Si rimise in piedi. – E per quanto riguarda il corpo?
- Arriverà qualcuno mandato da Palazzo -, rispose Lestrade.
Il mio amico mi fece un cenno, e ci avviammo insieme alla porta. Poi sospirò. - Ispettore. La vostra ricerca della signorina Rachel potrebbe risultare infruttuosa. Tra le altre cose, Rache è una parola tedesca. Vuol dire vendetta. Date un’occhiata al vostro dizionario, comunque. Ci sono anche altri signi cati. Giungemmo in fondo alla scala e uscimmo in strada, all’aperto. - Non avevate mai visto un membro della famiglia reale prima di stamattina, vero? – mi chiese il mio amico. Feci segno di no con la testa. - Be’, può essere una vista terribile se non si è preparati. Ma amico mio… voi state tremando! - Vi chiedo scusa. Mi passerà tra un attimo. - Credo che una passeggiata vi farebbe bene – disse; io annuii con la certezza che se non avessi iniziato a camminare mi sarei messo a urlare. - A Ovest, allora –, disse il mio amico indicando l’oscura torre del Palazzo. Iniziammo a camminare. - Dunque - esordì il mio amico dopo un po’. – Non avete mai avuto un incontro diretto con nessuna delle teste coronate d’Europa? - No -, risposi. - Credo di poter dire con una certa sicurezza che lo avrete -, mi disse. – E non con un cadavere, stavolta. Molto presto. - Caro amico, cosa vi fa credere… Per tutta risposta indicò una carrozza, dipinta di nero, che si era fermata di colpo più avanti, a circa cinquanta metri da noi. Un uomo con pastrano e cilindro nero era in piedi vicino allo sportello e lo teneva aperto in silenzio, in attesa. Sullo sportello della carrozza era dipinto in oro uno stemma che ad Albione conoscono anche i bambini. - Ci sono inviti che non si possono ri utare -, disse il mio amico. Passò il cappello al valletto e, mentre saliva in cabina e si abbandonava sui morbidi cuscini in pelle, avrei giurato che sorridesse. Durante il tragitto verso il Palazzo, quando cercai di parlargli, mi mise a tacere portandosi un dito alle labbra. Poi chiuse gli occhi e sembrò immergersi profondamente nei suoi