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pensieri.

Per quel che riguarda me, cercai di ricordare cosa sapevo sulla famiglia reale
tedesca ma, a parte il fatto che il consorte della regina, il principe Alberto, era tedesco, ne
sapevo ben poco.
Mi misi una mano in tasca e ne estrassi una manciata di monete, rossastre e argentate, nere
e verde rame. Fissai il ritratto della nostra regina impresso su ognuna di esse, e provai al
contempo orgoglio patriottico e puro terrore. Mi dissi che una volta ero stato un soldato,
immune alla paura, e che c’era un tempo in cui questa era la pura verità. Ripensai per un
attimo a quando ero un tiratore scelto, addirittura un cecchino, come mi piaceva pensare.
Ma ora la mia mano destra tremava come colpita da paralisi; le monete tintinnavano
rumorose, e io non sentivo altro che rimpianto.
3. Il Palazzo
Finalmente, il dottor Henry Jekyll è orgoglioso di annunciare l’attesissimo lancio al grande
pubblico della “Polvere di Jekyll”, rinomata in tutto il globo. Non sarà più un lusso per pochi
privilegiati. Liberate la vostra natura! Per essere puliti dentro e fuori! TROPPE PERSONE,
sia uomini che donne, so rono di STITICHEZZA DELL’ANIMA! Sollievo immediato ed
economico, grazie alla Polvere di Jekyll! (Disponibile ai gusti di vaniglia e originale
mentolato)
Il consorte della Regina, il principe Albert, era un uomo imponente con un notevole paio di
ba a manubrio e una calvizie incipiente, ed era totalmente e innegabilmente umano. Ci
venne incontro nel corridoio, salutandoci con un cenno del capo senza chiedere i nostri
nomi né porgendoci la mano.
- La Regina è assai sconvolta -, disse. Aveva un forte accento tedesco. Le S diventavano Z
quando uscivano dalla sua bocca. Azzai. Zconvolta. – Franz era uno dei suoi favoriti. Ha
davvero molti nipoti, ma lui riusciva a farla ridere di gusto. Troverete chi gli ha fatto questo.
- Farò del mio meglio -, assicurò il mio amico.
- Ho letto le vostre monogra e -, disse il principe Albert. - Sono stato io a suggerire a
Scotland Yard che era il caso di consultarvi. Spero di aver fatto la scelta giusta.
- Lo spero anch’io -, rispose il mio amico.
E nalmente la grande porta si aprì, e fummo condotti nell’oscurità alla presenza della
Regina.

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