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Nettuno

Howard Sasportas [1] afferma che Nettuno


“rappresenta […] la sollecitazione a ‘perdere’
noi stessi, a dissolvere e trascendere i confini
dell’io separato”. Come tutti gli autori anch’egli
insiste particolarmente sul fatto che tale
funzione psichica non è sempre agevolmente
integrabile nella nostra coscienza, dal momento
che se da un lato può essere percepita “una
sensazione di unità con la vita nel suo
complesso”, dall’altro può essere abbattuto “il
confine interiore tra il conscio e l’inconscio,
inondando e subissando il nostro attuale senso
d’identità con contenuti che emergono dai livelli
inconsci. […] Nettuno rappresenta una minaccia
per i confini, sia quelli tra noi e gli altri, sia quelli
tra il nostro ego e l’inconscio”.  Il fine evolutivo-
umanistico sarebbe quello di pervenire a
“dissolvere un rigido senso di individualità e
separatezza, per riscoprire l’unità sottesa alla
vita nel suo complesso e riconnettervisi”. La
funzione di Nettuno sarebbe, almeno da questo
punto di vista, opposta a quella di Saturno, dal
momento che ad essere distrutte sono le
delimitazioni create da quest’ultimo. Una volta
allentato il rigido controllo che esercitiamo su
noi stessi, le parti della psiche precedentemente
tenute nascoste possono fare la loro comparsa
nella psiche.
Anche Dane Rudhyar parla della funzione di
Nettuno come “tutti i mezzi che gli uomini
adoperano per sfuggire insopportabili, ripetitive
condizioni saturnine”[2]. La monotonia della
vita quotidiana condurrebbe infatti
inevitabilmente a condizioni depressive, a meno
che l’uomo non sviluppi la capacità di avere una
percezione profonda del proposito per il quale
egli esegue queste attività routinarie.
Due strade in ogni caso si aprirebbero di fronte
all’uomo simbolicamente interessato
dall’azione di Nettuno: una “fuga nel vago,
nell’irrazionale e nell’insignificante”, che
interviene ogni volta che l’uomo, intossicato da
qualche forma di seduzione, abbandona la sua
individualità.
Oppure un’apertura verso la “visione di una
dimensione in cui le forme sono ‘aperte’ e
onnicomprensive”, caratterizzata dalla “fede
profonda nell’aiutare efficacemente a rendere
attuale su questa terra la sublime (o
subliminale) realtà di tale dimensione
trascendente trans-saturniana”.
Secondo Liz Greene è proprio l’innato bisogno di
redenzione presente “anche nelle più
materialiste e prosaiche delle anime” a costituire
l’essenza più profonda del significato astrologico
di questo pianeta. Questo bisogno, oltre ad
essere profondo, sarebbe anche assoluto e
compulsivo. Secondo Jung il bisogno di
redenzione costituirebbe addirittura una
predisposizione archetipica primordiale ed
irreversibile, come quella di procreare.
Quando una persona avverte un bisogno di
redenzione è possibile collocare il fenomeno
lungo un continuum con i due seguenti estremi:
1. Da una parte il bisogno fusionale, collettivo, il
richiamo verso quella forma di
indifferenziazione primordiale dalla quale
sentiamo di provenire. È l’esperienza
astrologicamente definibile come “coscienza di
massa”, associata al segno del Cancro.
2. Dall’altra il bisogno di un’Anima ormai
nettamente individualizzata ed autocosciente,
che aspira alla ricongiunzione con l’Assoluto
avendo ormai trasceso la coscienza di sé come
entità separata dalle altre anime. Questo stadio
corrisponde invece alla “coscienza di gruppo”,
di gran lunga diverso dal precedente.
il bisogno di trascendenza nasce da un “istinto”
primario dell’uomo, le cui caratteristiche
possono però essere enormemente differenti.
Quanto più la persona è prossima al versante
dell’indifferenziazione, tanto più la spinta
Nettuniana all’abbandono dei limiti terreni
tenderà a manifestarsi nella forma di un
pericoloso vagare nei regni dell’illusione e
dell’autoinganno. La persona anelerebbe
dunque all’esperienza di una realtà alternativa a
quella presente (spesso penosa), fino al punto
di vivere situazioni di distorsione della realtà
sensoriale, finalizzate all’appagamento del
desiderio di trascendenza (compreso quello di
fuga dalla realtà).
Diverso è invece il caso in cui l’anima, dopo aver
attraversato i vasti campi di esperienza della
vita e dopo aver contemplato il divino in se
stessa, anela a ricongiungersi con quella fonte
spirituale da cui originano le stesse supreme
qualità che è ora in grado di riconoscere. È uno
dei grandi paradossi dell’esoterismo: la totale
identificazione dell’anima in un tutto maggiore,
pur nella piena consapevolezza della propria
unità e differenziazione.
Prima di arrivare a questa fase vi sono però
probabilmente vari gradi di esperienze, da quelle
più banalmente emotive fino a quelle a sfondo
mistico, che preparano l’anima a questa meta
finale e mantengono in essa sempre accesa la
fiamma del desiderio di Assoluto. Quando
analizziamo la posizione di Nettuno dobbiamo
pertanto tenere presente che (come per
qualunque altro elemento astrologico) la sua
manifestazione qualitativa dipende molto
dall’elevazione della coscienza individuale. Liz
Greene ci ricorda infatti che gli astrologi sono
stati forse un po’ troppo frettolosi nell’attribuire
a questo tipo di esperienza una natura spirituale,
dal momento che essa in taluni casi è invece di
tipo illusorio. Questo spiegherebbe anche il
perché molti astrologi riconducono a Nettuno le
esperienze di abuso di alcool e droghe: per molte
persone rappresentano un tentativo di
raggiungere un “paradiso artificiale”.
L’autrice ci ricorda poi che “Nettuno ha sempre
fornito ispirazione ad artisti e grandi saggi”. E in
effetti in persone particolarmente ispirate
(indipendentemente dal fatto che si tratti di
illuminazione o semplicemente di illusione)
questo pianeta ha sempre un ruolo di primo
piano nelle loro carte natali. Naturalmente non
tutte le persone con Nettuno dominante possono
essere definite “ispirate”, ma quantomeno
solitamente non manca una certa capacità di
immaginazione e di visualizzazione, se non
addirittura di autentica intuizione.
Sembrerebbe poi (ma è solo una personale
ipotesi di lavoro in via di verifica) che in soggetti
con un forte Nettuno, tutto ciò che è “toccato”
da questo pianeta (ad esempio per aspetto)
tenda ad essere esperito, almeno in parte, nella
sua forma archetipica. Se ad esempio Nettuno è
in trigono con la Luna, il rapporto con la madre
verrà percepito come una sublime e perfetta
fusione di anime. In sostanza, il rapporto
tenderà ad essere idealizzato,
indipendentemente dalla effettiva qualità. Il
resto dell’oroscopo (o la biografia della persona)
ci suggerirà i motivi per i quali si è prodotto
questo meccanismo psicologico. Non è raro il
riscontro dell’idealizzazione della figura
materna in individui che a causa della precoce
perdita della madre e del mancato confronto
con la realtà mantengono questa figura ad un
livello irrealistico di perfezione. Lo stesso può
essere detto a proposito delle relazioni di
coppia: quelle più idilliache sono senz’altro
quelle che non si sono potute vivere, e che
rimangono ad un irrealistico livello archetipico
semplicemente per il fatto che non sono state
sperimentate le inevitabili problematiche
relazionali. È bene quindi osservare nella carta
natale se vi sono sufficienti elementi in grado di
riportare la persona ad un corretto giudizio di
realtà (primo fra tutti Saturno). Se la forza di
Nettuno non è accompagnata da qualche
elemento “strutturante”, l’archetipo tende ad
essere proiettato su tutto ciò con cui si viene a
contatto. Esso si sovrappone alla realtà e la
persona sperimenta la frustrante condizione di
subire ripetute delusioni, perché prima o poi la
“dura realtà” ci riporta con i piedi per terra.
Sempre che la persona non adotti come
meccanismo difensivo la tendenza a “vivere nel
proprio mondo”, rifugiandosi in una modalità
interpretativa della realtà mescolata alla
fantasia, al fine di evitare gravi sofferenze.
Ritornando al testo di Liz greene, un altro
aspetto che va valutato analizzando Nettuno
nell’oroscopo è quello relativo all’estasi. Durante
questa esperienza “il mare invade la terra”; un
ego non sufficientemente strutturato, si dissolve
in un onnipotente ed arcaico bisogno di fusione
con una fonte primaria e l’autrice ci ricorda come
in questo caso l’individuo non è più contenuto
all’interno dei confini di una distinta identità. Dal
suo punto di vista ciò si concretizzerebbe come
una “regressione alla beatitudine prenatale”, una
esperienza oceanica di unione con il divino e
contemporaneamente un’eruzione di rabbia
primordiale verso ogni minaccia di separazione.
Abbiamo però già accennato al fatto che
l’esperienza di unione con l’assoluto (che come
conseguenza ha proprio l’estasi), per persone
dotate di notevoli qualità spirituali non è di certo
illusoria o menzognera. Non si tratta di un
bisogno regressivo di fusione con la madre
archetipica, ma un reale contatto con la propria
Anima; il fine ultimo a cui tutti tendiamo;
l’esperienza delle vette più sublime che attende
l’essere umano stanco di camminare nella valle
dell’illusione. L’astrologo si trova però di fronte
ad un grande problema: tutte queste esperienze,
da quelle più raffinatamente spirituali fino a
quelle più grossolanamente illusorie hanno come
“rappresentante”, nella carta natale, il pianeta
Nettuno. L’unico strumento su cui egli può quindi
fare affidamento è la sua esperienza diretta, la
sua intuizione e il suo buon senso, perché deve
saper definire con sufficiente precisione
l’effettiva natura dell’esperienza mistica.
Un altro importante aspetto considerato nel
testo di Liz Greene è relativo alla sofferenza. La
sofferenza nettuniana, secondo l’autrice, tende
ad essere autoinflitta, ma può anche costituire
una modalità di controllo manipolativo
dell’ambiente. In questo caso si parlerebbe di
masochismo, alla cui base può esservi un
archetipo familiare formato da un sentimento
profondo di vergogna e di relativo bisogno di
espiazione mediante la sofferenza, che si
accompagna alla tendenza ad esprimere
l’aggressività in maniera indiretta in un contesto
di profondo bisogno di redenzione. Il
masochismo può naturalmente costituire una
condizione patologica, ma può anche più
semplicemente instaurarsi a seguito di un
bisogno inconscio di espiare la sofferenza della
condizione umana. A questo proposito Liz
Greene fa notare curiosamente che prima che la
scienza indicasse il masochismo come condizione
patologica, la religione lo descriveva invece come
una forma di cura, la “cura dell’anima” che la
penitenza costituiva. L’estasi nella sofferenza
non era un evento raro nella cristianità
medioevale.
Un altro ambito in cui l’azione di Nettuno non
mancherebbe di far sentire i suoi effetti è quello
dell’innamoramento. Questo tipo di esperienza
non sarebbe facile da vivere in chiave
nettuniana. Liz Greene descrive il
comportamento del soggetto con queste
caratteristiche come tendente a cadere in
maniera tanto magnetica quanto ossessiva nel
desiderio di relazioni impossibili da realizzare.
Può però tendere anche a sentirsi
ripetutamente ferito nel profondo e confuso, a
causa di una serie di scelte disastrose. Oppure
ancora a subire abusi o tradimenti, oppure a
ritrovarsi coinvolto in relazioni con persone che
richiederanno nientemeno che anima e corpo.
Le vittime di legami di questo genere non
possono liberarsene con facilità, dal momento
che l’incantesimo nettuniano le mantiene nella
perenne necessità di recitare il ruolo vittima-
redentore. Solo in parte dunque possono dirsi
vittime della situazione, dal momento che la
perpetuazione del rapporto dipende molto
anche dall’eventuale presenza in loro della
convinzione di riuscire a redimere il partner,
sentendosi in un certo modo investiti di una
speciale missione. Le persone più a rischio
sarebbero quelle dotate di elevata
immaginazione e sensibilità, disperatamente in
cerca di una vita felice. Nell’oroscopo di nascita,
tutto questo si associa spesso ad opposizioni o
quadrature tra Nettuno e Venere, oppure a
Nettuno in settima o ottava casa afflitto da
aspetti difficili, ma anche in caso di relazioni
difficoltose tra Nettuno e sole o luna. Il
coinvolgimento di Marte nella configurazione è
il fattore che normalmente indica la presenza di
masochismo, anche in ambito sessuale.
Il testo prosegue poi spiegando che
normalmente le persone, durante
l’innamoramento, mettono inconsciamente in
pratica il rituale di offrire uno specchio per
l’immagine idealizzata che l’altro ha della
propria anima (o animus). Il consolidamento del
rapporto da poi luogo, nel corso del tempo, al
sopraggiungere di altri valori che gradatamente
si sostituiscono all’esuberante fase iniziale.
Tutto ciò accade normalmente a tutte le
persone, tranne a quelle fortemente
caratterizzate da Nettuno, per le quali la
tendenza a voler permanere nell’Eden ed a non
voler accettare un più prosaico amore umano si
dimostra alquanto robusta. In questa condizione
non è facile esprimere le altre funzioni della
personalità, in particolare quelle legate a Sole,
Giove e Marte. In sostanza, quando Nettuno fa la
sua comparsa nel reame dell’amore, ne può
derivare una profonda ambivalenza: si tratta di
una vera unione tra anime, che condurrà verso la
luce? Oppure si tratta di un seducente
incantesimo che trascinerà la persona verso
l’oscurità, in preda a dolore e sofferenza?
L’individuo con un Nettuno in posizione
significativa dovrebbe cercare di rispondere il più
onestamente possibile a queste domande, ma
spesso, persino col ricordo ancora vivo di tristi
esperienze, non si pone nemmeno la questione e
risponde affermativamente alla prima, senza
curarsi delle eventuali alternative.
A questa interessante analisi possiamo
aggiungere che, per l’individuo di sesso maschile,
esperienze di questo tipo possono essere
percepite anche come l’irrompere (più o meno
delicato) nella coscienza individuale di una
potente immagine archetipica femminile, tanto
perfetta quanto irraggiungibile, che può solo
condurre ad una dolorosa e straziante presa
d’atto dell’impossibilità di realizzare quella tanto
agognata fusione nettuniana. Nella vita di queste
persone tendono a presentarsi, spesso in
concomitanza con momenti di generale
debolezza psicologica, una serie di persone
idonee a rappresentare quel modello di divina
perfezione che l’occhio dell’individuo pervaso
dalle energie nettuniane ha tanto bisogno di
proiettare su tutto ciò che incontra. Le possibilità
di trasformare questo doloroso vissuto in una
relazione appagante sono decisamente ridotte.
Le soluzioni che la persona potrà tendere a
cercare sono sostanzialmente di due tipi:
1. Tentare compulsivamente di soddisfare questo
desiderio, con la conseguente dolorosa
frustrazione che ne consegue;
2. Volgere il proprio sguardo verso ciò che
realmente si cerca in quelle forme divine
illusoriamente antropomorfizzate.
Questa seconda strada è naturalmente
percorribile solo se il soggetto risulta essere
dotato di una particolare finezza nei propri
sentimenti, oltre ad essere psicologicamente
pronto al difficile compito della sublimazione
della sua “passione”. Uno stupendo passaggio
dell’antichissimo “Gayatri mantram” recita
“Svelaci il volto del vero Sole spirituale, nascosto
da un disco di luce d’oro […]”. Allo stesso modo il
volto della persona amata e irraggiungibile
velerebbe il vero volto spirituale di ciò che egli
realmente cerca. Nettuno, in casi come questi, si
avvale spesso della “collaborazione” di Saturno,
che contribuisce ad ostacolare il realizzarsi
dell’unione “umana” con la persona amata. Ma
che cos’è dunque che gli occhi di un partner così
sfuggente tenderebbero a celare? Per l’uomo di
adeguato sviluppo spirituale è senza dubbio il
bisogno di ricongiunzione con la propria Anima,
che evidentemente non ha altra via per giungere
all’attenzione della persona se non questa. Non
c’è spesso altra via più efficace che quella del
dolore per scuotere l’uomo dal suo torpore, ed il
dolore affettivo non è certo tra i più
misericordiosi. L’Anima inizia a far sentire il suo
richiamo, ma la personalità è ancora poco adatta
a distinguerne nitidamente la natura, e si perde
nella contemplazione dii “luci illusorie”.
Raccomandiamo comunque ancora una volta di
non considerare tutte le esperienze di
innamoramento come manifestazioni di questo
genere di esperienza. È senz’altro possibile che
ad un qualche livello l’esperienza umana
dell’unione tra i sessi altro non rappresenti se
non un bisogno di completezza spirituale
(indipendentemente dalla effettiva capacità delle
persone di percepirlo come tale), ma l’esperienza
nettuniana di profonda sofferenza affettiva
redentiva può comparire solamente quando
l’uomo è pronto ad iniziare il suo cammino di
ricerca “obbligata” della sua Anima.
Ma che cosa succede se l’ ”oggetto
irraggiungibile” viene invece conquistato? Liz
Greene ci ricorda che la perfezione può
naturalmente esistere solo in un mondo di
fantasia. Quando la fantasia precipita dal
paradiso in cui era stata elevata, allora un’altra
fantasia dovrà prendere il suo posto. Con questo
l’autrice intende probabilmente sottolineare che
il “problema” della persona soggetta al potente
influsso di Nettuno non è risolvibile nemmeno
mediante il faccia a faccia con la realtà. Perché
Nettuno non è di realtà che ha bisogno; ce n’è fin
troppa nelle nostre vite. Egli vuole andare oltre i
confini del noto e soprattutto desidera rimanerci.
Curiosamente, una frase di un famosissimo film
western degli anni sessanta riassume in modo
perfetto questo concetto: “[…] se la leggenda
diventa realtà, vince la leggenda”. Ed è proprio
in questo modo che a volte la mente nettuniana
costruisce la sua difesa da un mondo non
all’altezza dei suoi ideali. Questo è anche
probabilmente uno dei motivi per i quali i
desideri “nettuniani” sarebbero spesso
irraggiungibili. Non possono che essere tali,
perché l’alternativa è una triste ed inaccettabile
disillusione. Quando l’uomo inizia il suo
cammino spirituale è proprio questo che
normalmente lo interessa: una costante,
inevitabile e dolorosa disillusione. L’esperienza
dell’anima non può in alcun modo essere vissuta
attraverso un’immagine e ogni tentativo in
questa direzione è ovviamente destinato a fallire.
Il processo avverrebbe per fasi cicliche di
idealizzazione – delusione, capaci di condurre
l’individuo, nel tempo, alla scoperta del Reale e
alla capacità discriminatoria per riconoscerlo.
Suggerimenti per l’interpretazione
Sulla base di quanto abbiamo fin qui esposto,
possiamo provare a riepilogare le questioni più
importanti da tener presente in fase di
interpretazione dell’oroscopo. Raccomandiamo
come sempre di prendere in considerazione
l’intera carta e di non analizzare separatamente
questo pianeta. In particolare è bene osservare
attentamente la collocazione di Saturno, perchè
le due funzioni rispettivamente rappresentate
sono in un certo senso opposte.
1. Prima di tutto Nettuno si colloca in un
particolare segno. A questo proposito dobbiamo
però tenere presente la stessa avvertenza che
vale per tutti i pianeti cosidetti “generazionali”
(Urano, Nettuno e Plutone). Il loro moto è
talmente lento che permangono nello stesso
segno per diversi anni. Le qualità del segno
indicano quindi più che altro le caratteristiche
secondo le quali il pianeta tenderà ad esercitare
“collettivamente” il suo influsso. Per
comprendere in che modo ciò può essere
recepito a livello soggettivo dobbiamo oservare
gli altri elementi;
2. La posizione nelle case è il primo tra questi
elementi a dover essere preso in considerazione.
Esso ci darà indicazioni sulla particolare area
della vita che sarà interessata dall’azione di
Nettuno. Quando il pianeta è particolarmente
prossimo ad uno dei quattro angoli, il suo
influsso tende senza dubbio ad essere avvertito
più intensamente. In particolare, quando
Nettuno si congiunge all’ascendente è probabile
che l’intera esperienza di vita della persona
tenda ad essere interpretata secondo il modo
nettuniano di intendere le cose. Tutto ciò si
concretizzerà come tendenza a subire, più delle
altre persone, il fascino delle illusioni o della
fantasia. Elemento prezioso se si opera in ambiti
che richiedono fantasia e creatività, ma
pericoloso se viene a mancare il contatto con la
realtà.
Qualora però stessimo analizzando l’oroscopo di
una persona spiritualmente evoluta un Nettuno
in questa posizione può davvero segnalare una
capacità non comune di interazione con i “modi
sottili”.
3. Dobbiamo poi analizzare gli aspetti planetari,
che ci segnaleranno quali delle nostre forze
individuali risentirà (nel bene o nel male)
dell’influenza di Nettuno. La forza del pianeta
sarà tanto più marcata quanto maggiore sarà il
numero di pianeti “toccati” per aspetto (specie
se si tratta dei luminari o dei pianti “personali”),
tenendo conto anche della sua posizione nelle
Case.
Prendendo spunto sempre dal testo della Greene
e integrando con alcune impressioni personali
riportiamo, a titolo di esempio, una possibile
interpretazione degli aspetti di Nettuno con i
luminari.
In linea di massima gli aspetti con il Sole
indicano la necessità di mediare tra il bisogno di
individualizzarsi e quello di trascendere i confini
dell’ego individuale. Quale dei due tenda a
prevalere, diverrà chiaro osservando il resto
della carta. Questa tendenza può arricchire
notevolmente la personalità, rendendo
l’individuo aperto a tutto ciò che è
“trascendente”, oltre ad essere concentrato su
ciò che strettamente appartiene
all’individualità. Naturalmente anche la natura
dell’aspetto dovrà essere considerata, in
quanto, quadrature ed opposizioni, ad esempio,
indicheranno che probabilmente questo
processo dovrà essere conquistato con grande
fatica.
Gli aspetti con la Luna possono indicare la
presenza di caratteristiche psicologiche molto
particolari, soprattutto nell’area delle emozioni.
Il proprio vissuto emotivo tende a non essere
strettamente “personale”, ma a dissolversi nel
collettivo. Ciò comporta senza dubbio ottime
capacità empatiche e il bisogno di sentirsi parte
della sofferenza del mondo. Ma in una società
come la nostra questo significa una sola cosa:
sofferenza. Questo perchè l’egoismo in questo
caso non fa parte della natura individuale e la
normale tendenza umana all’autoaffermazione
e alla ricerca del piacere non appartiene alla
sfera delle priorità. Senza dubbio ciò è tanto più
marcato quanto più difficili sono gli aspetti tra
la Luna e Nettuno. La quadratura, da questo
punto di vista, è particolarmente dura nei suoi
effetti sulle emozioni, e il bisogno masochistico
di sofferenza redentiva diviene addirittura una
costante nela vita della persona se la Luna è in
un segno delicato come quello dei Pesci. In ogni
caso, quando la Luna è coinvolta in aspetti con
Nettuno, la sensibilità rischia di diventare
vulnerabilità. Un’analisi del vissuto emotivo
durante l’infanzia rivela spesso, in questi casi, un
angoscioso rapporto con la figura di
accudimento, che può essere percepita come
assente, fredda o incapace di rispondere
armonicamente alle delicatissime e abbondanti
richieste affettive.
Dal punto di vista dell’astrologia esoterica
sappiamo che la Luna rappresenta la forma e la
prigione dell’Anima. È facile quindi rendersi
conto come la persona con un aspetto di questo
tipo sia chiamata innanzitutto a saper
discriminare correttamente l’ispirazione
spirituale dalla mera illusione, dal momento che
entrambe queste caratteristiche si associano a
Nettuno. In seguito, mediante l’applicazione
della volontà, dovrà probabilmente essere
compreso con chiarezza il senso di tutta questa
sofferenza: giungere a realizzare che ciò che
manca in se stessi è la propria controparte
spirituale, la cui presenza non potrà mai essere
compensata da alcuna figura umana. Alla fine
dovrà quindi esserci una resa a questa evidenza;
accettando di soffrire ancora un po’ il dono
spirituale che potrà essere ottenuto sarà davvero
grande.

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