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Il calcio piace:
- Perché è un gioco semplice;
- Può essere praticato da tutti;
- E’ un’attività libera;
- E’ un’avventura;
- E’ un’attività di continua sperimentazione.
- La tecnica e la tattica: sono gli strumenti del mestiere, quanto migliori saranno
tanto più efficaci, utili e sorprendenti saranno i risultati raggiunti.
- La comprensione: consiste nel capire ciò che si può fare e ciò che è necessario
fare e distingue il buon calciatore dagli altri a parità di condizione fisica e
tecnico-tattica.
Tentare qualche cosa che si sa di non poter fare, è tanto grave quanto fare qualche
cosa bene nel momento sbagliato. La comprensione richiede:
- Conoscenza dei principi del gioco e delle regole;
- Intuizione di quello che sta per succedere;
- Decisione di scelta su ciò che è meglio fare;
- Percezione di spazio e tempo;
- Azione, esecuzione pronta e immediata di ciò che si è scelto.
Ipotesi
L’apprendimento per imitazione richiede una rappresentazione motoria interna
dell’azione osservata che viene poi riprodotta;
Un’azione elementare, già presente nel repertorio mirror del soggetto, viene
immediatamente riprodotta, senza apprendimento;
Un’azione complessa, non presente nel repertorio mirror, richiede una strategia
di apprendimento complessa. Il sistema mirror rappresenta le componenti
elementari e le riorganizza in una nuova sequenza motoria che porta
all’esecuzione dell’azione complessa.
APPROFONDIMENTO
Check list per l'allenatore perché la presentazione del compito sia efficace:
- ho l'attenzione dei calciatori?
- ho incluso un set induttivo per i nuovi calciatori della squadra?
- nella mia presentazione la sequenza dei compiti è in ordine logico?
- ho presentato degli esempi?
- ho personalizzato il contenuto?
- ho ripetuto le cose di difficile comprensione?
- ho collegato il nuovo a precedenti esperienze?
- ho diviso in step gli obiettivi ?
- la mia presentazione è dinamica?
- la mia dimostrazione è accurata?
- uso i calciatori per enfatizzare le informazioni importanti?
- prevedo informazioni sul perché un'abilità deve essere svolta in un certo
modo?
- uso aiuti organizzativi negli aspetti della pratica?
- se io sto utilizzando dei media li ho preparati in anticipo?
- le mie ancore di apprendimento sono:
- Accurate?
- appropriate per il contenuto?
- appropriate per l'età e le abilità del calciatore?
- condensate efficacemente in parole ancora?
- indicizzate e in sequenza?
- nella mia presentazione ho separato gli aspetti organizzativi e di contenuto?
Cinque differenti presentazioni dei compiti sono state confrontate in termini della
loro efficacia, sulle caratteristiche dell’esercizio (forma), il prodotto caratteristico
dell’apprendimento e della abilità dello studente a verbalizzare come realizzare un
non familiare, complesso,pesante esercizio motorio (locrosse throw).
I cinque diversi casi erano:
- spiegazione verbale con dimostrazione parziale;
- solo dimostrazione completa;
- spiegazione sovrabbondante con dimostrazione parziale;
- spiegazione verbale con dimostrazione completa e cues riassuntive, ripetizione
visuale/verbale della presentazione dei compiti;
- controllo di gruppo – nessuna presentazione dei compiti.
I risultati dello studio supportano fortemente l’impiego della dimostrazione completa,
schemi riassuntivi e ripetizione dello studente. Gli studenti nell’ultimo gruppo
avevano un prodotto più elevato ed erano maggiormente in grado di verbalizzare
come realizzare l’esercizio.
Graham e i suoi collaboratori hanno studiato le presentazioni dei compiti di
insegnanti efficaci in educazione fisica ed hanno identificato otto indicazioni di
presentazioni dei compiti efficaci:
- fornire istruzioni esplicite;
- enfatizzare l’utilità del contenuto presentato;
- strutturare un nuovo contenuto;
- segnalare l’attenzione degli studenti;
- riassumere e ripetere le informazioni;
- controllare la comprensioni;
- creare un clima produttivo per l’apprendimento;
- presentare misure di responsabilità.
-
La Dimostrazione
La dimostrazione (presentazione di modelli) ha ricevuto una grande quantità di
sostegno dalla ricerca nell’ambito dell’apprendimento sociale, dalla ricerca in classe,
nel laboratorio per l’apprendimento motorio e nell’insegnamento dell’educazione
fisica e sportiva. È stata inoltre a lungo riconosciuta come un aspetto critico della
presentazione dell’informazione a chi apprende. Nonostante le prove a sostegno
dell’uso della dimostrazione in educazione fisica, una vasta percentuale di esercizi
motori vengono presentati agli allievi senza l’ausilio di una dimostrazione visiva del
movimento .
È stato fatto qualche sforzo nel tentativo di definire le caratteristiche delle buone
dimostrazioni sia in laboratorio che nelle lezioni di educazione fisica. La maggior
parte degli esperti sostengono la teoria secondo cui il modello dovrebbe essere
accurato e suggeriscono che un modello di alto livello dello stesso sesso dell’allievo
sia probabilmente più efficace.
Se c’è bisogno di analizzare gli esercizi, essi dovrebbero essere dimostrati in
sequenza ed i movimenti complessi dovrebbero essere visti più di una volta
da’’ allievo ”. Nel riesaminare questa ricerca, Lee ed altri hanno suggerito che,
piuttosto che cercare modelli esperti di un movimento, potrebbe essere utile usare un
allievo per dimostrare, per il fatto che, mentre il modello esperto produce
“apprendimento per imitazione”, l’allievo, come modello, è più atto a promuovere
un’elaborazione più cognitiva delle abilità di chi apprende.
A meno che un allievo non abbia già una chiara idea di come eseguire l’esercizio,
comunque, è improbabile che lui o lei sia in grado di contrapporre i suoi tentativi
all’esecuzione appropriata della risposta motoria.
La dimostrazione è più efficace in alcune circostanze che in altre: si deve valutare
quando usarla o meno (se il compito è semplice è molto più veloce dare una
spiegazione). La dimostrazione fornisce informazioni sulle caratteristiche invarianti
del gesto, in particolare sulle relazioni temporali fra le diverse parti del gesto.
(Esempio del nuoto: fino a qualche anno fa era in uso mostrare delle immagini
videoregistrate a rallentatore per far capire la biomeccanica del gesto. Far vedere la
biomeccanica del gesto significa perdere il ritmo esecutivo del gesto, cioè i rapporti
temporali all’interno del gesto). Tutte queste dimostrazioni vanno fatte a velocità
esecutiva, solo in un secondo momento, quando il gesto è appreso e stabilizzato, mi
posso permettere di cambiare la struttura temporale del gesto, quindi accelerare o
rallentare l’immagine.
Questo elemento fondamentale fa riferimento al concetto di Meinell sulla struttura del
movimento.
Da questo punto di vista il ritmo esecutivo di un adulto è diverso dal ritmo
esecutivo di un ragazzo o di un bambino. E’ opportuno dare una dimostrazione di
un’attività motoria oppure farla fare ad un ragazzo esperto? Se ho a disposizione un
ragazzo esperto è bene fargli eseguire la dimostrazione e solo in un secondo momento
posso eseguirla io, ma solo se sono competente in quell’azione motoria, altrimenti
posso dare una immagine del gesto, un’idea del movimento (vd modello di Gentile)
completamente scorretta.
La dimostrazione è utile per apprendere un gesto nuovo, anzi, è fondamentale.
Nell’apprendimento di un gesto già acquisito, non è più utile delle istruzioni verbali
(che in questo caso costituiscono un rinforzo). E’ importante eseguire dimostrazioni
corrette, dimostrare frequentemente senza commenti verbali per non distogliere
l’attenzione, scegliere prospettive adeguate di osservazione, cioè avere punti di vista
diversi nell’osservazione delle azioni motorie, dirigere l’attenzione sugli aspetti
critici prima della dimostrazione, cercare di attivare dei meccanismi preattentivi. In
alcune situazioni può servire che principianti osservino principianti, perché nella
dimostrazione vedo esternamente quelle che possono essere delle difficoltà che
anch’io devo affrontare, mi pongo nelle condizioni di osservatore e non di esecutore
(sviluppo di tipo induttivo, di Popper, di sperimentazione). Il lavoro con i principianti
va poi rinforzato con la dimostrazione corretta di un allievo esperto, oppure con
quella di un insegnante, per non lasciare a tutti gli allievi l’idea del movimento
scorretto.
L’uso della dimostrazione è parte di un tema più ampio collegato ad una chiara
presentazione dell’informazione agli allievi e meglio compreso come parte del
processo di comunicazione. A questo proposito, la combinazione di informazione
verbale e visiva e l’uso di ripasso verbale sono i metodi più efficaci per raggiungere
l’obiettivo di dare all’allievo una chiara idea di come eseguire un esercizio motorio.
Per concludere
Spiegazioni, dimostrazione ed altre informazioni possono essere utilizzate prima,
durante e dopo l’esecuzione e sono fornite al soggetto per facilitare la comprensione
del compito, sviluppare la rappresentazione mentale del gesto e di un piano d’azione,
rafforzare l’esecuzione corretta e correggere l’errore. La rappresentazione mentale
dell’azione viene così gradualmente perfezionata e diviene punto di riferimento e di
confronto con le sensazioni derivanti dall’esecuzione necessario per regolare e
modificare l’azione.
Le istruzioni (informazioni verbali) sono ampiamente impiegate per comunicare
obiettivi da conseguire, difficoltà da affrontare e superare, errori da correggere,
sensazioni da percepire, aspetti a cui rivolgere attenzione. Le istruzioni, per risultare
efficaci, debbono essere chiare, comprensibili, collegate subito all’esperienza pratica,
sintetiche, limitate agli aspetti principali dell’esecuzione e modificate al progredire
dell’apprendimento .
Dimostrazioni, schemi, disegni, fotografie, filmati (informazioni visive) sono utili
per trasmettere in modo diretto e chiaro aspetti rilevanti dell’azione; possono
riguardare particolari tecnici o la globalità dell’azione . Anche l’osservazione del
comportamento di coetanei inesperti impegnati nell’apprendimento può essere
efficace ; con i giovani è pertanto utile proporre attività a coppie di osservazione del
compagno, valutazione reciproca dei comportamenti tecnici e tattici, analisi delle
difficoltà e dei progressi.
Nell’osservazione di un modello è comunque importante che siano trasmessi gli
elementi rilevanti, quali la sequenza dei gesti nella catena cinetica e la scansione
temporale dell’azione. Precisazioni verbali combinate alle informazioni visive
aiutano a dirigere l’attenzione su elementi salienti del compito. L’osservazione
dell’errore, inoltre, può rappresentare un espediente per la correzione se seguita dalla
visione del movimento esatto o da spiegazioni che facilitino nel soggetto la
formazione di una rappresentazione mentale precisa dei parametri esecutivi. Le
informazioni visive, similmente a quelle verbali, debbono essere sintetiche, chiare,
precise, limitate agli aspetti essenziali e seguite dall’esperienza diretta.