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delle stesse, le sue prove. […] Questo ordine e questa sequenza delle sezioni individuali è
chiamato l’ordine estetico delle idee. Un’opera musicale è ben ordinata quando tutti i pensieri si
sostengono e si rafforzano l’un l’altro nel modo più vantaggioso possibile.11

Le affermazioni di Forkel sono meno generiche in Musikalischer Almanach12 dove


analizza una sonata di Carl Philipp Emanuel Bach e, in un paragrafo soppresso
dell’autografo di Allgemeine Geschichte, illustra nelle grandi linee le sue idee riguardo
le varie fasi di costruzione di una forma-sonata:

Se si vuole applicare tutto quello che io ho detto, ad esempio, ad una sonata, il suo ordine estetico
dovrebbe essere approssimativamente come segue:
1. La Hauptsatz, il tema.
2. Poi i temi secondari che derivano da esso.
3. Il consolidamento dei temi contrastanti [Gegensätze], che seguono.
4. Una conclusione per sostenere la Hauptsatz e la chiusura della prima parte.
Dato che la prima parte della sonata è solitamente molto più corta della seconda, non c’è vera
elaborazione [Ausarbeitung], frammentazione [Zergliederung], etc., nella prima parte; essa
comprende, proprio come nell’introduzione di un’orazione, solo una presentazione preliminare e un
accenno delle principali intenzioni e degli obiettivi del lavoro musicale.
La seconda parte comprende:
1. La Hauptsatz trasposta o presentata nella tonalità della dominante.
2. La frammentazione della Hauptsatz.
3. Vari dubbi contro di essa, insieme alla confutazione e risoluzione della stessa.
4. Un’altra conferma attraverso la presentazione della Hauptsatz, ancora una volta in forma
variata [Gestalt] oppure in una tonalità secondaria relativa alla tonica.
5. Una Conclusione che adesso si muove alla tonica, proprio come l’armonia si muove alla
dominante nella prima parte. Il movimento finisce in questa maniera.13

Il secondo tema è definito da Forkel come momento di elaborazione del tema


principale anche se trattato in termini di contrasto. La struttura di ogni movimento è
un’elaborazione di unità individuali che cominciano con l’idea principale e si
sviluppano attraverso vari modi: la variazione, il contrasto, la ripetizione o la
combinazione di tutte le tecniche.

Nel XVIII secolo la forma è considerata fondamentalmente una categoria estetica le


cui caratteristiche principali devono essere la coerenza e la persuasione. Una coeva
definizione di forma è offerta dalla testimonianza di un anonimo del 1760 che la chiama
«la maniera nella quale i pensieri in una intera melodia, o periodo, si susseguono l’un
l’altro»;14 lo stesso autore precisa che «non è abbastanza che le sezioni di una
composizione, ognuna considerata singolarmente, abbiano disposizione, correttezza e
dovute proporzioni; queste sezioni, oltre questi elementi, devono tutte accordarsi
insieme e costituire un intero armonioso. Una singola sezione può includere errori,
ottave o quinte parallele, e l’intero, ciononostante, può essere ben messo insieme».15
Questo commento finale conduce alla definizione di grammatica musicale e retorica
musicale, la forma sembra riconducibile a quest’ultima piuttosto che alla prima.

11
JOHANN NIKOLAUS FORKEL, Allgemeine Geschichte der Musik, Schwickert, Lipsia, 1788-1801, I, 50.
12
ID., Musikalischer Almanach für Deutschland auf das Jahr, Schwickert, Lipsia, 1784, pp. 31-32.
13
ID., Allgemeine Geschichte, Berlino, Deutsche Staatsbibliothek, manoscritto autografo, par. 103.
14
ANONYMOUS, «Beytrag zu einem musikalischen Wörterbuch» in JOHANN ADAM HILLER, Wöchentliche
Nachrichten und Anmerkungen die Musik betreffend, n. 39, p. 302.
15
Ivi, p. 303.

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