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Riguardo i suoni estranei all’armonia, sia che cadano in battere che in levare, essi
devono risolvere un grado più in alto o più in basso dalla nota principale. Questi suoni
vengono spesso indicati con piccole note e congiunti alla nota principale con la linea di
legato.
I più rappresentativi musicisti francesi, tra i quali Nivers, Rameau e Couperin,
sottolineano questo punto.
Guillaume-Gabriel Nivers28 ci dice:

È un ornamento apprezzato e gradito del suonare, quello di distinguere chiaramente tutte le note,
e di legarne abilmente qualche altra, così come è insegnato in modo appropriato nel canto. Per
distinguere e marcare le note, si devono sollevare le dita velocemente ma non troppo in alto, per
esempio, nel fare una diminuzione o un gruppo di note consecutive, si deve sollevare con
prontezza un dito quando si percuote l’altro e così per tutte le altre; se, infatti, si toglie la prima
nota dopo avere suonato l’altra, si produce solo il risultato non di distinguere ma di confondere i
suoni. Per legare le note, esse si devono ben percepire ma senza togliere le dita così velocemente
come prima: questa maniera è tra la chiarezza e la confusione, e vi partecipa un poco dell’una ed
un poco dell’altra. Si pratica normalmente nei Port de voix [appoggiature] ed in certi passaggi di
cui porto qualche esempio. […]

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Anche Jean-Philippe Rameau29 nella sua tavola degli abbellimenti indica


attentamente le legature e dimostra l’esecuzione delle note arpeggiate:

28
GUILLAUME-GABRIEL NIVERS, Livre d’Orgue, 1665, «De la Distinction et du Coulement des Notes»
(ed. mod. a c. di Jean Saint-Arroman, ed. J.M. Fuzeau S.A., Courlay, 1987).
29
JEAN-PHILIPPE RAMEAU, Pièces de clavecin avec une mèthode pour la mechanique des doigts […],
1724 (ed. mod. di Erwin R. Jacobi, Bärenreiter, Kassel, BA 3800).

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