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Tanto gentile e tanto onesta


pare
Parafrasi e analisi del sonetto
(Vita nuova)

Dante Alighieri
· Pubblicato 1 Ottobre 2021 ·

Home > Testi > Dante: "Tanto gentile e tanto onesta


pare"

Particolare dipinto Dante e Beatrice in giardino di Cesare


Saccaggi
Fonte Wikimedia

Sintesi
Titolo: Tanto gentile e tanto onesta pare
Autore: Dante Alighieri
Raccolta: Vita nuova
Tematica: Lode di Beatrice
Soggetto: La donna e il saluto della donna
Genere: Sonetto
Anno: XIII sec.

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Lode a Beatrice
Tanto e tanto onesta pare sonetto che fa parte
della raccolta Vita nuova, prosimetro, ovvero
insieme di testi in prosa e testi in rima, dedicati
all’amore per Beatrice.
Beatrice è la donna-angelo della poesia dello
stilnovo, creatura sublime di grande nobiltà
d’animo e modestia, il tramite per elevarsi a Dio.

TESTO:
[1] Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

PARAFRASI:
[1] La mia donna (donna mia - la signora, la
padrona del mio cuore – latinismo da domina) si
mostra (pare) tanto (tanto…tanto - anafora)
nobile (gentile - nobile d’animo) e onesta
(onesta – latinismo – integra e pura), quando
saluta la gente (altrui - impersonale), tanto che
tutti fanno silenzio (ogne lingua deven
tremando muta - metafora) e gli occhi non
osano (ardiscon) guardarla.

TESTO:
[5] Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

PARAFRASI:
[5] Ella procede (si va), sentendosi lodare
(laudare - latinismo), umile (d’umiltà vestuta -
metafora) e benevolente (benignamente -
latinismo), e pare sia una creatura scesa dal cielo
(cosa venuta da cielo - cioè creata da Dio) sulla
terra per mostrare la potenza divina (miracol
mostrare - similitudine).

TESTO:
[9] Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la può chi no la prova;

PARAFRASI:
[9] Si mostra (mostrasi) talmente bella (sì
piacente) a chi la guarda (la mira - latinismo),
che infonde tramite gli occhi (per li occhi – topos
ricorrente nel dolce stilnovo) una dolcezza al cuore
che può capire solo chi la sperimenta direttamente
(che ‘ntender non la può chi no la prova)

TESTO:
[12] e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

PARAFRASI:
[12] e sembra che dal suo viso (labbia –
latinismo - sineddoche) emani (si mova -
latinismo) un soave sentimento (spirito -
personificazione) pieno d’amore che dice (va
dicendo - perifrasi) all’anima: Sospira.

Riassunto
Prima strofa (vv.1-4) – Il saluto della donna:
Quando Beatrice appare e saluta, tutti gli
uomini rimangono talmente colpiti che non
sono più in grado di parlare e di guardarla
negli occhi.

Seconda strofa (vv.5-8) – Il miracolo della


donna:
La donna cammina con umiltà e sembra una
creatura venuta dal cielo, una creatura
miracolosa.

Terza strofa (vv.9-11) – La bellezza della


donna:
La donna è così bella che trasmette una
grande dolcezza al cuore di chi la ammira e
solo chi la prova direttamente può
comprendere.

Quarta strofa (vv.12-14) – Il sospiro:


Sembra che dal volto della donna uno
spirito dolce e pieno d’amore dica all’anima:
Sospira.

Tematiche della poesia


Le tematiche che emergono dal sonetto sono:
La lode di Beatrice, creatura la cui natura
simile ad un angelo la rende un tramite
divino;
Il saluto di Beatrice e il suo effetto
benefico che porta salvezza a chi la guarda.

Analisi del testo della poesia


In questo sonetto, una delle più intense e alte
espressioni della lode di scuola stilnovista, il
passaggio per la via rappresenta un momento
beatifico e Beatrice è una creatura celestiale di
alte qualità morali e ineffabile dolcezza.
Manca del tutto ogni accenno alle sue qualità
fisiche, infatti al centro del componimento vi è la
descrizione delle caratteristiche interiori
della donna e la raffigurazione dei fenomeni da
ella causati.
Nel primo verso Dante presenta Beatrice come una
donna gentile e onesta, questi due aggettivi hanno
in poesia un significato diverso da quello del
linguaggio odierno:
Gentile significa di carattere nobile,
elevato. Si riferisce all’aspetto interiore:
virtù morali ;
Onesta significa dal comportamento
dignitoso e rispettoso. Si riferisce
all’aspetto esteriore: gesti e portamento.

Dante mira quindi a descrivere non tanto la


bellezza fisica di Beatrice quanto la bellezza della
sua anima perché Beatrice non è semplicemente
una donna bella ma è soprattutto una creatura
che avvicina l’uomo a Dio, un angelo. Andando
oltre l’apparenza ella è simbolo della divinità.
Per questo suo essere celestiale il suo saluto ha il
compito di trasmettere il messaggio di salvezza
inviato da Dio a coloro che sono in grado di
coglierlo.
Per conferire alla lode un carattere di oggettività
e verità Dante ricorre all’uso di vari indefiniti:
altrui, v.2;
ogne lingua, v.3;
li occhi, v.4;
chi, vv.9 e 11;
al core, v.10;
a l’anima, v.14.

L’unico riferimento soggettivo, alla persona del


poeta, è dato dal possessivo mia del verso 2.

Parole chiave
Numerose le parole chiave del sonetto:
pare / mostrare / mostrasi: termini
relativi alla apparizione quasi divina,
miracolosa, di Beatrice;
salutare: dal latino salutem dare =
salutare augurando salvezza.
miracol / mira: dal latino, il primo da
miraculum = cosa meravigliosa e il secondo
da mirare = meravigliarsi;
occhi / chi: termini collegati perché in
poesia gli occhi sono le finestre dell’anima,
attraverso loro la dolcezza della donna
arriva al cuore di chi la guarda. Inoltre, da
notare che il soggetto chi è contenuto nel
termine occhi.

Il saluto
Nella prima strofa del sonetto emerge il tema del
saluto, il cui effetto si ripercuote sia sulle facoltà
visive, sia su quelle espressive di colui che incrocia
lo sguardo, in quanto in base al significato della
parola latina porta salute all’anima, ovvero dona la
salvezza spirituale.
Il tema dell’incontro amoroso per via in Tanto
gentile e tanto onesta pare si differenzia
radicalmente da quello raccontato da Guinizzelli
nella sua lirica Lo vostro bel saluto e ‘l gentil
sguardo in cui lo sguardo e il saluto dell’amata
provocano nel poeta dolore ed angoscia, qui, in
questo sonetto invece l’effetto è benefico e
salvifico.

Influsso di Cavalcanti
Nel sonetto Tanto e tanto onesta pare il concetto
di amore, tipico di Cavalcanti, visto come
angoscia e dolore per l’inadeguatezza del poeta di
fronte alla perfezione della donna che la rende
inconoscibile e inarrivabile, è superato
dall’entusiasmo della lode e dall’ammirazione per
le qualità della donna. Tuttavia, molte tracce
dell’influsso di Cavalcanti rimangono in alcune
riprese lessicali, concetti e versi, per esempio:
personificazione dello spirito d’amore;
il tremore che rivela lo sgomento di chi
ammira davanti a tanta perfezione;
immagine del Sospiro;
stilemi come: gentile, dolcezza, piacere,
salute;
il tema dell’ineffabilità dell’esperienza
amorosa espresso nel concetto che chi non
prova direttamente non può comprendere
cosa significhi.

Analisi metrica
Sonetto di 14 endecasillabi suddivisi in 2 quartine
e 2 terzine. Schema a rima incrociata (ABBA /
ABBA) nelle quartine e invertita (CDE / EDC)
nelle terzine, tipologia tipica della poesia
stilnovistica.
Ritmo lento, pacato e lineare. L’aggancio tra
quartine e terzine è costituito dalla ripresa del
termine chiave: mostrare / mostrasi.
Gli enjambements ai vv. 1-2, 7-8, 12-13 riferiti
amplificano l’effetto dell’attesa dell’evento
miracoloso legato alla apparizione di Beatrice.
L’uso degli aggettivi è piuttosto scarso mentre,
come caratteristico di Dante, prevale l’utilizzo dei
verbi, infatti, ad eccezione del penultimo verso, in
tutti gli altri vi sono da uno a tre verbi per ognuno.
Numerose le allitterazioni.
Vi è una simmetria strutturale tra la prima
quartina e la prima terzina con l’utilizzo delle
preposizioni consecutive:
tanto…che, vv.1-3;
sì…che, vv.9-10.

Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
Anastrofe
Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna
mia, vv.1-2;
quand’ella altrui saluta, v.2
benignamente d’umiltà vestuta, v.6
da cielo in terra a miracol mostrare, v.8

Chiasmo
miracol mostrare / Mostrarsi…mira, vv. 8-9

Perifrasi
va dicendo, v. 14 – va dicendo per dire dice
è una perifrasi molto usata nell’italiano
antico.

Similitudine
par che sia una cosa venuta / da cielo in
terra a miracol mostrare, vv.7-8

Sineddoche
dolcezza al core, v.10 – la parte per il tutto:
cuore sta per persona - non è il cuore ad
essere dolce ma la persona
de la sua labbia si mova, v.12 – la parte per
il tutto: labbra (labbia) sta per viso, volto.

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