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Orizzonti Musicali

Neil Peart: la vita, la musica e lo stile


Francesco Vecchio
Indice

• L'Autore..................................................................................................5
• Introduzione...........................................................................................6
• Biografia...............................................................................................10
• Influenze Musicali...............................................................................13
• Storie di Vita e di Musica....................................................................24
• Hemispheres........................................................................................54
• Cygnus X-1 Book II: Hemispheres.....................................................58
Drum Set............................................................................................60
Trascrizione........................................................................................62
Groove e Fill.......................................................................................75
• Ulteriori Ascolti 1977-1981.................................................................80
• Galleria Fotografica.............................................................................85
• Link Utili..............................................................................................91
• Glossario...............................................................................................93
• Ringraziamenti....................................................................................96
• Bibliografia...........................................................................................98
• Altre Pubblicazioni............................................................................103

Per la definizione dei termini tecnici inclusi nel libro fare riferimento
al glossario. È possibile accedere a contenuti extra tramite appositi
codici QR.
Introduzione

Neil Peart è riconosciuto come uno dei più grandi batteristi di tutti i
tempi. L'impatto che ha avuto è stato enorme, ha ispirato una
generazione di batteristi ed è ancora, e lo sarà per sempre,
un'influenza formativa. Fu soprannominato “The Professor” per la sua
musicalità, precisione e accuratezza sullo strumento.

All'inizio del mio viaggio, quando ho cominciato a muovere i


primi passi sulla batteria, Neil Peart è stato una delle mie prime
influenze musicali: una vera ispirazione per il suo approccio musicale.
Creatività, perfezionismo e un grande senso del tempo sono alcuni
aspetti indimenticabili del suo drumming. I suoi lavori più importanti
sono stati registrati con la rock band canadese Rush, suonando tutte
le parti di batteria e percussioni, dal secondo album Fly by Night
(1975) all'ultimo Clockwork Angels (2012). Era anche il principale
paroliere della band e ha inoltre scritto testi, libri, saggi e racconti con
una varietà di temi senza tempo. Neil Peart era un vero artista, un
esempio perfetto di quello che un uomo può fare con la propria vita.

L'ideazione di questo libro nasce dalla trascrizione e dallo


studio di una delle sue opere più notevoli: “Cygnus X-1 Book II:
Hemispheres”, prima traccia del sesto album Hemispheres (1978) dei
Rush, dove Neil ha anche scritto i testi. Le idee ritmiche e i groove mi
hanno ispirato a scrivere un intero libro su Neil Peart, la sua vita, le
ispirazioni musicali e lo stile. Quest'opera è un omaggio alla sua
eredità artistica.
La prima parte del libro include la vita, la musica e le influenze
musicali di Neil Peart, con interviste e aneddoti oltre la batteria.
Influenze Musicali

Durante l'infanzia, il jazz delle big band di Glen Miller, Duke


Ellington, Count Basie e i grandi batteristi che suonavano con loro
furono i primi ascolti di Neil, grazie al padre Glen che lo introdusse
alla musica. Neil raccontò come Gene Krupa, Buddy Rich, Sonny
Payne e Kenny Clare lo abbiano ispirato molto ad avvicinarsi alla
batteria. Come dichiarato in un'intervista a Zildjian:

“La prima volta che ricordo di aver provato il desiderio di suonare la


batteria è stato mentre guardavo il film 'The Gene Krupa Story',
all'età di undici o dodici anni. La drammatizzazione del film della
sua vita e il ritratto di Sal Mineo sono riusciti a far sembrare
eccitante, affascinante, elegante e pericolosa l'idea di essere un
batterista. Iniziai a battere sui mobili con un paio di bastoncini e per
il mio tredicesimo compleanno i miei genitori mi regalarono un pad,
un paio di bacchette e delle lezioni di batteria con un insegnante
locale. Dissero che non mi avrebbero comprato una batteria finché non
avessi dimostrato di fare sul serio per almeno un anno. Ricreai una
batteria di fantasia sul mio letto, accumulando riviste una sopra
l'altra, per poi percuoterle”. (Zildjian.com, Gennaio 2003)

Gene Krupa fu il suo primo idolo, influenzandolo nella scelta


delle bacchette, le Pro-Mark 747, suonate al contrario con la parte
anteriore. In un articolo della rivista DRUM! (dove i fan
intervistavano Peart) gli fu domandato che cosa avrebbe chiesto a
Krupa se avesse avuto la possibilità di incontrarlo, Neil rispose:

“A Gene avrei chiesto di Dave Tough, in qualche modo il più intrigante


dei batteristi di quei tempi e amico di Gene. Dave Tough era un poeta
frustrato, ha pubblicato un solo libro che mi piacerebbe trovare. Era
amato da altri batteristi e dai musicisti che accompagnava con grande
musicalità e gusto, ma sentiva che suonare la batteria era al di sotto
della sua principale vocazione. Quei conflitti attivarono i demoni che
distrussero la sua carriera e all'età di 40 anni lo stesero. Dave Tough
era un uomo straordinario, ma come altri batteristi come Dennis
Wilson e Keith Moon, forse non sapeva quanto fosse amato o si sentiva
immeritevole di questo. È triste, ma succede”. (DRUM!, Settembre
2013)
Foto per gentile concessione di Tom Bronkema

Dall'album Fly by Night (Febbraio, 1975) la popolarità della


band si consolidò e con l'album successivo, Caress of Steel (Settembre
1975) i loro spettacoli furono aperti da gruppi spalla come Ted
Nugent, Artful Dodger, Mainline, Heyoka e Max Webster.
Max Webster aprì i concerti dei Rush in ogni tour, da Caress of
Steel a Moving Pictures (1981). Collaborò con i Rush nel suo brano
“Battle Scar” dall'album Universal Juveniles (1980). Il paroliere di
Max Webster, Pye Dubois co-scrisse con Neil i testi di quattro canzoni
dei Rush: “Tom Sawyer”, “Force Ten”, “Between Sun & Moon” e “Test
for Echo”. Il batterista di Max Webster, Gary McCracken, era molto
rispettato e ammirato da Neil Peart per il suo stile.

Dopo la fase sperimentale dei tre album: 2112 (1976), A


Farewell to Kings (1977) e Hemispheres (1978), i Rush iniziarono un
nuovo ciclo musicale con l'album Permanent Waves (1980). Il singolo
“The Spirit of Radio” divenne un successo commerciale e la popolarità
della band era cresciuta anche negli Stati Uniti. L'album successivo
Moving Pictures (1981) fu uno dei capolavori della band,
accompagnato da diverse tracce d'autore come “Tom Sawyer”,
“Limelight”, “Red Barchetta” e “YYZ”. In quel periodo il drumming di
Neil Peart fu influenzato da molti batteristi di diversa estrazione
musicale, come detto in un'intervista del 1986 a Modern Drummer:
Storie di Vita e di Musica

“On the Cover” Modern Drummer, Aprile 1984


di Scott K. Fish

SF: Stavo rileggendo i testi di Signals. Molto di quello che hai scritto
mi ha fatto pensare a te come il Mark Twain del rock, che scrive testi
su personaggi come Huckleberry Finn e Tom Sawyer.

NP: È certamente qualcuno con cui mi relaziono fortemente. Vengo da


un background standard. Sono cresciuto in periferia ma allo stesso
tempo la maggior parte dei miei parenti aveva fattorie, quindi
passavo ogni estate e ogni vacanza fuori città. Ho sempre avuto una
visione semplice della vita. Amo suonare la batteria e amo viaggiare,
ma trovo molte difficoltà ad affrontare tutto ciò che mi circonda. La
fama per me è imbarazzante, non è qualcosa per cui divento
arrogante. Non mi sento infastidito dalle persone, ma allo stesso
tempo mi imbarazzo se per strada mi si avvicinano estranei che
pensano di conoscermi. Mi sento solo imbarazzato, teso e a disagio.

SF: Perché?

NP: Perché è irreale! Ma è qualcosa che non potrò mai sperare di dire
o spiegare alla gente. Credono di conoscermi, non mi conoscono. Non
sanno niente di me, sono estranei. Tutto questo mi rende solo
difensivo. Mi piace incontrare persone, mi piacciono le persone. Uno
dei miei argomenti preferiti a cui pensare e su cui scrivere è la razza
umana. Non sono un misantropo, una persona che odia gli esseri
umani, non sono solitario fino a quel punto, ma sono una persona
riservata e fondamentalmente sono timido con le persone che non
conosco, soprattutto quando non posso incontrarle a parità di
condizioni. Se posso incontrare l'amico di qualcuno o anche un
estraneo, da persona a persona, mi diverto. Mi sento diversamente
quando qualcuno si avvicina a me con l'atteggiamento di chi pensa di
essere speciale, o di sapere qualcosa su di me, come leggo così spesso
nelle lettere, “Io e te abbiamo molto in comune”. Come lo sai? Ho
lottato a lungo per capire perché mi dava tanto fastidio. Quando sono
entrato a far parte dei Rush nessuno sapeva chi fossi, perché non ero
Cygnus X-1 Book II: Hemispheres

“Cygnus X-1 Book II: Hemispheres” è il primo brano dell'album e la


seconda parte della duologia Cygnus. Il testo fu scritto da Neil Peart e
il titolo si riferisce ai due emisferi in cui è suddiviso il cervello: il
sinistro si occupa di razionalità e della percezione analitica della
realtà, il destro della percezione globale degli stimoli, come le
immagini e la musica. Con particolare riferimento alla mitologia greca
si rendono tangibili nozioni astratte. “Cygnus X-1 Book II:
Hemispheres” è suddiviso in sei parti: “Prelude”, “Apollo (Bringer of
Wisdom)”, “Dionysus (Bringer of Love)”, “Armageddon (The Battle of
Heart and Mind)”, “Cygnus (Bringer of Balance)” e “The Sphere (A
Kind of Dream)”.

I. Prelude introduce la secolare lotta tra i campioni dei due


emisferi: Apollo il Dio della Ragione e Dioniso il Dio dell'Amore. La
musica sale in un crescendo, prima di lanciarsi in una parte
dinamicamente potente che dà il tono al resto della canzone. La
chitarra di Alex Lifeson è ovunque, riempie gli emisferi, alternando lo
stile heavy con quello melodico. Il ritmo serrato di Peart tiene sotto
controllo la dinamica, mentre il basso Rickenbacker di Geddy Lee
conferisce alla musica profondità. È solo dopo tre minuti dall'inizio
della canzone che la voce di Lee può essere ascoltata per la prima
volta, cantando la prima strofa. La sua è una voce acuta, raramente è
gentile o morbida e ha una qualità speciale. Non c'è alcuna sezione di
collegamento tra “Prelude” e la parte successiva della canzone.

II. Apollo (Bringer of Wisdom) è il primo ad avere la


possibilità di convincere le persone a unirsi al suo fianco. Predica loro
come possono prendersi cura di se stessi, come possono migliorare la
loro mente e la loro vita imparando e costruendo grandi cose. All'inizio
le persone sono soddisfatte e felici, ma gradualmente scoprono che
manca qualcosa. La prima sezione di “Apollo” richiama la parte finale
di “Prelude” e presenta un assolo di chitarra di Lifeson.

III. Dionysus (Bringer of Love) è musicalmente simile per


struttura ad “Apollo”. Dioniso racconta alle persone come possono
liberarsi delle loro preoccupazioni e vivere le loro vite in allegria,
facendo musica, facendo l'amore, restituendo alle persone la gioia
della vita. Per un po' funziona bene, ma poi arriva l'inverno e la gente,
Rush
Cygnus X-1 Book II: Hemispheres

I. Prelude

01 x− x− x− x− x− x−
œ− Œ− Ó− −− œ Ó − œ œ Œ − Ó − −− œ Ó − œ
q.= 134

X3
Drum
ã 7 − − − − −
ε
Set

x x− x x− x x− x− x− x x− x x− x x
hi-hat loose

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6

ν ν ν
10 x −
x − x − x 8 x − x − x 01 x − x − x − x x − x − x x x
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œ − œ

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1.


14 X 4

ã − œ œ− − œ œ− 7
ι
ritardando -------
2.

2 x Œ Œ œ œœœœœœœ œ œ œ œ œ œ œ 6
5 œœ ‰ œœ ‰ œœ ‰q = 134
18

ã7 3 œ 7
e = 268 ν Rν l l r rν l l
x x x x x x
6 2 x x œx x œx œx 67
21

ã7 œ œ œ 3 œ ‘
ν ν ν ν ν ν ν ν ν
x x x x x x x
6 − 2 x x x œx x x x x x œx x x 6
−− 7
24

ã7 − œ œ
œ
œ 3 œ œ œ œ
ν ν ν ν ν ν q = 134
x x x x x x x x x x x x x x œœœœœœ x x xxxx x
6 2 3
27

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œ

© 2021 Francesco Vecchio - francisdrummingblog.com


Groove e Fill

Questo capitolo analizza alcuni dei principali groove e fill trascritti, al


fine di comprendere l'orchestrazione, lo sticking e gli aspetti principali
del drumming di Neil Peart.

Linee guida per l'ascolto


Ogni trascrizione è accompagnata da un
file audio. Gli esempi audio sono
disponibili per il download (sia MP3 che
WAV) scansionando il codice QR qui
riportato e per lo streaming a questo
link.
soundcloud.com/neil-peart-drum-book

Analisi stilistica
Un lento fade-in introduce la prima parte “Prelude”, che suonata
dinamicamente forte, alterna una grande varietà di unità di tempo:
12/8, 6/8, 9/8, 3/4 e 7/8. A battuta 20, 33 e 37 Neil suona un seven
stroke roll di preparazione e “lancio” per il drum fill che segue. Uno
degli aspetti del drumming di Neil Peart è la creatività. La sezione
centrale del “Prelude” (battuta 54) è suonata da Neil su un triangolo,
lo stesso ritmo viene riportato e suonato sull'hi-hat. Successivamente
con un cambio dinamico, Neil suona un groove sincopato ripreso anche
nelle due sezioni successive “Apollo (Bringer of Wisdom)” e “Dionysus
(Bringer of Love)”. L'hi-hat è aperto su ogni levare, dando
all'ascoltatore un grande senso di spinta in avanti.

BPM: 134

Audio track 1 “Prelude Groove”


Clockwork Angels Tour

SECC - Glasgow, Scozia


30 Maggio 2013
Foto per gentile concesssione di Raza Rizvi e William Winsborough
Francesco Vecchio
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