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Il cameriere: Ecco
Garcin: Così…
Il cameriere: Così.
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Il cameriere: Ma chi può credere a quelle scemenze?
Gente che non ha mai messo piede qui
dentro. Eh! Se ci fossero arrivati…
Il cameriere: Scherza?
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Garcin: Accidenti, è questo il vostro giorno. E fuori ?
Il cameriere: Un corridoio.
Garcin: E poi ?
Il cameriere: Basta.
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Il cameriere: E’ troppo pesante.
Garcin: Cammina!
Il cameriere: No.
SCENA II
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Garcin solo.
(Garcin va a palpare il bronzo. Siede. Si leva in piedi. Va al
campanello e lo tenta; non suona. Prova due o tre volte, invano. Va
all'uscio e tenta di aprirlo. L'uscio resiste. Chiama.)
SCENA III
(Esce. Garcin non guarda Ines che invece si guarda intorno, poi si
rivolge bruscamente a Garcin.)
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Ines: Dov’è Fiorenza? Le domando: dov’è
Fiorenza.
Ines: Pazienza.
Garcin: Dice?
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SCENA IV
SCENA V
Ines – Garcin - Estella
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piangere per via del rimmel, e anch’io se
fossi in lei... Era la mia migliore amica.
Estella: Di dov’è
Garcin: Di Rio.
Garcin: Dice?
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Estella: Non abbiamo gli stessi gusti, ecco tutto. (a
Ines) A lei piacciono gli uomini in maniche di
camicia?
Ines: Estella!
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Estella: Ma non lo so, non ne so niente. Mi domando
perfino se non è stato uno sbaglio. (ad Ines)
Non sorrida. Pensi quanta gente... si
assenta ogni giorno. Vengono qui a migliaia
e non trovano che dei subalterni.Impiegati
ignoranti. Come volete che non accadano
sbagli? Non sorridete. E lei (a Garcin)… dica
qualche cosa. Se hanno sbagliato per me,
può darsi che abbiano sbagliato anche per
lei. (ad Ines) E anche per lei. Non è meglio
credere che siamo qui per uno sbaglio?
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Garcin: Che c’entra? L’ho raccolta in mezzo a una
strada.
Estella: La smetta.
Garcin: Lo so bene.
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Estella: Non capisco.
Ines: Intesi.
Estella : Intesi.
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(Estella,imbarazzata, si volta verso Garcin come
per chiamarlo in aiuto).
Estella: Ti piaccio?
Ines: Tanto
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Ines: E con la piccola? Ho capito la sua manovra;
tutta una messa in scena per interessarla.
Estella: Grazie.
Estella: Cafone!
(Pausa. Sono in piedi, ognuno a faccia a faccia con gli altri due)
Ines: Fetente!
Garcin: Nient’altro?
Ines: Tre.
Ines: Si.
Garcin: E allora?
Garcin: Hum!
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Garcin: Ha ragione. (aEstella) Ora tocca a te. Che
cos’hai fatto tu?
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Ines Verissimo. Ignobili. E allora?Dunque quel
tale s’è ucciso per colpa tua.Era il tuo
amante?
Ines : Si.
Garcin: Poi ?
Estella: Si.
Garcin : Si.
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Estella: Non un uomo, voglio te.
Estella: Mi desideri?
Garcin: Si.
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Ines: (aggrappandsi a Garcin) Lasciala, non toccarla
con le tue sporche mani di maschio!
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Ines: Tesoro, bisogna dirgli che è scappato come
un leone. Perche è scappato, il tuo diletto.
E’ questo che gli secca.
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Ines: Gli occhi verdi? Che idea! E a te, Estella,
piacciono i vili?
Ines: Morta ?
Ines: Di dolore?
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Garcin: Che altro fare? Una volta, lavoravo... Ah!
Tornare un giorno solo tra loro... che
smentita! Ma oramai son fuori giuoco; fanno
il conteggio senza curarsi di me e hanno
ragione, visto che sono morto. (ride) Un topo
in trappola. Son diventato di pubblico
dominio.
Garcin: Ma dicevi...
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Ines: (ridendo) Ma quella non crede una parola di
quel che dice, quanto sei ingenuo. “Estella
sono io un vile”? Se tu sapessi quanto lei
se ne infischia!
Garcin: Me ne vado
Estella: Garcin!
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Estella: Garcin, te ne scongiuro, non andartene, non
ti parlerò più, ti lascerò in pace, ma non
andartene. Ines ha messo fuori le unghie,
non voglio restar sola con lei.
Ines: Dove?
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Ines: E tu. Estella ? (Estella non si muove, Ines da in
uno scoppio di risa) O dunque ? Chi ? Quale dei
tre? La via è libera, chi ci trattiene? C’è da
morir dal ridere. Siamo inseparabili. (Estella
d'un balzo la afferra alla schiena)
Garcin: Lasciala!
Ines: Lo so.
Ines: Si.
Garcin: Che ?
Estella: Vendicati.
Ines: Mai
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Estella: (ride a perdifiato) Per sempre. Dio, com’è
buffo. Per sempre!
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