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Invito a cena

ARLECCHINO: - Caro Brighella, senti un po' qua!

BRIGHELLA: - Dimmi: che novità?

ARLECCHINO: - Oggi è Domenica di Carnevale, ti offro un pranzetto senza l'eguale!

BRIGHELLA: - Grazie, l'accetto. Ma chi cucina?

ARLECCHINO: - Dietro ai fornelli c'è Colombina!

BRIGHELLA: - Bene! Benissimo! Che mangeremo?

ARLECCHINO: - Ecco: antipasto di latte e fieno; poi la minestra di pere cotte;


                          arrosto d'uova di mezzanotte; peli di gatto con salsa molle e,
                          infine, torta d'uva e cipolle!

BRIGHELLA: - Ah, si?... no, non posso... non posso... grazie lo stesso!

ARLECCHINO: - Come non vieni? Me l'hai promesso! Guarda, mi offendo,


                          ti picchierò.

BRIGHELLA: - Calmati! Vengo ma porterò io stesso i viveri per tutti e tre!

ARLECCHINO: - Sciocco, volevo questo da te.

 
Gli esami di Arlecchino
di Gianni Rodari

sPersonaggi - Il dottor Balanzone, Colombina, Pulcinella, Arlecchino 

Balanzone: - Dunque, signori illustrissimi, eccoci finalmente al gran giorno


                   degli esami. Ora si vedrà se le signorie loro hanno studiato o se
                   hanno scaldato i banchi. Io setaccerò le loro intelligenze con il
                   setaccio finissimo della mia scienza.
 
Arlecchino: - Speriamo che ci siano dei buchi nel setaccio.

Balanzone: - Come dice, signor Arlecchino?

Arlecchino: - Nulla, professor Balanzone, dicevo che ho studiato.

Pulcinella: - Anch’io, professore, ho studiato tanto che mi viene fuori la


                   storia, la geografia dalle orecchie.

Colombina: - Io ho gli occhi pieni di numeri, signor professore.


                   Guardi l’occhio destro... vede quel 17 che é rimasto lì, proprio
                   sotto la palpebra? Mi dà un fastidio...

Balanzone: - Male, male. signorina Colombina. Un numero nell'occhio non


                    dovrebbe mai dare fastidio. Dunque, cominciamo. Sentiamo
                    innanzitutto il signor... signor Pulcinella.

Pulcinella: - Professore, non sarà mai... prima le donne!

Balanzone: - Non sia eccessivamente cavaliere. signor Pulcinella, e mi dica


                   piuttosto: quanto fa uno più uno?

Pulcinella: - Com’è facile! Che domanda facile! Grazie, grazie, signor


                   professore. Permetta che le baci la mano. Le serberò una
                   riconoscenza eterna! Porterò con me nella tomba il suo ricordo!
                    Di nuovo, professore (melodramrnatico) grazie!

Balanzone: - Non c’è di che. Dica, quanto fa uno più uno?

Pulcinella: - Fa meno, signor professore!

Balanzone: - Come dice? Meno?


Pulcinella: - Eh, sì... uno più... uno meno... sa, uno più uno... meno... uno più
                   uno...eh, sì... uno più uno... meno.

Balanzone: - Basta così. Lei sarà bocciato e ripeterà l’anno. Tanto... come
                    dice lei: uno più uno... meno.

Pulcinella: - Ma professore, professore... senta!

Balanzone: - Basta. Sentiamo il signor Arlecchino. Mi dica lei quanto fa uno


                     più uno.
 
Arlecchino: - Undici, signor professore.

Balanzone: - Undici? Ma che cosa diavolo dice?

Arlecchino: - Ma sì, provi a scrivere uno vicino ad un altro uno...

Balanzone: - Io scriverò uno, ma lo scriverò sul registro. vicino al suo nome.


                   Basta, è bocciato anche lei...

Colombina: - O cielo, tocca a me!

Balanzone: - Signorina Colombina, lei che ha i numeri negli occhi, uno più uno,
                     quanto fa?

Colombina: - Signor professore, la prego, mi faccia una domanda più difficile


                    io quelle facili non le ho studiate.

Balanzone: - Va bene, le faremo una domanda più difficile.


                    Chi ha scoperto l’America?
Colombina si confonde
 
 Balanzone è irritatissimo: - Chi ha scoperto l'America?

Colombina: - (scoppiando a piangere) - Sono stata io, signor professore,


                  ma non lo farò più, glielo giuro. non lo farò mai più!
                  Mi perdoni per questa volta.

Balanzone: - Basta, basta, per l’amor di Dio! Tutti bocciati! Via, via, via.
                   Ci rivedremo l’anno venturo.
                                Cala la tela
L'operazione
Due infermieri entrano in sala operatoria spingendo una barella e depositano il malato sul
letto chirurgico… Dopo un po' entra il celebre chirurgo.

Chirurgo: - Bisturi!

Un'infermiera si affretta ad ubbidire ed il celebre chirurgo, con perfetta maestria, apre il


ventre del paziente. D'un tratto rimane pensieroso e guarda il suo assistente .

Chirurgo: - Senta, Martinez, che cosa dobbiamo togliere a questo signore?

Assistente: - Non glielo assicuro, ma... mi sembra di ricordare che fosse


                     qualcosa che finiva con «accio»...

Chirurgo: - In «accio»? È troppo vago. Potrebbe essere il braccio, il polpaccio...


                 lo straccio, il laccio... E perché questo signore dovrebbe chiederci di
                 togliergli il laccio?

Assistente: - Ora credo di ricordare che la cosa finiva in «orna».

Chirurgo: - In «orna»? Può essere diploma, rizoma, idioma...


                 Che ne direbbe se gli levassimo l'idioma?

Assistente: - Per me fa lo stesso: Il malato è suo.

Chirurgo: - Intanto gli togliamo i baffi. Starà sempre' meglio.

Assistente: - E se domandassimo a casa sua?

Chirurgo: - Niente male, l'idea. (Il celebre chirurgo si dirige al telefono). Signora


Ramirez?

Moglie del malato: -Sono io.

Chirurgo: - Come va, signora? Sono il dottor Stramaroni.

Moglie del malato: - È successo qualcosa a mio marito?

Chirurgo: - No, no, niente, non si allarmi. L'ho chiamata per domandarle se
                  ricorda che cosa dobbiamo togliere a suo marito.

Moglie del malato: - Davvero non lo so. Ho sentito dire qualcosa che finiva in “etto”.
Chirurgo: - Non sarà stato un peletto?

Moglie del malato: - No, quello avrei potuta toglierglielo io.

Chirurgo: - Un calletto?

Moglie del malato: - No, non era nemmeno un calletto.

Chirurgo: - Allora che gli leviamo?

Moglie del malato: - Gli tolga tutto ciò che vuole. Non mi piace immischiarmi
                                nelle cose di mio marito. Poi dice: hai visto qui... hai visto là...

Chirurgo: -Va bene, signora. In tutti i modi, grazie.

(Il celebre chirurgo entra di nuovo in sala operatoria; il malato è sveglio).

Chirurgo: - Niente, neanche sua moglie sa niente.

Paziente: - Mia moglie non sa mai niente, quando le conviene. È. un'egoista


                  spaventosa. Ah, se le raccontassi...

Infermiera: - Dica, dica!

Paziente: - Bene, abbiamo delle liti selvagge, per via del dentifricio.

Chirurgo: - Loro signori sanno niente del dentifricio del signore?

Infermieri: - Nulla, nulla!

Paziente: - Ebbene, spreme il tubo al centro!... Che ve ne sembra?

Infermieri: - Ci sembra brutto.

Chirurgo: - Scusi, ma... si ricorda cosa le dovevamo togliere?

Paziente: - Non credo che dovessero togliermi qualcosa. lo sono venuto a


                  riparare la luce; ma giacché sto qui, mi faccia il piacere di darmi
                  qualche punto a questa pancia che mi si è scucita...

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