazione per creare qualcosa di bello...
Un ottimo sistema per far fronte a una paura è di agire suo malgrado,
ovvero compiere un'azione come se quella paura ci fosse sconosciuta. Si
tratta di cominciare con piccole vittorie quotidiane; chi ha paura dell'alta
quota si avventurerà in montagna, chi teme gli animali li avvicinerà,
scegliendo, per cominciare, un animale di piccola taglia. Per quanto piccole
siano, le vittorie meritano le congratulazioni da parte dei familiari.
La paura è una questione irrazionale, e cercare di vincerla con la ragione
non porta mai a nulla; la soluzione non è il ragionamento, e il metodo più
efficace resta quello dell'azione.
L'impiegato che teme il suo datore di lavoro ma vorrebbe chiedere un
aumento non otterrà mai nulla se resta seduto dietro la sua scrivania; l'ideale
sarà di andare a bussare alla porta del capo, entrare nel suo ufficio e spiegare
la ragione della propria visita, avendo cura di esprimergli anche il proprio
timore. Non c'è da aver paura di confessare una paura! Se la esprimiamo
riusciamo ad accettarla meglio, e sarà più facile domarla. Le persone che
vivono continuamente nella paura sono sempre tormentate dalla vocina
interiore che abbiamo chiamato "Sciò", la quale le ossessiona giorno e notte.
Tentare di sfuggirle con l'alcool o con la droga non è una risposta, perché,
una volta esaurito l'effetto, la voce torna alla carica, e al galoppo!
Non appena provi paura davanti a qualcosa, osserva cos'hai da perdere o
da guadagnare agendo in quel modo. Quando constati che c'è più da
guadagnare che da perdere, allora smetti di opporre resistenza. Se invece c'è
più da perdere che da guadagnare, prenditi il tempo di riflettere prima di
buttarti nella tua decisione. Quante volte, in vita tua, hai frenato le tue azioni
e le tue parole indotto da una paura eccessiva? Confessarla o farvi fronte ti
aiuterà a ottenere risultati straordinari.
Un altro aspetto negativo della paura è che ci fa prendere decisioni
sbagliate. Se ti si presentano due possibili attività nella stessa serata, e ti
trovi indeciso riguardo alla scelta, osserva se questa tua esitazione è
Motivata dalla paura: se permetti alla paura di governarti, inevitabilmente
prendi la decisione sbagliata.
La paura può diventare una guida soltanto se rimani all'erta e
consapevole, e cerchi di comprendere il motivo della sua presenza. Ad
esempio, se qualcuno ti invita a una serata che non ti interessa, e accetti solo
per paura di dare un dispiacere a qualcuno o ai tuoi familiari è una decisione
sbagliata. È stata la paura a farti decidere. Se sei invitato a una riunione ma
decidi di restare a casa perché ti fa paura lidea di tornare la sera al buio da
solo, ecco un'altra pessima decisione Se siamo motivati dalla paura, l'unico
frutto sarà la delusione e l'insoddisfazione; è l'amore per noi stessi che viene
ferito, e questo provoca un disagio interiore; può invece accadere che una
paura possa condurti alla scelta giusta, con un po' di vigilanza.
Più accumuli emozioni, più ti apri ad altre emozioni che circolano
nell'universo. Fra queste, vi sono le paure. Le vibrazioni di paura fluttuano
costantemente intorno a te nel mondo invisibile, e fintantoché non avrai
imparato a controllare le tue stesse paure, le capterai e le lascerai entrare
dentro di te; questa è una delle caratteristiche principali di chi soffre della
fobia dei luoghi pubblici: sono persone troppo aperte alle paure esterne.
Immagina che i tuoi corpi sottili formino una sorta di sfera protettiva che ti
circonda, e che l'involucro di questa sfera racchiuda tutte le tue paure domate;
a ogni paura non domata corrisponde una fessura, che lascia entrare una
corrente di paure analoghe che vanno a sconvolgere la tua armonia. Tenendo
ben salde le redini della tua vita e vivendo con molto amore, rendi questa
sfera più solida, ripari le brecce e diventi, proprio come la sfera stessa,
impenetrabile a tutte le vibrazioni negative e distruttive.
I sensi di colpa] Ancora un tipo di emozione che condiziona la vita di
tante persone. C'è un'enorme differenza fra essere colpevoli e sentirsi
colpevoli: l'essere umano è un eccellente specialista nell'arte di sentirsi in
colpa. Tutti si sentono in colpa, senza però esserlo veramente.
Essere colpevole significa sapere che stai facendo qualcosa di male a
qualcuno o a te stesso; guardati dentro: a quando risale l'ultima volta in cui
hai agito coscientemente allo scopo di nuocere a qualcuno? Quando è stata
l'ultima volta che hai fatto un torto a qualcuno sapendo dentro di te che lo
stavi facendo? Sono certa che questo ricordo è piuttosto lontano... E di solito
è così, perché i veri colpevoli sono pochissimi.
Accettare la propria perfezione è un metodo efficace in qualsiasi
momento per liberarsi dal senso di colpa. Facciamo l'esempio che tu abbia
insultato in modo non intenzionale una persona, la quale è andata in collera e
ti ha fatto sentire colpevole: «Dio mio, forse non avrei dovuto dirglielo,
sarebbe stato meglio dirle questo o quest'altro». In questo preciso istante,
prenditi il tempo di riflettere e chiediti: «Sono colpevole sì o no? Mi sono
rivolto a questa persona allo scopo di farle del male? L'ho fatto
intenzionalmente e coscientemente?» No, quindi non sei colpevole.
Non devi chiedere scusa né sentirti colpevole: se continui a pensare in
questo modo ti provocherai un incidente! Il tuo superconscio ti invierà questo
messaggio per avvertirti che il senso di colpa non ti fa bene. Se, invece, sei
stato ferito e pensi di vendicarti ferendo l'altro a tua volta, sei colpevole
perché agisci consapevolmente; proverai allora una lacerazione interiore che
ti costringerà a confessare: «Sì, sono colpevole. Mi ero proprio ripromesso di
vendicarmi».
In questo caso è essenziale, per neutralizzare la colpa, chiedere perdono
alla persona interessata, sia che tu l'abbia accusata con le parole che con il
pensiero. Questo vale anche per te: perdonati se sei colpevole nei confronti di
te stesso.
Non dimenticare che ogni pensiero, buono o cattivo, è una vibrazione
emessa nel mondo invisibile, che viene ricevuta dalla persona interessata
senza che quest'ultima se ne renda conto. Che si tratti di un pensiero di odio,
collera, accusa o amore, questo pensiero raggiungerà la persona che ne è
l'oggetto. È difficile accettare la teoria che tutto accada nel mondo
dell'invisibile ma... tutto questo è pura e semplice realtà.
Non ti accade mai di sentirti a disagio quando ti trovi vicino a una data
persona? Ignori l'origine di questo disagio, ma non puoi fare a meno di
sentirlo. Questo può anche succedere in compagnia di un amico con il quale
hai vissuto certe emozioni ultimamente. Nulla pare cambiare a livello delle
parole o dell'apparenza, ma a livello di pensiero qualcosa non va. Questo
disagio può provenire dai tuoi pensieri o dai suoi, ed è indicazione che l'uno o
l'altro procede contro l'amore.
Per imparare a purificarsi interiormente e ad amare nel modo giusto, basta
farlo interamente, ovvero sbarazzarci di ogni emozione a mano a mano che si
presenta. Quando sei colpevole in pensiero, parola o azione, è importante
chiedere perdono: fallo per te, non ti preoccupare della reazione altrui, non
cominciare a preoccuparti ancor prima di avvicinare l'altra persona: «Cosa
dirà? Cosa penserà? E se mi prende in giro? E se mi accusasse?» Tutto questo
è solo la vocina Sciò che viene a disturbarti.
Come reagiresti in una situazione come questa: a un tale hanno rubato
cinquantamila lire sfilandogliele dal portafoglio. La sua prima reazione era
stata di pensare che fossi stato tu, ma poi si è accorto che quel pensiero non
era corretto, viene a trovarti e te ne parla: «Sai, quando le cinquantamila lire
mi sono scomparse dal portafoglio, ho pensato che fossi stato tu. Vengo a
chiederti scusa perché ora mi accorgo d'essere stato ingiusto ad accusarti».
Allora, come reagiresti a questa richiesta di perdono? Gli romperesti il muso?
Lo odieresti? Certo che no! Un tal segno di fiducia non potrà che
riavvicinarvi; ammiri il coraggio che ha avuto, la sua profonda sincerità, e gli
vuoi più bene di prima. Quando si parla con il cuore, non si può fare a meno
di toccare il cuore dell'altro. Anche questa è una legge naturale: cuore a cuore
e non testa a testai
Ascoltati mentre parli! Ti scusi in continuazione? Una persona che passa
il tempo a scusarsi, generalmente si sente colpevole. Si dice che colui che si
scusa si accusa.
Scoprirai che la persona nei confronti della quale sei più spesso colpevole
sei tu. Quante volte è accaduto che ti accusassi ingiustamente, che ti dessi
dell'imbecille, che te la prendessi con te stesso per aver dimenticato
qualcosa? In base ai dati che hai, fai sempre il meglio che puoi. Non meriti di
accusarti. Chiedi perdono a te stesso, chiedi perdono a Eroma. Impara ad
amarti di più, ad accettare la tua perfezione, e vedrai che ti sarà più facile
accettare la perfezione degli altri.
Se ti capita di rompere un bicchiere mentre lavi i piatti, ti senti in colpa?
Avevi intenzione di romperlo per il piacere di romperlo? No, è successo e
basta. Non hai mai cercato coscientemente di rompere il bicchiere. Allora, per
quale motivo ti arrabbi, ti rimproveri, te la prendi con te stesso? Questa
situazione può servire da esempio per te come per gli altri: non sei l'unico a
cui capitano dei guai.
L'incidente è di per sé una punizione per liberarsi dalla colpa, è un
messaggio che il corpo ti manda per dirti che hai appena avuto un pensiero di
colpa, ma che non sei colpevole. Un incidente significa soltanto: «Vuoi
smetterla di sentirti colpevole, di accusarti ingiustamente... non sei
colpevole*.»
***
Prima di passare al capitolo successivo, scegli una delle tue paure e
intraprendi un'azione per farvi fronte. Scegli quella che vuoi, e comincia a far
pratica nel domarla: scegline una alla volta. Elenca anche tutti i tuoi sensi di
colpa provati negli ultimi tre giorni, un esercizio che ti aiuterà a diventare più
consapevole. Su questo elenco, indica se eri veramente colpevole, oppure se
ti sentivi tale senza esserlo davvero. Annota anche i tuoi incidenti, e cerca di
trovare il senso di colpa che li ha causati.
Ecco un'affermazione frequentemente usata nei Centri Ascolta il tuo
corpo: va ripetuta continuamente per riuscire a non ascoltare più la vocina
mentale di Sciò, cessando così di alimentare l'elementale che si è creato. Non
appena senti un'inquietudine, un dubbio, un tormento, ripeti
quest'affermazione:
Sono l'unico padrone della mia vita, e qualsiasi altra coscienza al di fuori
della mia, dentro di me, viene cacciata immediatamente ed è libera di
andarsene.
Maggiore è l'energia con cui pronuncerai questa affermazione (invece di
limitarti a pensarla), più velocemente le consentirai di agire.

In questa affermazione si parla di "altra coscienza": si tratta giu-


st'appunto di quella vocina che parla nella tua mente per creare un elementale
intorno a te, per tormentarti. Se smetti di ascoltarla, l'elementale si
scoraggerà, se ne andrà via o semplicemente morirà d'inedia.

Consiglio fermamente a chi vive cronicamente nella paura e nella fobia,


di ripetere quest'affermazione centinaia e migliaia di volte al giorno, se
necessario. Alla fine, qualche settimana più tardi, la battaglia diventerà
sempre più facile: puoi vincere le tue paure e i tuoi sensi di colpa.
I bisogni del corpo emozionale

Una buona salute emotiva implica il rispetto di sette bisogni


fondamentali, elencati qui in ordine di importanza: più alimenterai il tuo
corpo emozionale con un nutrimento di questo genere, più ti avvicinerai allo
stato in cui tutte le tue emozioni saranno domate.
Il primo bisogno è la bellezza.

Strano, vero? La bellezza è di grande importanza per l'essere umano, che


ama molto esserne circondato. Le persone infelici o con gravi malattie sono
quelle incapaci di notare la bellezza intorno a sé e dentro di sé; non sanno
guardare le cose belle. Una persona immersa nello squallore, che vive in una
casa di cemento senza verde intorno, trascurata nel vestire e che non vede
niente di bello nel proprio aspetto fisico, avrà forti tendenze al suicidio.

L'essere umano ha bisogno di guardare la bellezza sia con l'occhio


interiore che con gli occhi fisici: è molto difficile vederla dall'interno se essa
non appare esteriormente.
Quando fai una passeggiata nella natura, ci sono cose che ti vanno dritte
al cuore: basta guardarle. Può trattarsi della bellezza di un albero o di un
tramonto. «Ma che cosa può darmi tutto questo?» chiederai; riempie il tuo
corpo emozionale, provi un senso di felicità molto profondo. È molto
importante anche se tendiamo ad associare la bellezza al sentimentalismo.
Ogni istante della tua vita, ogni circostanza, ti offre l'opportunità di
immergerti nella bellezza: approfittane! Qualsiasi azione, per quanto piccola
sia, è un passo in più verso lo stato in cui le emozioni saranno completamente
domate. Ti consiglio di cominciare con te stesso, da ciò che ti tocca
direttamente la pelle (abiti, cibo...) Scegli quello che vi è di meglio e di più
bello, dando più importanza alla qualità che non alla quantità. Tutto ciò che ti
tocca la pelle è importante: la qualità di un tessuto provoca un fenomeno a
livello delle emozioni, e più il tessuto è naturale più il corpo prova piacere in
quanto gli viene consentito di respirare bene. Te ne accorgerai scegliendo gli
abiti. Che tu osservi una casa, l'arredamento di un appartamento, una

persona o un paesaggio, invece di cercare il pelo nell'uovo cerca soltanto


la bellezza; accetta i complimenti invece di cercare di eliminare quello che, in
te, non ti piace, accetta il fatto che la bellezza è sempre più grande intorno a
te.

Se hai problemi respiratori o di cuore, se hai l'impressione di soffocare, è


molto probabile che tu non riesca a vedere la bellezza in te e intorno a te.
Il secondo bisogno è la creatività.

La creatività è l'espressione della tua individualità. Non creare significa


distruggere o imitare gli altri. La creatività è uno dei bisogni fondamentali, e
quando non la sfrutti, intacchi la tua vita emozionale; un lavoro monotono
deve essere compensato da un'attività creativa, e tutti, su questa Terra,
possono creare: anche i portatori di handicap. La creatività fa parte dell'essere
umano.

Non occorre per forza inventare qualcosa... la creatività può esprimersi


con una composizione floreale, con la confezione di un abito, con la
preparazione di un piatto nuovo composto di avanzi, con il "faida-te",
facendo le riparazioni in casa, purché tu metta in tutto questo il tuo stile
personale. In tutti i campi puoi essere creativo, ma certo possiedi un talento
particolare per qualcosa; ricorda le tue attitudini di quand'eri bambino: eri
bravo a disegnare? Prova a esplorare questo tuo lato, mettendoti a dipingere.
Puoi anche scegliere di scrivere, senza mirare necessariamente ad una
pubblicazione: puoi farlo per te o per il semplice piacere di scrivere. Nella
vita ho incontrato tante persone che sognavano di scrivere un libro da
sempre... un libro che è rimasto nel cassetto, proprio perché non sono mai
andate oltre il sogno.

Utilizzando i tuoi talenti, facendo qualcosa di tuo, dai vita alla tua
creatività: non sei la copia di un'altra persona.
Ci sono persone che si servono della loro creatività nel lavoro quotidiano;
è quindi normale che la loro vita sia più passiva fuori dall'ambiente di lavoro.
Creare significa anche creare la tua vita, prendere delle decisioni; la
mancanza di creatività colpisce gli organi genitali o tutto ciò che riguarda la
zona della gola.
Il terzo bisogno è la fiducia.
Che significa "aver fiducia in sé'"? Molte sono le risposte; c'è chi
confonde la fiducia con il coraggio, la perseveranza, la faccia tosta...
La fiducia in sé non significa darci dentro e combattere le tue paure:
questo è coraggio.
La fiducia in se stessi è la capacità di confidarsi, di esprimersi, di rivelarsi
a un altro senza temere il suo giudizio.
Più impari a confidarti, a rivelarti agli altri, e senza scegliere, più sviluppi
la fiducia in te stesso, attirando in questo modo la fiducia altrui..
Immagina che un'amica ti confidi tutti i suoi pensieri più segreti e si apra
a te completamente: non ti viene voglia di fare altrettanto con lei? La stessa
cosa può accadere fra datori di lavoro e impiegati: un impiegato in grado di
confidarsi, di esprimere le sue emozioni e di dire esattamente quello che vive
nel momento in cui lo vive, si guadagnerà ancora di più la fiducia del capo.
La maggior parte delle persone sceglie qualcuno con cui confidarsi; il
lavoro, i problemi personali, la vita affettiva e sessuale vengono confidati a
categorie di persone ben precise.
Aver fiducia in te stesso ti permetterà di rivelarti a chicchessia: certo con
un po' di buon senso! Non ti sto dicendo di raccontare tutta la tua vita a
chiunque incontri per strada! Tuttavia, se provi un impulso improvviso e
spontaneo a confidarti con qualcuno, senza neppure conoscerlo
profondamente, fallo: la tua paura di svelarti, di venire giudicato, pian piano
si dissolverà e non starai più a riflettere su che cosa il tuo interlocutore
potrebbe pensare di te.
Avere fiducia in se stessi è una scelta; non è qualcosa di innato né di
ereditario: sei tu che decidi di aver fiducia in te con i tuoi tentativi personali e
quotidiani e con la tua volontà di imparare a rivelarti. La mancanza di fiducia
in se stessi genera automaticamente una mancanza di fiducia negli altri.
I problemi di evacuazione (renale o intestinale) sono spesso i sintomi
fisici della mancanza di fiducia.
Ilquarto bisogno è il senso di appartenenza.
L'essere umano ha bisogno di sentire di appartenere a qualcosa, a un
luogo, a un gruppo. Lo vediamo spesso circondarsi di amici fin da piccolo; il
bambino che se ne sta da solo, che non ha legami di appartenenza è un
bambino infelice e molti adulti soffrono di solitudine proprio a causa di
questo senso di appartenenza insoddisfatto.
Il senso di appartenenza è qualcosa che ti viene da dentro: sei tu, tu
soltanto, che decidi di far parte di qualcosa, in qualsiasi momento, con
chiunque. Tendi a frequentare sempre lo stesso ristorante, lo stesso gruppo di
amici o lo stesso luogo di vacanza? Questo è un segno che, per il momento, il
bisogno del senso di appartenenza non è soddisfatto. Probabilmente hai molta
difficoltà ad adattarti, a sentirti bene in un posto nuovo, non accetti l'idea che
questa sia la Terra di tutti, e che tu puoi appartenere a tutto ciò che desideri.
Non vi è alcun luogo che non sia fatto per te; in ogni istante, sei tu che decidi
di appartenervi.
Appartenere non significa voler essere ovunque; ma qualunque sia il
posto in cui ti trovi, nella ricchezza o nella povertà, ripetiti che hai diritto di
essere lì in quel preciso istante. Accettando questa idea, cancellerai ogni
senso di disagio, quella strana sensazione di essere in un luogo "estraneo".
Le persone che non soddisfano il loro senso di appartenenza soffrono di
un vuoto interiore, e saranno indotte a riempirlo con del cibo o con l'alcool.
Possono avere problemi di sovrappeso o disturbi al tubo digerente; possono
anche diventare molto possessive nei confronti degli altri, cercando di
compensare questo senso di non-appartenenza.
Il quinto bisogno è la speranza.
Immagina di essere bloccato sotto terra, in una specie di tunnel senza via
d'uscita, convinto che non vi sia alcuna speranza di uscire... Sarebbe meglio
morire! Ma se ti immagini una piccola luce che appare in lontananza, allora
tutto cambia: quel puntolino luminoso rida vita ed energia alla speranza, e
anche il tempo necessario per andare fino in fondo al tunnel non sarà più un
problema.
Questo vale anche per l'essere umano: sappi che ti stai costante
mente dirigendo verso una luce più grande, e che in fondo alla tua
strada c'è qualcosa di fantastico. ,
Bisogna mantenere la speranza che le cose andranno meglio; ciò che vivi
adesso sono esperienze e servono a insegnarti qualcosa su di te; a mano a
mano che impari, la luce si farà più grande e quindi ci sarà in te più calore,
più amore.
Le persone prive di speranza sono spesso depresse o soffrono di
ipotensione.
Il sesto bisogno è quello dell'affetto.
Se non hai abbastanza affetto, chi ha dimenticato di seminarne? Se ti
guardi intorno ti sarà facile constatare che l'essere umano dà più affetto agli
animali che non alle persone.
Dopo la morte del suo cane, un'amica mi ha confidato che ci sono state
maggiori manifestazioni d'affetto tra lei, il marito e la figlia; non si era mai
resa conto che, da anni, appena tornavano a casa, tutto il loro affetto era
rivolto essenzialmente al cane, trascurando così il resto della famiglia.
E' bello dare affetto agli animali, ma non per questo dobbiamo
dimenticare gli umani! E' molto frequente vedere una moglie o un marito
seduti davanti al telev<isore, intenti a coccolare il cagnolino o il gattino,
mentre il coniuge se ne sta lì, per conto suo, rassegnato a... coccolarsi da
solo!
Il contatto fisico non è l'unico modo per esprimere il proprio affetto: una
parola di incoraggiamento, un fiore ogni tanto, una parolina dolce o un
complimento sono ugualmente prove di affetto. Ciò che fai per gli altri, puoi
farlo anche per te, poiché l'affetto lo puoi dare anche a te stesso: non
dimenticarlo!
Sulla Terra, l'energia è la base di tutto, quindi per ottenere qualcosa
bisognerà che tu ci metta la tua energia. Più libererai energia affettiva più ne
farai arrivare nella tua vita. E' stato provato che un neonato che riceva
soltanto le cure fisiche essenziali (biberon, pannolini, eccetera) senza la
minima traccia di affetto, si lascia morire: questo rivela come si tratti di un
bisogno essenziale. L'affetto significa anche "toccare gli altri", ed è per
questo che tanta gente fa di tutto per attrarre l'attenzione altrui. Offriamo
regali, montagne di cose, diciamo di sì mentre vorremmo dire di no... E tutto
questo per ricevere attenzione. L'essere umano ha bisogno di sentire che
riesce a "toccare" l'altro, suscitandone l'affetto e provando affetto.
Se tu dovessi decidere di non lasciare alcun segno nella vita di nessuno
perché credi di non avere importanza, cominceresti subito a ritirarti, a frenare
i tuoi slanci affettivi; la gente, allora, farebbe la stessa cosa con te. Non è
equilibrato che tu ti lasci toccare o che tu riceva affetto dall'ambiente
circostante, quando poi tu né gli dai affetto né riesci a raggiungerlo. Si tratta
di uno squilibrio in termini di scambio di energia.
Questo spiega diverse allergie: se la tua mancanza di affetto è abbastanza
grande, avrai gli stessi problemi che insorgono a segnalare la mancanza di
senso di appartenenza (cibo o alcool). Il settimo bisogno è rappresentato
dall'avere una meta.
E' essenziale avere una o diverse mete nella vita. Se ti dicessi: «Ti do un
minuto per dirmi quali sono i tuoi scopi a breve termine (sei mesi), a medio
termine (cinque anni) e a lungo termine (vent'anni)», cosa mi risponderesti?
Riusciresti a elencarmi le tre mete relative a questi periodi? Sarebbe difficile,
vero? Specialmente se non esistono!...
E' molto importante avere uno scopo preciso, perché questo accresce la
tua voglia di vivere. Abbi il coraggio delle mete importanti! È meglio
mancare di poco uno scopo importante piuttosto che raggiungerne uno
piccolo.
Le mete, poi, si possono cambiare; ad esempio, se hai deciso di parlare
inglese entro sei mesi e se, dopo un mese, passi allo spagnolo, il
cambiamento non sarà grave, purché tu mantenga la meta, e lavori con
impegno ogni giorno per raggiungerla.
Verifica se distingui bene il desiderio dallo scopo: quando dici che, nel
giro di un anno, vuoi avere una casa tua, questo è un desiderio;

diventa uno scopo quando intraprendi un'azione qualsiasi per riuscire a


comprare la casa. Il tuo desiderio diventa una meta quando cominci a
ritagliare gli annunci, ad andare a vedere delle case, a mettere i soldi da parte,
a fare dei piani esecutivi e, mentalmente, a vederti la casa arredata.
Impiegando energia nella realizzazione del desiderio, esso si trasforma in una
meta.

Se ti dicessi di mettere da parte diecimila lire tutte le settimane per un


progetto importante, come quello di avere una casa, troveresti la cosa molto
ridicola: «Chi mai può riuscire a comprarsi una casa a colpi di diecimila lire
la settimana? Mi ci vorranno cinquantanni!»
Ma non è questo che è importante: bisogna in primo luogo visualizzare e
credere in ciò che vuoi, e fare qualcosa, ogni settimana, per raggiungere lo
scopo.

Ci sono centinaia di persone che vivono da sole, e che desidererebbero


incontrare qualcuno che sia compatibile con loro, ma non fanno niente per
riuscirci. Tutto resta nel mondo dei sogni. Si afflosciano davanti al televisore
appena tornano dal lavoro! Come si fa a incontrare qualcuno in questo modo?
E' indubbio che ci vuole un'azione, ad esempio cominciare a parlare ogni
giorno con una persona nuova!

Il sogno diventa realtà quando lo trasformi in una meta. Vedrai: avere uno
scopo ti restituirà la voglia di vivere, ti alzerai al mattino pieno di energia
perché saprai di vivere per qualcosa di importante. Tuttavia non essere troppo
rigido con te stesso: fissarsi uno scopo ben preciso in un lasso di tempo
determinato e rivelarlo a tutti, va bene; però voler continuare a perseguire una
meta che non si desidera più veramente raggiungere, per paura di quello che
diranno gli altri, non è più benefico.
Quando vuoi che un tuo desiderio diventi una meta, chiedi al tuo
superconscio se questo scopo è veramente benefico per te; sai che ti
risponderà a modo suo.

Se non hai alcuno scopo nella vita, spesso mancherai di energia, perderai
la voglia di fare qualsiasi cosa; ne risentiranno soprattutto le gambe, le
braccia, gli occhi, le orecchie e il naso. * * *

Prima di passare al capitolo successivo, dedicato alla spiritualità, prendi


un foglio ed elenca i bisogni del tuo corpo emozionale; in seguito cerca di
scoprire quale di questi bisogni è stato trascurato: di quale cibo emozionale ti
stai privando?
In questo modo ti sarà più facile capire perché vivi tante emozioni nella
vita; più offri al tuo corpo emozionale del buon cibo, più gli sarà facile
domare le emozioni.
Ecco l'affermazione da ripetere:
Ora sono ben deciso a rispettare i bisogni del mio corpo emozionale,
ritrovando così la salute emozionale.
PARTE QUINTA LA SPIRITUALITÀ
Spiritualità e meditazione

La più bella definizione di spiritualità che possa offrirti è la seguente: un


essere veramente spirituale accetta tutto quello che vede nell'altro come lo
specchio di se stesso. Questo punto di vista non è né buono né cattivo, è
semplicemente un dono concesso a chi diventa più consapevole. Si tratta
infatti di un mezzo straordinario per imparare a conoscersi ancora di più e per
scoprire tutto ciò che accettiamo o non accettiamo di vedere in noi stessi. Una
persona spirituale accetta le cose così come sono, anche se a volte non è
d'accordo, e accetta se stessa così com'è, nel suo modo di essere. Gli si apre
tutto un mondo d'amore.

In questo libro ho parlato di fede, di amare se stessi, di accettarsi, e di


amare e accettare gli altri, di sviluppare la nozione di responsabilità. Tutte
queste parole vogliono dire una sola cosa: vedere, udire e percepire Dio
ovunque. Immagina se tutte le persone su questa Terra agissero così: sarebbe
meraviglioso vivere quaggiù.

La minima critica, il minimo giudizio rivolto agli altri sottintende questo


pensiero: «Io sono Dio, e l'altro no». La vera spiritualità, invece, si esprime in
modo ben diverso: «Io sono Dio, così come tutti gli altri esseri umani; siamo
tutti espressione di Dio». Semplicemente, non sappiamo come esprimere Dio
nella sua interezza.

Possiamo paragonare questo concetto alla Nona Sinfonia di Beethoven,


un'opera musicale che è la perfetta espressione del pensiero del suo
compositore. Quando un giovane musicista alle prime armi fa qualche errore
di interpretazione, forse che intacca la perfezione della sinfonia? No, il
giovane musicista suona al meglio delle sue capacità e con la pratica potrà
migliorare, riuscendo un giorno ad esprimere la sinfonia in tutta la sua
perfezione. È esattamente ciò che avviene su questa Terra: impariamo ad
esprimere il nostro Dio interiore che è perfezione, ma lo facciamo a modo
nostro, secondo i nostri ritmi e la nostra velocità.

Possiamo anche paragonare la venuta di ogni essere umano sulla Terra ad


un puzzle: immagina per qualche istante che, fin dal concepimento del nostro
stesso essere, della nostra entità, della nostra anima, ci troviamo tutti con un
analogo puzzle da comporre; siccome però ognuno di noi è diverso,
procediamo ciascuno a suo modo, chi più in fretta, chi più lentamente, chi
cominciando da un lato piuttosto che da un altro, chi occupandosi prima del
perimetro, chi dei colori centrali. È così che agiamo sulla Terra: siamo tutti
qua a comporre lo stesso puzzle, ma ognuno a modo suo.

Nessuno è in diritto di giudicare ciò che fa l'altro: quando non capisci o


non sei d'accordo con il modo di essere o di agire di un'altra persona, vuol
dire soltanto che state lavorando su una parte diversa del puzzle; chi ti dice
che quella persona non sia più avanti di te nel suo? Nessuno può giudicare o
criticare, perché nessuno è in diritto di giudicare o criticare Dio.

Utilizziamo la filosofia dello specchio, secondo la quale guardando


un'altra persona vediamo in essa tutto ciò che siamo, ossia vediamo le sue
buone qualità e i suoi difetti come nostri, e scopriamo se siamo capaci di
accettarli o no; tutto ciò che vedi nell'altro rappresenta te stesso: così
funziona il riflesso dello specchio...

Quando il modo di comportarsi di una persona ti disturba, significa che


esiste in te una parte identica alla sua, che ti dà fastidio e non accetti. Quello
che accetti, non ti disturba... Quando reagisci davanti al suo modo di
comportarsi, di parlare, vivi molte emozioni: l'atteggiamento di questa
persona ti dà fastidio, perché riflette ciò che tu non ti permetti di fare. Rifiuti
di accettare il fatto che sei così, proibisci a questa tua parte interiore di
lasciarsi andare a quel modo, perché a un certo momento della tua vita hai
deciso che quel modo di essere era davvero inaccettabile. E così facendo non
riesci mai ad essere te stesso, perché non fai che reagire di fronte all'altro.

Dunque, invece di giudicare se un certo modo di essere è buono o cattivo,


accetta il fatto che puoi essere come quest'altra persona, e chiediti quale sia il
prezzo da pagare per essere così; se è un prezzo minimo, cos'hai da
guadagnare nel voler essere diverso?
Come uno specchio, quando vedi la bellezza nell'altro o ammiri una data
persona, sii consapevole e accetta che quella bellezza sia anche la tua; ti
rimane solo da decidere come esprimerla.

Gli esseri umani si occupano talmente tanto degli affari e dell'evoluzione


altrui* da trascurare le proprie "faccende di casa": siamo tutti qui, sulla Terra,
per evolvere, ossia per imparare ad amare ed essere felici. Se ogni entità
potesse vivere questa grande gioia, la Terra intera sarebbe felice; è molto più
facile badare a se stessi che tentare di dirigere la vita di tutti gli altri.

Quando qualcuno chiede il tuo aiuto, allora è importante che tu glielo dia
come meglio sai fare: è quella che viene chiamata "carità Umana". Siamo
tutti qui sulla Terra per crescere insieme. Assicurati però che sia l'altro a fare
il primo passo: quando l'intenzione di aiutarlo viene da te e vuoi davvero fare
qualcosa per questa persona, chiedi il suo permesso.
Ad esempio: «Ho qualcosa di importante da dirti, che credo sinceramente
che possa aiutarti in questo momento. Mi permetti di dirtelo, mi permetti di
darti la mia opinione?»

In quel preciso istante, a seconda della sua risposta, saprai se aiutarlo sarà
qualcosa di benefico per te oppure no. Se invece aiuti qualcuno che non vuole
modificare il suo comportamento, butterai via inutilmente tanta energia,
senza che il tuo gesto, oltre tutto, sia minimamente apprezzato!

Imparare a vedere Dio ovunque intorno a te, in te, in tutti gli esseri, negli
animali, nella natura, rende la tua vita completamente diversa; hai
l'impressione di essere sempre circondato dal sole. Tutto ciò che esiste sulla
Terra e nel cosmo intero è espressione di Dio. Dio soltanto può esprimersi in
modo diverso su ogni pianeta. Sul pianeta Terra solo gli umani interpretano
male il vero Dio; guardati intorno: le stelle, i mari, i pianeti, gli animali in
libertà non mancano di nulla, hanno sempre di che nutrirsi; seguono infatti le
leggi naturali fondamentali. Solo gli umani o ciò che viene toccato da mani
umane hanno disturbi e malanni.

Essere felici, essere spirituali, significa vivere il momento presente. Oggi


gli esseri umani hanno molta difficoltà a vivere il momento presente;
l'evoluzione sulla Terra è così veloce che alcuni restano aggrappati al passato,
dicendo: «Com'era bello quando eravamo giovani, tutto sembrava più facile».
Aggrappati al passato, non riescono a vivere il presente. Possiamo paragonare
la persona che rimpiange il passato o che pensa di aver fatto troppi errori a
qualcuno che sale le scale e che, a mano a mano che procede, si carica sulle
spalle uno scalino dopo l'altro. Il carico finisce con il diventare terribilmente
pesante! Sei una persona aggrappata al passato? Guarda che cos'hai
accumulato in casa: il tuo guardaroba, i cassetti, la cantina, il garage,
rappresentano il passato? Ti dispiace separarti da cose che non ti servono più
o che vuoi tenere per ricordo? Se è così, è un'indicazione che sei ancora
aggrappato al passato.

Ora che stai facendo la tua "pulizia" interiore, sarebbe bene farla anche al
di fuori, contemporaneamente: ripulisci quegli angoli di casa in cui da un
pezzo si sono accumulate troppe cose del passato, ciò che non hai usato da un
anno a questa parte. L'energia che non si muove è energia mal usata. Più
smuovi energia, più energia arriverà; più fai pulizia a casa tua, più fai posto
per nuove cose: è la legge del vuoto.

Mentre certuni restano aggrappati al passato, altri pensano soltanto al


futuro, o temendolo o perché hanno fretta di arrivarci, perché il futuro riserva
loro la grande gioia: «Quando mi sposerò, la mia vita andrà meglio... Quando
avrò una casa... Quando avrò un figlio...»

Siamo ben lungi dal vivere il momento presente! Pianificare qualcosa per
il futuro va bene, ma non bisogna rinviare la propria felicità al
raggiungimento di quelle cose.
Essere spirituali significa pensare in termini di essere, fare e avere, invece
di avere, fare ed essere. Chi pensa: «Se guadagnassi tanti soldi, mi comprerei
un bel negozio e sarei felice» è come se pensasse in termini di avere, fare ed
essere. Questa persona, se vuole seguire le leggi naturali, potrebbe pensare
così: «Per essere felice voglio un negozio, dunque faccio in modo di
procurarmelo, e poi l'avere verrà».
L'era della spiritualità e del rinnovamento è appena iniziata, ed è
imperniata sull'essere invece che sull'avere. Tutti quelli che si ostinano a
pensare che l'avere sia più importante dell'essere, ben difficilmente
raggiungeranno la felicità, oggi o domani che sia. Con questo non voglio dire
che tu debba sbarazzarti di tutti i tuoi beni: no. Dio ha creato tante cose belle,
che sono di tutti, a cui tutti possono avere accesso. E tuttavia, queste cose o
l'avere non devono decidere per te.
Inutile stare a preoccuparti del futuro quando nell'istante presente tutto va
bene. Sai che diventiamo ciò che pensiamo, quindi oggi tutto va per il meglio
perché il tuo affitto è pagato, hai del cibo, stai bene e hai tutto ciò che ti
serve. Bravo! Questo è importante e non hai da preoccuparti per tutti i mesi
futuri, o addirittura per gli anni futuri. Ciò non ti impedisce di fare qualche
piano per il tuo avvenire, né di avere le tue mete; ma il tutto va fatto con la
fiducia che accadrà senza intoppi.
Il tuo Dio interiore sa precisamente di cosa hai bisogno; quando ti
accadono cose sgradevoli, non è necessariamente qualcosa che desideri, bensì
qualcosa di cui hai bisogno: è il modo in cui il tuo Dio interiore, il tuo
superconscio, ti indica che qualcosa nelle tue parole, nei gesti o nei pensieri,
in questo preciso momento, è contrario alle leggi dell'amore. E un suo
tentativo per rendertene consapevole. Quando tutto ciò che dici, fai o pensi è
in armonia con le leggi dell'amore, non c'è alcun bisogno di messaggi, e ti
possono accadere solo cose belle.
Per aiutarti ad udire la voce interiore del superconscio, ovvero del tuo Dio
interiore, ti suggerisco di praticare la meditazione: si tratta di uno strumento
indispensabile alla tua evoluzione, perché più impari ad entrare in te, ad
amarti e ad accettarti, più proverai piacere nell'ascoltare quella voce interiore.
Raccomando vivamente di meditare ogni giorno.
Una meditazione non è un rilassamento. Consiste nel prendersi alcuni
minuti ogni giorno per smettere di pensare. Il momento migliore per meditare
è il mattino presto, e prima dei pasti; se non riesci a farlo al mattino, puoi
farlo prima di cena. E' invece sconsigliabile meditare dopo cena. Scegli
preferibilmente sempre lo stesso posto, un posto che sia disponibile tutti i
giorni, dove potrai isolarti facilmente. Se possibile cercati un luogo con una
finestra che dà verso est, per vedere l'alba.
Puoi meditare venti-trenta minuti al giorno. La meditazione non si fa mai
sdraiati, né con la testa appoggiata da qualche parte. Siediti invece con la
schiena il più possibile diritta, per consentire all'energia di risalire dalla base
della spina dorsale fino al capo. Puoi meditare con o senza musica. È bene
ripetere mentalmente una frase o una parola spirituale allo scopo di tenere
occupata la mente cosciente, ed è ciò che viene chiamato mantra. Trova una
parola o una frase che non evochi alcuna immagine a livello cosciente, come
ad esempio: pace, amore, armonia. Il mantra che viene consigliato nei corsi di
Ascolta il tuo corpo è: «Io sono Dio, Dio io sono». Più ripeti questa frase, più
aiuti il subconscio a trovare i mezzi per esprimere il concetto.
E possibile che, all'inizio, tu abbia qualche difficoltà; è molto difficile per
l'essere umano smettere di pensare e limitarsi ad osservare, ma non perdere la
pazienza; ciò che conta, in primo luogo, è la perseveranza e non il successo.
E' come quando si fanno degli esercizi fisici: all'inizio proviamo dolori
dappertutto e i nostri movimenti sono maldestri, ma perseverando tutto
diventa più facile. Per la meditazione funziona esattamente nello stesso
modo: dopo un certo tempo, che si tratti di giorni, settimane o mesi, a
seconda della disciplina del tuo pensiero, la meditazione comincerà a piacerti,
e quando non la farai sentirai che ti manca.
Meditando, è come se spegnessi la voce mentale per ascoltare quella del
superconscio. Riceverai risposte ai tuoi problemi o ai tuoi interrogativi
interiori, e non necessariamente proprio durante la meditazione, ma nelle ore
o nei giorni che seguiranno. Se senti male o un senso di disagio in vari punti
del corpo non preoccuparti: si tratta semplicemente di un vecchio stress che
sale in superficie e si libera. Osservalo soltanto senza pensarci, come quando
osservi le foglie morte che scivolano sull'acqua del fiume. E' qualcosa di
molto benefico per te; ringrazia dunque il tuo corpo di aver snidato quel
dolore.
***
Per terminare questo capitolo, fai un elenco di tutto ciò che ti disturba
negli altri e osserva ciò che è tuo; le tue scoperte ti sorprenderanno. Quando
avrai capito che cosa non accetti di te, concediti il lusso d'essere "proprio
così", e chiediti: «Cosa mi costa essere così?»

Ora fai un secondo elenco di tutto quello che ammiri negli altri; proprio
còme le cose che ti disturbano, ciò che ammiri in loro è anche tuo; è tuo ma
non sempre accetti l'idea che anche tu possa essere buono e fantastico proprio
come la persona che ammiri. Concediti il diritto di essere così, accetta l'idea
di poter avere quei talenti o di poterti sentire bene, come quella persona.
Prenditi il tempo necessario per scoprire chi sei davvero.
Sei una manifestazione di Dio. Niente altro esiste in questo mondo,
e in tutti gli altri.

L'affermazione da fare per concludere questo libro è la stessa del primo


capitolo: c'è una differenza fra ciò che provi ora e quello che hai provato
quando l'hai fatta per la prima volta? Non dimenticare che l'essere umano
crea la sua felicità a seconda di ciò che pensa di se stesso.
Conclusione

Sei qui sulla Terra per una sola ragione: per evolverti, ovvero consentire
alla tua anima di purificarsi e crescere. Crescere significa amarsi e amare gli
altri.
Noi umani abbiamo la testa dura e di conseguenza ci è difficile amare
completamente, incondizionatamente e in modo impersonale. Dobbiamo
ritornare più volte, con un corpo diverso, per imparare ad amare ogni volta in
condizioni diverse.
La Terra è una grande scuola d'amore, ed è un privilegio essere vivi. Ecco
perché bisogna usare ogni istante della nostra vita per amare sempre meglio.
Se in ogni vita ti impegni un po' di più, ti eviti di tornare tante volte.
Si può fare il paragone con una scuola qualsiasi: se ogni anno pensi solo a
divertirti e non vuoi imparare nulla, dovrai rimanere a lungo nella stessa
classe.
Il modo migliore per spiegare quello che succede "fra due vite" è
paragonarlo ai mesi di riposo fra due anni scolastici. Ad un tratto ti viene
voglia di tornare a scuola perché ti accorgi che gli altri ne sanno più di te e
hai fretta di imparare di più.
Tuttavia, una volta tornati a scuola, molti si dimenticano dei loro buoni
propositi, ovvero di studiare bene: ed è molto spesso ciò che accade ad alcune
persone nel corso della loro vita terrena.
In compenso, ce ne sono altre che si impegnano così tanto, e lo
dimostrano con le loro buone azioni, che riescono a fare diversi anni in uno
solo. Dunque terminano i loro studi e sperimentano una grande felicità
interiore molto prima degli altri.
E tu, che tipo di studente sei?
Sta solo a te decidere.
Il bello è che è veramente facile: le uniche cose che hai da fare sono atti
d'amore, ovvero vedere Dio ovunque, in te e intorno a te. Accettare ogni
persona così com'è ora. E poi il resto viene da sé: le tue paure e le emozioni
inutili spariscono, riesci a domare l'orgoglio, ti liberi dalle malattie e i
rapporti affettivi migliorano nettamente. Per finire, l'abbondanza si manifesta
in ogni cosa: sia a livello materiale
che a livello spirituale! Cos'altro è più importante!

Più esprimi questo Dio interiore amandoti e amando gli altri, più il tuo
sole interiore si sviluppa, risplendendo intorno a te. Diventi così fonte di luce
e calore al servizio di tutti coloro che hanno la fortuna di trovarsi vicino a te,
o nei tuoi pensieri.
Ti auguro con tutto il cuore di diventare questo sole meraviglioso e
conoscere infine la grande felicità che meriti pienamente.
Con Amore,
Lise Bourbeau

Informazioni per i seminari Ascolta il tuo corpo potranno essere richieste


direttamente a: Ecoute ton corps International
1102 Boulevard La Salette
St-Jérôme, Québec Canada J5L 2J7
Tel. 001 450-431-5336 - Fax 001 450-431-0991
e-mail: info@ecoutetoncorps.com
Sito web: www.ecoutetoncorps.com
ftmore: il potere dell'accettazione
AMORE: IL POTERE DELL'ACCETTAZIONE 240 pp.
Quotidianamente viviamo in situazioni conflittuali che producono
insoddisfazione e, alla lunga, problemi di salute. Lise Bourbeau ci racconta,
qui, un caso emblematico, in cui non sarà difficile riconoscersi almeno in
parte: entriamo nel suo studio insieme ai componenti di una famiglia che ha i
problemi di molte altre, governata da schemi relazionali nei quali serpeggia
qualche malinteso, qualche timore, e una quantità di condizionamenti
provenienti dal passato di ciascuno. L"'arma" terapeutica di Lise è
potentissima, e la vediamo in azione in modo così chiaro che in seguito ogni
lettore potrà servirsene: si tratta della dinamica dell'ACCETTAZIONE, ben
diversa dalla supina sottomissione, dalla rassegnazione o dall'abdicare alle
proprie risorse e responsabilità. È in realtà un metodo per "leggere"
diversamente gli eventi difficili della nostra vita, quali la malattia, la morte
(nostra e altrui), la vecchiaia, la perdita, le scelte dei nostri cari, il nostro
aspetto fisico, i nostri punti deboli... scoprendo quanto numerose ed
impensabili siano le sfaccettature dell'Amore. È una chiave potente e
universale per risolvere le difficoltà della vita. ASCOLTA IL TUO CUORE
288 pp

A dieci anni dal suo primo best seller internazionale Ascolta il tuo corpo,
Lise Bourbeau lo completa con Ascolta il tuo cuore, in cui si sofferma sulle
tre dimensioni dell'uomo:
· L'ESSERE,
· il FARE,
· l' AVERE.
Non è la conoscenza teorica che migliora la nostra qualità di vita, ma il
suo diventare azione: è ciò che SIAMO che determina quello che
FACCIAMO per AVERE ciò che vogliamo nella vita.

Come in Ascolta il tuo corpo, anche qui Lise Bourbeau suggerisce, alla
fine di ogni capitolo, degli esercizi alla portata di ciascuno di noi affinché la
lettura del libro non rimanga una conoscenza teorica ma si trasformi SUBITO
in azione che migliora la vita.

CHI SEI?
TE LO SVELANO LA FORMA DEL TUO CORPO, IL CIBO CHE
PREFERISCI, LA TUA CASA, LA TUA SALUTE, IL MODO IN CUI
PARLI
196 pp.
Dall'Autrice di Ascolta il tuo corpo, il seguito di quel geniale best-seller.
Chi siamo? Impariamo a scoprirlo da ciò che diciamo, da come scegliamo il
cibo o i vestiti, dalle Forme del nostro corpo... tutto ci parla di noi!
Soprattutto i nostri disturbi, più di 250 dei quali vengono qui spiegati e
decodifi cati, come altrettanti messaggi che ci svelano cause prò fonde. Il
risultato? L'autoguarigione, il miglioramento delle relazioni interpersonali e
un maggiore benessere.

QUANDO IL CORPO TI DICE DI AMARTI: LE CAUSE


METAFISICHE DI 500 MALATTIE 336 pp.
Sono vent'anni che Lise Bourbeau conduce le sue ricerche nel campo
delle cause metafisiche delle malattie. Ne ha derivato la certezza che qualsiasi
disturbo d'ordine fisico è la manifestazione (il segnale) d'un problema
esistente sul piano emozionale e sul piano mentale inconscio; la malattia è
dunque una preziosa alleata e non un nemico: «Con mia grande felicità, ho
scoperto che la malattia è un dono per riequilibrare il nostro essere. il corpo
fisico, infatti, non è la causa delle malattie: da solo è impotente. La vita che lo
alimenta proviene dall’anima, dalla mente; e il corpo è semplicemente il
riflesso di ciò che accade dentro di noi. Un corpo malato, dunque, è un corpo
che cerca di riequilibrarsi, giacché la salute ne è lo stato naturale. Questo vale
anche per il corpo emozionale e per il corpo mentale?-. Se sta indubbiamente
alla medicina curare il corpo, i risultati più completi si avranno dunque
quando, parallelamente, terremo conto anche della dimensione metafisica, i
un metodo che consente di fare ritorno all'armonia.
Lo scopo di questo prontuario che prende in esame circa 500 malattie è
consentirci di in dividuarne la causa profonda, sul piano emozionale, mentale
e spirituale.
LE 5 FERITE E COME GUARIRLE 160pp.

Rifiuto, abbandono, ingiustizia, umiliazione e tradimento sono le cinque


ferite che ci impediscono di essere ciò che siamo davvero, sono i cinque
principali condizionamenti della nostra esistenza. Questo nuovo libro della
Bourbeau, molto concreto come i precedenti, ci dimostra come tutti i
problemi di ordine fisico, emotivo o mentale derivino di fatto da queste ferite;
grazie alla descrizione delle maschere che tutti abbiamo sviluppato per non
vederle e non sentirle, e soprattutto per non conoscerle, riuscirete a
identificare la vera causa di un disturbo preciso, per esempio l'estrema
magrezza o l'obesità, oppure di certi problemi ricorrenti che rispuntano
appena vi sembra di averli risolti.

MIGLIORARE I RAPPORTI DI COPPIA


192 pp.
La vita di coppia è un delicato equilibrio, in cui ciascuno scopre le
proprie potenzialità e i propri limiti; è il luogo della comunicazione e
dell'incomunicabilità; spesso l'altro è lo specchio delle nostre difficoltà, e
Lise Bourbeau ci offre il punto di vista straordinariamente efficace della
scuola di Ascolta il tuo corpo per venirne a capo. «Cosa posso fare perché
mio marito accetti la mia evoluzione personale, senza mettere a repentaglio il
nostro rapporto di coppia?» «Mio marito vive solo per il lavoro, nient'altro gli
interessa nella vita. Con me non si esprime, è molto riservato e indipendente.
E come un robot, che ripete sempre gli stessi gesti.»
«Ci hanno insegnato che bisogna essere pazienti e smussare gli angoli in
un rapporto di coppia. Come riuscirci senza diventare sottomessi?»
«Quando le cose vanno male con mia moglie, come sapere se devo
mollare la presa e aspettare, o fare qualcosa perché le cose cambino?»
qualcos'altro o devo lasciarla vivere così?» «Non sono sincera con i miei
genitori, perché temo di ferirli. Che fare?»
«Ho una figlia di cinque anni che vuole sempre dormire nel lettone. Se la
metto nel lettino ha gli incubi o si sveglia per diverse ragioni. Che fare?»
IL DENARO E L'ABBONDANZA 136pp.

«Perché siamo in tanti, oggi, ad avere problemi finanziari?» «Ho sempre


paura che mi manchi il necessario: come posso liberarmi di questo timore?»
«Ho spesso mal di schiena e la sciatica; pare che questi dolori siano legati ai
soldi... È vero?» Queste e molte altre domande trovano risposta in un libro
dell'Autrice di Ascolta il tuo corpo che ci aiuta a far tesoro di tutto,
trasformando anche i nostri soliti guai finanziari in occasioni di successo.
SENSUALITÀ & SESSUALITÀ
246 pp.
«Come distinguere l'attrazione sessuale e il vero compagno di vita?»
«L'atto sessuale provoca una perdita di energia?» «Le fantasie del mio partner
mi infastidiscono. Non sempre ne ho voglia.» «Perché c'è una differenza tra
l'appetito sessuale dell'uomo e quello della donna?» .. .e molte altre domande,
riguardanti l'omosessualità, l'incesto, le violenze subite, le malattie e i
disturbi. «La nostra vita sessuale è ad immagine di quanto accade dentro di
noi, una sorta di barometro. |... ] La vita sessuale è un modo per prendere
coscienza di quali aspetti dell'amore noi accettiamo o non abbiamo ancora
vissuto». Lise Bourbeau, con il metodo che l'ha resa famosa, ci aiuta a
decodificare le nostre credenze in materia e scoprire le cause del problema.

LIBERARSI DA PAURE E CREDENZE NEGATIVE


130 pp.
«Da dove vengono le nostre paure e perché sono così diffuse?» «Come
liberarmi dall'agorafobia?» «Ho paura di dire di no a chi mi chiede qualcosa.
Mi sento a disagio, colpevole, se riesco a dire di no. Da dove viene questa
paura?» «Sono claustrofobo: posso guarire?» «Perché ho paura del buio?»
«Ho tanta paura dei gatti da non poter entrare in una stanza dove ce ne sono».
Lise Bourbeau ha raccolto una straordinaria casistica di paure; ne spiega il
meccanismo e come possiamo liberarcene attra
verso il metodo ormai collaudato di Ascolta il tuo corpo.
EMOZIONI, SENTIMENTI, PERDONO
176 pp.
«Spesso vado in collera; come fare per capire qual è la causa reale?» «Da
bambina mio padre mi ha messa da parte quando è nato mio fratello, e io mi
porto dietro 1 ' impressione di essere rifiutata dagli uomini in tutti i miei
rapporti con loro. Come faccio a liberarmene?» «A volte mi sento come un
blocco al plesso solare: pare che sia causato dalle emozioni. Cosa posso fare
quando il blocco si presenta?» La società ci spinge a provare emozioni
sempre più forti, in una sorta di... consumismo emotivo. Poi, però veniamo
lasciati soli a gestircele... Da una specialista di fama internazionale, la chiave
di volta per venirne fuori intatti e possibilmente cresciuti.

MIGLIORARE I RAPPORTI GENITORI-FIGLI


176 pp.
Non tutti siamo genitori, ma tutti siamo figli. E, soprattutto in Occidente,
i rapporti con i nostri genitori (e con i nostri figli) spesso si trascinano tra
incomprensioni, colpevolizzazioni ed altre emozioni che frenano la nostra
crescita e talvolta diventano causa di seri disturbi mentali e fisici. Applicando
il metodo di crescita personale che l'ha resa famosa, Lise Bourbeau risponde
alle domande più frequenti sull'argomento, selezionate durante i suoi
innumerevoli seminari, nelle quali ci riconosceremo. Per esempio; «Ho una
figlia dodicenne che passa il tempo davanti alla TV. Non c'è modo di
sollecitare il suo interesse per la scuola, lo sport, le amicizie. Vive isolata...
Posso guidarla verso

RESPONSABILITÀ, IMPEGNO E SENSI DI COLPA


136 pp.
«Come ci si libera dai sensi di colpa?» «Come si impara a dire di no?»
«Che cos'è che ci fa sentire colpevoli se non riusciamo a far fronte ai
nostri molti impegni?» «Perché chi mantiene le sue promesse s'imbatte
spesso in chi fa il contrario?»
«Perché ci si fa carico di tante cose, più di quante si riesca di fatto a
reggerne?» Queste e molte altre domande trovano risposta in un libretto
prezioso, che ci aiuterà a riconoscere ciò di cui siamo davvero responsabili da
ciò di cui ci facciamo carico senza ragione. METAMEDICINA.
OGNI SINTOMO È UN MESSAGGIO. LA GUARIGIONE A
PORTATA DI MANO di Claudia Rainville

Terza edizione, riveduta ed ampliata dall'Autrice.


448 pp.
Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno fornito
all'Autrice il rigore, il metodo d'indagine,e di analisi necessari per questa
ricerca, durata a sua volta diciannove anni. L'esperienza personale della
malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e una quantità
di operazioni) e l'autoguarigione completa che ne è seguita l'hanno condotta a
testare con altri la sua convinzione: VI È UNA CORRELAZIONE fra
sintomo e causa profonda, confermata dal vissuto personale di migliaia di
uomini e donne che si sono rivolti a Claudia Rainville.
Se siete fra coloro che s'interrogano sul senso profondo della loro
malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause profonde e dare il via ad
un vero processo di autoguarigione. Leggere i sintomi come messaggi del
corpo: una chiave semplice, fondata su un'enorme casistica, per comprendere
cosa c'è dietro una malattia e guarire.
LA MEDICINA SOTTOSOPRA.
E SE HAMERAVESSE RAGIONE?
di Giorgio Mambretti e Jean Séraphin.
144 pp.
Osannato dai malati, osteggiato dall'Ordine dei Medici, il dottor Hamer
colleziona lauree ad honorem in medicina in certi Paesi, e processi in altri,
oltre a riempire periodicamente le cronache dei quotidiani di mezza Europa
con le sue vicende. Oncologo e ricercatore, basta il suo nome perché nel
mondo della Sanità si assista a una levata di scudi... ma le sue casistiche di
guarigione delle malattie degenerative sono impressionanti, tali da far
vacillare l'edificio della medicina ufficiale... E il dubbio di molti è che il suo
sistema sia così osteggiato proprio
perché urta gli interessi delle holding farmaceutiche... Come
può essere che una grave malattia come il cancro sia il tentativo del
cervello di "riparare" (e quindi di guarire) un trauma subito? E che basti
individuare il trauma e "disfarlo" perché il cervello receda dalla sua azione
"riparatrice", arrestando quindi la proliferazione delle cellule cancerose? E
come possiamo individuare rapidamente questo trauma? Gli Autori, da anni
studiosi del metodo Hamer, ce lo spiegano in quest'ottimo libro, scritto in
modo che tutti lo possano capire, con l'aiuto di argute vignette.

Guarire le ferite del


passato:
GUARIRE LE FERITE DEL PASSATO: METAMEDICINA DELLE
RELAZIONI AFFETTIVE di Claudia Rainville.
296 pp.

II metodo della Metamedicina, che ha reso famosa l'Autrice, viene qui


applicato a un altro genere di sofferenza e di sintomi che si manifestano nella
nostra vita affettiva. Ricadiamo continuamente negli stessi schemi di
sofferenza? Ci sentiamo impotenti davanti al ripetersi delle difficoltà
relazionali? Ne abbiamo abbastanza delle lotte di potere o della chiusura delle
persone che amiamo? Ci sono soluzioni? C'è una via di uscita per
emanciparsi da tutto questo? E ehi proviene da un ambiente di carenze
affettive o di violenze, può essere felice? Guarire le ferite del passato è un
percorso terapeutico che consente di riconoscere e trasformare i "copioni"
della nostra sofferenza che tendono a riconfigurarsi nella vita, liberandoci
dalle dipendenze affettive e dalle lotte di potere, per accedere finalmente a
relazioni di coppia pacifiche ed armoniose.
NATI PER ESSERE FELICI, NON PER SOFFRIRE di Claudia
Rainville.
256 pp.
Gli insegnamenti di questo libro sono frutto non della teoria, ma di
un'esperienza vissuta sulla propria pelle dall'Autrice: «Arrendersi e
prendersela con Dio, con la vita o con gli altri non richiede alcuno sforzo.
Rimettersi in piedi assumendosi la responsabilità della propria vita e della
della propria felicità spesso ne richiede di grossi, ma questa è la differenza fra
vivere e sopravvivere». Claudia Rainville ci ricorda che non siamo nati per
soffrire, ma per avere una vita felice, piena, grazie al nostro straordinario
potere creativo e trasformativo. In questo libro, ci insegna a mutare i nostri
schemi negativi, liberarci delle emozioni che nuocciono al nostro equilibrio,
in un percorso graduale, con esercizi e indicazioni per fare ogni volta il punto
della situazione.

HO UN CORPO PER GUARIRMI: DECIFRARE BIOLOGICAMENTE


LE MALATTIE di Christian Fiòche
244 pp.
Straordinario best seller in Francia. C. G. Jung diceva che «la malattia è
lo sforzo che fa la Natura per guarire». Spesso la consideriamo solo come una
disgrazia, una calamità, oppure il frutto del caso, e ci accaniamo con
medicine, manipolazioni, o magari amputazioni. L'Autore rovescia
completamente questa visione, riconoscendo nella malattia «una reazione
biologica di sopravvivenza di fronte a un evento emotivamente ingestibile».
Partendo da questo concetto comune anche alla Nuova Medicina di Hamer,
Christian Flèehe ci insegna a risalire dal sintomo e dall'organo malato
all'evento che ha generato il disturbo, secondo il principio per cui curando la
causa si cura l'effetto. Si tratta, allora, non di combattere la malattia, ma di
accompagnarla, di imparare a leggerla. L'opera che avete in mano apre una
serie di libri di grande successo, che a poco a poco vi presenteremo.
Christian Flèehe, psico-bioterapeuta, un Master in PNL e in Linguaggio
metaforico, è ormai uno scrittore e un insegnante famoso nel campo della
Decodifica biologico delle malattie. E un caposcuola in questo campo, e la
sua scuola si appresta a farsi conoscere anche in Italia.

LA MALATTIA CERCA DI GUARIRMI di Philippe Dransard.


360 pp.
Attraverso la malattia parliamo a noi stessi, prendendo a testimone il
nostro corpo. Il dolore, la lesione, sono l'esatto riflesso delle nostre emozioni.
Il sentire diventa sensazione: ci rode, ci prude, è un dolore sordo... ma cos'è
che ci rode e ci prude? A che cosa è sordo il dolore?
Soffriamo senza sapere perché, come se ci mancasse la chiave per capire.
Questo libro è stato scritto affinché chi è nel dolore ritrovi la propria
chiave personale, quella che, finalmente, aprirà loro la porta: la malattia
infatti contiene in sé il seme della propria guarigione.

Se ascolteremo il corpo, la malattia ci parlerà. Cesserà d'essere lo


spauracchio da combattere ad ogni costo, diventando invece un dialogo con
noi stessi, attraverso il quale scopriremo che dietro la temuta nemica si
nasconde in realtà un'amica che cerca di guarire le piaghe dell'anima.
il dottor Philippe Dransard è medico omeopata e fitoterapeuta. Questo
libro è il frutto di venticinque anni di esperienza e di riflessioni sul perché
della sofferenza e su come si possa comprenderla al fine di liberarsene.
RITORNO ALLA SALUTE. TECNICHE DI AUTO-AIUTO CHE
FAVORISCONO LA GUARIGIONE del Dott. O. Cari Simonton, S.
Matthews-Simonton e J. L. Creighton. 288 pp. Il suo approccio si combina
con i trattamenti tradizionali (chemioterapia e radioterapia) raddoppiando,
secondo le statistiche americane, l'aspettativa media di sopravvivenza dei
malati. E un metodo psico-oncologico che insegna a vivere malattia e
trattamenti in modo più costruttivo, aumentandone l'efficacia grazie ad una
migliore gestione dello stress e delle emozioni. L'uso di tecniche di
rilassamento e visualizzazione combinate riduce gli effetti collaterali e
consente una positiva elaborazione del dolore emozionale, migliorando
sensibilmente la qualità di vita. Soprattutto stimola, com'è noto, il sistema
immunitario: il malato diventa mente compartecipe del suo ritorno alla salute.
Oscar Cari Simonton, medico specializzato in radioterapia, oncologo di
zionale, è considerato uno dei pionieri della psico-neuro-immunologia.
DI CANCRO SI GUARISCE: LE INSOSPETTATE RISORSE
DELL'ESSERE UMANO di Leon Renard.
200 pp.
L'Autore è psicologo, psicoterapeuta, ex insegnante di psicoimmunologia
all'ISEE di Bruxelles: la sua lunga esperienza professionale gli consente di
spiegarci che la malattia non è un nemico, ma un messaggio, una
comunicazione non verbale: il corpo "grida" un problema che il malato
ignora o rifiuta di vedere. La malattia, soprattutto, riguarda l'essere nel suo
insieme fisico e psichico e, quando si tratta di cancro, sono stati ottenuti
ottimi risultati tenendo conto dell'aspetto psichico del paziente. Qui, Renard
fa la sintesi degli studi condotti in tal campo da Simonton, Hamer, Leshan e
da molti altri, arricchendola con la sua esperienza terapeutica. Propone un
approccio complementare alle cure mediche, formato da tecniche
psicologiche che consentono una comprensione diversa del cancro;
un'interpretazione nuova dei segni clinici; un'attiva collaborazione del malato
alla propria guarigione servendosi delle sue forze psichiche latenti.

L'AVVENTURA DELLA GUARIGIONE del dottor O. Cari Simonton e


Reid Henson. 280 pp.
Famosa continuazione di "Ritorno alla salute" del dottor Cari Simonton,
questo libro racconta la storia di un suo paziente, Reid Henson. A Reid venne
diagnosticato una rara forma di cancro: aveva due anni di vita. 24 anni dopo,
grazie al metodo Simonton, Reid sta benissimo e racconta, insieme al suo
medico, questa storia straordinaria, ricca di spunti per chiunque sia alle prese,
oggi, con una diagnosi infausta. Nella prima parte del libro il dottor Cari
Simonton, padre della psico-oncologia, descrive il suo metodo insegnato nei
Simonton Cancer Center, che ora hanno aperto i battenti anche in Italia. Il
metodo si fonda sul principio per cui le nostre convinzioni, le emozioni, e gli
atteggiamenti che abbiamo svolgono un ruolo importantissimo nel
determinare la qualità della vita e della nostra salute: le statistiche americane
ci dicono che il suo approccio, che si combina con le cure della me dicina
convenzionale, offre ai malati di cancro una speranza di sopravvivenza
doppia. La seconda parte del libro è l'onesta, accessibile e profondamente
rassicurante testimo nianza di Reid: una guida preziosissima nel viaggio alla
volta della guarigione.
ANTICHE TERAPIE ESSENE E LETTURA DELL'AURA di Anne
Givaudan.
220 pp.
A dieci anni di distanza da Le vesti di luce, l'Autrice condivide con noi
molte tecniche terapeutiche non descritte in quel primo libro e tanto meno in
"L'altro volto di Gesù. Memorie di un Esseno", che ci fece conoscere Anne e
Daniel Meurois-Givaudan. Sono tuttavia le stesse tecniche che venivano
insegnate dagli Esseni duemila anni fa, e che oggi rivivono in un libro
completo, che ci inizia alla pratica della palpazione eterica, all'uso degli olii e
della "voce lattea", e a numerose altre forme terapeutiche proposte insieme
agli esercizi pratici per imparare a servirsene.

MALATTIE KARMICHE:
RICONOSCERLE, COMPRENDERLE, SUPERARLE di Daniel
Meurois-Givaudan. I44pp.
Chi non ha mai sentito parlare di asma insistente, di interminabili malattie
della pelle, di strane disfunzioni o di paure inspiegabili? In base ad una vasta
casistica, l'Autore ci guida a capire la causa di certe patologie davanti alle
quali la medicina ufficiale è spesso vaga, contraddittoria o impotente. Egli
chiama in causa memorie relative a esistenze anteriori, e ci aiuta a penetrare
meglio certi nostri ingranaggi poco esplorati; riconoscere l'origine karmica di
un disturbo diventa allora il punto di partenza per una vera crescita interiore,
capace di curare tanto l'anima quanto il corpo.

FORME-PENSIERO: RICONOSCERLE, SCOPRIRE LA LORO


INFLUENZA SULLA NOSTRA VITA di Anne Givaudan,
con la collaborazione del dott. A. Achram.
184 pp.

Le forme-pensiero sono delle manifestazioni energetiche che hanno vita


lunga o breve in base all'energia di cui vengono nutrite. Tutti noi ne
emettiamo, tutti ne siamo circondati, e a volte esse interferiscono con la
nostra vita. Se sono visibili a chi è dotato di una vista sottile, perlopiù noi non
siamo in grado di percepirle direttamente. Ne percepiamo tuttavia gli effetti,
spesso dannosi per il nostro benessere psichico (è il caso, per esempio, delle
idee ossessive) e fisico: se le barriere energetiche del corpo non sono sane, la
forma-pensiero può creare vere e proprie brecce nel guscio dell'aura e questo
è il primo passo verso le patologie piccole e grandi che conosciamo. Il libro
offre una straordinaria base che ci permette di capire energeticamente quale
relazione vi sia tra il pensare e l'ammalarsi, e di conseguenza mettere in atto
delle strategie per evitare che questo accada.

FORME-PENSIERO II: TRASFORMARLE, GUARIRLE di Anne


Givaudan. 120 pp.
Le numerosissime forme-pensiero che ci gravitano intorno condizionano
e paralizzano le nostre scelte, attirano la collera e l'impulsività, rinforzano le
nostre paure. Le forme-pensiero sono all'origine delle malattie e di
comportamenti nocivi per noi e per gli altri. Dopo averle descritte in Forme-
pensiero: Riconoscerle, scoprire la loro influenza sulla nostra vita, Anne
Givaudan, specialista nelle terapie essene fondate sulla luce e sul suono, ha
raccolto in questo volume gli elementi che possono provocare una forma di
apertura che si rivela propizia alla guarigione. E un'opera eminentemente
pratica, che risveglia in noi l'unica forza capace di trasmutare le
formepensiero: l'Amore.
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QUELLO CHE I DENTI RACCONTANO DI TE della dottoressa
Michèle Caffin. 80 pp.,
Oggi si parla molto delle parti del corpo come portatrici di messaggi della
dimensione più profonda della mente. I denti non fanno eccezione: come ci
spiega la dottoressa Caffin, dentista, osteopata e agopuntore, essi conservano
la memoria di eventi della nostra vita, di stati emotivi; quando un dente ci
duole, in realtà sta... "parlandoci" di una parte di noi che non vogliamo o non
sappiamo vedere. Il primo libro con le chiavi d'accesso ai messaggi
psicoemotivi di cui i denti sono depositari. Fondandosi su ricerche
universitarie, sull'osteopatia e sull'agopuntura, questa famosa dentista
francese (questo suo libro è un best seller in Francia) ha scoperto che i denti
conservano la memoria psico-emozionale della nostra vita, e un mal di denti è
un messaggio ben preciso per portare alla nostra coscienza una faccenda
irrisolta e nascosta nel subconscio.

TRASFORMARE LA RABBIA del dottor Les Carter.


280 pp.
Scoppi d'ira, perenne malcontento, reazioni violente di intensità
sproporzionata allo stimolo che le origina; ma anche frustrazione,
insoddisfazione, silenzi punitivi, passività ostile: chi non ha mai
sperimentato, come protagonista ? come destinatario uno o più di questi
comportamenti? L'Autore, uno psicoterapeuta da anni affermatosi nel campo
della gestione della rabbia, ci mostra come tutti questi atteggiamenti (e molti
altri ancora, a volte insospettabili!) condividano le medesime radici, e come,
tramite un percorso collaudato, esse possano venire estirpate.
Dopo trent'anni d'esperienza nel counseling individuale e in seminari di
gruppo sulla gestione della rabbia, l'Autore offre un metodo pratico per
liberarsi di tale emozione, servendosi di numerosi casi esemplificativi. è cosi
possibile riconoscersi nelle storie presentate, nelle forme di rabbia da esse illu
strate, e anche nei percorsi intrapresi dai protagonisti per raggiungere la piena
guarigione e la serenità, in famiglia e sul lavoro.
Un vero e proprio "manuale d'uso" per chi vuole liberarsi dalla trappola
della rabbia, ? aiutare un'altra persona a farlo, con delicatezza,
professionalità, e un pizzico di humour.
Il dottor Les Carter è uno psicoterapeuta famosissimo negli Stati Uniti per
la sua esperienza trentennale nel campo della risoluzione dei conflitti,
dellagestione della spiritualità.

ALTRI TITOLI DEL NOSTRO CATALOGO:


nella collana delle opere di Anne e Daniel MEUROIS-GD/AUDAN:
- L'ALTRO VOLTO DI GESÙ (Memorie di un Esseno - voi. I)
- LE STRADE DI UN TEMPO (Memorie di un Esseno - voi. 11)
- LE VESTI DI LUCE: leggere l'aura e curare per mezzo dell'amore
- TERRA DI SMERALDO: testimonianze dall'Oltrecorpo
- RACCONTI D'UN VIAGGIATORE ASTRALE
- VIAGGIO A SHAMBHALLA
- L'INCONTRO CON LUI
- I NOVE SCALINI: cronaca di una reincarnazione
- WESÀK: il tempo della Riconciliazione
- CRONACA DI UNA DISEMCARN AZIONE: come aiutare chi ci
lascia
- DI LUCE IN LUCE: un anno di cammino con te
- IL POPOLO DEGLI ANTMA-LI
- ESSERE & AGIRE
- DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTÀ (voi. I) di Anne
Givaudan:
- PRIGIONI O ALI: memorie da ritrovare, da liberare, da trasformare
- IL PATTO VIOLATO: vite interrotte

- ... DOPO L11 SETTEMBRE: DALLA SOTTOMISSIONE ALLA


LIBERTÀ (voi. II): i documenti
- ANTICHE TERAPIE ESSENE E LETTURA DELL'AURA
- ALLEANZA
- WALK-IN: UOMINI CHE CAMBIANO CORPO
- FORME-PENSIERO: riconoscerle, scoprire la loro influenza sulla
nostra vita
- FORME-PENSIERO II: trasformarle, guarirle

di Daniel Meurois-Givaudan:
- FRANCESCO: l'uomo che parlava agli uccelli
- GLI ANNALI DELL'AKASHA: accedere alla memoria del pianeta
- I PRIMI INSEGNAMENTI DEL CRISTO
- L'UOMO CHE PIANTÒ IL CHIODO: dalla devastazione alla
riconciliazione
- AKHENATON.IL FOLLE DI DIO
- MALATTIE KARMICHE: riconoscerle, comprenderle, superarle
- IL VANGELO DI MARIA MADDALENA. Restituito dal Libro del
Tempo
- L'ERA DELLA COLOMBA: gli insegnamenti per 2000 anni dopo
- CONVERSAZIONI CON LORO
- ANIME INDESIDERATE
- COSÌ CURAVANO. Dagli Egizi agli Esseni: comprendere e praticare
nella collana BENESSERE:
- DIMMI COME SEI NATO E TI DIRÒ CHI SEI, di Robyn Fernance

- RITORNO ALLA SALUTE, del dott. Oscar Cari Simonton, Stephanie


M. Simonton e J. L. Creighton
- NATI PER ESSERE FELICI, NON PER SOFFRIRE. Metamedicina
delle emozioni, di Claudia Rainville
- L'ARTE DI SOGNARE. Pilotare i sogni; decifrarne il messaggio, di
Nicole Gratton
- LOTUS BIRTH: IL PARTO INTEGRALE. NATI CON... LA
PLACENTA!, a cura di Shivam Rachana
- LA TUA PERFETTA MEDICINA. Il miracolo che la Scienza non ci
aveva rivelato, di Martha M. Christy
- DI CANCRO SI GUARISCE. Le insospettate risorse dell'essere umano,
di L. Renard
- PAU D'ARCO (TABEBUIA): la pianta-farmacia dell'Amazzonia, di
Kenneth Jones
- L'ERBARIO DEI GATTI, di Claire Nahmad
- MANGIAMOCI SU, di Marco Columbro con la collaborazione
scientifica di SMA s.r.l.
- LA MEDICINA SOTTOSOPRA. E se Hamer avesse ragione?, di
Giorgio Mambretti e Jean Séraphin

- RIPROGRAMMARE L'INCONSCIO, di Paul Liekens


- QUANDO LA MUSICA GUARISCE, di Fabien Maman
- I BAMBINI PRENDONO TUTTO ALLA LETTERA. Come sviluppare
I.. lo,,, ., stima, di Jennifer Day
- PREFERISCO VEDERCI CHIARO... e riuscirci senza lenti, di
Loredana tic Micheli
- MEDICINA MEDIANICA: IL CASO JOAO DE DEUS, di Robert
Pellegrino-1 istrlch
- AROMATERAPIA, NATURALMENTE!, di Nelly Grosjean
- DI SCLEROSI MULTIPLA SI PUÒ GUARIRE?, del dott. Bernard
Montain
- IL GRUPPO SANGUIGNO CI SVELA CHI SIAMO, del dott. Bernard
Montain
- OTTURAZIONI O VELENI, soluzioni, verità, del dott. Bernard
Montain
- MALOCCLUSIONE, sorrisi pericolosi, del dott. Bernard Montain
- ACUFENE: SIBILI E RONZII NELLE ORECCHIE, riconoscerli e
guarirli, del dott. Bernard Montain
- AIDS: ROGER È GUARITO, del dott. Bob Owen
nella collana SAGGEZZA:
dedicata alla Saggezza Ituddhista:

- LE CHIAVI DELLA MEDITAZIONE QUOTIDIANA, di Tenzing


Gyatso, XTV Dalai Lama
- LE 5 MEDITAZIONI TIBETANE DELL'AUTENTICA FELICITÀ, di
B. Alan Wallace
- DELOG: donne che viaggiano oltre la morte, di Delog Dawa Drolma
- LA GRANDE PERFEZIONE NATURALE, di Nyoshul Khenpo e
Lama Surya Das
- CONSIGLI DEL CUORE di un leggendario maestro dzogchen, di
Dudjom Rinpoche
- MEDITAZIONE: cos'è e come praticarla, di Sogyal Rinpoche
- MO: divinazione tibetana, di Lama Mipham
- LA VI A DI DIAMANTE: tre anni con i Buddha del tetto del mondo, di
Lama Ole Nydahl
- COME TRASFORMARE LE EMOZIONI NEGATIVE, di Lama
Guendune Rinpoche
- MAESTRO & DISCEPOLO, di Lama Guendune Rinpoche
- IL CANTO DELLE NUVOLE: lo zen e l'arte della psicosintesi, di
Matteo lotti
- A... COME BUDDHA!, di Lama Jigmela Rinpoche
- COME APRIRE LA MENTE, COME APRIRE IL CUORE, di Tenzing
Gyatso, XIV Dalai Lama
- DZOGCHEN. L'ESSENZA DEL CUORE DELLA GRANDE
PERFEZIONE, di Sua Santità il Dalai Lama
- INTREPIDA COMPASSIONE. L'allenamento interiore in 7 punti,
secondo Atisha, di Dilgo Khyentse Rinpoche
- PADMASAMBHAVA: IL BUDDHA DEI TESORI NASCOSTI, di
Philippe Conni
- LA VIA DEL BUDDHA NELLA TRADIZIONE TIBETANA, di
Kyabje Kalu Rinpoche dedicata alla Saggezza Anieriudiana:
- SHAPESHIFTING: IL MUTA-FORMA, di John Perkins
- MITAKUYE OYASIN: "tutto è correlato", di A. C. Ross (Ehanamani)
- IL DONO DEL POTERE. Vita e insegnamenti di un uomo-medicina
Lakota, di Aichic Fire Lame Deer
- INIZIAZIONE ALL'ARTE DELL'UOMO-MEDICINA, di Medicine
Grizzlybear 1 .akc
- LA MEDICINA DELLA TERRA. Conoscere se stessi con l'astrologia
dei Nativi Americani, di Kenneth Meadows
- IL POPOLO DEGLI UOMINI: gli Indiani del Nord America, di D.
Buffarini
- LE CARTE-MEDICINA: ernie sciamaniche di guarigione, di J. Sams e
D. Carson

- ITOLTECHI DEL NUOVO MILLENNIO, di Victor Sanchez dedicata


alla Saggezza dell'Islam:
- NATI PER GUARIRE, di Reshad T. Feild
- SUFI: LA STRADA INVISIBILE, di Reshad T. Feild dedicata alla
Saggezza dell'Antichità:
- INIZIAZIONE: memorie di un'Egizia, di Elisabeth Haich dedicata alla
Saggezza dell'Occidente:
- IL DIALOGO DELLE VOCI. Conoscere ed integrare i nostri sé
nascosti, di 11 il Stone e Sidra Winkelman
f

- GUARISCI IL TUO KARMA, di Rick Phillips dedicata alia Saggezza


Aborigena:
- LE SCIAMANE DEL TEMPO-DI-SOGNO: i poteri ancestrali delle
Aborigene australiane, di Parker e Lambert

dedicata alla Saggezza Giudaico-Cristiana:


- Q, IL 1 ° VANGELO. I detti originali di Gesù, a cura di Marcus Borg
- IL VANGELO DI TOMMASO E COME FU SCOPERTO, a cura di
Dart, Riegert e Crossan
- LA CROCIFISSIONE SECONDO UN TESTIMONE OCULARE. Il
manoscritto di Alessandria. dedicata alla Saggezza Celtica:
- IL DRUIDO DELLE CHIOCCIOLE, di Henri Vincenot
- GUARIRE CON IL GRAAL, di John Matthews
- QUANDO BABBO NATALE ERA UNO SCIAMANO, di Tony van
Renterghem nella collana ENERGIE:
nella serie Energie dell'anima:
- DAL POSSESSO ALL'AMORE, di Bhakti Tirtha Swami
- MAITREYI AMMA: un'esistenza straordinaria, di Maitreyi Amma
- CACCIA ALL'ANIMA. Alla ricerca dei frammenti perduti, di
Giancarlo Tarozzi
- I MIEI VIAGGI NEL TEMPO, di Patrick Drouot
- I GUERRIERI DEL CUORE: l'arte di risolvere i conflitti, di Danaan
Parry
- L'USO COSCIENTE DELLE ENERGIE, di Rinaldo Lampis
- LE LEGGI DEL KARMA, di Goswami Kriyananda
- SEI LIBERO: PERCHÉ NON TE NE ACCORGI?, di David Icke
- MEDICI DEL CIELO, MEDICI DELLA TERRA, di Maguy Lebrun
- DELFINI GUARITORI, di Horace Dobbs
- VISUALIZZAZIONE TERAPEUTICA: BELLI IN SETTE GIORNI
VISUALIZZANDO LA LUCE, di John Pepper
- IL TUO AMICO ANIMALE È SENSITIVO?, di R. Webster nella serie
Energie del corpo:

- LA MANO TI DA UNA MANO, a capire chi sei..., di Frank C. Clifford


- MUDRA: I GESTI DELL'ENERGIA, di Philippe Vincent
- LA SCIENZA SPIRITUALE DEL KRIYA YOGA, di Goswami
Kriyananda
- REIKI: energia e guarigione, di Giancarlo Tarozzi
- IL REIKI DELLE ORIGINI: il sistema di guarigione di Usui, di Gianna
Cristofanilli e Giancarlo Tarozzi
- REIKI: GLI INSEGNAMENTI ORIGINALI DI TAKATA, trascritti da
Fran Brown nella serie Energie in favore del pianeta:
- I CUSTODI DELLA TERRA: DA DOVE COMINCIARE, di L. Baer
Brown e B. Rhein nella serie Energie cosmiche:
- L'ENERGIA NASCOSTA DELLA TERRA, di Serge Kahili King
- FENG-SHUI: la casa in armonia col cosmo, di Yannick David
- IL FENG-SHUI IN GIARDINO, di Philippa Waring
- DIZIONARIO DEL FENG-SHUI, di Chu-Tung Shi e Chris Evans

nella collana FINDHORN:


- LE PORTE INTERIORI, di Eileen Caddy
- IL MIO VOLO VERSO LA LIBERTÀ, di Eileen Caddy
- UN LIBRO PER 100 AMICI: dove trovare la felicità, voi. I, di Eileen
Caddy, in coedizione con gli Editori in Sintonia
nella collana I GRANDI PRECURSORI:
- SHAMBHALA, la risplendente, di Nicholas Roerich - in due volumi
- IL CUORE DELL'ASIA, di Nicholas Roerich
- SULLE TRACCE DI GESÙ L'ESSENO. Le fonti storiche buddhiste,
islamiche, san scrite e apocrife, del prof. Fida M. Hassnain
- LA VITA SCONOSCIUTA DI GESÙ. Il testo originale del 1894, con
manoscritto ti betano che Notovich rinvenne ad Hemis, di Nicholas Notovich
I I RIFLESSI SUL LAGO DELLE VISIONI: storia dei Dalai Lama, di R,
Barrata LUCI DELLA GRANDE LOGGIA BIANCA, di Michel Coquet
nella collana RESILIENZA:
Il, VANTAGGIO DELLA RESILIENZA, come uscire più forti dalle
difficoltà della vita, di Al Siebert
HO ASSAGGIATO IL PARADISO, dal coma al risveglio, da malato a
guaritole, ili Mario Dalla Torre
orila collana GLI ANTIDOTI:
I .A SOLUZIONE HEARTMATH PER TRASFORMARE L'ANSIA, di
Doc Childre e I )eborah Rozman
I .A SOLUZIONE HEARTMATH PER TRASFORMARE LO STRESS,
di Doc Childre e I )eborah Rozman
nella collana NUOVA LEADERSHIP:
- LEADERSHIP & SPIRITUALITÀ, di Bhakti Tirtha Swami
nella collana SCIENZA & COMPASSIONE:
- DAL BIG BANG ALL' ILLUMINAZIONE, di Matthieu Ricard &
Trinh Xuan Thuan
- SCIENZA & REINCARNAZIONE, di Jean-Pierre Schnetzler
- MEDICINA & COMPASSIONE, di Chokyi Nyima Rinpoche e Dottor
D. R. Shlim
- IL BUDDHA IN LABORATORIO: dialoghi fra il Dalai Lama e la
scienza sulla natura della mente, a cura di Anne Harrington e Arthur Zajonc
nella collana COMUNICAZIONE:
- RIVOLUZIONE RELAZIONALE, se mi ascolto... magari mi capisco,
di Jacques Salomé & Sylvie Gallanti
nella collana PROSPERITÀ:
- LE 7 LEGGI DEL DENARO: SE LO CONOSCI... NON TI EVITA! di
M. Phillips
- IL DENARO E L'ABBONDANZA, di Lise Bourbeau
nella collana RACCONTI INIZIATICI:
- USA CIÒ CHE SEI, di Fun-Chang
nella collana L'UOMO E IL CIELO:
- MEDITAZIONI ZODIACALI, di Johfra
- LE 12 PORTE DELLO ZODIACO: LA VIA INIZIATICA DI ULISSE,
di S. Santi
- L'ORACOLO DELLE FOGLIE DI PALMA. La tua vita di oggi è stata
scritta 5000 anni fa..., di T. Zeyen
nella collana I DEVA:
- ANGELI & UOMINI, CO-CREATORI: cooperare con gli Angeli, a
cura di M. Pariseli
- I CUSTODI DELLA SPERANZA: 60 esercizi per comunicare con gli
angeli, di T. L. Taylor
- MESSAGGERI DI LUCE: come includere gli angeli nella tua vita, di T.
L. Taylor
- PAROLA DI FATA. Come entrare nel mondo delle fate e farsele
amiche, di C. Nahmad nella collana OLTRE LA VITA:
- VADO E TORNO, la verità della vita e della morte vissuta e raccontata
da un ragazzo per i ragazzi e per gli adulti, del prof. Cesare Boni e Kicca
Campanella
- DOVE VA L'ANIMA DOPO LA MORTE, di Cesare Boni
- ACCOMPAGNARLI VERSO LA LUCE, di Petia Prime
- CANTO DI COMMIATO, di Lise Thouin
- PALLA DI SOGNO, di Lise Thouin
nella collana LA SVEGLIA:
- I POLLI PREFERISCONO LE GABBIE, di Armand Farrachi
Fine

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