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QUADERNI C.I.T. n. 6
Gennaio 2014
Le condotte di scarico a mare – stato dell’arte
Giuseppe R. Tomasicchio, Felice D’Alessandro, Elena Musci e Antonio De Risi
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QUADERNI C.I.T – N. 6
Gennaio 2014
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Le condotte di scarico a mare – stato dell’arte
Giuseppe R. Tomasicchio, Felice D’Alessandro, Elena Musci e Antonio De Risi
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Giuseppe R. Tomasicchio, Felice D’Alessandro, Elena Musci e Antonio De Risi
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Indice
PREMESSA ………………………………………………………………………………………………………………………………. 4
INTRODUZIONE …………………………………………………………………………………………………………………… 6
RILIEVI BATIMETRICI, GEOGNOSTICI, CORRENTOMETRICI E BIOCENOTICI ……………... 10
Rilievi batimetrici ………………………………………………………………………………………………………………… 10
Indagini geologiche-geognostiche …………………………………………………………………………………….. 13
Rilievi correntometrici ………………………………………………………………………………………………………… 15
Indagini biocenotiche ………………………………………………………………………………………………………….. 17
ATTIVITÀ PROPEDEUTICHE ALLA PROGETTAZIONE ………………………………………………………. 19
Studio del clima meteo marino ……………………………………………………………………………………………. 19
Onda di progetto …………………………………………………………………………………………………………………… 23
Profondità di frangimento …………………………………………………………………………………………………… 25
Studio correntometrico ……………………………………………………………………………………………………….. 26
Calcolo della portata nera di scarico …………………………………………………………………………………. 31
DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI E DEI MATERIALI …………………………………………………… 32
IL VARO E LA POSA ……………………………………………………………………………………………………………….. 42
Tecniche di varo e posa in opera ……………………………………………………………………………………….. 42
Le sollecitazioni in fase di varo ………………………………………………………………………………………….. 47
NORMATIVA DI RIFERIMENTO ……………………………………………………………………………………………. 53
Quadro normativo in Regione Puglia ………………………………………………………………………………….. 56
LE CONDOTTE DI SCARICO IN PUGLIA ……………………………………………………………………………. 59
LA RICADUTA ECONOMICA SULLE SPIAGGE ……………………………………………………………………. 61
IL PROCESSO DI DILUIZIONE ………………………………………………………………………………………………. 62
IL CALCOLO DELLE FORZE INDOTTE DAL MOTO ONDOSO …………………………………………… 74
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ……………………………………………………………………………………………. 81
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PREMESSA
Il presente lavoro conclude una serie di attività svolte dal Centro per
l’Innovazione Tecnologica sul tema della distribuzione dell’acqua per
uso umano nell’ambito di un progetto che ha avuto il supporto eco-
nomico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(MIUR).
Le attività già svolte dal C.I.T. sul tema dell’acqua hanno trovato sin-
tesi in 5 Quaderni che hanno i seguenti titoli:
Quaderno C.I.T. n. 1: Ricerca delle perdite nelle reti di distribu-
zione idrica: analisi delle tecnologie e delle metodologie con par-
ticolare riferimento alla realtà pugliese;
Quaderno C.I.T. n. 2: Riabilitazione reti idriche con tecnologie
innovative a scavi ridotti;
Quaderno C.I.T. n. 3: La comunicazione dell’acqua;
Quaderno C.I.T. n. 4: Studio di materiali polimerici atossici per
nuove applicazioni e in particolare nel ripristino funzionale delle
condotte idriche.
Quaderno C.I.T. n. 5: Analisi sull’utilizzo delle tecnologie NO-
DIG per la riabilitazione delle reti idriche.
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Per la Puglia, il rilascio delle autorizzazioni allo scarico dei reflui ur-
bani è demandato alla Regione Puglia giusta L.R. n. 18 del
03/07/2012.
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INTRODUZIONE
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Fattori determinanti nel processo, non solo la profondità dello scarico, ma
anche la velocità di efflusso, il diametro dell'ugello, la densità del liquido, non-
ché la posizione del getto (ottimale si è trovata quella orizzontale).
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però limitata rispetto alla misura in campo, in quanto essa trascura gli
effetti, sulle correnti, delle maree e delle differenze di densità(2).
Il progettista ha poi la necessità di determinare una forzante di pro-
getto o onda di progetto per il calcolo delle forze esercitate dal moto on-
doso sulla condotta, al fine di verificarne la stabilità idraulica e struttu-
rale.
In sintesi, numerosi sono gli aspetti da considerare per una corretta e
completa progettazione degli scarichi a mare di acque reflue:
• tecnologici, relativi ai materiali, ai sistemi costruttivi e alle tecniche
di varo e di posa in opera;
• topografici, relativi alla disposizione plano-altimetrica della condot-
ta;
• idraulici, riguardanti la portata nera da convogliare entro la condotta
e il dimensionamento del diffusore;
• ambientali, relativi ai processi di diluizione a mare dei liquami pro-
venienti dall’impianto di depurazione;
• meteomarini, riguardanti l’individuazione del clima ondoso e delle
correnti da esso indotte;
• fluidodinamici, sullo studio del campo di moto che s’instaura
nell’intorno della condotta;
• idrodinamici, relativi all’interazione dinamica tra fluido e condotta;
• strutturali, riguardanti il dimensionamento e la scelta degli elementi
resistenti della tubazione.
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Se nella valutazione dell'azione di diluizione dell'inquinante facciamo riferimen-
to, come d’uso, al contenuto batterico del miscuglio, elemento fondamentale per
il lato igienico del problema, un'ulteriore diluizione viene assicurata dalla mortali-
tà batterica, che si nota nell'ambiente marino. Questa mortalità è dipendente dal
tempo di permanenza dei batteri nell'acqua marina e quindi, anche al fine di au-
mentare il tempo di contatto batterio-acqua di mare, è importante che le correnti
allontanino il liquame risalito alla superficie dalla zona di scarico, portandolo al
largo e senza possibilità di raccolta in una zona di spiaggia preferenziale; infatti,
durante il tempo del trasporto a maggiore distanza dalla costa, l'ambiente marino
avrà il tempo di agire sul miscuglio in modo da abbassare ancora il suo tasso bat-
terico.
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Rilievi batimetrici
Il fondo marino antistante la zona da servire con la condotta va
scandagliato lungo ogni possibile tracciato sotto tre aspetti: batimetria,
consistenza ed epibiota.
L'esecuzione di accurati rilievi batimetrici consente di conoscere la
morfologia della fascia costiera antistante il tratto di litorale, ove si
prevede la posa in opera della condotta. Il rilievo batimetrico è dun-
que un'operazione preliminare ad una seria proposta progettuale. Le
indagini effettuate saranno consegnate in appositi elaborati redatti con
precisione e partendo da capisaldi quotati, di cui va fornita la relativa
monografia. Le campagne di rilevamento batimetrico vanno eseguite
nel tratto di posa delle condotte ed in aree con singolarità geologiche
degne di attenzione.
Nel passato, per la conoscenza del fondo marino, è stato ampia-
mente utilizzato lo scandaglio a mano. Tale tecnica è oggi praticabile
solo nel caso di interventi di modesta entità (piccole aree a limitata
profondità). Allo scandaglio a mano si preferisce l’ecoscandaglio, che
permette rilevamenti più precisi e più rapidi.
L’ecoscandaglio consente la conoscenza dettagliata della morfologia
dei fondali mediante tecniche applicative del fenomeno della riflessio-
ne, che le onde sonore emesse da una sorgente subiscono da parte di
ostacoli. La determinazione della profondità scaturisce dalla misura del
tempo intercorrente tra l'emissione di un'onda ed il ritorno dell'onda
riflessa al ricevitore. Le onde sono prodotte con un sorgente immerso
nell’acqua, che agisce anche da ricevente dell’onda sonora riflessa dal
fondo. L’ecografo permette di ottenere risoluzioni anche dell’ordine di
alcuni cm, soprattutto se si usano frequenze elevate (> 200 KHz). I va-
lori letti o registrati sono riferiti al livello del mare al momento della
misurazione; pertanto le registrazioni, oltre che dal livello mareale al
momento della misura, sono affette dalla variazione dovuta al moto
ondoso. I dati misurati vanno poi corretti per tener conto degli effetti
di marea e, quindi, riportati ad un unico livello del mare. Tale corre-
zione può avvenire anche in modo istantaneo, qualora si disponga di
due strumenti GPS tra loro collegati via radio (Fig. 1): il primo, siste-
mato a terra, stabilendo la quota certa di riferimento, permette
all’altro, a bordo del natante, di fornire la correzione alla lettura bati-
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metrica eseguita.
Esistono ecoscandagli del tipo single beam e del tipo multi beam. Il
primo tipo (Fig. 2) consente rilievi pressoché puntuali del fondo mari-
no: esso rileva la profondità media per una superficie, la cui estensione
dipende dalla profondità del fondale e dalla divergenza del segnale ul-
trasonico emesso dal sorgente (tipicamente pari a 2°). Il tipo multi beam
è composto da una serie (anche sino a 60) di ecoscandagli single beam
(Fig. 3), ciascuno puntato in una direzione differente. In tal modo
l’ecoscandaglio multi beam può acquisire istantaneamente superfici di
grande estensione. Per un fondale avente profondità di circa 10 m, il
sistema multi beam acquisisce strisciate di ampiezza pari a circa 20 m.
Pertanto, rispetto all’ecoscandaglio single beam, il multi beam riduce for-
temente i tempi e le fonti di errore. Per l’uso di entrambi i tipi di eco-
scandaglio, sono sufficienti piccole imbarcazioni del tipo in Fig. 4, che
sono di facile movimentazione in quanto carrellabili. Il nolo
dell’imbarcazione, della strumentazione e del personale tecnico è di
circa € 4500/giorno.
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2) 3)
Fig. 2 e 3. Rilievo del fondo marino con ecoscandaglio del tipo
single beam e con il sistema multi beam
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golare pari a 180°, per un elicottero che voli ad una velocità di crociera
di circa 120 km/ora a 200 m dal suolo, il LIDAR può rilevare anche
una superficie di 6-9 km2 per ora. La presenza del GPS a bordo del
velivolo permette la georeferenzazione dei punti rilevati con scarti
orizzontale sino a 3 m e verticale sino a 15 cm. Dette tolleranze sono
paragonabili a quelle proprie dell’ecoscandaglio.
S u rfa c e R e tu rn
In itia l L a s e r
P u ls e
B o tto m R e tu rn
Indagini geologiche-geognostiche
Per raccogliere informazioni sulla natura e sulle caratteristiche dei
terreni presenti nel sottofondo marino, vanno eseguite alcune indagini
esplorative articolate secondo fasi definite in relazione ai risultati che
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Rilievi correntometrici
L’interesse per le correnti deriva dalla necessità di conoscerne i loro
effetti sul trasporto del miscuglio risalito in superficie e sulla qualità
delle acque, soprattutto se combinati all'azione del moto ondoso.
Esistono differenti tipi di corrente:
• correnti oscillanti determinate dalle onde di marea;
• correnti semipermanenti dovute a differenze di densità (di salinità o
temperatura)(3);
• correnti dovute al moto ondoso nella zona dei frangenti;
• correnti dovute al moto ondoso fuori della zona dei frangenti.
Il rilievo delle correnti è fatto sporadico per numerosi interventi di in-
gegneria costiera. Nel caso della progettazione delle condotte di scari-
co di acque reflue, al contrario, la conoscenza delle correnti è fonda-
mentale per la valutazione dei processi di diluizione. Tipicamente si
conduce il monitoraggio delle velocità in uno o in pochi punti fissi. I
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Del tutto trascurabili nel Mediterraneo (Tomasicchio, 1975).
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Indagini biocenotiche
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Tab. 1. Numero di osservazioni classificate per settori di incidenza del moto ondoso e
classi di altezza d’onda significativa Hs. Boa RON di Monopoli
Hs (m) 0.0-0.5 0.5-1.0 1.0-1.5 1.5-2.0 2.0-2.5 2.5-3.0 3.0-3.5 3.5-4.0 4.0-4.5 4.5-5.0 > 5.0 % TOTALE
Settore
N 2476 1076 480 272 130 61 52 27 7 0 0 13.35 4581
NNE 1617 583 303 156 78 33 17 4 1 0 0 8.14 2792
NE 1519 726 364 161 78 45 22 9 2 0 0 8.53 2926
ENE 1640 571 230 134 79 34 32 6 2 3 2 7.97 2733
E 2620 772 160 35 16 3 7 1 0 0 0 10.53 3614
ESE 2598 2334 664 89 18 5 2 1 0 0 0 16.65 5711
SE 274 217 88 21 6 3 0 0 0 0 0 1.78 609
SSE 82 35 3 0 1 1 1 0 0 0 0 0.36 123
S 45 8 0 1 1 0 1 1 0 0 0 0.17 57
SSW 29 6 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0.10 35
SW 19 5 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0.08 28
WSW 27 8 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0.11 37
W 31 8 0 0 6 1 0 0 0 0 0 0.13 46
WNW 52 27 4 0 9 2 0 1 0 0 0 0.28 95
NW 958 1225 533 212 70 26 25 3 1 0 0 8.90 3053
NNW 3549 2855 1001 282 108 40 17 14 1 0 0 22.93 7867
% 51.11 30.48 11.17 3.97 1.76 0.75 0.51 0.20 0.04 0.01 0.01 100.00
Fig. 12. Rosa del moto ondoso annuale. Boa RON di Monopoli
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Onda di progetto
Più si prolunga la vita di un’opera, più, ovviamente, si accresce la
probabilità che essa debba sopportare eventi rari di intensità assai ele-
vata. E’ dunque necessario definire la cosiddetta onda di progetto
adottata per il proporzionamento di un’opera marittima. Essa è costi-
tuita da una tipica onda “estrema” che può essere rappresentata sia at-
traverso un’onda significativa, la quale descrive uno stato di mare, sia
attraverso un’onda individuale, la quale coincide con un’onda irregola-
re (random). In entrambe le rappresentazioni, l’onda di progetto è de-
finita dall’altezza, dal periodo e dalla direzione di propagazione del
moto ondoso d’assieme ed è sufficientemente caratterizzata, nei con-
fronti di una indicazione di “rischio”, dal periodo di ritorno degli
eventi di moto ondoso che la contengono e dalla probabilità di suc-
cesso, o di accadimento, che tali eventi presentano durante il numero
di anni di vita prevista per l’opera (lifetime).
Il periodo di ritorno Tr , in corrispondenza del quale valutare poi
l’altezza d’onda significativa di progetto, viene determinato tramite la
relazione proposta da Borgman (1963):
L
1
P = 1 − 1 − (1)
Tr
ove P = probabilità che in un dato tempo L (lifetime) si abbia, o venga
superato, un dato evento con periodo di ritorno Tr . Nella (1), per de-
finizione di periodo di ritorno, 1/ T r definisce la probabilità che
l’evento avvenga nei prossimi 12 mesi. Si ottiene, per esempio, che
eventi, mareggiate o onde, con periodo di ritorno 50 anni hanno pro-
babilità 20 % di essere raggiunti o superati in un anno e 40 % in venti-
cinque anni; si deduce che, se la probabilità di vita prevista è di 50 an-
ni, la probabilità di accadimento di tale evento è del 63 %, in cento
anni la probabilità si eleva all’87 %.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha redatto le Istruzioni
Tecniche per la Progettazione delle Dighe Marittime (a scogliera e a
parete verticale). In esse sono riportati i valori di L e di P. I valori gui-
da di L e P sono riportati nelle Tabelle 2 e 3, rispettivamente.
Il livello di sicurezza 1 si riferisce ad opere di interesse locale, il cui
collasso comporti un rischio minimo di perdita di vite umane o di
danni ambientali. Il livello di sicurezza 2 si riferisce ad opere, il cui col-
lasso comporti un moderato rischio di perdita di vite umane o di dan-
ni ambientali. Il livello 3 è per opere di interesse sopranazionale il cui
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livello di sicurezza → 1 2 3
Infrastruttura ↓
uso generale 25 50 100
uso specifico 15 25 50
Tab. 3. Probabilità di accadimento per verifica a
danneggiamento incipiente, P
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Profondità di frangimento
Avvicinandosi alla costa, l’onda procede su fondali di profondità
decrescente e, quindi, le caratteristiche del moto ondoso risultano
modificate rispetto a quelle possedute al largo. L’attrito al fondo e la
riduzione di profondità riducono la lunghezza d’onda; sicché, in defi-
nitiva, l’onda diventa più ripida (aumento di H/L). In prossimità della
battigia (acque basse), l’onda diventa instabile, frange e dissipa in tal
modo l’energia trasferita dal largo a riva.
L’onda viene generata in mare aperto dall’interazione del vento con
la superficie marina. Quando il vento ha soffiato per un tempo suffi-
ciente sulla superficie del mare, si determinano condizioni di mare
completamente sviluppato (FAS) che esce dall’area di generazione
(swell). Le altezze d’onda, le lunghezze, i periodi, la lunghezza dei
fronti e le direzioni di propagazione sembrano tutte variare irregolar-
mente. A queste grandezze ben possono applicarsi leggi statistiche. Ad
esempio, le altezze d’onda in acque profonde seguono, con buon ac-
cordo, la distribuzione di Rayleigh.
Sino a quando l’onda è in acque profonde, la dissipazione d’energia
dell’onda è dovuta primariamente ai piccoli frangimenti indotti
dall’azione del vento. In acque più basse, quando h < ½ L, ove con h
si indica la profondità del fondale, le onde cominciano a “sentire” il
fondo. Le onde diventano più lente, corte e ripide. Questo processo è
detto di shoaling. Lo shoaling prosegue nel corso della propagazione
dell’onda verso riva sino a che si verifica il fenomeno del frangimento
dovuto al fondale ridotto (Fig. 13).
Fig. 13. Trasformazioni dell’onda per effetto della riduzione del fon-
dale verso riva
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hb = profondità al frangimento;
m = pendenza della struttura inclinata o della spiaggia;
kb = numero d’onda al frangimento;
γ = H b / hb = indice di frangimento;
Lb = lunghezza d’onda al frangimento.
Hb h
= (0.73 + (13m) 2 ) − (1.12 + (30m) 2 b2 (3)
hb gT
Studio correntometrico
La previsione e l’interpretazione di fenomeni costieri quali il tra-
sporto e la diffusione di inquinanti o di sedimenti, anche a seguito del-
la realizzazione di un’opera marittima, si basano sulla conoscenza della
circolazione idrodinamica costiera indotta dal moto ondoso. Secondo
Shepard e Inman (1950), si intende per circolazione idrodinamica co-
stiera (nearshore currents), l’insieme delle correnti generate diretta-
mente dall’azione di onde di gravità in prossimità ed entro la zona dei
frangenti; in particolare le nearshore currents risultano determinate
dalla combinazione di:
- trasporto di massa verso riva per effetto del moto ondoso;
- correnti litoranee dovute all’obliquità del moto ondoso rispetto alla li-
nea di riva;
- correnti dirette verso il largo: rip currents e undertow.
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(4)
α = coefficiente di riduzione;
d = dotazione individuale giornaliera di acqua in l/ab·g;
P = popolazione a base di calcolo;
β = numero di ore di funzionamento dell’impianto.
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IL VARO E LA POSA
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Fig. 27. Vista generale di una condotta sottomarina prima della posa
(Porto di Antalya, Turchia)
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Fig. 31. Una condotta viene varata da speciale pontone su cui le tuba-
zioni vengono preventivamente giuntate
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CONCRETE BLOCKS
BUOYANCY
AIRFILLED PIPELINE AIR VALVE
PULL FORCE=F
SEA WATER LEVEL
R2 EQUILIBRIUM PRESSURE
AIR PRESS DRAW DOWN
EQUILIBRIUM INTERFACE LEVEL
DEPTH = d
WATER VALVE R1
NET WEIGHT
WATERFILLED PIPELINE
L
SEABED
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Step Volume d’acqua Livello al supporto Reazione al supporto Momento flettente Mf Freccia in mezzaria attesa
(litri) (m) (kg) (N.m) (mm)
M0 0 0 2585 142’171 40
M1 (1.00) 16’746 0.535 10’957 618’882 173
M2 (1.33) 23’499 0.679 14’446 821’949 260
M3 (1.50) 27’528 0.788 16’372 927’000 272
M4 (2.00) 36’051 1.090 22’023 1'233’703 362
M5 (2.16) 44’234 1.600 24’701 1'332’271 423
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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IL PROCESSO DI DILUIZIONE
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(6)
(7)
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1. Acqua ferma
(8)
(9)
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Soluzione
1. Determinare il valore minimo di diluizione di campo vicino
(a) Il valore minimo di diluizione di campo vicino, Sm, si ottiene per
piccoli valori di velocità di corrente e portata massima. Con riferi-
mento alla Fig. 46, si può notare come per piccoli valori della velo-
cità di corrente, e in particolare per F < 0.1, la diluizione minima di
campo vicino si ottiene considerando:
da cui:
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U 3L (0.66ft/s )3 (4736 ft )
F= =
'
gD QD (0.869ft/s )(230Mgal/d )[1.55ft
2 3
] = 4.40
/s ⋅ (Mgal/d )
(b) Allo scopo di ottenere i valori più elevati della diluizione in campo
vicino si dovrebbe orientare il diffusore perpendicolarmente alla
direzione dominante della corrente. Ritenendo possibile tale confi-
gurazione, per un numero di Froude pari a 4.40, dalla Fig. 46 si ot-
tiene per la diluizione, in forma adimensionale, il valore:
S m qN / b 2 / 3 = 2.3
b 2 /3 g' 2 / 3 L1 / 3
S m = 2 .3 = 2.3 D 1 / 3 = 165
qN QD N
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Regione di transizione
Nella regione di transizione, tra campo vicino e campo lontano, il
flusso di portata all’interno del pennacchio è dato da:
Q1 = S a Q D (10)
e la concentrazione massima di un componente risulta:
CD
C1 = (11)
Sm
Q1 = Ub1h1 (12)
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3 /2
C m = C 1 e −Kx /U erf
[1 + (8E )]
2 3
(13)
y 1 x / Ub 1 −1
3 /2
8E y 1 x
bx = b1 1 + (14)
Ub 12
1
erf ( x ) ≈ 1 − , con:
(1 + a x + a
1 2x
2
+ a3x 3 + a4 x 4 )
4
a1 = 0.278393
a2 = 0.230389
a3 = 0.000972
a4 = 0.078108
bx = larghezza della piuma alla distanza x
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4
KC = UT / D con U = velocità della corrente, T = periodo del moto ondoso e D = diametro della condotta.
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FF = µ1 (FW − FB − FL ) (16)
FD = 0.5 ρ s C D De u (t ) u (t ) (17)
con:
• u(t) = velocità orizzontale del campo di moto indisturbato nel pun-
to centrale del cilindro;
• a(t) = accelerazione orizzontale del campo di moto indisturbato
agente alla stessa altezza ella velocità;
• µ1 = coefficienti di attrito tra condotta e fondo posto pari a 0.36;
• µ2 = coefficienti di attrito tra materasso e fondo posto pari a 0.70;
• L = coefficiente di sicurezza a scorrimento laterale posto pari a 1.4;
• CD, CM e CL = rispettivamente coefficienti idrodinamici di drag,
d’inerzia e di lift;
• Pc = peso dei materassi.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Hansen, J.B. (1990). Periodic waves in the surf zone: Analysis of ex-
perimental data. Coastal Engineering, Vol. 14, pp. 19-41.
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Morison, J.R., O’Brien, M.P., Johnson, J.W., Schaaf, S.A. (1950). The
forces exerted by surface waves on piles. Petr. Trans., 189, 149-
156.
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