Sei sulla pagina 1di 9

1) 1919 – BROKEN BLOSSOMS (David Wark Griffith)

con : lilian gish (lucy burrows)


Richard Barthelmess: Cheng Huan
Donald Crisp (Battling Burrows)
Paramount
MELODRAMMA (conentrazione spazio-temporale tipica della tragedia)
Griffith, col suo cinema, mirava a "costruire un linguaggio
diverso", iniziativa non accolta dalla Biograph, casa produttrice
presso cui lavorava. Abbandonata la Biograph nel 1913,
iniziò a lavorare al suo capolavoro Birth of a Nation che, per
quanto criticato per il suo stampo razzista, ebbe un successo
clamoroso e venne reputato la "storia scritta con la luce".
La sua innovazione tecnica consistè nell'introduzione del
montaggio alternato e di inquadrature nuove come il primo
piano (drammaticità ed emozione del personaggio). Notevole inoltre
(per esigenze tecniche), la messa in scena e la
scenografia, che contribuiscono a definire i personaggi invece, ad
esempio, del modo in cui essi parlano (non potendoli sentire): tutte
ambientazioni peraltro ricostruite in studio, compresa la scena iniziale
che si ambienta idealmente in Cina.
espediente tecnico: doppia soggettiva, un campo-controcampo a 180°, che mostra i duri sguardi del
padre e della figlia che si fissano aggressivamente guardando nell'obiettivo (e quindi lo spettatore),
con una violenza espressiva mai vista prima. Griffith fece le PROVE con gli attori molto tempo
prima di girare il film.
Funzione primaria:amore contrastato dall'età e dal padre+ condizione di differenza razziale
Simbologia: le vele delle navi sono il sogno di fuga dalla realtà.

2) 1934 – IT HAPPENED ONE NIGHT (Frank Capra)


con Clarke Gable (Peter Warne)
Claudette Colbert (Ellie Andrews)
Columbia Pictures
COMMEDIA (screwball) A PERCORSO

Nonostante il tempo di grande depressione in cui fu girato, It Happened One Night presenta diversi
aspetti della contemporaneità. In primis, l'educazione del personaggio femminile (commedia del
Pigmalione) da parte di quello maschile, che le dimostra invece quanto sia difficile farsi strada
nella "realtà", dovendo ricorrere all'astuzia anzichè al denaro per risolvere determinate situazioni. Il
film vinse i cinque oscar maggiori (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore
protagonista, miglior attrice protagonista). Nello specifico, Clark Gable esordì qui anche come
attore di commedie, mentre in precedenza il suo personaggio ricorrente era quello del "duro" e del
genere drammatico. La struttura narrativa del film è propria del genere avventuroso/western: la
storia si sviluppa infatti intorno al viaggio dei due protagonisti da New York a Miami (che
simboleggia anche il loro "percorso" di innamoramento).
Curiosamente, l'uscita di questo film fece calare, in America, le vendite di canottiere, vista
l'influenza della scena in cui Clark Gable si spoglia prima di andare a dormire e rivela di non
indossare la canottiera sotto la camicia.

3) 1946 – SCIUSCIA' (Vittorio De Sica)


con Franco Interlenghi (Pasquale) vedi i vitelloni
Rinaldo Smordoni (Giuseppe)
sceneggiatura Cesare Zavattini (poetica del pedinamento)
Alfa cinematografica
DRAMMATICO- NEOREALISMO

Il film è la storia dell'amicizia tra due ragazzi, dei quali uno non
ha famiglia e l'altro, pur avendola, la vede in una situazione
disastrata.
I parametri del neorealismo sono rispettati perfettamente (i
ragazzi protagonisti non sono attori professionisti; il concetto di
speranza è presente costantemente).
La figura del cavallo assume un'importanza notevole nel corso
del film dall'inizio (quando i protagonisti assistono a una scena
di corsa in campagna) alla fine (quando il loro cavallo esce di
scena). E' inoltre il motivo della tragedia: tutto accade in
conseguenza all'illusione del "tradimento" per via del cavallo
stesso. Il riformatorio non ha nulla di positivo: l'amicizia viene
distrutta.
Primo film italiano a prendere l'oscar.

4) 1948 – RED RIVER (Howard Hawks)


con John Wayne ( Thomas Dunson)
Walter Brennant (Nadine Groot)
Montgomery Clift ( Matt Garth)
Joanne Dru: Tess Millay

Hawks eccelle nella commedia (es. 20th century, 1934), ma il


genere cui viene più di frequente associato è il western.
Nel western, nonostante sia nato come genere in un mondo
privo di dèi (come nella Grecia antica), si aspira all'epica in
quanto si fonda sul desiderio di conquista di un nuovo mondo
da parte di eroi. Si parte da un dato storico reale per poi
trascenderla.
E' la storia di un viaggio, intrapreso inizialmente da un uomo e
da un vecchio, poi da un ragazzo, e infine dal ragazzo e dal
vecchio, mentre l'uomo rimane indietro (circolo di fasce d'età
inoltre ripreso da Hawks in altri film successivi).
Presente inoltre un solo personaggio femminile che, tuttavia,
come in tutti i film di Hawks, ha un ruolo preponderante ed è
rappresentato come tutt'altro che un sesso debole.
Amicizia virile
5) 1952 – SINGIN' IN THE RAIN (Gene Kelly & Stanley Donen)
con Gene Kelly ( Don Lockwood)- stile di danza atletico e sportivo
Jean Hagen (Lina Lamont)
Debbie Reynolds ( Kathy Selden)
Donald O'Connor (Cosmo Brown)
Cyd Charise
musiche di A. Freed
MGM
MUSICAL (successo personale e sociale)

Il riferimento storico agli inizi del sonoro nel cinema (1927: il


cantante di jazz) è particolarmente preciso e corretto nella
prima sequenza di ballo ripresa in studio (nella storia), quando
viene messo in luce quanto i mezzi del cinema (movimenti di
macchina) rendano possibile l'esaltazione di certe coreografie
viste dall'alto: oltre all'effetto "caleidoscopio" delle ballerine
colorate intorno al cantante, è evidente come si sia voluto fare
una panoramica sulla moda degli anni '20 mostrando e
"spiegando" l'abbigliamento di ognuna delle ballerine prima
che esse si uniscano alla coreografia.
Stilisticamente una pietra miliare la scena celeberrima in cui
Gene Kelly canta "Singin' in the Rain", per via dei movimenti
di macchina abbinati alle sensazioni del personaggio.
Da ricordare inoltre il talento dello stesso Gene Kelly, in veste
nello stesso film di regista, coreografo e protagonista (sia
come recitazione che come canto e ballo).
Danza e canto stanno per amore, sesso e passione.
Citazione da Scarface di H. Hawks (lancio della moneta)

6) 1953 – I VITELLONI (Federico Fellini, collaboratore di Rossellini e Lattuada)


con Franco Interlenghi (Moraldo)
A. Sordi ( Alberto)
Franco Fabrizi (fausto)
Leopoldo trieste
Riccardo Fellini
Eleonora Ruffo (sandra)
soggetto di Ennio Flaiano
POSTNEOREALISMO

Secondo lungometraggio di Fellini, racconta la propria uscita


dalla provincialità (visibilmente criticata) attraverso il
personaggio di Moraldo.
Ciò che trascende da questa narrazione, al di fuori dell'aspetto
autobiografico, è la ricorrenza delle scene notturne di
solitudine, metafore del preludio a un'evoluzione stilistica di
Fellini stesso. La voce narrante fuori campo, infatti, è del
personaggio di Moraldo, che attraverso questo dettaglio
incarna totalmente il regista, che racconta il film.
(AUTOBIOGRAFISMO)
Il personaggio che lo rispecchia, Moraldo, è del gruppo l'unico
sensibile e attento agli altri, sebbene totalmente diverso da
loro sia nei modi di fare che nelle abitudini.
Il personaggio di Leopoldo è caratterizzato fondamentalmente da squallore e viene presto tratto in
inganno da un attore che tanto ammirava.
Il finale, in perfetta sintonia con tutti i futuri finali felliniani, vede tutti i vitelloni addormentati
(salvo ovviamente Moraldo) e il movimento di macchina di allontanamento da ognuno di
questi soggetti accompagna il movimento del treno su cui viaggia Moraldo uscendo dalla realtà in
cui "chi dorme non piglia pesci" (vitelloni= nullafacenti) a cui era appartenuto fino a prima della
sua partenza. La simbolica destinazione del personaggio, non mostrata nel film, sarà il successo
dello stesso Fellini come regista nel suo allontanarsi dalla provincialità che fa da sfondo all'intera
vicenda.
E' inoltre di particolare rilevanza il ruolo di Guido e la sua amicizia con Moraldo: il ragazzo e
l'uomo): questi, alla sua giovanissima età, afferma di svegliarsi alle tre di notte tutti i giorni per
andare a lavorare in stazione. La scena del loro primo incontro mostra l'abissale contrasto che esiste
tra lui e Moraldo che, così come i suoi amici, non lavorano neanche di giorno.
Memoria e nostalgia. Fellini usa il narratore per allontanare il realismo dal film.

AMICIZIA VIRILE
7) 1937 – CAPTAINS COURAGEOUS (Victor Fleming)
con Spencer Tracy (Manuel Fidello)- oscar
Freddie Bartolomew (Harvey Cheyne)
Melvyn Douglas (padre, Frank Burton Cheyne)
Lionel Barrymore ( capitano)
John Carradine (long jack)
MGM
AVVENTURA-DRAMMATICO

Tratto dal romanzo di Rudyard Kipling (premio Nobel per la


letteratura), presenta numerose differenze da esso: il rapporto
tra manuel e il ragazzo (che nel libro è tra hharvey e il figlio
del capitano); Harvey, nel romanzo, cade a causa del fumo di
un sigaro sull'orlo del transatlantico su cui viaggia, mentre nel
film questi avverte un simile malore per l'eccessivo gelato che
mangia. Inoltre il personaggio di Manuel, che muore nel film,
non muore nel romanzo. Viene sfruttato l'elemento della
costruzione dell'amicizia ragazzo-uomo al fine di creare il
rapporto di paternità che il ragazzo non ha per via della morte
dei suoi veri genitori. (il padre nel film c'è ma è poco
presente); inoltre Harvey prova gelosia nei confronti di
Manuel quando lui gli racconta delle sue ''ragazze''.
L'intreccio è interamente giocato sulle scene "a due": ogni
scena infatti è centralizzata sull'azione o dialogo di due dei
vari personaggi.
Manuel è personaggio religioso 8irlandese cattolico) e
racconta del padre morto, che raggiungerà.
Il finale serve per ricostruire il rapporto col padre.
Le scene girate in studio usano il metodo del trasparente (un particolare schermo sul quale sono
retroproiettate delle immagini che faranno da sfondo alla scena. Era largamente utilizzato prima
dell'avvento del blue screen, quando ad esempio si riprendeva gli attori seduti in un' automobilee si
simulava il movimento grazie alle immagini che scorrevano sul trasparente e che erano visibili dai
finestrini. Era un modo per abbassare i costi ed evitare le riprese in esterno). Success commerciale.
8) 1959 – RIO BRAVO (Howard Hawks)
con J. Wayne (sceriffo John T. Chance)
Dean Martin (el Borrachon Dude)
Walter Brennant (Stumpy)
Ricky Nelson (Colorado)
Angie Dickinson (Feathers)
musiche di Dimitri Tiomkin (tema ripreso da red river)
WESTERN

Il film non ha riferimenti storici precisi: non sono infatti


presenti gli indiani, nè l'impianto narrativo del viaggio
(western PSICOLOGICO).
Come sempre in Hawks, la figura femminile ha notevole
rilievo ed influenza sulla psicologia dei personaggi
(diversamente dagli standard dell'epoca, dove le donne
avevano sempre ruoli marginali e poco influenti sui
protagonisti), specialmente sullo sceriffo Chance (Wayne).
Ritroviamo, come in Captains Courageous, una serie di scene
"a due" o a tre, e il rapporto di amicizia tra tutte le categorie di
uomini: quella della giovinezza, della maturità e della
vecchiaia.
Stumpy è un personaggio particolare: allo stesso tempo
protegge ed è protetto da Chance e, nonostante alcuni brevi
contrasti con Dude, lo notiamo legato a questi nella scena
finale così come lo è con Chance.
La canzone My rifle, my pony and me è derivata dal tema principale di Red River, e nella sequenza
in cui è cantata da
Dean Martin e Ricky Nelson esplicita chiaramente la concordia che esiste tra i quattro personaggi
maschili (il tema ricorrerà anche in altre scene del film). Dietro il finale c'è il profondo significato
del film, secondo cui ogni errore può essere riscattato da un'impresa coraggiosa.
Cattivi: Joe e Nathan Burdette
Claustrosfera: Hawks ama gli spazi chiusi; la prigione simboleggia il luogo chiuso dell'amicizia
virile e inaccessibile alle donne, il luogo sicuro.
Chance+ Dude: rapporto di tutela e protezione
Nel film c'è più IRONIA che epica. (Hawks è maestro di commedie)
Motivo musicale del Deguello, riferito al massacro di Alamo (San Antonio) e alla guerra tra
messicani e texani.
Hawks+ Ford: gioco di anti-intellettualismo, fingono di non essere colti ma in reaktà ci sono
continue citazioni( Ford oscar, Hawks no, si poneva come artigiano e non faceva discorsi religiosi e
sociali)
9) 1959 – IL TEMPO SI E' FERMATO (Ermanno Olmi)
con Natale Rossi
Roberto SevesI
DOCUFICTION

Concepito come documentario per l'Edisonvolta, crebbe tra le mani del giovane Olmi, divenendo il
suo primo lungometraggio girato con attori non professionisti e con suono in presa diretta.
Il Morandini commenta: «Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa
concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto
concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una
piccola musica, un film di grazia». Olmi nacque in una famiglia di contadini e andò a Milano a
lavorare per l' Edisonvolta: documentarista e neorealismo (paesaggio Dolomitico e attori non
professionisti). Racconto di amicizia tra un vecchi e un giovane: il nuovo deve appoggiarsi sulle
spalle del passato per andare avanti (contro industrializzazione e boom economico, pro tradizioni
e usanze vecchie). Dapprima sospetto, non confidenza, scetticismo, poi amicizia e collaborazione.
Natale: cucina e legge Cuore (letteratura superata), rudezza apparentee valori saldi, proletariato
Roberto: giovane allegro e intellettualmente più sveglio, ma ancora giovane e infantile, borghesia
Elemento comune: curiosità. Contrasto con la natura: qualcosa che mette sempre alla prova l'uomo

10) 1962 – IL SORPASSO (Dino Risi)


con Vittorio Gassman (Bruno)
jean Louis Trintignan (Roberto)
Catherine Spaak (Lilly figlia di Bruno)

Il forte taglio di critica sociale e di costume (Italia che va


verso industrializzazione e americanizzazione), seppure
nascosto tra le pieghe comiche e divertenti della commedia,
ne fa uno dei manifesti del genee cinematografico meglio
conosciuto come commedia all'italiana dove compaiono
alcuni innovativi e originali caratteri formali.
– personaggi sicologici definiti
– duello psicologico
– io pensante di Roberto, mediante il quale veniamo a
conoscenza della contraddizione tra pensiero e azione che il
ragazzo vive a contatto con Bruno, e soprattutto del percorso
d'iniziazione erotica e sociale che egli compie
- personalità del regista marcata e presente
– road movie (schema a viaggio) e accelarato
– morte del ragazzo: identità della nazione, giunta a un bivio della propria storia. La prima,
quella legata ai princìpi, sarà sedotta e morirà, nella fine di un sogno, lasciando campo libero alla
seconda Italia, quella furbesca, individualista e amorale. È forse questa vena pessimistica, questa
profonda sfiducia in un certo tipo di uomo italiano, nelle sue reali possibilità, in certi tratti ricorrenti
della storia della nostra nazione, e questa critica dura alle sue abitudini e alla sua mentalità, che
ricollega il film a quel genere, detto appunto commedia all'italiana, del quale è ritenuto da molti un
capolavoro. Bruno è protettivo verso Roberto, che è sensibile e introverso, ma bruno è un fanfarone.
Iniziamente Roberto p scocciato, poi quando nel night viene preso a pugni e bruno lo difende,
cambis idea e infine dice di aver passato i due giorni più belli dela sua vita.............

11) 1952 – SHANE (George Stevens)


con Alan Ladd (shane)
Jean Artur (Marian Starrett)
Van Heflin (Joe Starrett)
Brandon de Wilde (Joey)
Paramount
DRAMMATICO (WESTERN?)

L'iconografia è dominante in questo film: a cominciare dal contrasto tra il chiaro e lo scuro, che
simboleggiano tradizionalmente il bene e il male (per una pura questione culturale, a detta di
Ejzenstejn, poichè in altre culture il bianco è il colore del male), fino a giungere allo studiato
simbolismo dell'arrivo dell'eroe Shane, inquadrato da dietro le corna di un cervo in modo da
ricordare la Visione di Sant'Eustachio, dipinto quattrocentesco di Pisanello.
Curiosa la scelta di doppiare in italiano la battuta finale di Joey "come back, Shane!" in "Addio,
Shane!". Sebbene di significato e intenzione opposta, la traduzione italiana è forse più efficace di
quella originale, in quanto Joey è consapevole che effettivamente Shane non tornerà più.
La vicenda è vista con gli occhi del bambino, che mitizza il ''cavaliere bianco'', che rappresenta il
padre mitico e il trionfo dei valori:Un grande mito del cinema, manifesto dell'eroe purissimo che
agisce spinto solo dalla sua passione interna, per giustizia e senza compensi.
il west epico è sognato come un passato mitico che non c'è mai stato.
''Fusione tra avventura e romanticismo, che racconta con grande finezza psicologica ma senza
dimenticare lo spettacolo le identiche cose dette più rozzamente da mille altri.''
12) 1963 – HUD IL SELVAGGIO (Martin Ritt)
con Paul Newman (Hud Bannon)- divo affermato e entrata ritardata
Melvyn Douglas: Homer Bannon
Patricia Neal (Alma Brown)

Rapporto tra un ragazzo di 17 anni (lo stesso attore di Shane, e non è


un caso), orfano perchè il padre è morto in un incidente stradale e la madre dandolo alla luce, e lo
zio; questo è spregiudicato, arrogante, insolente ed egocentrico. Egli ha pochi interessi oltre a quello
di divertirsi evitando le responsabilità. La sua vita è limitata al bere, iniziare risse al bar, girare con
la sua Cadillac sportiva rosa ed andare a letto con donne, sposate o meno. Sebbene il suo vecchio
padre Homer (proprietario di un ranch dove lavora anche Hud) sia un uomo dai forti principi, nulla
della sua etica è stata ereditata da Hud. Homer non perde occasione per ricordare a Hud quale
delusione sia stato per lui. Lonnie è tra due fuochi, il nonno, che rappresenta la saggezza e il mondo
del Passato, e lo zio, quello del futuro. Sebbene provi per lo zio attrazione e una sorta di
ammirazione, Lonnie erediterà dal nonno i suoi valori, rimanendo disgustato dal comportamento
dello zio e abbandonandolo, nonostante questo, solo, gli chieda di rimanere con lui (smitizzazione
dell'eroe).
Lonnie è alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto, ma Hud si rivela un padre mitico
indegno
Patricia Neal: unica donna importante del film,, rappresenta la madre che non c'è mai stata.
Paul Newman: actor studio
nonno+ nipote: scena al cinema, cantano insieme My darling Clementine (usata da Ford in Furore e
Sfida infernale, film che proclama i valoti della democrazia e della vecchia società)

13) 1975 – DERSU UZALA (Akira Kurosawa)


con Maksim Munzuk (Dersu)
Yuri Solomin (capitano)
Svetlana Danilchenko (moglie del capitano)
Prodotto da Kurosawa dopo un periodo di depressione
dovuta al suicidio del fratello e a una scarso successo
cinematografico.
Contrasto natura-civiltà
Tratto dai libri biografici, il primo col titolo omonimo del
1923 e l'altro intitolato Nel profondo Ussuri, scritti
dall'esploratore russo Vladimir Arrsen'ev in cui sono
riportate notizie circa le sue numerose esplorazioni in una
regione della Siberia, risalenti ai primi anni del XX
secolo.
E' fondamentalmente un film sulla natura, tema che va al di là del contrasto culturale tra i
protagonisti. PANTEISMO
Sebbene Dersu affermi di aver perso la famiglia e di essere rimasto solo, si trova ad intraprendere
col capitano un rapporto di amicizia e di empatia molto profondo.
Il discorso dell'amicizia è istintivo poichè Dersu si rivela "prezioso" nonchè saggio rispetto ai
problemi dell'esistenza, e viene presto benvoluto dal capitano e i suoi.
A metà vicenda Dersu e il capitano si separano: Dersu non concepisce di adattarsi alla vita moderna
e torna nella sua Taiga (i due si ritroveranno poi dopo cinque anni su "richiesta" di Dersu stesso
presso la Taiga).
Altra sequenza importante per il tema dell'amicizia è quella delle fotografie (subito successiva alla
scena del salvataggio di Dersu dalle rapide) insieme; importante anche scena in cui dersu salva il
capitano durante la bufera.
Kurosawa: interesse per Pirandello, Shakespeare, i classici russi (Gorky, Dostoevskij) e in generale
per l'occidente; ammira Ford anche per quanto riguarda il discorso western sulla natura (che però
non a rifiuta come Dersu, però sceglie la cultura)

United artists
È stata fondata il 5 febbraio 1919 da quattro grandi attorie registi di Hollywood: Charles Chaplin,
Douglas Fairbank, Mary Pickford e D.W. Griffith. Si narra che alla sua fondazione un produttore di
Hollywood abbia esclamato "I matti si sono impossessati del manicomio!", a sottolineare che, per la
prima volta, degli attori prendevano le redini di una compagnia cinematografica.

Actor studio
Elia Kazan (Un tram che si chiama desiderio con Brandoe V. Leigh) .Laboratorio statunitense di
arte drammatica, fondato a New York nel 1947. È il più noto centro di perfezionamento per attori
degli Stati Uniti, e forse del mondo. Trae origine dall'esperienza del Group Theatre degli anni
Trenta; ma le sue tecniche, il cosiddetto metodo, fanno riferimento, attraverso adattamenti dovuti al
suo primo direttore artistico, Lee Strasberg, a quelle dell'avanguardia teatrale russa dell'inizio del
Novecento. Esse hanno spesso prodotto negli allievi un tipo di recitazione caratteristico, fortemente
emotivo, che dall'A. S. ha preso il nome, e che fu reso popolare negli anni Cinquanta soprattutto da
attori come Marlon Brando, James Dean, Montgomery Clift, Rod Steiger e Paul Newman.

Metodo Stanislavskij
obiettivo di dare maggiore verosimiglianza e creatività alla recitazione, e di evitare che con la
ripetizione essa assumesse un carattere puramente meccanico: Secondo questa teoria, occorre
abbandonare lo 'stato attorico' , ovvero l'atteggiamento tradizionale nel quale l'interprete, costretto a
simulare sulla scena stati d'animo che non sono i suoi, deve ricorrere a trucchi e artifici esteriori, e
passare allo 'stato creativo' , in cui egli prova effettivamente ciò che si presume debba sentire il
personaggio, come se lo 'rivivesse'. Dalla 'rappresentazione' , dunque, alla 'riviviscenza'. È
necessario per questo spostare la propria attenzione dalla vita quotidiana a quella illusoria del
palcoscenico, e far nascere dentro di sé il 'sentimento del vero' , permettendo di eliminare la
distanza tra attore personaggio.
Attore si deve identificare nel personaggio richiamando alla memoria esperienza che ha
vissuto.

Potrebbero piacerti anche