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COMPORTAMENTO DI PALI A VITE DI PICCOLO DIAMETRO SOGGETTI

A CARICHI ORIZZONTALI

Alex Sanzeni
Università degli Studi di Brescia, DICATAM
alex.sanzeni@unibs.it
Francesco Colleselli
Università degli Studi di Brescia, DICATAM
francesco.colleselli@unibs.it

Sommario
I pali a vite di piccolo diametro offrono una soluzione tecnica efficiente ed economica per la costruzione di
strutture di vario tipo nel campo dell’edilizia e delle opere stradali, grazie alla rapidità ed economicità di
installazione. Tra le applicazioni più ricorrenti vi sono barriere fonoassorbenti, guard rails, illuminazione
stradale, impianti fotovoltaici. I pali sono costituiti da elementi tubolari di acciaio zincato, equipaggiati con una o
più eliche in corrispondenza della punta, allo scopo di favorirne l’installazione, hanno generalmente lunghezza
compresa tra 1,5 m e 5,0 m e diametro compreso tra 76 mm e 406 mm. In alcuni casi, specialmente quando i
carichi assiali sono modesti se confrontati con i carichi trasversali, il palo può essere realizzato assemblando
elementi tubolari di diverso diametro allo scopo di migliorare la resistenza ai carichi trasversali e al contempo,
facilitare l’installazione.
La presente memoria affronta il tema del comportamento dei suddetti pali soggetti all’applicazione di carichi
orizzontali e illustra il confronto tra i risultati di alcune prove sperimentali e la simulazione delle stesse mediante
un codice di calcolo che implementa il metodo alle differenze finite.

1. Comportamento di pali a vite soggetti a carichi assiali e trasversali


In letteratura sono disponibili numerosi studi di carattere sperimentale e teorico riguardo alla risposta
di pali (o ancoraggi) a vite sottoposti a carichi assiali di compressione e trazione (Das, 1978, 1980;
Narasimha et al., 1991, Merifield, 2011; Simoni, 2012); la stima del carico limite assiale può essere
condotta formulando alcune ipotesi circa il probabile meccanismo di rottura, in funzione del rapporto
"diametro delle eliche/distanza tra le eliche" lungo il fusto, e del rapporto "diametro dell'elica/distanza
dell'elica dal piano campagna" (per ancoraggi o pali soggetti a carichi assiali di trazione). Per quanto
riguarda invece il comportamento di pali a vite soggetti a carichi trasversali, vi sono solo alcuni studi
che tentano di quantificare l'effetto delle eliche sulla resistenza del palo (Prasad e Rao, 1996; Sakr,
2009; Seider e Chisholm, 2012). Va tuttavia sottolineato che, concordemente con quanto riportato da
Sakr (2009), se le eliche sono posizionate in corrispondenza della punta del palo allo scopo di
favorirne l'infissione nel terreno, il contributo di questi elementi alla portata laterale non può che
essere ritenuto poco significativo.
Tra i metodi più diffusi per la stima del carico limite di pali soggetti a carichi orizzontali (trasversali),
la teoria di Broms (1965) ipotizza il terreno e il palo come mezzi con comportamento perfettamente
plastico, palo con diametro costante lungo il fusto e terreno di fondazione omogeneo. Tale metodo non
consente di descrivere la risposta del sistema palo-terreno prima della rottura e inoltre non è
applicabile a casi di terreno stratificato o palo con sezione variabile. D'altro canto, lo studio del
comportamento dei pali sollecitati da carichi orizzontali è un classico problema di interazione terreno-
struttura. Il metodo più diffuso per lo studio del comportamento di un palo caricato lateralmente,
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nell'ipotesi di comportamento non lineare del terreno, è il cosiddetto metodo "p-y" (p = pressione, y =
spostamento), sviluppato da Reese e collaboratori tra il 1960 e il 1980, che perviene a una soluzione
alle differenze finite dell'equazione generale della linea elastica.

2. Pali a vite in acciaio zincato


È stata condotta una indagine sperimentale sul comportamento di pali a vite soggetti a carichi assiali e
trasversali. La presente nota riporta le considerazioni svolte riguardo al comportamento dei pali
sottoposti ai soli carichi trasversali e, per brevità, si discute l’esito di tre prove di carico in vera
grandezza eseguite in due siti di prova ubicati in provincia di Verona. I tre pali sono riconducibili a
due modelli, nel seguito denominati “lux” e “cargo”. I modelli “lux” sono stati ideati per
l’installazione di impianti di illuminazione stradale, sono costituiti da un “box” cilindrico (nel quale è
prevista l’installazione dell’elemento di illuminazione), collegato mediante raccordo troncoconico a un
spezzone di tubolare, all’estremità opposta del quale sono saldate una o più eliche per consentire
l’infissione del palo per rotazione e spinta. Tale prototipo di palo è stato testato in due taglie di
lunghezza 1,3 e 1,8 m, diametro del box di 219 mm e 406 mm, e lunghezza del box di 500 e 800 mm
rispettivamente. Il prototipo di palo “cargo”, ideato come elemento di fondazione di strutture leggere e
di barriere fonoassorbenti, è costituito da due porzioni: quella superiore (lunghezza 1500 mm) è
realizzata con un elemento tubolare con diametro di 219 mm; quella inferiore (lunghezza 850 mm) è
realizzata con un tubolare di diametro 76 mm; i due elementi sono uniti da un raccordo troncoconico
di lunghezza 500 mm (Fig. 1).

3. Prove sperimentali e analisi numeriche


Le prove di carico sui pali precedentemente descritti sono state eseguite in due campi prova in
provincia di Verona: Gazzo Veronese e Bovolone. Nel campo prova di Gazzo Veronese il terreno di
fondazione è costituito da uno strato superficiale prevalentemente argilloso con spessore di circa
0,6÷0,8 m e resistenza non drenata cu pari a circa 70 kPa; successivamente sono presenti terreni
prevalentemente sabbiosi mediamente addensati, con angolo di resistenza al taglio pari a circa 36°. La
falda è stata individuata a circa 1,6÷1,8 m da p.c. Nel sito di Bovolone la prova di carico illustrata in
questa nota è stata eseguita in un cumolo di sabbia da sciolta a mediamente addensata posto sopra il
piano campagna e di altezza pari a 3,5 m, sabbia caratterizzata da un angolo di resistenza al taglio di
circa 31÷33°.
L’installazione dei pali tipo “lux”, presso il sito di Gazzo Veronese, è avvenuta in accordo con la
seguente procedura: i) esecuzione di uno scavo di sbancamento con benna fino a circa 0,6 m di
profondità da p.c.; ii) infissione del palo con avvitatore; iii) riempimento e dello spazio tra palo e
scavo con il terreno di sbancamento. Diversamente, l’installazione del palo tipo “cargo”, presso il sito
di Bovolone, è avvenuta per rotazione dopo aver eseguito un preforo con trivella con medesimo
diametro del palo. Le prove di carico sono state eseguite per incrementi di carico successivi, suddivisi
in due cicli; la misura degli spostamenti è stata condotta utilizzando un calibro per la misura dello
spostamento orizzontale (“deflection”) della sommità del palo.
Le simulazioni numeriche delle prove di carico sono state condotte con il programma di calcolo
LPILE prodotto dalla società Ensoft Inc. (Austin, Texas) che implementa il metodo delle curve “p-y”
risolvendo le equazioni di interazione palo-terreno alle differenze finite. Il programma di calcolo
consente di descrivere compiutamente le caratteristiche geometriche e strutturali del palo, la
stratigrafia e le proprietà meccaniche dei terreni di fondazione, e dispone di diverse leggi costitutive
che permettono di generare le curve p-y per ciascuna unità geotecnica. Il programma consente di
simulare una prova di carico applicando progressivamente varie combinazione di carichi (solo carico
monotono crescente) e di ottenere l’andamento della deformata del palo, delle sollecitazioni di
momento e taglio e della pressione del terreno lungo il fusto in funzione del carico applicato. Inoltre, il

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programma è in grado di eseguire un’analisi tipo “pushover” che consente di definire il carico limite
del sistema palo-terreno.

a) b) c)

d) “lux”
Modello “Atlantech Lux Medium”
Spessore Spessore Spessore
L D box raccordo corpo vite P
[mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm]
1805 406 805 4 160 3 76,1 900 4 150 60

Modello “Atlantech Lux Short”


1305 219 505 3 130 3 60,3 720 3 120 60

e) “cargo”
Modello “Cargo Ecobuilding EB 219X3000 con flangia a cappello”
L [mm] 3000
[mm] 1500
D [mm] 219,1
Spessore tubo vite superiore [mm] 4
[mm] 500
Spessore raccordo [mm] 4
[mm] 850
[mm] 76,1
Spessore tubo vite inferiore [mm] 4
[mm] 200
[mm] 150
P [mm] 50

Fig. 1. Prototipi di palo: a) e b) palo tipo “lux”; c) palo tipo “cargo”; d), e) caratteristiche geometriche pali

Nelle seguenti Figure 2, 3 e 4 si illustrano il confronto tra prove sperimentali e simulazioni numeriche
in termini di spostamento della testa del palo e il risultato dell’analisi pushover per la stima del carico
limite del sistema palo-terreno a confronto con la stima del carico limite ottenuta applicando, con
opportune considerazioni semplificative, la teoria di Broms.

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14 prova in sito, primo ciclo di carico


prova in sito, secondo ciclo di carico
12
LPILE, parametri geotecnici del terreno indisturbato
10 LPILE, parametri geotecnici ridotti
Carico [kN]

0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Spostamenti laterali testa del palo [mm]
a)

b)
Fig. 2. Paolo tipo “lux medium”: a) confronto tra risultati prova di carico e simulazioni numeriche; b) confronto tra risultati
analisi pushover e stima carico limite mediante la teoria di Broms

14
prova in sito, primo ciclo di carico
prova in sito, secondo ciclo di carico
12
LPILE, parametri geotecnici del terreno indisturbato
LPILE, parametri geotecnici ridotti
10
Carico [kN]

0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Spostamenti laterali testa del palo [mm]
a)

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b)
Fig. 3. Palo tipo “lux short”: a) confronto tra risultati prova di carico e simulazioni numeriche; b) confronto tra risultati
analisi pushover e stima carico limite mediante la teoria di Broms

35
prova in sito, primo ciclo di carico
prova in sito, secondo ciclo di carico
30
LPILE
25
Carico [KN]

20

15

10

0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Spostamenti laterali testa del palo [mm]
a)

b)
Fig. 4. Palo tipo “cargo”: a) confronto tra risultati prova di carico e simulazioni numeriche; b) confronto tra risultato
analisi pushover e stima carico limite mediante la teoria di Broms

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Nel caso dei prototipi di palo tipo “lux”, installati presso il sito di Gazzo Veronese, le simulazioni
numeriche condotte utilizzando i parametri geotecnici del terreno indisturbato hanno condotto a una
significativa sovrastima della rigidezza del sistema palo-terreno rispetto a quanto osservato durante le
prove di carico e, al contempo, a una sovrastima del valore di carico limite. Per simulare correttamente
l’esito delle prove sperimentali è stato necessario ridurre in modo significativo (circa il 70%) i
parametri geotecnici dello strato di terreno coesivo superficiale (tra p.c. e 0,6÷0,8 m) per tenere conto
del disturbo provocato dallo scavo di sbancamento precedente l’installazione del palo. Nel caso del
prototipo tipo “cargo, infisso in un cumulo di sabbia presso il sito di Bovolone, è stato possibile
simulare l’esito della prova di carico senza alterare i parametri geotecnici, consistentemente con una
più accorta procedura di installazione (preforo con trivella del medesimo diametro del palo). In tutte le
prove esaminate, il comportamento dei pali è risultato del tipo “flessibile”, ossia la rottura del sistema
palo-terreno si manifesta con l’insorgere di una cerniera plastica lungo il palo, tipicamente nella
porzione di fusto realizzata con l’elemento di tubolare di diametro minore (76 mm). In tutti i casi
esaminati, la stima del carico limite condotta applicando la teoria di Broms, pur introducendo alcune
considerazioni semplificative riguardo al comportamento “flessibile” del palo, al valore del momento
plastico resistente e alla resistenza del terreno, ha condotto a una significativa sottostima del carico
limite del sistema palo-terreno.
In ultima analisi le simulazioni numeriche si sono dimostrate un valido strumento per comprendere il
comportamento dei prototipi e l’importanza della fase di installazione e per suggerire utili spunti per il
miglioramento dei prodotti.

Ringraziamenti
Gli autori ringraziano: la ditta Ecobuilding srl per aver supportato lo studio e aver fornito i risultati
delle prove per la caratterizzazione geotecnica dei siti di prova e i risultati delle prove di carico; l’Ing.
Paolo Crescini (VR) per la collaborazione durante le fasi iniziali dello studio, il Dott. Diego Panizza
per lo svolgimento delle analisi numeriche.

Bibliografia
Broms B.B. (1965). “Design of laterally loaded piles”. Proc. ASCE, Journ. Soil Mech. Found. Div., Vol. 91,
SMM, 79-99.
Das B.M. (1980). “A procedure for estimation of ultimate capacity of foundation in clay”, Soils and
Foundations, Vol. 20, no. 1, 77-82.
Merifield R.S (2011). “Ultimate uplift capacity of multiplate helical type anchors in clay”, Journal of
Geotechnical and Geoenvironmental Engineering, ASCE, Vol. 137, 704-716.
Narasimha Rao S., Prasad Y.V.S.N., Shetty M.D. (1991). The Behavior of Model Screw Piles in Cohesive Soils.
Soils and Foundations, Vol. 31, no. 2, 35-50.
Prasad Y.V.S.N., Rao S. (1996). “Lateral capacity of helical piles in clay”, Journal of Geotechnical and
Geoenvironmental Engineering, ASCE, Vol. 122, 938-941.
Sakr M. (2009). “Performance of helical piles in oil sand”, Canadian Geotechnical Journal, Vol. 46, 1046-1061.
Seider G., Chisholm J. (2012). “Lateral capacity of helical piles – actual vs. theoretical foundations for solar
power plants”. GeoCongress 2012, Oakland, California, 315-325.
Simoni G. (2012). “Resistenza a sfilamento di ancoraggi multipli e ad elica in terreni coesivi in condizioni non
drenate”. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2012- IARG 2012, Padova, 2-4 luglio 2012.

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