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I plasmidi sono piccoli cromosomi mobili

Molti batteri ospitano molecole di DNA più piccole rispetto al cromosoma che sono dette plasmidi.
Essi sono molecole circolare di DNA a doppia elica separate dal cromosoma principale.
Contengono circa 10-12 geni, hanno una propria origine di replicazione che ne consente la
duplicazione sincrona con quella del cromosoma, in modo da essere ereditati dalle cellule figlie e i
geni portati dai plasmidi possono essere distinti in tre categorie principali:
1) Operoni metabolici specializzati: hanno la capacità di metabolizzare composti organici
complessi;
2) Geni per la resistenza agli antibiotici: sviluppati dai batteri per difendersi da altri
organismi. Sono fondamentali per la salute umana. Vengono portati dai plasmidi R.
3) Geni per la coniugazione: si trovano nei plasmidi F e codificano per proteine in grado di
avanzare il trasferimento di geni tra cellule batteriche.
I geni si trasferiscono da una cellula all’altra in tre modi diversi:
- Coniugazione: sappiamo che i batteri si riproducono per scissione binaria. Si hanno due
cellule figlie identiche alla cellula progenitrice (non sempre): in tal caso sono cloni. I batteri
col passare del tempo, però, si sono differenziati in migliaia di specie diverse. Come fanno,
quindi, a rimescolare i loro geni? Nel caso della coniugazione, simile ad una riproduzione
sessuata, tra i due batteri si ha un canale filamentoso proteico detto pilo sessuale, che
collega i citoplasmi. Si ha, quindi, l’unione di un batterio donatore (F+) e uno ricevente
(F-).
Una copia del plasmide F fluisce attraverso il pilo sessuale dal donatore al ricevente. Ergo,
si può presentare, il plasmide F, nei ceppi F+ ma anche integrato nel cromosoma batterico.
In tal caso, si può avere anche il trasferimento di geni batterici che fiancheggiano il
plasmide; il frammento di DNA può scambiare materiale generico con il cromosoma del
batterio ricevente mediante ricombinazione omologa. Così abbiamo lo scambio di geni tra
due batteri di una medesima specie.

- Trasduzione: si può avere il trasferimento di DNA batterico anche quando il batterio viene
infettato da un batteriofago. Tale processo di trasferimento mediato da batteriofagi prende il
nome di trasduzione. Il DNA batterico viene distrutto tramite enzimi dal batteriofago, in
modo tale da prendere i nucleotidi necessari per la sintesi del proprio DNA. I virioni nuovi,
durante le fasi iniziale di infezione, vengono riempiti con il DNA del virus ma il processo non
è preciso: a volte all’interno delle particelle virali finisce anche un pezzo di DNA
batterico. Così il virus formato infetterà un’altra cellula, trasferendo così sia il proprio DNA
che quello batterico acquisito dalla cellula precedente, il quale potrà ricombinarsi con il
cromosoma batterico che riceve. Dato che tale processo è casuale, si parla di trasduzione
generalizzata.

Parliamo invece di trasduzione specializzata quando nel ciclo lisogeno il DNA virale si
intromette come profago all’interno del cromosoma batterico. Quando poi si passa ad un
nuovo ciclo litico, esso viene escisso dal cromosoma e si ha la duplicazione virale. Anche
qui non abbiamo precisione, e infatti capita che il profago rimane attaccato a sequenze di
DNA cromosomico adiacenti. Così succede che verranno duplicate insieme al DNA virale e
lasciate all’interno dei nuovi virioni. In tal modo, infettata un’altra cellula, si trasferisce al suo
interno sia il DNA virale che quello batterico. Poiché i batteriofagi (molti) hanno il DNA
integrato in punti precisi del cromosoma, tenderanno a portare sempre lo stesso frammento
di DNA, ed è per questo che la chiamiamo specializzata.

- Trasformazione: si ha l’acquisizione di DNA libero nell’ambiente. Quando le cellule di un


batterio muoiono, il loro DNA fuoriesce e rimane sparso. Il DNA trasformante, entrato nella
cellula ospite, ha il cromosoma che incorpora i nuovi geni con un processo simile alla
ricombinazione eucariote.

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