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invece è rivestita dagli archi. In particolare nelle musiche per violino, l’abbondanza di
segni indicanti l’articolazione, ci testimonia precise scelte di stile; i metodi di
esecuzione sono differenti nei vari paesi e mentre gli italiani, in genere, sono più
propensi ad utilizzare arcate lunghe, i francesi prediligono quelle corte. Lo stile è
strettamente correlato alle procedure tecniche usate dai compositori e mentre in Italia la
cantabilità è ottenuta attraverso ampi disegni e lunghe frasi, in Francia i piccoli, tipici
ornamenti provocano la continua frammentazione della melodia.
Heinrich Schütz lamenta nella seconda parte della sua Synphoniae Sacrae (1647) che
le arcate estese sul violino non erano ancora usate in Germania e Corelli esplicitamente
prescrive nel suo Concerto di Natale «Arcate sostenute e come stà» [arcate lunghe e
senza ornamentazione]. Dello stile francese Hubert Leblanc riferisce che al tempo di
Lully le arcate erano spezzate e i colpi di archetto segnati ogni misura. Lo stile italiano
al contrario, da testimonianza di George Muffat, è caratterizzato da suoni larghi, pieni e
cantati: «qui non vi sono grandi differenziazioni tra arcate in su ed in giù. Si sente un
suono continuo che è permesso per crescere e diminuire come nella voce […] così
interamente appropriato a rappresentare le passioni».36 L’articolazione, che equivale alla
pronuncia nel linguaggio parlato, caratterizza i popoli e distingue con chiarezza gli stili.

Costruzione in gruppi di note

Dopo avere considerato fraseggio e articolazione come aree separate e distinte è


necessario esaminare il caso che riguarda la costruzione di gruppi di note attraverso
l’articolazione. Nella costruzione di gruppi di note l’articolazione si costituisce in
fraseggio e gli ambiti di appartenenza non possono essere più completamente delimitati.
Anche se si è cercato di tracciare un confine tra le due aree, per designare le rispettive
caratteristiche, è necessario considerare adesso le reciproche influenze.
La costruzione dei gruppi di note per molto tempo è stata considerata tra gli ambiti del
fraseggio. Rudolph Klein fornisce questa definizione: «Il fraseggio è la pensata
connessione di una serie di note, comprendente all’inizio due note […] l’interruzione
della linea melodica è chiamata articolazione»37 secondo Hermann Keller38 è più
corretto definire questo caso come una costruzione di gruppi attraverso l’articolazione.
Il rilievo che l’articolazione riveste è evidente se si considera il modo in cui la
diversa combinazione nei gruppi di note riesce ad attribuire opposta efficacia allo spazio
tra gli intervalli. Tali differenze sono state esaminate da Riemann che, nel caso di
legature che uniscono la prima nota con la seconda, chiama la distanza di seconda un
«intervallo morto»:

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mentre, nel caso nel quale la legatura unisce la seconda nota con la terza, considera il
salto di terza un «intervallo morto»:
36
GEORGE MUFFAT, Florilegium musicum, 1698, prefazione.
37
RUDOLPH KLEIN, «Musikzeitschrift», Austria, 1950, Vol. 5/6.
38
HERMANN KELLER, Phrasing and Articulation, Barrie & Rockliff, Londra, 1966, p. 53.

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