Sei sulla pagina 1di 1

Musica e linguaggio

Nel Cinquecento la rinascita della letteratura si collega ad una indagine delle


relazioni esistenti tra le arti; per la musica il modello da seguire è quello che si chiama
«linguaggio naturale» ad imitazione della poesia e del linguaggio verbale e così: «ciò
che nel discorso sono i punti e le virgole, altrettanto nella musica poetica sono le
clausole, come parti che formano un corpo unico».1 L’arte della parola – la Retorica –
viene acquisita come strumento comune a tutte le discipline ed utilizzata in quanto
scienza.
Il significato di retorica era stato definito da Aristotele come «la facoltà di scoprire i
possibili significati della persuasione in relazione a un soggetto qualunque»,2 quindi non
un insieme di regole, ma il razionale al servizio dell’obiettivo da raggiungere. Per i
teorici del XVII e XVIII secolo, l’importante funzione della retorica consiste nel
persuadere l’ascoltatore, mentre il fine, da perseguire attraverso la musica, è quello di
esprimere e descrivere «affetti». Le «figure» retoriche vengono utilizzate per
rappresentare un repertorio tipico e convenzionale di «affetti» musicali, un vero e
proprio lessico delle «passioni» che trova corrispondenza in emozioni e sentimenti.
Alla fine del Settecento, malgrado il lungo dibattito che si protraeva già dal
Cinquecento fra i teorici, ancora si ricercavano gli elementi che accomunavano il
linguaggio dei suoni alle regole, grammaticali e formali, applicate comunemente al
linguaggio verbale. L’esame è volto alle due grandi specie di figure o schemata:
schemata grammatica (suddivise in Ortographica, Syntactica) e schemata rhetorica
(Ditionum, Orationum, Amplificationis).3 L’analogia con la musica vocale è la relazione
che offre più immediate considerazioni, tuttavia, anche il lavoro strumentale – in quanto
«orazione senza parole»4 – viene ricondotto alla retorica delle arti.
Stefano Arteaga5 sottolinea come gli insegnanti fanno osservare ai loro alunni le
regole dell’armonia e dell’accompagnamento musicale – la grammatica della musica –
ma tale procedimento non fa apprendere il metodo di costruzione del discorso.
Le regole che governano la struttura del discorso sono necessarie in ogni
elaborazione estetica per ordinare i pensieri e la distinzione fra elementi meccanici ed
elementi retorici si collega al concetto di retorica e forma. Secondo Georg Friedrich
Meier6 tutti gli oggetti estetici consistono di Eingang (exordium, introitus) Vortrag der
Hauptvorstellung (thesis, thema, propositio per eminentiam), Abhandlung (tractatio) e
Beschluss (conclusio, peroratio). La metodologia retorica sottolinea la relazione
esistente tra forma e genere di appartenenza e l’idea di forma è legata ai concetti di
«melodia» e «tema». Per i teorici tedeschi le due parole hanno significati differenti e

1
Quod autem in oratione est periodosus et comma, id in posetica musica sunt clausulae, quae tamquam
partes integrum corpus constituunt (GALLUS DRESSLER, Praecempta Musicae poeticae, 1551).
2
ARISTOTELE, L’arte della retorica, I, II, 2.
3
Cfr. FERRUCCIO CIVRA, Musica Poetica, UTET, Torino, 1991, p. 97.
4
HEINRICH CHRISTOPH KOCH, «Melodie» in Musikalisches Lexicon, A. Hermann d. J., Frankfurt/Main,
1802, sub voce (ed. mod., Olms, Hildesheim, 1964).
5
STEFANO ARTEAGA, Le rivoluzioni del teatro musicale italiano, Carlo Trenti, Bologna, 1785, vol. 2, p.
79.
6
GEORG FRIEDRICH MEIER, Anfangsgründre aller schönen Wissenschaften, C.H. Hemmerde, Halle,
1748-1750.

Potrebbero piacerti anche