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IL MORTO STA BENE IN SALUTE

COMMEDIA IN DUE ATTI DI G. DI MAIO

Personaggi

GENNARO
NANNINA
LUIGINO
CARMELA
ROSETTA
PEPPINO
PALMIRA
MELINA
LUCIA
SILVESTRO
LUDOVICA FIORAIA
AGATINA

Copione di_____________________________________________________

1
AL LEVARSI DELLA TELA, LA SCENA È VUOTA, BUIA ED IMMERSA NEL SILENZIO. DOPO UN POCO SI ODE
L’ACUTA “SIRENA” DI UN ANTIFURTO E, DALLA SUA CAMERA VIENE IN SCENA PALMIRA. (LA SCENA SI
ILLUMINA CON LA LUCE CHE FILTRA DALLE CAMERE CHE DI VOLTA IN VOLTA SI APRONO).

SCENA PRIMA
Palmira, Silvestro, Rosetta, Peppino

PALMIRA (VIENE TUTTA AGITATA, IN VESTAGLIA, CORRE ALLA FINESTRA DEL


VESTIBOLO E GUARDA FUORI. TORNA RAPIDAMENTE AL CENTRO DELLA
SCENA SEGNANDOSI) Gesù, Gesù mio! (CHIAMANDO) Gente, gente della casa correte!
SILVESTRO (VENENDO DALLA PROPRIA CAMERA) Ma che succede?
PALMIRA L’antifurto! Stanno rubando la macchina di Don Gennaro.
ROSETTA (VENENDO DALLA SINISTRA) La macchina di papà?
PALMIRA Prendete un secchio d’acqua.
ROSETTA (FA PER USCIRE RAPIDAMENTE A SINISTRA MA SI IMBATTE IN PEPPINO CHE
ENTRA)
PEPPINO (E’ RIUSCITO AD INFILARE SOLO UNA GAMBA DEI PANTALONI E PERCIÒ VIENE
SALTELLANDO) Dove vai?
ROSETTA A prendere un secchio d’acqua!
PEPPINO Ma come….(CADE A SEDERE) Mannaggia al pantalone….un secchio d’acqua in testa ai
ladri?
ROSETTA E cosa dobbiamo fare?
PALMIRA La polizia, il centotredici! Chiamiamo il 113! (E CORRE LEI STESSA AL TELEFONO)
PEPPINO (ANCORA LITIGANDO CON I PANTALONI) Si deve scendere subito, Don Silvè….io non
trovo più il piede….correte voi!
SILVESTRO (SCONCERTATO DALL’IMPROVVISO INVITO) Io? Ma io non li conosco!
(CHIAMANDO CON FORZA) Don Gennaro, Don Gennaro….
PALMIRA (ABBASSANDO LA CORNETTA) Non risponde.
PEPPINO Eh! Non risponde! E’ diventato sordo don Gennaro!
PALMIRA No, dico il telefono: non c’è linea! (CHIAMANDO) Don Gennaro…Don Gennaro…

SCENA SECONDA
Palmira, Silvestro, Rosetta, Peppino, Gennaro

GENNARO (VIENE DALLA SINISTRA TUTTO IMBAMBOLATO, SBADIGLIANDO, NON SI È


RESO CONTO DI COSA STIA SUCCEDENDO) Ma ch’è succieso? Ch’è r’è tutta
st’ammuina? Che ce facite a ‘o scuro? (ACCENDE LE LUCI E TUTTI GLI SONO
ADDOSSO…)
TUTTI Spegnete le luciche ci vedono!
GENNARO (NON AFFERRA) Ma ch’è stato?
ROSETTA Ma non sentite?
PALMIRA E’ l’antifurto!
GENNARO Embhè?

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PALMIRA Sono i ladri, se stanno rubbando la macchina vostra!
GENNARO (PORTANDOSI SUBITO LA MANO SUL CUORE) MARONNA! Stutate ‘e lluce, chiudite
‘a fenesta. Facciamo finta che non siamo in casa!
PALMIRA Ma che dite?
GENNARO Si nò aggia scennere e abbusco d’è mariuole!
PEPPINO Ma quelli si pigliano la macchina tua!
GENNARO Zitte! Non gridate! Chiammate a muglierema, comm’è cà nun se sceta cù tutta sta ammuina!
ROSETTA Quella si mette i tappi nelle orecchie per non sentire i rumori (L’ANTIFURTO CESSA)
GENNARO Zitte! Zitte! Me pare ch’è fernuto!
ROSETTA Per forza, si sono presi la macchina e se ne sono andati!
GENNARO (SPERANZOSO) Se ne s’ò ghiute?
SILVESTRO E si capisce!
GENNARO (ACCENDE LE LUCI, POI ANDANDO VERSO LA FINESTRA E GRIDANDO)
Delinquenti, mascalzoni! Figli ‘e…..(L’ANTIFURTO RIPRENDE DI COLPO, GENNARO
BALZA INDIETRO SUSSULTA E GRIDA) Scusate tanto…(POI AGLI ALTRI) che dicite,
avranno ‘ntiso?
PEPPINO Gennà, noi siamo al quarto piano, sentivano ‘o mascalzone tuo
GENNARO Ma quantu tempo ce mettono? Dich’io, ve l’avita piglià? E facite ampressa, almeno un
pover’uomo esce da questo tormento!
PEPPINO (A ROSETTA) Ma chiama a tua madre, svegliala!
ROSETTA (TUTTA INDISPETTITA, AVVIANDOSI PER USCIRE A SINISTRA) Quella non vuole
parlare con me lo sapete! (ESCE)
PEPPINO (GRIDANDOLE DIETRO E INDICANDO GENNARO) questo sta sotto shock, non ragiona!
GENNARO Guè, io songo ‘o capo d’à casa, ‘e capito? Io ho il dovere della vigliaccheria. Io tengo è
responsabilità e aggia tenè ‘o coraggio e me mettere appura! (L’ANTIFURTO CESSA)
SILVESTRO E’ finito, è finito una altra volta!
PEPPINO (GUARDA FUORI DALLA FINESTRA POI TORNA SUI PASSI) Addio macchina, se la
sono presa. Gennà, è finito!
GENNARO (A MANI GIUNTE) Signore Iddio ti ringrazio.
PALMIRA (VACILLANDO) Oh Dio, mi stento svenire!
PEPPINO (AFFERRANDOLA CON ECCESSIVO TRASPORTO) Signora!
PALMIRA (BATTENDOGLI SULLA MANO E GRIDANDO) Uhè, pomicione!
GENNARO (SUSSULTANDO AL GRIDO DI PALMIRA) Peppino…ma ti pare questo il momento?
PEPPINO Signora, dovevo farvi andare col sedere a terra?
NANNINA (DI DENTRO AGITATA) Ma che state dicendo? Ma quello scemo di tuo padre dove sta?
GENNARO Mò aggio n’ata medaglia d’oro!

SCENA TERZA
Palmira, Silvestro, Rosetta, Peppino, Gennaro, Nannina

NANNINA (ENTRA DALLA SINISTRA SEGUITA DA ROSETTA E INVESTE SUBITO GENNARO)


Ma cosa è successo…ma cosa hia fatto? Ma come, l’antifurto ti chiama e tu non scendi? E che
si mette a fare, allora?

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GENNARO Ma che stai dicendo?!Si mette per fare almeno un’azione di disturbo contro i ladri. Ma po’ uno
che fa: scenne overamente?
PALMIRA Certo, l’antifurto è psicologico, come lo spaventapasseri!
GENNARO Ecco! Si è visto maje nù spaventapasseri ‘e correre arreto all’aucielle? Si se spaventano ebbene
e si no….
NANNINA ….resta una mazza in piedi
PEPPINO Nannì, voi sfottete? Quelli i ladri sono diventati sfacciati, quelli dentro le banche fanno proprio
l’annuncio: Signori e signori buongiorno, questa è una rapina.
NANNINA E, va bene, allora aspettiamo che i lari ci chiamano per telefono: pronto? Siete in casa?
Abbiate la bontà, uscite che dobbiamo venire a rubare.
PEPPINO (IRONICO) Eh! Mò non esagerate!
NANNINA E vuoi cosi ragionate!
GENNARO Nannì, miettatello ‘ncapo, ccà nisciuno se mette paura e niente cchiù.
SILVESTRO (GLI METTE UNA MANO SULLA SPALLA COME PER RICHIAMARE LA SUA
ATTENZIONE)
GENNARO (SUSSULTANDO) Chi è arreto a me?
SILVESTRO Sono io. Stavo dicendo: vogliamo scendere a vedere?
NANNINA Ma cosa andate a vedere, scusate, comme la macchina non c’è più?
PEPPINO Che centra, un sopralluogo sempre si fa. Anche questo è psicologico. Anzi è psicoillogico.
SILVESTRO E poi, tante volte, puo’ essere un amico che ha fatto uno scherzo. Scendiamo dai!.
GENNARO (A NANNINA SOTTOVOCE, COME IN DISPARTE) Nannì, capisceme, io stavo nervoso
pecchè tengo chella valigia int’è cerevelle.
NANNINA Zitto, davanti allagente!
GENNARO Sporca, infame, maledetta valigia! (POI A PEPPINO E A SILVESTRO)Prego…..
SILVESTRO Prego? ( A PEPPINO )
GENNARO Prego.... ( A GENNARO)
PEPPINO Prego…. ( A SILVESTRO)
SILVESTRO Prego? ( A PEPPINO)
GENNARO Va buò, pregammo a madonna tutt’è tre ca nun ce sta nisciuno. (ESCE DALLA COMUNE
CON GLI ALTRI DUE)

SCENA QUARTA
Palmira, Rosetta, Nannina

NANNINA Che ora s’è fatta, signò?


PALMIRA (SOPRAPPENSIERO, NASCONDENDO SUBITO IL POLSO) Uh! Non lo so!
NANNINA Signò, che avete detto, voi avete l’orologio.
PALMIRA Ah, si scusate, è mezzanotte. Abituata per la strada a dire sempre: “ non lo so”.
ROSETTA E perchè?
PALMIRA Ma per i ladri. Quelli domandano l’ora per vedere se l’orologio è d’oro. Appena scoprite il
polso, ZAC, e ve lo fregano. Signora mia, quello don Gennaro ha ragione, qua non si capisce
niente più.
NANNINA Ma perché, io non lo so? Ma possibile che uno sente l’antifurto e non
s’affaccia neanche, mi pare esagerato.

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PALMIRA Signora, ma che dite? Ve ne voglio raccontare una: il cavaliere Cucuzziello, in circostanze
analoghe, sapete che fece? Si affacciò e disse:”Mascalzoni, lestofanti, lasciate stare quella
macchina!”
PALMIRA E se ne scapparono?
PALMIRA Nemmeno per sogno! Dissero urlando: “gueeeeè, capa ‘e provola’, fatte e fatte tuoje,
trasetenne e facce fa!
ROSETTA E lui?
PALMIRA Lestofanti, io i fatti miei mi sto facendo, quella, è la macchina mia. E sapete che risposero?
“Ah, si? E trasetenne a parte ‘e dinto si no haje nu sacc ‘e mazzate.”
ROSETTA Gesù Gesù!
PALMIRA Avete capito, il povero Cucuzziello dovette restarsene così, fremante e impotante
ROSETTA Fremente e impotente....
NANNINA Ho capito, signò! Ma qualche cosa bisogna fare scusate.
PALMIRA Eh! Allora uno che fa, scende,si fa ammazzare e buonanotte?
NANNINA (DISTRATTA) Buonanotte, signò, buonanotte.
PALMIRA Come?
NANNINA Signò, vi ho salutata. Voi avete detto “buonanotte” e io vi ho risposto.
PALMIRA Ma, il mio era un altro “buonanotte”.
NANNINA Ah si? E allora ridatemi ‘o buonanotte mio!
PALMIRA Forse è meglio che me ne vado a letto. Adesso chi sa se riesco più a dormire con tutto questo
nervoso. E dire che questa si chiama “ Pensione della tranquillita’! (VIA NELLA PROPRIA
CAMERA)

SCENA QUINTA
Rosetta, Nannina

ROSETTA Mammà……
NANNINA Uè! Chi è mamma? Dove sta mamma? Mammà non c’è più, è finita mammà.
ROSETTA Ma mammà……..
NANNINA Ancora?
ROSETTA Ma come ti devo chiamare, donna Nannina?
NANNINA Non mi devi proprio chiamare. Io con te non ci parlo più. Vedi un po’, io non parlo conte
digiorno, figurati di notte. O pensavi che mi passava con te a causa della macchina?
ROSETTA Ma come, voi avete i problemi della valigia nel cervello e pensate a questi problemi secondari?
NANNINA Uh, sta grandissima zuccu…….
ROSETTA .....”Mammà”!!! ( ENTRA SUBITO SILVESTRO)

SCENA SESTA
Rosetta, Nannina, Silvestro

SILVESTRO Donna Nannì, è sicuro: la macchina se la’sonopresa.


NANNINA Grazie! Quelli i ladri so gente seria, non scherzano....

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ROSETTA E papà dove stà?
SILVESTRO Lo dico a vostra madre, perchè io con voi non parlo.
ROSETTA (TRA SÉ) Ma cosaaccade? Con me non parla più nessuno?
SILVESTRO (A NANNINA) Vostro marito e il fratello sono andati al commissariato per fare la denuncia.
Buonanotte, signora Nannina. (SALTELLANDO VIA NELLA PROPRIA CAMERA PER
RISORTIRE SUBITO)
NANNINA Buonanotte. (GUARDANDO SILVESTRO) No! Questa è la pensione degli scemi! ( A
ROSETTA) Dunque, dove eravamo rimaste?
ROSETTA A grandissima zuccu.....
NANNINA Uuèèèèè, Non fare la simpatica con meche ti scasso la sedia in testa!
ROSETTA Mammà, ma dobbiamo far sentire i fatti nostri a tutti?
NANNINA Perché non lo sanno già tutti? Quelli che si mettono con le orecchie vicino alla porta per
sentire quello che ci diciamo. (ABBASSANDO UN POCO LA VOCE) specialmente questo
che è passato adesso.
SILVESTRO (RIAPPARENDO SULLA SOGLIA DELLA PORTA CON ARIA INDIGNATA) No, no
donna Nannì, mi dispiace per voi, ma voi questo non lo dovete dire. Io mi faccio i fatti miei
(VIA PER RISORTIRE)
NANNINA Gesù, e come avete sentito allora? Vuol dire ca l’orecchio vicino alla porta loavevate?
SILVESTRO (COME SOPRA) Ma per combinazione, perché miè cadutoun bottone proprio vicino alla
porta.
NANNINA Don Silvestrì, abbiate pazienza, andatevene a dorire, Buonanotte!
SILVESTRO Buonanotte, Signora! (VIA)

SCENA SETTIMA
Rosetta, Nannina

NANNINA Ecco: almeno l’avessi fatto con questo che è un ragazzo giovane ,questo che ha una posizione,
io me lo sarei spiegato. Questa è una pensione. Ne passano di giovanotti belli e simpatici. Sono
femmina anche io, capisco! Una ragazza perde la testa e prende una sbandata. Ma tu ti
seimessa con Gino Dorè, che prima di tutto può essere tuo padre, e poi è un cantante-attore,
che come attore fa schifo, ma come cantante, si deve dire la verità…fa più schifo ancora!
ROSETTA (CON ARIA ESTATICA) Mammà, voi non lo vedete con gli occhi miei!
NANNINA Ma comme, tu sai in quale stato di animo sono e dici queste cose? Ma cosa ha di bello,cosa ha?
Spiegamelo anche a me cosa ha!
ROSETTA Fascino, stile, charman….
ROSETTA E poi Mammà, tiene o Luk...
NANNINA Il luk? E cosa è?
ROSETTA Ma se volete pensare solo ai vestiti che si mette…
NANNINA I vestiti? Hai ragione, quello sembra Topo Gigio!
ROSETTA Non è mai comune, banale. È sempre eccentrico, fantasioso.
NANNINA Noooo! Tu seidiventata pazza e non me lo vuoi dire. Quel disgraziato miha rovinatouna figliaà
figlia. Maledetto il momento che in questa casa ha messo piede Gino Dorè!

SCENA OTTAVA
Rosetta, Nannina, Luigino

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LUIGINO (ENTRA DALLA COMUNE) Mi avete chiamato?
ROSETTA Uuè, Luigì, sei tornato?
NANNINA (TRA SE) E’ arrivato Merlon Brando! (VA A SEDERE VOLTANDO LE SPALLE COME
PER METTERSI IN DISPARTE)
LUIGINO Eh, vita da cani bella mia! Il terzo spettacolo, stasera è finito più tardi. (A NANNINA) Ma voi
mi avete chiamato?
NANNINA Mango e cane!
LUIGINO Come?
NANNINA Ma come, io chiamavo a voi?
ROSETTA (INTERVENENDO SUBITO) Parla con me, Luigì, parla con me. Mammà è un po’ nervosa.
Sono venuti i ladri e si sono rubati la macchina di papà.
LUIGINO Veramente! Oh…quanto mi dispiace! Ma dico io, ma non ci potevate mettere l’antifurto?
NANNINA Non ne voglio parlà!
LUIGINO Quello Don Gennaro sentiva, scendeva giù e i ladri se ne scappavano.
NANNINA Vi ho pregato che non voglio parlà!
ROSETTA (COME SOPRA) Parla con me, parla con me. Lo spettacolo è andato bene?
LUIGINO (CON ARIA DI SUFFICIENZA) Eh, lo spettacolo! Figurati che sono queste cosette per Luigi
Chiaccone, in arte Gino Dorè.
NANNINA (FRA SE CON TONO SPREZZANTE) Chiaccone! Gesù Gesù, la signora Chiaccone!
LUIGINO Io sognavo altre cose! Volevo fare l’Aida, ‘O Trovatore…..
NANNINA ‘o Barbiere..
LUIGINO Comme ‘o barbiere..
NANNINA ‘O barbiere di Siviglia. Quella è così bella…
LUIGINO Ecco, appunto ma sapete proprio quello che mi piacerebbe fare di più?
NANNINA ‘O Pagliaccio…
LUIGINO Comme ‘o pagliaccio?
NANNINA Ridi pagliaccio. Quella è bellissima.
LUIGINO Brava, brava. (A ROSETTA) Ma ched’è, mammeta ‘e sape tutte quante?
NANNINA Si, io sono appassionata della lirica, io mangio pane e Pavarotti.
LUIGINO (A ROSETTA) Tua madre si che è una intenditrice, lei sa chi sono io…..
NANNINA Come….io lo so chi si tu….è quella che non lo sa…
LUIGINO (METTENDO FUORI DI TASCA UN FOGLIETTO) E invece guardate che avvilimento!
Cheste so è parole di una macchietta che devo cantare domani..
ROSETTA Ah, si? E come si chiamma?
LUIGINO Addà schiattà mia suocera!
NANNINA (TRA SE)Ueeeee!!! Tu devi buttare il sangue mò mò!
ROSETTA Uh! E fammi sentire!
LUIGINO Parla prima del suocero. (A NANNINA) Voi permettete?
NANNINA Prego!
LUIGINO (PRENDENDO A CANTICCHIARE) NZA’NZA’NZA’.....Mio suocer è nù piè, Mio suocero
è nù piè….
NANNINA (METTENDOSI SUL CHI VA LÀ) nù piecoro?
LUIGINO (CONTINUANDO) …E’ nù piezzo e contrabbasso…. …e tene pure e cò…e tene pure e
cò….

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NANNINA e corne!
LUIGINO …Tene è corde pè sunà. ‘Nfra – ‘nfrà!
NANNINA (FRA SÉ) Io lo uccido a questo.
LUIGINO Mia suocera è na crè…mia suocera è na crè…
NANNINA (LEVANDOSI IN PIEDI) E’ na cretina.
LUIGINO ..E’ na crema alla vaniglia…Io m’aggio fatto a fi… Io m’aggio fatto a fi…
NANNINA A figlia?
LUIGINO ‘A fionda p’à ciaccà. ‘Nfrù – ‘nfrù.
NANNINA Sentite, Gino Dorè…
LUIGINO Prego.
NANNINA M’è venuta una strofetta pure a me:
LUIGINO Uh, e fatemi sentire, ditela.
NANNINA Mio genero è nù ce….Mio genero è nu ce…
ROSETTA Mammà!
NANNINA ….E’ nu celebre cantante....canta come nu ca.....canta come nu ca...
LUIGINO ..... come nu cane?
NANNINA ....Nu canarino ca vola e se ne va..... ‘Nfrù..’Nfrù!
ROSETTA Mammà, ma questo è un gioco di parole volgarissimo.
LUIGINO Va bhè, ha voluto scherzare! Mammà pure tene ‘a vena artistica eh? Mò faciteme jì ‘a
cambià, perché devo uscire.
ROSETTA Di notte?
NANNINA (TRA SE) E quelli i topi di notte escono!
LUIGINO E che c’è di strano? Gente di teatro, si va a cena dopo lo spettacolo. Mi hanno invitato certi
grossi impresari e io me so venuto a cambià ‘o vestito. Permettete? Vado, mi trasformo e
torno. Mio suocero ‘ nù piè, Mio suocero è nù piè…. Aeh, e mò m’ha ‘mparo….(VIA)
NANNINA Chi sa adesso come si combina.
ROSETTA Mammà, non lo nascondete: voi a Luigino l’odiate proprio.
NANNINA No, e chi lo nasconde. Io lo dico proprio. Se mi fanno andare in televisione, vado e dico a tutta
la città: Miei cari spettatori, io schifo a Gino Dorè. Ma tu hai mai visto una persona seria che si
veste così? Hai visto mai tuo padre? Hai visto mai tuo zio? Quelle sono persone serie, se
vestono bene.

SCENA NONA
Rosetta, Nannina, Gennaro, Peppino

GENNARO (ENTRA DALLA COMUNE CON PEPPINO. TUTTI E DUE SONO IN CANOTTIERA E
MUTANDE) Eccoci qua.
NANNINA Cosa è successo?
GENNARO Mentre jevemo a fa a denunzia avimmo truvato a certi ati mariuole e ce hanno spugliato.
PEPPINO Per dispetto perché non avevamo soldi con noi.
GENNARO Ce vulevano vattere p’è forza.
PEPPINO (A GENNARO) Tu poi, di notte non potevi portarti qualcosa di soldi?
GENNARO Peppì, me purtavo qualche cosa e solde p’è mariuole?
PEPPINO Ma no, dico per un taxi, per qualche cosa.
GENNARO Po’ so venute pure e guardie.

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NANNINA E l’hanno arrestati?
PEPPINO No, ci volevano arrestare a noi per oltraggio al pudore.
GENNARO Ce hanno pigliato peruna coppia gay che…..
ROSETTA (RIENTRANDO) Va bene l’importante è che siete vivi e a casa.
GENNARO La famiglia Bottiglieri al completo. (INDICANDO SUCCESSIVAMENTE ROSETTA,
PEPPINO, NANNINA E SE STESSO) Na buttigliella, nu fiasco, na damigiana e ‘o bottiglione
capo che sono io.
PEPPINO Neh, ma andiamo a vestirci, io sto tremandodal freddo.
ROSETTA Andiamo vi do un po’ di cognac. (ESCE A SINISTRA CON PEPPINO)

SCENA DECIMA
Nannina, Gennaro

GENNARO Andate, mo vengo. (A NANNINA) Avesse telefonato Carmela?


NANNINA No ancora.
GENNARO Chella vene dimane. Va truvanno a valigia. Che le diciamo?
NANNINA Gennà, facciamo lafaccia rossa, la faccia verde, la faccia bianca….
GENNARO Viva l’Italia! Facimmo ‘a bandiera Italiana.
NANNINA Insomma, diciamo che i soldi che erano nella valigia, li restituiamo un po’ alla volta.
GENNARO (IRONICO) Eh, cercammo nu prestito trentennale.
NANNINA Uhhhh! Gennà, tu la devi finire conquesta valigia hai capito… (GUARDANDOLO CON
IRONIA) …..e vatti atogliere questa minigonna da dosso!
GENNARO Ma quale minigonna? Chella è ‘a mutanda che m’accattaste tu.
NANNINA Ehhhh! Te la comprai ma quando c’era ancora qualcosa da coprire….
GENNARO (AVVIANDOSI PER USCIRE A SINISTRA) Sei una screanzata…(ESCE A SINISTRA)

SCENA UNDICESIMA
Nannina, Silvestro

SILVESTRO (VENENDO DALLA PROPRIA CAMERA CON VALIGIA IN MANO) Signora Nannina…..
NANNINA Guè!
SILVESTRO Io me ne vado. Lascio la camera. Mi sono fatto pure la valigia.
NANNINA Ma perché? Vi siete offeso per il fatto dell’orecchio vicino alla a porta? Io stavo scherzando.
SILVESTRO E invece è vero!
NANNINA Ah, è vero?
SILVESTRO Signora Nannina, io ho una Torrefazione, io sto tutto il giorno tra caramelle e cioccolatini, ma
non ho mai visto una cosa dolce come vostra figlia Rosetta.
NANNINA A buttigliella mia?
SILVESTRO Signora Nannina, io ho una casa e sette stanze! E sono venuto qui solo per stare vicino a
Rosetta mattina e sera.
NANNINA Ma vedete che devo sentire a quest’ora dinotte! Don Silvestrì, io hocerti pensieri per la testa…
SILVESTRO Signora Nannina, lei prima mi guardava, mi faceva sperare. Poi è arrivato il signor Chiaccone
e io cosa sono diventato? Zero più zero , uguale zero.
NANNINA Don Silvestrì, io vi devodare una coltellata: quella fra nu mese,si deve sposare per forza.
SILVESTRO (CON UN GRIDO) Ah! E perché?

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NANNINA Sentite, è vero che siamo nellìepoca dove si va sulla luna, ma certi fatti succedono sempre!!
SILVESTRO Aaaaaa!!! Ma che volete dire?
NANNINA A buttigliella mia è stappata, don Silvè, è stappata.
SILVESTRO (COME SOPRA) Ah!
NANNINA >Adesso gli viene un attacco!
SILVESTRO (REALIZZANDO) No, no, io non posso più stare qua. (GRIDANDO) Io me ne vado!
NANNINA Zitto, zitto. Ma che urlate a fare?
SILVESTRO Ho fatto la valigia. Dov’è? Dove avete messo la mia valigia? Dove è?
NANNINA Zitto, Zitto! Non urlate? Sta la la valigia vosta!
SILVESTRO (PRENDE LA VALIGIA. POI PIANGENDO) Me ne vado, me ne vado. La valigia! La
valigia!

SCENA DODICESIMA
Nannina, Genaro, Rosetta

GENNARO (ENTRA DA SINISTRA BIANCO IN VOLTO, CON UNA MANO SUL CUORE. LO
SEGUE ROSETTA CON UNA CIOTOLA IN MANO) E’ venuto Carmela? Va truvanno ‘a
valigia?
NANNINA No, no. Calmati. Togli la mano da sopra al cuore.
ROSETTA Papà, prenditi una camomilla.
GENNARO Ma io aggio ‘ntiso a uno c’alluccava: “a valigia, a valigia mia!”
NANNINA Era don Silvestrino che è andato via. (A ROSETTA) Poi con te facciamoiconti dopo!
GENNARO Gesù, m’ha fatto piglià chesta paura!
NANNINA Ma alla fine che l’abbiamo rubat aquella valigia?
GENNARO No, a valigia pe ce sta ce sta. So ‘e denare a rinto ca nun ce stanno chiù!
NANNINA Gennà, quella valigia era rimasta abbandonata, sola, senza padrone, senza nessuno….
GENNARO …e nuje ce l’avimma adottata. Sentite a chesta! Parla d’à valigia comme si era n’orfanello!

SCENA TREDICESIMA
Nannina, Gennaro, Rosetta, Luigino

LUIGINO (VIENE DALLA SUA CAMERA CANTICCHIANDO).:Mio suocero è nu piè….mio suocero


è nu piè…
GENNARO Ma che sta ricenno chisto?
NANNINA No, niente...
LUIGINO (A ROSETTA METTENDO IN MOSTRA IL PROPRIO ABBIGLIAMENTO) Che ne dici
angelo, come sto?
ROSETTA (CON ENTUSIASMO) Bellissimo! Sei spumeggiante, effervescente…
NANNINA (TRA SE) Mi pare la Magnesia San Pellegrino!
ROSETTA Mammà!!!
LUIGINO Capirete, vado a parlare per un contratto da cui dipende tutta la mia carriera.
ROSETTA Ha, si? Allora in bocca al lupo con tutto il cuore.
LUIGINO Micina, micina mia, “in bocca al lupo” non si usa più. Lo sai come si dice tra noi gente di
teatro?
GENNARO Merda!

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ROSETTA (A REDARGUIRLO) Papà!
LUIGINO No, no, ave ragione. E’ proprio così che si dice! (A GENNARO) E vuje che ne sapite?
GENNARO No, io aggio guardato a te e mi è uscito spontaneo.
LUIGINO (A NANNINA) Jammo, faciteme ‘o favore, ditemi “Merda” pure voi, si no nun me ne vaco
contento!
NANNINA Ma io ve lo dico con tutto il cuore, mi viene proprio dall’anima: “Mee”
ROSETTA Mammà!!
LUIGINO (SODDISFATTO) Grazie, grazie, come se l’avesse detto. Mò vi devo salutare. (A ROSETTA)
Micina, gattina, passerina.
NANNINA No, io l’acciro, io l’acciro!
ROSETTA (RICAMBIANDO LE AFFETTUOSITÀ E LE MOINE) Ciociotto, chioccolino, micione…
micione…
GENNARO Ma vedite c’hanna vedè l’uocchie mie! Me pare ‘o pupazziello cu à molla!
NANNINA Gennà, ti devi rassegnare. Quello dice che ha un luk eccezionale! (POI GUARDANDO CON
INTENZIONE GENNARO FA LA FACCIA SCHIFATA PENSANDO AL SUO LUK)
LUIGINO Buonanotte, buonanotte a tutti…..(A GENNARO) A proposito: n’ata vota mettite l’antifurto
eh!…(VIA PER LA COMUNE CANTANDO LA SOLITA MACCHIETTA)

SCENA QUATTORDICESIMA
Nannina, Gennaro, Rosetta

NANNINA No, l’uccido!!!!!


GENNARO (A ROSETTA) E mò te dico n’ata cosa: chisto se avessa maje fare uscire la parola.....
ROSETTA Ma quale parola?
GENNARO Si s’avesse permettere e me chiammà “Papà”’ Badate ca faccio venì a fine d’’o munno. E mò
jammoce a cuccà. Buonanotte. (CITOFONO)
NANNINA Il citofono?
GENNARO A chest’ora?
ROSETTA (ANDANDO A RISPONDERE) E’ Luigino che si è scordato qualcosa. Micio?Come? Siete
Carmela?
GENNARO (CON UNA MANO SUL CUORE) Maronna! Dicite che non ci sto!
NANNINA (VA A TOGLIERE BRUSCAMENTE IL CITOFONO DALLE MANI DI ROSETTA) Ma
chi è? Carmela? Uh, che piacere! Noi ti aspettavamo domani. E sali, sali che mò ti apro il
portone. (ESEGUE)
NANNINA (FERMANDOLO) Vieni qua. Mi vuoi lasciare sola con quella? Gennà fa l’uomo!
GENNARO No
NANNINA Vieni qua!

SCENA QUINDICESIMA
Nannina, Gennaro, Rosetta, CARMELA

CARMELA (ENTRANDO DALLA COMUNE) Permesso?


NANNINA (CON GRANDE CORDIALITÀ) Eccola Carmela nostra.

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CARMELA (ABBRACCIANDOLA)Nannuzza, Donna Simpatia! Così ti devo chiamare. E Gennaro
unn’è?
GENNARO (CHE SI ERA MESSO DA PARTE) Sto ccà!
CARMELA E questa signorina è Rosetta? Picciridda bedda, che splendore si fece sta figlia! Io
l’aggiu canusciuta che ancora una puttanedda era!
GENNARO E chella accussì è rimasta…..
ROSETTA Ma voi siete siciliana?
CARMELA Io? No! Mio nonno era siculo e perciò mi ritrovo questo nome tipicamente siciliano. Ma io e
Pusillipo sugno. Del resto la parlatura si sente. In Sicilia da tanti anni vivo ma non ho mai
imparato a parlare siciliano. Quacche parola ogni tanto mi esce! (CON TONO SCHERZOSO)
Ma napulitano comm’’a vuje sugno!
GENNARO Ma comm’è che si venuta a chest’ora, chisà comme sarraje stanca. Vatte a cuccà è nu brutt
mument..
NANNINA Già ci hanno onorato i signori ladri.
ROSETTA Si sono rubati la macchina di papà.
CARMELA I ladri vennero? Mi dispiace! Ma del resto, Nannina, il topo al formaggio va: se i ladri vennero,
è segno che state bene!
NANNINA In salute!
CARMELA No, dico a denari…piccioli .(GIRANDO LO SGARDO PER L’AMBIENTE) Vedo che qui
avete rinnovato, avete abbellito.
GENNARO Tutto a cambiali, Carmè.
GENNARO e NANNIN Tutto a cambiali, Carmè.
CARMELA Certo, pazienza bisogna avere. Uno alza gli occhi al cielo e dice al signore…(NOTANDO IL
LAMPADARIO) Ah, che bel quadro beddissimo! E questo roba di valore è e chisà quanti
piccioli sarà costato! Mizzeca, che bel tappeto! Bello, bellissimo, splendido….
NANNINA (IMBARAZZATA) Lo vincemmo alla riffa della parrocchia….
CARMELA (SCUOTE LA TESTA POI A ROSETTA) Ma sta picciridda sonno non ne ha? Vai tu, vatti a
coricare che il sonno ti si mangia gli occhi. Vai sciacquatunazza, vai!
GENNARO Comme l’he chiammata?
CARMELA Sciacquatunazza. Nà bella figliuzza, questo significa.
ROSETTA Si. Se non avete più bisogno di me!
GENNARO Vai, vai. Sciacquate ‘o mazzo vai!
ROSETTA Va bene buonanotte. (ESCE A SINISTRA)

SCENA SEDICESIMA
Nannina, Gennaro, CARMELA

NANNINA (ACCENNANDO AD USCIRE ANCH’ESSA) Adesso ci vuole un bel caffè


GENNARO (FERMANDOLA) No, no. Carmela nun ne piglia cafè, è astemia.
CARMELA Nannì, parliamo prima di quello che m’interessa e poi pensiamo al caffè. Io tengo una pietra
qua, sul cuore.
GENNARO Ma allora vatti a cuccà, riposati.
CARMELA Amici, guardiamoci in faccia, ma voi lo sapete perché io sono qua?
GENNARO (IMBARAZZATO RIVOLGENDOSI A NANNINA) Eh….lo sappiamo?
NANNINA E come, non lo sappiamo?

12
GENNARO Si, si lo sappiamo! ( QUASI PIANGENDO)
CARMELA Amici, fratelli miei, io vi vedo strani. Ma che è successo?
GENNARO Ma no, niente.....
CARMELA (PERENTORIO) Gennaro Bottiglieri, in nome dell’antica amicizia, la valigia di Luciano
Paternò da Vizzini, Unn’è, unn’è, unn’è?
NANNINA Eh….Quella una è!
GENNARO (A NANNINA) Dove sta? (A CARMELA) Sa, chelle e femmene quanno arricettano levano
tutte cose a miezo!
NANNINA (DECISA) Carmè, non perdiamo tempo. E’ meglio che te lo dico tutto ad un fiato. Tu hai la
pistola nella tasca?
CARMELA No.
NANNINA Carmè la valigia non c’è più!
CARMELA Ah!!!!Unn’è, unn’è, unn’è?
NANNINA Aspetta, Carmè, aspetta, calmati. Adesso ti raccontiamo come sono andate le cose.
CARMELA Avanti!
GENNARO Dunque: questo Luciano Paternò da Vizzini, s’affittò una stanza qua.
CARMELA Questo lo so. Proprio io lo mandai qua dalla Sicilia. Era un picciotto d’onore!
NANNINA Infatti, onorevolmente, dopo tre giorni l’arrestarono.
CARMELA Lo so!
GENNARO O vvì, chillo sape tutte cose!
NANNINA Carmè, la mattina venne un giovanotto tutto misterioso e ci porta una lettera di questo
Paternostro.
CARMELA Paternò!
NANNINA Insomma, di questo Pataterno.Il biglietto diceva : “ Nella mia stanza ci sta una valigia. Non
l’aprite per nessuna ragione”. Specialmente se viene la polizia.
NANNINA “E che ci sarà dentro quella valigia? L’eroina? Il tritolo?
GENNARO Una testa di una femmina fatta a piezze?
NANNINA Figurate quando leggemmo sul giornale che stu Patanella…
CARMELA Paternò
NANNINA ….Paternò era stato condannato con la direttissima ed era andato un momento in galera.
Insomma, stu pataturc aveva avuto 20 anni di carcere.
CARMELA E allora pensaste bene di aprire quella valigia.
NANNINA E che la lasciavamo sotto aceteo? Quello tornava dopo 20anni!
GENNARO Quando aprimmo la valigia, nun ce steva nisciuna capa e femmina. Tutte cape belle, facce
rispettabili.
CARMELA Ma come? Non c’erano cinquecento milioni nella valigia?
GENNARO Appunto: Alessandro Manzoni, Michelangelo…
NANNINA E quellìaltro, come si chiama…Leonardo da Vinci…
GENNARO Tutti grandi uomini.
CARMELA (SIA ALZA MINACCIOSA) Sapete che cosa ci dovrebbero stampare sui soldi? La testa di
morte, quella dovrebbero stampare come sulle boccettine del veleno.
GENNARO Esatto, per avvertire del pericolo che si corre.
CARMELA Insomma, amici miei, quanto avete preso da quella valigia?
NANNINA Carmè, io andavo a fare la spesa tutte le mattine e trovavo sempre una novità: so aumentate le
patate, so aumentati i pomodori, è auentata la frutta…

13
CARMELA Ma che centrano ‘e patane, ‘e pummarole e ‘a frutta?
NANNINA L’inflazione Carmè. Uno pensava: cosa diventano quei poveri soldi dopo 20 anni
d’inflazione? Quello, Padre Rocco, quando esce non trova più niente!
CARMELA (FREMENDO) Amici, non perdiamo tempo, quanto avete preso da quella valigia?
GENNARO Carmè, un giorno mi scadeva una cambiale di cinquecentomila lire, tu che avisse fatto?
CARMELA A mare mi buttavo prima di rubare in quella valigia.
GENNARO AH!…La stessa cosa ca vulevo fa io! Ma tu ossaje, nunn’aggio maje saputo nuotà, e allora ho
chiesto un prestito.
CARMELA (COMPIACIUTO) Bravi, bravi. (POI COLPITO DA UN IMPROVVISO DUBBIO) Ma a chi?
GENNARO Alla valigia.
CARMELA E idda te rispunnia?
GENNARO E NANNINA Chi tace acconsente!
GENNARO Carmè, ti posso dare un consiglio fraterno?
CARMELA Avanti!
GENNARO Nun te piglià maje chello ca nun t’appartene.
CARMELA E ‘a mia ‘u dici?
GENNARO Nun se dorme a notte, credimi.
CARMELA Insomma, quanto avete preso da quella maledetta valigia?
NANNINA Carmè….TUTTO!
CARMELA Tutto?
GENNARO (MENTRE CARMELA RESTA PENSOSO) Carmè, nuje stevemo ‘nguaiate ‘e riebbete, rate,
cambiale, pigne…
CARMELA (DOPO UNA PAUSA DI RIFLESSIONE) Amici miei, l’avete fatta grossa.
GENNARO Si, ma guarda…
CARMELA L’avete fatta grossa…
GENNARO Va bene, ma dico….
CARMELA L’avete fatta grossa…..
GENNARO E lievece ‘a batterie!
NANNINA Gennà, e statte zitto: l’abbiamo fatta grossa.
CARMELA Nz!Nz!Nz!Il guaio è con la famiglia.
NANNINA Ma allora l’aveva la famiglia? (A GENNARO) Tu haidetto che non aveva nessuno.
GENNARO Ma forse all’anagrafe non risulta. Saranno figli di secondo letto….
NANNINA Carmè, parlaci tu cn questa famiglia. Noi facciamo delle cambialette e un poco alla volta…
CARMELA (RIDENDO) Ah, Ah, Ah! Le cambialette alla famiglia! Amici, voi state ballando la tarantella
sopra un terreno minato. Voi avete baciato in bocca un lebbroso.
NANNINA Che schifo!
CARMELA (RISOLUTO) Due sono le cose che vi restano da fare: o espatriare subito o….morire!Nz!Nz!
Nz!
GENNARO Credo ca nunn’aggio capito buono.
CARMELA Pazzi, pazzi! Ma sapete di chi erano quei soldi?
NANNINA Di Paternò!
CARMELA Ma no, no! Paternò solo sicario era. I soldi …(SOLENNE) erano della mamma!
NANNINA (A GENNARO) Eh capito? Paternò si era preso i soldi della mamma!
GENNARO ‘A pensione d’à mamma?
NANNINA Eh, Gennà, cinquecentomilioni di pensione?

14
GENNARO E forse c’erano gli arretrati!
CARMELA Erano della MAFIA, LA MAMMA! (ABBASSANDO LA VOCE) Li aveva avuti per
ammazzare una persona.
NANNINA Per ammazzare….? Neh, Carmè e tu lo mandasti qui da noi?
CARMELA C’era una ragione precisa.
NANNINA Gennà, tienimi.
GENNARO ‘E ghiammo ‘nterra tutt’è duje!
NANNINA (IMPLORANTE) Carmè, Carmè, tu non ci devi abbandonare.
CARMELA Fratelli miei, io nell’organizzazione non sono un generale, sono un soldato. Vi posso piangere,
non vi posso salvare. Voi siete già morti! A meno che non finiate voiil lavoro cominciato....
GENNARO E NANNINA E cioè?
CARMELA Dovete ammazzare una persona.
GENNARO Carmè, ma te pare chisto ‘o mumento e pazzià?
NANNINA Me stai facendo venire la pelle d’oca.
CARMELA Se l’ammazzate la commissione di Paternò è fatta. I cinquecento milioni sono vostri di diritto e
tanti saluti alla famiglia.
NANNINA E abbracci e baci da tutti i parenti.
CARMELA Nannuzza, non scherzare ‘ah! Quella è gente che i cadaveri nel cemento fa sparire e nemmeno
i corpi si trovano più!
NANNINA (CON VOCE QUERULA) Che… che fa?
GENNARO (CON UNA MANO SUL CUORE) Fa sparire i cadaveri nel cemento.
CARMELA Oppure vi mandano dei fiori.
NANNINA Al mio compleanno?
GENNARO Ah, ma so gentile, ma nun è ‘o caso, chi è conosce!
CARMELA .... “che bei fiori, che bei fiori” (FACENDO L’ATTO DI TOCCARE DEI FIORI) “Ma chi li
ha mandati?”….”BOOM!”
GENNARO E saltiamo in aria.
CARMELA Già. Pensateci bene. Per voi la cosa sarebbe facile, perché la persona che deve morire
alloggiata qua, in questa pensione.
NANNINA (SUBITO INTERESSATA) Comehai detto?
CARMELA Un verme schifoso, una carogna che si chiama….Luigi Chiaccone. Soprannominato Gino
Dorè.
NANNINA (TORMENTANDOSI LE MANI) Ah, Madonna! Ma perché mi mandi queste tentazioni? No,
io l’uccido, lo devo uccidere!
CARMELA Diversi anni fa, Luigi Chiaccone, in America sedusse una donna napoletana di origine ed ebbe
2 figlie.
NANNINA ‘O luk, ‘o luk quella è colpa del luk!
CARMELA Poi se ne scappò in Italia. Ma la poverina, chiese alla MAMMA e dopo anni di ricerche lo ha
trovato e ha mandato Paternò.
NANNINA Carmè, se lo vuoi sapere, questo con questo suo grande luk ha sedotto pure nostra figlia.
GENNARO Carmè, nuje l’acceressemo volentieri, specialmente Nannina, ma….
CARMELA ….basta che mi fate un cenno. Io telefono in Sicilia e tutto va a posto.
NANNINA (INTIMORITA) Carmè, ma quando vengono quelli che ci mettono nel cemento?
CARMELA Ma anche stanotte. I picciotti potrebbero stare già in viaggio. Buonanotte.
NANNINA Madonna! I piccioni viaggiatori stanno venendoda noi!

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SCENA DICIASETTESIMA
Nannina. Gennaro

GENNARO Nannì….
NANNINA Statti zitto, fammi pensare!
GENNARO Nannina, io tenesso pure ‘o coraggio d’’o fa.
NANNINA Gennà, noi a Natale, per uccidereil pollo dobbiamo chiamare il portiere!
GENNARO Che centra, ‘e pollastre nun m’hanno fatto niente. Chisto, m’ha distrutto a na figlia….e chesto
m’attaca ‘e mmane a me: chi s’à sposa a mia figlia si acciro a Gino Dorè?
NANNINA Gennà, espatriamo, controlla il primo treno per lìestero a che ora parte.
GENNARO Ma p’è do?
NANNINA Per qualunque estero. Il primotreno che c’è lo prendiamo.
GENNARO Eh? E si va in America, ce jammo a mettere mmocca ‘e lupe?

SCENA DICIOTTESIMA
Nannina, Gennaro, Silvestro

SILVESTRO (ENTRANDO DALLA COMUNE) Signora Nannina….


NANNINA (SOVRAPPENSIERO) Ah….!
SILVESTRO Se avete bisogno di qualche treno, io tengo l’orario ferroviario dentro la tasca.
NANNINA Don Silvestrì, ma non eravate andato via?
SILVESTRO Sono tornato per dirvi una cosa ed entrando ho sentito parlare di treni. Donna Nannina, a me
non mi importa che la buttigliella è stappata. Io me la sposo lo stesso. (VIA RAPIDAMENTE)
NANNINA (A GENNARO) Ecco, ti ha tolto pure la scusa. L’onore e Rosetta è salvo. Adesso uccidi a
Chiaccone, và!
GENNARO Nannì, e che so’ capace e accidere a qualcheduno io? Nannì, simme perdute!
NANNINA Gennà, andiamo a dormire ci mettiamo apiangere sotto le coperte tutti edue.

SCENA DICIANNOVESIMA
Nannina, Gennaro, Luigino

LUIGINO (ENTRA DALLA COMUNE ED È UBRIACO) Schifo, schifo, schifo!


NANNINA Ma con chi ce l’ha?
LUIGINO Questa è la vita amici miei: schifo! Schifo, delusione e dolore. Ma ditemi una cosa: “ma uno
che ce campa affà ‘ngoppa ‘a sta terra? Ma nunn’è meglio ca uno s’accire?
GENNARO (SCAMBIANDO UN CENNO D’INTESA CON NANNINA)
LUIGINO Eccomi qua: Luigi Chiaccone, in arte Gino Dorè . un fallito, un essere inutile che non farà mai
niente e che beve per dimenticare. Mi hanno scartato, capite? La parte che dovevo fare nel film
l’hanno data per le solite raccomandazioni a Bred Pitt.
NANNINA (QUASI COMMOSSA A VOLERLO CONSOLARE) E va bene , non importa…
LUIGINO No, vi prego, non dite niente. (PIANGE) Ah, come è bello piangere! (CONTINUANDO) La
vita! Uno se sceta, s’addorme, se sceta n’ata vota. Ma vuje ce pensate?
NANNINA E’ una schifezza!

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LUIGINO Eh, ma io tengo la medicina, la salvezza. (CAVANDO DI TASCA UNA PISTOLA) La vedete
questa?
NANNINA Madonna!
GENNARO Statte zitta!
LUIGINO L’ho deciso fermamente: io mi suicido. Nù colpo ccà e fernesce tutte cose. Me levo a miezo!
NANNINA (ISTINTIVAMENTE) Bravo! (POI CORREGGENDOSI) Cioè volevo dire .(A GENNARO)
Che volevo dire?
GENNARO E io che ne saccio?
LUIGINO (PUNTANDOSI LA PISTOLA ALLA TESTA) Che ce vò? Proprio niente!
GENNARO (INTERDETTO ASPETTANDO CHE LO FACCIA) Eh!
LUIGINO Basta premere il grilletto e uno fernesce e suffrì!
NANNINA Gennà, fa qualche cosa, di qualche cosa.
GENNARO (A LUIGINO) M’arraccumanno, prendila buona la mira!
LUIGINO (MOSTRANDO DI NUOVO LA PISTOLA) Qua sta la salvezza. (BACIANDO PIÙ VOLTE
LA PISTOLA) Tu, tu sola me vuò bene. Tu sola me si amica. Ve lo giuro: io vado dentro,
chiudo la porta a chiave e me tiro nu colpo ccà. Buonanotte. (VIA NELLA PROPRIA
CAMERA. SI SENTE IL RUMORE DELLA CHIAVE CHE GIRA NELLA TOPPA)

SCENA VENTESIMA
Nannina, Gennaro

GENNARO Ma allora fa overo?


NANNINA (IMBARAZZATA) Che dobbiamo fare?
GENNARO Nannì…..
NANNINA Statti zitto!
GENNARO Mah!
NANNINA (VA CON PASSO DECISO VERSO LA CAMERA DI LUIGINO) No, io sfondo la porta
(SPARI) ….madonna mia bella!
GENNARO (CORRE VERSO LA PORTA DI LUIGINO E GUARDA DAL BUCO DELLA
SERRATURA)
NANNINA Come sta?
GENNARO (ABBANDONANDOSI SU UNA POLTRONA CON LA TESTA RIVERSA) Accussì!
NANNINA Allora è morto.

SCENA VENTUNESIMA
Nannina, Gennaro, CARMELA

CARMELA (APPARENDO SUL BALLATOIO) Cu fu’?


GENNARO L’ho fatto, Carmè, l’ho fatto. So’ n’assassino!
NANNINA Siamo due assassini ho collaborato anch’io.
CARMELA (SCENDENDO RAPIDAMENTE LE SCALE) Uh facisti?

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GENNARO Una cosa speciale. Facciamo apparire che si tratta di un suicidio.
NANNINA Si, si. L’abbiamo suicidato!
CARMELA (MENTRE VENGONO IN SCENA PALMIRA, PEPPINO E ROSETTA) Aspettate! (VA AL
TELEFONO E FORMA RAPIDAMENTE UN NUMERO)

SCENA VENTIDUESIMA
Nannina, CARMELA, Gennaro, Palmira, Peppino, Rosetta

PALMIRA Ma chi ha sparato?


ROSETTA Cosa è successo?
PEPPINO (SPAVENTATO) Prendetevi anche le mutande cosa volete ancora?
GENNARO Statte zitto!
PEPPINO Ma sono venuti i ladri?
NANNINA Nossignore.
CARMELA Pronto? La commissione è stata eseguita da due volontari. Tutto a posto. La luna è tramontata.
Buonanotte.
PEPPINO Ma insomma, chi ha sparato? Cosa è successo?
NANNINA Signori, purtroppo una triste notizia: il povero Gino Dorè è morto.
ROSETTA (CON UN GRIDO) No!

SCENA VENTITREESIMA
Nannina,Gennaro, CARMELA, Peppino, Palmira, Rosetta, Luigino

LUIGINO (DI DENTRO CANTICCHIANDO) Mio suocero è nu piè…mio suocero è nu piè….


NANNINA Ma, ma chi sta cantando, Gennà?
LUIGINO (VIENE IN SCENA) Scusate, perdonate.
ROSETTA (CORRENDO AD ABBRACCIARLO) Micio!
LUIGINO Io mi stavo ripassando la parte che mi hanno dato, e involontariamente è partito un colpo.
Capite, un artista vero si immedesima. (A GENNARO E NANNINA) diciate ‘a verità,
comm’à faccio bella ‘a parte d’ò ‘mbriaco?
GENNARO Ma chella era nà parte?
LUIGINO Ma se capisce!
CARMELA Gennaro, Nannuzza, ma il morto sta bene in salute?
PEPPINO Uh, questa è buona. Il morto sta bene in salute. Andiamo a dormire che non è successo niente.
(VIA CON ROSETTA)
LUIGINO Buonanotte, buonanotte e scusatemi ancora. (VIA)
PALMIRA Altro che “Pensione della Tranquillità”, io l’ho detto che questa è la “Pensione del
Manicomio” (VIA)
CARMELA Amici miei, io capisco l’equivoco, ma ora impegnati siete. La telefonata è partita. Lo dovete
fare...... Ora lo dovete ammazzare per forza. Se no squagliati nel sapone finite. Buonanotte.

FINE PRIMO ATTO

18
SECONDO ATTO

LA STESSA SCENA DEL PRIMO ATTO. AL LEVARSI DELLA TELA LA SCENA E’ VUOTA. DOPO UN POCO, DALLA
SINISTRA ENTRA PEPPINO CHE AVANZA CON CIRCOSPEZIONE VERSO LA PORTA DELLA CAMERA DI PALMIRA.
ORIGLIA, POI GUARDA DAL BUCO DELLA SERRATURA.

SCENA PRIMA
Peppino, Palmira

PEPPINO (PICCHIA ALLA PORTA DI PALMIRA CON LIEVI TOCCHI) Chicchirichi, sono il gallo
del mattino. Sono Peppiniello. Signora Palmira, svegliatevi. Non fate la cattiva,
rispondete….Signora Palmira, badate che chi dorme non piglia pesci.
PALMIRA (VIENE FUORI, NOTA PEPPINO E SUSSULTA) Chi è?
PEPPINO Sono io. Volevo essere il primo a farvi gli auguri perché oggi è il vostro compleanno.
PALMIRA E voi che ne sapete?
PEPPINO Dalla tessera che mi avete dato quando vi ho registrata.
PALMIRA Vedete che attenzione! Ma ci stesse qualcuno qua dentro ca si facesse i fatte suoi! (POI A
PEPPINO) Grazie, però mi avete fatto prendere uno spavento. Uno vi trova così, davanti alla
porta!
PEPPINO Ma non avete sentito : ”Chicchirichì, sono Peppiniello il gallo del mattino”?
PALMIRA No, non vi ho sentito, avevo la radio accesa.
PEPPINO Scusate, ma allora perché siete uscita?
PALMIRA (IMBARAZZATA, ARROSSENDO) Io? Eh….Don Peppì, perché sono uscita?…Mh…ma voi
quante cose volete sapere?
PEPPINO (GELOSO) Andavate nella stanza di Gino Dorè?
PALMIRA (OFFESA) Io? Ma come vi permettete?
PEPPINO E da chi allora, da Silvestro Petrella?
PALMIRA Ma siete pazzo?
PEPPINO E allora da chi? dove andavate?
PALMIRA Ma voi vedete un pò! Don Peppì, andavo nel bagno! Siete contento?
PEPPINO E a me me pare che pure la notte voi andate troppo spesso nel bagno.
PALMIRA (IMBARAZZATA) Ma che dite?
PEPPINO Io vi sento quando uscite e quando entrate. È sicuro che andate nel bagno?
PALMIRA Gesù Gesù, queste sono cose da pazzi! Qua controllano pure quante volte vai nel bagno. (VIA
NEL BAGNO )
PEPPINO Bella, bella. Tu mi resisti? Ma io mi chiammo Peppino Capatosta. (VA AL TELEFONO E
FORMA UN NUMERO) Pronto? Fioraio Piscitelli? (DISTRATTO, CON ARIA TUTTA
SENTIMENTALE) Sono Peppiniello….(POI CORREGGENDOSI) No, scusate, sono Don
Peppino della Pensione della Tranquillità. Mandate un bel cesto di fiori. No, senza nome. Li
voglio dare io personalmente a una signora. Metteteci un bigliettino di quelli tutti dorati, quello
coi colombi che si baciano sopra. Con la scrittura vostra, ve lo detto io:”Se non fate quello che
mi aspetto da tanto tempo, morirete”. Va bene? Tutto a posto grazie. (RIATTACCA E VA
VERSO LA CAMERA DI PALMIRA) E mo mi faccio trovare nella sua camera. Due sono le
cose o cede omi da una botta in testa.

19
SCENA SECONDA
Peppino, Gennaro

GENNARO (VIENE DALLA SINISTRA, HA DEI LIBRI SOTTO IL BRACCIO) Guè, addò vaje tu?
PEPPINO Gennà, ma non dormi più lanotte?
GENNARO Gigolone! Ma comme te l’aggia dicere? Tu ‘e signore cà veneno ccà, l’he ‘a lascià sta. Aggio
miso o mostre ‘e Londra int’à pensione.
PEPPINO Gennà, tu pensi sempre a male. Secondo me sono questi romanzi gialli che leggi.
GENNARO Voglio leggere e romanze gialle! So’ fatte d’è tuoje? Io la notte soffro d’insonnia.
PEPPINO Si, ma tre, qattro alla volta! E poi con la matita rossain mano, ma cosa segni che non ho capito.
GENNARO Ti ho detto c’’a so’ fatte d’è mie. (ANDANDO VERSO LA PORTA DI PALMIRA) Dì a
verità, l’he scetata ‘a int’ò suonno a chesta?
PEPPINO No, no. Si è svegliata da sola. Mo vai via!
GENNARO (SI CHINA E GUARDA DAL BUCO DELLA SERRATURA)

SCENA TERZA
Peppino, Gennaro, Palmira

PALMIRA (RIENTRA E RESTA STUPITA A GUARDARE GENNARO)


GENNARO Io nunn’’a veco ‘a sta colombella!
PALMIRA (CON TONO DI RIMPROVERO) Don Gennaro!Ma...?!
GENNARO Chi è?
PALMIRA La colombella.
GENNARO No, signora, no….(CONFUSO) è st’imbecille….io…io volevo sapere solo dove stavate.
Stavate nel bagno è vero?
PALMIRA Sentite, che in questa pensione si controllino la luce e le telefonate, io lo capisco. Ma il bagno
è come il pronto soccorso. Ci si può andare gratis a tutte le ore. Scusate. (E VIA NELLA
PRIPRIA CAMERA SBATTENDO LA PORTA)
GENNARO Sì contento? Mò questa si crede ca’ voglio mettere il pipiometro dint’ò bagno!
PEPPINO E cosa è? L’hanno inventato gli americani?
GENNARO No, E giappunese! Peppì, inventavano il pipiometro?

SCENA QUARTA
Peppino, Gennaro, CARMELA

CARMELA (APPARENDO SUL BALLATOIO) Buongiorno!


GENNARO Guè, Carmè, buongiorno.
CARMELA Ci sono novità?
GENNARO (SI MOSTRA SUBITO IMBARAZZATO, GUARDA PEPPINO, TOSSISCE PER
RICHIAMARE L’ATTENZIONE SU DI LUI) Ehmm! Ehmm!
CARMELA Ho capito, ho capito. La luna non è tramontata ancora.
PEPPINO (FRA SE, STUPITO) La luna?
CARMELA (SCUOTENDO IL CAPO) E le stelle stanno a guardare. (VIA NELLA PROPRIA CAMERA)
PEPPINO (STUPITO) La luna? Le stelle?Ma che ore so?

20
GENNARO (DISTRATTO) Si, si: è venerdì!
PEPPINO Ma che sta succedendo dentroquesta casa? Gennà, tu ti devi calmare. Ormai l’hai detto a
questo che hai preso isoldi e che farai le cambialli? E perché non va via?
GENNARO E che ti devo dire? Quello è un grande cornuto, disgraziato….

SCENA QUINTA
Peppino, Gennaro,Melina

PEPPINO (VEDENDO MELINA ENTRARE DALLA COMUNE) Guè, buongiorno, Carmè!


GENNARO (SUSSULTANDO, PORTANDO SUBITO LA MANO SUL CUORE) Maronna mia m’ha
‘ntiso? (SI VOLGE E VEDE LA RAGAZZA) Ah, Carmela ‘a cammarera?
PEPPINO (CONFERMANDO) Eh!
GENNARO Ma nuje l’avimmo chiamata sempe Melina!
PEPPINO E adesso mi è uscito Carmela.
GENNARO M’he fatto credere ca ‘o tenevo addereto!
PEPPINO CARMELA? (DANDO UN PIZZICOTTO SULLA GUANCIA DI MELINA) E invece è sta
simpaticona, di genere femminile.
MELINA (BATTENDOGLI SULLA MANO) Non cominciamo
PEPPINO Incominciamoche vai in cucina e mifai una bella tazzina di caffè. Da questa mattina ancora
non l ho bevuto.
MELINA E come mai? La signorina Rosetta lo fa sempre!
PEPPINO La signorina Rosetta è uscita di prima mattina, sta fuori Napoli. È andata a San Giuseppe dalla
zia Francesca.! Dai Melì. Andiamo a fare il caffè. (AVVIANDOSI PERUSCIRE CON
MELINA, LE DA UNA PACCA SUL SEDERE)
MELINA Ma cosa venite a fare con me, statevene li.
PEPPINO Niente, vengo dove vai tu.
MELINA Ehhhhhh!
PEPPINO (ESCE A SINISTRA SEGUENDO MELINA)

SCENA SESTA
Gennaro, Nannina

NANNINA (DALLA COMUNE A CAPO CHINO, COMPUNTA. HA UN LIBRO DALLA COPERTIN


NERA IN MANO. IN TESTA UNO SCIALLE NERO. STA TORNANDO DALLA CHIESA)
GENNARO Ah, te si ghiuta ‘a sentere a primma messa?
NANNINA Mi volevo confessare.
GENNARO Nannì, nun te mettere cu sta faccia ‘e vittima. Me faje perdere il coraggio. Posa sta Bibbia.
NANNINA (CREDENDO CHE GENNARO VOGLIA ALLUDERE AL LIBRO CHE LEI TIENE IN
MANO) Ma quale Bibbia? (LEGGENDO IL TITOLO DEL LIBRO) “L’assassino della notte”
Super giallo di un autore straniero del quale non so leggere il nome.
GENNARO Siente a me, nun perdimmo tempo. ’O meglio è chistu ccà:”Morte nella vasca da bagno”
NANNINA Ma io cosa devo fare?
GENNARO Nannì, è semplice. Noi pecchè n’avimmo mannata a Rosetta da zìa Francesca? Quando Gino il
morituro, come tutte le mattine si alza e dice:”Micina, preparami il bagno”.

21
NANNINA Micina non ci sta…
GENNARO Miciona la fai tu.....E lo prepari tu.
NANNINA Gennà, ma perché non lo prepari tu?
GENNARO Nannì, so’ cose ‘e femmene. Int’’o bagno ce sta nu filo della luce tagliato. Tu riempi la vasca
d’acqua, togli con molta prudenza ‘o nastro isolante dal filo e ce ‘o miette dint’a ‘a vasca.
NANNINA Il nastro isolante?
GENNARO No, ‘o filo. Chillo ‘e distratto, nun se ne accorge, trase, se mena int’à vasca e more fulminato.
NANNINA Poi dobbiamo contare?
GENNARO Pe’ ll’è da ‘o tempo ‘e murì, contiamo fino a sessanta. Po’ tu curre int’’o bagno, lieve ‘o filo
da dentro a l’acqua e ci metti il nastro isolante, e daje nù strillo. ‘A gente corre…’e bello e
fatto. Delitto perfetto. ‘e morto per collasso cardiocircolatorio.
NANNINA No, Gennà, il filo dadentro l’acqua però lovai a togliere tu.
GENNARO Ma te l’ho detto: s’o’ cose ‘e femmene.
NANNINA Ma come, il cadavere nudo dentro l’acqua sono cose da femmine? E io cosa andavo a fare nel
bagno?
GENNARO E và bbuono, vuol dire ca ‘o filo ce ‘o vaco a levà io!
NANNINA Gesù, Gesù, me sembra un sogno. Ma noi uccidiamo proprio un uomo vivo?
GENNARO E si era muorto c’occerevemo affa’? (METTENDO FUORI DI TASCA UNA BOCCETTA).
Mò guarda comme vaco cammenanno: con il veleno in tasca.
NANNINA (SCOPPIANDO IN UN PIANTO) No, no, io non posso fare tutto questo. Adesso chiamo
Carmela e glielo dico!
GENNARO Nannì e il viaggio dei piccioni viaggiatori che viaggiano verso di noi?

SCENA SETTIMA
Gennaro, Nannina, Ludovico

LUDOVICO (ENTRANDO DALLA COMUNE CON CESTINO DI FIORI) Permesso?Ma voi guardate se
è cosa!Due giorni che mia moglie è sparita di casa e non ho un momento libero per andare a
cercarla.
GENNARO (PORTANDOSI LA MANO SUL CUORE) Chi è?
LUDOVICO Il proprietariodella pensione siete voi?
GENNARO (INTIMORITO) Io, no, quando mai, io so’ e passaggio
LUDOVICO (A NANNINA) Voi siete la moglie del proprietario?
NANNINA (FINGENDOSI STRANIERA) Chez vule vou cherì?
LUDOVICO (A GENNARO) Ma che lingua parla ‘a signora?
GENNARO ‘A signora è frangesa, tene ‘a camera affittata ccà!
LUDOVICO (AVANZANDO DI UN PASSO) Ma insomma, io a chi li devo consegnare sti fiori?
GENNARO (SEMPRE PIU’ IMPAURITO) Nun te accustà, miettele luntano.
LUDOVICO (SCHERZANDO) Ah, allora l’avete capito che ci sta una bomba qua dentro!
NANNINA (SOTTOVOCE) Una bomba!
GENNARO In nome di Dio, chi ti ha mandato?
LUDOVICO Ma chi mi doveva mandare? Signò, io sto scherzando. Mi sembra che vi mettiate paura dei
fiori! (AVVICINANDOSI CON I FIORI A NANNINA) Madama, guardè come profumè.
NANNINA (SUBITO CON UN GRIDO) Non voglio sentire?
LUDOVICO Ma ‘a signora nunn’era francese?

22
GENNARO Fatte ‘e fatte tuoje. È poliglotta.
LUDOVICO (FRA SE) Bha! A me questa sembra la pensione degli scemi . (IMPAZIENTE) Sentite, io li
lascio qua e me ne vado. Quanno viene il proprietario della pensione glieli date! Poi pregatelo
di scendere per regolare il conto. Se volete anticipare voi una piccola mancia…
GENNARO (PRENDENDO DI TASCA UNA MONETA) Guagliò, tecchete ‘a mancia e vattenne.
LUDOVICO Questo è tutto? Signò, ma lo sapete perché si chiama mancia? Pecchè significa mangia,
ragazzo mangia pure tu! E sapete che vi dico? Pe me, chi non mi da una buona mancia fa una
brutta fine (FA PER ANDARE)
NANNINA Aspetta! (INFILA UNA MANO NELLA TASCA DI GENNARO E NE METTE FUORI DEI
SOLDI) Tiè, ciente, duciente, trecientomila lire.
GIOVANNI Grazie signò, grazie. (FRA SE MENTRE VIA) Io l’ho detto: questa è la pensione degli scemi.
(VIA DALLA COMUNE)

SCENA OTTAVA
Gennaro, Nannina

GENNARO Nannì, che dice? sti fiore so’ nu signale, nà minaccia?


NANNINA Gennà, io non lo so.
GENNARO (ANDANDO CAUTAMENTE VERSO I FIORI) Nannì, ce sta nu biglietto. Piglialo e legge
che ce sta scritto.
NANNINA (FA PER AVVICINARSI POI SI FERMA) Gennà, ma perché nonloprendi tu il biglietto?
GENNARO Pigliammo ‘e fiore e menammole abbascio!
NANNINA Ma se c’è qualcosa tiriamo labomba in testa alla gente?

SCENA NONA
Gennaro, Nannina,Melina,Peppino

MELINA (DA SX CON DELLE LENZUOLA IN MANO. VA ANCHEGGIANDO IN UNA DELLE


CAMERE)
PEPPINO (SEGUENDOLA) Bedda, bedduzza, sciaquatunazza d’’o core miu!
GENNARO (SUSSULTANDO) E’ siciliano!
NANNINA Madonna! (GIRANDOSI E VEDENDO PEPPINO) Ma chi ha parlato?
GENNARO Non lo so!
PEPPINO Ma cosa c’è!
NANNINA Tu? Hai parlato siciliano?
PEPPINO Ma si, stavogiocando con Melina.
NANNINA No, io nellavasca ci butto anche tuo fratello.
PEPPINO (NOTANDO I FIORI) Ah, che bei fiori. Controlliamo il biglietto. (LEGGE)
GENNARO Che dice Peppì, che dice?
PEPPINO “Se non farete quello che mi aspetto morirete”. Ha scritto bene il fioraio. Bravo!
NANNINA (IMPALLIDENDO) Gennà….
GENNARO (A PEPPINO) Ma è sicuro? E’ letto bbuono?
PEPPINO E come no? L’ho fatto scrivere io!
NANNINA Sei stato tu?

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PEPPINO E’ uno scherzo, che c’è di strano? (PRENDE I FIORI VA VERSO LA CAMERA DI
PALMIRA E BUSSA) Signora Palmira, signora Palmira, posso entrare? (ENTRA
CANTICCHIANDO) Sciuri sciuri, sciuri de tuttu lannu….(VIA)
GENNARO Io l’accido a chiste!!

SCENA DECIMA
Gennaro, Nannina, CARMELA, Melina

CARMELA (APPARENDO SUL BALLATOIO) Sono venuti dei siciliani?


GENNARO No, Carmè, era mio fratello che cantava.
MELINA (CHE SARA’ ENTRATA IN TEMPO PER SENTIRE LA BATTUTA DI CARMELA) Ma
perché, aspettate qualche siciliano?
CARMELA Si, certi amici miei!
MELINA No, perché nel bar qua di sotto ho sentito parlare delle persone in siciliano. (VIA IN
UN’ALTRA CAMERA)
CARMELA Avete sentito?
NANNINA Saranno i piccioni?
CARMELA Il tempo stringe. Pensateci bene. (VIA NELLA PROPRIA CAMERA)

SCENA UNDICESIMA
Gennaro, Nannina

GENNARO Fra le altre cose ‘o maledetto stammatina nun se vò scetà!


NANNINA Metti l’orecchio vicino allaporta.
GENNARO (VA ALLA PORTA DI LUIGINO E ORIGLIA)
NANNINA Si è svegliato?
GENNARO Io nun sento niente. (IMPRECANDO) Scetate, maledetto, arraglia, famme sentì sta vocia
brutta cà tiene!
LUIGINO (DA DENTRO CANTANDO) Mio suocero è nu piè….Mio suocero è nu piè….
GENNARO (DRIZZANDOSI DI SCATTO, COME PUNTO DA UNO SPILLO) S’è scetato!
NANNINA Gennà, Gennà, ho un tremolio dalla testa ai piedi.
GENNARO Nannì, calma e sangue freddo!

SCENA DODICESIMA
Gennaro, Nannina,Luigino

LUIGINO (VIENE FUORI DALLA PROPRIA CAMERA E CHIAMA AD ALTA VOCE)Micina….


GENNARO (SUSSULTA E CADE A SEDERE)
LUIGINO Ch’è stato, ve siete messo paura?
GENNARO E vuje strillate ‘e chesta manera, io stavo soprappensiero.
LUIGINO E si no comme me sente da la dentro? (CHIAMANDO DI NUOVO) Micinaaa…..
NANNINA Parla con me, la gatta non ci sta.
LUIGINO ‘A gatta?
NANNINA Rosetta. E’ andata dalla zia ieri sera e non è ancora tornata.

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LUIGINO (RAMMARICATO) E mò ‘o bagno nun mo pozzo fa:
GENNARO No, no, nun ve preoccupate. ‘O bagno ve lo prepara mia moglie.
LUIGINO Ah si? Mi raccomando: Non troppo caldo ne troppo freddo, bello tiepido come piace a me.
(PRENDE UN GIORNALE SIEDE E SI METTE A LEGGERE )
NANNINA Gennà, Gennà non lo facciamo!
GENNARO Zitta, zitta!
NANNINA Gennà, a me questo mi fa schifo ma questa mattina mifa una pena.
GENNARO Certo, chillo po’ è nu farfallone, tene ‘o vizio d’è femmene ma in fondo è nu fessacchiotto!
LUIGINO (LEGGENDO AD ALTA VOCE) “ Anch’io ho il diritto di vivere”
NANNINA Ma cosa ha detto?
LUIGINO “Voi non mi ucciderete”
NANNINA Allora ha capito?
LUIGINO “Abbiate pietà di me”
NANNINA (PIANGE, SI ASCIUGA GLI OCCHI CON UN FAZZOLETTO)
LUIGINO (LASCIANDO IL GIORNALE) Che schifo!
NANNINA Ma che cosa?
LUIGINO I titoli d’è film ‘e stasera....Ce ne stesse uno allegro. A me me piacciono le cose allegre,
amene.
GENNARO (SOTTOVOCE A NANNINA) Nannì, chisto me fa n’’a cosa int’ò stomaco pure ‘a me, nunn’ò
facimme!
LUIGINO (AVVICINANDOSI I DUE) Sentite, nunn’è ca stammatina me so’ scetato sentimentale, ma
ormai io nun tengo a nisciuno cchiù al mondo e perciò ve lo voglio dire: la famiglia mia siete
voi.
NANNINA (COMMOSSA) Non cominciate a dire queste cose commoventi!
GENNARO (COMMOSSO COME NANNINA) Ma guardate, io….
LUIGINO Non dite niente. Io capisco e ve lo dico di nuovo: io vi voglio bene….papà!
GENNARO (CAMBIANDO TONO) Come avete detto?
LUIGINO Papà. Papà e mammà!
GENNARO (A NANNINA CON TONO DECISO) Prepara ‘o bagno a cchisto!
NANNINA Non perdiamo tenpo, andiamo! (E VIA CON GENNARO NEL BAGNO)
LUIGINO Ma che brava gente!

SCENA TREDICESIMA
Peppino, Luigino

PEPPINO (VENENDO FUORI DALLA CAMERA DI PALMIRA) Ah, l’amore è una cosa
meravigliosa!
LUIGINO Ah, ma voi stavate dentro ‘a camera d’’a signora Palmira?
PEPPINO Perchè, devo rendere conto a voi? Stavo nella camera della signora perchè oggi è il suo
compleanno e le ho fatto gli auguri.
LUIGI Ah, si? Allora ce vaco pur’io a fa gli auguri ‘a signora.
PEPPINO E andate. Però ricordatevi che io sono lo zio della vostra promessa sposa.
LUIGINO Embè, c’aggia fa? V’aggia chiammà zì Peppe? Compermesso. (E VIA NELLA CAMERA DI
PALMIRA)

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PEPPINO Ma perchèfa lo spiritoso questo imbecille? (FA PER ANDARE VERSO LA CAMERA DI
PALMIRA)

SCENA QUATTORDICESIMA
Peppino, LUCIA

LUCIA (ENTRANDO DALLA COMUNE) Buongiorno.


PEPPINO Dite.
LUCIA Scusate, c’è una camera, anzi un buco, piccolo, tranquillo, oscuro, isolato, magari senza né
balcone né finestre?
PEPPINO E comme no, dovete andare a Poggioreale.
LUCIA Avete ragione di scherzare. Ma io sono esasperata. Il medico mio dice: “Riposo assoluto,
silenzio”. Io ho l’ufficio al centro dove si concentrano tutti i rumori di Napule. Dove lo trovo
sto silenzio?
PEPPINO A casa vosta.
LUCIA (PIZZICANDOGLI CONFIDENZIALMENTE IL MENTO) Bravo, quanto siete bello! Ho
nove figlie.
PEPPINO Salute!
LUCIA Il più grande studia lirica. Cuore di mamma, ogni tante fa i vocalizzi: “Ohohohohoh”
PEPPINO Uuè, zitto, zitto!
LUCIA No, fatemi un piacere, voi mi dovete ascoltare. Io mi devo sfogare con qualcuno.
PEPPINO E va bene, ma sfogatevi sottovoce.
LUCIA La seconda studia pianoforte, la terza ha il giradischi con tutte le musiche rock e andando
avanti arrivammo fino agli ultimi che giocanp a afre gli indiani. (PORTANDO IL PALMO
DELLA MANO DAVANTI ALLA BOCCA COME PER DARE UN ESEMPIO)
Uhuhuhuhhh!
PEPPINO No, sentire, voi con questi strilli dovete finirla!
LUCIA Avete visto? E voi li state sentendo solo ora. Figuratevi una giornata piena fino a quando mia
moglie spegne la tv e finalmente scende la dolce silenziosa notte piena di stelle.
PEPPINO E finalmente vi addormentate!
LUCIA Ma quandomai? E le nipotine dove le mettete?
PEPPINO Ce stanno pure ‘e nipotine?
LUCIA La quarta figlia mia è sposata e sta e casa con me. Fatemi gli auguri.
PEPPINO (SENZA CAPIRE) Auguri!
LUCIA Grazie. Ha partorito da cinque mesi. Pensate ad una voce di bambino che piange tutta la notte.
Avrei voglia di uccidere mamma e figlia tutte e tre insieme.
PEPPINO Scusate, mamma e figlie sono due?
LUCIA Due. Due gemelle ha partorito. Perfettamente sincronizzati. Finisce una e comincia l’altra.
PEPPINO Sentite, ma voi cosa volete da me?
LUCIA Una stanza, un buco. Non sono andata al lavoro. Così posso dormire sei o sette ore in santa
pace.
PEPPINO Ma ora è mattina?
LUCIA Sissignore. Poi mi alzo e vado a fare nottata a casa mia. (METTENDO FUORI DEL
DANARO) Trentamila lire bastano?
PEPPINO Trentamila lire? Mettite qua.

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LUCIA Volete i documentie?
PEPPINO Non è il caso, per poche ore io non vi registro. (APRENDO LA PORTA DELLA STANZA DI
SILVESTRO) Vi do la camera di Don Silvestro. Che è partito improvvisamente. E’ tutto
preparato.
LUCIA Doveve vivere cento anni. Si sta bene qui?
PEPPINO Ma che scherzate? Questa è la tana di un ghiro. Questa si chiama “Pensione della tranquillità”.
entrate.
LUCIA Buonanotte. (VIA NELLA CAMERA DI SILVESTRO)

SCENA QUINDICESIMA
Peppino, Melina, Luigino

PEPPINO Adesso non dico niente a nessuno che c’è questa nella stanza e le trentamila lire me le prendo
io.
LUIGINO (DI DENTRO CANTANDO) Tanti auguri a te…
PEPPINO A proposito, ma questo sta ancora dentro la camera della signora? (SI AVVICINA ALLA
PORTA DI PALMIRA E DICE AD ALTA VOCE IN MODO CHE POSSANO SENTIRLO
DALL’INTERNO) Una donna deve tenere un uomo solo. La donna deve
essere fedele, la donna….(VEDE MELINA CHE VIENE DAL BALLATOIO. CAMBIA
SUBITO TONO E VA VERSO DI LEI CANTICCHIANDO SULLE CELEBRI NOTE DI
“LA DONNA E’ MOBILE”) La donna è morbida… stesa sul letto…
MELINA Ma quale morbida? E quale letto? Come senon si sapesse che voi quando avete avuto tanto da
una donna, siete boccaperta e vi andate vantando con tutto il quartiere.
PEPPINO Io? Io so segreto, so chiuso! Io songo nù segretè!
MELINA No, voi siete un chiacchierone: “Con quella così…con quellìaltra cosà…” andate parlando di
tutte le donne. E adesso non vi approfittate di quella piccola confessione di simpatia che mi è
scappata. Badate che come vi avvicinate faccio la sirena.
PEPPINO E io faccio il merluzzo!
MELINA Faccio la sirena d’allarme: lancio un urlo che mi sente tutta la casa. Siete avvertito .(FA PER
USCIRE)
PEPPINO Tu dove vai?
MELINA Vado a fare la camera di Gino Dorè.
PEPPINO E vengo pure io a controllare: quello allunga le mani!!!
MELINA Eh, dalla padella alla brace! (VIA NELLA CAMERA DI LUIGINO)

SCENA SEDICESIMA
Gennaro, Nannina, Luigino

GENNARO (DAL BAGNO) E’ fatta!


NANNINA E’ fatta!
GENNARO Addò è ghiuto ‘o maledetto?

27
NANNINA Genna, il tremolio non mi vuole lasciare!
GENNARO Sangue e coraggio freddo….(CORREGGENDOSI) Cioè coraggio e sangue freddo. Chiamalo!
NANNINA (CON VOCE STENTATA CHE SI SFORZA DI ESSERE DOLCE) Luigino…Luigino!!
LUIGINO (VENENDO DALLA CAMERA DI PALMIRA) Sono qua. Stavo dando gli auguri alla
signora perché è il compleanno suo.
NANNINA Vai bello, vai. Il bagno è pronto.
LUIGINO (CON TONO DRAMMATICO) Oh, laudata sie, mia signora, per nostro fratello bagno, lo
quale est tiepido e profumato et distensivo.
NANNINA (ALLUDENDO CON CENNO DELLE MANI) Specialmente distensivo!
LUIGINO (AVVIANDOSI VERSO IL BAGNO) Ma ched’è? Stammatina int’à sta casa c’è un’aria
elettrica. E calmateve nu poco, che la vita è bella e dura poco!.- Mio suocero è nu piè…mio
suocero è nu piè…è nu piezzo è contrabbasso…(VIA NEL BAGNO)
NANNINA Gennà, stringimi la mano e fammi coraggio.
GENNARO Nannì, io aggia correre int’ò bagno!
NANNINA Dove vai che quello sta li dentro!
GENNARO Ah, si. M’hè passato! (SCRIVENDO SU UN BLOCK NOTES) Cinque, sei…fanno undici.
NANNINA Ma cosa scrivi?
GENNARO Niente. Faccio avvedè ca sto facendo i conti, non si sa mai che viene qualcheduno.
NANNINA Ma noidobbiamo contare fino a sessanta!
GENNARO E conta, conta.
NANNINA Uno, due, tre….
GENNARO Ma qua non succede niente?
NANNINA San Gennaro! San Gennaro aiutami, fa qualche cosa, dacci un segno!
LUIGINO (DI DENTRO) Mio suocero è nu piè…. Mio suocero è nu piè….
GENNARO Ma aggio ‘ntiso bbuono?
NANNINA Gennà, ma stiamo diventando pazzi?
LUIGINO (VENENDO IN SCENA DAL BAGNO) “E’ nu piezzo ‘e contrabbasso” Ah, che bella cosa!
Che bellu bagno ca m’aggio fatto.
NANNINA Ah, ma telo sei fatto il bagno?
LUIGINO E comme no? Me so’ cunzulato!
GENNARO Ma allora chisto è indistruttibile?
LUIGINO (CHIAMANDO AD ALTA VOCE) Fantesca, fantesca, cammarera?

SCENA DICIASSETTESIMA
Gennaro, Nannina, Luigino, Peppino, Melina

PEPPINO (VIENE DALLA CAMERA DI LUIGINO TUTTO SCOMPIGLIATO, TENTANDO DI


INFILARE PRECIPITOSAMENTE LA CAMICIA NEI PANTALONI. LO SEGUE MELINA
ROSSA IN VOLTO)
MELINA Avete chiamato?
LUIGINO Gesù, int’à camera mia!
PEPPINO Stavo dando una mano a Melina.
LUIGINO Va bhè, va bhè, abbiamo capito. Fantesca, prepara la colazione al tuo signore e padrone. Me la
porti dentro…a letto. (VIA NELLA PROPRIA CAMERA)
GENNARO (SOTTOVOCE A NANNINA) Ma come è possibile?

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NANNINA Ma cosa ne so avrà la pelle isolante.
MELINA Uffà! Proprio adessoche finalmente potevo stirareun pò.
NANNINA Perchè, prima non potevi stirare?
MELINA No, ma perchè non lo sapete? Fino ad ora è mancata la corrente.
NANNINA E’ mancata la corrente? E quando è tornata?
MELINA Proprio adesso. Don Luigino ha chiamato ela corrente è tornata.
NANNINA (SOTTOVOCE A GENNARO) Gennà, questo ha una mano superiore chelo protegge.
GENNARO (AD ALTA VOCE) Nannì, io vaco nu mumento int’ò bagno.
NANNINA Una altra volta?
PEPPINO Ha fatto l’annuncio pubblicitario.
GENNARO (SOTTOVOCE A NANNINA) Vaco a levà ‘o filo a dint’à vasca. E chello ce vulesse pure
c’acceressemo a uno p’è n’ato. (VIA)
MELINA E io vado a preparare la colazione. (ESCE A SINISTRA)

SCENA DICIOTTESIMA
Nannina, Peppino, Luigino, CARMELA

PEPPINO (AD ALTA VOCE VERSO LA PORTA DI LUIGINO PER FARSI SENTIRE) E si, adesso
gli serviamo la colazione al letto al signor Gino Dorè. Così sporchiamo le lenzuola. La
colazione si mangia in cucina.
LUIGINO (METTENDO SOLO LA TESTA FUORI DELLA PROPRIA CAMERA) Zì Pè, non vi
arrabbiate. M’ha vaco a mangià int’à cucina ‘a colazione. Nun ve pigliate collera che la vita è
bella, Zì Pè. (RIENTRA)
PEPPINO No, io a questo glidevo fare una faccia dischiafi. Nannì, ma perché sei così pensierosa? A cosa
stai pensando?
NANNINA (DISTRATTA) Al veleno.
PEPPINO Ma per gli scarafaggi?
NANNINA (REALIZZANDO) Ah? Si, si per gli scarafaggi siamo pieni.
CARMELA (APPARENDO SUL BALLATOIO) Donna Nannina.
NANNINA Si?
CARMELA E’ passata un'altra mezz’ora della nostra vita.
PEPPINO (FRA SE) E salutace ‘a fibbia! Mi pare un uccello del male augurio!
CARMELA Ci sono delle novità?
NANNINA No, no. La luna non è tramontata ancora.
PEPPINO Pure lei?
NANNINA Era venuta un eclissi. Ma poi è mancata la corrente.
PEPPINO (FRA SE) Ma perchè, la luna va a corrente?
CARMELA Va bene, va bene. Avvertimi ad ogni cambiamento atmosferico. (VIA)
PEPPINO (FRA SE) Perchè, hai i calli? ( A NANNINA) Ma che sta succedendo dentro sta casa?
NANNINA Niente, Peppì. Che deve accadere? Sono cose dell’astrologia che noi stiamo studiando per
ammazzare….no, no, per passare il tempo.
PEPPINO Va bene, va bene. (SCHERZOSO) Se esce la luna avvertitemi. Mi voglio andare a fare un
bagno a mare. (ESCE A SINISTRA)

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SCENA DICIANNOVESIMA
Gennaro, Nannina, Melina

GENNARO (VENENDO DAL BAGNO) Nannì, (GUARDANDOSI INTORNO) Siamo soli? Ci resta da
fare una sola cosa.
NANNINA (PRECEDENDOLO) Il veleno!
GENNARO (MOSTRANDO LA BOCCETTINA) ‘A capa ‘e morte!
NANNINA Glielo diamo a colazione o a pranzo?
GENNARO (IRONICO) A dessert. Nannì, ma tu overo faje? Appena capita l’occasione ce ‘o dammo.
MELINA (ENTRA DALLA SINISTRA RECANDO VASSOIO CON COLAZIONE E FA PER
ANDARE NELLA CAMERA DI GINO DORE’)
GENNARO Addò vaje?
MELINA Porto la collazione a questo!
NANNINA Poggiala qui ha detto che la mangia in cucina.
MELINA E allora gliela porto in cucina.
NANNINA No, no, ti ho detto poggialali potrebbe darsi che la voglia mangiare qui!
MELINA E va bene. (ADAGIA IL VASSOIO SUL TAVOLINETTO DEL TELEFONO POI SI AVVIA
PER USCIRE A SINISTRA CANTICCHIANDO): E damme stu veleno…nunn’aspettà
dimane…ecc.

SCENA VENTESIMA
Gennaro, Nannina poi Palmira

NANNINA Ma cos’è misembra chelosappiano tutti quanti.


GENNARO Nannì, nun te fissà. Nun sape niente nisciuno. (PORGENDOLE LA BOCCETTA) Miette
‘o veleno.
NANNINA (RIFIUTANDO) Ma perché io tu sei paralitico? Mettilo tu!
GENNARO (AVVICINANDOSI ALLA COLAZIONE) Nannì…
NANNINA Eh?
GENNARO Quanta gocce hanna essere?
NANNINA Gennà, ma mica abbiamo la ricetta del medico? Quante ne metti ne metti!
GENNARO (DI NUOVO FA PER VERSARE E DI NUOVO SI FERMA) No, dico. Chillo avessa sent’ nu
sapore curioso si ne mette assale?
NANNINA Gennà, il caffè che facciamo noifa sempre schifo. Non se ne accorge.
GENNARO Allora mengo?
NANNINA Metti!
GENNARO Fa a spia si vene qualcheduno!
NANNINA Si, si. Nun te preoccupà. ( MA SI COPRE GLI OCCHI PER NON VEDERE)
PALMIRA (ENTRA DALLA SUA CAMERA SENZA CHE NESSUNO LA VEDE)
GENNARO Io nunn’ò saccio fa. Io me metto paura.
NANNINA L’eterno riposo donagli ‘o Signore, risplenda a lui la luce perpetua amen.
PALMIRA Ma è morto qualcuno?

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NANNINA (DISTRATTA TOGLIENDO LE MANI DAGLI OCCHI) No, la luna non è tramontata
ancora. (POI REALIZZANDO) Ma chi è?
PALMIRA Calma, calma!
GENNARO Ci dovete scusare, quella stava pregando per l’anima dei morti suoi e io….io che stavo
facendo?
PALMIRA Stavate mettendo delle gocce in quel caffè!
NANNINA Si, si. Undici gocce per il fegato. Quelle fanno benissimo.
PALMIRA (PRENDENDO LA BOCCETTA DALLE MANI DI GENNARO) Date qua, bambinoni. Vi ho
sentito che dicevate:”non lo so fare” e io sono infermiera diplomata.(VERSA IL VELENO
NEL CAFFE’) Ecco fatto, undici gocce. (GLI RIDA’ LA BOCCETTA) Da bravi: per chi sono
le gocce?
NANNINA Per lui.
GENNARO (ALL’UNISONO) Per lei.
PALMIRA Ah, per tutti e due? Allora facciamo 22.
NANNINA Gennaro, ma ti sei scordato che io me le sono prese già? Io subito faccio. Quello è lui che fa un
sacco di storie quanno si deve prendere ste gocce!
PALMIRA (RASSICURANDOLA) Ci penso io. (AVVICINANDO LA TAZZA ALLE LABBRA DI
GENNARO) Su, su a mammina vostra, bevete.
GENNARO Io?
PALMIRA (INSISTENDO) Avanti, non facciamo storie.
GENNARO (COME CHIAMANDO IN AIUTO) Nannina!
NANNINA Su, su non ti vergogni che sei un uomo fatto? Davanti alla signorina poi!
GENNARO (TERRORIZZATO) Nannina!
NANNINA (REALIZZANDO IL PERICOLO CHE STA PER CORRERE GENNARO) No, signò, no! A
stomaco vuoto non si prendono. Deve mangiare prima le tartine col burro e la marmellata e poi
il veleno….e poi il caffè.
PALMIRA (RIDENDO) Ah, ah siete di spirito. L’avete detto voi stessa: il caffè che si fa in questa casa,
sembra veleno. (VIA NELLA PROPRIA CAMERA)

SCENA VENTUNESIMA
Gennaro, Nannina, Luigino, Melina

GENNARO (TRAENDO UN SOSPIRO) Ah!


NANNINA E adesso!
GENNARO Puortancello dinto.
NANNINA (PRENDE IL VASSOIO POI LO RIPONE CON UNO SCOPPIO DI PIANTO) Ma io mi
confesso, io prendola comunione.
LUIGINO (DALLA PROPRIA CAMERA) E’ pronta sta colazione?
NANNINA Si, si è pronta. Fai presto che il caffè si fa freddo.
LUIGINO (PRENDE IL VASSOIO E SI AVVIA PER USCIRE A SINISTRA) No, no. La vado a
consumare in cucina. Non l’avete sentito a don Peppino? Comme se po’ fa, uno si sveglia
allegro e c’è subito chi ti da un po’ di veleno. (VIA).
NANNINA Gennà, scappiamo.
GENNARO Fuimmo?
NANNINA SI!

31
GENNARO E addò?
NANNINA Non lo so!
GENNARO Nannì!
NANNINA Calma e sangue freddo!
GENNARO Si, si Nannì. Nuje avimma sta ccà!
NANNINA Ma quello muore la dentro e ci chiamano!
GENNARO E nuje comm’à doje statue: fermi, indifferenti, come se niente fosse.
MELINA (DI DENTRO GRIDANDO A SQUARCIAGOLA) AAAAHHH!!!!
NANNINA E’ morto!
GENNARO Fuje, fuje! (VIA CON NANNINA NEL BAGNO)

SCENA VENTIDUESIMA
Palmira, Silvestro, Nannina, Gennaro, Nannina, LUCIA

PALMIRA (VENENDO FUORI DALLA SUA CAMERA) Ma chi ha gridato?


SILVESTRO (ENTRA DALLA COMUNE COME UNA FURIA, CON VALIGIA) Dove sono?
PALMIRA Voi?
SILVESTRO (CON VOCE DI PIANTO) Si, si. Non posso resistere lontano.Devo restare qui, devo morire in
questa camera! (CIO’ DICENDO APRE LA PORTA DELLA PRORPIA CAMERA, BUTTA
DENTRO NERVOSAMENTE LA VALIGIA COME PER MANDARLA A FINIRE SUL
LETTO, RICHIUDE LA PORTA E DA FUORI GRIDA) Voglio parlare con i genitori!
PALMIRA (SEGUENDOLO) Ma calmatevi!
SILVESTRO (CHIAMANDO CON FORZA) Don Gennà, Donna Nannì, dove siete? Venite a vedere questo
cadavere. Qui c’è un uomo morto. Non vi nascondete! (ED ESCE SEGUITO DA PALMIRA)
NANNINA (VENENDO DAL BAGNO INSIEME A GENNARO, VACILLANDO SULLE GAMBE)
Gennà, Gennà, cihannochiamato dobbiamo uscire.
GENNARO Calma, Nannì, indifferenza! (CON VOCE DI CHI SI SFORZA DI ESSERE CALMO) Chi ci
ha chiamato?
LUCIA (APPARE COME PRIMA CON UNA MANO ALLA FRONTE) Assassini, malvagi.
NANNINA (AL COLMO DELLO STUPORE) Ma chi è?
LUCIA La valigia , la valigia.
GENNARO Va truvanno ‘a valigia!
LUCIA Mi avete avvelenato….mi avete avvelenato il momento più bello. Siete una coppia diabolica.
Assassini, delinquenti. (VIA)
NANNINA Ma chi è questo?
GENNARO (STORDITO, CONFUSO) Calma, indifferenza. Canta qualche cosa!
NANNINA “Mio suocero è nu piè…” “Mio suocero è nu piè…”
GENNARO ‘E proprio chesta te miette ‘a cantà?
NANNINA E questa mi è venuta!
SILVESTRO (VIENE IN SCENA DALLA SINISTRA SEGUITO DALLE ALTRE DUE) AH, ora posso
campare 100 anni in più!
PALMIRA Voi siete un violento, un maleducato.
NANNINA Ma c’ha fatto?

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PALMIRA Ha preso a schiaffi Gino Dorè.
NANNINA (SOTTOVOCE A GENNARO) Ha preso a schiaffiil cadavere?

SCENA VENTRITEESIMA
Palmira, Silvestro,Nannina, Gennaro, Luigino, Melina

LUIGINO (VENENDO DALLA SINISTRA) Tutt’ò cafè ‘nterra m’ha fatto cadè! Manco nù surzo
m’aggio arrivato a piglià!
NANNINA (SOTTOVOCE A GENNARO) Gennà, questo ha una mano superiore!
SILVESTRO ‘O cafè ‘nterra? (FACENDO PER SCAGLIARSI CONTRO LUIGINO MENTRE MELINA E
PALMIRA LO FERMANO) Io t’acciro, è capito? Io te sparo!
NANNINA Ma non lo tenete! Quello è una cosa nervosa che ha!
GENNARO (SCAMBIANDO UNO SGUARDO D’INTESA CON NANNINA) Fatelo sfogare!
LUIGINO Imbecille!
GENNARO A chi?
LUIGINO ‘A ‘o caramellaro! Io mò nun te vatto pecchè ce stanno ‘e femmene p’ò mmiezo!
SILVESTRO (FACENDO DI NUOVO PER SCAGLIARSI CONTRO DI LUI) A chi?
LUIGINO (ARRETRANDO RAPIDAMENTE) Guè, guè! Mantenite ‘o pazzo. (VIA NELLA PROPRIA
CAMERA)
PALMIRA Don Silvestrì, è meglio che ve ne andate se no qua finisce male!
SILVESTRO Me ne vado? (CON TONO DECISO) Signora Nannina…vi riconfermo la camera. (VIA
NELLA PROPRIA CAMERA PER RISORTIRE TRA POCO)
MELINA (AVVIANDOSI PER USCIRE A DESTRA) Qua facciamo i numeri!
NANNINA Neh, ma tu prcchè hai urlato?
MELINA Perchè don Peppino mi volevatoccare.
SILVESTRO (DI DENTRO GRIDANDO) Aahhhh!
NANNINA E a questo chi lo sta toccando?
SILVESTRO (RITORNANDO IN SCENA CON UNA MANO ALLA FRONTE) Ma chi ci sta li dentro?
M’ha dato un pugno in testa!
GENNARO Nannì, s’ò arrivate ‘e piccione!

SCENA VENTIQUATTRESIMA
Palmira, Silvestro, Nannina, Gennaro, Luigino, Melina, LUCIA, Peppino, CARMELA

LUCIA (VIENE FUORI VESTITO PER ANDARE VIA) Eh, lo scherzo è bello peruna volta. Adesso
melo aspettavo e stavo dietro alla porta. (A PEPPINO CHE ENTRA DALLA SINISTRA)
Voi…
PEPPINO Cheho fatto?
LUCIA Mi avete dato quella camera per prendermi in giro? E non sono meglio gli indiani di casa mia?
(IMITANDO IL GRIDO DEI RAGAZZINI) Uhhhh! Almeno sono della famiglia! (VIA PER
LA COMUNE)
NANNINA (A PEPPINO) Tu, sempre tu! Ma come, affitte le camere e non dici niente?
PEPPINO E m’ero distratto!

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MELINA E potevo entrare anche io e trovavo quella donna nel letto! (VIA NELLA CAMERA DI
PALMIRA)
NANNINA Don Silvestrì, metteteviun po’ dighiaccio sulla fronte prima che vi venga un bozzo!
PALMIRA (PRENDENDO PER UNA MANO SILVESTRO) Venite,venite in cucina. Faccio io! Sono
infermiera diplomata.
SILVESTRO No, signò, lasciatemi stare che ora vado a prendermi un calmante. (VIA DALLA COMUNE)
PALMIRA (SCOCCIATA PER AVER PERSO UN’OCCASIONE VIA NELLA PROPRIA CAMERA)
CARMELA (APPARENDO SUL BALLATOIO) Gennaro…Nannina…
PEPPINO (FRA SE) E’ passata un’altra mezz’ora della vostra vita! Uhhhh! Quanto è scocciante questo!
(ESCE DALLA COMUNE)
NANNINA La luna non ‘e tramontata ancora?
GENNARO Niente, Carmè il sole è ancora alto.
CARMELA Nz!Nz!

SCENA VENTICINQUESIMA
Gennaro, Nannina, CARMELA

CARMELA Amici, fratelli miei, non c’è più tempo.


GENNARO Carmè, non abbiamo talento.
NANNINA Ma uno così, senza un po’ di tirocinio si improvvisa assassino?
CARMELA (A CORREGGERLA) Giustiziere!
NANNINA Giustiziere.
CARMELA Gennaro Bottiglieri....
GENNARO (STRINGENDOGLIELA) Si presente!
CARMELA Ora, per voi, faccio una pazzia.
GENNARO Dice ca è solde te l’he pigliate tu?
CARMELA E chesta nunn’è nà pazzia, chesta è scemenza!
NANNINA E allora che fai?
CARMELA Lo ammazzo io a sto fituso!
GENNARO Il nostro benefattore.
CARMELA Io l’ammazzo e uno di voi si accolla il delitto.
NANNINA E poi andiamo in galera?
CARMELA Nannina, io se vado in galera non esco più. Voi avete l’attenuante di Rosetta. Fate come un
padre, come una fiera madre siciliana.
GENNARO E che farebbe una fiera madre siciliana?
CARMELA Direbbe: Io! Sono stata io! Delitto d’onore fu. M’aveva sedotto la figlia!
GENNARO Nannì, che stai pensando?
NANNINA Che tu devi fare come un fiero padre siciliano.
GENNARO Nannì, ma s’ò cose è femmina!
NANNINA No, Gennà! Queste sonocose da uomini!
GENNARO Nannì, l’he ‘a fa tu!
NANNINA No, tu, tu!

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GENNARO (SENTENDO DELLE VOCI VENIRE DALLA COMUNE) Sta venendo gente. Jammo ‘a
parte è dinto e ce mettimmo d’accordo…ca ‘o ffaje tu! (ESCE A SINISTRA CON
NANNINA)

SCENA VENTISEIESIMA
Agatina, Peppino, Silvestro

PEPPINO Dite, a chi cercate?


AGATINA Sto cercando un certo Gino Dorè. Mi hanno detto che sta dinto a sta house, dint’a sta casa
insomma.
PEPPINO Si, alloggia int’à chella camera. Sedete e aspettate che esca fuori.
AGATINA Grazie. Sediamoci.Thank you! (SIEDE CON LE ALTRE SUL DIVANO)
PEPPINO Don Silvestrì giusto a voi cercavo.Vi viene da ridere eh!
SILVESTRO (SILVESTRO ENTRA CON LA MANO IN TESTA PER LA VALIGIATA CHE HA
PRESO) Io ho preso quella valigiata in testa, mi viene da ridere!?
PEPPINO Va bene pensate alla salute. (IN DISPARTE A SILVESTRO) Don Silvestì prima vi ho sentito
gridare in faccia a Gino Dorè:”io te sparo, io te accir”.
SILVESTRO Ma sono cose che si dicono. Che fa…sparo davvero a qualcuno?
PEPPINO Si, si. Qua sta il bello dello scherzo. Voi non dovete sparargli veramente. (ACCORGENDOSI
CHE LE DONNE STANNO ASCOLTANDO SI ALLONTANA DI UN PASSO E PIU’
SOTTOVOCE) Ho la pistola nella tasca. FREGANDOSI LE MANI TUTTO COMPIACIUTO
E CONTENTO) Ah, io nello scherzo sono maligno. Lofacciamo diventare giallodalla paura!
SILVESTRO Ma io così faccio la figura dello scemo?
PEPPINO Nossignore, stateme a sentì. E’una punizione che si merita. Andiamo nella vostra camera, vi
devo convincere .(COME SOPRA) So’ maligno, so’ maligno! (GUARDANDO MENTRE SI
AVVIA PER USCIRE LE GAMBE UN PO’ SCOPERTE DI AGATINA) Però, questa pure è
bona! (VIA CON SILVESTRO NELLA CAMERA DI SILVESTRO)
AGATINA Qua passa il time e non si vede. Bussammo ‘a chella porta.

SCENA VENTISETTESIMA
Agatina, Luigino

LUIGINO (VIENE FUORI DALLA PROPRIA CAMERA FISCHIETTANDO)


AGATINA (SCATTANDO IN PIEDI) Chiaccone!
LUIGINO Agatina?
AGATINA NO Agatina è morta! Io sono un’ombra.
LUIGINO Ma che dici Agatina, un’ombra. Come mai sei qua?
AGATINA Aggio fatto a ritroso la strada di Cristoforo Colombo: dall’America fino a qua!
LUIGINO (FRA SE) Già, pecchè chillo partette ‘a Mergellina. Agatina!
AGATINA Stop Luigino, tu mi devi stare lontano. Luigino sai come si dice? Il vino si fa aceto e l’amore si
fa odio. Padre senza core, ma ossaje che aggio dovuto dire per tanti anni? “Papà è muorto,
papà è muorto!”
LUIGINO (FRA SE) All’osse è mammeta!
AGATINA Ma io nun so’ venuta p’è chesto. Io nun voglio la compassione. Pè te salvà ‘a vita aggio vulato
fino ‘a ccà.

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LUIGINO ‘A vita?
AGATINA Tu staje in pericolo. Annascunnete, scappa. Mio zio, ha fatto mandare nu killer pè t’ammazzà.
AGATINA Scappatenne!
LUIGINO E addò scappo? Chille, si hanno scoperto ca me chiammo Gino Dorè me trovano a tutte parte.
Agatina, Agatina io ti ho sempre amata, io ti sposo.
AGATINA Ma allora aggio parlato frangese? Luigì che stai dicendo? Luigì ricorda , Il vino si fa aceto e
l’amore si fa odio. (AGATINA SI ADDOLCISCE)
LUUIGINO E bevimmancello stu vino primma ca addiventa aceto.

SCENA VENTOTTESIMA
Agatina, Luigino, CARMELA poi Rosalia

CARMELA (LUIGINO FA PER NASCONDERSI NELLA CAMERA) Agatina!Che ci fai qua?


AGATINA E che ci faccio io qua? Carmela, Gino Dorè ( LO FA NASCONDERE NELLA CAMERA).
AGATINA (SBARRANDO IL PASSO A CARMELA CHE FA PER INSEGUIRE LUIGINO)
CARMELA!Calma calma Carmela!
CARMELA Agatina, assolvo io il mandato.
AGATINA Carmela, non c’è più mandato. (MENTRE ROSETTA APPARE SULLA SOGLIA DELLA
COMUNE) Luigino Dorè mi sposa.
ROSETTA Oh Dio!
CARMELA Ma….allora sono confetti?
AGATINA Si, si l’ha promesso.
CARMELA Non c’è tempo da perdere. (VA AL TELEFONO) Niente, maledetto, non c’è linea. Andiamo
al bar qua sotto! (VIA DALLA COMUNE CON AGATINA)

SCENA VENTINOVESIMA
Rosetta, Nannina, Gennaro, Luigino

ROSETTA (GRIDANDO CON FORZA) Mammà, papà dove siete?


NANNINA (VENENDO DALLA SINISTRA CON GENNARO) Cosa è successo?
ROSETTA (SCOPPIANDO IN LACRIME) Potete essere felici, Luigino mi lascia.
GENNARO Chille mo ci lascia a tutt’quante ( FA IL GESTO DELLA CROCE PER SEGNARE LA
MORTE).
ROSETTA Si sposa con Agatina!
NANNINA ( VA VERSO LA CAMERA DI GINO DORE’)Gennà è ancora vivo!
GENNARO Oramai niente mi stupisce. Si esce vivo ‘a dint’ò tavuto doppe ‘o funerale io nun dico niente.
NANNINA Ma che fate? Comparite scomparite! Voi non dovete fare così!
GENNARO Ue Ue, dovete essere un morto serio.
LUIGINO Aiutatemi, aiutatemi. Sono in pericolo. Se ne è ghiute?
NANNINA (CONFUSA)Ma chi se ne è andato?
LUIGINO Cari suoceri ho fatto una scoperta.In questa casa mi vogliono uccidere.
NANNINA Lo sappiamo!
LUIGINO ‘O sapite?
NANNINA Ho detto ” Lo so?” . Cioè no….volevo dire…Gennà, che volevo dire? Spiegaglielo tu. Io…io…
io ho il fuocosottola pasta. (ESCE A SINISTRA)

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GENNARO (PRENDENDOSI LA TESTA TRA LE MANI) Io nun me sento chiù ‘a capa ‘ncapo. Scusate,
vaco a vedè si ‘o fuoco ha stutato ll’acqua. (ESCE A SINISTRA)

SCENA TRENTESIMA
Rosetta, Luigino, Silvestro

LUIGINO Micina….
ROSETTA Luigì, io ti devo parlare!
ROSETTA Lo so che ti do un grande dolore ma noi femmine siamo così, siamo cattive. Luigì, ho scoperto
che non ti amo. Tu mi puoi essere padre, sei curioso, ti vesti da Topo Gigio.. Ma perchè mi
dovrei rovinare con te? (SCOPPIANDO IN SINGHIOZZI) Io voglio bene a Silvestro….io
voglio bene a Silvestro. (ESCE A SINISTRA)
LUIGINO (GRIDANDOLE DIETRO) Ma io sto in pericolo di vita, ma nisciuno se ne ‘mporta?
SILVESTRO (VIENE FUORI DALLA PROPRIA CAMERA TUTTO FELICE IN VOLTO) Mi è venuto il
diabete! Un quintale di zucchero addosso a me. Rosetta mi vole bene l ‘ho sentito!
LUIGINO Guè, caramellaro senza zucchero, non cantate vittoria perché io s’ò ancora vivo.
SILVESTRO (METTENDO FUORI LA PISTOLA) Per poco ancora.
LUIGINO Che?…ma…ma allora siete un killer?
SILVESTRO Che sono?
LUIGINO (FACENDO PER SCAPPARE) Aiuto, chisto me spara!
SILVESTRO (SPARA E VIA DI CORSA NELLA PROPRIA CAMERA. LUIGINO SVIENE)

SCENA TRENTUNESIMA
Luigino, Nannina, Palmira, Gennaro

NANNINA (ENTRA DALL’APPARTAMENTO E VEDE LUIGINO STESO) E’ fatta, il cadavere sta


qua. Lo vedo con i miei occhi.Ma Carmela dove sta? Ah, già, questo non mi può rispondere!
PALMIRA (VIENE DALLA COMUNE) Ma che è successo? Gesummaria! Qua c’è un moro!
NANNINA (INDICANDO LUIGINO) Io, sono stata io. Delitto d’onore fu. Mi aveva sedotto la figlia.
GENNARO (VENENDO DALLA SINISTRA) Nanni’….
NANNINA (INDICANDO LUIGINO) E’ morto Gennà, guardalo bene è morto!
GENNARO Io, sono stato io. Delitto d’onore fu, mi aveva sedotto la figlia.
NANNINA (IMBARAZZATA) Ma cquesto l’ho già dettoio!
GENNARO (INSISTENDO) Io, io sono stato io….
NANNINA Ah, sei stato tu? Scusate, Io mi credevo ch’ero stata io.
PALMIRA Ma che dicono?

SCENA TRENTADUESIMA
Luigino, Nannina, Melina, Palmira,Gennaro, CARMELA, Agatina, Rosetta, Peppino

CARMELA (NON NOTANDO LUIGINO SVENUTO) Gennaro Bottiglieri,oggi deve essere una giornata
di festa!
GENNARO Io, sono stato io. Delitto d’onore fu, mi aveva sedotto la figlia.
CARMELA ( VEDE LUIGINO SVENUTO SUL DIVANO) No Gennaro, quello è il promesso sposo di
donna Agatina. Ma che hai fatto. Questi ti ammazzano!

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NANNINA Carmè, ma hai la menopausa? Ma tu ci vuoi mandare al manicomio?
AGATINA Al manicomio? Al cimitero vi mando. Chi ha ucciso Luigino mio?
GENNARO Io, sono stato io. Delitto d’onore fu, mi aveva sedotto la figlia.
TUTTI (SI ALZA DI NUOVO LUIGINO) E’ vivo, è vivo!!!!!Si muove!
GENNARO Ueee...Arripuosate!!!( GLI DA UNA BOTTA IN TESTA E LO FA SVENIRE DI NUOVO).
Io, sono stato io. Delitto d’onore fu, mi aveva sedotto la figlia.
NANNINA Ma allora chi ha sparato?
PEPPINO ( ENTRANDO DALLA COMUNE DI SILVESTRO) Io sono stato, è riuscito lo scherzo, è
riuscito!!!!
GENNARO (ANCORA INEBETITO) Non è vero. Io, sono stato io. Delitto d’onore fu. Mi aveva sedotto la
figlia. (PRENDE SOTTO BRACCIO GINO DORE’ E CARMELA CHE LO
ACCOMPAGNANO VERSO IL FONDO DEL PALCO). . Io, sono stato io. Delitto d’onore
fu. Mi aveva sedotto la figlia. . Io, sono stato io. Delitto d’onore fu. Mi aveva sedotto la figlia.

CALA LA TELA

FINE

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