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Bonaffini Manuela 14022729

De Leo Elisabetta 14023027


Farchica Naomi Pia 14023063
Fiammetta Eliana 14022864
Guarrera Simona 14022687
Ingrasciotta Silvia 14022802
Massa Claudia 14022696
Meli Mariarita 14022679
Pistone Letizia 14022772
Polizzi Maria Dafne 14022937
Sutera Samanta 14022984
«La musica è un’attività che l’uomo organizza
intorno ai suoni […]. Si presenta come una tra le
tante possibili tecniche comunicative che
permette di esprimere se stessi attraverso nuovi
codici linguistici».
Alessandro Bertirotti
L’attività si articola in 12 esercizi di complessità via via maggiore;
il traguardo finale sarà quello di entrare in relazione con la
musica e gli strumenti musicali realizzando una colonna sonora
inedita per un video.

Il primo approccio alla


musica avviene attraverso
il proprio CORPO, perché è
uno degli strumenti più
naturali ed immediati di
cui l’uomo dispone per
produrre suoni musicali e
sequenze ritmiche.
Il linguaggio del corpo è
fondamentale: occorre
assumere un
atteggiamento teatrale,
la POSTURA aperta verso
l’altro deve essere
coinvolgente.

La VOCE deve rendere il


ritornello chiaro e allegro
e il CONTATTO VISIVO,
anche quando questa
manca, deve
contraddistinguere i 12
esercizi.
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore col flack»

I componenti del gruppo, disponendosi


a cerchio, cantano il ritornello e battono
le mani per scandire il ritmo. Per
coordinarsi è fondamentale stabilire un
contatto visivo con l’intero gruppo.
Lo scopo di questo primo esercizio
è quello di favorire
l’autorganizzazione: l’insegnante
fornirà informazioni lacunose, così
da mettere a prova l’autonomia di
giudizio di ogni discente tramite la
strategia del problem solving.
Occorre che l’insegnante si inspiri alla «Metafora del tracciato»

non offrire binari


prestabiliti, ma delle
indicazioni generali che
lascino al discente la
In quest’aggregazione, non ci sono libertà di percorrerli.
leader, ma ognuno è protagonista
e responsabile della buona riuscita
dell’attività.
Maria
Montessori
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore col flack»

L’esercizio due consta di tre momenti:

Cantare il ritornello Creare delle coppie e, a Si ritorna a cantare il


tutti insieme, in catena, ciascuna coppia ritornello tutti
questo modo canterà il ritornello per insieme con un tono
ciascuno acquisirà la due volte battendo mani di voce adeguato,
corretta intonazione e e piedi basso come un coro.
si coordinerà con il
ritmo. Questo primo Importanza del
momento serve contatto visivo,
soprattutto per postura e
«rompere il ghiaccio» «presenza
scenica»
Questo esercizio è importante perché oltre a continuare a stimolare
la dote innata del ritmo, educa i discenti a saper lavorare come
gruppo. Esso infatti prevede:

Interdipendenza positiva
Responsabilità individuale e di gruppo
Abilità di coordinazione e dialogo attraverso il linguaggio
del corpo
Valutazione di gruppo
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick (prima battuta) e se
non muore col flack (seconda battuta)»

Si nomina un “direttore” che si posiziona di fronte ai partecipanti.


Il direttore canta la prima battuta del ritornello (“Ammazza la
vecchia con il flick…..”) e batte, allo stesso tempo, mani e piedi.
Con lo sguardo individua un membro del gruppo che dovrà
eseguire la seconda battuta (“…e se non muore con il flack”).
Quest’ultimo batte anche mani e piedi; il direttore, mentre riceve
la risposta , continua a battere le mani.
Promuovere l’attenzione dei
partecipanti, sensibilizzando la
capacità di ascolto.

Rosa Agazzi, alla fine del XIX


secolo, aveva individuato
l’aspetto socializzante della
musica; socializzazione intesa
come ascolto e reciprocità.
Occorre dunque evidenziare che la difficoltà di
questo esercizio consiste nella capacità di
individuare, solo con lo sguardo, chi darà la
risposta; chi risponde, d’altro canto, dovrà fare
attenzione a questo segnale.
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick (prima battuta) e se non
muore col flack (seconda battuta)»

Chi dirige canta la prima battuta «Ammazza la vecchia col flick» e


chi risponde continua con la seconda battuta ripetendo anche la
prima «…e se non muore col flack. Ammazza la vecchia col flick»
Chi dirige risponderà infine con la seconda battuta «…e se non
muore col flack».
Per l’intero esercizio, chi dirige e chi risponde, utilizzerà voce,
mani e piedi.
L’inversione dei ruoli tra chi dirige e chi risponde fa sì
che non ci siano dei leader, ma ciascuno si fa carico
della coordinazione e dell’esecuzione del ritornello. Il
suono e la musica generano un senso di unità e
cooperazione, questo fa sì che non si avverta il peso
della competizione.
Ezio
Bosso
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick (prima battuta) e se
non muore col flack (seconda battuta)»

Chi dirige canta la prima battuta, utilizzando mani, piedi


e voce, e dovrà indicare con lo sguardo chi dovrà
rispondere. Vi è inoltre la figura dell’assistente, che si
posiziona accanto a chi dirige e darà dei «comandi
vocali» durante la prima battuta a chi dovrà rispondere.
Infine chi risponderà cantando la seconda battuta dovrà
ripetere anche la prima e chi prima dirigeva ripeterà la
seconda battuta
Mani, piedi,
voce, solo
mani, solo piedi
e così via con le
varie
combinazioni
Ciascun individuo ha il proprio modo di percepire e
riprodurre il ritmo con dei movimenti più o meno
coordinati. L’educazione ritmica rientra nei programmi
dell’educazione musicale.

Emerge l’importanza, fin dalla scuola


elementare, di un’educazione ritmica
che utilizzi in modo ampio i ritmi di
movimento ricavati dai gesti semplici
come il battere le mani, ai più complessi
come che riguardano la coordinazione
delle diverse parti del corpo.
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick (prima battuta) e se
non muore col flack (seconda battuta)»

Tre ragazzi scelti dal gruppo si posizioneranno di fronte ai propri


compagni. I ragazzi disposti di fronte al gruppo partendo da
sinistra verso destra, rispettando il proprio turno, cantano la prima
battuta del ritornello per tre volte utilizzando mani piedi e voce.
Con lo sguardo indicheranno il compagno che dovrà rispondere,
possono guardare da 1 a 3 persone. Questi ultimi potranno
rispondere per tre volte cantando la seconda battuta del
ritornello, ognuno in modo differente (mani, voce o piedi).
L’obiettivo di questo esercizio è sperimentare
l’improvvisazione di gruppo, favorendo l’espressività
spontanea, la comunicazione e l’integrazione
all’interno di un gruppo. Il bambino può scegliere
liberamente come esprimersi, in questo modo lo si
responsabilizza. Il bambino comprende l’importanza
del proprio contributo all’interno del gruppo per la
riuscita del prodotto finale.
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore col flack»

I partecipanti all’esercizio, invitati da chi dirige, dovranno


individuare degli oggetti nell’ambiente di riferimento e
utilizzarli in termini più creativi (porte, finestre ecc.): ogni
componente cercherà un oggetto che funga da strumento
musicale riproponendo il ritmo presentato precedentemente
da chi dirige accompagnandolo con la voce. In tutto verranno
eseguite 5 battute complete.
Questo esercizio vuole farci distaccare dall’idea di considerare
come strumenti musicali solo quelli prefabbricati (pianoforte,
chitarra, percussioni). L’obiettivo è quello di vedere anche in
comuni oggetti la possibilità di creare suoni, a partire anche dal
corpo.

Ossia la capacità cognitiva di


creare e inventare qualcosa che
spesso vada oltre i tradizionali
schemi quotidiani a cui siamo
abituati.
«Tutto l’ambiente che ci circonda è
musica e questo ambiente
aspetta solamente di essere
esplorato, toccato
con mano e ascoltato.
Nel nostro tempo e nell’ambiente
civile della nostra
società, i bambini vivono
molto lontani dalla natura
ed hanno poche
occasioni di entrare in intimo
contatto con l’ambiente o
di averne diretta esperienza.»

Maria
Montessori
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore col
flack»
I partecipanti dovranno trovare, nell’ambiente in cui si
trovano, degli oggetti il cui suono risulta cupo e degli oggetti
il cui suono risulta allegro. Fatto ciò si divideranno in due
gruppi: chi con l’oggetto riprodurrà un suono allegro e chi uno
cupo. Questi oggetti diventeranno gli strumenti che
intoneranno il ritornello. I due gruppi suoneranno il ritornello
solo con l” ausilio degli strumenti, coadiuvati da chi dirige che
deciderà come si alterneranno come una vera e propria
orchestra.
Obiettivo principale è la discriminazione e la
classificazione dei suoni che ci sono nell’ambiente
circostante che il bambino impara a vedere come
uno strumento musicale, come un produttore di
suoni. Vi è un primo approccio attivo con lo
studente e un materiale musicale
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore col flack»

L’esercizio si svolge attraverso l’uso degli strumenti musicali.


Occorre trovare i suoni allegri e i suoni cupi. L’insegnante indica ai
partecipanti quando cantare il ritornello. Ogni partecipante ha
modo di suonare lo strumento e cantare il ritornello
singolarmente o in gruppo. Possono suonare insieme o solo i
bambini che devono eseguire i suoni allegri o solo quelli dei suoni
cupi, oppure fare degli abbinamenti cupo-allegro.
Una variante del gioco può essere quella di far indicare a
ciascun bambino gli strumenti che dovranno suonare gli
altri partecipanti del gioco. Lo scopo in questo caso è di
renderlo protagonista e fargli assumere un ruolo da regista,
al posto dell’insegnante. Quando ci si approccia ad uno
strumento musicale occorre trovare dei possibili modi
alternativi di suonare quest’ultimo al fine di individuare un
effetto acustico che abbia la caratteristica che si sta
ricercando (cupa o allegra).
Ad esempio si può suonare la chitarra come fosse un
tamburello battendo il tempo sul legno.
RITORNELLO: «Ammazza la vecchia col flick e se non muore
col flack»

Verranno formati due gruppi, i quali dovranno riprodurre il


ritmo di “Ammazza la vecchia col flick e se non muore col
flack” utilizzando gli strumenti musicali. L’esercizio verrà svolto
due volte per ogni componente del gruppo utilizzando degli
strumenti differenti in grado di riprodurre suoni gravi (cupi) e
acuti (allegri).
L’obiettivo di questo esercizio è il learning by doing

Il movimento attivista statunitense nei


primi decenni del 900 muove i suoi primi
passi elaborando piani e progetti tesi a Promosso da
rispondere ai bisogni formativi nel singolo Dewey
individuo inserito in una rete di relazioni
sociali, motivandolo ad apprendere
attraverso attività pratiche, in questo modo
sperimenta procedure e strumenti
educativi alternativi.
Michel
Chion
Rappresentazione musicale improvvisata di un’immagine silenziosa

L’esercizio consiste nella messa a disposizione dei


partecipanti alcuni strumenti musicali. Verrà
successivamente proiettata un’immagine e verrà chiesto
allo studente di utilizzare uno strumento musicale e
comporre dei suoni che verranno fuori da ciò che
l’immagine suscita.
Con l’aggettivo «silenzioso»
distingue quell’insieme costituito
da un insieme di immagine
connotate da un’assenza della
dimensione sonora.

Rappresentazione che apparve per la prima


volta nel mondo del cinema nel 1926
Leopold
Stokowski
Video e colonna sonora con l’utilizzo di strumenti musicali.

Il gruppo avrà la possibilità di scegliere un video che “suggerisca”


dei suoni e dei ritmi facilmente evincibili. Il video verrà visionato
senza il sonoro affinchè non influenzi il ritmo, in quanto saranno i
movimenti presenti all’interno del video ad originarlo. La
creatività e la socializzazione con il gruppo saranno due dei nuclei
fondanti che permetteranno la realizzazione della colonna sonora.
Chion L’immagine deve contenere alcuni
«elementi di struttura, di concordanza, di
simpatia» attiva con il flusso sonoro
attuando una vera e propria sincresi

Incontro tra
momento sonoro e
momento visivo

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