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Oggetto e caratteri.
Il diritto della navigazione è la parte dell’ordinamento giuridico che concerne il fenomeno della
navigazione per mare, per acque interne (fiumi, laghi, canali) e per aria.
Il diritto della navigazione ha per oggetto la materia della navigazione la quale comprende
l’insieme dei rapporti attinenti la navigazione (i quali si qualificano con caratteri propri, si
stabiliscono in una categoria unitaria e si diversificano dagli altri rapporti di vita sociale ed
economica.
Importante da ricordare è che la navigazione va intesa come TRASPORTO, il quale può essere
inteso:
In senso stretto: il quale si realizza mediante il trasferimento di persone o cose da un luogo ad
un altro;
In senso lato (o tecnico): e riguarda sia il trasporto commerciale ed ogni altro movimento per
aria, acqua di un mezzo galleggiante o volante preposto a svolgere, con le persone competenti e
cose necessarie, una qualsiasi attività (esempio: pesca, diporto, rimorchio, esperimenti
scientifici lavoro aereo, scuola di pilotaggio, ecc).
Dunque in buona sostanza possiamo affermare che l’oggetto del diritto di navigazione è la materia
relativa all’esercizio, alle quale è necessario comprendere tutti quegli aspetti che ne costituiscono il
presupposto specifico o che vi sono connessi in funzione strumentale specifica (proprietà e regime
amministrativo della nave e dell’aeromobile, contratto di locazione di nave o aeromobile,
ordinamento amministrativo del personale della nave o aeromobile, ecc).
Vi sono casi nei quali le norme del diritto di navigazione sii applicano in via eccezionale alle navi
da guerra, agli aeromobili militari, a satelliti artificiali o veicoli spaziali. Dunque, in definitiva, non
rientra nel diritto della navigazione: la navigazione militare e la navigazione dello spazio extra
atmosferico.
Per quanto concerne la specialità del diritto della navigazione, possiamo dire che nel suo complesso
esso deve considerarsi DIRITTO SPECIALE (verso il diritto generale o comune) poiché la materia
della navigazione è disciplinata attraverso un complesso organico di norme coordinate
(ordinamento della navigazione) il quale si stabilisce in una posizione di specialità rispetto alla
disciplina comune e generale.
Autonomia giuridica.
Si parla di autonomia giuridica solo allorquando nell’ordinamento giuridico si concretizza una
particolare ed organica disciplina, per una categoria di rapporti necessitati da particolari esigenze,
permeata da principi speciali immanenti, proprio come nel caso del diritto della navigazione.
Malgrado nel diritto della navigazione confluiscano elementi privatistico, commercialistici,
internazionalistici, pubblicistici, non ci permette di considerare il diritto della navigazione come una
branca speciale del diritto privato o commerciale o pubblico o internazionale, masi tratta di un
settore del diritto che si distingue nettamente dagli altri con connotati singolari e specifici principi
immanenti , ecco perché all’interno dell’ordinamento giuridico italiano acquista un ruolo proprio e
distinto.
Dunque questa autonomia giuridica del diritto della navigazione da vita ad una disciplina specifica
dei fatti e dei rapporti che concernono la navigazione.
Per quanto concerne le antinomie (sono i cd contrasti fra leggi), il codice della navigazione detta
all’art 1 quello che è il criterio di soluzione e cioè stabilisce che in materia di navigazione si
applicano:
Il codice della navigazione;
Le leggi;
I regolamenti;
Le norme corporative;
Gli usi.
Qualora queste fonti non fossero applicabili né in modo diretto né per analogia, si applica il diritto
generale. L’intervento normativo delle norme di diritto generale viene a concretizzarsi dopo
l’esaurimento del ricorso a tutte le fonti proprie della navigazione e dei principi speciali.
Tutto ciò appena detto non è valido per le norme costituzionali, le leggi comunitarie e di diritto
internazionale, poiché essi si applicano alla materia della navigazione in modo prioritario visto che
hanno una posizione gerarchica superiore alle fonti indicate all’art 1 del cod nav.
All’interno del codice della navigazione si è formato il cd Codice della nautica da Diporto, questo
codice prevede che le leggi, i regolamenti e gli usi in materia di navigazione da diporto prevalgono
su quelle previste dal codice della navigazione.
In pratica si tratta di un subsistema interno al codice al diritto della navigazione il quale è dotato da
una certa autonomia speciale, ma tale autonomia lo è ma solo di secondo grado rispetto
all’autonomia di cui il diritto della navigazione in generale è dotata rispetto all’ordinamento.
Unitarietà.
Il diritto della navigazione è caratterizzato dalla visione, disciplina ed elaborazione di un fenomeno
economico e sociale nell’ambito della navigazione per mare, per acque interne e per aria.
Le navi e gli aeromobili sono considerati beni mobili registrati, sono sottoposto ad un regime di
pubblicità giuridicamente identico, di fornirli documenti della stessa natura giuridica, imposizione
di uguali formalità al loro arrivo ed alla loro partenza, di assoggettare le persone naviganti
all’autorità ed alla pertinenza del comandante, ecc.
Dunque l’unitarietà di concreta con l’esistenza di principi speciali che sono comuni alle due materie
e che permettono di applicare per analogia alla materia aeronautica norme regolatrici della materia
marittima e viceversa, prima di procedere all’applicazione delle norme di diritto generale.
LE FONTI E L’INTERPRETAZIONE
Fonti del diritto della navigazione.
L’art. 1 del cod. nav. Non indica una vera e propria gerarchia delle fonti, ma indica tutte le fonti che
si devono applicare per al soluzione dei problemi nascenti in materia di navigazione.
Naturalmente alle fonti indicate nel codice della navigazione (norme del codice della navigazione,
leggi, regolamenti, norme corporative, ed usi) vanno aggiunte le Convenzioni internazionali (rese
esecutive con leggi ordinarie ed assumono quel rango nel nostro ordinamento, ecco perché non
vengono indicare nell’elenco). In ultimo vengono anche utilizzate le fonti di grado costituzionale,
quelle di origine comunitario e le leggi ed i regolamenti regionali.
Fonti di origine internazionale.
L’importanza che viene data alle fonti di diritto internazionale trova riscontro nella necessità di dare
uniformità della disciplina della materia, e dunque evitare che i rapporti inerenti la materia della
navigazione ricevano una regolamentazione differente nei vari Stati.
A questo punto possiamo affermare che le Convenzioni internazionali (cd di diritto uniforme) sono
finalizzate ad una regolamentazione uniforme soprattutto per quei rapporti che presentano lamenti
di estraneità.
In Italia queste Convenzioni vengono introdotte nel nostro ordinamento attraverso l’ordine di
esecuzione il quale riproduce il contenuto della convenzione internazionale. Nella gerarchia delle
fonti assume una forma formale superiore alle leggi ordinarie (questo in al nuovo articolo, il 117
cost, il quale dispone che la potestà legislativa dello Stato e delle Regioni è vincolata al rispetto
degli obblighi internazionali).
Le convenzioni internazionali (cioè quelle di diritto uniforme) solitamente contengono delle norme
strumentali che determinano l’ambito di applicazione della convenzione stessa. Le norme
convenzionali sono chiamate anche “norme ad applicazione necessaria” poiché per la loro
applicabilità è sufficiente che il caso da regolare corrisponda alla fattispecie prevista dalla norma
strumentale.
L’uniformità della disciplina si concretizza solo se le norme delle convenzioni ricevono
un’interpretazione altrettanto uniforme nei vari Stati contraenti.
Norme comunitarie.
L’art. 80 del TCE stabilisce che le disposizioni sui trasporti si applichino ai trasporti ferroviari, su
strade e per vie navigabili. Il consiglio potrà decidere a maggioranza qualificata se ed in quale
misura e quale procedura, potranno essere adottate opportune disposizioni per la navigazione
marittima ed aerea.
Da ricordare che l’art. 80 TCE non è applicabile alla navigazione marittima ed aerea, ma comunque
si osserveranno i principi generali dello stesso Trattato.
Gli Stati membri sono chiamati al rispetto di alcune disposizioni caratterizzanti il TCE (in ambito di
navigazione marittima ed aerea), ad esempio le norme sulla libera circolazione dei lavoratori e le
norme relative alla tutela della concorrenza.
Le fonti di origine nazionale.
Leggi statali e Leggi regionali. Sono fonti primarie le leggi e gli atti aventi forza di legge;
secondo il criterio di competenza si distinguono le leggi regionali. Infatti secondo quanto
stabilito dalla costituzione nel nuovo art 117 “le Regioni hanno la potestà legislativa in diversi
ambiti specificatamente individuati. Tali poteri sono conferiti alle regioni attraverso una deroga
statale secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Dunque le regioni
hanno potere legislativo esecutivo per quanto concerne i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti
di trasporto e di navigazione, in questi settori le regioni hanno potestà legislativa concorrente.
Mentre sono riservati allo Stato la legislazione relativa alla: tutela dell’ambiente, rapporti
internazionali, sistema tributario e doganale, ordine pubblico e sicurezza, ordinamento penale e
processuale, ecc.
Regolamenti, Norme Corporative e Usi. I regolamenti sono i tipici atti emanati dalla pubblica
amministrazione, in questo caso concernono la materia della navigazione. Le norme
regolamentari sono emanate dal Governo (con D.P.R. su deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato). La competenza regolamentare, seppur in
misura ridotta, è attribuita altresì alle regioni e ad alcuni enti pubblici: territoriali (comuni,
province) e non territoriali (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile – ENAC, autorità portuale,
ecc.). le norme corporative sono norme subordinate alle leggi di carattere imperativo ed ai
regolamenti ma prevalgono sulle disposizioni di carattere dispositivo. L’uso ha efficacia solo
nelle materie non regolate in modo espresso da leggi o da regolamenti. Nelle materie regolate da
leggi o da regolamenti, l’uso ha efficacia solo se richiamato dalle stesse leggi o dagli stessi
regolamenti.
Analogia. Nell’ipotesi in cui una materia non sia regolata da una legge, un regolamento, ecce, si
procede all’analogia legis, cioè si reperiscono le norme applicabili ad un caso concreto non
direttamente regolato. Dunque si fa ricorso ad una norma che regola una fattispecie simile la cui
ratio sia comprensiva anche del caso non regolato. La norma ricavata con questo procedimento
è chiamata “norma di diritto speciale”. Dunque l’analogia legis determina un principio che
proviene dalla legge stessa e che viene finalizzata a disciplinare un’altra fattispecie, non regolata
(appartenente alla stessa materia) ecco perché è definito un principio speciale. Il procedimento
analogico opera sia nella navigazione marittima che aerea. Alcuni esempi di campi di
applicazione di una norma analogia: la responsabilità dell’armatore in caso di utilizzazione
abusiva o temporanea della nave; i poteri del comandante di aeromobile per provvedere alla
deficienza di viveri durante il viaggio, ecc. Infine per quanto concerne la navigazione marittima
ed interna l’interpretazione analogica deve sempre essere preceduta dall’interpretazione
estensiva.
Diritto civile. Qualora le lacune normative non si possono colmare con l’interpretazione
analogica si fa ricorso al diritto civile (secondo quanto stabilito dal codice della navigazione).
Per diritto civile si intende il complesso dei principi e delle norme di diritto amministrativo,
privato, processuale, internazionale e penale che costituiscono la normativa generale.
Caratteri dell’ordinamento delle fonti e criteri d’interpretazione.
Importante da ribadire è che la prevalenza delle fonti del diritto della navigazione su tutte le fonti
del diritto generale si spiega con la necessità di regolare la materia della navigazione (quanto più
possibile) con le speciali fonti proprie.
Il criterio di soluzione delle antinomie, prima citato, non vale rispetto alle fonti superiori alla legge
ordinarie, e cioè: le fonti costituzionali; le fonti internazionali; le fonti comunitarie. Infatti queste
fonti si applicano alla materia della navigazione con prevalenza rispetto a tutte le fonti
gerarchicamente subordinate, anche quando non regolano specificatamente la materia stessa.
L’ARMATORE E L’ESERCENTE
L’armatore è colui che assume l’esercizio della nave, mentre l’esercente è colui che assume
l’esercizio di un aeromobile.
Quando si parla di “esercizio” va inteso come quell’attività organizzata mirata al conseguimento di
un risultato economico connesso al soddisfacimento di un bisogno proprio dell’esercente ed
accompagnata dall’incidenza del rischio. Il risultato economico non va inteso come il risultato di
un’attività lucrativa, ma va interpretato come il soddisfacimento (in termini di utilità) di bisogni
propri dell’agente.
Dunque la navigazione del veicolo, cioè l’attuazione dell’esercizio, è semplicemente il risultato di
una determinata attività di organizzazione (preparatoria e funzionale) alla stessa navigazione,
pertanto l’assunzione di questa attività attribuisce a chi la svolge la qualifica di armatore o esercente.
Il concetto di esercizio non va confuso con l’armamento il quale risulta essere la fornitura di tutto
ciò che è necessario alla navigazione (attrezzature, vettovagliamento, equipaggiamento, ecc).
Esercizio e Impresa.
L’esercizio della singola nave o dell’aeromobile da vita all’impresa di navigazione. In diritto della
navigazione il concetto di impresa assume un significato decisamente diverso rispetto a quanto
previsto dal codice civile all’art 2082.
La nave o l’aeromobile possono, anche, essere utilizzati o a scopo da diporto o per spedizioni
scientifiche oppure essere gestisti occasionalmente (in tutte queste ipotesi manca, ad esempio,
l’elemento dell’attività mirata alla produzione di beni e scambio degli stessi).
Il diritto commerciale riconoscerà l’esercizio della navigazione quando il suo modus operando
configura l’impresa secondo quanto stabilito dal codice civile ( richiedendone l’iscrizione al registro
delle imprese e degli imprenditori). Da ricordare che l’armatore è anche imprenditore ittico
allorquando l’esercizio è mirato all’attività di pesca. Dunque i punti nodali sono:
L’esercizio di una singola nave o aeromobile costituisce l’impresa della navigazione e viene
disciplinata dal diritto della navigazione;
Allorquando l’esercizio della navigazione assume le caratteristiche dell’impresa disciplinata
all’art 2082 del codice civile (proprio perché finalizza alla produzione di beni e servizio ed allo
scambio di questi), coesistono sia la disciplina prevista dal codice della navigazione sia quella
prevista dal codice civile.
Nell’ipotesi di esercizio di più navi o più aeromobili, si parla di un’unica impresa economica, la
quale costituisce un’Organizzazione (impresa della navigazione).
Pubblicità dell’esercizio.
Prima di assumere l’esercizio di una nave, l’armatore deve fare la dichiarazione di armatore presso
l’ufficio di iscrizione della nave o del galleggiante. Elementi che deve contenere la dichiarazione:
Generalità, nazionalità, domicilio o residenza dell’armatore;
Le caratteristiche della nave (nome, numero, stazza, ecc);
Generalità, nazionalità, domicilio o residenza del proprietario;
Indicazione del titolo che attribuisce l’uso della nave o del galleggiante.
La dichiarazione deve essere trascritta nel registro di iscrizione della nave o del galleggiante
(per le navi maggiori va annotata sull’atto di nazionalità).
L’esercente che intende assumere l’esercizio dell’aeromobile dovrà fare la dichiarazione all’ENAC.
La procedura per tale dichiarazione è identica a quella di armatore solo che questa è trascritta nel
registro aeronautico nazionale ed annotata sul certificato di immatricolazione.
In mancanza di tale dichiarazione, l’armatore o l’esercente si presume il proprietario fino a prova
contraria (in caso di coincidenza fra armatore o esercente e proprietario non è tassativa la
dichiarazione).
La dichiarazione ha efficacia dichiarativa, da un lato ha l’effetto positivo dell’opponibilità a terzi
del fatto trascritto; dall’altro lato ha l’effetto negativo l’inopponibilità ai terzi per il fatto non
trascritto, nel senso che la situazione formale prevale su quella sostanziale nei confronti di terzi in
buona fede. Casi in cui non è richiesta la dichiarazione:
1. La dichiarazione di armatore non è richiesta allorquando i comproprietari della nave si siano
costituiti in una società di armamento, questo perché la pubblicità dell’atto costitutivo
sostituisce la dichiarazione;
2. Ancora, la dichiarazione non è richiesta per l’esercizio di navi straniere prese in locazione ed
iscritte nel registro delle navi locate e iscritte nel registro speciale delle navi locate;
3. la dichiarazione non è richiesta altresì nell’ipotesi di navi addette alla navigazione interna,
poiché essa è sostituita dall’annotazione dell’atto di concessione o di autorizzazione nei registri
di iscrizione della nave;
4. infine non è richiesta la dichiarazione per l’esercizio di aeromobili presi in locazione per più di
sei mesi perché sostituita dalla pubblicità del contratto di locazione.
Disciplina internazionale.
1. Convenzione di Bruxelles, del 1924, fortemente criticata incontrò problemi di applicazione
2. Limitation Convention, del 1957, passo in avanti nel definire limiti meno discrezionali
3. Convenzione di Londra sulla limitazione dei crediti marittimi (LLMC), del 1976, ha
provveduto ad elevare il limite di responsabilità rendendolo però invalicabile estendendolo sul:
1. piano soggettivo, limitando il debito per
l’armatore
il noleggiatore
i soccorritori
gli assicuratori
2. piano oggettivo, in relazione a tutti i crediti derivanti da:
morte o lesioni dei passeggeri
ritardo nel trasporto
lesioni di diritti extracontrattuali
operazioni finalizzate a rendere innocue le imbarcazioni o il carico
Viene introdotta una modalità di calcolo per la somma limite (calcolata in DSP i, ovvero diritti
speciali di prelievo del Fondo Monetario Internazionale), rapportata alla stazza lorda della nave
4. Convenzioni CLC (1969), Fund (1971) e HNS (1996), hanno l’obiettivo di garantire la
certezza di adeguato risarcimento per le vittime. CLC e HNS canalizzano una responsabilità
oggettiva verso il proprietario della nave per i danni causati dalle sostanza pericolose
presenti a bordo. Casi di esclusione della responsabilità:
1. atto di guerra
2. fenomeno naturale eccezionale
3. atto o omissione del terzo
4. comportamento negligente (wrongful) di un governo nella manutenzione ai fari o
aiuti alla navigazione
5. assenza di informazioni da parte del caricatore in merito alla natura pericolosa del
carico che abbia causato il danno (solo HNS), ipotesi discutibile che conduce a
contenzioso
Al proprietario della nave è riconosciuto il risarcimento dei danni sia limitato ad un
importo calcolato sul tonnellaggio della nave. Caso di esclusione della limitazione:
comportamento particolarmente riprovevole, si ha quanto c’è l’intenzione di
cagionare l’evento anche temerariamente (willful misconduct)
Fondo internazionale di indennizzo integrativo, istituito per i danni causati dal trasporto
marittimo di idrocarburi allorché:
1. il risarcimento previsto dalla norme relative alla responsabilità del proprietario risulti
insufficiente
2. non si riscontrino i presupposti della responsabilità del proprietario della nave
3. il proprietario risulti finanziariamente incapace
4. i danni eccedono i limiti di responsabilità
Il criterio ordinario per l’individuazione dell’obbligato alla contribuzione è quello della ricezione
fisica del carico sebbene non tutti i ricevitori di carichi sono tenuti al pagamento del contributo del
Fondo ma solo quello che supera una determinata soglia
L’Italia ha aderito al Protocollo di Londra del 2003 che provvede al risarcimento complementare
internazionale ponendo come somma complessiva l’importo di 750 milioni di DSP
IL COMANDANTE
Esso è il capo dell’equipaggio, si trova al vertice dell’organizzazione, formata dalla nave o
dall’aeromobile nella fase della spedizione. Le funzioni del comando sono le seguenti:
direzione esclusiva della manovra e della navigazione;
accertamento dell’idoneità della nave e dall’aeromobile alla navigazione;
tenuta e conservazione dei documenti e dei libri di bordo.
La sua nomina è fatta direttamente dall’armatore o dall’esercente, con il quale ha un rapporto di
lavoro subordinato (ne hanno, altresì, facoltà di dispensarlo dall’incarico qualora lo ritengano
opportuno, salvi i diritti derivanti dal rapporto di impiego; ad esempio è legittimo il rifiuto di quel
comandante, dispensato dall’esercente, nell’adempimento di altre mansioni).
Se durante la navigazione dovesse venire a mancare il comandante (esempio causa: morte) assume
la carica un altro componente dell’equipaggio secondo la gerarchia a bordo.
IL CONTRATTO DI LOCAZIONE - 29
La locazione di nave e aeromobile (quest’ultimo definito come dry lease) è disciplinata dagli artt.
376-383 cod. nav. e richiede sempre la forma scritta a pena di nullità (art. 939 cod. nav.) ad
probationem (la sua assenza non inficia la validità del contratto ma può tradursi in una difficoltà a
provarne l’esistenza), la cui durata è elemento non essenziale pur essendo necessaria la sua
temporaneità
Definizione: art. 376 cod. nav., si ha quando una delle parti si obbliga a far godere all’altra, per un
dato tempo, il mezzo dietro un determinato corrispettivo
Implica un diritto personale di godimento del mezzo realizzato mediante la consegna
(trasferimento della detenzione e, di regola, trasferimento della qualità di armatore ponendo
l’equipaggio alle dipendenze del conduttore) dello stesso dal locatore al conduttore.
Il conduttore non può sublocare la nave o l’aeromobile e né cedere i diritti derivanti dal contratto,
salvo che non lo permetta il locatore.
Si può parlare di cessione di locazione con il consenso del locatore e per cose mobili stabilisce che
la sublocazione può essere consentita dal locatore o dagli usi. La cessione di locazione si concreta
allorquando il conduttore (cedente) è sostituito dal cessionario nei diritti e negli obblighi verso il
locatore (ceduto).
Circa la scadenza del contratto di locazione possiamo dire che essa non può rinnovarsi tacitamente
al termine del contratto stesso, a meno che le parti stabiliscano, in sede di contrattazione,
diversamente. Ovviamente cessata la locazione i conduttore deve restituire la nave nel medesimo
luogo e nelle stesse condizioni in cui l’ha ricevuta. Il conduttore non risponde per deterioramento o
perimento dovuti alla vetustà. Nell’ipotesi in cui il conduttore dovesse restituire in ritardo la nave o
l’aeromobile, sarà tenuto al pagamento in mora di quanto dovuto verso il locatore, salvo l’obbligo
di risarcimento danni.
Circa la prescrizione, diciamo che i diritti derivanti dal contratto di locazione di prescrivono in 1
anno dalla scadenza dello stesso contratto, o nell’ipotesi di ritardo di consegna, si prescrive dalla
data di riconsegna della cosa. In ultimo, in caso di perdita presunta della nave dalla data della loro
cancellazione dal registro di iscrizione.
Differenze di locazione:
1. scafo nudo, bare-boat charter, molto frequente (dotata solo delle sue pertinenze);
2. armata (dotata di tutti i beni di consumo necessari: carburanti, lubrificanti, provviste, ecc) ed
equipaggiata (dotata di equipaggio, con i quali il locatore stipula i contratti di arruolamento).
Obbligazioni del locatore:
consegna della nave o aeromobile con le relative pertinenze, in stato di navigabilità e in buono
stato di manutenzione (secondo il formulario Barecon 2001)
provvedere alle riparazioni resesi necessarie in seguito al normale uso;
garantire il pacifico godimento del mezzo;
è responsabile dei danni derivanti da difetto di navigabilità (anche se occulti e non collegati alla
navigabilità, purché si manifestino entro 18 mesi dalla consegna);
nella locazione da diporto il locatore deve provvedere al pagamento dell’assicurazione
obbligatoria per la responsabilità civile verso terzi.
Obbligazioni del conduttore:
usare la nave secondo le sue caratteristiche tecniche e secondo quanto convenuto a contratto;
pagare il corrispettivo secondo quanto stabilito nel formulario, il Barecon 2001, a garanzia del
pagamento riserva al locatore un diritto di ritenzione (lien) sul carico o sui noli guadagnati dal
conduttore;
rispettare le clausole inserite nel formulario usato (es. il Barecon 2001, obbliga il conduttore a
mantenere la nave in stato di navigabilità).
Formulari contrattuali standard:
1. leasing operativo, locazione di nave già in esercizio
2. leasing finanziario, locazione di nave nuova
Locazione di aeromobile
Le disposizioni sono identiche (salvo le differenze di pubblicità) alla disciplina di locazione per la
nave. Una particolare forma di locazione di aeromobile è il cd aircraft interchange agreement, già
descritto sopra.
IL COMODATO
(si usa soprattutto per la navigazione da diporto)
Il comodato è quel contratto a titolo gratuito mediante il quale una parte (comodante) consegna
all’altra (comodatario) il veicolo con il fine di utilizzarlo per un tempo o per uso determinato, con
l’obbligo di restituire la stessa cosa consegnata. Questo contratto si perfezione con la consegna della
nave o dell’aeromobile. Dunque il comodato è un contratto REALE, mentre gli altri contratti sono
consensuali.
Il comodatario può essere considerato armatore o esercente solo laddove assuma tale attività
organizzativa. Nel caso inverso rimane armatore o esercente il comodante; quindi verso i terzi il
comodatario risulta essere il suo sottoposto, cioè sottoposto al comodante.
Caso particolare è quello di comodato di aeromobile di durata non superiore a 14 gg, nella quale si
considera esercente il comodante. Per analogia la legge si applica anche al comodato di nave.
Questo contratto è regolato dalle norme del codice civile, verrà disciplinato dal codice della
navigazione nell’ipotesi in cui il comodatario diventi armatore o esercente.
IL CONTRATTO DI NOLEGGIO - 33
Definizione: art. 384 cod. nav., è il contratto per il quale l’armatore, che assume il ruolo di
noleggiante, “in corrispettivo del nolo pattuito, si obbliga a compiere con una nave determinata uno
o più viaggi prestabiliti, ovvero, entro un periodo di tempo convenuto, i viaggi ordinati dal
noleggiatore alle condizioni stabilite dal contratto o dagli usi. Si applica anche al noleggio di
aeromobile. È richiesta la forma scritta ad probationem ma non è richiesta per le navi di stazza
inferiore a 25 tonnellate, se vela, a 10 tonnellate, se motore. Art. 385 cod. nav., la scrittura deve
enunciare (sebbene in modo non tassativo:
1. elementi di individuazione e nazionalità della nave
2. nome del noleggiante e del noleggiatore
3. nome del comandante
4. ammontare del nolo
5. durata del contratto o l’indicazione dei viaggi
Sottotipi di noleggio:
1. a tempo, quanto le parti determinano la durata del noleggio affidando al noleggiatore la
facoltà di disporre entro il periodo di tempo prefissato i viaggi che la nave dovrà effettuare
(sent. Corte d’Appello di Lecce: la disponibilità limitata all’uso pattuito senza che i mezzi
siano sottratti alla noleggiante, configura noleggio a tempo nel quale l’armatrice della nave
rimane la noleggiante)
2. a viaggio (ovvero trasporto, vedi sotto)
Distinzione fra noleggio e locazione:
locazione, si ha il passaggio del godimento del bene (detenzione) dal locatore a conduttore
noleggio, la nave o l’aeromobile assumono la funzione di strumento necessario mediante la
quale il noleggiante adempie la prestazione cui si è obbligato nei confronti del noleggiatore
Distinzione fra noleggio e trasporto:
noleggio, la nave o l’aeromobile assumono la funzione di strumento necessario mediante la
quale il noleggiante adempie la prestazione cui si è obbligato nei confronti del noleggiatore.
Dunque nel noleggio il viaggio è FINALE e l’obbligazione del noleggiante si esaurisce nel
trasferimento della nave, la quale costituisce l’oggetto della prestazione;
trasporto, è il noleggio a viaggio (così è come lo definisce parte della dottrina) al quale
viene riconosciuta la natura di contratto di trasporto (dottrina predominante c.d. unitaria).
Ovvero l’impegno a trasportare una merce o a navigare portando un carico sono
sostanzialmente equivalenti. Nel trasporto il viaggio è strumentale è l’obbligazione
principale del vettore è quella di trasferire persone o cose, attraverso la realizzazione di
viaggi, e la nave costituisce lo strumento di tale prestazione.
Formulari del contratto di noleggio:
spesso si allontanano dallo schema legislativo del noleggio, prevedendo clausole con
assunzione da parte del noleggiatore di ogni responsabilità in relazione alla conservazione
del carico;
vengono definiti charter-parties distinti in:
1. voyage charter, quando il nolo è stabilito a viaggio;
2. time charter, quando il nolo è stabilito a tempo;
spesso vengono stabiliti due termini, uno iniziale (prima del quale non è possibile che il
contratto abbia esecuzione) ed uno finale (c.d. termine cancello) entro i quale il noleggiante
deve garantire la disponibilità della nave. Spirato il termine cancello il noleggiante è
comunque tenuto a presentare la nave mentre il noleggiatore ha la facoltà di cancellare il
contratto (peraltro perdendo così il diritto al risarcimento, tranne il caso di dolo o colpa
grave della controparte)
a carattere informativo vengono previsti avvisi (c.d. E.T.A., expected time of arrival) che
informano il noleggiatore della posizione della nave e del suo presunto arrivo. Infine c’è il
c.d. avviso di prontezza (notice of readiness)
clausola risolutiva espressa, possibilità di convenire la possibilità che il noleggiante ritiri la
nave in ipotesi di ritardo del pagamento del nolo
Il trasporto di persone.
Nel codice della navigazione il contratto di trasporto è anche indicato come contratto di passaggio, è
un contratto consensuale contraddistinto dall’obbligo del vettore di trasferire una persona
(passeggero) da un luogo ad un altro.
Dunque individuiamo nel trasporto una prestazione essenziale che è quella di trasferire una persona
da un luogo ad un altro, ma un’altra prestazione essenziale è rappresentata dall’obbligo di vigilare
sull’ incolumità dell’oggetto del trasporto (rientra nell’obbligo di protezione).
Nel trasporto di persone il vettore si limita a fornire al passeggero un idoneo spazio a bordo, di uso
esclusivo o comune ad altri passeggeri. Ovviamente sul passeggero gravano oneri di collaborazione,
non solo all’inizio ed alla fine del viaggio ma anche durante lo stesso (in qualunque dei casi il
passeggero ha facoltà di controllare la prestazione del vettore durante il trasporto stesso).
NB non si possono configurare contratti di trasporto di persone stipulati da un terzo non
trasportato, che agisca per contro proprio.
Fra gli elementi costitutivi dell’oggetto del trasporto ci sono la durata del trasferimento, il quale
dev’essere ragionevole in relazione al mezzo di trasporto ed all’interesse del passeggero (creditore),
infatti proprio per questo è istituita una responsabilità per il ritardo del vettore.
Forma del contratto.
Il contratto di trasporto per acqua ha la forma scritta (ma non nel caso di trasporto su navi inferiori
ad una certa stazza). L’assenza della forma scritta non pregiudica la validità del contratto ma ne
rende difficile la prova dello stesso in giudizio.
Nel trasporto aereo la forma scritta non è richiesta ai fini della prova, ma è disposto solo l’obbligo
del vettore di avvisare per iscritto il passeggero che la propria responsabilità è disciplinata e limitata
dalla Convezione di Montreal.
La normativa comunitaria stabilisce, a carico dei vettori (anche non comunitari) l’obbligo di
informare i passeggeri presso i punti vendita dei biglietti di quella che è il regime di responsabilità.
La mancata informativa non pregiudica la validità del contratto ma incidono solo sul profilo della
responsabilità del vettore per mancato inadempimento dal quale possono derivare delle sanzioni
amministrative sancite dal codice della navigazione che prevede il divieto di decollo ed atterraggio
del vettore in caso, proprio, di mancata informazione dei passeggeri.
La conclusione del contratto è anticipata da una prenotazione, prenotazione che è qualificata come
contratto preliminare o come patto d’opzione.
Biglietto di passaggio.
Elementi che devono essere indicati nel biglietto del contratto di trasporto marittimo:
luogo e data di emissione;
luogo di partenza e destinazione;
classe e prezzo di passaggio;
nome e domicilio del vettore;
Le indicazioni relative al vettore, al luogo di partenza e di arrivo sono da ritenersi
ESSENZIALI.
Gli elementi del biglietto del contratto aereo:
indicazione dei punti di partenza e destinazione.
Al passeggero va consegnato un documento scritto nel quale si indica che la responsabilità del
vettore è soggetta dalla convezione di Montreal (allorquando sia applicabile). Viene imposto, altresì,
ai vettori aerei di indicare le condizioni generali del trasporto, imposte dalla IATA (Internazional
Air Transport Association).
La dottrina prevalente afferma che non si può parlare di cessione del biglietto, poiché esso essendo
nominativo rappresenta un documento di legittimazione; in qualunque dei casi il vettore è liberato
dall’adempiere la prestazione del trasporto a chi esibisce il biglietto.
Si può emettere anche un biglietto nominativo, dunque biglietto che permetterà il trasporto a chi è
inserito nella lista (infatti ci deve essere un collegamento tra il biglietto e la lista). Il biglietto
assumerà le caratteristiche di documento di legittimazione a nominatività esterna o derivata.
Nel trasporto aereo può accadere che il vettore indicato nel biglietto non è quello che concretamente
effettuerà il trasporto (basti pensare alle compagnie aeree che condividono il codice di volo, code
sharing, o quando le compagnie sono legate da un contratto di noleggio), ovviamente il passeggero
dovrà essere informato, e la mancata informazione potrà permettere al passeggero di chiedere la
risoluzione del contratto, il rimborso del biglietto e il risarcimento del danno).
Prescrizione.
I diritti derivanti dal contratto di trasporto marittimo di cose e di bagagli non registrati (e non
consegnati) si prescrivono col decorso di 6 mesi dall’arrivo a destinazione del passeggero o in casi
di mancato arrivo, dal giorno in cui il passeggero sarebbe dovuto arrivare.
I diritti derivanti dal trasporto marittimo di persone e bagagli registrati (e consegnati) si
prescrivono col il decorso di un anno dalla riconsegna dei bagagli o in caso di perdita, dal giorno in
cui questi sarebbe dovuti essere riconsegnati.
Questi termini sono portati ad un anno per i trasporti che hanno inizio o termine fuori Europa o dei
paesi bagnati dal mediterraneo.
Nell’ambito del trasporto aereo, tali diritti si prescrivono in due anni dall’arrivo a destinazione
dell’aeromobile o dal giorno in cui l’aeromobile sarebbe dovuto arrivare o dall’interruzione del
trasporto. (NON SI APPLICANO LE NORME SULLA PRESCRIZIONE).
Responsabilità del vettore aereo per mancata esecuzione del trasporto o ritardo.
Responsabilità disciplinata dalla Convenzione di Montreal del 1999.
Per quanto concerne la responsabilità per danni da ritardo, il vettore è responsabile a meno che non
provi che esso o i suoi dipendenti abbiano adottato tutte le misure che si sarebbero potute
ragionevolmente richiedere per evitare il danno o che sarebbe stato loro impossibile prenderle.
La Convenzione di Montreal del 1999 non si applica per la responsabilità per mancata esecuzione
del trasporto, lacuna colmata dal cod. nav. All’art. 949 bis, norma che adotta la stessa responsabilità
della convenzione applicandola alla responsabilità per ritardo.
Il vettore è responsabile dei danni causati dalla mancata esecuzione del trasporto a meno che non
provi che lui stesso o i suoi ausiliari abbiano preso tutte le misure necessarie e possibili, secondo
diligenza, per evitare il danno o che era loro impossibile adottarle.
Presunto l’inadempimento, il passeggero ha l’onere di provare l’esistenza del suo diritto
all’esecuzione (o nell’ipotesi di ritardo, all’esecuzione tempestiva) del trasporto e all’esistenza del
danno; però non ha l’onere di accertare la causa del danno stesso.
Conseguentemente l’onere del fatto impeditivo spetta al vettore il quale, qualora non possa
dimostrare di aver adempiuto, ha l’onere di provare di aver preso (o di non aver potuto prendere)
tutte le misure ragionevoli (o secondo le norme della diligenza) per evitare il danno, senza dover
individuare, neppure da parte sua, la causa specifica di inadempimento.
Importante da ricordare è che l’inadempimento o il danno possono non essere indispensabili, questo
perché la prova liberatoria si realizza non sul pian o della causa ma su quello degli EFFETTI. Tale
prova ha come oggetto fatti (apprestamento misure idonee ad evitare il danno) che non si
riferiscono all’evento produttivo del danno ma alla sua conseguenza, cioè al danno stesso, quindi le
misure da provare devono essere quelle dirette all’eliminazione delle conseguenze dannose
dell’evento (qualunque esso sia anche quello fortuito) con la finalità di dimostrare l’inevitabilità del
danno. Dunque nel trasporto aereo l’individuazione del danno non è necessaria e non ha incidenza
nella prova liberatoria in definitiva non partecipa né al fatto costitutivo né al fatto impeditivi ;
mentre al contrario nel trasporto marittimo l’individuazione dell’evento dannoso è elemento del
fatto impeditivi.
Nell’ipotesi in cui la causa del danno è individuata (o dal passeggero o dal vettore) al vettore non
serve dimostrare la non imputabilità della stessa, ma è necessario che dimostri che il danno non
poteva essere evitato o che ha fatto quanto nelle sue possibilità (o dei suoi ausiliari) evitarlo
adottando tutte le misure idonee.
Per i vettori comunitari o extracomunitari in partenza da aeroporto comunitario, una compensazione
finanziaria. Dunque nell’ipotesi di cancellazione del volo o negato imbarco, il passeggero può
scegliere la risoluzione del contratto o la partenza con un altro volo successivo; in entrambe i casi
ha diritto ad una liquidazione forfetaria (va dai 250 ai 600 euro). Tale soluzione è dimezzata
allorquando il vettore offrisse un volo alternativo e l’orario d’arrivo non superi di gran lunga
l’arrivo con il volo precedentemente programmato.
Responsabilità del vettore aereo per morte o lesione personale.
Anche in questo ambito, la responsabilità del vettore è regolata dalla Convezione di Montreal del
1999.
La Convenzione non parla di lesioni personali, ma di lesioni corporali escludendo dal proprio
ambito di applicazione le lesioni di carattere puramente psichico (esempio: una lesione mentale
causata da turbamento emotivo provocato da un atterraggio di fortuna).
La disciplina per le lesioni personali è colmata dal cod. nav. All’art. 941.
Il vettore è responsabile allorquando l’evento che ha provocato il danno si è verificato a bordo
dell’aeromobile o nelle operazioni di imbarco e sbarco. Dunque si inizia a parlare di responsabilità
del vettore dal momento in cui il passeggero entra nella sfera di influenza e controllo del vettore
stesso; è proprio da quell’istante che il vettore assume l’obbligo di protezione, istante che coincide
con il ritiro della carta d’imbarco, mentre l’operazione di sbarco coincide con l’uscita del
passeggero dalla sfera di controllo del vettore, cioè con l’ingresso in aerostazione.
Invece, per quanto concerne la responsabilità in caso di morte del passeggero la convenzione
impone ai vettori comunitari una responsabilità presunta (e illimitata) accompagnata da una
protezione di carattere indennitario entro un certo importo pecuniario.
Da non dimenticare che se la negligenza del passeggero danneggiato ha provocato o contribuito a
causare il danno, il vettore può essere totalmente o parzialmente esonerato dalla responsabilità.
Circa la prova del fatto costitutivo il passeggero deve provare solo l’infortunio ed il suo essersi
verificato entro l’ambito temporale stabilito, in definitiva non ha l’onere di accertare la causa del
danno.
Per la prova liberatoria spettante al vettore che intende evitare un risarcimento superiore a 100.000
diritti speciali di prelievo, è uguale a quella del trasporto marittimo. Dunque il vettore dovrà provare
che la causa del danno non è ad esso imputabile.
La causa del danno dovrà essere individuata dal vettore, individuata dovrà dimostrare la mancanza
di colpa (o dei suoi ausiliari) o la colpa di un terzo connessa a quella causa. I danni determinati da
causa ignota ricadono sul vettore.
Il compito del legislatore, che in tal senso ha migliorato la protezione a beneficio del passeggero, è
quello di garantire in ogni caso la reintegrazione del patrimonio del passeggero stesso entro un certo
ammontare. Tale reintegrazione non ha natura sanzionatoria, ma indennitaria, proprio perché tutela
il passeggero contro il fatto oggettivo della sua pregiudizievole alterazione prescindendo dalla
imputabilità dell’inadempimento; reintegrazione che ovviamente ha anche finalità di solidarietà
sociale mirata a tutelare proprio i passeggeri del trasporto aereo.
La disciplina convenzionale è inderogabile per il vettore, stabilendo che è nulla ogni clausola di
esonero o limitazioni di responsabilità del vettore; così come sarà nulla ogni pattuizione che deroghi
alle regole convenzionali attraverso una legge applicabile o modificazione delle regole in materia di
competenza.
IMPogni azione di responsabilità verso il vettore non può essere esercitata se non alle condizioni
e nei limiti previsti dalla convenzione stessa.
Responsabilità del trasporto aereo eseguito da vettori successivi e da soggetto diverso dal vettore
contraente.
Responsabilità disciplinata dalla Convenzione di Montreal, distingue:
responsabilità nel caso di trasporto successivo di persone; in questo ambito il passeggero
intrattiene rapporti contrattuali con tutti vettori successivi, ma potrà agire sono nei confronti del
vettore il quale lo trasportava durante il verificarsi dell’incidente; salvo il patto espresso
mediante il quale il vettore si assume la responsabilità dell’intero viaggio;
responsabilità del soggetto diverso dal vettore contraente. Il vettore è colui che si obbliga a
trasferire persone o cose da un luogo ad un altro, l’assunzione di questo obbligo attraverso la
stipulazione del contratto, è sufficiente all’assunzione della qualità di vettore e non sarà
necessario che egli esegua personalmente il trasporto, infatti questo può essere fatto eseguire (in
tutto o in parte) anche da un terzo. In questo caso il rapporto fra vettore e terzo può consistere in
contratto di noleggio (nel trasporto di cose si parla di subnoleggio) non esiste nessun rapporto
contrattuale , poiché il terzo risulta essere un ausiliario del vettore. La convenzione di Montreal
il “vettore contraente” che è colui il quale ha sottoscritto il contratto di trasporto, dal “vettore
operativo” cioè colui che ha eseguito il trasferimento. Entrambi sono solidalmente responsabili
verso i passeggeri (o caricatori), salva diversa pattuizione. Da ricordare è che mentre il vettore
contraente risponde per l’intero viaggio, il vettore operativo risponde solo per il percorso da lui
eseguito.
Crociera turistica.
Mediante questo contratto, l’organizzatore con una nave da lui esercitata o noleggiata, si obbliga a
trasportare i passeggeri per un viaggio di piacere di solito circolare (cioè con ritorno al punto di
partenza), e si obbliga altresì di fornire loro altre prestazioni a bordo (vitto, alloggio, spettacoli,
ecc.). in questo tipo di contratto la finalità turistica diventa l’elemento funzionale e strumentale;
dunque all’obbligazione di trasportare si affiancano le altre prestazioni (con oggetto diverso dal
trasferimento). Le diverse prestazioni, compreso il trasporto, sono tra loro complementari e
concorrono tutte ala conseguimento della funzione turistica.
La crociera è configurata come un contratto misto.
Prescrizione.
I diritti derivanti dal trasporto marittimo di cose si prescrivono con decorso di 6 mesi.
Nel trasporto di carico totale o parziale tale termine decorre dalla riconsegna delle cose, ed in caso
di perdita totale dal giorno in cui le cose sarebbero dovute arrivare a destinazione.
Nel trasporto di cose determinate tale termine decorre dal giorno delle riconsegna e, in caso di
perdita totale, dal giorno in cui la perdita è stata riconosciuta dal vettore o dopo 7 giorni dal termine
in cui la merce sarebbe dovuta giungere a destinazione.
Nei trasporti che hanno inizio e fine fuori Europa o dai Paesi bagnati dal Mediterraneo, la
prescrizione si compie in 1 anno.
Nei trasporti misti per terra e per mare, il termine di prescrizione è di 1 anno e fino ai 18 mesi per i
trasporti fuori Europa.
Le azioni di rivalsa (esempio contro l’armatore) si prescrivono nel più esteso termine previsto dalla
lex fori, che non potrà essere inferiore ai tre mesi dal giorno in cui l’attore che esercita la rivalsa
abbia soddisfatto il suo debito.
I diritti derivanti dal trasporto aereo di cose sono assoggettati allo stesso termine del trasporto di
persone e si prescrivono in 2 anni.
Stallie.
Essere rappresentano un periodo di tempo (solitamente è determinato nel contratto di trasporto)
entro il quale si suppone che possano essere portate a compimento le operazioni di caricazione e
scaricazione.
Il tempo di stallia ha inizio quando, arrivata al nave nel porto designato o nel luogo di oreggio
convenuto, ed essendo pronta per l’imbarco o lo sbarco della merce, il caricatore o il ricevitore
riceve il cd AVVISO DI PRONTEZZA da parte del comandante.
La nave è da considerarsi “arrivata” allorquando presenta l’avviso di prontezza, da questo momento
decorre l’inizio della stallia, la nave deve essere entrata nell’area commerciale del porto o essere
accostata all’ormeggio prefissato, ma deve anche essere pronta sotto l’aspetto materiale ed
amministrativo (disporre tutta la documentazione ed i permessi richiesti dalla legge, cd libera
pratica) affinché possano iniziare le operazioni.
La stallia è stabilita nel contratto ed è stabilita in giorni ed in ore, e si computa a giorni lavorativi
non a giorni correnti.
Il decorso del tempo è sospeso durante i giorni in cui le operazioni sono impedite per cause non
imputabili al caricatore o dal destinatario.
Sovente è pattuito il cd premio di acceleramento, in base al quale al caricatore spetta un premio
allorquando la caricazione o la scaricazione è effettuata entro un periodo di tempo inferiore a quello
pattuito per le stallie.
Si possono prevedere le stallie per la caricazione e quelle per al scaricazione oppure prevedere un
termine unico di stallia (cioè per caricazione e scaricazione), cd stallie reversibili.
Controstallie.
Decorso il tempo di stallia,il vettore è tenuto ad un certo periodo di ulteriore attesa, chiamata
appunto controstallia, per il quale ha diritto ad un compenso.
Il tempo di controstallia (salvo diverso patto, regolamento portuale o uso locale) è di tanti giorni
correnti quanti sono stati i giorni lavorativi di stallia).
Il compenso di controstallia è computato in giorni e ore e giorni consecutivi e deve essere versato
giorno per giorno nello stesso luogo dove deve essere pagato il nolo. (la controstallia può essere
determinata anche secondo gli usi).
Gli impedimenti fortuiti non sospendono il decorso del tempo di controstallia.
Esaurito il tempo di controstallia.
Debitore del compenso di controstallia è il caricatore anche se persona diversa dal destinatario.
Caricazione e scaricazione.
Nel trasporto di cose determinate non sussistono le stallie, quando la nave è pronta per ricevere il
carico, il caricatore deve presentare la merce per l’imbarco secondo i termini d’uso stabiliti.
Decorso il termine per la consegna della merce, il comandate potrà partire senza attendere il carico
ed il caricatore, qualora non avesse esercitato la facoltà di recesso concessa dal codice della
navigazione, è tenuto al pagamento dell’intero prezzo di trasporto.
Anche in questa fattispecie di trasporto è prevista la clausola FIO, la quale attribuisce al caricatore
ed al ricevitore rispettivamente l’effettuazione delle operazioni di caricazione e scaricazione,
comprensivi di relativi rischi e spese.
Malgrado questa non sia una clausola di esonero essa deve considerarsi nulla nei trasporti ai quali si
applicano le Regole dell’Aia-Visby, poiché queste ultime non attribuiscono, in alcun modo, al
vettore l’esecuzione delle operazioni di caricazione e scaricazione; dunque essa è nulla perché
circoscrive la prestazione del vettore in termini più ristretti di quelli consentiti dalla normativa
vincolante delle regole.
Responsabilità del vettore aereo per mancata esecuzione del trasporto e ritardo.
I danni da ritardo sono regolati dalla convenzione in modo identico per le persone, i bagagli e le
merci. Il vettore è responsabile a meno che non provi che lui stesso ed i suoi dipendenti e preposti
abbiano preso tutte le misure che si sarebbero potute ragionevolmente prendere per evitare il danno
o che sarebbe stato per loro impossibile prenderle.
Il reclamo per il ritardo della merce si può fare al vettore entro il 21° giorno dalla sua messa a
disposizione.
Circolazione.
La copia originale della polizza di carico, costituente il titolo di credito, può essere:
al portatore; in questo caso è trasferita con la consegna del titolo. Il possessore del titolo è
legittimato all’esercizio del diritto in esso menzionato in base alla presentazione del titolo stesso;
all’ordine; in questo caso il trasferimento avviene attraverso girata, scritta sul titolo e sottoscritta
dal girante (è valida anche se non contiene il titolo del giratario). La girata al portatore vale
come la girata in bianco, e la girata trasferisce tutti i diritti inerenti al titolo. La polizza
all’ordine può essere girata “per procura”, “per sbarco” o “per l’incasso”, allo scopo di
consentire al giratario (solitamente è lo spedizioniere), di ritirare la merce quale mandatario del
girante. Il giratario acquista tutti i diritti inerenti al titolo, ma non può girarlo se non per procura.
La polizza all’ordine può essere girata anche “per garanzia” costituendo un pegno sul quale ci si
potrà rifare in caso di inadempimento;
nominativo; in questo caso il trasferimento si concretizza attraverso l’annotazione del nome
dell’acquirente sul titolo o con il rilascio di un nuovo titolo intestato al nuovo titolare, o
attraverso girata autenticata da un notaio o da un agente di cambio. La girata della polizza
nominativa può essere fatta “in garanzia” o una simile, con il fine di costituire in pegno il titolo.
Il giratario in garanzia non può trasmettere ad altri il titolo se non mediante girata per procura.
Indicazioni.
La polizza ricevuto per l’imbarco e la polizza di carico devono indicare:
il nome ed il domicilio del vettore;
il nome ed il domicilio del caricatore;
il luogo di destinazione, qualora la polizza fosse nominativa, anche il nome ed il domicilio del
destinatario;
la natura, la qualità e la quantità delle cose trasportate, ed anche il numero dei colli e le marche
che li contrassegnano;
lo stato apparente della merce o degli imballaggi;
il luogo e la data di consegna.
Inoltre la polizza di carico deve contenere altre indicazioni:
1. il nome o il numero, l’ufficio di iscrizione e la nazionalità della nave;
2. il luogo della data di caricazione.
Le Regole dall’Aia-visiby richiedono che siano indicati anche:
le marche di contrassegno;
il numero dei colli e dei pezzi o la quantità o il peso, secondo i casi;
lo stato ed il condizionamento apparente della merce.
La convenzione di Montreal del 1999 prevede che la lettera di trasporto aereo o la ricevuta del
carico devono contenere:
i luoghi di partenza e di destinazione;
se questi luoghi si trovano nel medesimo Stato contraente, almeno un altro scalo previsto nel
territorio di un altro Stato;
il peso della merce.
Le parti hanno facoltà di inserire nei titoli altre indicazioni, oltre a quelle previste per legge.
Riserve generiche.
Tipi esempi di riserve generiche sono: “dice essere”, “ignoro peso” e “dice contenere”.
Il limite a cui sono assoggettate le riserve generiche per la loro validità è rappresentato dalla
“ragionevolezza dell’impossibilità di controllo”; infatti non sono valide le riserve che si riferiscono
allo stato apparente degli imballaggi (poiché sempre controllabile) né sono valide quelle riserve
prestampate sul documento perché la loro apposizione prescinde dall’impossibilità del controllo.
In definitiva le riserve rendono ostico, a vantaggio però del vettore, la prova dell’esistenza e
dell’entità del danno.
La lettere di garanzia.
Il caricatore può indurre il caricatore ad emettere una polizza netta (cioè senza riserve),
rilasciandogli in cambio una lettere di garanzia , mediante la quale si impegna a tenerlo indenne
dalle conseguenze di eventuali reclami o pregiudizi che esso vettore debba subire per il fatto che la
merce non sia conforme a quanto indicato nella polizza.
Questa lettera di garanzia non è opponibile a terzi, ma genera solo un’obbligazione di garanzia fra il
vettore e caricatore.
Sarà nulla per illiceità di causa o del motivo della lettera di garanzia emessa nella comune
consapevolezza dell’inesattezza delle indicazioni di polizza.
Ordini di consegna.
Gli ordini di consegna propri sono titoli rappresentativi mediante i quali il vettore o il
raccomandatario, una volta emessa la polizza di carico, da ordine al comandante della nave di
consegnare al possessore dell’ordine di consegna la merce in esso specificata, costituente singole
partite della merce rappresentata dalla polizza.
L’emissione del titolo è obbligatoria, allorquando è convenuto nel contratto di trasporto. Una volta
emesso l’ordine di consegna, il vettore indicherà sull’originale trasferibile della polizza,
l’indicazione circa la natura, la qualità e quantità della merce specificata in ciascun ordine con
l’apposizione della propria firma.
Essendo gli ordini di consegna titoli rappresentativi della merce, possono essere: all’ordine,
nominativi ed al portatore; tali titolo attribuiscono al legittimo proprietario il diritto alla consegna
della merce che vie è specificata, il possesso della stessa merce ed il diritto di disporne mediante
disposizione del titolo.
Gli ordini di consegna sono disciplinati secondo le norme che disciplinano la polizza di carico.
Esistono anche ordini di consegna “impropri”, essi sono emessi dal possessore della polizza di
carico direttamente sul comandante o sul raccomandatario e non recano la firma del vettore o del
suo rappresentante.
Il possessore della polizza non perde la disponibilità della merce, ed ha quindi la possibilità di
modificare la designazione della persona indicata nell’ordine di consegna improprio. L’ordine di
consegna improprio non è un titolo rappresentativo della merce ma è atto a designare la persona alla
quale deve essere eseguita la prestazione, cioè la consegna della merce.
Sea waybills.
Nei traffici marittimi è prevista, in diversi casi, l’emissione di un titolo di credito rappresentativo,
esempio:
quando la merce è venduta in corso di viaggio;
quando la merce è oggetto di una vendita su documenti;
quando il prezzo della merce è anticipato da una banca;
in caso di finanziamento garantito da pegno sulla merce imbarcata.
In altri casi, allorquando mittente e destinatario si identificano o si tratti di società collegate, si usa
emettere documenti chiamati sea waybills, documenti che contengono sempre il nome del
destinatario e sono espressamente dichiarati non negoziabili.
Non sono titoli di credito e non legittimano il destinatario alla riconsegna (quest’ultimo non ha la
disponibilità del documento, il quale è consegnato dal vettore solo all’atto della riconsegna della
merce).
I sea waybills hanno solo efficacia probatoria ed il destinatario indicato nel documento acquista il
diritto alla riconsegna in base a quanto stabilito nel codice civile all’art. 1689, cioè solo quando,
arrivate le cose a destinazione o scaduto il termine in cui sarebbero dovute arrivare, ne chiede la
riconsegna al vettore.
Il mittente conserva il diritto di contrordine, dal quale deriva la disponibilità delle cose trasportate,
finché è in possesso del documento di trasporto.
Nel trasporto marittimo oltre agli strumenti del sea waybills, sono stati sperimentati altri sistemi
come ad esempio l’emissione del documento a destinazione, con comunicazione elettronica o
telefax, e così via.
La responsabilità per l’urto di navi ed aeromobili.
Il codice della navigazione prende in considerazione:
Urto di navi;
Urto fra aeromobili;
Urto misto.
Le disposizione codicistiche regolano solamente i rapporti extracontrattuali e non si applicano, di
conseguenza, ai rapporti di responsabilità che in seguito all’urto intercorrono fra soggetti vincolati
da contratto di lavoro, di trasporto o da altro contratto, e non si applica, altresì, alle unità da diporto
che sono sottoposte alla normativa del codice civile.
Dunque la disciplina speciale si occupa di:
1. urto fra navi, galleggianti ed aeromobili in movimento ma non si applica ad una nave o
aeromobile in movimento con un oggetto considerato fermo, cioè non in movimento (per
movimento si intende dall’inizio delle manovre fino all’approdo).
La normativa speciale distingue anche altri tre tipi di urto:
1. urto fortuito; se ciò è avvenuto per causa di forza maggiore e per caso fortuito, i danni restano
a carico di coloro che li hanno sofferti;
2. urto per colpa unilaterale; il risarcimento è a carico del veicolo in colpa ed essendo una
responsabilità extracontrattuale l’onere della prova della colpa incombe al danneggiato;
3. urto per colpa comune; se la colpa è di più veicoli, ciascuno di essi risponde della propria
colpa e dell’ammontare delle relative conseguenze.
Queste fattispecie sono completate da due tipi di presunzione:
PRESUNZIONE DELLA NON IMPUTABILITA’ DELLA CAUSA, si parifica l’urto per causa dubbia all’urto
fortuito, e dunque si stabilisce che i danni restano a carico di coloro che li hanno sofferti anche
quando non è possibile accertare al causa dell’urto;
PRESUNZIONE DI UGUAGLIANZA DELLA COLPA, in caso di colpa comune a più veicoli, laddove non
fosse possibile individuare la proporzionalità della gravità della colpa e l’entità delle relative
conseguenze, i danni derivati dall’urto sono a carico dei veicoli in colpa in parti uguali.
Nella fattispecie di urto causato da colpa comune, la responsabilità verso i terzi dei veicoli in colpa
è solidale soltanto per i danni derivanti da morte o da lesioni personali.
I criteri di risarcimento sono stabiliti nella loro procedura dalla Convenzione di Lisbona del 1987.
Circa la limitazione del debito nell’urto fra aeromobili e nell’urto misto è previsto uno speciale
sistema nella limitazione del debito dell’esercente ritenuto responsabile; il regime di limitazione è
quello previsto per la limitazione dei danni a terzi sulla superficie.
Circa i danni a terzi sulla superficie in seguito ad urto fra aeromobili, nei confronti dei terzi
danneggiati rispondono in solido gli esercenti degli aeromobili che si sono urtati vicendevolmente.
La PRESCRIZIONE.
Il diritto al risarcimento dei danni causati da urto (navi, aeromobili o misto) si prescrive in due anni
dal giorno in cui il danno si è prodotto.
Il diritto di rivalsa spettante al responsabile solidale (dunque uno dei veicoli coinvolti nella colpa
comune dei danni derivanti da lesioni o morte) che abbia pagato l’intero risarcimento, può esperire
l’azione con il decorso di un anno dal giorno del pagamento in toto del risarcimento.
L’azione di regresso spettante all’aeromobile che abbia pagato l’intero risarcimento dovuto in
solido dagli aeromobili, si prescrive con il decorso di un anno dal giorno del pagamento al
danneggiato.
ASSISTENZA A SALVATAGGIO
Il soccorso si concreta in presenza di una situazione di pericolo, tale soccorso è prestato a cose o
persone o in ambiente acqueo (soccorso marittimo) o in ambiente aeromobile (soccorso
aeronautico).La disciplina trova la fonte nelle convenzioni di Bruxelles del 1910 e 1938, le quali
sono state completamente assorbite dal codice della navigazione.
Oggi la Convenzione di Londra del 1989 si applica ad ogni ipotesi di soccorso in mare o in altre
acque, effettuato con o senza mezzi nautici. La disciplina del cod. nav. concerne qualsiasi
prestazione di soccorso compiuta da una nave o da un aeromobile o di cose o di persone che si
trovano in una situazione di pericolo. Dunque i presupposti erano nella natura del soggetto che
prestava il soccorso (nave o aereo) e la situazione (stato di pericolo). Con l’entrata in vigore della
convenzione di Londra, tali presupposti sono validi solo per il soccorso aeronautico. Infatti oggi è
irrilevante chi presta il soccorso ma è irrilevante anche il soggetto che lo presta, visto che le norme
della convenzione si applicano anche al soccorso prestato senza mezzi nautici, e la stessa conv.
comprende anche il soccorso prestato da aeromobile, purché in ambiente acqueo. Dall’istituto del
soccorso rimane escluso il soccorso prestato senza mezzi nautici in ambiente diverso da quello
acqueo. Stato di pericolo. Il soggetto che riceve il soccorso deve trovarsi “in pericolo di perdersi”e
tale pericolo deve sussistere nel momento in cui è prestato il soccorso.
Nell’ambito della discriminazione del “ricupero” la prestazione del soccorso ha come peculiarità
quello di essere finalizzata a scongiurare un pericolo in atto, mentre il ricupero ha lo scopo di mirare
ad annullare le conseguenze dannose già verificatesi del pericolo. Assistenza e salvataggio. Oggi
per quanto concerne il soccorso marittimo il soccorso comprende sia l’assistenza che il salvataggio;
nel soccorso aeronautico il soccorso è distinto in: assistenza e salvataggio. Esistono diverse
tipologie di posizioni giuridiche di assistenza e salvataggio:
Assistenza e salvataggio obbligatori: generalmente allorquando sussiste un pericolo per le vite
umane, l’opera di soccorso è obbligatoria. Tale obbligo trova la sua origine o da un’autorità
amministrativa o nella legge. Nell’ipotesi di autorità amm. I diritti del soccorritore sono determinati
e ripartiti secondo quanto stabilisce la Conv. di Londra e dal cod. nav., nell’ipotesi della legge
l’obbligo è a carico del Comandante con espressa esclusione dell’armatore, soccorso che è dovuto
ad ogni persona che si trova in pericolo di perdersi in mare, o in caso di urto fra navi il comandate
di ciascuna di esse è tenuto a prestare soccorso alle altre, al loro equipaggio ed ai loro passeggeri.
Nel soccorso aeronautico, l’obbligo di soccorso è stabilito in diversi casi, ad esempio un aeromobile
caduto o atterrato in mezzo al deserto e vi siano persone a bordo; a favore di persone che siano in
pericolo di perdersi a causa dell’atterraggio dell’aereo in zone desertiche; in caso di urto fra
aeromobili che sono entrati in collisione da parte dei rispettivi comandanti.
IMPl’obbligo è subordinato alla possibilità di prestare soccorso senza grave rischio della nave o
dell’aeromobile che lo presta, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri.
Assistenza e salvataggio contrattuali: senza obbligatorietà di legge o di autorità amministrativa, il
soccorso può essere convenuto contrattualmente. Il contratto di soccorso prevede che il soccorritore
si obbliga all’esecuzione di un complesso di atti diretti al conseguimento di quel determinato
risultato utile, nel quale va determinato l’adempimento (esso è un contratto d’opera).
Tale contratto può essere concluso o al di fuori dell’ambite dove deve essere prestato materialmente
il soccorso o nell’ambiente stesso; soccorso che è concretato dal comandante della nave o
dell’aeromobile.
Assistenza e salvataggio spontaneo: si profila questa ipotesi di assistenza allorquando essa non è né
obbligatoria né contrattuale. Ad esempio è il caso in cui il soccorso prestato contro la volontà del
comandante della nave o dell’aeromobile che l’abbia ricevuto (questa ipotesi si identifica meglio
con la gestione del negozio).
EFFETTI GIURIDICI.
La convenzione di Londra trova applicazione con riferimento agli aspetti non regolati dagli accordi
delle parti (art. 6). L.O.F., Lloyd’s Standard Form of Salvage Agreement, è un formulario (l’ultima
edizione risale al 2000) contrattuale utilizzato nella prassi che contiene una disciplina modella sulla
Convenzione di Londra e che, poiché tale contratto viene concluso mentre è in corso la situazione di
pericolo, la Convenzione di Londra sancisce che può essere annullato o modificato quando:
è stato concluso sotto influenza indebita o sotto influenza del pericolo ed in suoi termini sono
iniqui
quanto l’importo è eccessivamente troppo alto o troppo basso.
Il soccorritore ha diritto al compenso solo in caso di successo delle operazioni.
Obblighi legali nell’assistenza e salvataggio di cose.
Nel soccorso marittimo il soccorritore ha i seguenti obblighi:
- eseguire le operazioni di soccorso con diligenza;
- sollecitare l’assistenza di altri soccorritori ove necessario;
- accettare l’assistenza di altri soccorritori;
- cercare di non danneggiare l’ambiente.
Anche i soggetti che ricevono il soccorso hanno degli obblighi da rispettare:
cooperare pienamente con il soccorritore;
esercitare la dovuta diligenza per agevolare le operazioni di soccorso; ecc.
Al soccorritore spetta un compenso, subordinato alla riuscita delle operazioni; per il compenso
vanno presi in considerazione diversi elementi:
a) il valore della nave e degli altri beni salvati;
b) la misura del successo ottenuto e l’abilità e gli sforzi profusi;
c) il tempo trascorso e la prontezza ed i servizi resi;
d) i rischi corsi dal soccorritore e dalle sue attrezzature; ecc.
Il compenso non può superare il valore dei beni salvati, tranne il caso di pericolo per l’ambiente ove
si avrà il diritto a ricevere dal proprietario una safety net (special compensation o speciale
indennità) corrispondente a tali spese, eventualmente aumentato del 30% o 100% mediante
l’intervento dell’Autorità Giudiziaria ove abbia prevenuto o minimizzato il danno all’ambiente.
Nel soccorso aeronautico gli obblighi del soccorritore sono praticamente i medesimi. Una vera
differenza tra le due tipologie è il risarcimento dei danni subiti ad al rimborso delle spese che
prescinde dal risultato conseguito. Ovviamente anche in questa tipologia di soccorso il compenso è
commisurato ad una serie di elementi, pressoché come per il soccorso marittimo di cose.
Nel soccorso spontaneo prestato a cose (marittimo o aeronautico) ogni diritto viene meno
allorquando il soccorso sia stato effettuato nonostante il rifiuto espresso e ragionevole del
comandante o del proprietario delle cose in pericolo.
Obblighi legali nell’assistenza e nel salvataggio di persone.
Nel soccorso di persone (vale sempre il principio della gratuità) i diritti del soccorritore variano a
seconda della situazione giuridica che fa capo al soggetto passivo.
a) se le operazioni di soccorso sono coperte da assicurazione, il soccorritore ha diritto a ricevere
dall’assicuratore, nei limiti della copertura assicurativa ed in caso di risultato utile, un compenso
determinato in relazione ai rischi corsi, agli sforzi operati ed al tempo impiegato. Nel soccorso
aeronautico il soccorritore ha diritto, altresì, al risarcimento dei danni subiti ed alle spese
sostenute;
b) qualora tali operazioni non fossero coperte da assicurazione e le operazioni di soccorso di
persone è stato effettuato in occasione di operazioni di soccorso a navi o aeromobili o cose, il
soccorritore ha diritto solo ad un compenso;
c) negli altri casi il soccorritore non ha alcun diritto.
Il compenso per il soccorso deve essere ripartito tra:
armatore, 1/3, ma può essere incrementata non oltre la metà del compenso dovuto
equipaggio, 2/3.
Circa la prescrizione, i diritti del soccorritore si prescrivono in 2 anni dal giorni in cui le operazioni
di soccorso sono terminate.
IL RICUPERO ED IL RITROVAMENTO DI RELITTI
Il ricupero ha per oggetto relitti di nave o di aeromobile naufragati o altri relitti della navigazione.
L’elemento che discrimina il ricupero dal soccorso consiste proprio nell’assenza del pericolo nel
momento in cui le operazioni sono svolte, cioè il ricupero è finalizzato ad annullare, per quanto
possibile, le conseguenze dannose prodotte dal pericolo già verificatosi.
Esso può essere effettuato direttamente dal proprietario o da un altro soggetto (in questo caso il
ricuperatore può operare o per contratto o agire per iniziativa spontanea).
Riepilogando, si può avere:
ricupero contrattuale;
ricupero spontaneo
ricupero d’ufficio dell’autorità marittima;
ricupero di nave estera compiuto nelle acque italiane dall’autorità consolare dello Stato battente
bandiera.
Ricupero marittimo e aereo.
Tipologie che si distinguono, nel caso del ricupero marittimo questo avviene operando in mare o
altre acque (con o senza mezzi nautici), mentre il ricupero aeronautico avviene in terraferma ad
opera di aeromobile.
Ricupero privato.
Esso prevede tre fattispecie:
1. ricupero effettuato dal proprietario: in questa ipotesi il proprietario del relitto ha diritto di
provvedere al ricupero direttamente (o tramite un ricuperatore da lui designato), tranne il caso in
cui subito dopo il verificarsi del naufragio, il comandante si costituisca immediatamente capo
ricuperatore. L’autorità marittima può assumere il ricupero d’ufficio solo laddove il proprietario
non intenda farlo direttamente;
2. ricupero contrattuale: tale contratto ha natura di contratto d’opera o d’appalto e la prestazione ha
come oggetto un’obbligazione di risultato;
3. il ricupero spontaneo (con o senza mezzi nautici), si configura come l’istituto della gestione di
negozio.
Obblighi e diritti del ricuperatore.
Gli obblighi sono diversi e vado ad elencarli:
non può sospendere o abbandonare le operazioni se non dietro giustificato motivo e congruo
preavviso;
entro 10 gg dall’approdo della nave che ha compiuto il ricupero o compimento delle operazioni
deve riconsegnare le cose ricuperate al legittimo proprietario, o se questi è ignoto alla vicina
autorità marittima preposta, la quale la prende in custodia.
In merito ai diritti, il ricuperatore ha diritto al risarcimento degli eventuali danni e spese sostenute
(chiamate indennità), ed un compenso stabilito in merito al lavoro svolto, al tempo impiegato, ai
rischi, ecc; comunque esso non potrà eccedere il valore delle cose ricuperate.
Il diritto alle indennità ed al compenso si prescrivono in due anni dal compimento delle operazioni.
Il compenso va ripartito tra coloro che hanno collaborato o partecipato alle operazioni di ricupero.
Ripartizioni che distingue se tali operazioni siano avvenute:
- con mezzi nautici: si fa rinvio alla ripartizione prevista per il contratto di soccorso;
- senza mezzi nautici: ripartiti in base alle fatiche ed ai rischi corsi durante le operazioni.
Il ricupero d’ufficio, avviene in due condizioni:
- mancata assunzione o prosecuzione del proprietario nei termini fissati;
- che dal ricupero sia prevedibile un risultato utile.
In merito alle attribuzioni dell’amministrazione possiamo dire che l’autorità marittima può
provvedere alla vendita delle cose ricuperate allorquando non sia possibile o utile la conservazione,
o per coprire le spese di ricupero.
Dunque l’autorità marittima vende per conto del proprietario che non ritira le cose ricuperate o è
ignoto, entro una determinata data.
IL RITROVAMENTO DI RELITTI
Il ritrovamento di relitti si diversifica dal ricupero, per il fatto che manca l’intenzione di trovare le
cose naufragate, ma il tutto avviene assolutamente per caso fortuito. Vediamo due ipotesi:
ritrovamento di relitti (da navigazione marittima o aerea) in mare o rigettati nelle acque del
demanio marittimo;
ritrovamento di relitti della navigazione aerea caduti sulla terra.
L’obbligo principale del ritrovatore è quello di denunciare entro 3 gg dal ritrovamento o
dall’approdo della nave se il ritrovamento è avvenuto in corso di navigazione, all’autorità marittima
o aeronautica. È punita l’eventuale omissione.
Altresì, avrà l’obbligo alla riconsegna delle cose ritrovate, consegna che andrà fatta direttamente al
legittimo proprietario, o se ignoto all’autorità marittima.
Il ritrovatore ha diritto ad un rimborso delle spese ed un premio; il premio verrà elargito, altresì, in
caso di ritrovamento di un cetaceo arenato (il cetaceo è di proprietà dello Stato).
Il diritto del ritrovatore al rimborso ed al premio si prescrivono in due anni dal ritrovamento.
L’autorità che riceve la riconsegna, custodisce le cose e le rivende devolvendo le cose ricavate.