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Alfa Romeo 156

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L'Alfa Romeo 156 (Progetto 932) è una berlina di segmento D prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa
Alfa Romeo 156
Romeo dal 1997 al 2005. Venne sostituita nel 2005 dalla Alfa 159 e fu commercializzata anche nelle versioni
Sportwagon (2000-2006) e Crosswagon (2003-2007)[1].

Indice
La nascita
L'estetica
La I serie (1997-2001)
La II serie (2001-2003)
Descrizione generale
La III serie (2003-2005)
Costruttore Alfa Romeo
La dinamica
Tipo Berlina 3 volumi
Assemblaggio
principale
Varianti
La 156 GTA Altre versioni Sportwagon
Versioni speciali Crosswagon
Alfa Romeo 156 GTAm Produzione dal 1997 al 2007
Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA 3.5 Autodelta
Autodelta 156 GTA 3.7 V6
Sostituisce la Alfa Romeo 155
Alfa Romeo 156 Coloni S1 Sostituita da Alfa Romeo 159
Gamma motori Esemplari circa 680.000
L'innovazione motoristica prodotti
Motori a benzina
Premio Auto dell'anno nel 1998
Motori a gasolio
Altre caratteristiche
L'Alfa Romeo 156 nelle competizioni
Versioni Dimensioni e massa
Palmarès Lunghezza 4435 mm
L'Alfa Romeo 156 nelle forze dell'ordine Larghezza 1743 mm
Note
Altezza 1390 mm
Altri progetti
Passo 2595 mm
Collegamenti esterni
Massa da 1340 a 1485 kg
Altro
La nascita Assemblaggio Stabilimento Alfa
Romeo di
Per qualche appassionato del marchio, nei primi anni 1990 l'Alfa Romeo 155 aveva in qualche modo minato la
Pomigliano d'Arco
reputazione della casa del biscione per quel che doveva essere l'aspetto dinamico di una vettura di Arese. La 155
Rayong, Thailandia
veniva rimproverata, in particolare, di aver completamente abbandonato la trazione posteriore e di utilizzare parti
meccaniche derivate dal gruppo Fiat.[2] Stile Walter de Silva al
Centro Stile Alfa
I vertici Fiat cercarono allora di realizzare una sostituta della 155 Romeo
che potesse ritrovare quelle caratteristiche dinamiche che gli Giorgetto Giugiaro
alfisti chiedevano; niente ritorno della trazione posteriore, (Terza Serie del
comunque, ma certo una vettura che potesse diversificarsi e non 2003)
poco dalle altre auto medie del gruppo. Si decise di partire dal
Stessa Alfa Romeo 147 e
pianale Tipo III, ma di modificare molte parti in modo da
famiglia GT
ottenere una massa inferiore (struttura plancia in magnesio) e un
Un'Alfa Romeo 156 in versione comportamento dinamico superiore con sospensioni indipendenti
Auto simili Audi A4
Sportwagon
posteriori derivate dalla Lancia Delta Integrale da rally. Si
BMW Serie 3
arrivò, quindi, a definire il pianale Tipo II rev 3 da condividere
Jaguar X-Type
con la più piccola 147, la GT e, con sospensioni differenti sia anteriori che posteriori, anche con la Lancia
Lancia Lybra
Lybra,[3] che rimarrà nel tempo un'esclusiva Alfa Romeo. Una piattaforma dotata di sospensioni inedite a quattro
Lexus IS
ruote indipendenti, del tipo a quadrilatero alto all'anteriore e "MacPherson evoluto" al posteriore. Lo schema a
Mercedes-Benz
quadrilatero alto riproduce il classico schema a quadrilatero, ma è adatto ad essere ospitato in telai
Classe C
originariamente concepiti per ospitare motori a disposizione trasversale e il solo MacPherson all'anteriore a causa Saab 9-3
dei minori ingombri trasversali. Questo fu il compromesso trovato dal gruppo Fiat, nella speranza di poter tornare Volvo S60
a soddisfare quelle che erano le richieste di un mercato molto esigente quale quello che sempre si era rivolto alle
vetture Alfa Romeo.

Fu sotto queste linee guida che al Salone di Francoforte del 1997 venne presentata la nuova berlina di segmento
D di Arese,[2] la quale ottenne subito un enorme numero di consensi sia da parte degli appassionati del marchio,
sia da parte delle riviste specializzate. A riprova di questo, i numeri di vendita sopra ogni aspettativa (90 000
ordini solo nei primi 4 mesi di commercializzazione) e il titolo di Auto dell'anno 1998.[4] Solo nel 2000 verrà poi
lanciata la versione familiare della 156, denominata Sportwagon.[2]

La Alfa Romeo 156 è stata utilizzata come gazzella dall'Arma dei Carabinieri, rimpiazzata successivamente
dall'Alfa Romeo 159.

L'estetica

La I serie (1997-2001)
La 156 è un'auto caratterizzata da una linea particolarmente armoniosa e al tempo stesso aggressiva, che porta la firma
di Walter de Silva.[2] La vettura abbandona completamente lo stile spigoloso e a cuneo della 155, in favore di una linea
più dolce composta da linee tese e raccordi ad ampio raggio. Una caratteristica particolare è data poi dallo spostamento
delle maniglie delle portiere posteriori in una posizione integrata con i finestrini laterali, tale da renderne difficile
l'individuazione ad un primo sguardo.[3]

Anche gli interni portano in dote la stessa evoluzione stilistica degli esterni:[3] linee molto morbide caratterizzano
l'intera plancia e due grandi elementi circolari costituiscono il cruscotto di fronte al pilota. Tre piccoli strumenti circolari
presenti sulla plancia centrale seguono la tradizione della casa. Il volante, inedito, incorpora l'airbag (fino a quel
Gli interni della 156 II serie
momento di serie solo sulla più lussuosa 164) e, in optional, può avere la corona in radica.

L'ultimo modello della prima serie fu la Limited Edition che si distingueva, oltre che per il particolare colore
grigio/azzurro metallizzato, anche per l'interno in pelle nera MOMO, volante e pomello cambio in pelle, strumentazione con fondini neri e cifre arancio, console in
carbon look, minigonne e cerchi da 16" a motivi lenticolari (gli stessi del pack sport) con pneumatici 205/55 R16. È stata prodotta solo nelle motorizzazioni 1,9Jtd e 1,8
TS nel 2001.

La II serie (2001-2003)
Il Model Year 2002 (II serie) propone numerose novità, a livello di estetica, equipaggiamenti e motorizzazioni.[5] Per
quanto riguarda gli interni, Alfa Romeo cerca di sopperire alle richieste dei clienti, i quali avevano avvertito un livello
di qualità inferiore rispetto al resto dell'auto. Viene quindi modificata leggermente la parte centrale della plancia che, in
alto, si arricchisce del computer multifunzione di bordo. Viene allargata anche la disponibilità di colori. Numerosi
optional vengono aggiunti: nuovi servizi di infotainment (denominati Connect e Connect Nav), l'impianto stereo Bose e
un nuovo sistema di climatizzazione automatica bi-zona. Viene infine adottato un nuovo volante (provvisto di tasti per il
controllo per l'impianto stereo) il quale, per le versioni dotate di cambio Selespeed, sostituisce i tasti sulle razze con
delle levette (meglio conosciute come paddles). La II serie della 156

Gli esterni sono caratterizzati dai consueti paraurti della serie precedente, ma completamente in tinta con la carrozzeria,
al pari degli specchietti retrovisori. Sparisce la serratura del baule nascosta dietro lo stemma. Sono inoltre disponibili dei nuovi fari allo xeno.[6]

La III serie (2003-2005)


Nel fine giugno 2003 entra poi in scena la III serie della 156,[7] la quale viene sottoposta ad un massiccio restyling e introduce ulteriori innovazioni e aggiornamenti. In
questo caso, la linea esterna subisce una serie di modifiche ad opera di Giorgetto Giugiaro,[8] che anticipano, in qualche forma, quella che sarà il design della successiva
159 (affidata allo stesso designer). Le linee morbide che caratterizzavano la serie precedente vengono sostituite da nuovi tratti leggermente spigolosi e più sportivi. Nel
2004 viene presentata anche l'Alfa 156 Crosswagon,[9] una versione crossover con trazione integrale e carrozzeria rialzata da terra con vistose protezioni per il
fuoristrada. Nello stesso anno venne presentata la 156 GTA AM (Autodelta Maggiorata) realizzata dalla Autodelta e dotata di un propulsore 3.7 V6.[10]

La dinamica
La guidabilità è, come da tradizione Alfa Romeo, di prim'ordine, grazie a un'elevata resistenza torsionale e a un intelligente schema di sospensioni ereditato in gran parte
dallo schema Lancia Beta, con una soluzione a quadrilatero alto (derivata dalle corse) all'anteriore e "MacPherson evoluto" per il posteriore, quest'ultimo schema
piuttosto insolito perché di norma viene impiegato sull'avantreno.[3] Tale soluzione permette di ridurre l'effetto di sottosterzo grazie a una certa azione autosterzante delle
ruote posteriori.[2] Se la tenuta e la stabilità ne beneficiano, non si può dire altrettanto del diametro minimo di sterzata, decisamente ampio e quindi scomodo in manovra.
La berlina fu offerta sul mercato con la sola trazione anteriore con
motore trasversale, ma dal 2003, in concomitanza con il restyling di
Giugiaro, furono introdotte due versioni della Sportwagon a trazione
integrale Q4 abbinata al motore Multijet da 150 cavalli,[11] una con
caratterizzazione più stradale, l'altra, denominata Crosswagon,[12] con
una certa vocazione fuoristradistica, grazie alla presenza di un assetto
rialzato, a protezioni sotto la scocca e sotto i paraurti. Tali veicoli si
basano su uno schema di trazione integrale a 3 differenziali, di cui il L'Alfa Romeo 156 III Serie, su cui
spicca il restyling del frontale ad
centrale è di tipo Torsen C. La coppia motrice viene trasmessa al 58%
La 156 II serie in versione GTA opera di Giugiaro.
all'asse posteriore in condizioni di aderenza ideale. È lecito dire che le
versioni Q4 della 156 furono introdotte anche a scopo di studiare il
nuovo sistema di trazione integrale, per perfezionarlo in vista del lancio, di lì a breve, della sostituta 159.

Disponibili su alcune versioni i sistemi VDC e ASR, mentre su alcune motorizzazioni erano presenti di serie.

Assemblaggio
Di particolare rilevanza è l'uso, per la prima volta su un modello di grande serie, di componenti di assemblaggio in
magnesio. Sono infatti realizzati in questo materiale la traversa di supporto della plancia, l'anima metallica dello sterzo,
e il telaio dei sedili anteriori.
La 156 Crosswagon
L'Alfa 156 è stata anche assemblata in Thailandia tra il marzo 2002 e fine 2004.[13] Poche centinaia di esemplari sono
usciti dallo stabilimento General Motors locale.

Varianti

La 156 GTA
La 156 GTA e la 156 Sportwagon GTA furono presentate al Salone di Francoforte nel Settembre 2001. La GTA (Gran Turismo Alleggerita) prende il nome dall'Alfa
Romeo Giulia GTA degli anni '60[14].

Furono prodotte 1.973 berline e 1.678 Sportwagon fino all'ottobre 2005 quando la produzione venne fermata, e la 156 venne sostituita dall'Alfa Romeo 159.

Il primo esemplare GTA è stato venduto tramite un'asta on-line, durata dal 13 al 23 settembre durante il Salone di Francoforte. L'offerta vincente è stata di € 48.691,26,
che è stata devoluta al fondo di beneficenza Telethon[15].

L'auto monta il glorioso V6 "Busso" da 3,2 litri, costruito nello stabilimento Alfa Romeo di Arese, in grado di
sviluppare 250 CV. Il motore ha un alesaggio da 93 mm e una corsa da 78 mm e quindi una cilindrata di 3 179 cc e 300
N · m di coppia. Dopo la commercializzazione, Autodelta, specialista tuner di Alfa Romeo, ha prodotto versioni con
prestazioni fino a 3,7 litri e 400 CV (290 kW). La 156 che ha vinto Campionato europeo turismo montava invece, un
motore da 2,0 litri a 4 cilindri da 300 CV (220 kW) a causa delle normative di classe.

Le varianti GTA condividevano gli interni con le comuni 156. Anche le porte, il bagagliaio e il cofano erano condivisi.
Tutto il resto era unico per la GTA, realizzato appositamente dal Centro Ricerche Fiat e dal Centro Ricerche
Maserati[16]. 156 GTA

Anche lo sterzo è stato reso più veloce, solo 1,7 giri per una sterzata completa rispetto a 2,1 nei modelli normali. La
GTA aveva anche freni più grandi di derivazione Brembo, davanti da 305 millimetri (12 pollici) e dischi posteriori da 276 millimetri (10,8 pollici). I dischi anteriori sono
stati successivamente aggiornati a 330 millimetri (13 pollici) per far fronte al potenziale di prestazioni.

Versioni speciali

Alfa Romeo 156 GTAm


L'Alfa Romeo 156 GTAm è stata presentata al Motor Show di Bologna nel dicembre 2002. La vettura è stata costruita dal partner del Gruppo Fiat N.Technology. Il
motore GTA da 3 179 cc è stato aumentato a 3 548 cc e la potenza è stata portata a 300 CV. La vettura ha passaruota allargati, pneumatici da 19 pollici ed è equipaggiata
con differenziale a slittamento limitato N.Technology. Questa versione non ha mai raggiunto la fase di produzione.

Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA 3.5 Autodelta


Al Salone di Ginevra 2004 Autodelta ha presentato un prototipo di 156 Sportwagon equipaggiato con un motore V6 da 3 548 cc con 300 cavalli a 6800 rpm[17]. L'auto è
stata dotata di ammortizzatori regolabili Bilstein, molle Eibach e freni anteriori Brembo con un diametro di 330 millimetri[18]. L'auto è stata anche alleggerita usando un
cofano motore composito[19].
Autodelta 156 GTA 3.7 V6
La società di tuning Autodelta con sede a Londra ha inoltre realizzato due versioni ad alte prestazioni basate su 156
GTA[20]. Nella prima versione, denominata GTA AM, il motore Alfa Romeo V6 è stato portato a 3 750 cc, in grado di
arrivare a 328 CV a 7300 giri / min. Con questa potenza l'auto potrebbe raggiungere la velocità massima di 310
chilometri all'ora. L'altra versione chiamata GTA AM Super era "l'upgrade" della prima versione, ora equipaggiata con
il compressore Rotrex capace di arrivare a 400 CV.

Alfa Romeo 156 Coloni S1 Supercharged Autodelta 156 GTA.


Il costruttore italiano di auto da corsa Coloni ha realizzato un prototipo
unico per la Formula Libre del Gruppo FIA denominata Alfa Romeo
156 Coloni S1, o 156 Maxiturismo[21]. La vettura è una vera e propria vettura da corsa in fibra di carbonio con telaio
tubolare, con motore Alfa Romeo V6 da 3,0 litri che produce tra i 380 CV e i 500 CV. L'auto monta un cambio
sequenziale Hewland-Coloni a 6 rapporti e pesa circa 900 chilogrammi. È in grado di raggiungere oltre 310 chilometri
all'ora[22].

Gamma motori
Alfa Romeo 156 Coloni

L'innovazione motoristica
Da sottolineare la principale innovazione portata dalla 156, per la quale essa passerà alla storia dell'automobile:
l'introduzione, per la prima volta al mondo nel 1997 e in contemporanea con la Mercedes-Benz Classe C (in quanto il
brevetto apparteneva al Gruppo Fiat ed era stato messo a punto assieme al Politecnico di Bari, ma per le
cartolarizzazioni fu venduto alla Bosch)[23], del motore turbodiesel a iniezione diretta common rail,[3] una vera
rivoluzione nella tecnologia motoristica, in seguito impiegata da tutte le case automobilistiche.

La storia del common rail è una storia molto italiana e il "padre" di questo sistema è considerato il fisico barese Mario
Ricco (all'epoca direttore del Centro Ricerche Alimentazione Motori Elasis). E infatti mentre la parte elettronica è stata
sviluppata dal Centro Ricerche Fiat di Orbassano e dai centri Magneti Marelli di Torino e Bologna, l'iniettore, la pompa
Il motore 2.5i V6 24V a benzina
e il regolatore di pressione (in pratica il "cuore" del sistema common rail) sono stati sviluppati proprio dal Centro
Ricerche Alimentazione Motori Elasis di Bari (centro ricerche del Gruppo Fiat). E ancora oggi è a Bari, nella zona
industriale, lo stabilimento della Bosch che produce le pompe ad alta pressione per tutto il mercato europeo.

Nel 2002, inoltre, la 156 ha introdotto per le motorizzazioni diesel la tecnologia Multijet (associata a una distribuzione a quattro valvole per cilindro) che permette
iniezioni di gasolio multiple per ogni combustione, migliorando prestazioni e consumi.[24]

Sul versante dei motori a benzina, sempre nel 2002 Alfa Romeo sostituisce il classico 2.0 Twin Spark[3] (che rispetto al precedente 2.0 16V della 155 aveva adottato un
sistema di collettori a lunghezza variabile arrivando a 155 cavalli) con il nuovissimo 2.0 JTS (Jet Thrust Stoichiometric) a iniezione diretta, capace di sviluppare 166
cavalli e 210 N m di coppia massima, ottenendo un netto risparmio sui consumi rispetto al precedente motore, che però alla guida appare più appagante,[25] anche a
causa del più avanzato stato di sviluppo del precedente Twin Spark.

Per quanto riguarda il top di gamma l'innovazione lascia posto alla tradizione. Si trovano infatti due versioni del propulsore V6 Busso (dal nome del suo progettista,
Giuseppe Busso), che montato proprio su 156, oltre che sull'Alfa Romeo 147 concluse trent'anni di onorata carriera: un 2,5 l da 192 cavalli e il 3,2 montato sulla 156
GTA da 250 cavalli, che si può dire il canto del cigno di questo 6 cilindri. Questo motore è stato l'ultimo prodotto nello storico Stabilimento Alfa Romeo di Arese fino a
dicembre 2005, con la fine della produzione di questo motore lo stabilimento fu chiuso.[26]

Motori a benzina
I motori a benzina sono i classici Alfa Romeo già adottati negli ultimi anni anche dalla precedente Alfa 155: i propulsori assemblati dall'FMA di Pratola Serra a 4
cilindri e il 2,5 V6 Busso al top di gamma.[3] Entrambi rispettano la nuova norma antinquinamento Euro 2.

I motori assemblati dall'FMA sono caratterizzati da una distribuzione a quattro valvole per cilindro comandate da un doppio albero a camme in testa. Ciascun cilindro
può vantare poi una doppia candela di accensione (in inglese Twin Spark, che per appunto è anche la denominazione usata da Alfa Romeo).

Il V6 Busso bialbero a 24 valvole in un primo momento viene offerto unicamente in versione da 2,5 litri di cilindrata, mentre nel 2002 verrà offerta anche la nuova
versione da 3,2 litri abbinata alla storica sigla GTA.[2]

Nel 2000 tutti i benzina subiscono una serie di aggiornamenti tali da rispettare la nuova normativa antinquinamento Euro 3.[27] Nel febbraio 2002 invece, in
contemporanea alla presentazione di un leggero restyling, viene inserita nella gamma il rinnovato 2,0 litri JTS ad iniezione diretta di benzina omologato Euro 4 e
abbinato sia al cambio manuale a 5 rapporti che al robotizzato Selespeed.[28]
0– Velocità Consumo
Coppia Rapporto di
Modello Disponibilità Motore Cilindrata Potenza 100 km/h max medio
massima compressione
(secondi) (km/h) (km/l)
88 kW
4
1.6 TS (120 146 N m
dal 1997 al cilindri
16V 120 1 598 cm³ CV) a 4 500 10,3:1 10,5 200 12,2
2005 in linea,
CV a 6 300 giri/min
Benzina
giri/min
106 kW
4
1.8 TS (144 169 N m
dal 1997 al cilindri
16V 144 1 747 cm³ CV) a 3 500 10,3:1 9,3 210 12,2
2000 in linea,
CV a 6 500 giri/min
Benzina
giri/min
103 kW
4
1.8 TS (140 169 N m
dal 2000 al cilindri
16V 140 1 747 cm³ CV) a 3 500 10,3:1 9,4 208 11,8
2005 in linea,
CV a 6 500 giri/min
Benzina
giri/min
114 kW
4
2.0 TS (155 187 N m
dal 1997 al cilindri
16V 155 1 970 cm³ CV) a 3 500 10,0:1 8,6 216 11,8
2000 in linea,
CV a 6 400 giri/min
Benzina
giri/min
110 kW
4
2.0 TS (150 187 N m
dal 2000 al cilindri
16V 150 1 970 cm³ CV) a 4 000 10,0:1 8,8 214 11,5
2002 in linea,
CV a 6 200 giri/min
Benzina
giri/min
110 kW
2.0 TS 4
(155 187 N m
16V 155 dal 1999 al cilindri
1 970 cm³ CV) a 4 000 10,0:1 8,6 216 12
CV 2000 in linea,
a 6 200 giri/min
Selespeed Benzina
giri/min
110 kW
2.0 TS 4
(150 187 N m
16V 150 dal 2000 al cilindri
1 970 cm³ CV) a 4 000 10,0:1 8,8 214 11,5
CV 2002 in linea,
a 6 200 giri/min
Selespeed Benzina
giri/min
122 kW
4
2.0 JTS (166 206 N m
dal 2002 al cilindri
16V 166 1 970 cm³ CV) a 3 250 11,25:1 8,2 220 11,6
2005 in linea,
CV a 6 400 giri/min
Benzina
giri/min
122 kW
2.0 JTS 4
(166 206 N m
16V 166 dal 2002 al cilindri
1 970 cm³ CV) a 3 250 11,25:1 8,2 220 11,6
CV 2005 in linea,
a 6 400 giri/min
Selespeed Benzina
giri/min
139 kW
6
2.5i V6 (190 222 N m
dal 1997 al cilindri
24V 190 2 492 cm³ CV) a 5 000 10,3:1 7,3 230 8,6
2000 a V,
CV a 6 300 giri/min
Benzina
giri/min
139 kW
2.5i V6 6
(190 222 N m
24V 190 dal 1999 al cilindri
2 492 cm³ CV) a 5 000 10,3:1 8,5 227 8,8
CV Q- 2000 a V,
a 6 300 giri/min
System Benzina
giri/min
141 kW
6
2.5i V6 (192 222 N m
dal 2000 al cilindri
24V 192 2 492 cm³ CV) a 5.000 10,3:1 7,3 230 8,5
2005 a V,
CV a 6·300 giri/min
Benzina
giri/min
141 kW
2.5i V6 6
(192 222 N m
24V 192 dal 2000 al cilindri
2 492 cm³ CV) a 5 000 10,3:1 8,5 227 8,4
CV Q- 2005 a V,
a 6 300 giri/min
System Benzina
giri/min
3.2i V6 dal 2002 al 6 3 179 cm³ 184 kW 300 N m 10,5:1 6,3 250 8,2
24V GTA 2005 cilindri (250 a 4 800
250 CV a V, CV) giri/min
Benzina a 6 300
giri/min
184 kW
3.2i V6 6
(250 300 N m
24V GTA dal 2002 al cilindri
3 179 cm³ CV) a 4 800 10,5:1 6,3 250 8,2
250 CV 2005 a V,
a 6 300 giri/min
Selespeed Benzina
giri/min

Motori a gasolio

0– Velocità Consumo
Coppia
Modello Disponibilità Motore Cilindrata Potenza 100 km/h max medio
massima
(secondi) (km/h) (km/l)
255 N m
dal 1997 al 4 cilindri in 77 kW
1.9 JTD 8V 105 CV 1 910 cm³ a 2 000 11,5 188 17,2
2000 linea, Diesel (105 CV)
giri/min
275 N m
dal 2000 al 4 cilindri in 81 kW
1.9 JTD 8V 110 CV 1 910 cm³ a 1 800 11,3 191 17,2
2001 linea, Diesel (110 CV)
giri/min
275 N m
dal 2001 al 4 cilindri in 85 kW 16,6 (17,2
1.9 JTD 8V 115 CV 1 910 cm³ a 2 000 10,7 195
2005 linea, Diesel (116 CV) da 2002)
giri/min
305 N m
1.9 JTDm 16V 140 dal 2002 al 4 cilindri in 103 kW
1 910 cm³ a 2 000 9,3 209 16,3
CV 2004 linea, Diesel (140 CV)
giri/min
305 N m
1.9 JTDm 16V 150 dal 2004 al 4 cilindri in 110 kW
1 910 cm³ a 2 000 9,1 212 16,2
CV 2006 linea, Diesel (150 CV)
giri/min
305 N m
1.9 JTDm 16V 150 dal 2004 al 4 cilindri in 110 kW
1 910 cm³ a 2 000 10,5 192 14,0
CV Crosswagon Q4 2007 linea, Diesel (150 CV)
giri/min
304 N m
dal 1997 al 5 cilindri in 100 kW
2.4 JTD 10V 136 CV 2 387 cm³ a 2 000 9,5 203 14,9
2000 linea, Diesel (136 CV)
giri/min
304 N m
dal 2000 al 5 cilindri in 103 kW
2.4 JTD 10V 140 CV 2 387 cm³ a 1 800 9,4 205 14,9
2002 linea, Diesel (140 CV)
giri/min
305 N m
dal 2002 al 5 cilindri in 110 kW
2.4 JTD 10V 150 CV 2 387 cm³ a 1 800 9,2 211 15,1
2003 linea, Diesel (150 CV)
giri/min
385 N m
2.4 JTDm 20V 175 dal 2003 al 5 cilindri in 129 kW
2 387 cm³ a 2 000 8,3 225 15,1
CV 2006 linea, Diesel (175 CV)
giri/min

L'Alfa Romeo 156 nelle competizioni


Così come fu per la 155, anche l'Alfa Romeo 156 fu ben presto impegnata in numerosi campionati sportivi.[2]

In particolare, è nel ETCC, Campionato Europeo Turismo che ottiene i maggiori successi[29] tra cui 4 titoli europei
consecutivi: dal 2000 al 2002 guidata da Fabrizio Giovanardi, nel 2003 ad opera di Gabriele Tarquini. Ancora nel 2004,
malgrado la mancata vittoria del titolo piloti e di quello costruttori, l'Autodelta Squadra Corse è la scuderia con il
maggior numero di punti.

Nel 2005 l'Alfa prende parte al nuovo WTCC - Campionato del mondo turismo, ancora con la 156, e riesce a
conquistare la seconda posizione nel campionato costruttori, con un'auto che ormai conta ben 8 anni sulle spalle.[30] La 156 S2000 del Team N-
Purtroppo, a fine campionato, invece di puntare all'inserimento di una nuova vettura che potesse continuare a Technology, guidata da James
raccogliere i successi della 156, l'Alfa Romeo decide di ritirarsi dal campionato quale team ufficiale. Per il 2006 e il Thompson durante una fase del
WTCC 2007 a Curitiba.
2007 rimangono ancora le 156 preparate dalla Autodelta Squadra Corse, ma con una competitività che naturalmente va
scemando nei confronti di avversarie più moderne e agguerrite quali BMW, SEAT e Chevrolet.

Le Alfa 156 che hanno corso nel ETCC e nel WTCC, rispettivamente con i nomi 156 GTA e 156 Super 2000, avevano una potenza di 275 cavalli con un regime
massimo di rotazione di 8 500 rpm, trazione anteriore, cambio sequenziale a 6 marce con innesti Hewland e una magra dieta di peso a base di carbonio. Ciò la rese una
delle macchine più temute del campionato.

L'Alfa 156 ha preso parte, con numerosi successi, anche al Campionato Italiano Superturismo.
Versioni

Modello Anno Cilindrata Potenza


Alfa Romeo 156 D2 1998-2001 1 997 cm³ 310 CV a 8 200 giri/min
Alfa Romeo 156 GTA Super 2000 2002 1 998 cm³ 260 CV a 8 450 giri/min
Alfa Romeo 156 Super 2000 2003-2007 1 998 cm³ 275 CV a 8 450 giri/min

Palmarès
1998

Campionato Italiano Superturismo (Fabrizio Giovanardi)

1999

Campionato Italiano Superturismo (Fabrizio Giovanardi)

2000

ETCC - Campionato Europeo Turismo (Fabrizio Giovanardi)

2001

ETCC - Campionato Europeo Turismo (Fabrizio Giovanardi)

2002

ETCC - Campionato Europeo Turismo (Fabrizio Giovanardi)

2003

ETCC - Campionato Europeo Turismo (Gabriele Tarquini)

2007

Slovenian Hill Climb Championship (Slavko Dekleva)

L'Alfa Romeo 156 nelle forze dell'ordine


L'Alfa 156 è stata ampiamente impiegata dalle forze dell'ordine. Se l'Arma dei Carabinieri l'ha utilizzata per il nucleo
radiomobile, la Polizia ne ha acquistato qualche esemplare - sia in colori d'istituto che in colori civili - per scopi di
controllo del territorio e rappresentanza, mentre la maggior parte delle 156 in dotazione alla Polizia, soprattutto in
formato station wagon, è stata impiegata dalla stradale o dall'autostradale (in quest'ultimo caso, si tratta di vetture
acquistate direttamente dalle società concessionarie dei vari tratti autostradali). Anche la Guardia di Finanza ha
utilizzato in maniera massiccia quest'autovettura, soprattutto per le attività operative dei Nuclei Mobili o delle Sezioni
A.T.P.I (Anti Terrorismo Pronto Impiego). Successivamente furono sostituite dalle più moderne Alfa Romeo 159, come
avvenne nella produzione di serie.
Una delle due Alfa 156 III serie della
Polizia di Stato del Servizio Scorte
Note Quirinale, equipaggiata con motore
2,5 V6.
1. ^ Esce di produzione la 156 Crosswagon (http://www.autoblog.it/post/11256/alfa-romeo-156-crosswagon
-esce-dal-listino).
2. (EN) La storia dell'Alfa Romeo 156, dai primi passi fino alla produzione e alla scomparsa dai listini (http://
www.alfa156.net/fr_index.html?/history.html).
3. (EN) Alfa 156: Reinvention of the sports saloon, su alfaromeopress.com, 26 ottobre 1997. URL consultato il
1º agosto 2019.
4. ^ (EN) L'Alfa 156 eletta Auto dell'anno 1998 (http://www.caroftheyear.org/previous-winners/1998_1/coty)
Archiviato (https://www.webcitation.org/64W9NLdkA?url=http://www.caroftheyear.org/previous-winners/1
998_1/coty) il 7 gennaio 2012 in WebCite..
5. ^ (EN) Debutta la nuova Alfa Romeo 156 restyling 2002 (http://www.italiaspeed.com/newmodels_156gta.
html).
6. ^ Le novità introdotte per l'Alfa Romeo 156 restyling 2002 (http://archiviostorico.corriere.it/2002/aprile/07/
Alfa_Romeo_rilancia_156_co_0_0204072363.shtml).
7. ^ Le novità della 156 restyling 2003 (http://www.mitoalfaromeo.com/html/alfa_156_2003.asp) Archiviato
(https://web.archive.org/web/20101227064252/http://www.mitoalfaromeo.com/html/alfa_156_2003.asp) il
27 dicembre 2010 in Internet Archive..
8. ^ Il design Giugiaro per la nuova Alfa Romeo 156 2003 (http://archiviostorico.corriere.it/2003/giugno/08/
Sulla_nuova_156_firma_Giugiaro_co_0_030608110.shtml).
9. ^ Si punta più in alto, in Quattroruote, nº 581, marzo 2004, pp. 78-79.
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11. ^ (EN) Le novità dinamiche introdotte per la 156 restyling 2003 (http://www.italiaspeed.com/new_models/
new_models_2003/156_restyling/156restyling_05.html).
12. ^ Le caratteristiche della nuova Alfa Romeo 156 Crosswagon (http://www.newstreet.it/articolo_id_630_Al
fa-156-4x4-Crosswagon.html).
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web.com.au/cms/A_51082/title_Unique%20Performance%20Automatic%20Gearboxes%20for%20the%2
0New%20Alfa%20Romeo%20156/newsarticle.html) il 28 settembre 2007 in Internet Archive..
29. ^ La 156 campionessa nel Campionato Super Turismo (http://archiviostorico.corriere.it/2002/ottobre/13/1
56_campionessa_del_Superturismo_co_0_0210134322.shtml).
30. ^ Le Alfa Romeo 156 nel WTCC (http://www.motorsportblog.it/post/319/le-alfa-156-nel-wtcc).

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale Alfa Romeo Italia, su alfaromeo.it.
(EN) Sito di appassionati, su alfa156.net.

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