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dalla diagnosi
all’intervento
DOT T.SSA AGNESE LOMBARDI
PSICOLOGA
Diagnosi nosografica:
«consiste in una valutazione guidata dalla ricerca dei criteri che portano
all’identificazione dei disturbi e alla loro collocazione nell’ambito di un sistema
nosografico» (PARCC, 2011)
tale fase della valutazione diagnostica prevede la verifica dei criteri diagnostici
di inclusione e di esclusione
Criteri diagnostici secondo
il DSM-5 (APA, 2013)
DISATTENZIONE
difficoltà a prestare attenzione ai particolari
distraibilità
difficoltà a concentrarsi e a mantenere adeguati livelli di attenzione per un tempo prolungato
difficoltà a portare a termine un’attività una volta avviata
difficoltà di organizzazione e pianificazione di un compito
sbadataggine e svogliatezza
atteggiamento di rifiuto nei confronti di compiti che richiedono uno sforzo mentale protratto
Criteri diagnostici secondo
il DSM-5 (APA, 2013)
IPERATTIVITA’ E IMPULSIVITA’
agitazione psico-motoria e verbale non finalizzata
difficoltà a rimanere fermo o seduto al proprio posto
irrequietezza (o senso di irrequietezza)
atteggiamento precipitoso ed impulsivo nella scelta di una risposta o di un’azione
difficoltà a rispettare il proprio turno
tempi di attesa ridotti
Criteri diagnostici secondo
il DSM-5 (APA, 2013)
Un pattern persistente caratterizzato da DISATTENZIONE e/o
IPERATTIVITA’/IMPULSIVITA’
I sintomi devono persistere per un periodo di almeno 6 mesi
I sintomi si presentano in due o più contesti
I sintomi interferiscono con la qualità del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo
In caso di diagnosi effettuata dopo i 12 anni è necessario indagare la presenza della
sintomatologia anche in età pregressa
I sintomi non sono meglio spiegati dalla presenza di un altro disturbo mentale
(disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo, etc.)
Tipologie secondo il DSM-5 (APA, 2013)
MANIFESTAZIONE COMBINATA: se sono presenti almeno 6 sintomi relativi all’area della
disattenzione e almeno 6 sintomi relativi all’area dell’iperattività/impulsività
MODERATA
DARIO, 9 ANNI
Le funzioni esecutive a scuola
•capacità che entrano in gioco in situazioni e compiti in cui l’utilizzo di comportamenti e
abilità di routine non è più sufficiente alla loro riuscita (Owen, 1997);
•permettono all’individuo di adattare i propri schemi cognitivo-comportamentali a
situazioni nuove e impegnative;
•favoriscono un miglior adattamento all’ambiente;
•si sviluppano a partire dai 12 mesi e progrediscono fino alla tarda adolescenza;
•numerose ricerche hanno dimostrato l’importanza delle funzioni esecutive
nell’apprendimento scolastico in generale ed in particolare nelle seguenti aree:
ragionamento logico-matematico, scienze, materie letterarie, comprensione del testo.
Le funzioni esecutive a scuola
•CONTROLLO INIBITORIO: capacità di inibire risposte precedentemente apprese e
di controllare l’effetto interferenza di stimoli distraenti, irrilevanti al fine di
proseguire nell’applicazione del piano.
«Martina conosce l’alfabeto, così come i suoi coetanei. Durante l’ora di italiano si
sta giocando a riordinare alfabeticamente liste di parole sempre più lunghe
dettate dalla maestra. Martina riesce a individuare la prima parola, a volte anche
la seconda…ma poi mentre cerca di ricordare la terza ha dimenticato tutto il
resto!»
Le funzioni esecutive a scuola
•FLESSIBILITA’ COGNITIVA: insieme dei processi cognitivi che consentono alla
persona di cambiare schema comportamentale in base ad un feedback ricevuto.
il genitore e/o l’insegnante è chiamato a fornire una valutazione da 0 a 3 del sintomo
Disturbi dell’apprendimento
Problematiche associate al tono dell’umore
Disturbo oppositivo-provocatorio
Disturbo della condotta
Ansia
Disturbo dello Spettro Autistico
Disturbo da tic
Le scale COM
Le scale COM sono composte da 30 item, di cui 5 di controllo e 25 relativi a
comportamenti, difficoltà o caratteristiche disfunzionali;
le due versioni (genitori/insegnanti) sono quasi del tutto analoghe, eccetto pochi item
relativi a comportamenti specifici dell’ambiente domestico.
il genitore e/o l’insegnante è chiamato a fornire una valutazione da 0 a 3 del sintomo
descritto (0=mai presente, 1=qualche volta, 2=abbastanza spesso, 3=molto spesso)
5. Migliorare l’accettabilità sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini/adolescenti affetti.
Interventi psicoeducativi e di supporto
rivolti ai genitori (Parent training)
Fornire informazioni scientifiche e cliniche sulla natura del disturbo (sintomi, eziologia, decorso clinico e prognosi);
istruire i genitori sulle tecniche comportamentali da adottare con il bambino e sulle tecniche di osservazione ed
analisi del comportamento;
supportare i genitori nei processi di attribuzione di significato e nella gestione ed elaborazione dei vissuti emotivi
derivanti dalla diagnosi e dal percorso riabilitativo.
Interventi psicoeducativi rivolti al
bambino
Gli approcci che storicamente si sono rivelati più utili nel trattamento dell’ADHD sono stati quelli
di natura cognitivo-comportamentale:
Problem solving training e self-talk, per gestire l’impulsività migliorando il self-control e l’abilità
di risoluzione dei problemi.
Stress inoculation training, per indurre il bambino a esprimere risposte alternative e più
adeguate al contesto rispetto a quelle emesse in situazioni già vissute.
Social skills training, per migliorare nello specifico le abilità sociali e di relazione con i pari.
Interventi rivolti agli insegnanti (Teacher
training)
Programmare attività strutturate in classe che combinino diverse tecniche comportamentali di
modificazione del comportamento (rinforzo positivo, estinzione, time-out, token economy);
porsi come mediatore e facilitatore delle relazioni tra il bambino ADHD e il gruppo dei pari
(creare situazioni di peer tutoring e apprendimento cooperativo);
collaborare e comunicare con la famiglia e gli operatori che seguono il bambino al fine di
monitorare in tempo reale progressi e cambiamenti.
ADHD e BES
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è classificato nella categoria dei Bisogni Educativi
Speciali;
in seguito alla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 le misure previste dalla legge
170/2010 sono state estese a tutti i Bisogni Educativi Speciali;
ciò significa che le scuole, al fine di tutelare il percorso formativo di questi bambini, possono
predisporre per questi ultimi strumenti compensativi e misure dispensative;
l’obiettivo è elaborare un percorso individualizzato (PDP) che risponda alle caratteristiche del
bambino (potenzialità e difficoltà).
Caso clinico
Soggetto: Lorenzo
Età: 10 anni
Classe: V elementare
Sviluppo psicomotorio: tutte le tappe sono state raggiunte nei tempi medi, se non prima.
Tali comportamenti sono rilevati in egual misura a casa e a scuola (note scolastiche).
•Lettura: nella norma per accuratezza; ai limiti della norma per velocità (perde frequentemente il
segno); ai limiti della norma per comprensione (perde spesso la concentrazione durante la
lettura del brano e risponde impulsivamente alle domande). La lettura appare comunque
automatizzata ed espressiva.
•Scrittura: nella norma per correttezza; impugnatura buona; gestione adeguata dello spazio del
rigo e del foglio; scrittura chiara e comprensibile.