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1 Il Romanticismo

Per “Romanticismo”, che in origine faceva riferimento al romanzo cavalleresco, si intende quel
complesso movimento filosofico, letterario ed artistico nato in Germania negli ultimi anni del
Settecento, che ha poi trovato la propria massima fioritura in tutta Europa nei primi decenni
dell'Ottocento. Tuttavia, la definizione critica del concetto di Romanticismo risulta complessa e
sembra urtare contro ostacoli che derivano dalla difficoltà di definirne l'ambito storiografico. A
questo proposito sono state elaborate due interpretazioni di fondo.
1) Per una prima lettura, risalente in parte ai romantici stessi e codificata da Hegel, il
Romanticismo sarebbe quell'indirizzo culturale che si identifica nell'esaltazione del "sentimento" e
che si concretizza nei rappresentanti del circolo tedesco di Jena e in tutti i letterati europei seguaci
delle loro idee anti-classicistiche. Questa definizione coglie un aspetto basilare del movimento ma
appare riduttiva, perché c'è il rischio oggettivo di privilegiare esclusivamente l'aspetto letterario e
artistico del Romanticismo, offuscandone le componenti filosofiche.
2) Per una seconda interpretazione, invece, il Romanticismo tende a configurarsi come una
situazione mentale generale che si riflette nella letteratura come nella filosofia, nella politica come
nella pittura, e di cui fa parte integrante la corrente dell'idealismo post-kantiano. Questo significato
ha il vantaggio di definire il Romanticismo in senso storico-culturale, riconoscendo in esso
un'insieme di idee e atteggiamenti in relazione a determinati eventi, come il fallimento della
Rivoluzione francese, il cesarismo napoleonico o la Restaurazione, e che si nutre di un tipo di
cultura opposta rispetto a quella illuminista.
Se nella prima interpretazione si parla soprattutto di "scuola romantica", nella seconda è preferibile
parlare di "epoca romantica". Tuttavia secondo parecchi studiosi è impossibile racchiudere in una
definizione l'essenza del Romanticismo. Esiste, invece, la possibilità di delineare alcune tendenze
tipiche della mentalità romantica.
- Il Romanticismo è sicuramente pieno di ambivalenze poiché in esso coesistono, ad esempio, il
primato dell'individuo e quello della società, l'evasione nel fantastico e il realismo, il titanismo e il
vittimismo, il sentimentalismo e il razionalismo. Ma ciò non toglie che questi motivi, pur avendo
una natura opposta, cadano in un medesimo orizzonte complessivo e siano espressione di una sorta
di aria comune che li caratterizza in modo "romantico". Pertanto, o si ha la coerenza di eliminare il
concetto di Romanticismo dal dizionario culturale corrente, considerandolo un'invenzione degli
storici, o si deve per forza ammettere che esprime un fondato riferimento ad alcuni atteggiamenti
che caratterizzano i letterati e i filosofi della prima metà dell'Ottocento.
- L'esaltazione del sentimento da un lato, la celebrazione idealistica e hegeliana della ragione
dialettica dall'altro, non sono due posizioni totalmente contrapposte perché si originano da un
analogo atteggiamento che è tipico della cultura romantica, ossia la polemica contro l'intelletto
illuministico. Tant'è vero che entrambe mirano a risolvere il medesimo problema, ovvero il
ritrovamento di una via per l'Assoluto.
L'autentico problema storiografico del Romanticismo è quello di raccogliere alcuni elementi
ricorrenti nella pluriforme visione del mondo romantica. Dopo aver chiarito il concetto sintetico di
Romanticismo, nasce un altro problema: dove vanno cercati quei tratti che caratterizzano la
filosofia romantica? I tratti in questione devono essere rintracciati sia negli artisti, sia nei filosofi,
che li esprimono gli uni in maniera più spontanea, gli altri in modo più sistematico. Del resto, la
stretta connessione tra poesia e filosofia, è una caratteristica oggettiva del Romanticismo.

2 Gli albori del Romanticismo tedesco: il circolo di Jena


Il Romanticismo tedesco ha come luogo di nascita la città di Jena ed ha come massimi esponenti
Friedrich von Schlegel, teorico della corrente, August Wilhelm von Schlegel, Karoline Michaelis e,
Novalis. Nell'atmosfera intellettuale del circolo di Jena rientra, nonostante sia rimasto
ufficialmente in disparte, il grande poeta Friedrich Holderlin. Nel 1797, nel corso di un'aspra
polemica con Schiller, Friedrich von Schlegel si trasferisce a Berlino, dove fonda la rivista
"Athenaeum" che rappresenta il primo strumento di diffusione delle nuove idee romantiche. Gli
Schlegel stringono rapporti con Fichte da cui subiscono l'influsso filosofico, tanto da attribuirgli la
paternità ideale dello stesso movimento romantico, e con Schelling, il cui pensiero sembra
costituire la più compiuta incarnazione filosofica delle nuove idee. Lo stesso Hegel ha modo di
conoscere le dottrine filosofiche del cenacolo degli Schlegel, che in seguito criticherà aspramente
pur essendo influenzato dal generale clima romantico. Nel 1801 alla morte di Novalis, il gruppo di
Jena si scioglie, ma le sue idee si diffondono in altri centri della Germania.

3 Atteggiamenti caratteristici del Romanticismo tedesco


Spesso si sostiene che i romantici ripudino la ragione, tuttavia questa affermazione non è sempre
vero, infatti per essere più precisi e aderenti al movimento nella sua globalità si dovrebbe dire che i
romantici sono tutti d'accordo nel respingere la ragione illuministica. Il Romanticismo nasce
proprio con il ripudio di quel tipo di ragione della quale l'Illuminismo aveva fatto il proprio
strumento interpretativo del mondo. Già incriminata del "bagno di sangue" della Rivoluzione
francese, la ragione dei philosophes viene anche ritenuta incapace di comprendere la realtà
profonda dell'uomo, dell'universo e di Dio. Di conseguenza, messa da parte la ragione
prevalentemente empiristico-scientifica dell'Illuminismo e del criticismo, che aveva sbarrato le
porte alla metafisica, i romantici cercano altre vie di accesso alla realtà e all'infinito.
L'esaltazione del sentimento: Alcuni, soprattutto poeti e artisti, individuano nel sentimento
l'elemento più funzionale per rapportarsi alla vita e per entrare nell'essenza più riposta
dell'universo. Nel Romanticismo il sentimento finisce per acquistare un valore predominante,
soprattutto in virtù delle idee del movimento culturale tedesco chiamato Sturm und Drang, che per
primo denuncia l'incapacità della ragione, nei limiti imposti da Kant, di attingere la sostanza delle
cose e le realtà superiori e divine. Sebbene il sentimento di cui parlano i romantici sia qualcosa di
più profondo e intellettuale del sentimento comunemente inteso e, sebbene risulti influenzato da
riflessione e da filosofia, esso appare come un'ebbrezza indefinita di emozioni, tant'è vero che
Novalis aveva sostenuto che "Il pensiero è soltanto un sogno del sentimento". Il sentimento appare
talora come l'infinito stesso, o meglio come l'infinito nella forma dell'indefinito. Talvolta, invece,
si configura come il valore supremo, tanto che Holderlin aveva affermato che "Un Dio è l'uomo
quando sogna, un mendicante quando pensa".
Il culto dell'arte: L'arte viene vista come "sapienza del mondo" e "porta aurorale" della
conoscenza, ossia come ciò che precede e completa il discorso logico, giungendo nei posti in cui
questo non può arrivare e configurandosi come ciò da cui nasce e dove ritorna sempre la filosofia.
In tal modo, all'artista e al poeta si conferiscono doti quasi profetiche, che fanno di lui un
"esploratore dell'invisibile": "Soltanto un artista può indovinare il senso della vita" (Novalis).
Il concetto dell'arte come un'intuizione meta-filosofica in grado di attingere le profondità originarie
della vita e di possedere l'infinito trova la sua più nota diffusione in Schelling.
In molti autori il maggior interesse per l'arte comporta anche una supremazia del modello estetico,
poiché l'arte finisce per configurarsi come la principale chiave di lettura della realtà, che viene
infatti interpretata attraverso tutti i caratteri dell'attività artistica, come la creatività, la libertà e
l'organicità. Pertanto, quando Schelling arriva a dire che l'universo è nient'altro che un'immensa
opera d'arte generata da quel "poeta cosmico" che è l'Assoluto, non fa che portare alla sua massima
espressione metafisica un pensiero che circolava fin dall'inizio tra i romantici, i quali scoprono
nell'arte gli stessi attributi di Dio, ossia l'infinità e la creatività.
Ripudiati il principio di imitazione e le regole classicistiche, l'estetica romantica si configura così
come un'estetica della creazione, poiché se all'uomo morale si riconosce la necessità di un limite,
al poeta è attribuita una libertà sconfinata e all'arte una spontaneità assoluta.
Questa valorizzazione dell'arte creativa implica il primato del linguaggio non solo poetico, ma
anche musicale, dato che la musica diviene l'arte romantica per eccellenza, poiché immergendo
l'ascoltatore in un flusso di emozioni e di immagini, gli fa vivere l'esperienza dell'infinito. Per
quanto concerne la musica, Wackenroder è tra i primi a celebrarne i "miracoli". Idee analoghe
troviamo anche in Schopenhauer e Leopardi.
L'arte viene vista anche come un modo per innalzarsi al di sopra del caos e del dolore del mondo.
La celebrazione della fede religiosa: Un'altra esperienza decisiva è la religione, vista come la via
d'accesso privilegiata al reale e come forma di sapere immediato che, trascendendo i limiti della
ragione illuministico-kantiana, riesce a cogliere il Tutto nelle parti, l'Assoluto nel relativo, l'Unità
nel molteplice, ecc. Tuttavia, mentre alcuni romantici, in virtù della loro interpretazione panteistica
dell'infinito, si sono mantenuti nell'ambito di una religiosità meta-confessionale, altri si sono
avvicinati alle religioni positive. Infatti la polemica contro l'astratta ed impersonale divinità
dell'Illuminismo, unita al rifiuto di identificare l'uomo con Dio, ha condotto alcuni romantici non
solo ad accentuare la religiosità delle proprie teorie, ma anche a riavvicinarsi alle fedi storico-
tradizionali, dando luogo ad una serie di conversioni.
L'affermazione della ragione dialettica: Alcuni filosofi, pur condividendo le critiche all'intelletto
illuministico, ritengono che solo un rinnovato esercizio della ragione abbia la possibilità di fornire
quelle spiegazioni dell'essere e dell'assoluto. Tale è il caso di Hegel, il quale finisce per prendere
una drastica posizione polemica contro le filosofie del sentimento e della fede, affermando che
solo mediante la logica e la ragione risulta possibile un discorso fondato sull'infinito.
Rifacendosi alla distinzione kantiana tra intelletto e ragione, Hegel tende ad addossare al primo
tutti i difetti che i romantici avevano attribuito alla scienza analitico-empiristica dell'Illuminismo e,
ad assegnare alla seconda, intesa in maniera dialettica tutte le caratteristiche che i poeti avevano
assegnato all'arte o alla fede, ossia la virtù di trascendere la superficie del reale e di coglierne le
strutture profonde, l'idoneità a percepire l'infinito e l'assoluto e, la capacità di pensare in modo
sintetico e organico, ossia di spiegare le singole parti in relazione al tutto.

4 Il senso dell'infinito
Contrariamente a Kant, che aveva strutturato una filosofia basata sul finito, u romantici cercano
ovunque, dal campo dell'arte a quello dell'amore, di trascendere il limite. Pertanto l'anti-
classicismo dei romantici costituisce una tendenza generale della loro sensibilità e del loro spirito,
mentre l'infinito diviene il protagonista dell'universo culturale romantico. Pur essendo tutti
d'accordo nell'assegnare all'infinito un ruolo primario, i romantici si differenziano per il modo di
intenderlo e di concepirne i rapporti con il finito.
- Il modello più caratteristico è quello panteistico, dove, il sentimento di immedesimazione tra
infinito e finito è così forte da far sì che i romantici tendano a concepire il finito come la
realizzazione vivente dell'infinito, sia inteso nel senso di un panteismo naturalistico, sia visto come
un panteismo idealistico. In ogni caso, il panteismo si accompagna ad una religiosità cosmica.
- Mentre, secondo un'altra interpretazione, l'infinito viene in qualche modo a distinguersi dal finito,
pur manifestandosi in esso. In questo caso il finito non appare più come la realtà stessa
dell'infinito, ma come la sua parziale manifestazione. Questo modello è una forma di
trascendentismo e teismo, che ammette la trascendenza dell'infinito rispetto al finito e considera
l'infinito stesso come un Dio che va oltre le sue manifestazioni mondane. Infine, bisogna tener
presente che il trascendentismo si accompagna spesso a qualche religione storica.

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