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Ferdinando Desiderat

Chimica General
202
Nomenclatur
Numero di ossidazione: è il numero di elettroni di valenza rimanenti dopo aver assegnato tutti gli elettroni di
legame all’atomo più elettronegativo
N. ox. = 0 stato elementare, non c’è Δ quindi elettronegatività = 0
La somma algebrica dei n.ox. di uno ione è uguale alla sua carica. Es: n.ox N in NH4+ è -3. Perché N è 7 H4(+1) =
-
N.ox. Ossigeno = -2 ( -1 perossidi, -1/2 superossidi
N.ox Idrogeno = +1 (idruri metallici -1
La somma algebrica dei n.ox. di una molecola è 0.
Composti: (NaCl corro di sodi
- Binari: idruri, idracidi, ossidi basisci e acidi
- Ternari: idrossidi o basi, ossiacidi o acidi ossigenati, Sali
Nei composti binari per sapere il n.ox. basta fare il prodotto incrociato in valore assoluto. Es: CaO Ca=2 O=2
quindi Ca2O
Composti Binar
Nome: l’elemento più elettronegativo va a sinistra e si dà il suf sso -ur
Formula: si scrive prima l’unità positiva e poi quella negativ
Idruri CuH idruro rameoso
Metallo + Idrogeno (Me+H
Idruro di X, X è l’elemento che ci combina con
Se il metallo ha solo un n.ox: NaH Idruro di sodio, CaH2 Idruro di calcio, BH3 Idruro di bor
Se il metallo ha più no.x: si usa -oso per il piccolo -ico per il grande
Cu idruro di ram idruro rameoso
CuH diidruro di rame idruro rameic
Idracid
Non Metallo + Idrogeno (Non Me+H) HCl acido cloridric
Tradizionale Acido X-idric IUPAC X-uro di idrogen
HF uoruro di idrogeno acido uoridric
HCl cloruro di idrogeno acido cloridric

Ossidi (Anidridi)
Formula X Ossigeno (n.ox. -2
O + Metallo = ossido basico -> Ossido Basico + H20 = IDROSSID
O+ Non Metallo = Ossido acido -> Ossido acido + H20 = OSSIACID
SO2 biossido di zolf ANIDRIDE solforosa (N.O. +4
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3

H

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1

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fl
o

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SO3triossido di zolf ANIDRIDE solforica (N.O. +6


Si usa -osa per il piccolo -ica per il grande
Idrossid
Metallo + O M(OH) OH gruppo ossidril Idrossido di (metallo
Cu(OH)2 = diidrossido di rame idrossido rameico
CuOH = idrossido di rame idrossido rameoso
Si usa -ico per il piccolo -oso per il grande
Ossiacid
H + Non Metallo +
-ic
-os
Ipo-x-os
Per-x-ic
Meta Piro Ort
Anidride + 1 H20 acido meta-fosforic 1 molecola d’acqu
Anidride + 2 H20 acido piro-fosforic 2 molecole d’acqu
Anidride + 3 H20 acido orto-fosforic 3 molecole d’acqu
Sal
Se il sale deriva da un Ossiacido -oso diventa -ito e -ico diventa -at
L’atomo e la teoria atomica
Atomi con le stesse proprietà formano gli elementi. Gli elementi sono costituiti da atomi della stessa specie. I
composti sono formati da atomi con proprietà diverse. Un aggregato di pochi atomi si chiama molecola
La stechiometria è la branca della chimica che studia i rapporti quantitativi delle sostanze chimiche nelle reazioni
Legge di conservazione della massa (Lavoisier
In una trasformazione chimica la massa dei reagenti è uguale a quella dei prodotti

Il modello nucleare

Thomson nel 1897, studiando I raggi catodici. Questi sono fasci di particelle dotati di carica. Queste particelle sono
gli elettroni. Ne calcolò il peso 9x10-31. Da una carica -e all’elettrone e ipotizza struttura a panettone dove l’uvetta
sono gli elettroni sparsi nel nucleo.
Esperimento di Thomson: ai due poli di un tubo sottovuoto ci sono due elettrodi e si fa passare un alto Voltaggio.
Dal catodo partono dei raggi catodici e se li deviamo con un magnete questi raggi si muovono perché sono
elettricamente carichi
Esperimento di Millikan: gocce di olio cariche vengono fatte cadere in presenza di un campo elettrico. Dalla massa
delle gocce e dal Voltaggio si calcolò che tutte le cariche sono multiple di una elementare minima Assunta come
carica dell’elettrone. e=1x10-19 coulom
Teoria di Rutherford nel 1908, con le particelle alpha dei gas bombarda una lamina di oro e scoprì che quasi tutte
passavano. Teoria del modello nucleare: nucleo al centro positivo, spazio vuoto attraversato da elettroni negative.
Protoni +e Elettroni -e Numero di protoni Z (num. atomico). Intuì che gli atomi erano vuoti e alcune particelle
deviavano perché collidevano con qualcosa di piccolo e denso, il nucleo
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o
o
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Esperimento di Goldestein: scopre gli elettroni perché ci sono particelle attratte dal catodo. Tubo sottovuoto con un
generatore di corrente continua. La corrente si muoveva in senso opposto ai raggi catodici. Ponendo un tubo con
gas rarefatto. Gli elettroni urtano le particelle di gas e strappano
l’elettrone quindi la particella diventa positiva. Per questo si
muoveva in senso opposto alla corrente
Teoria atomica di Dalton: la materia è costituita da particele
indivisibili, gli atomi. Sono caratterizzati da una massa e sono
indistruttibili. Atomi diversi si combinano secondo numeri interi e
piccoli per formare i composti
Gli atomi sono stati supposti sferici, con raggio di 1 Armstrong e la
massa concentrata nel nucleo. Vi troviamo protoni (+), neutroni (n),
elettroni (-). Il nucleo contiene neutroni e protoni mentre gli elettroni occupano lo spazio vuoto attorno. Il valore
dell’elettrone è stato trovato come 1,6x10^-19 Coulomb. L’atomo sommariamente si presenta neutro, poi a
seconda che gli vengano sottratti un o più elettroni la carica cambia. La massa del protone è uguale a quella del
neutrone e insieme formano il numero di massa. Il numero atomico Z è dato dai protoni
BNa B indica il numero di massa cioè protoni + neutroni (Z
ANa A indica il numero atomico cioè proton
Isotopi sono nuclei con stesso numero di protoni (stesso numero atomico) ma diverso numero di neutroni

De nizione di Mole
La mole, o numero di Avogadro indica un numero ben de nito di atomi, molecole o particelle. La mole è una
quantità di sostanza che contiene un numero di Avogadro di particelle. 6,022x10^23
Massa molar
La massa molare M di un composto, rappresenta la massa in grammi di una mole. Coincide con il valore della
massa molecolare ma la sua unità di misura è g/mol. La si indica con M=massa di una sostanza (g) / numero di
moli di una sostanza

Teoria Quantistic
La materia sottoposta ad alte temperature cambia colore
-1800° aranci
-2500° bianc
-6000° bianca ma con tutte le radiazioni dello spettr
Misurando l’intensità e paragonandola con lo spettro si è scoperto che il corpo nero migra da rosso a bianco. Plank
per spiegare la dipendenza dell’intensità delle radiazioni luminose emesse dai corpi caldi, della. Temperatura dei
corpi emittenti ipotizza la teoria dei quanti. Max Plank sosteneva che lo scambio di energia tra materia e radiazione
avvenisse per unità multiple dei quanti che sono qua quantità fondamentale minima. Gli atomi in super cie del
corpo caldo possono assumere un valore multiplo di hn, cioè 0, hn, 2hn, 3hn, nhn dove n è un numero intero e h è
la costante di Plank. Il quanto non si può dividere. E= hv V=frequenza E=energia emessa per radiazioni

Effetto fotoelettrico (effetto di emissione degli elettroni) Einstei


Quando il metallo viene esposto alla radiazione UV si ha
1.Non vengono ammessi elettroni sotto una certa soglia del metall
2.Gli elettroni vengono emessi immediatamente al raggiungimento di una certa sogli
3.Energia Cinetica Ec aumenta con la radiazion
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Fotoni: singoli pacchetti di energia. Il metallo ha una proprietà detta funzione del lavoro che indica
l’energia necessaria ad allontanare 1 elettrone dalla super cie del metallo. Funzione del lavoro:
energia minima per estrarre 1 elettrone dal metallo
Modello atomico di Bohr
Nel 1913 Bohr propone il suo modello dove l’elettrone si muove attorno al nucleo su
determinate orbite. Finché l’elettrone rimane in un determinato stato non assorbe
o cede energia. Il momento angolare è quantizzato.

Dualismo onda-particella della materia (corpuscolare e ondulatoria)


In seguito ad alcuni esperimenti, come ad esempio l’effetto fotoelettrico, quindi con l’esistenza dei foti si suggeriva
una natura corpuscolare della luce. Altri esperimenti come quello della diffrazione suggerivano una natura
ondulatoria della luce. Quindi si è andato de nendo un dualismo onda-particella della luce
Relazione di De Brogli
Se una radiazione elettromagnetica presenta un carattere corpuscolare (fotoni) allora anche corpuscoli possono
avere un movimento ondulatorio. l = h/mv
Principio di indeterminazione di Heisenber
Descrive l’incertezza nel determinare la posizione X di una particella e l’incertezza nel determinare la qualità di
moto
∆x∆(mv)≥h/4p
Equazione di Schrodinger
Il moto delle particelle nel campo del nucleo si descrive con una funzione d’onda. Le soluzioni dell’equazione si
Schrodinger sono dipendenti da tre numeri interi n, l, m detti numeri quantici
-Numero quantico principale n = x [n=1, 2, 3, …, 7] determina la distanza media dell’elettrone dal nucleo, più alto è
n più l’elettrone è sul punto di sfuggire dal nucleo se n tende a in nito avviene la ionizzazione
-Numero quantico secondario L = 0 … (x-1) cioè il numero di n – 1 [per n = 2 L = 0, 1] stabilisce la forma
geometrica dell’orbitale
-Numero quantico magnetico m = -L .. + L indica l’orientamento dell’orbitale rispetto al campo magnetico esterno
[per l = 1 m = -1, 0, +1
-Numero quantico di spin ms = +1/2 o -1/2 indica lo spin cioè la rotazione oraria o antioraria dell’elettone
Principio di esclusione di Pauli: in un atomo non più di due elettroni sono descritti dalla stessa funzione orbitale,
quindi un orbitale non più contenere più di due elettroni e questi devono avere spin opposto
Regola di Hund: gli orbitali vengono dapprima occupati tutti singolarmente da elettroni con spin parallelo e solo
successivamente da elettroni che si accoppiano con i precedenti
Orbital
-s massima probabilità di trovare l’elettrone n=1 sferico L=0 m=
-p n = 2 3 volumi a forma di nocciolina px, py, pz L=1 m=-1, 0, +
-d n = 3 m = -2, -1, 0, 1, 2 L =
-f n = 4 m = -3, -2, -1, 0, 1, 2, 3 L =

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1

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Principio di Aufbau
La costruzione della con gurazione elettronica degli atomi si effettua con un meccanismo ttizio chiamato Aufbau
secondo il quale si inseriscono gli elettroni a uno a uno negli orbitali di energia via via crescente tenendo presente
Hund e Pauli
1s<2s<2p<3s<3p<4
La periodicità
La tavola periodica è suddivisa in blocchi s, p, d, f che derivano dall’ultimo guscio occupato dagli elettroni di quegli
elementi. S e P sono i principali, per avere il numero degli elettroni di valenza oltre il si sottrae 10 al numero del
gruppo (es: 16esimo gruppo ha 6 elettroni di valenza
Suddivisa in periodi n=1 n=2 n=3 … (orizzontali) e in gruppo I, II, III, IV (verticali
Gli elementi del gruppo f sono molto simili ma per la disposizione degli elettroni non partecipano ai legami.
Raggio atomico: si de nisce come la metà della distanza minima di separazione tra i nuclei di due atomi uguali
vicini tra loro
-metallo metà della distanza tra i due centri del campione solid
-non metallo e metalloide metà della distanza tra i nuclei del legam
-gas nobile, raggio di van der waals ½ distanza tra i centri di atomi adiacenti in gas solidi cat
Aumenta dall’alto al basso perché aumentano i gusci e gli elettroni si trovano sempre a più distanza dal nucleo e
da destra a sinistra perché andando verso destra aumentano il numero di elettroni, neutroni, protoni quindi
vengono più saldamente attirati al nucleo
Elettronegatività: è una scala di valori che ci dice con quanta forza un atomo attrae a se gli elettroni due atomo
vicino. È scritta nella tavola periodica. Aumenta verso destra perché è molto probabile che un elemento con 7
elettroni sull’ultima orbita come il Fluoro si prenda un elettrone piuttosto che lo perda come farebbe un elemento in
basso a sinistra che ha 1 elettrone come il Francio che preferirebbe metterlo in comune per raggiungere l’ottetto
Energia di ionizzazion
È l’energia che occorre somministrare ad un atomo gassoso isolato nel suo stato fondamentale af nché perda
l’elettrone più esterno e si trasformi in uno ione
-1 ionizzazione: l’energia minima necessaria per allontanare da un atomo allo stato gassoso l’elettrone più estern
-2 ionizzazione: l’energia minima necessaria per allontanare da un atomo ionizzato (catione) un elettron
Ricorda: l’energia di seconda ionizzazione è maggiore della prima. I2>I
Aumenta dal basso verso l’alto perché in basso gli elettroni sono meno saldamente trattenuti visto che sono su un
guscio più esterno. Aumenta da sinistra a destra perché l’energia che serve per strappare un elettrone ad un
atomo vicino all’ottetto (Fluoro 7 elettroni) è maggiore di quella che serve per strapparlo ad un atomo con 1
elettrone che preferirebbe cederlo (Francio 1 elettrone)
Af nità elettronica
Eca è l’energia che sprigiona un atomo neutro gassoso quando acquista un elettrone
-Valore positivo = energia rilasciat
-Valore negativo = energia che server per imporre l’elettrone all’atomo
Raggio Ionico: ogni ione è circondato da ioni di carica opposta. Il raggio ionico coincide con la semisomma della
distanza tra il centro di un catione e di un anione adiacenti
-Gli ioni positivi (anioni) hanno un raggio minore di quello degli atomi genitor
-Gli ioni negativi (cationi) hanno un raggio minore di quello degli atomi genitor

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Legami ionici
La con gurazione ns2np6 indica l’ottetto. Molti elementi metallici sono in grado di perdere un numero variabile di
elettroni, I non metalli raramente perdono elettroni
Studio della trasformazione dell’energia. De niamo come sistema la regione che ci interessa, ciò che sta fuori è
l’ambiente. Sistema + Ambiente = Universo
Simboli di Lewis: 1 puntino 1 elettrone di valenza, 2 puntini 1 coppia di elettroni appaiati
Il legame chimico è ciò che tiene unito un atomo ad un altro e si forma tra gli elettroni degli atomi. In un legame
partecipano solo gli elettroni più esterni, detti di valenza. I legami si formano per raggiungere una maggiore
stabilità. Quindi l’energia si abbassa
Per i legami è importante la differenza di elettronegatività.
Legame Ionico ∆ Alto
Si forma fra atomi con elevata differenza di elettronegatività, superiore ad 1,7. Quando due atomi si avvicinano, gli
elettroni di valenza passano da quello meno elettronegativo a quello più elettronegativo. Quindi si forma uno ione
negativo e uno positivo, fra i due si stabilisce un’interazione elettrostatica che li tiene uniti, questi sono i composti
ionici. (NaCl, Na+ e Cl-) Non formano molecole, ma sali. Presentano altissime temperatura di fusione
Legame Covalente
Si forma fra atomi con differenza di elettronegatività max di 1,7. Entrambi gli atomi mettono in comune un elettrone
spaiato, si avvicinano a suf cienza e gli orbitali si sovrappongono
-Covalente pur
Tra atomi con lo stesso valore di elettronegatività o molto simile, gli elettroni vengono attratti con la stessa forza da
entrambi i nuclei (H2, Cl2
-Covalente polar
Tra elementi che hanno un valore di elettronegatività diverso ma non tanto da fare un legame ionico tipo 0.96. I
due atomi mettono in comune gli elettroni spaiati, la coppia non è egualmente divisa ma tende ad essere spostata
verso quello più elettronegativo. Si crea un momento polare perché ci sono delle cariche parzialmente negative su
un atomo e delle cariche parzialmente positive sull’altro
Legame dativ
Due elettroni di uno stesso atomo vengono messi in condivisione per creare un legame, quindi uno dei due atomi
deve avere 2 elettroni di valenza non impegnati, vengono messi in coppia tra i due. C’è un atomo donatore e uno
accettore. Acido Ipocloroso HClO H=1e Cl=7e O=6
Legame metallic
Tra due o più metalli. Hanno bassa energia di ionizzazione e gli elettroni sono delocalizzati quindi fare un legame è
facilissimo perché è tra elementi poco elettronegativi. È un reticolo dove gli elettroni si muovono da un atomo
all’altro.
Legame Idrogeno (N,O,F)
Si forma tra molecole con un legame tra H e un atomo più elettronegativo. Il legame è un covalente polare con
polarità accentuata H- e + sull’altro atomo. Gli atomi abbastanza piccoli per fare questo legame sono N, O, F.
Questo è importante per l’acqua perché l’acqua si lega per formare H2O e poi gli idrogeni si legano nuovamente
con altre molecole di H2O
Strutture di Risonanz
Le formule di Lewis non sempre si accordano con le osservazioni sperimentali. Quindi una molecola può proporre
due strutture entrambe valide che concorrono alla formazione nale della molecola. Si ammette che la vera
struttura della molecola è rappresentata contemporaneamente dalle due formule di struttura
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Regola dell’ottetto ed eccezion


Secondo la regola dell’ottetto gli atomi, quando si legano per formare molecole, tendono ad acquistare, perdere o
condividere elettroni in modo da avere otto elettroni nel loro livello più esterno. Quando l’idrogeno condivide il suo
unico elettrone con un altro atomo di idrogeno per dare la molecola H2 è contornato solo da due elettroni; tuttavia
poiché il livello 1s può contenere al massimo due elettroni si può dire che l’idrogeno ha completato comunque il
suo livello più esterno
Interazioni dipolar
Forze dipolo-dipolo: si manifestano tra molecole polari, tali molecole orientano la loro estremità positiva verso
l’estremità negativa di altre molecole
Forze dipolo-dipolo indotto: si manifestano tra una molecola con carattere di dipolo permanente e una molecola
apolare. La prima induce nella seconda una separazione di cariche quindi un dipolo indotto
Forze dipolo istantaneo-dipolo istantaneo (di London): in alcune molecole esiste la probabilità che in un certo
istante gli elettroni si addensino più su una regione che su un’altra. Questa distorsione di carica fa si che queste
specie normalmente apolari diventino sede di un dipolo istantaneo capace di polarizzare altre molecole
Forze tra molecole non polari, quindi differenza di elettronegatività 0. Però gli elettroni sono comunque in
movimento quindi in realtà la polarità non sarà mai 0 ma sarà sempre spostata da una parte o dall’altra per un
brevissimo momento, questo è il dipolo istantaneo.
Teoria del legame di valenza V
Si basa secondo la teoria di Lewis che gli atomi si legano per condivisione degli elettroni. Quando la
sovrapposizione degli orbitali avviene lungo l’asse, come nel caso di due orbitali S che si sovrappongono abbiamo
un legame di tipo sigma. Quando gli orbitali sono paralleli quindi sopra e sotto l’asse abbiamo un legame
Teoria degli orbitali ibrid
La teoria degli orbitali ibridi supera la VSEPR. L'ibridazione è un procedimento di combinazione matematica di un
certo numero di orbitali (orbitali s, p, d) con contenuto energetico poco diverso di uno stesso atomo, che permette
di ottenere nuovi orbitali ibridi equivalenti (isoenergetici) con i lobi orientati lungo le direzioni dei possibili legami
che l'atomo centrale di una o più molecole può formare con altri atomi
1 elettrone di s e 3 elettroni di p fanno sp3 (singolo legame

1 elettrone di s e 2 elettroni di p fanno sp2 (doppio legame

1 elettrone di s e 1 elettrone di p fanno sp (triplo legame

Teoria VSEP
Si basa sul fatto che i domini elettronici tendono a disporsi più lontani tra loro, come gli atomi nello spazio
-A = atomo centrale (sarà sempre 1
-X = numero di atomi direttamente legati all’atomo central
-E = numero di coppie elettroniche sull’atomo centrale non impegnat
AX2E0 lineare 180
AX3E0 triangolare planare 120
AX4E0 tetraedrica 109,4° perfett
AX5E0 trigonale bipiramidale
AEX6E0 ottaedric
Per descrivere una molecola con VSEPR: si contano gli elettroni e il numero di coppie (E), si individua l’atomo
centrale (A) si contano le coppie che stanno attorno e si individua la geometria.

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R

Teoria dell’orbitale Molecolar


Serve per spiegare l’esistenza di molecole a numero dispari
come H2+. Assegna gli elettroni di una molecola a una serie
di orbitali detti molecolari che appartengono all’intera
molecola. In H2+ i due orbitali atomici 1s si avvicinano e
vengono sostituiti da due orbitali molecolari indicati con
sigma e sigma star. Di legame e anti-legame

Gli stati della materia

Stato Liquid

La materia esiste in tre forme: solida, liquida e gassosa. Essa si trasforma al variare dei parametri temperatura e
pressione. In questo modo le molecole modi cano il loro moto e la distanza di legame

Nello stato liquido abbiamo caratteristiche intermedie tra quelle dello stato gassoso e quelle dello stato solido. I
liquidi hanno un volume proprio ma non hanno una loro forma, che gli viene attribuita dal recipiente che li contiene.
Hanno una densità minore di quella dei solidi e sono poco comprimibili, si espandono con l’innalzamento della
temperatura e presentano una viscosità che dipende dalla massa molare e dalla forma delle molecole che lo
compongono. Hanno una tendenza a massimizzare il rapporto super cie/volume. Quando bagnano una super cie
è perché le forze di coesione intermolecolari sono inoli di quelle tra il liquido e la super cie

Pressione di Vapore

Se l’evaporazione a temperatura costante avviene in un ambiente chiuso in cui presente dello spazio libero le
molecole di vapore durante il loro moto possono essere attratte e condensarvisi. Il liquido non evapora
inde nitamente ma solo no a quando non si raggiunge un equilibrio dinamico, dove la velocità di evaporazione
delle molecole del liquido è uguale alla velocità di condensazione delle molecole di vapore. La pressione che
esercita il vapore in equilibrio dinamico con il suo liquido è detta tensione di vapore. La tensione di vapore di un
liquido dipende dalla natura del liquido e dalla sua temperatura.

Le sostanze volatili evaporano più rapidamente all’aumentare della temperatura. Essa è una caratteristica legata
alle forze intermolecolari, più deboli sono queste forze e più veloce è la volatilità

Punto di ebollizion

Un liquido arriva al punto di ebollizione quando la Pvap = Pest, tale punto aumenta con l’aumentare della
pressione

Tensione super cial

È l’energia richiesta per aumentare l’area della super cie del liquido di una unità, a questa è legata la capillarità
perché qui le forze di adesione col vetro, ad esempio, sono più forti di quelle di coesione.

Stato Gassos

Forze intermolecolari estremamente ridotte, elevato stato di disordine in cui le particelle si muovono quasi
indipendentemente l’una dall’altra. I gas non hanno forma e volume propri, presentano un alta comprimibili, sono
miscibili e il moto delle particelle sulle pareti del contenitore generano una pressione

Gas Ideal

Gas formato di molecole puntiformi, moto casuale, non interagiscono tra loro e se lo fanno gli urti sono elastici

Formula dei Gas perfetti: PV=nR

Legge delle trasformazioni isoterme (Boyle): A temperatura costante, il volume di un gas è inversamente
proporzionale alla pressione. V = 1/P oppure P1V1 = P2V

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e

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.

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2

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.

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Legge delle trasformazioni isobare (Gay Lussac): Per gas a pressione costante, il volume è direttamente
proporzionale alla temperatura. Tutti i gra ci portano a un volume nullo a -273,5 °C quindi diventa lo zero naturale
e abbiamo che V1/T1 = V2/T2 quindi anche P2/T2 = P1/T

Legge di Avogadro: A T e P costanti volumi uguali di gas contengono lo stesso numero di particelle a prescindere
dal tipo di molecole che lo compongono.

Equazione generale dei gas: PV = nRT dove R è la costante dei gas, T è la temp, ed n è la quantità di sostanza.
Da qui abbiamo la legge combinata dei gas P1V1/N1T1 = P2V2/N2T

Gas Reali: In realtà le molecole non sono masse puntiformi ma possiedono un volume proprio ed esistono
interazioni fra molecole. I gas reali si avvicinano a quelli ideali a bassa temp e ad alta temp. Il volume di un gas
reale è > di un ideale invece per la pressione è il contrario

Equazione di van der waals R=costante universale dei gas, T=temp assoluta, V=volume
molare, a,b= costante dei gas. Tiene conto del fatto che le attrazioni intermolecolari tra le
particelle gassose fanno sì che la pressione che si misura per un gas reale è minore di quella
di un gas perfetto

Legge di Dalton: si applica nel caso di miscele gassose. Ptot=sommatoria delle P dei gas. La pressione totale
esercitata da una miscela di gas ideali è uguale alla somma delle pressioni parziali dei singoli componenti.

Pressione parziale: la pressione che un gas avrebbe esercitato in un recipiente da solo

Liquefazione del ga

Gas reali ad adeguata pressione e portati ad una T bassa, condensano diventano prima liquidi poi solidi. Le
particelle del gas si muovono così lentamente che le attrazioni intermolecolari permettono che le forza di una
molecola catturino l’altra

C è il punto critico PC è pressione critica VC è volume critico. Al diminuire di P e T si vede che il gas passa allo
stato liquido e liquido più vapore ed aumenta via via di volume

Temperatura critica: temperatura di ogni sostanza al di sopra della quale il gas non può liquefarsi per
compressione. Alla pressione e temperatura critica il volume occupato dal liquido e dal gas sono indistinguibili
(volume critico)
Vapore: sostanza aeriforme che si trova ad una temp inferiore di quella critica e diventa solido per raffreddamento
o compressione.
Stato solid
Le forze attrattive prevalgono sull’agitazione termica. La libertà di movimento è quasi nulla, più basse sono le forze
attrattive e più bassa sarà la temperatura alla quale si ottiene lo stato liquido
-Solidi Cristallin
Covalenti (atomi legati con legami covalent
Ionici (atomi che si attraggono elettrostaticamente
Molecolari (molecole vincolate dalle forze intermolecolari
Metallici (legame metallico
Sono solidi con disposizione ordinata, col reticolo cristallino. Composto da una cella elementare che è la struttura
minima di ripetizione capace di riprodursi nelle tre dimensioni. Hanno super ci piatte e ben de nite chiamate facce,
alta temp di fusione
-Solidi Amor
Disposizione disordinata, proprietà isotrope, la temp di fusione non ben de nit

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o

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Transizioni di fase
Il processo in cui una sostanza passa da uno stato sico da un altro è noto come transizione di fase
- solido liquido fusion
- solido gas sublimazion
- liquido solido congelamento o solidi cazion
- liquido gas evaporazion
- gas liquido condensazione o liquefazion
- gas solido condensazione o deposizione (brinamento
È richiesto calore per fondere ed evaporare. I processi sono endotermici o esotermici. Lo scambio di calore
durante la transizione di fase fa si che la temperatura sia costante. Durante una transizione si ha solido liquido
gas. Il calore fa allontanare le molecole e T rimane costante no alla fase successiva
Diagramma di Fase

È un gra co pressione-temperatura in cui ogni punto rappresenta uno stato della sostanz
Il punto triplo è dove si intersecano i 3 con ni di fase e la sostanza esiste in tutti e tre li stadi. Le curve che
delimitano le regioni sono dette con ni di fase, il con ne di fase tra solido-liquido indica il punto di fusione.
Soluzion
Una soluzione è una miscela omogenea, composta da solvente che è presente in maggior quantità e soluto che è
in quantità minore. La solubilità molare è la sua concentrazione molare nel soluto. Le soluzioni possono essere:
gassose, liquide o solide
Solubilità: massima quantità di un soluto che in tali condizioni si scioglie in una data quantità di solvente, formando
in tal modo un'unica fase con ess
Una quantità nita di solido si scioglie in un dato volume, a quel punto diventa satura e la soluzione arriva
all’equilibrio dinamico in quanto molecole di soluto presenti come corpo di fondo si sciolgono mentre molecole di
soluto presenti in soluzione precipitano continuamente
Solvatazione: interazione tra soluto e solvente che porta le singole molecole di soluto disciolto a circondarsi di
molecole di solvente
Soluzioni molecolar
Il soluto è costituito da molecole tenute da forze intermolecolari deboli. Nel caso di liquidi queste forze sono simili.
Cioè le molecole in soluzione sostituiscono i legami a idrogeno soluto-soluto con soluto-solvente
Forze di London: In un atomo può succedere che in un dato istante la distribuzione della nuvola elettronica si
asimmetrica rispetto al nucleo fa sì che si crei un dipolo istantaneo che induce un dipolo indotto nelle molecole
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i

fi
i

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.

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.

circostanti. Tra il dipolo istantaneo e il dipolo indotto si viene a formare la forza di London. È per questo motivo che
esistono molecole condensate O2 ed N2
Entalpia di soluzione
Per solvere un solido in liquido si de nisce un calore o entalpia di soluzione Hsol
Hsol = energia di solvatazione + energia reticolar
esotermico Hsol<
endotermico Hsol>
Energia reticolare:  l'energia che si libera quando ioni positivi (cationi) e ioni negativi (anioni), partendo da distanza
in nita l'uno dall'altro, cioè in assenza di interazioni, si uniscono per formare una mole del cristallo
Concentrazioni delle soluzion
Le concentrazioni delle soluzioni si possono esprimere in diversi modi
Percentuale in massa di un componente: massa/totale massa della soluzione per 10
Percentuale in volume di un componente: volume di un componente/ volume totale delle soluzione per 10
Frazione molare di un componente: numero di moli di un componente rispetto al numero totale di moli
Molarità o concentrazione molare, rappresenta il numero di moli di soluto per unità di volume di soluzione.

M = mol di soluto / Volume soluzione
Molalità rappresenta il numero di moli di un soluto per ogni kg di solvente. Molalità = mol di soluto / kg di solvente
Normalità: rappresenta il numero di equivalenti di un componente per litro di soluzione.
Solubilità di un ga
La solubilità di un gas in un liquido comporta il passaggio da uno stato incui le forze di interazione tra le particelle
sono deboli (gas) a uno stato in cui le interazioni tra particelle sono più forti (liquido). Il processo è esotermico ed è
in uenzato dalla temperatura
Legge di Henry: La solubilità di un gas è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas,
s=kH Kh è una costante S sono i grammi di soluto per litro di soluzione
Legge di Raoul
La pressione parziale di ciascun componente volatile della miscela è minore della tensione di vapore che
eserciterebbe allo stato puro ed è tanto minore quanto minore è ala sua concentrazione nella miscela
PA = xA PA° x=frazione molare della soluzione Pa°=tensione di vapore del componente pur
Osmosi
Flusso di solvente che da una parte più concentrata va verso una meno concentrata. La pressione necessaria ad
arrestare il usso del solvente è detta pressione osmotica
Legge di van’t Hoff
= pressione osmotic
V=nR
da cui:
= RT c (c = molarità

Termodinamica
Il sistema può essere
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fl
P

fl
t

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.

-Aperto: scambia energia e materia con l’estern


-Chiuso: con ni sici che impediscono il passaggio di materia
-Isolato: non scambia nient
Stato termodinamico: il sistema ha raggiunto l’equilibrio, le proprietà sono costant
Processo termodinamico: passaggio da uno stato ad un altro
Processo reversibile: si realizza attraverso una serie continua di stati termodinamic
Processo irreversibile: il passaggio non è rappresentabile come una serie continua di stat
Lavoro w L = F x
L’energia è la capacità di un sistema di compiere un lavoro. Le risorse totali interne di un sistema si dicono energia
interna
Il lavoro può essere
-Espansivo: deriva da una variazione di volume del sistema (gas che si espande
-Non espansivo: non comporta variazioni di volume del sistema, allora se nulla resiste all’espansione il lavoro è
nullo
L’energia potenziale è immagazzinata nei legami chimici e viene vincolata o liberata dalle reazioni
-Esotermiche: liberano energi
-Endotermiche: immagazzinano energi
Un processo si dice reversibile quando può essere invertito con una sola variabile
Una funzione di stato è una grandezza che dipende solo dallo stato nale ed iniziale del sistema e non dal
percorso quindi: ΔE = E nale – E Iniziale
P, V, T e d sono funzioni di stato
Calore
È dovuto ad un trasferimento di energia. Quando due temperature sono uguali l’energia che uisce tra le due è alla
stessa velocitò quindi sono in equilibrio termico (dinamico)
Capacità Termica C = calore fornito / ΔT quindi q / ΔT
La capacità termica speci ca è detta anche calore speci co Cs = C/
Entalpi
È la somma dell’energia interna del sistema H = E + PxV. È una funzione di stato che permette di tracciare le
perdite energetiche di un sistema sotto forma di lavoro di espansione. Se P e q sono costanti ΔH = qe
ΔH>0 esotermiche ΔH<0 endotermich
Entropi
È una grandezza termodinamica che descrive il grado di disordine di un sistema
1° Principio della termodinamica
Legge di conservazione dell’energia. L’energia dell’universo è costante e non varia a seguito di trasformazioni
siche o chimiche. Ogni sistema ha una energia interna E che è funzione di stato: E = q+w L’energia non si
disperde né si trasforma

2° Principio della termodinamica


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S

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Ogni trasformazione spontanea avviene in modo da far aumentare il grado di disordine del sistema e dell’ambiente
esterno, il degradarsi di E comporta un aumento di
Processo irreversibile (spontaneo) ΔS>q irreversibile /
Processo reversibile (equilibrio) ΔS=q reversibile /
3° Principio della termodinamica
Il valore minimo di S è 0 e si ha solo nei cristalli perfetti allo zero assoluto. Entropia assoluta: S=klnW
W è la molteplicità dello stato, se W=1 S=
Legge di Hess
L’entalpia è una funzione di stato quindi è importante solo l’inizio e la ne. La legge di Hess dice che l’entalpia
della reazione complessiva è data dalle somme dei singoli stadi
Es. C(s) + ½ O2(g) = CO2 (g) Succede che prima il carbonio si ossida e poi diventa diossido, quindi i prodotti
diventano reagenti e si innesca una sequenza di reazione
Energia libera di Gibb
È l’entalpia libera, e determina la spontaneità di una reazione. Si indica con G e tiene conto del contributo
all’energia H e del disordine S ΔG= ΔH -T Δ
ΔG = ΔG prodotti – ΔG reagenti < 0 è spontane ΔG=0 è in equilibri
Equilibri
ΔG in condizioni di valori non standard viene calcolato ΔG= ΔG + RTlnK e l’equilibrio si ottiene quando ΔG=
f
L’equilibrio chimico
Si dice che la reazione è all’equilibrio quando la reazione diretta e inversa continuano ad esistere ma i reagenti si
formano con la stessa velocità con cui si consumano
Prendiamo ad esempio la reazione N2(g) + 3H2(g) (Fe) 2NH3(g Inizialmente produce ammoniaca ma poi sembra
arrestarsi, ma in realtà è che sta aumentando no a diventare costante la velocità della reazione opposta cioè
2NH3(g) (Fe) N2(g) + 3H2(g). Quindi si può indicare con una doppia freccia . Questo è l’equilibrio dinamic

Costante di equilibrio
Tutte le condizioni di equilibrio devono soddisfare la seguente equazione
In condizioni gassos aA(g) + bB(g) cC(g) + dD(g K=(Pc)C x (Pd)D / (Pa)A x (Pb)B
In condizioni generali aA + bB cC + dD K=(ac)C x (ad)D / (aa)A x (ab)B
P indica i valori delle pressioni parziali all’equilibrio e l’esponente è il coef ciente stechiometrico. K non ha
dimensioni. Se gli elementi della reazione hanno la stessa fase sono equilibri omogenei altrimenti sono eterogenei.
Se ci sono reazioni che coinvolgono un solvente, per K lo si ignora
Questa costante ci serve per 3 cose
Informazioni qualitativ
Nell’equazione aA + bB cC + dD abbiamo K=(ac)C x (ad)D / (aa)A x (ab)B
-K>1 all’equilibrio sono favoriti i prodott
-K<1 all’equilibrio sono favoriti i reagent
Una reazione endotermica avrà k<1 e non ci sarà molto prodotto al contrario di k>1. Reazioni fortemente
endotermiche vanno più al completamento
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0

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T

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Previsione di una reazione


aA + bB cC + dD K not
Al tempo 0 (inizio) abbiamo A0, B0, C0, D quindi K /= Ceq x Deq / Aeq x Beq La reazione andrà a destra o sinistra
per raggiungere l’equilibrio. Introduciamo il quoziente di reazione Qc

Se Qc > K reazione procede verso s


Se Qc < K reazione procede verso d
Se Qc = K reazione all’equilibri
Concentrazioni all’equilibrio

-K grande l’equilibrio favorisce i prodott


-K medio non favorisce nessun
-K piccolo favorisce i reagent

Tabella di equilibri
PCl5(g) PCl3(g) + Cl2(g

Si ottiene una equazione di secondo grado: risolvendola si ha -79,6 o 1,2

Le Chatelier
Se si impone una sollecitazione ad un sistema in equilibrio dinamico tenderà a modi carsi. Cioè le condizioni di
equilibrio sono variabili in base a P, T e C (concentrazione)
La natura degli acidi e delle basi
Teoria di Arrhenius
Sono acidi o basi le sostanze più comuni presenti in natur
-Acidi e sostanze acide: hanno un sapore aspro, colorano di rosso la cartina tornasol
-Basi e sostanze basiche: hanno un sapore amaro, neutralizzano gli acidi, colorano di blu la cartina tornasol
Osservò che queste specie erano in grado di condurre corrente quindi stabilì
-Acido: sostanza capace di rilasciare ioni H+ in H2
-Base: sostanza capace di rilasciare ioni OH- in H2
Quindi un acido in H20 si ionizza in H+ che con un legame dativo si lega ad altra H20 e in H3O+ (ione idronio)
Elettrolita è un soluto che sciogliendosi in acqua forma una soluzione con ioni, un soluto che non si dissocia non è
un elettrolita. Allora gli elettroliti possono essere
-Forti (NaOH, HCl, HNO3) hanno una completa ionizzazione
-Deboli (CH3COOH, H2CO3, NH3) hanno una parziale dissociazione nché non si è raggiunto l’equilibrio
Teoria di Bronsted-Lowr

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0
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8

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Supera quella di Arrhenius che era limitata solo alle reazioni in H2O. Secondo questa teoria un acido (molecola o
ione) rilascia H+ (idrogenuri) solo se c’è una base che lo può ricevere. Quindi
-Acido: sostanza che cede H+
-Base: sostanza che accetta H
Questo processo è una reazione di trasferimento protonico, quando l’acido ha subito la ionizzazione si dice che si
è deprotonato. Quando ciò avviene l’acido iniziale si trasforma nella sua base coniugata e la base iniziale diventa
l’acido coniugato. Per acido forte si ha base coniugata debole, per acido debole si ha base coniugata forte. Per le
basi è lo stesso.
Teoria di Lewis
È ancora più completa e generale. Si basa tutto sullo scambio di doppietti elettronici
-Acido: composto in grado di accettare un doppietto di elettron
-Base: composto in grado di cedere un doppietto di elettron
Ovviamente questa teoria ingloba tutti i composti delle teorie precedenti e ne aggiunge di nuovi che non si
spiegavano altrimenti
L’acqu
Ci sono sostanze che tendono a reagire sia con acidi sia con basi e sono dette an protica ad esempio l’acqua.
Anche l’acqua può ionizzarsi H2O+H2O OH- + H3O+ quindi può contribuire a formare ioni. La costante di
equilibrio Kc dell’acqua è Kc = [H3O+]x[OH-] / [H2O]2 A 25 °C 1,8x10-16 mol/L questa costante è detta prodotto
ionico dell’H2O e si indica con (Kw)2. Siccome è una costante il prodotto delle concentrazioni degli ioni in qualsiasi
soluzione è sempre uguale a Kw. Se si aggiunge un acido gli H3O+ aumentano ma subito gli OH- diminuiscono in
modo da mantenere l’equilibrio
-Acido H3O+>OH
-Basico H3O+<OH
-Neutro H3O+ = OH
Divisione degli acid
-Monoprotici cedono solo 1H+ (HNO2
-Diprotici cedono 2H+ (H2CO3
-Triprotici cedono 3H+ (H3PO4
-Poliprotici cedono più di 1H
Stessa cosa vale per le basi che possono essere monoprotiche o poliprotiche solo che loro assorbono
Elettronegatività ed acidi-bas
All’aumentare dell’elettronegatività aumenta il carattere acido degli elementi, dopo l’idrogeno sono acidi, prima
sono basi
X – O – H formula di un acido o base, a seconda che l’elettronegatività dell’elemento (X)
-X > H avremo un acid
-X < H avremo una bas
L’acido più forte sarà quello più dissociato. Viceversa, quello più debole sarà il meno dissociato
Negli ossiacidi invece l’acidità aumenta via via con l’aumentare degli O legati al metallo
Scala p
Ph = -log[H+
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a

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:

pOH = -log[OH-
Poiché Kw = 1x10-14ph+pOH=pKw=1 ph<7 acido ph>7 basic
La costante di acidità
Un indicatore della forza di un acido o di una base è la costante di equilibrio di trasferimento protonico al o dal
solvente. Solo che assumiamo H20 uguale a 1. E abbiamo la costante di acidità Ka di un composto. Ka =
A(prodotto) + B(prodotto) / C(reagente). Ka è un valore tabulato
Le soluzioni di acidi debol
La concentrazione iniziale di un acido è la concentrazione molare iniziale, come se non avesse perso protoni. Se
acido forte gli H3O+ in soluzione sono uguali a quelli iniziali. Se acido debole bisogna tener conto dell’equilibrio tra
l’acido, la sua base coniugata e l’acqua.

Il ph di soluzioni salin
Una base che neutralizza un acido origina sempre un sale. Se misuriamo il pH di una soluzione salina in genere
non ha ph neutro. Ad esempio, CH3COOH (aq) 0.3m con NaOH (aq) 0.3m il ph sarà 9. Il perché è dato da
Bronsted-Lowry perché attribuisce agli ioni carattere acido o basico. Lo ione acetato CH3CO2- è una base per lo
ione ammonio NH4+ acido. Il ph della soluzione di un sale dipende dall’acidità e basicità dei suoi ioni
Acidi e basi poliprotiche (pdf.643
Acido poliprotico: composto che può cedere più di un proton
Base poliprotica: composto che può accettare più di un protone
I tampon
Un tampone è una soluzione mista in cui il pH resiste al cambiamento anche se si aggiungono piccole quantità di
acido o base forti. Una miscela di acido debole e il suo sale agirà da tampone acido, una base debole e il suo sale
saranno un tampone basico. Lo scopo di un tampone è stabilizzare una soluzione. I temponi si preparano con
concentrazioni uguali di acido e base coniugati, sono detti equi molari. La capacità tamponante è la massima
quantità di acido o base che si può aggiungere prima che il tampone perda la capacità di resistere a variazioni di
pH.
Le titolazion
La titolazione è una tecnica analitica che consiste nell’aggiungere gradualmente una soluzione, il titolante in una
beuta che contiene il campione detto analita. Quando un acido forte viene unito ad una base forte si ha una
neutralizzazione. H3O+ (aq) + OH- (aq) 2H20 (l). Il diagramma del pH dell’analita in funzione del volume del
titolante è detto curva del ph, sostanzialmente è la curva dove si vede il variare del ph via via che il titolante viene
aggiunto. Inizialmente declina lentamente no in prossimità del punto stechiometrico si stabilizza e poi se si
continua a titolare va verso il valore dell’acido. In molte titolazioni l’analita o il titolante contengono o un acido o
una base e l’altro contiene l’opposto. Nella titolazione di un acido forte, all’inizio il pH varia lentamente, poi
bruscamente quando è al punto stechiometrico (acido e base in stessa quantità) e poi torna a modi carsi
lentamente. Il variare lentamente del pH indica che la soluzione agisce da tampone. Oltre il punto stechiometrico,
durante la titolazione di un acido debole con una base forte, il pH dipende solo dalla concentrazione della base
forte in eccesso
Come calcolare il pH durante la titolazione di un acido debole o di una base debol
Il pH è dato dalla principale specie disciolta. Via via che si titola si forma il sale della base coniugata dell’acido e
questo agisce sul pH, quindi, va considerato.

Per prima cosa si ricava la quantità di acido o di base in accesso

Fase 1 Calcolare quantità di acido debole o base debole presente 


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e

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.

Fase 2 Si calcola la quantità di ioni OH- o H3O+



Fase 3 Si calcola la quantità di base o acido e la quantità residua

Fase 4 Si trovano le molarità M=mol/V(L) dove il volume è dato dalla somma di tutti i volumi e si determina il pH


Gli indicatori acido-bas


Per determinare il pH di una soluzione si usa il piaccametro che funziona con un elettrodo che misura la
concentrazione di ioni H3O+, il punto nale della titolazione è quello nel quale le concentrazioni di acido e base
sono uguali. Quindi pH = pKln. Un indicatore comune è la fenolftaleina che è incolore mentre la base congiunta è
rosa. La stechiometria delle titolazioni degli acidi poliprotici ha in più la caratteristica di avere tanti punti
stechiometrici quanti sono gli atomi di idrogeno acidi
Gli equilibri di solubilit
La costante di equilibrio di solubilità tra un composto ionico e i suoi ioni disciolti si chiama prodotto di solubilità
Kps. Per determinarla si misura la solubilità molare del composto, cioè la concentrazione del composto in
soluzione satura.
Effetto ione in comun
La solubilità di un sale scarsamente solubile si riduce aggiungendo un secondo sale solubile che abbia uno ione in
comune con il sale in questione. Seguendo il principio di Le Chatelier il sale poco solubile risponde all’aggiunta di
ioni precipitando dalla soluzione, praticamente la sua solubilità diminuisce. Però questo vale in tutte le reazioni, ad
esempio NaCN e poi ci metti HC
siccome il sale diventa CN-  e CN- è il prodotto della reazione dell'HCN quindi la reazione sarà rallentata

Precipitazione
È la formazione di un solido mescolando due soluzioni di Sali solubili. Si ha che uno dei due prodotti è insolubile.
La solubilità di un solido può aumentare allontanando uno dei suoi ioni dalla soluzione, ad esempio impiegando un
acido per disciogliere gli idrossidi oppure modi cando la temperatur
Le redo
Ossidazione = perdita di uno o più elettroni

Riduzione = acquisto di uno o più elettroni

Sono alla base di molte trasformazioni chimiche come, ad esempio, la combustione o l’estrazione dei metalli dai
minerali. La differenza tra redox e reazioni acidi-base è che gli elettroni nel migrare si portano assieme atomi o
persino interi gruppi, di conseguenza modi cano anche i legami tra gli atomi oltre che gli elettroni.
Per semi reazione si intende la parte ossidativa o riduttiva. Mostra l’allontanamento degli elettroni da una specie
che si ossida. Oppure mostra l’avvicinamento alla specie che si riduc
Bilanciare le redox

Fase 1 identi care la specie che si ossida e quella che si riduce in base alla variazione dei n.o
Fase 2 formulare le due equazioni senza bilanciarl
Fase 3 bilanciare gli elementi
Fase 4 Bilanciare gli O usando H2O e H usando H
Fase 5 bilanciare le cariche elettriche aggiungendo elettroni al primo membro per le riduzioni e al secondo
membro per le ossidazioni
Celle galvanich
Una cella elettrochimica è un dispositivo nel quale una corrente elettrica viene prodotta a partire da una reazione
chimica spontanea. In particolare, una cella galvanica è una cella elettrochimica che usa una reazione chimica
spontanea per generare corrente elettrica. Infatti, la batteria è un insieme di celle galvaniche collegate. Alla base

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x

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e

fi
fi
fi
+

c’è la redox di Zn + Cu2+ Zn2 + Cu Zinco metallico e ioni rame II. Introduciamo lo zinco metallico in una soluzione
acquosa e vediamo uno strato di rame metallico depositarsi su di esso. A livello atomico durante la reazione si
trasferiscono elettroni dagli atomi Zn agli ioni Cu2+. Lentamente il pezzo di zinco scompare
Se immaginiamo i reagenti separati però con un percorso agibile dagli elettroni per passare dallo Zn metallico agli
ioni Cu2+, man mano che la reazione procede gli elettroni passano dalla specie che si ossida a quella che si
riduce. In una cella galvanica i reagenti sono separati, essa è costituita da due elettrodi separati che sono in
contatto con un elettrolita, cioè un mezzo che conduce tramite ioni. L’ossidazione si svolge su un elettrodo detto
anodo e sul catodo avviene la riduzione.
La cella Daniell
È un esempio di cella galvanica, 1836 John Daniell. Due reagenti separati, Zn metallico in soluzione di solfato di
zinco e il rame in soluzione di solfato di rame. Gli elettroni devono passare dallo Zn metallico, attraversare il
lamento del circuito e nire nell’elettrodo di rame. Quando gli ioni Cu2+ si riducono la soluzione al catodo diventa
carica negativamente mentre quella all’anodo carica positivamente. Per evitare questo accumulo di cariche che
arresterebbe il usso di elettroni, le due soluzioni sono in contatto attraverso una parete porosa, che chiude il
circuito.
Potenziale di cell
Una reazione che ha una elevata attitudine a mandare elettroni attraverso il circuito ha un elevata differenza di
potenziale (elevato voltaggio). Una batteria esaurita è una cella la cui reazione si trova all’equilibrio. L’unità di
misura del potenziale della carica elettrica è il coulomb. Quella del potenziale è il volt. Il potenziale di cella Ecell è la
differenza di potenziale di una cella galvanica ed è data da DeltaG = - nfEcell DeltaG sono i Joule. Se la differenza
di potenziale in una cella è positiva allora l’energia libera di reazione sarà negativa e si avrà la tendenza a
generare prodotti. Se la differenza di potenziale è negativa, la reazione tenderà a formare reagenti
Potenziale di cella standar
Attitudine di una reazione a tirare verso di sé gli elettroni. Ecell° DeltaG° = -nFEcell° DeltaG è l’energia libera
standard di reazione cioè la differenza tra le energie libere molari dei prodotti e dei reagenti
Ricapitolando DeltaG° è la differenza tra i valori di energia libera tra i prodotti isolati e i reagenti allo stato standard.
DeltaG è la differenza tra le energie dei prodotti e dei reagenti che essi possiedono in uno stato intermedio della
reazione. DeltaG° è un valore sso, DeltaG invece varia a mano a mano che la reazione procede. Più il valore di
E° è basso, maggiore è la tendenza

di un seme elemento a ridurre.

Ciascun semi elemento tende a ossidare i semi elementi con E° minore e a ridurre i semi elementi con E°
maggiore.

Equazione di Ners
Quando le concentrazioni non sono ad 1 M o la temperatura non è a 25° i potenziali di elettrodo hanno valori
diversi da quelli normali. Er = E° + (RT/nF) · ln([Ox]B/[Red]A
E° = potenziale di riduzione standard della semireazion
R = costante dei gas ideali (8,314 J K – 1 mol – 1
T = temperatura misurata in kelvi
n = numero di moli di elettroni scambiat
F = costante di Faraday (96 485 C/mol
[Ox] = concentrazione della specie ossidante elevata al coef ciente stechiometrico
[Red] = concentrazione della specie riducente elevata al coef ciente stechiometrico
Cella elettrolitic
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d

fi
n

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B

Collegando i poli della pila a quelli di uguale segno di un generatore di corrente esterno, applichiamo una
differenza di potenziale esterna in opposizione uguale alla f.e.m. della cella, un amperometro inserito nel circuito
esterno non segnerà passaggio di corrente. Preché? Perché si la cella si trova in perfetto equilibrio e agli elettrodi
non avviene nessuna reazione. In una cella elettrolitica il catodo è il polo negativo, dal quale vengono prelevati gli
elettroni, mentre l’anodo è il positivo, al quale vengono ceduti gli elettroni.
[ndr Cella Galvanica anodo (-) Cella Elettrolitica anodo (+)
Elettrolisi dell’HCl.

In soluzione sono presenti ioni H+ e ioni Cl– dovuti alla dissociazione dell’acido. Gli ioni H+ sono attirati dal catodo,
dove prelevano elettroni e si riducono ad atomi di idrogeno. Gli ioni Cl– sono attirati dall’anodo, dove cedono
elettroni e si ossidano ad atomi di cloro. Una cella elettrolitica è un sistema che utilizza energia elettrica per far
avvenire una reazione redox non spontanea
Legge dell’elettrolisi di Faraday
La quantità di prodotto o di reagente consumato dalla corrente elettrica è stechiometricamente equivalente alla
quantità di elettroni forniti
Seconda legge dell’eletrolisi di Farada
Una mole di elettroni è chiamato faraday (F).

Il valore di 1 faraday espresso nell’unità di misura della carica elettrica, il coulomb C è uguale a 96 500 C/mol.
Questo valore è de nito costante di Faraday. La seconda legge di Faraday afferma che durante l’elettrolisi il
passaggio di un faraday provoca la reazione agli elettrodi di un equivalente di ogni tipo di ione.

La corrosion
La corrosione signi ca ossidazione. Un metallo si corroderà tanto più quanto più è negativo il suo potenziale
normale di riduzione. La corrosione funziona come una cella galvanica, alcune zone del metallo funzionano da
generatrici di elettroni altre da accettori. Le zone più suscettibili sono quelle con impurità o sottoposte a stress.

La cinetica
Termodinamica: indica la spontaneità di una reazione

Cinetica chimica: indica la velocità a cui avviene una razion
La cinetica chimica è lo studio della velocità delle reazioni chimica e dei fattori che la in uenzano. Inoltre spiega il
meccanismo delle reazioni, ossia l’insieme degli stadi elementari attraverso cui passa il sistema nello svolgimento
del processo globale.

Energia di attivazion
È la minima energia cinetica totale che le molecole devono fornire alle loro collisioni af nché possa veri carsi una
reazione chimica. Questa differenza di energia si può de nire in diverse maniere. O l’energia tra le molecole è già
suf ciente o devo fornirla io. Esempio: a temperatura ambiente le due molecole non reagiscono, somministro
energia e reagiscono. Quando le molecole sono allo stato di transizione, avranno un guadagno maggiore andando
verso i reagenti che andando verso i prodotti. Più il punto di transizione sarà alto e più sarà lenta e più avrà
bisogno di energia
Fattore steric
Sappiamo che la reazione che si ha quando i reagenti urtano, non solo deve avvenire da un punto di vista
energetico ma l’urto deve avvenire nella giusta direzione. Quindi fattori energetici e geometrici entrano in gioco
perché devono avvenire in uno speci co modo tra i reagenti. Sperimentalmente si può calcolare quanto è l’energia
di attivazione di una reazione per capire se ha bisogno di molta energia o poca

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Distribuzioni energie cinetiche molecolari Maxwell-Boltzman

Nel caso T1 vediamo che ad una determinata T ci dice qual è una frazione di molecole che ha una energia cinetica
ef cace. Il punto medio (linee tratteggiate) è la quantità di molecole che possono avere un energia cinetica tale per
cui l’urto è ef cace.
Nel caso T2 aumentiamo la temperatura abbiamo un appiattimento della curva con uno spostamento verso destra
dell’energia cinetica. Anche se le molecole sono le stesse, più aumento la temperatura più aumento la probabilità
che una reazione avvenga perché aumento il numero di molecole che hanno quell’energia suf ciente per far
avvenire una reazione

Teoria delle collision


Due molecole si stanno muovendo casualmente in tutte le direzioni, arriverà un momento in cui si scontreranno e
avranno la collisione. Af nché l’urto sia produttivo le due molecole devono avere una energia cinetica tale da
superare la barriera. Altrimenti si urtano e rimbalzano non si forma prodotto. Se hanno una energia cinetica tale
per far avvenire la reazione, avviene l’urto ma la geometria non è corretta quindi la geometria non lo consente.
Allora se la geometria è giusta, allora l’urto è produttivo
Teoria del complesso attivat
È importante per il meccanismo della reazione. Sappiamo che si deve creare un punto di transizione

In questo caso vediamo che la reazione è possibile da un punto di vi sta termodinamico perché i reagenti si
trovano ad un punto più alto dei prodotti. Se fosse stato l’opposto non sarebbe stata termodinamicamente
possibile. Però ora perché ci sia reazione serve anche la posizione geometrica giusta, quindi le molecole si
incontrano hanno l’energia di attivazione allora si viene a formare lo stato di transizione. È una specie chimica che
non è più né reagenti né prodotti. Ci sono dei legami che si rompono e dei legami che si formano
contemporaneamente. Arrivati a questo punto spontaneamente la reazione tende ai prodotti
Se la reazione avviene in un unico stadio, il DeltaH è la differenza di energia tra reagenti e prodotti
Processo a due stad

Questa reazione dal punto di vista solo termodinamico possiamo dire che avviene con un DeltaH di -218kjmol-1. In
realtà la reazione avviene in due stadi ben de niti. Partendo dai reagenti devo superare uno Step 1 per arrivare al
punto di transizione (dovuto al fatto dei legami che si rompono e si formano). Lo stato di transizione evolverà
spontaneamente verso un nuovo punto, un intermedio di reazione. Per poter evolvere verso i nuovi prodotti deve
di nuovo subire un urto tra i reagenti per superare uno Step 2 per arrivare al nuovo punto di transizione e arrivare
nalmente ai prodotti
Catalizzator
Non intervengono nella termodinamica della reazione. Non va considerato nella stechiometria della reazione. Le
energie non vengono toccate. Il catalizzatore interviene nella cinetica, ad esempio abbassando l’energia
necessaria per superare lo stato di transizione, sostanzialmente aumenta la velocità di una reazione. È una
sostanza aggiunta ad una reazione, non prendono parte nella termodinamica, per aumentare la velocità di
reazione o in alcuni casi diminuirla

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La costante di equilibrio non viene toccata dai catalizzatori. La catalisi può essere omogenea o eterogenea a
seconda che il catalizzatore si trova nello stesso stato dei reagenti oppure eterogenea se i reagenti sono in forma
diversa da quella del catalizzatore
Reazione catalizzat

Nota che i reagenti e prodotti non variano. Nella reazione non catalizzata benché sia termodinamicamente favorita
l’energia di attivazione che deve superare è più alta rispetto a quella che dovrebbe superare se fosse catalizzata.
Quindi la reazione potrebbe anche non avvenire mai benché sia termodinamicamente favorita. Col catalizzatore
magari creo più stadi di transizione (2 ad esempio) ma che comunque sono ad un livello energetico più basso di
quello della reazione non catalizzata. Quindi evolve in un intermedio di reazione (buca). Supera un altro stato di
transizione e ho i prodotti
[ndr intermedio di reazione (buca) è stabile. Stato di transizione (picco) non stabile.
Catalisi enzimatic
Identica alla catalisi chimica, l’utilizzo di un catalizzatore capace di far abbassare l’energia di attivazione. Con la
differenza che il catalizzatore non è più una specie chimica inorganica ma è un enzima, quindi è organico. Quasi
tutte le reazioni dell’organismo avvengono attraverso la catalisi enzimatica. Ha una caratteristica importante: ha
una elevatissima speci cità. Di tutti i tipi di substrato solo quello che ha una forma esattamente speci ca richiesta
dall’enzima può reagire. Quindi non si creeranno diversi prodotti da una stessa reazione ma solo uno, speci co.
Questo è il complesso attivato enzima substrato. Sulla super cie avviene la reazione e poi i prodotti si separano
Velocità di reazione
La velocità di una reazione è l’aumento della contrazione molare di uno dei prodotti nell’unità di tempo o come la
diminuzione della concentrazione molare di uno dei reagenti nell’unità di tempo. V = |DeltaC/Deltat| Dove Delta C
è la concentrazione nale – concentrazione iniziale. Deltat è la temperatura nale – temperatura iniziale.

Periodicit
Le proprietà atomich
Le principali proprietà atomiche che determinano le caratteristiche di un elemento sono 5: raggio atomico, energia
di ionizzazione, af nità elettronica, elettronegatività e polarizzabilità. Sono tutte correlate dall’interazione tra
particelle cariche
- Gli elettroni di valenza crescono da sinistra a destra nel periodo e decrescono scendendo nel gruppo. Questo
perché l’elettrone occupa gusci sempre più lontani dal nucleo
- Il raggio atomico diminuisce da sinistra a destra nel periodo e aumenta dall’alto al basso nel gruppo. È il raggio
di un atomo che è uguale alla metà della distanza minima tra il nucleo considerato e il nucleo di un atomo
uguale. Un numero maggiore di elettroni e protoni porta a diminuire il raggio atomico. Perché le parti si
attraggono più intensamente
- L’energia di prima ionizzazione aumenta da sinistra a destra nel periodo e dal basso verso l’altro nel gruppo
perché se gli elettroni hanno un raggio atomico elevato è facile strapparli
- L’af nità elettronica aumenta verso destra. Essa è l’energia liberata in fase gassosa quando un atomo cattura
un elettrone. È l’energia che serve quindi per imporre un elettrone ad un atomo. Il uoro (alto a dx) ha massima
af nità elettronica perché vuole prendere un elettrone. Mentre il Francio (basso a sx) ha minima perché lui
preferirebbe perderlo l’elettrone quindi l’energia che ci vorrebbe per imporre un elettrone sarebbe tanta

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- L’elettronegatività aumenta da sinistra a destra e diminuisce dall’alto al basso. È la capacità di un atomo di


attrarre a sé gli elettroni quando è in un composto. Ha questo andamento perché gli atomi del 7° gruppo
vogliono prendere 1 elettrone per raggiungere l’ottetto mentre quelli del 1° vogliono perderlo per arrivare
all’ottetto
- Polarizzabilità diminuisce da sinistra a destra e aumenta dall’alto al basso. Misura la facilità con cui una nube
elettronica può essere distorta dalle cariche vicine. Più gli atomi sono pesanti più cresce.
Metalli: bassa energia di ionizzazione, bassa af nità elettronica e bassa elettonegatività, per questo tendono a
perdere elettroni formando cationi
Non Metalli: elevate energie di ionizzazione, af nità elettroniche grandi e negative, elevata elettronegatività, per
questo tendono ad acquistare elettroni formando anioni
Ossidi: basici se reagiscono con acidi per dare sali, acidi se reagiscono con basi per dare sali
Nel 1° gruppo troviamo i metalli alcalini, argentei, teneri e fondono a a basse temperature. Hanno con gurazione
ns1. Formano ossidi basici, che in acqua danno idrossidi (basi forti
Nel 2° gruppo troviamo i metalli alcalino-terrosi, più duri, alto fondenti e meno reattivi. Hanno con gurazione ns2.
In acqua danno idrossidi e liberano idrogeno. Formano ossidi basici che in acqua sono basi forti. Il Be è anfotero
Nel 13° gruppo scendendo aumenta il carattere metallico. Importante è il boro, il primo elemento, i suoi composti
sono multipli di BH3 e non esiste come composto stabile
L’alluminio è importante, si trova in natura come ossido.
Nel 14° gruppo il carattere metallico, il primo elemento è il C un non metallo e gli altri sono metalloidi. Hanno
ns2np2. C e SI hanno geometria tetraedri. Il carbonio ha due forme allotropiche il diamante e la gra te
Nel 16° gruppo troviamo elementi che mostrano un passaggio graduale da non metalli a semi metalli e in ne a
metalli.
Nel 17° gruppo troviamo gli alogeni che hanno proprietà simili e sono tutti non metalli tranne l’astato. Esistono
come molecole biatomiche. Formano idruri con caratteristiche acide.
Nel 18° gruppo troviamo i gas nobili. Hanno raggiunto l’ottetto quindi ns2np6
Elementi di transizion
Sono il blocco D della tavola. Sono metalli duri e altofondenti, hanno diversi stati di ossidazione e quindi
partecipano spesso a reazioni.
Azoto
In forma elementare esiste come molecola biatomica N2, costituisce il 78% dell’atmosfera. È poco reattiva per via
del triplo legame. Forma i nitruro ionici. E crea una base forte. Presenta tutti gli stati di ossidazione da -3 a +5
Fosforo
Presente in nature in tre diverse forme allotropiche fosforo bianco rosso e nero. La più comune è P4, gli atomi
sono ai vertici del tetraedro. A causa dell’angolo di legame di 60° il fosforo bianco è molto reattivo e. Brucia all’aria.
Ha da -3 a +5
Ossigen
Nella sua formula più stabile si presenta come molecola biatomica O2 con doppio legame. La sua forma
allotrpoica è l’ozono O3. È molto reattivo e forma composti binari forma ossidi ionici, perossidi e superossidi
Zolf
Il più comune e stabile è lo zolfo rombico. È presente in natura, bolle a 455°C. Ha stati di ossidazione e da -2 a +6
e forma i solfuri coi metalli più reattivi.

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