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Scritto da: Daniele Vettori - Categorie: teoria e armonia

Circolo delle quinte: cos’è e come


utilizzarlo
Il circolo delle quinte è uno strumento di fondamentale importanza per lo
studio della musica. Le sue applicazioni pratiche sono molteplici e
riguardano le tonalità, l’armatura di chiave, la costruzione delle scale
maggiori e minori, gli intervalli e le progressioni armoniche.

Come si costruisce il circolo delle quinte


La costruzione del circolo delle quinte si basa su un sistema matematico che deriva
dall’aritmetica modulare, detta anche aritmetica dell’orologio. In altre parole il concetto che
sta dietro alla costruzione del circolo è questo: in musica esistono dodici suoni (note) così
come le ore dell’orologio. Partendo dalla nota DO posizionata ad ore 12, procedo in senso
orario per intervalli di quinta giusta ascendente fino a raggiungere la nota FA posizionata
ad ore 11. Ogni nota corrisponde ad un’ora dell’orologio; avrò cosi che la nota SOL
corrisponde alle ore 1, la nota RE alle ore 2 e così via.
Una seconda visione riguardante la costruzione del circolo delle quinte, a mio avviso più
semplice ed utile, può essere questa: partendo da DO ad ore 12 procedo in senso orario
per quinte ascendenti fino a FA#/SOLb ad ore 6; coprendo così metà del mio orologio.
Successivamente, sempre partendo da DO ad ore 12, procedo in senso antiorario
per intervalli di quarta giusta ascendente fino al solito FA#/SOLb; coprendo così l’altra
metà del mio orologio. Sulla base di questa seconda visione si parla spesso di circolo delle
quinte nel primo caso e circolo delle quarte nel secondo caso.

Inoltre, come vedremo nel prossimo paragrafo, con questo sistema è più utile pensare a
DO come se fosse sempre ad ore 0; poi sul circolo delle quinte procedendo in senso
orario avrò SOL ore 1, RE ore 2 e così via; mentre sul circolo delle quarte procedendo in
senso antiorario avrò FA ad ore 1, SIb ad ore 2 e così via. Si vengono così a creare due
“macro quadranti” dell’orologio che procedono nei due sensi, orario ed antiorario, e che
vanno da DO ad ore 0 fino ad incontrarsi a FA#/SOLb ad ore 6.
Il circolo delle quinte e le tonalità
Per comprendere la relazione che intercorre tra circolo delle quinte e tonalità, dobbiamo
pensare ad ogni nota che compone il circolo non come singolo suono ma come scala
maggiore che origina da quella nota. 
Piccola premessa: il concetto di tonalità va ben oltre la scala maggiore relativa a quella
tonalità; anche se in questo articolo può sembrarvi che i due concetti si sovrappongano,
non è così. A tal proposito, tanto per fare un esempio, il concetto di tonalità racchiude in sé
anche le triadi e le quadriadi che si costruiscono sui gradi della scala maggiore; tramite la
cosiddetta armonizzazione della scala maggiore. Se siete interessati all’argomento
consiglio la lettura di questo articolo. Ma adesso torniamo al nostro circolo delle quinte.
La prima cosa da notare è che in senso orario, seguendo la progressione per quinte
ascendenti, ho le scale con le alterazioni in diesis. In senso antiorario, seguendo la
progressione per quarte ascendenti, ho le scale con le alterazioni in bemolle. Ma c’è di più:
riferendomi alla logica dei due “macro quadranti” che vanno da ore 0 a ore 6; sia le scale
maggiori con diesis che quelle con bemolle, sono messe in ordine in base al numero
crescente delle loro alterazioni. 

Come potete facilmente notare da questa immagine, se voglio sapere quante e che tipo di
alterazioni ha la scala maggiore di LA; basta vedere se fa parte del quadrante con le
alterazioni in diesis o bemolle, e successivamente vedere a che ore è posizionata. Nel
caso di LA la scala avrà alterazioni in diesis (quadrante di destra/circolo delle quinte) e le
alterazioni saranno 3 perché è posizionata ad ore 3.
Facciamo un altro esempio: la scala maggiore di SIb. Tale scala avrà alterazioni in
bemolle (quadrante di sinistra/ circolo delle quarte) e le alterazioni saranno 2 perché è
posizionata ad ore 2.

L’armatura di chiave e il riconoscimento di una tonalità


tramite il circolo delle quinte
La prima applicazione pratica di questo sistema è il riconoscimento di una tonalità tramite
l’armatura di chiave.
Quando prendete in mano un qualunque spartito la prima cosa che trovate accanto alla
chiave è la cosiddetta armatura di chiave; che comprende le alterazioni permanenti
presenti nel brano. Tali alterazioni sono anche quelle presenti nella scala maggiore
relativa alla tonalità del brano.

Detto ciò, considerate sempre che ogni scala maggiore ha un numero di alterazioni ben
definito. Non possono esistere due scale maggiori con stesso tipo e stesso numero di
alterazioni. Inoltre la alterazioni sono sempre e solo di un tipo: diesis o bemolle. Facciamo
un esempio: la scala maggiore di SOL ha un’alterazione in diesis, il FA#; ed è l’unica scala
maggiore ad avere una alterazione in diesis, non ne esistono altre. Di conseguenza
riconoscere una tonalità dall’armatura di chiave diventa semplice: mi basta osservare
prima il tipo di alterazione (diesis o bemolle) e poi il numero delle alterazioni. Se ho
alterazioni in diesis sono nel quadrante destro, quello del circolo delle quinte; se ho
alterazioni in bemolle sono nel quadrante sinistro, quello del circolo delle quarte. Il numero
delle alterazioni corrisponde alle ore, e mi indica dunque la tonalità. Ecco un esempio:
Attenzione: in base al sistema appena descritto non è assolutamente necessario
conoscere quali alterazioni contiene una scala per individuare la tonalità di un brano
tramite l’armatura di chiave. Basta conoscere il tipo e il numero delle alterazioni!
Ecco il quadro completo delle armature di chiave sul circolo delle quinte:

Tonalità omofone nel circolo delle quinte


Come avrete notato la tonalità che sta ad ore 6 del circolo, viene chiamata sia FA# che
SOLb. Il motivo è semplice: se ci arrivo da SI e procedo con un intervallo di quinta giusta
ascendente il nome corretto della nota che ottengo è FA#. Viceversa se ci arrivo da REb e
procedo dunque con un intervallo di quarta giusta ascendente il nome corretto della nota
che ottengo è SOLb. In entrambi i casi avrò sei alterazioni in chiave: nel primo caso tra le
alterazioni comparirà un MI#, nel secondo comparirà invece un DOb. Tale tonalità è detta
omofona (stessi suoni ma diversa nomenclatura, quindi anche diversa armatura di chiave).

Allo stesso modo, sempre procedendo per quinte in senso orario dopo il FA#, la tonalità di
REb maggiore può essere anche chiamata DO# maggiore. Infine, procedendo per quarte
in senso antiorario dopo SOLb, la tonalità di SI maggiore può essere anche chiamata DOb
maggiore. Anche REb/DO# e SI/DOb vengono definite tonalità omofone. 
La scelta di utilizzare una determinata nomenclatura per queste tonalità deriva spesso
dalle esigenze di alcuni singoli strumenti.

Costruzione delle scale maggiori con il circolo delle


quinte
L’applicazione pratica forse più utile per noi strumentisti relativa circolo delle quinte, è
quella che attiene alla costruzione delle scale maggiori. Posso infatti utilizzare questo
sistema, oltre che per determinare il tipo e la quantità di alterazioni di una determinata
scala maggiore, anche per ottenere esattamente le note alterate all’interno della scala.
Anche in questo caso ci sono due approcci; entrambi giungono allo stesso risultato: la
costruzione di una qualsiasi scala maggiore.

Primo approccio alla costruzione delle scale maggiori


Partendo da DO che ha 0 alterazioni mi sposto all’interno quadrante destro procedendo
per quinte. La scala di SOL avrà una sola alterazione in diesis. Tale alterazione sarà
posizionata sulla settima; dunque sulla nota di FA. Il risultato è che la scala maggiore di
SOL sarà composta dalle seguenti note: SOL – LA – SI – DO – RE – MI – FA#.
Procedendo per quinte la scala successiva è quella di RE. Anche stavolta l’alterazione
sarà posizionata sulla settima; dunque la nota di DO. In più dovrò aggiungere anche le
alterazioni presenti nella scala precedente, la scala di SOL, quindi dovrò aggiungere la
nota di FA#. Il risultato è che la scala maggiore di RE sarà composta dalle seguenti note:
RE – MI – FA# – SOL – LA – SI – DO#. Posso andare avanti seguendo questo sistema
fino alla scala di FA#. 
Per quanto riguarda il quadrante sinistro e dunque il circolo delle quarte; il ragionamento è
analogo ma l’alterazione è in bemolle ed è sempre posizionata sulla quarta. Facciamo un
esempio: la scala maggiore di FA. Tale scala avrà come alterazione il SIb perché è la
quarta rispetto a FA. Il risultato sarà dunque: FA – SOL – LA – SIb – DO – RE – MI.

Secondo approccio alla costruzione delle scale


maggiori
Questo secondo approccio alla costruzione delle scale maggiori tramite il circolo delle
quinte, si basa su un assunto fondamentale: all’interno del circolo sono già presenti le
alterazioni di tutte le scale maggiori. Tali alterazioni sono messe in ordine crescente, sia
per quanto riguarda i diesis che per i bemolle. Come vedremo negli esempi, tale ordine
crescente rispecchia quello delle alterazioni presenti nelle varie scale, man mano che si
procede sui circoli delle quinte e delle quarte. Le alterazioni in diesis, presenti nelle scale
del circolo delle quinte, vanno da FA a SI in senso orario. Le alterazioni in bemolle,
presenti nelle scale del circolo delle quarte, vanno da SI a FA in senso antiorario.
A questo punto ciò che dovete fare per costruire una qualunque scala maggiore è: capire
in che quadrante si trova e quindi se ha alterazioni in diesis o bemolle, vedere quante
alterazioni ha in base alle ore (da 0 a 6), contare le alterazioni partendo da FA e
procedendo in senso orario se si tratta di diesis; oppure partendo da SI e procedendo in
senso antiorario se si tratta di bemolle.
Ecco un esempio: costruiamo insieme la scala maggiore di LA. Tale scala sta nel
quadrante destro, quindi contiene alterazioni in diesis. Ne contiene tre perché è
posizionata ad ore 3. Le tre alterazioni in diesis partendo da FA e procedendo in senso
orario sono posizionate sulle note di: FA – DO – SOL. Ne consegue che la scala di LA
maggiore sarà: LA – SI – DO# – RE – MI – FA# – SOL#.

Comodo vero? Riassumendo, posso semplificare il tutto dicendovi che le alterazioni in


diesis sono nell’ordine: FA – DO – SOL – RE – LA – MI – SI. Quelle in bemolle sono
nell’ordine: SI – MI – LA – RE – SOL – DO – FA.
Le scale minori
Le scali minori naturali sono scale che si configurano come scale relative minori rispetto
alle scale maggiori. Nello specifico ogni scala maggiore ha al suo interno una scala
relativa minore che origina dalla sesta nota e contiene le stesse note della scala maggiore;
alterazioni comprese.

Nel caso di DO, la scala relativa minore è LA minore; poiché la nota LA è la sesta rispetto
a DO. Le note della scala minore di LA saranno le stesse della scala maggiore di DO, ma
partendo dalla nota LA, la scala minore di LA assumerà questo aspetto: LA – SI – DO –
RE – MI – FA – SOL.
Analogamente, rispetto alla scala maggiore di SOL, la scala relativa minore sarà MI
minore; poiché la nota MI è la sesta rispetto a SOL. In questo caso la scala minore di MI
sarà la seguente: MI – FA# – SOL – LA – SI – DO – RE. Come potete notare la scala
minore di MI contiene il FA#; proprio perché provenendo dalla scala maggiore di SOL
contiene le sue stesse alterazioni, dunque il FA#.
Ecco come si configura tutto questo sul circolo delle quinte:
Intervalli e progressioni armoniche all’interno del
circolo delle quinte
Un aspetto interessante e spesso sottovalutato del circolo delle quinte è la possibilità di
ricavare al suo interno varie tipologie di intervalli. Vediamo insieme alcuni esempi.
Prendendo una qualsiasi nota, in questo caso DO, abbiamo che la nota successiva e la
precedente sul circolo sono rispettivamente la quinta e la quarta giusta (SOL e FA).
Sempre partendo da DO, muovendosi in senso orario e saltando una nota, abbiamo un
seconda maggiore (RE). Ancora muovendosi in senso orario e saltando tre note abbiamo
una terza maggiore (MI). Muovendosi in senso antiorario e saltando due note abbiamo
invece una terza minore (MIb). Questo può essere un buon approccio per lo studio degli
intervalli.
Per quanto riguarda le progressioni armoniche vi basti pensare che ci sono compositori
come John Coltrane che hanno basato gran parte del loro repertorio su alcune particolari
concatenazioni che si possono ricavare collegando le note del circolo in base ad alcune
forme geometriche.
Un esempio pratico sulle progressioni armoniche potrebbe essere questo: per ricavare
una progressione II-V-I in DO maggiore basta partire da RE (secondo grado) e muoversi in
senso antiorario fino a DO. Certo è comunque necessario conoscere i gradi derivanti dalla
armonizzazione della scala maggiore per farlo.

Studiare ed applicare il circolo delle quinte


Il circolo delle quinte è sempre stato fonte di studio ed ispirazione per molti musicisti. Tale
sistema si presta a più di un’interpretazione e può essere utilizzato in ogni contesto
musicale; dalle scale agli intervalli fino alle progressioni armoniche. 
Il mio consiglio è di scegliere l’approccio che più vi piace e di studiarlo a fondo. Fate
pratica con qualche semplice esercizio, ad esempio la costruzione delle scale maggiori
oppure il riconoscimento della tonalità di un brano tramite l’armatura di chiave. Tenete
sempre sottomano un’immagine del circolo come questa, vi aiuterà a memorizzarlo meglio
e ad applicarlo con facilità.
Buon lavoro!
FINE

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