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Servizi concernenti

Formazione anche a Distanza

Ente individuato ope legis sia per la


realizzazione dei corsi, che per il rilascio degli
attestati

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VERSO UNA
CULTURA SOCIALE
DEI B.E.S.

Il contesto dell’
inclusione
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Premessa

• La società contemporanea si caratterizza per le


continue evoluzioni in campo socio-culturale.

Il cambiamento rappresenta di fatto la ‘naturale’


condizione delle società umane: ciò garantisce il
progresso. Si tratta di mutamenti più o meno
consistenti di idee, norme, valori o costumi.

Citando C. Darwin, è la società «più predisposta al


cambiamento a sopravvivere».

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Premessa

• I cambiamenti possono riguardare un solo


settore della cultura (come ad es. la tecnologia,
l’economia, l’alimentazione, il sistema
educativo, le credenze, …), ma una volta
avvenuto un cambiamento in un determinato
settore, c’è «la tendenza a modificare a catena
anche altri settori, che sono tra loro legati».

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Premessa

• Le evoluzioni della nostra società possono


essere:
- Spontanee  scaturiti cioè dalle dinamiche
dell’ interazione e del confronto/scambio tra due
o più società;
- Pianificate  è il caso di progetti, riforme,
norme ad hoc o programmi di sviluppo, che –
attraverso l’ adozione di misure (tecniche,
economiche, formative, …) – porterà ad effetti di
cambiamento.

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Premessa
Esistono diverse categorie di società.
La nostra è oramai permeata da ciò che può essere definita
come ‘flessibilità culturale’, in quanto tendono a mostrarsi
aperte e di ampie vedute, mettendo al centro il rispetto –
non solo della propria identità – ma anche di quella degli
altri.

Relativamente all’ identità scolastica, essa si sta


mobilitando e impegnando nella costruzione di modelli d’
intervento didattico-educativo, in grado di migliorare i
livelli di coesione sociale nell’ambito delle comunità
territoriali.

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Coesione sociale

Tale considerazione presuppone il principio secondo cui la


comunità scolastica rappresenterebbe «il fulcro primario
intorno al quale iniziare a tessere le fila valoriali dei
contesti socio-culturali».

In altre parole, la scuola deve costituire uno dei


principali pilastri nella fase di costruzione del rispetto e
dell’ accoglienza delle diversità, di qualunque tipo esse
siano.

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Coesione sociale

Il contesto scolastico, relativamente al suo raggio d’ azione e


quindi alle sue competenze, ha il compito di tutelare la
coesione sociale al suo interno.

Questo termine indica l’ insieme dei comportamenti –


morali e non – volti a ridurre, con finalità costruttive,
possibili disparità esistenti.

A livello didattico, cosa può garantire la coesione sociale?

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Coesione scolastica
La coesione nel contesto scolastico si afferma grazie al
«superamento delle differenze esistenti fra persone rispetto
alla possibilità di accedere alle opportunità di crescita e
sviluppo personale e collettivo».
Affinché possa realizzarsi tale armonia, devono essere però
soddisfatti alcuni requisiti di base che, come indicatori di
progresso, sono fondamentali nella creazione di relazioni
favorevoli e quindi di condizioni di profitto educativo-
pedagogico:
- Assicurare la presenza di relazioni sociali attive e di tipo
inclusivo – quindi non di marginalizzazione o di
esclusione.
- Creare reti di scambio di supporti, di informazioni.
- Coinvolgere tutti nel rispetto e nel consolidamento del
senso di identità e di appartenenza ad una comunità.
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Coesione scolastica

• Dare priorità ad una istruzione di tipo inclusivo e


perciò di coesione sociale al suo interno necessita, in
modo particolare, di azioni educative mirate.
• Elemento distintivo dell’azione è «la costituzione di
reti nel quale operano, in una logica sinergica e di
integrazione, i diversi attori rappresentati non solo
dalle scuole ma anche da altre agenzie educative e
sociali che partecipano anch’ esse come ‘comunità
educanti’».
• Una comunità educante è una comunità fatta di enti
preposti all’ educazione, che consentono processi di
formazione socio-culturale.

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Coesione scolastica
CONSIDERAZIONI TERMINOLOGICHE:

• Educare  etimologia: radici latine ‘ex ducere’ = «tirare


fuori, rendere realizzabile (visibile) ciò che è possibile, ciò
che è implicito in ogni persona, fin da bambino: la sua
potenza, le sue potenzialità, il suo valore di persona, la
sua dignità umana».
• Più in generale, ‘Educare’ non significa solamente
formare, bensì costruire insieme identità e futuro.

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Coesione scolastica
• Per questo la scuola come primaria ‘comunità educante’
svolge un ruolo essenziale verso i suoi studenti – sia con
BES che con deficit più specifici – che debbono
apprendere non solo i contenuti del programma ufficiale
proposto, ma anche sviluppare un pensiero creativo,
sintetico e soprattutto etico.

• Gli insegnanti rappresentano i primi modelli di


riferimento, ma fondamentale è anche il ruolo che la
comunità nel suo insieme può svolgere, non solo per
integrare, ma anche per confermare ed espandere i
concetti e i valori.

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Coesione scolastica

Di fronte a soggetti con difficoltà, garantire l’ integrazione e


la partecipazione attiva di tutti gli studenti durante il
processo di apprendimento rappresenta una "abilità", «un
mezzo per realizzare comunità meno vulnerabili e più
capaci di rispondere alle domande dei propri membri, al
fine di prevenire e contrastare ogni forma di esclusione o di
disuguaglianza».

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Coesione scolastica

Sulla base di ciò, le varie figure coinvolte devono cooperare


nel raggiungimento di alcuni obiettivi comuni, quali:
• Realizzazione di azioni di integrazione scolastica, anche
con assistenza, e di progetti educativi
• Promuovere occasioni per il tempo libero
• Consigliare servizi ricreativi e in genere spazi che creino
momenti di crescita personale
• promuovere diritti e parità nelle opportunità di
insegnamento/apprendimento
• Investire sul concetto di educazione anche in termini di
convivenza civile
• Lavorare per la rimozione di barriere e limitazioni
• Sviluppare progetti di valorizzazione pedagogico-sociale.
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Coesione scolastica

Sostenere una coesione scolastica -e perciò sociale- significa:

• valorizzare le relazioni tra i diversi membri della società


• percepire i problemi come comuni e non circoscritti a
singoli alunni o gruppi
• contrastare la frammentazione e sostenere un sistema di
risposte ai bisogni
• sostenere servizi e processi di inclusione e integrazione
per le persone con disabilità o fragilità sociale.

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Approccio problematico

BEN  ≠ BES: espressioni apparse per la prima volta in un


documento ufficiale dell’ UNESCO nel 1997.

nei molteplici momenti della propria crescita


didattico-pedagogica, è possibile che ogni alunno incontri
situazioni di difficoltà, altresì definite come ‘funzionamento
problematico’ nella fase di apprendimento.

Come già ribadito, il concetto di BES va oltre a quelli che


sono i “bisogni” specifici, attestanti cioè una disabilità.

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Approccio problematico

• Il concetto di Bisogni Speciali si è progressivamente


consolidato, anche sulla base dell’evoluzione del concetto
di disabilità e salute e sulla crescente presa di coscienza
della necessità di proteggere le persone più deboli, quali i
bambini e in particolare quelli più svantaggiati dal punto
di vista bio-psico-sociale.

• Garantire a tutti l’ accesso all’ istruzione significa perciò


ampliare il raggio d’azione e proteggere tutti gli alunni:
anche quelli che “vanno male a scuola” per motivazioni
diverse e “oggettivamente” identificate come
impedimento a un normale processo di apprendimento.

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Approccio problematico

• Nel sostenere le iniziative improntate sulla necessità,


riconosciuta universalmente, di tutela degli alunni più
sensibili e/o svantaggiati, la scuola italiana – tramite l’
applicazione degli ‘Strumenti d’intervento per alunni con
Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica’ della direttiva del Miur del
27.12.2012 – fa quindi sue le indicazioni fornite dall’ ONU.

• L’ approccio e la dimensione adottata è quella ‘inclusiva’. 


la ‘scuola inclusiva’ si caratterizza per l’ accettazione di
ogni difficoltà, non solo quella ‘certificata’, ma pure di
quella dovuta allo svantaggio socio-culturale – quindi di
tipo prettamente contestuale.

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Approccio problematico

• Nello specifico, la suddetta direttiva recita che: «ogni


alunno con continuità o per determinati periodi può
manifestare Bisogni Educativi Speciali per motivi
psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le
scuole offrano adeguate e personalizzate risposte.»
• Essa si focalizza, in modo più equo rispetto alle
precedenti disposizioni legislative in materia, sui
disagi non certificati, fondandosi tra l’ altro sul
modello fornito dall’ ICF, il quale consente una
maggiore estensione della protezione considerata l’
ampiezza delle tipologie di disturbi e deficit analizzati
al suo interno.

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Approccio problematico

• Una soluzione a questo approccio problematico verso


l’ apprendimento è costituito dall’ implementazione di
strategie di intervento idonee e da criteri di
valutazione degli apprendimenti:
La scuola, l’ OMS, l’ Unesco e le altre organizzazioni di
riferimento cooperano, si confrontano e ‘si alimentano a
vicenda’: il loro mandato è quello di «tutelare e
promuovere la salute e la qualità della vita di tutte le
persone ed in particolare dei bambini e degli
adolescenti».

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Approccio inclusivo

• È chiaro che parlare di differenze nell’ apprendimento


significa parlare principalmente di educazione di tipo
inclusivo: a tal proposito, la neurodiversità deve essere
interpretata come «una condizione esistenziale
dell´essere umano piuttosto che come una condizione
patologica o come una forma di deficit inferiore alla
norma».

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Approccio inclusivo

• Cosa è la neurodiversità:

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Approccio inclusivo
• Alla base del modello scolastico inclusivo vi è la
volontà/necessità di intervenire sui contesti e sulle
rappresentazioni culturali generali, nell’ intento di
trasformare (e migliorare) il modo in cui le persone
con difficoltà vengono viste e, di conseguenza,
catalogate ed escluse sulla base di stereotipi offensivi
o di atteggiamenti discriminatori.
• La nuova concettualizzazione della ‘diversità
individuale’ potrebbe implicare una nuova
concettualizzazione anche dal punto di vista dell’
influenza sociale  mancanza o diversità si potrebbe
intendere come un modo diverso di percepire il mondo
esterno. Ciò porterebbe a sua volta ad una
decostruzione del concetto di normalità.

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Approccio inclusivo

• L’ educazione inclusiva crea contesti pedagogici nuovi:


in effetti implica un radicale processo di cambiamento
del sistema educativo.

Integrazione scolastica e concetto di Bes tendono a


mettere a fuoco il soggetto e ciò che ‘non funziona’ nella
persona, nell’ intento di identificare delle risposte
specialistiche mirate ed aggiuntive: come ad esempio,
adattamento e compensazione delle differenze.

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Approccio inclusivo

• Un primo passo verso tale direzione è costituito dall’


identificazione di eventuali barriere scolastiche che
impediscono o rallentano l´apprendimento di tutti i
discenti:

- rigidità nei curricoli,


- Rigorosità nelle forme tradizionali di insegnamento e
di apprendimento,
- contesti e atteggiamenti discriminatori e logiche di
pensiero disabilitanti.

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Approccio inclusivo

• Un ulteriore passo verso il metodo inclusivo sono gli


interventi diretti sugli approcci pedagogici impiegati
dai docenti, ad esempio sulla didattica di classe, sulle
modalità di valutazione, sull’ organizzazione scolastica
e anche sui rapporti con le attività extra-scolastiche.

In tal senso, indispensabile è la preventiva comprensione


delle logiche di pensiero che influiscono sull’ agire
educativo, facendo ad esempio riferimento a teorie o
tecniche dell’ apprendimento.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Accogliere e valorizzare gli alunni con Bes significa


«potenziare la cultura dell’inclusione, e ciò anche
mediante un approfondimento delle relative competenze
degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta
interazione tra tutte le componenti della comunità
educante».

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Normativa per l’ inclusione BES

• È importante dunque elaborare un percorso


individualizzato e personalizzato per alunni e studenti
con bisogni educativi speciali, da attuare anche
attraverso la redazione di un Piano Didattico
Personalizzato: tale strumento serve come strumento
di lavoro in itinere sia per gli insegnanti che per le
famiglie, in quanto ha la funzione di documentare loro
le strategie di intervento didattico programmate.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Come anticipato, in ogni classe ci sono alunni che


necessitano di speciale attenzione per una varietà di
ragioni:
-svantaggio sociale e culturale,
-disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi
specifici,
-difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e
della lingua italiana perché appartenenti a lingue e
quindi a culture diverse.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Da ciò si evince che l’ ambito in cui si inseriscono i


BES è molto ampio: quando si parla di svantaggio
scolastico si intende di fatto un’ area molto più ampia
di quella riconducibile esplicitamente alla presenza di
deficit cognitivi-percettivi o fisico-motori.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Gli alunni che si trovano in situazioni di svantaggio


scolastico, tanto da compromettere (a volte solo
temporaneamente) il rendimento scolastico e il
regolare apprendimento, molto spesso sono alunni
con capacità intellettive nella norma se non perfino
ben sviluppate, ma che - per particolari
problematiche (sociali o familiari, …) - incontrano
difficoltà a scuola e non riescono a manifestare
pienamente le loro potenzialità.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Un esempio a tal proposito sono quegli alunni


classificabili come A.D.H.D. (Attention Deficit
Hyperactivity Disorder), ovvero Deficit da disturbo
dell’ attenzione e dell’ iperattività.

• Tale disturbo ha un’ origine neurobiologica e genera


difficoltà di pianificazione, di apprendimento e in
alcuni casi anche di socializzazione con i coetanei.
Inoltre, spesso risulta associato ad un DSA.

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Normativa per l’ inclusione BES

• Anche gli alunni con potenziali intellettivi non


ottimali, descritti generalmente con le espressioni di
«funzionamento cognitivo limite (o borderline)», ma
anche con altre espressioni (per es. disturbo
evolutivo specifico misto) e con specifiche
differenziazioni - qualora non rientrino nelle
previsioni delle Leggi 104/92 o 170/2010 –
richiedono particolare considerazione.

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Normativa per l’ inclusione BES
• Un esempio di questo tipo sono gli studenti il cui
quoziente intellettivo globale non presenta elementi di
specificità.

• Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori


neurobiologici ed è frequentemente riscontrato in
presenza di altri disturbi.
• Per altri, si tratta solamente di una forma lieve di
difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e
guidati verso percorsi scolastici più consoni e vicini
alle loro caratteristiche, potranno avere una vita
normale.

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Direttiva 27/12/2012 – punti più rilevanti

• Paragrafo 1.5  fornisce gli orientamenti didattici a


favore degli alunni con BES. Recita così: «Le scuole –
con determinazioni assunte dai Consigli di classe,
risultanti dall’esame della documentazione clinica
presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni
di carattere psicopedagogico e didattico – possono
avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi
speciali degli strumenti compensativi e delle misure
dispensative previste dalle disposizioni».

• Paragrafo 1.6  riguarda l‘ impegno da parte del


MIUR di organizzare corsi di formazione per dirigenti
e docenti curricolari sulla didattica inclusiva a favore
anche dei casi non certificabili come disabilità o DSA.
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Direttiva 27/12/2012 - punti più rilevanti
• Paragrafo 2.1  interamente dedicato all’
organizzazione territoriale per un’ ottimale realizzazione
dell‘ inclusione scolastica. Nello specifico, si occupa dei
CTS, ovvero dei Centri Territoriali di Supporto, all’
interno dei quali deve operare «un’ equipe di docenti
curricolari e di sostegno specializzati sui BES tramite
master universitari».
• Paragrafo 2.2  riguarda le funzioni dei CTS, quali:
-2.2.1 Informazione e formazione
-2.2.2 Consulenza
-2.2.3 Gestione degli ausili e comodato d'ʹuso
-2.2.4 Buone pratiche e attività di ricerca e
sperimentazione
-2.2.5 Piano annuale d'ʹintervento
-2.2.6 Risorse economiche
-2.2.7 Promozione di intese territoriali per l'ʹinclusione
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Misure educative e didattiche di supporto

Tra le principali misure di supporto garantite dalla


direttiva, di cui possono servirsi i docenti e giovarsi gli
studenti:

- l'uso di una didattica individualizzata e


personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro
scolastico che tengano conto anche delle
caratteristiche peculiari dei soggetti, quali ad esempio
il bilinguismo, e che adottino una metodologia e una
strategia educativa adeguate;

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Misure educative e didattiche di supporto

- L’ introduzione di strumenti compensativi, compresi i


mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie
informatiche, nonché misure dispensative da alcune
prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei
concetti da apprendere;

- per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di


strumenti compensativi che favoriscano la
comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali
di apprendimento.

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Aspetti conclusivi

È risaputo che dimensione culturale-pedagogica e


sociale sono strettamente interconnesse tra loro.

In modo particolare, negli ultimi anni è aumentato


considerevolmente il numero degli studenti che ‘soffrono’
o, meglio, che presentano varie tipologie di difficoltà, non
riconducibili tuttavia alle classificazioni dell’ ICF.

Ciò comporta un mutamento, non solo a livello socio-


culturale, ma anche a livello didattico-educativo.

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Aspetti conclusivi

• Le trasformazioni che nel tempo hanno interessato il


nostro sistema scolastico possono ricondursi ai vari
cambiamenti politici, economici e sociali susseguitisi
in Italia: adesso viviamo in una società caratterizzata
da un pluralismo culturale.

• In tal senso, la diversità diventa fattore di


valorizzazione e in questa direzione deve muoversi il
sistema scolastico: ne deriva una stretta correlazione
tra l’ educazione scolastica e la società contemporanea,
prestando particolare attenzione alla formazione della
persona, alle sue esigenze e alle sue differenti
peculiarità.
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realizzazione dei corsi, che per il rilascio degli
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